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Atene: Striscione in solidarietà con Lisa, imprigionata a Colonia, Germania

Ricevuto il 21 dicembre 2017

Striscione esposto al Politecnico in solidarietà con Lisa, accusata di rapina in Germania.

Oggi 21 dicembre nel contesto dell’appello internazionale in solidarietà con la compagna Lisa accusata di rapina ad Aachen, Germania, abbiamo deciso di esporre uno striscione al Politecnico, a Exarchia, Atene.

Lo scorso 7 giugno il giudice e la pubblica accusa di Aachen l’hanno condannata a 7 anni e 6 mesi di prigione. Ora aspetta l’appello richiesto dai suoi avvocati. Se viene accettato dalla corte significa che dovrà subire un secondo processo.

Il fatto che la nostra compagna sia in prigione ci rende ancora più furios*, ma sappiamo che ogni vendetta dello stato ci rende più forti ogni giorno e rafforza le nostre idee.

Continueremo a lottare, a ricordare tutt* i/le nostr* compagn* in prigione. Nelle nostre teste è ben chiaro ci sono i nostri nemici. La nostra decisione è questa, di combattere lo stato, la polizia, i giudici, la procura e tutt* coloro che fanno parte del sistema che rende miserabile la vita delle persone. Non ci fermeremo, si tratta della nostra vita, si tratta della nostra lotta!

Si tratta di un piccolo gesto di solidarietà con la compagna, ma anche una rivendicazione a continuare la lotta all’interno della prigione e nelle strade. Non lasceremo nessun* compagn* sol* nelle mani dello stato.

Finché tutt* saranno liber*, forza, fuoco, amore e lotta!
La vogliamo libera, la vogliamo in strada!
Per l’anarchia!

Per scrivere a Lisa:
Lisa, nº 2893/16/
Justizvollzuganstanlt (JVA) Köln
Rochusstrasse 350
50827 Köln (Germania)

in inglese, portoghese

Giornata in solidarietà con la compagna anarchica imprigionata nel carcere di Colonia

Rendiamo pubblico un appello per il 21 dicembre e i giorni a seguire per lasciare briglia sciolta all’immaginazione ed esprimere solidarietà nelle sue multeplici forme, dimostrando una volta ancora che le nostre compagne prigioniere non sono sole!
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Ricevere una condanna non significa solo che la persona detenuta è in balia dell’istituzione carceraria. Il sistema giuridico e di polizia dello Stato contitua indagando, osservando, analizzando, e decidendo il destino della prigioniera.

Sono infinite le maniere con cui la giustizia sa dimostrare che rimangono dei conti in sospeso, soprattutto quando la detenuta non si è piegata chiedendo clemenza durante il processo o non si è auto-umiliata in un gesto che il nemico possa leggere come riconciliazione. Il rifiuto a collaborare con gli organi di polizia viene considerato come prova di colpevolezza e può facilmente servire
per mantenere l’indagine aperta a tempo indeterminato. Il silenzio e la dignità davanti ai boia e le loro accuse vengono considerate come occultamento delle prove e possono generare nuovi procedimenti.

Oltretutto, il fatto di essere socializzata come donna e non comportarsi come la società considera “adeguato” genera un immaginario di donna dura, tosta, e per tanto irrecuperabile nel mito della reinserzione.
Il fatto di continuare anche dal carcere a esprimere le proprie convizioni e idee politiche, senza negare la propria natura, viene considerato come una mancanza di pentimento e una ragione per la quale la pena del carcere non è sufficiente.

Quando l’arsenale giuridico sfocia in una “ragionevole” condanna, quindi abbastanza lunga per compiacere l’accusa, e l’etica della detenuta si mantiene integra, la Giustizia non esita ad attaccare i vincoli familiari, sentimentali e di amicizia con il mondo esterno. Oltre al cemento, le sbarre, le luci artificiali e le videocamere di vigilanza, che asfissiano la vita oltre a romperla, si aggiungono le montagne di scartoffie che servono per raggiungere il semplice contatto umano con la gente cara. Domandine, permessi, autorizzazioni, proroghe, che mettono a dura prova la volontà di non sentirsi annientata.

Lo scorso 7 giugno, Lisa, la nostra compagna, è stata condannata dal tribunale tedesco di Aquisgrana (Aachen) a 7 anni e mezzo di reclusione per una rapina in banca. Attualmente stiamo aspettando di conoscere l’esito del ricorso presentato dagli avvocati che, in caso venisse accettato, supporrebbe la revisione della sentenza e l’inizio di un nuovo processo. Per questo la compagna si trova ancora in carcere preventivo a Colonia.

Agli inizi di novembre, dopo una malattia durata vari mesi, sua madre è venuta a mancare.
Durante questo periodo di tempo, sia la PM che il giudice le hanno sempre negato la possibilità di andarla a trovare all’ospedale, allegando un “rischio di fuga” fino a negarle di poter assistere al funerale.

