Category Archives: Carcere-Reclusione

Foresta di Hambach: Jazzy e Winter rilasciati

fonte: ABC Rhineland

Martedì 2 ottobre 2018, Jazzy e Winter sono stat* rilasciat* dopo l’udienza.

Entramb* sono rimast* più di due settimane in preventiva. Ora  il tribunale distrettuale di Düren ha deciso di non continuare ad applicare gli ordini restrittivi.
Sono entramb* liber*, e le loro identità restano sconosciute alle autorità!

Ma ci sono ancora tre “Hambi” in prigione: UPIII, Andrea (UP 20) ed Eule. Ogni prigionier* ha bisogno del nostro sostegno! Scrivete una mail all’indirizzo abc-rhineland@riseup.net e la stamperanno e gliela faranno arrivare.

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[USA] Fire Ant: Solidarietà con i/le prigionier* anarchic* #1

Fire Ant è una nuova pubblicazione il cui scopo è diffondere le parole dei/lle prigionier* anarchic* e creare solidarietà materiale per i/le nostr* amic* incarcerat*. Iniziata come collaborazione tra prigionier* anarchic* e anarchic* del Maine, Fire Ant cerca di raccogliere aiuti materiali per i/le prigionier* anarchic* e incoraggiare la comunicazione tra anarchic* da entrambi i lati dei muri.
Il numero #1 contiene scritti di Michael Kimble, Jennifer Gann, Eric King, e Sean Swain, e anche un testo in solidarietà a Marius Mason.

Se volete sostenere Fire Ant e ampliare gli sforzi di solidarietà con i/le prigionier* anarchic*, stampate e distribuite questa pubblicazione o fate una donazione al Fondo di Guerra dei/lle prigionier* anarchic* della Croce Nera Anarchica di Bloomington.

Potete contattare il collettivo The Fire Ant a questo indirizzo:

Fire Ant
PO Box 164
Harmony, ME 04942

PDF (in inglese) per lettura

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[Oaxaca] Miguel Peralta : Dichiarazione solidale con i/le prigionier* anarchic* di lunga durata

11 juin : Giornata internazionale di solidarietà con tutt* i/le prigionier* anarchic* di lunga durata

Dichiarazione solidale di Miguel Peralta Betanzos (Prigioniero dell’Assemblea Comunitaria di Eloxochitlán di Flores Magón, Oaxaca, Messico)

Saluti a tutt* i/le compas che permettono di trasmettere queste parole sincere.

Non è per niente facile accennare a queste due parole, LUNGA PENA, quando sappiamo già che i loro sistemi di giustizia e penitenziario non servono a nulla; il sistema giudiziario e le persone pericolose che nascondono il viso dietro la bilancia, avidi di carne da rinchiudere, prendono tempo e fabbricano espedienti polverosi per la giustizia, basandosi ogni volta su criteri personali, morali e su comando, per condannare i/le compagn* che sono in lotta contro l’ordine costituito.

Allo stesso modo, è abbastanza complicato assimilare il tempo quando ci si trova in isolamento, e non possiamo soltanto smettere di vivere guardando i giorni, i mesi, gli anni scorrere sul calendario, e sopportare l’umiliazione, combattere le paure generate dalla prigione, le malattie che contraiamo col passare dei giorni, e cercare alternative, improvvisare la resistenza per non ritrovarsi a farsi mettere«i piedi in testa» tutti i giorni, anche questo è un compito difficile.

La risposta a quello che ci viene imposto potrebbe essere una maggiore resistenza, una lunga lotta, anche se a volte non abbiamo più forze. Credo che il nostro spirito resisterà e resterà combattivo, comme battono i nostri cuori rabbiosi, desiderosi di camminare, liberi! Un giorno riusciremo a strappar loro le notti e giorni che ci hanno rubato, compañer@s.

I/Le prigionier* in strada!
Abbasso i muri di tutte le prigioni!

San Juan Bautista Cuicatlan, Oaxaca

Traduzione dell’Audio di Miguel, qui in spagnolo.

Miguel Ángel Peralta Betanzos è un giovane indigeno mazateco, anarchico e membro dell’Assemblea Comunitaria di Eloxochitlán di Flores Magón, Oaxaca. Giovedì 30 aprile 2015, verso le 17h30, Miguel Ángel Peralta Betanzos è stato arrestato nel centro di Messico.

