Tag Archives: sgombero

Berlino: Vernice contro “Stadt und Land – Città e Campagna (CC)”

15 agosto 2018

Ieri notte abbiamo abbellito la facciata dell’ufficio CC per manifestare la nostra solidarietà con lx occupanti della Borni, ma anche con tuttx lx altrx che sono colpitx dagli sgomberi coatti attuati da CC.

La domenica di Pentecoste, dex attivistx hanno occupato nove case a Berlino e Potsdam. Una era la Bornsdorferstraße 37b, proprietà CC e inutilizzata da vari anni. In una città la cui formazione è sottomessa alla logica del profitto capitalista, a chi non può permettersi gli affitti in forte crescita non rimane che una vita per strada oppure il trasloco. Per contrapporvi qualcosa è necessario riappropriarsi dello spazio (abitativo) con le occupazioni e di rispondere praticamente alla questione casa, che interessa tuttx. Lo hanno tentato lx occupanti ma CC, con gentile copertura alle spalle del senato di “sinistra”, ha di nuovo dimostrato che la proprietà pesa di più dei bisogni della gente.

La Borni è di nuovo vuota e la direzione CC continua a rifiutare il ritiro delle querele contro lx 56 occupanti. Non ci sorprende che un’impresa che in un anno ordina 97 sfratti coatti agisca in tal modo. Alla fine deve sfruttare, come ogni impresa (sia comunale sia privata). Ma ci fa arrabbiare lo stesso e l’altra notte abbiamo espresso questa rabbia.

Lo sgombero della Borni purtroppo non sarà l’ultimo ma non lo accetteremo senza resistenza!

Fonte: Indymedia (Tor)

Traduzione dal tedesco mc

Milano: Villa Vegan resiste

Dopo aver ricevuto la notizia che vogliono sgomberare Villa Vegan il prossimo martedì 30 ottobre, abbiamo iniziato a preparare la resistenza assieme a chi in queste giornate ha portato solidarietà e siamo determinat* a continuare!

Ribadiamo la chiamata a tutte le persone solidali a raggiungerci per continuare preparare insieme la resistenza e la mobilitazione contro lo sgombero. È benvenut* chiunque abbia voglia di supportare il posto, chi lo ha attraversato negli anni, chi ha portato avanti le lotte che qui hanno trovato complicità, tutte le compagne e i compagni che pensano che se vogliono sgomberare uno spazio anarchico occupato da 20 anni gli deve costare caro.

In tutti questi anni di occupazione Villa Vegan ha ospitato compagni e compagne da tutto il mondo, ha dato supporto logistico a tanti progetti autogestiti, in particolare quelli della scena punk hardcore, e a tantissime lotte, tra le quali quelle anticarcerarie e la solidarietà alle prigioniere e ai prigionieri, ecologiste e per la liberazione animale, contro il razzismo ed i CIE (rinominati poi CPR), transfemministe queer e contro la violenza di genere, antifasciste;
lotte che rifiutano i rapporti con le istituzioni e sempre in
opposizione al sistema capitalistico e allo Stato.

prossimi appuntamenti:

lunedì 29 ottobre dalle 8: inizio giornata di lavori.

dalle 16: assemblea antisgombero

in Villa Vegan,
via litta modignani 66, milano.

Exarchia: Striscioni in solidarietà con il CSO Kike Mur, i/le ribelli del G20 e Lisa

Nella mattinata di martedì 11 luglio 2017, gli/le abitanti dello squat Themistokleous 58, insieme a dei/lle compagn* affini, hanno appeso a Exarchia degli striscioni in solidarietà internazionalista a proposito di tre casi diversi.

Abbiamo le chiavi di tutte le porte… Solidarietà con il CSO Kike Mur a Saragozza, Spagna

Da uno dei balconi del 58 abbiamo esposto uno striscione in sostegno al centro sociale occupato Kike Mur a Saragossa (Spagna), minacciato di sgombero dalle autorità locali. L’edificio (un’ex prigione) è occupato da sette anni, e ha dato vita a una moltitudine di attività ed espressioni di solidarietà anarchica, come per esempio uno striscione nel contesto della campagna internazionale del 2013 Febbraio Nero.

Solidarietà con i rivoltosi del G20

Sulla cancellata dell’ex scuola di Chimica abbiamo esposto uno striscione in sostegno a chi si è scontrato con le forze della repressione nelle strade di Amburgo contro il summit dei leaders dei 20 stati più potenti del pianeta. È il momento di spargere la voce che gli/le ostaggi del G20 hanno bisogno del nostro sostegno.

Attacca/Deruba le banche! Libertà per Lisa, anarchica detenuta in Germania

Un altro striscione è stato messo sull’edificio Gini al Politecnico in solidarietà con Lisa, un’anarchica recentemente condannata a 7 anni e mezzo di prigione per una rapina ad Aachen (Germania) nel 2014.

Nessun prigioniero nelle mani del Potere: Assaltiamo lo Stato/Capitale e la dominazione!

Squat Themistokleous 58
e compagn* affini

in greco, inglese, portoghese, spagnolo, tedesco

Berlino: Vetri rotti a impresa immobiliare “Berlin Maegleren”

20 giugno 2017

Siamo arrabbiatx, arrabbiatx per una politica che non tralascia solo l’aiuto alle persone che ne hanno bisogno ma procede attivamente contro un collegamento in rete di queste persone. Una politica che non riesce a proteggere i quartieri e la gente che ci vive, che la trasforma in zombie sempre più simili prive di protesta e volontà di evadere. Evadere da un mondo dove le persone non sono trattate con dignità. Che sia all’ufficio collocamento, al lavoro, nei controlli razzisti, ma anche costringendole semplicemente di vivere in cattive condizioni abitative per non finire in mezzo alla strada.

Le persone che vogliono costruire alternative sono criminalizzate e si tenta di soffocare sul nascere i germogli della resistenza. Friedel 54 è un tal luogo resistenziale dove ci si aiuta a vicenda, dove tutte le persone sono benvenute e dove si sperimenta la resistenza contro una politica ingiusta. Oltre tutte le possibilità ormai “esaurite” della politica diventa di nuovo chiaro: dobbiamo farlo e lo faremo noi stessx. Che sia con lo sgombero del Friedel, con il G20 oppure negli scontri quotidiani con gli sbirri dello Stato. Perciò dimostratevi solidali, alzate il prezzo politico per uno sgombero! Un milione di danni materiali non basta affatto per pareggiare tutti i conti! Per questo nella notte del 19 e del 20 abbiamo osato entrare nel loro soggiorno ben custodito rompendo con i martelli i vetri dell’immobiliare in Prenzlauer Allee/Belforterstrasse. Anche se gli sbirri stanno nella via adiacente e infastidiscono la gente sono ciechi se pensano che la zona sia sicura – siate coscienti che non lo è. È un nostro piccolo contributo per alzare la pressione politica, per dimostrare che la Friedel non è sola. Il prezzo dello sgombero lo decidiamo ancora noi!