Aldilà delle motivazioni giuridiche del nemico, il meccanismo è insidioso. Come in molti altri casi, dove la sete di vendetta della Giustizia non si placa con una semplice, per quanto lunga, condanna, il nemico, per poterla annichilare, rimane attento ad ogni possibile debolezza della prigioniera.
È chiaro che si tratta di una misura puramente vendicativa come risposta alla fermezza e all’atteggiamento non collaborazionista della compagna.
Un ulteriore castigo pensato per aggravare la già dura condanna alla reclusione, un tentativo in più di piegarla, questa volta puntando alla sua vita privata e alla sfera personale. Una logica per nulla nuova di ricatto giuridico con l’obbiettivo di minare la sua coerenza e le sue convinzioni politiche.
Cercano di costruire muri ancora più alti, non solo di cemento ed acciaio ma anche di solitudine ed isolamento.

Sono questi muri che vogliamo distruggere.
Con amore, rabbia e solidarietà alla nostra compagna.
Con odio al nemico.
Non dimentichiamo. Non perdoniamo.

Libertà per Lisa. Libertà per tuttx.

Alcune compagne anarchiche

Berlino: Vetri rotti a Bildungswerk (ente di formazione) Kreuzberg (BWK) e SPD

3 ottobre 2017

Grazie ad uno degli opuscoli “radikal & bewegungslos” (radicale e immobile) ci siamo accorti del Bildungswerk Kreuzberg. Tra i tumulti purtroppo raramente di militanza di massa come per l’apertura della BCE e il G20 è opportuno identificare e attaccare le piccole ruote della macchina repressiva. Il BWK ha una funzione che essx stessx chiamano integrazione – per noi è lotta controinsurrezionale.

Nihat Sorgeç è manager industriale e amministratore del BWK, guarda caso portatore della medaglia federale ai meriti. Il suo BWK pesca lx giovani nell’ambiente del cosiddetto “ceto inferiore migrante e lontano dalla formazione” che, basta che quadra la grana, sono dispostx a tutto. BWK da loro una formazione come guardie carcerarie e sbirri e chi non passa gli esami d’ammissione finisce nell’industria della sicurezza privata. Come funziona e l’approccio strategico della formazione di manovalanza repressiva sono spiegati nello stesso opuscolo.

Come espressione della nostra solidarietà attiva con lx prigionierx del G20 ad Amburgo, come saluto a Lisa nella prigione di Colonia per presunta rapina in banca, come saluto a Nero nella prigione di Moabit per presunto accecamento di un elicottero degli sbirri e per tuttx lx prigionierx della guerra sociale, il  3 ottobre in Trautenaustraße abbiamo spaccato i vetri alla filiale del BWK e già che c’eravamo anche agli uffici SPD di fronte.

Questo attacco s’intende come piccolo contributo alle giornate anti-galera dal 6 all’8 ottobre a Berlino. Con questo seguiamo una linea che già attuava azioni contro le iniziative di reclutamento degli sbirri nei jobpoint di diversi circondari, il 27ottobre 2016 a Neukölln e il 10 gennaio 2017 a Charlottenburg.

Naturalmente l’ente attaccata non fermerà subito i suoi programmi, ma se siamo dispostx in situazioni ad altissimo rischio negli scontri sotto gli occhi degli sbirri in borghese e delle loro telecamere a lanciare pietre agli sbirri, coerentemente dobbiamo sabotare come minimo il loro rifornimento.

Nessunx è costrettx a diventare guardia carceraria o sbirrx!
Lotta all’infamia e alla bassa manovalanza repressiva!

Kaos Westberlin

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Exarchia: Striscioni in solidarietà con il CSO Kike Mur, i/le ribelli del G20 e Lisa

Nella mattinata di martedì 11 luglio 2017, gli/le abitanti dello squat Themistokleous 58, insieme a dei/lle compagn* affini, hanno appeso a Exarchia degli striscioni in solidarietà internazionalista a proposito di tre casi diversi.

Abbiamo le chiavi di tutte le porte… Solidarietà con il CSO Kike Mur a Saragozza, Spagna

Da uno dei balconi del 58 abbiamo esposto uno striscione in sostegno al centro sociale occupato Kike Mur a Saragossa (Spagna), minacciato di sgombero dalle autorità locali. L’edificio (un’ex prigione) è occupato da sette anni, e ha dato vita a una moltitudine di attività ed espressioni di solidarietà anarchica, come per esempio uno striscione nel contesto della campagna internazionale del 2013 Febbraio Nero.

Solidarietà con i rivoltosi del G20

Sulla cancellata dell’ex scuola di Chimica abbiamo esposto uno striscione in sostegno a chi si è scontrato con le forze della repressione nelle strade di Amburgo contro il summit dei leaders dei 20 stati più potenti del pianeta. È il momento di spargere la voce che gli/le ostaggi del G20 hanno bisogno del nostro sostegno.

Attacca/Deruba le banche! Libertà per Lisa, anarchica detenuta in Germania

Un altro striscione è stato messo sull’edificio Gini al Politecnico in solidarietà con Lisa, un’anarchica recentemente condannata a 7 anni e mezzo di prigione per una rapina ad Aachen (Germania) nel 2014.

Nessun prigioniero nelle mani del Potere: Assaltiamo lo Stato/Capitale e la dominazione!

Squat Themistokleous 58
e compagn* affini

in greco, inglese, portoghese, spagnolo, tedesco