Eloxochitlán di Flores Magón è la culla dell’anarchico messicano Ricardo Flores Magón. Si tratta di un comune di circa cinquemila abitanti che si trova nella regione chiamata Cañada, nello stato d’Oaxaca. Come i due terzi dei comuni dello stato d’Oaxaca, è gestita dal sistemi di usi e costumi o sistema normativo delle comunità indigene. A differenza di altri comuni dello stato d’Oaxaca, a Eloxochitlán anche le donne partecipano al processo decisionale.

[Messico] Fernando Barcenas rilasciato!

Fernando è uscito dal carcere l’ 11giugno 2018 verso le 21h. Una volta fuori ha bruciato l’uniforme beige che ha dovuto portare per quattro anni e mezzo

Lunedì 11 giugno 2018, il compagno anarchico Fernando Barcenas Castillo è uscito di prigione.

Arrestato il 13 dicembre 2013, durante le proteste contro l’aumento del prezzo dei biglietti del metrò, Fer era stato accusato di aver appiccato il fuoco all’albero di Natale della Coca-Cola, e da allora si trovava nella prigione Nord, detta ReNo, a Città del Messico.

Nel dicembre 2014 era stato condannato a 5 anni e 9 mesi di detenzione per i reati di disturbo della quiete pubblica e associazione a delinquere. Poco dopo la sua incarcerazione Fernando ha cominciato a organizzare diversi progetti: atelier di musica, di scrittura, di diffusione e informazione come delle fanzine e il giornale indipendente, anti-carcerario e di lotta: «El Canero», che vuol dire «colui che è in carcere». Si tratta di un media libero prodotto da prigionier* che si trovano dietro le sbarre di diverse prigioni della capitale messicana e di altre località

Per Fernando «Il Canero è un progetto che vuole spiegare la realtà vissuta all’interno delle prigioni e metterla in relazione con un contesto sociale più ampio, di cui siamo tutt* prigionier* a diversi livelli. Questo giornale contribuisce a diffondere la lotta anti-carceraria tessendo legami di comunicazione tra i/le prigionier* e l’esterno». Per lui si tratta «Di dimostrare che la lotta si conduce qualunque sia il luogo e con i mezzi a disposizione, senza aspettare che tutte le condizioni siano riunite».

Il primo Canero è uscito nel giugno 2014, e fino ad oggi sono stati scritti cinque numeri: col passare del tempo, il contenuto evolve. Il giornale è il risultato di numerosi riunioni di prigionier*, di scambi e riflessioni, di azioni congiunte, scioperi della fame… Lungo il suo percorso, il Canero vede nascere organizzazioni informali de prigionier* in resistenza, azioni coordinate, comunicati che denunciano la bestia penitenziaria, l’autorità e l’isolamento dentro e fuori le mura.

A partire dal mese di novembre 2017, Fernando lancia una nuova idea: organizzare una biblioteca autonoma gestita dagli stessi prigionieri, e dopo parecchi mesi di lavoro e di costruzione, la biblioteca viene inaugurata il 28 aprile 2018 col nome di Xosé Tarrío González *, e continua a crescere. Ad oggi conta numerosi documenti, tra libri, riviste e opuscoli… la biblioteca continua per la sua strada.

Per tutti questi anni Fer ha anche incoraggiato e lanciato l’organizzazione de* prigionier* in resistenza, dapprima incoraggiando la formazione del C.C.P.R (Coordinazione Combattiva dei Prigionieri in Resistenza), più tardi parteciperà alla coordinazione degli scioperi della fame, con altri prigionieri anarchici di Città del Messico. In seguito, Fer lancia e incoraggia la formazione della C.I.P.RE (Coordinazione Informale dei Prigionieri in Resistenza) come forma e spazio di organizzazione per tutt* quell* che sono stati oppress* e torturat* dal macchinario penitenziario. La CIPRE era un’organizzazione informale ormai sciolta e oggi sbiadisce non senza lasciare dietro di sé tutta un’esperienza organizzativa. Fer lancia una nuova proposizione che darà vita al collettivo di prigionieri CIMARRON, che fa riferimento al significato di «scappare, fuggire», sottrarsi alla proprietà di un padrone.

Un forte abbraccio Fer, un abrazo compañero!
Finalemente nelle strade.

Fino alla libertà totale!