Gruppi Autonomi

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Pietre a volante della polizia

12 giugno 2017

Domenica notte, spintx dall’odio contro questo Stato e pienx di disprezzo per gli sbirri che lo proteggono, vaghiamo attentx nella notte, in tutta calma prendiamo posizione nella nostra imboscata predisposta e … ecco che arriva … Lo sbirro che questa notte sarà destinato a diventare l’obiettivo della nostra resistenza. La sua missione: protezione di nazi e ambasciate, d’obiettivi di lusso e di élite economiche.

La nostra missione:
Confrontarli direttamente con la lotta per una vita in libertà e contro la logica dello sfruttamento.
Dare un segnale che non ci possono essere dei retroterra tranquilli per gli sbirri e che non permetteremo che a Berlino ci siano dei luoghi, dove gli assassini possono muoversi liberamente senza dover aspettarsi in ogni momento di pagare il conto per le proprie azioni.

Azioni come per esempio sgomberare ogni giorno la gente dalla loro casa oppure azioni come quelle annunciate contro le nostre amiche e i nostri amici della Friedel.

Non lo accetteremo mai e risponderemo in modo appropriato a ogni attacco dello Stato e dei suoi servi.
Friedel 54 rimane!
Per l’Anarchia!

Fonte: Llinksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Brighton, Inghilterra: Uno striscione è stato appeso ai pennoni di fronte al memoriale di guerra in centro città

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Nessun* è illegale // Sgombero di Calais = Attacchi razzisti, deportazioni violenza di stato // Resisti & lotta

Stamattina ci siamo svegliati presto per esporre uno striscione che esprime solidarietà e rabbia nei confronti della situazione di Calais dove il 17 ottobre [NdT: lo sgombero è stato spostato al 24 ottobre] lo stato francese ha pianificato di cominciare lo sgombero totale della jungle. Lo striscione è stato legato ai pennoni di fronte al memoriale di guerra nel centro della città, un luogo che la gente visita regolarmente per ricordare l’orgoglio nazionalista e un’identità costruita su guerre, genocidi, trasferimenti, criminalizzazione e conquista di altri popoli.

Con questo piccolo gesto vogliamo mostrare solidarietà non solo con le persone della jungle ma anche con tutti i luoghi in cui le persone cercano di andare avanti nonostante un’opposizione così incredibile e brutale – i/le compagn* in sciopero / resistenza nelle prigioni di tutto il mondo, chiunque si batta contro l’oleodotto Dakota access, le zone autonome sotto attacco, la lista è interminabile.

Mobilità ridotta significa che lo striscione non era molto alto e così è stato rimosso nel giro di qualche ora, ma speriamo che chiunque l’abbia tolto abbia apprezzato la generosa quantità di grasso con cui avevamo cosparso le corde…

in inglese

Berlino: Vernice a Hellmann, responsabile di sgomberi coatti

186250Berlino, 29 luglio 2016

Nella notte sul 29 luglio, è stata effettuata una visita al negozio di moda di lusso di Frederick Hellmann in via Friedrich 71 con trasformazione della facciata. Il 9 agosto Hellmann vuole lo sgombero coatto del M99. Lo sgombero è un attacco a Kreuzberg e alle strutture autonome. L’attacco alla Rigaer94 ebbe una risposta decisa, ora dobbiamo lottare per M99.

Ogni sgombero ha il suo prezzo! Sgombero significa giorno X !

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Vernice dopo sgombero coatto, a fuoco macchina edile

Berlino, 4 luglio 2016

Il 09 aprile 2016, Birgit e Ralph Hartig ordinarono lo sgombero coatto della 67enne Rosemarie F. che due giorni dopo moriva in una struttura d’accoglienza per le conseguenze fisiche e psichiche dello sgombero coatto. Abbiamo preso il luglio nero come occasione per ricordare ai responsabili dello sgombero di Rosemarie F. che non li abbiamo dimenticati e per marcare ampiamente la facciata del loro studio di registrazione in Soor 14 con un estintore.

Ogni sgombero ha il suo prezzo!

In ricordo a Rosemarie F.! < Rigaer 94

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez

Rostock, Germania: Fuoco a biglietteria automatica e vernice a tribunale

FahrkartenautomatRostock, 23 giugno 2016

La mattina del 22 giugno sgombero della Kaderschmiede e di altre parti di una casa nella Rigaer Strasse 94. Lx abitanti della casa furono e sono vessatx dagli sbirri. I responsabili dello sgombero puntano come al solito sulle menzogne e sull’inganno per fare propaganda contro le strutture di sinistra. Pretesto per l’attacco è la creazione di abitazioni per profughx. Una notizia stampa che arriva da Moabit anticipa già lo smascheramento di questa menzogna.

Durante lo sgombero, la sinistra tedesca discuteva. È già il giorno X? Ci basta? Contrattacare oppure aspettare?

Noi diciamo: fate di ogni giorno un giorno X!

Non date tregua a questo Stato, a questo sistema. Attaccate dove potete. Volante degli sbirri o ufficio di collocamento, cassa dei risparmi o filiale KiK – ogni sgombero costa un milione!

Nella notte dopo lo sgombero perseguimmo questo obiettivo, il nostro contributo al milione era una biglietteria automatica e vernice alla facciata del tribunale in via August Bebel a Rostock.

La nostra solidarietà è per chi subisce lo sgombero!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez,CH

Marsiglia: L’espulsione del terzo Manba è finita con 3 compagn* in custodia cautelare, e un arresto a domicilio

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Nel pomeriggio del 12 aprile il nuovo Manba è stato espulso dalle forze di polizia arrivate in gran numero, si contano due arresti e delle violenze poliziesche. La nuova apertura seguiva l’espulsione del manba 2 (la settimana scorsa).
Articolo aggiornato (ancora) da MIA il 15 aprile.

Il Manba era stato aperto qualche giorno fa nella via Bel Air, in un edificio vuoto da diversi anni. L’apertura doveva permettere di continuare le attività del Manba: accoglienza de* migranti, atelier collettivi, riunioni politiche, punto di gratuità… Era un luogo che voleva anche essere un punto d’incontro delle lotte in questo momento di movimento sociale.

La polizia è arrivata il 12 aprile, ed è rimasta parecchie ore davanti all’edificio, occupato in quel momento da cinque compagn* (un* de* quali arrestat* la sera stessa). Un “architetto perito” è arrivato pretendendo che l’edificio fosse pericolante, mentre non era stato qualificato come tale. Lo sgombero avvenuto dopo più di 48 ore d’occupazione era dunque uno sgombero illegale. Le persone venute in sostegno contro l’espulsione, una ventina, sono stati allontanati violentemente dai poliziotti, il cui numero non ha cessato di aumentare per tutto il tempo del confronto.

Dopo aver respinto le persone arrivate in sostegno, i poliziotti hanno allora bloccato completamente la strada e l’accesso all’edificio in cui sono entrati, facendone uscire gli/le occupanti e procedendo all’arresto di un* di loro.
I/Le solidali hanno cercato di evitare l’arresto bloccando il furgone di polizia da un lato della strada, cosa a cui i poliziotti hanno risposto con dei colpi di tonfa e dei lacrimogeni sul corso Lieutaud. I/Le solidali hanno continuato a resistere, cercando inoltre di proteggersi rovesciando bidoni della spazzatura tra loro e i poliziotti, che hanno aumentato allora il livello di violenza non esitando a gassare a bruciapelo e picchiare delle persone a terra. Approfittando della loro superiorità numerica, hanno arrestato un’altra persona, buttandola a terra e picchiandola a più persone brutalmente a colpi di manganello telescopico.
La polizia municipale e nazionale si è mostrata violenta, e molto arrogante, come la settimana scorsa.

In seguito la quarantina di persone venuta in sostegno è risalita in manifestazione selvaggia fino alla Plaine, rovesciando in maniera sistematica i bidoni di spazzatura sul percorso ed è stata di nuovo gassata dalla BAC prima della dispersione.

Perché il manba viva ancora! Aria, aria, aprite le frontiere!
Solidarietà e sostegno con gli/le arrestat*! Libertà per loro!
ACAB

Nota di Contra Info: voci di strada dicono che durante il conflitto un certo numero di biciclette della polizia sono state espropriate in corso Lieutaud, i pulotti sono stati anche attaccati, compreso un agente della BAC (brigada anticriminalità) che si è preso un pugno nello stomaco.

Ultime informazioni sugli arresti:

13 aprile: i poliziotti sono andati a prendere a casa sua una persona presente durante lo sgombero del nuovo Manba del 12 aprile per una ‘udienza libera’. In seguito è stata posta in custodia cautelare e dovrà comparire per ‘deterioramento di luogo di culto’.

14 aprile: due delle tre persone arrestate nell’ambito dello sgombero del Manba 3 (una il giorno stesso e una il giorno dopo) sono state rilasciate in serata sotto controllo giudiziario e con una convocazione per un futuro processo, come minimo per ‘deterioramento di luogo di culto’. Le tre persone arrestate sono uscite dal tribunale alla sera dopo essere passate davanti al pubblico ministero.

Tutta la nostra solidarietà!

Leggere anche: Messaggio dei/lle compagn* che erano in custodia cautelare

in inglese

Italia: Sugli ultimi sgomberi e arresti a Milano

un breve scritto sui fatti di venerdì 15 maggio a Milano:

A Quarto Oggiaro story

Il commissariato di Quarto Oggiaro ha dichiarato guerra agli anarchici!

Quale novità, degli sbirri che cercano di farcela pagare!

Ma partiamo dal principio.

Poco prima del 1° maggio sono iniziate le perquisizioni. Fatte con il solito stile arrogante della sbirraglia: cariche nel mercato, decine e decine di celerini che si divertono coi loro bei manganelli, digos che filma per fare il suo bottino di denunce. Una compagna arrestata per resistenza e lesioni. Nulla di nuovo insomma.

Il 12 maggio, le cose iniziano a farsi più “strane”: una pattuglia di 8 loschi individui in borghese rientra in una delle case già perquisite, in un momento in cui in casa non c’è nessuno, per effettuare una nuova perquisizione. Alcuni compagni intervengono prontamente per capire cosa stia succedendo. Come risposta,  vari insulti e affermazioni molto raffinate del tipo: “siamo polizia, facciamo quel cazzo che ci pare”, ma a quanto pare è bastata la semplice minaccia di chiamare l’avvocato per farli fuggire con fare spaesato. Chi erano costoro? La digos spesso non brilla per intelligenza, ma di sicuro non è così maldestra.

Il dubbio svanisce la mattina del 15 maggio: altro sgombero, di certo non inaspettato, di due appartamenti di una compagna e di un compagno in gestione ad MM. È il secondo sgombero di questo tipo in poco più di un mese, il copione è quindi già noto. Presenza massiccia di celere, in quantità tale da rendere impossibile un qualsiasi intervento diretto dei e delle solidali volto a impedire lo sgombero. Si decide di rimanere per tutelare il compagno e la compagna sotto sgombero e per cercare di difendere almeno le loro cose. Qualcosa non quadra, tante facce nuove, tanti sbirri in borghese, anzi tantissimi, quasi quanto i celerini. Poche le facce tristemente note, qualche digos qua e là, qualche altro funzionario e una manciata di stronzi che purtroppo ci siamo abituati a vedere spesso cercare di intralciare le nostre strade. Un attimo di tensione: si cercano di riprendere alcuni scatoloni di un compagno appena sgomberato, che nel frattempo erano stati caricati su di un furgone di MM. Una piccola carica di alleggerimento ci respinge definitivamente, il furgone se ne va. La calma torna. La tensione si allenta. Il presidio mano a mano si scioglie mentre aspettiamo che vengano caricate le ultime cose sui furgoni e che ci raggiunga chi è ormai senza casa. Lontano dai nostri sguardi due solidali vengono arrestati, un terzo sfugge. Al presidio c’è agitazione, non si capisce subito cosa stia succedendo. Cerchiamo di svincolarci dalla sbirraglia. Ci circondano, atterranno un compagno e lo arrestano.

Il giorno dopo processo per direttissima, le accuse le solite: resistenza e lesioni.

I compagni escono, dopo un’estenuante giornata passata in tribunale ad attendere una decisione sulle misure cautelari, che sembra non arrivare mai.
Sono tutti liberi, due con obbligo di firma, uno senza restrizioni.

Il processo proseguirà un altro giorno.

Dopo gli abbracci, iniziano i racconti degli arrestati e tutto si fa più chiaro.

Sono stati arrestati in modo particolarmente violento e zarro da agenti in borghese del commissariato di Quarto Oggiaro. Sono stati portati lì e tenuti per ore tra insulti e dispetti. Tra i quali non mancano “vi piace menare gli sbirri? Adesso ci divertiamo noi!”,  “vi abbiamo dichiarato guerra!”  e altre arguzie del genere. Hanno poi passato la notte a San Vittore, dove hanno potuto sentire un caloroso saluto.

A quanto pare la sbirraglia non ha preso bene il fatto che il loro capoccia: il vice-questore di Quarto Oggiaro, sia stato riempito di botte il 1° maggio davanti a telecamere e fotografi.

Quale smacco per il loro machismo deve essere stato vedere in mondovisione il loro maschio alfa massacrato da un branco di zecche.