*NOTA: Xosé Tarrío González è nato nel 1968 a la Coruña. A 11 anni viene rinchiuso il est enfermé dans un internat, poi en maison de redressement per ritrovarsi in prigione a 17 anni dove contrae l’AIDS. In prigione, mette in pratica l’anarchismo e la rivolta, guidando diversi tentativi di evasione, praticando una reale solidarietà tra prigionieri, lottando fermament contro la prigione e i secondini; questi suoi comportamenti gli sono costati umiliazioni, periodi in isolamento e viene torturato parecchie volte. Nel 2004 la sua salute peggiora nuovamente a causa della sua malattia e alla fine muore il 2 gennaio 2005, vittima dell’istituzione carceraria e della società che la sostiene. Xosé era uno dei prigionieri del regime speciale FIES (Ficheros de Internos de Especial Seguimiento / Casellari dei Reclusi di Trattamento Speciale) e autore del libro « Huye, hombre, huye »

[Italia]: Processo Scripta Manent – Presenza solidale in aula il 14 giugno

Chiunque dimentica i prigionieri della guerra sociale, ha dimenticato la guerra stessa!
(Parigi, 2016)

Lo Stato colpisce e continuerà a colpire gli anarchici e i rivoluzionari fintanto che questi saranno degni del loro nome.

Il processo Scripta Manent, cominciato nel giugno del 2017, riguarda 40 anni della storia del movimento anarchico, di cui siamo parte, e sta proseguendo con un ritmo serrato.

Il cardine del teorema accusatorio di questa inchiesta si basa sulla differenziazione fra anarchici “buoni” e “cattivi” e su una interpretazione strumentale, da parte dell’apparato repressivo, del dibattito interno al movimento anarchico.

Tra gli intenti di questo processo vi è anche il tentativo di annichilire la tensione verso pratiche radicali di attacco senza mediazioni contro lo Stato e il Capitale. Pratiche che stanno alla base di ogni percorso rivoluzionario e d’insurrezione.

Non rimarremo in silenzio di fronte a questo ennesimo tentativo di mettere al bando la volontà di sovvertire l’ordine costituito.

Non riconosciamo l’ormai nota strategia repressiva di differenziazione, quindi vogliamo ribadire la nostra complicità ai compagni e alle compagne prigioniere e agli indagati dell’Operazione Scripta Manent ed esprimere il nostro sostegno alle pratiche di cui sono accusati, che sono patrimonio del movimento rivoluzionario.

Presenza solidale in aula

Giovedì 14 giugno dalle ore 9,00

Aula bunker del carcere Le Vallette di Torino

[Appello internazionale] 11 Giugno – Giornata internazionale di solidarietà con Marius Mason e tutt* i/le prigionier* anarchic* di lunga durata

Negli anni, la giornata dell’11 giugno in solidarietà a Marius Mason e tutt* i/le prigionier* anarchic* di lunga durata ha sostenuto e messo in luce decine di prigionier*. Più di recente abbiamo cercato di includere più prigionier* all’esterno degli Stati Uniti per evitare di cadere nella facilità dell’americanocentrismo e per rappresentare più fedelmente la ricchezza delle lotte anarchiche e anti-autoritarie attraverso il globo. (Maggiori informazioni sul sito june11.org)

A partire da questa osservazione chiediamo quindi aiuto per tradurre e diffondere questo breve messaggio. Sappiamo che ci sono molt* prigionier* le cui storie non sono arrivate fino a noi, o con cui è stato difficile stabilire un contatto. Anche se June 11th è focalizzato sui/lle prigionier* anarchic* e di lunga durata, non si tratta di requisiti rigidi. Ci preme sostenere prigionier* anti-autoritar* di tipo e di lotte diverse. June 11th vuole che i nomi dei/lle compagn* rinchius* da diversi anni restino sulle labbra di tutt*, molto tempo dopo che alcuni di questi sono passati nel dimenticatoio a causa delle nuove lotte, le nuove emergenze e e sempre altr* amic* pres* di mira dallo stato.

Di solito usiamo come riferimento i 10 anni di pena, ma attualmente sosteniamo alcun* prigionier* condannati a 6 o 7 anni. Non facciamo questa distinzione per sminuire l’esperienza dei/lle compagn* che vengono portat* via dalle loro comunità e torturat* per un numero inferiore di anni, ma come una sorta di ammissione del fatto che dobbiamo fare di più per sostenere ed essere solidal* con chi viene rinchiuso per diversi cicli di lotta.