…Si vede che la tua insorgenza è troppo in crescenza…

Ora cercano vendetta e vorrebbero spargere terrore.

Temiamo che rimarranno delusi.

Un’ultima nota a margine la merita MM. In molti sembrano spaesati di fronte a questo aumento di sgomberi, ma come possiamo stupirci? È il classico esempio di una amministrazione di “sinistra” in difficoltà che cerca di recuperare terreno copiando le politiche delle “destre” e si dà una spolverata di immaginario securitario a spese dei pezzenti. Tra i quali ovviamente rientra la variegata categoria degli occupanti. Che poi cerchino di eliminare per primo il “cancro” dei sovversivi dai palazzi che vogliono ripulire è ancora più scontato. Come potrebbero permettersi, sotto expo, il riaccendersi di quei piccoli focolai di rivolta che sono state le barricate di Giambellino e Corvetto di novembre?

Forse pensate di averci spaventato, di averci terrorizzato a tal punto da farci nascondere in attesa di tempi migliori. Probabilmente state gongolando all’idea di essere riusciti ad imporre la vostra pace sociale a suon di sgomberi, arresti e manganelli.

Non sarà la repressione a fermare le nostre lotte.

Così come non saranno delle marionette in divisa a spaventarci.

Alcune individualità anarchiche

Bergamo: Comunicato in solidarietà agli sgomberi

Chi governa legittima il proprio potere attraverso strumenti da lui inventati per irreggimentare e uniformare. Chi governa vuole che ogni persona si rivolga a lui per essere felice perchè ha bisogno che ogni azione, sia essa sociale o individuale, si caratterizzi come “un utile” per lo Stato. Chi governa ha chiamato l’imposizione di tale ingiustizia “legalità”, “maggioranza”, “bene comune”, “sicurezza”. Non a caso, in molti territori, per le istituzioni, autogestione ed autodeterminazione sono diventate sinonimo di “associazione a delinquere”. Questo perchè autogestione e autodeterminazione espropriano ai criteri di sottomissione e alle logiche di sopraffazione le necessità, i bisogni e i desideri degli individui.

In questi ultimi mesi, però, un po’ dovunque, l’occupazione di stabili sfitti e la conseguente affermazione di pratiche solidali all’interno dei quartieri popolari sta minando alla base quella gerarchia sociale che, fino ad ora, ha garantito potere ad istituzioni locali e nazionali.

In molte città, l’ ennesimo teorema questurino, architettato ad arte da media e politicanti in cerca di consenso, ha trovato sulla propria strada lotte condivise e determinate che hanno parzialmente distrutto un’impalcatura propagandistica, nata nelle stanze del Partito Democratico e allargate a tutto l’apparato politico istituzionale. A Milano, infatti, i quartieri Corvetto, Giambellino, San Siro non si sono piegati né davanti alla violenza delle forze dell’ordine e né davanti alle campagne mediatiche. Nelle scorse settimane, infatti, il quartiere Corvetto ha subito l’ennesimo attacco poliziesco che ha portato allo sgombero di alcune abitazioni e di due spazi occupati: “Il Corvaccio” e “Il Rosa Nera”, entrambi in prima linea nella lotta per l’occupazione delle case nel quartiere. A seguito di tali azioni poliziesche, pilotate da alcune sedi di partito, si è anche verificato l’arresto di cinque compagni rilasciati il giorno dopo. Il quartiere, tuttavia, non si è fatto intimorire e  si è stretto attorno agli arrestati in modo solidale e compatto non cadendo nella solita trappola poliziesca che è solita dividere chi scende in piazza tra “buoni” e “cattivi”. Dopo una mattinata di scontri e barricate, in serata infatti si è risposto con una passeggiata nel salotto buono della città; passeggiata che avrebbe voluto portare un saluto ai cinque compagni rinchiusi a San Vittore, ma che è stata dispersa da una caccia all’uomo condotta a suon di cariche e lacrimogeni.

Il Piano Casa, insomma, sta mostrando il suo vero volto: propaganda politica da un lato, repressione dall’altra; un modo per  mettere a tacere  tutte quelle realtà che attraverso l’autogestione e l’autodeterminazione stanno cercando di evitare una “normalizzazione” sempre più repressiva che sta assumendo ovunque i caratteri di un aut-aut: o ti assoggetti, o vieni manganellato e denunciato.

Il Piano Casa è, dunque, l’ennesimo contenitore propagandistico di un nuovo modello autoritario da somministrare a gocce e, se non direttamente attaccato e sabotato, esso sarà parte  di ciò che sancirà il definitivo passaggio da un sommario e verticistico principio di libertà calato dall’alto, all’ instaurazione di un preventivo piano di sicurezza sociale.
 
Ci dichiariamo quindi complici e solidali con tutti gli occupanti “abusivi”e con tutti i compagni che stanno subendo sulla propria pelle azioni repressive.

AD OGNI SGOMBERO UNA BARRICATA!

AUTOGESTIONE DIFFUSA OVUNQUE!

Anarchici e Anarchiche di via bonomelli (BG)

Genova: Sgomberato il Mainasso

IL MAINASSO SOFFIA ANCORA

Questa notte, 27 maggio, la questura ha sgomberato, con un imponente spiegamento di forze, il Mainasso occupato da appena 2 mesi.

Ciò non ci scoraggia, ma anzi ci spinge ad andare avanti per la nostra strada senza esitazioni.

Per 2 mesi uno spazio di proprietà delle Opere Pie (il famigerato Ente Morale), abbandonato da tempo (e che tale rimarrà, blindato e oscurato), è stato sottratto alle dinamiche imperanti del profitto, della passività e dell’alienazione. Non ponendosi obbiettivi specifici a termine, un semplice fondo di pochi metri quadrati è diventato un posto di ritrovo per chiunque si ostini a voler vivere il piacere dell’incontro, della condivisione e del confronto, per chiunque si ostini a voler vivere ancora le strade.

Un posto dove ospitare iniziative, cineforum, cene, incontri… Sempre con la priorità di sostenere e portare la solidarietà a chi è colpito dalla repressione per essersi battuto contro questo stato delle cose, contro questa società infame nella quale vorrebbero costringerci a vivere.

Uno spazio ritorna al suo precedente stato di inerzia, ma chi lo ha vissuto non intende limitarsi in alcun modo.

Per questo le iniziative previste verranno mantenute, a partire da stasera, con luoghi e modalità che saranno comunicati di volta in volta.

STASERA alle 21 in PIAZZA DELLE ERBE per la rassegna “VERITÀ E CONFLITTO TRA INDIVIDUO E AUTORITÀ”, I DIAVOLI di Ken Russell

LUNEDÌ 2 GIUGNO dalle 19 presentazione del progetto editoriale CROCE NERA ANARCHICA

VENERDÌ 6 GIUGNO dalle 19 presentazione dell’opuscolo “DIVIDE ET IUDICA – IL LABIRINTO PROCESSUALE DEL 15 OTTOBRE”

SABATO 7 GIUGNO dalle ore 18 aperitivo in sostegno ad un compagno sotto processo per i blocchi stradali avvenuti in seguito alla morte di un operaio in porto nel 2007

ANCORA! PER LA RIVOLTA! PER LA LIBERTÀ!

Salonicco, Grecia: L’occupazione “Orfanotrofio” è stata rioccupata ed evacuata; detenzioni di massa

(riprese da media corporativi: 1, 2, 3, 4)

Sabato mattina, 28 Settembre 2013, un gruppo di compagni ha rioccupato lo squat Orfanotrofio che era stato evacuato nel quartiere di Toumba, a Salonicco. Poco dopo, hanno rilasciato un comunicato collettivo circa la loro azione, e sono saliti sul tetto dell’edificio dispiegando uno striscione che scriveva “RIOCCUPAZIONE”. Nel frattempo, i solidali in strada sono stati circondati da pesanti forze di polizia. L’occupazione è stata infine sgomberata a mezzogiorno. Tutti gli occupanti sono stati arrestati cantando “La passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni!”

Grecia: La polizia ha sfrattato l’occupazione Orfanotrofio a Salonicco

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Nelle prime ore del mattino del 2 Settembre 2013 la polizia greca ha condotto un’altra operazione contro le occupazioni, questa volta contro l’occupazione Orfanotrofio, una vecchia casa per bambini abbandonati nel distretto di Toumba, a Salonicco.

Sette occupanti sono stati arrestati all’interno dell’edificio con l’accusa di aver violato la legge in materia di occupazione di edifici pubblici, così come col possesso di armi (una pistola ad aria che sarebbe stata trovata all’interno della casa occupata). I 7 compagni arrestati sono stati rilasciati il 3/9, sono apparsi nel tribunale di Salonicco il 6/9, e sono stati assolti da ogni accusa.

Un’anno fa, era stato annunciato che il Ministero della Salute ha consegnato l’edificio dell’occupazione di Orfanotrofio alla Santa Metropoli di Salonicco.

Fanculo allo Stato e alla Chiesa!
Giù le mani dai nostri compagni!

Girona, Spagna: Attualizzazione del 02/09 e giornata al casale occupato contro la MAT

no matVi scriviamo da dentro del casale occupato, continuiamo a resistere dopo vari giorni di occupazione. Sono le 11 della notte, non rimangono sbirri assediando lo squat e sono anche andati via i cinque furgoni nel benzinaio qua vicino. Oggi abbiamo avuto una giornata stressante in casa, con gli sbirri accerchiando la casa, però continuiamo a resistere!

Domani martedì 3 settembre, si apriranno le porte alle/ai vicinx e ai solidarx per mettere a posto la casa e condividere conoscenze pratiche e esperienze, dalle 11:00 in poi.

Se puoi, porta quello di cui hai bisogno per lavorare, condividere e cucinare, qua abbiamo bisogno di tutto, con eccezione di cous-cous e sbirri antisommossa:
– materiale di pulizia: secchi, mocci, scope, candeggina, ecc…
– materiale da costruzione: assi, bighe, ferri di tutti i tipi, attrezzi vari, ecc…
– tavoli, sedie, attrezzi da cucina, striscioni, tubi…
– tutto ciò che può essere utile!

L’idea é quella di muovere il campeggio contro la MAT nel nuovo casale occupato per continuare la lotta contro la MAT e condividere esperienze di vita e di lotta in collettivo. Vi aspettiamo anche alla riunione delle 19:00 che, da domani, si sposta alla casa occupata.

Per arrivare dalla N2, vicino all’uscita 5 dell’autostrada, segui in direzione L’Escala fino al benzinaio e gira a destra nel sentiero. Al secondo incrocio gira a destra e dopo vai dritto fino alla casa, che si trova nelle mappe col nome di Mas Castelló.

Al di là di una casa, sono le possibilità di lotta che si aprono!
Contro la MAT e il mondo che ne ha bisogno!

Ci vediamo domani!

Info ed aggiornamenti: Torres más altas han caído
Contatto: aramesquemai@riseup.net

[Nota addizionale: La nuova occupazione è nata dal campeggio contro la MAT a Fellines (Giorna), iniziato il 23 di agosto, come spazio e strumento collettivo per accelerare la lotta contro questo progetto di distruzione, dato che i lavori procedono rapidamente. Difatti, gli operai hanno già terminato le basi di quasi tutte le torri di questa zona. È evidente, data la pressante presenza sbirresca, che l’opposizione contro la MAT rappresenta un pericolo reale per i piani del Potere. Dopo varie intimidazioni e tentativi di sgombero, ribadiamo l’importanza di essere presenti sul luogo o di solidarizzare altrove.]

Ioannina, Grecia: L’occupazione Antiviosi è stata sfrattata

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Ancora un altro spazio anti-autoritario è stato sigillato dallo Stato greco.

Giovedì, 29 Agosto, alle 07:00, pesanti forze di polizia e ufficiali dei vigili del fuoco hanno sfrattato l’occupazione Antiviosi nella città di Ioannina, in presenza di un pubblico ministero. Non c’era nessuno all’interno della casa occupata. I poliziotti, però, sono stati affrontati da quasi 60 solidali per strada; non sono stati segnalati arresti.

Questo pomeriggio, alle 19:00, un raduno si terrà davanti alla ex edificio della Prefettura di Ioannina. Dettagli sullo sfratto saranno rilasciati in seguito.

Forza ai compagni dell’occupazione Antiviosi!

fonte

Berlino: Manifestazione in solidarietà con i compagni perquisiti dalla polizia il 14 Agosto

Secondo i primi aggiornamenti, ci sono stati grandi irruzioni della polizia in otto progetti di case, tra cui il Rigaer 94, così come in appartamenti a Berlino questa mattina (14/8). I poliziotti sono presumibilmente alla ricerca di persone responsabili di attacchi contro diversi centri di lavoro (“uffici sociali”) e un recente attacco con molotov contro la polizia che effettuava un raid per droga. Ulteriori notizie appena disponibili.

Di seguito un invito per una manifestazione spontanea:

Questa mattina, 14 Agosto 2013, i poliziotti hanno fatto irruzione a diversi appartamenti nei quartieri di Mitte, Kreuzberg e Neukölln, a Berlino.

In Friedrichshain la polizia ha schierato un centinaio dei suoi mercenari insieme con le truppe speciali della task force per invadere il progetto della casa Rigaer Strasse 94 (il cui edificio era stato preso d’assalto frontale da poliziotti in precedenza, il 2 Agosto).