Se conosci dei/lle prigionier* che rientrano in questo profilo e che vorresti venissero inclus* nella giornata dell’11 giugno contattaci.
Quando è possibile, aspiriamo ad avere un dialogo con chi è solidale per informarci in modo più approfondito su come possiamo sostenerl* e conservare la loro voce nelle nostre attività.

Aiutaci a tradurre e diffondere questo messaggio il più ampiamente possibile. Aspettiamo tue notizie:  june11th@riseup.net

Vostro Comitato June 11th in lotta

in portoghese

Paesi Bassi: Capodanno. Azione di solidarietà al centro di deportazione vicino all’aeroporto di Rotterdam/L’Aia

A Capodanno una ventina di persone hanno organizzato un’azione solidale presso il centro di deportazione dell’aeroporto di Rotterdam/L’Aia.

Mentre quasi tutto il paese stava festeggiando il nuovo anno, centinaia di persone aspettavano di venire deportate solo per il fatto di non possedere il giusto pezzo di carta. La prigione accanto alla pista di decollo dell’aeroporto di Rotterdam/L’Aia è uno dei posti in cui i/le migranti aspettano la loro espulsione.

Come piccolo gesto di sostegno per le persone rinchiuse e disgusto per le prigioni e il mondo che ne ha bisogno, a mezzanotte abbiamo fatto un’azione solidale con fuochi d’artificio, rumore, slogan e striscioni.

Contro un mondo di frontiere, prigioni e autorità. Per la libertà. Per l’anarchia!

Torino: Lettera di Beppe dal carcere

Lettera scritta il 4 ottobre ricevuta il 9

Ciao a tutte e tutti.
Sono stato arrestato il 4 agosto con la misura cautelare di custodia nel carcere “Lorusso e Cotugno” di Torino insieme ad altr* 4 compagn* e due compagne con la misura cautelare di divieto di dimora dal comune di Torino e provincia per esserci frapposte all’ennesima retata nel nostro quartiere, ma già molto abbiamo detto al riguardo e non mi dilungherò oltre.

Dopo due settimane in carcere, il Tribunale della Libertà ha modificato la misura cautelare per i/le cinque arrestate alla custodia cautelare presso i domicili da noi presentati. Per quel che mi riguarda ho deciso di andare da una compagna presso il comune di Roma. Lì i controlli si sono susseguiti di giorno in giorno fino al 22 settembre; giornata nella quale, alle sette del mattino circa si sono presentati alla mia porta vari poliziotti in borghese e due volanti per notificarmi un aggravamento di pena, richiesto dai carabinieri preposti al mio controllo della caserma di La Storta per una presunta evasione effettuata in daa 31 agosto. Da quel momento (22/9) sono quindi stato tradotto al carcere di Regina Coeli.

Non cercherò certo qui, tra queste righe, di difendermi da tale accusa, ma quantomeno ne approfitterò per salutare e abbracciare col cuore le mie sorelle e i miei fratelli, compagne e compagni. Ripetendo a me stesso che, nonostante la repressione, le angherie e i soprusi ci saremo sempre l’un per l’altra. Che non smetteremo di lottare. Che ci ritroveremo ancora sulle barricate, sorridenti, determinate e a testa alta. Che per quanto possano temporaneamente o meno togliere di mezzo una/o di noi, altre ed altri saranno li a colmare il vuoto. Che non ci sarà pace né tregua per chi ci opprime e reprime.

Con rabbia e amore, vostro compagno
Beppe

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Beppe è stato trasferito il 13 al carcere delle Vallette a Torino, per scrivergli:

Giuseppe de Salvatore
Casa Circondariale Lorusso e Cutugno,
Via Maria Adelaide Aglietta, 35,
10149 Torino

[NdR: Beppe è stato accusato, con altr* compagni e compagne anarchic*, di resistenza aggravata e danneggiamenti; le accuse si riferiscono al tentativo di opporsi a una retata di polizia in un parco della zona Barriera di Torino dell’aprile 2017, quando ci fu una carica contro compagn* che cercavano di ostacolare con cori e slogan i controlli nei confronti di chi si trovava nell’area, tra cui immigrati e persone senza casa. ]

[Torino, Italia] Appello alla solidarietà internazionale per il 16 novembre – giudizio “Scripta Manent”

Il 16 novembre, alle ore 10.00, davanti all’aula bunker a Torino, si terrà la prima udienza del processo “Scripta Manent”, che avrà un lungo percorso di giudizio, e che vede imputati/e 22 compagni/e anarchici/che, di cui sette attualmente in carcere.