Il pretesto per queste incursioni sono state azioni contro diversi rami della JobCenter che hanno avuto luogo a Berlino il 2 Maggio, oltre che un atto di solidarietà con il popolo in rivolta in Turchia, dopo lo sgombero di Gezi Park ad Istanbul.

Nel frattempo, ciascuno è invitato a radunarsi oggi, 14/8, alle ore 20.00 per una manifestazione non autorizzata in Spreewaldplatz a Kreuzberg.

La nostra passione per la libertà è più forte di qualsiasi autorità!

Quello che segue è un comunicato di Rigaer 94, una delle case perquisite:

Oggi, poco dopo le 06:00, diverse unità di polizia (13 unità di poliziotti antisommossa, unità tecniche, LKA e l’unità di forze speciali) hanno preso d’assalto la nostra casa ed hanno effettuato una incursione, seguendo due mandati di perquisizione. I poliziotti utilizzato una smerigliatrice angolare per abbattere le porte, tutte le stanze della casa sono state invase e tutti gli occupanti sono stati detenuti per 6 ore.

Sorprendentemente, questa volta si sono trattenuti dal saccheggiare completamente la casa. Una stanza è stata perquisita in relazione ad un’azione di solidarietà con le rivolte in Turchia (un’accusa di tentato omicidio) ed un’altra stanza è stata perquisita in relazione agli attacchi contro lo sfruttamento, la schiavitù salariale e la mania per il lavoro (un’accusa per incendio doloso di un centro di lavoro).

Uno degli imputati è stato costretto a dare il suo DNA. I poliziotti sono stati lì ad annusare in giro un sacco, per conto proprio, ma anche mettendo al lavoro i cani addestrati a fiutare esplosivi e materiali infiammabili. Inoltre, hanno occupato il nostro tetto con un elicottero e con unità di forze speciali (SEK).

Allo stesso tempo, del raid contro la nostra casa, stavano attaccando e perquisendo altri progetti, comunità di vita, e degli appartamenti di compagni. Intorno alle 12:30 i poliziotti sono scomparsi dalla nostra casa di nuovo, ma non prima di riparare le nostre porte con una quantità incredibile di sforzo (e non nel più intelligente o efficiente di modi). Prima di lasciare la nostra casa hanno preso un mucchio di vecchi rifiuti dal nostro attico con l’x-box della casa (il quale chiediamo indietro) – forse stavano cercando di impedirci, durante innumerevoli notti, di distruggere la città con il Grand Theft Auto.

Scherzi a parte, siamo davvero incazzati, vi odiamo, e nessuno di voi è benvenuto! Vediamo questo non come un attacco solo ai nostri progetti, e non dovuto esclusivamente al nostro rifiuto a tutto questo marcio sistema di merda, ma anche come un attacco a tutta la vita autonoma, autogestita e collettiva che è l’antitesi dell’alienazione e dell’isolamento del capitalismo.

Alle 20:00 ci sarà una manifestazione spontanea da Spreewaldplatz tramite X-berg.

Questa manifestazione non sarà legalizzata!
Ci saremo il 14/08/2014 – Vi ricorderete! A.C.A.B!

in inglese

Grecia: Riguardo lo sgombero delle occupazioni nella città di Patrasso, 05/08/2013

Nell’alba di Lunedì, 5 Agosto, alle 06:30, si è effettuata a Patrasso una vasta operazione di polizia con l’obiettivo di evacuare lo spazio autogestito occupato “Spazio TEI – N.Gyzi”, l’occupazione “Maragopouleio” e la storica “Occupazione Parartima“. All’interno di un clima di polizia e di repressione assoluta, con l’arresto da parte dei poliziotti di cinque compagni che si trovavano in quel momento a Maragkopouleio e con la detenzione di molti altri in solidarietà all’esterno dell’edificio, ma anche da altre parti della città, lo Stato ha fatto un’altra prova di forza e di “pugno democratico” come conseguenza della sua mossa di pochi mesi fà contro le occupazioni e i luoghi di lotta in tutto il territorio greco.

Di fronte all’assalto della sovranità a coloro che scelgono di combattere e di definire se stessi la loro vita, quello che abbiamo da contrapporre è la solidarietà e la nostra lotta sociale e di classe quotidiana e multiforme. Le occupazioni, come parte integrante di questa lotta, non costituiscono per noi delle isole di libertà utopiche ma bensì dei focolai di rottura e di resistenza, delle basi di affinità nella nostra guerra contro lo Stato e il Capitale, contro ogni genere di oppressori. Le occupazioni non sono delle mura, per essere prese d’assedio e spegnersi. Come parte della nostra lotta, sono le stesse persone che le costituiscono, le fanno diventare spazi vivi di creazione, di espressione, di solidarietà e di resistenza. Finché queste persone non smetteranno di combattere, gli attacchi contro le occupazioni non riusciranno di far altro che infuriarci e di raggrupparci ulteriormente. Gli edifici possono essere evacuati e sigillati, ma le idee restano salde e forti nel tempo. Se abbiamo qualcosa da dire ai padroni di questa grottesca operazione è che non abbiamo paura, non ci terroriziamo e continueremo ad essere qui.

SOLIDARIETÀ A TUTTI I PERSEGUITATI DELLE OCCUPAZIONI

NON CI SPAVENTANO – CI INFURIANO

Anarchici/e, Solidali/e

Grecia: Invasione della polizia a tre spazi occupati nella città portuale di Patrasso

Il 5 Agosto 2013, alle 06:30 circa, poliziotti in divisa e in borghese hanno fatto irruzione e sfrattato tre spazi occupati a Patrasso, in particolare l’occupazione PARARTIMA all’angolo di Via Corinthou ed Aratou, l’occupazione Maragopouleio sulla Via Gounari, e lo spazio autogestito all’interno dell’Istituto dell’Educazione Tecnologica (TEI) di Patrasso. Tutti e tre gli spazi occupati sono stati sfrattati e sigillati dalla polizia.

Le forze repressive, aiutate dalle autorità comunali, hanno confiscato vari materiali dai centri sociali, e anche sigillato l’ingresso dell’occupazione PARARTIMA con mattoni.

Un totale di 16 compagni sono stati detenuti: 5 occupanti che hanno resistito all’invasione dal tetto dell’occupazione Maragopouleio, così come 11 solidali che hanno cercato di avvicinarsi alla casa occupata, mentre lo sgombero era in corso. Poco dopo, i 11 solidali sono stati rilasciati, ma i 5 occupanti di Maragopouleio affrontano accuse e sono stati tenuti in custodia presso il quartier generale della polizia sulla Via Ermou, dove i compagni hanno tenuto un raduno di solidarietà prima al mattino. Inoltre, a mezzogiorno, un raduno di contro-informazione abbia avuto luogo presso la Piazza Olgas.

Più tardi i 5 arrestati sono apparsi davanti al pubblico ministero e sono stati tutti rilasciati, con l’obbligo di comparire in tribunale il 6 Agosto. [Aggiornamento: Il processo contro i cinque compagni è stato rinviato al 13 Agosto.]

Ulteriori aggiornamenti appena disponibili.

Buenos Aires, Argentina: Un compagno colpito da arma da fuoco resistendo allo sgombero di Sala Alberdi

Nel corso degli scontri avvenuti all’alba di mercoledì 13 marzo, durante la resistenza allo sgombero della Sala Alberdi, un compagno della Biblioteca Los Libros de la Esquina è stato ferito alla gamba con un’arma da fuoco. La palla di piombo di 9mm è entrata e uscita dalla sua gamba sinistra (vicino all’inguine), lasciando una scheggia all’interno che è stata poi rimossa una volta entrato in ospedale. Non abbiamo il minimo dubbio che siano stati poliziotti della Metropolitana (in uniforme o meno) che hanno sparato sui/le compagnx che resistevano, lasciando tre feriti da palle di piombo, più di trenta da pallottole di gomma, oltre ai/le feriti per colpa dei gas e delle botte, e vari/e detenutx.

Vogliamo comunicare ai/le compagnx che dalla Biblioteca abbiamo deciso di non accompagnare il processo legale di denuncia che aprirebbe un’investigazione sui fatti avvenuti la notte del 12 e l’alba del 13 marzo. Abbiamo deciso questo da una posizione collettiva, per decisione stessa del compagno ferito che ritiene che, se anche è toccato a lui, poteva capitare a chiunque si trovasse lì in quel momento di risultare ferito/a o morto/a.

Siamo arrivatx a questa decisione perchè riteniamo che è diverso accusare e difendersi da un’accusa, caso in cui sono loro che ci pongono nella situazione di difenderci per mezzo dei loro strumenti legali (benchè esista sempre la possibilità di non riconoscere loro alcuna autorità di decidere per noi, ed evidenziare che lo fanno solo attraverso la forza e la violenza delle loro istituzioni).

Dalla nostra visione della lotta, se ci obbligano a entrare nei tribunali scegliamo che sia come accusatx, come imputati, come nemicx; non come denunciantx, come esseri indifesi di fronte alla loro presunta onnipotenza. Non ci siederemo nelle stesse aule in cui si condannano (alla tortura della reclusione e la morte nell’oblio dietro le mura) i/le poveri/e, i/le lottatori/trici, i/le ribelli e i/le sfruttati/e, né reclameremo che il sistema giudiziale risolva le loro contraddizioni. Preferiamo renderle visibili attraverso la propaganda, l’agitazione e la lotta in accordo con le nostre possibilità senza situarci all’interno della loro legalità. Non vogliamo né rispettiamo diritti o leggi al di sopra di noi. Scommettiamo sulle nostre forze e quelle dei/le nostri/e compagnx, e quelle di tutti/e coloro che riconosciamo parte della nostra stessa lotta.

Vogliamo eliminare dalla nostra mente e dalla nostra pratica la nozione di castigo, e scorgere una giustizia che non ha nulla a che vedere con leggi, poliziotti, giudici, procuratori o carceri, e la mentalità e le relazioni che questi generano.

In nessun modo sminuiamo né disprezziamo la lotta che portano avanti i/le compagni/e che appoggiano e solidarizzano nel terreno legale con le persone e compagnx repressx, torturatx, assassinatx, incarceratx o perseguitx dallo Stato e dalle sue istituzioni. La loro costanza e fermezza contro la repressione inerente a qualunque Stato e Governo sono un esempio di lotta, semplicemente, scegliamo di affrontare questa situazione a partire dalle nostre possibilità e in coerenza con la nostra visione e i nostri valori, comprendendo ciò che questo significa.

Non vogliamo che alcun poliziotto o responsabile politico finisca dietro le sbarre.
Vogliamo che le carceri, la polizia, i tribunali e i giudici; lo Stato, il Capitale e tutti quelli che servono al loro dominio, smettano di esistere; per questo scommettiamo sull’autonomia, affermando la libertà, negando l’autorità.

Biblioteca Los Libros de la Esquina

fonte

Salonicco: Nuovo processo contro sei compagni dell’occupazione Delta, che è stata sgombrata a Settembre del 2012

L’occupazione Delta, a Salonicco, è stata violentemente sgombrata il 12 Settembre 2012. Nel processo-farsa che segui, dieci compagni arrestati hanno ricevuto delle pene con delle sospensioni condizionali e costretti a pagare delle multe (7.950 € in totale). Uno degli arrestati, l’anarchico immigrato Gustavo Quiroga, è rimasto in carcere ed è stato di seguito deportato in Colombia il 4 Novembre. Nello stesso mese, lo Stato Greco ha scatenato una nuova serie di processi contro 6 dagli anarchici che sono stati arrestati durante lo sgombero. I 6 compagni sono ora accusati di disturbo della quiete domestica (dal 2008), come pure per danni aggravati sulla costruzione dell’occupazione Delta. E per di più, l’Istituto dell’Istruzione Tecnologica di Salonicco “Alexandreio”, che rivendica la proprietà giuridica del palazzo sfrattato, mentre lo lascia marcire, attraverso il suo consiglio di amministrazione chiede un risarcimento di 3,5 milioni di euro per presunti danni causati dagli occupanti.

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Sul manifesto si legge:

L’8 Aprile 2013, sei degli arrestati dell’occupazione Delta sono chiamati di fronte al tribunale di Salonicco, accusati di occupazione e di una somma di 3.500,000 euro per danni aggravati.

Sono accusati da coloro che contano le nostre vite in soldi e le stanno svendendo al capitale nazionale ed estero.

Sono accusati a causa delle loro scelte politiche. Si trovano ad affrontare accuse perché si sono opposti alle autorità e ai loro seguaci creando strutture di solidarietà e di contro-attacco, che mirano ad una società di uguaglianza basata sulla solidarietà, l’anti-gerarchia e sulla vita comunale.

L’edificio è stato mantenuto dagli stessi occupanti e consegnato alla società con le suddette caratteristiche politiche. Ora, dopo il suo sequestro da parte dell’istituto di istruzione tecnologica locale, l’edificio è stato distrutto a causa di abbandono in un periodo in cui le occupazioni e i nostri progetti sono più importanti che mai.

Nessuna prosecuzione contro qualsiasi degli arrestati dell’occupazione Delta! Tutto continua.

Raduno di solidarietà, Lunedì, 8/4, alle 9:00 al tribunale di Salonicco

Occupazione Delta

Atene: Raid della polizia nell’occupazione di Lelas Karagianni

Sullo striscione in alto si legge: "IL FASCISMO NON PASSERÀ". NO PASARÁN!" e sull'altro in basso: "24 ANNI OCCUPAZIONE LK37"
Sullo striscione in alto si legge: “IL FASCISMO NON PASSERÀ”. NO PASARÁN!” e sull’altro in basso: “24 ANNI OCCUPAZIONE LK37”

Il 15 Gennaio, alle ore 12:00 circa, i poliziotti hanno fatto irruzione all’occupazione anarchica più vecchia della Grecia, Lelas Karagianni 37. Solidali e vicini del quartiere sono riuniti a Piazza Amerikis e poi fuori dall’occupazione, cercando di evitare lo sfratto. Ci sono stati alcuni compagni sul tetto dell’edificio, che sono stati catturati dalla polizia.

Poco dopo, sempre più persone sono state radunate vicino all’occupazione sfrattata. Un raduno è stato chiamato per le 15.00 al di fuori del quartier generale della polizia (GADA) del Viale Alexandras in solidarietà con i 14 occupanti che sono stati arrestati dall’interno dell’occupazione di Lelas Karagianni, e una discussione è stato annunciata per le 19.00 nell’Università del Politecnico di Atene (ingresso da Via Stournari).

Tutti i compagni arrestati sono stati rilasciati circa alle 17.00, i poliziotti hanno lasciato il posto e l’occupazione, e Lelas Karagianni 37 è stata rioccupata!

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Genova, Italia: Dopo lo sgombero di Giustiniani 19

giustiniani 19Liberarci tutti!

Mercoledì 12 dicembre 11 compagni hanno ricevuto la notifica di una serie di misure cautelari (4 arresti domiciliari, 7 obblighi di firma giornalieri), nominalmente per atti compiuti durante lo sgombero di Giustiniani 19 avvenuto il 7 agosto. Le misure vengono date non in quanto “sanzione” dei reati commessi, ma come “prevenzione” di reati ancora da compiere: si tratta infatti di misure cautelari preventive, disposte per impedire la reiterazione del reato e per “sorvegliare e punire” coloro che dimostrano di avere un comportamento che non può essere “corretto” altrimenti.

Diciamo “nominalmente” perchè, da una parte, gli atti di cui si parla, gli atti per cui si sottrae la libertà alle persone e si sottraggono le persone ai propri compagni sono… cosa? Si parla di sputi, cori, insulti… addirittura il lancio di pericolose bottigliette d’acqua! Atti criminosi della peggior specie, che rivelano quello che sembra essere il delitto più efferato di tutti: resistere. Resistere allo sgombero, resistere alla polizia, alla violenza dello Stato. Un altro reato ignominioso si profila: ribellarsi, esprimere la propria rabbia e la propria determinazione.

Ma nell’Italia del 2012, in questo terreno che vorrebbero pacificare e sedare, quando prendon vita i semi del dissenso bisogna diserbare: sradicare le persone dalla loro vita e dalle loro pratiche. Dalle loro passioni e dai loro affetti.

Diciamo “nominalmente” anche perchè queste accuse non sono che un chiaro pretesto che maschera, e neanche tanto bene, la realtà che si nasconde dietro questa mossa repressiva. Una realtà espressa senza mezzi termini dalla notifica stessa, che elenca nei minimi particolari i “curricula” delle persone incriminate, tracciando un minuzioso profilo psicologico di quei soggetti che rappresenterebbero una minaccia per il quieto vivere della società.

Digos, questura e magistratura si sono unite di buon grado per questa manovra epuratrice, per questa eugenetica del conflitto: eliminare i devianti, storpiare le lotte, cercare di riuscire finalmente a far tacere le voci dissonanti. Poco importa che l’intera manovra sia stata costruita ad arte, sproporzionata rispetto alle misure cautelari imposte. Quel che conta è colpire e disgregare le realtà che si stanno muovendo nelle varie situazioni di conflitto: occupazioni, Terzo Valico, NoTav, contro tutte le situazioni di oppressione che quotidianamente ci troviamo davanti.

Viviamo in un mondo dove regna il capitale, dove chi non ha non è, dove la scelta è fra morire di fame e morire di lavoro: e chi dice di no, chi si ribella, chi cerca di costruire momenti liberi dalle relazioni quotidiane di sopraffazione che subiamo tutti giorni viene allora colpito drasticamente. Il messaggio è chiaro: accettare la dose di merda giornaliera o subire la punizione. Punizione che viene con grazioso eufemismo chiamata “misura afflittiva”, l'”afflizione” costituendo nella limitazione, più o meno “blanda” (come dicono loro) della libertà. Ma questa libertà non ci viene tutti i giorni negata, limitata… afflitta? Non è questa misura la conferma palese ed esplicita della realtà in cui viviamo, della società carceraria che ci circonda, dove ognuno è rinchiuso nel suo piccolo recinto fatto di lavoro alienante (chi ce l’ha), di affitti da pagare, di lotta per la sopravvivenza…? Noi non vogliamo lottare per sopravvivere, vogliamo lottare per vivere.

Quello che qui si vorrebbe far passare è una spoliazione del valore ideale e materiale del nostro agire: come se la nostra, presunta o meno, commissione di reati si avvicini alla patologia, visto che si giustifica la misura sostenendo che “gli indagati non sono in grado di trattenersi dal delinquere”.

Il problema è che se delinquere è resistere ad uno sgombero (peraltro davvero poco efficacemente), resistere o reagire alla violenza poliziesca, dire “assassini” e “servi” a degli assassini e dei servi, cacciare razzisti e fascisti di varia sorta dai luoghi in cui abitiamo, occupare case per vivere e sottrarsi alla rapina dell’affitto e spazi per incontrarsi e autorganizzarsi, se delinquere é solidarizzare con altri compagni detenuti o con gli immigrati reclusi, bloccare il traffico o le stazioni quando lo Stato occupa militarmente un’intera valle col proposito di violentarla, bloccare fisicamente l’arroganza di chi vuole espropriare case e terreni per opere devastanti….se tutto questo significa delinquere, se resistere significa essere criminali, diciamo chiaramente che i “moniti” punitivi e pseudoeducativi della Procura non serviranno a nulla.

Diciamo chiaramente che continueremo a resistere ma anche che di fronte alla situazione sociale che viviamo, resistere non basta più. Occorre imparare a difendersi e praticare la solidarietà. Occorre immaginare come costruire momenti di rottura e percorsi di liberazione, condividerli, estenderli, generalizzarli. Percorsi dove tutti ed ognuno, in autonomia e libertà, possano trovare il proprio spazio e dare il proprio contributo. Occorre combattere.
Che nessuno si trattenga.

Solidarietà a tutti gli inquisiti.
Libertà per Francesco.
Libertà per Sofia, Enrico, Mattia, Christian.

compagne e compagni solidali

È stato celebrato un presidio solidale lo scorso mercoledì (19 dicembre) in piazza San Lorenzo, Genova