L’apparato repressivo dello stato accusa parte del movimento anarchico di attaccarlo con pratiche di: azione diretta distruttiva contro le sue strutture e i suoi uomini, realizzazione e diffusione di stampa anarchica e sostegno ai prigionieri ed alle prigioniere rivoluzionarie.

Il teorema del P.M. Sparagna è quello per cui le posizioni delle compagne e dei compagni indagati sono isolate e lontane dal contesto anarchico.

Il suo è un chiaro tentativo di parcellizzare e rinchiudere l’anarchismo entro determinati recinti, giudiziari ed interpretativi.

Scardiniamo il tentativo di isolare questi compagni e queste compagne e sosteniamo che le pratiche e le posizioni di cui sono accusati/e sono patrimonio di tutti gli anarchici e rivoluzionari, e riaffermiamo la nostra vicinanza e solidarietà agli imputati e alle imputate.

Facciamo un appello a partecipare al presidio di giovedì 16 novembre alle ore 10.00 di fronte all’aula bunker del carcere “Le Vallette” di Torino e rilanciamo, per quel giorno, una chiamata alla solidarietà internazionale con tutti gli anarchici, i ribelli e i rivoluzionari prigionieri; nei luoghi e secondo le modalità che ognuno/a ritiene più opportune.

in spagnolo, inglese, portoghese, tedesco

[J11] Komotini, Grecia: Solidarietà con i/le prigionier* anarchic* di lunga data – “Sean Swain è stato qui”

Lunedì 12 giugno all’ex facoltà di legge di Komotini abbiamo appeso uno striscione come piccolo segno di solidarietà con tutt* i/le prigionier* anarchic* di lunga data. Non dimentichiamo il compagno Sean Swain.

– Squat anarchico Utopia A.D.

in inglese, greco, portoghese

[Messico]: Lettera di Fernando, 20 luglio 2017

Dopo essere stato rinchiuso in una cella dela zona 7 C.O.C (Centro d’osservazione e di Classificazione), ho assistito, mercoledì 19 luglio 2017, all’audienza del Consiglio tecnico interdisciplinare, che ha deciso che non potevo tornare con i detenuti comuni a causa del conflitto scoppiato la settimana scorso, e sono quindi stato condotto nell’Unità di Massima Sicurezza (M.M.S.), e attualmente, per motivi di sicurezza, sono isolato nella zona del Panal*.

Allo stesso tempo le mie cose sono state controllate all’entrata del M.M.S. I secondini, durante la perquisizione, hanno trovato i fogli con i miei scritti e delle lettere personali tra cui si trovava un abbozzo della rivista « El Canero », che mi hanno confiscato, e da quel momento hanno adottato un atteggiamento violento, violando la privacy della mia corrispondenza personale, e finendo con una minaccia: « Puoi farti ammazzare per quello che dici» e «Falla finita col tuo giornale», facendomi sapere che scrivendo ed esprimendo le mie idee attentavo alla sicurezza dell’istituzione, ragion per cui dovevo restare in isolamento.

C’è da sottolineare che a causa del conflitto precedente non posso più dividere una cella, per proteggere la mia integrità e la mia vita. Malgrado ciò, dopo il mio trasferimento al Panal, mi hanno piazzato in una cella con 8 persone a me sconosciute e che non mi ispirano alcuna fiducia.

Per tutte queste ragioni, ritengo il Consiglio Tecnico responsabile di quello che può capitarmi, dato che si tratta ancora una volta di un pretesto ulteriore per continuare a mantenermi in condizione di confino e punizione.

– Fernando Bárcenas –

Note:

« El Canero » vuol dire «colui che è in galera». Si tratta di un media libero prodotto da prigionieri et prigioniere dietro le sbarre di diverse prigioni della capitale messicane.

* «Il Panal» – Quartiere di alta sicurezza.

Il compagno Fernando esige di venire ritrasferito nella zona 3 dov’era prima.
Attualmente Fernando Bárcenas Castillo si trova nell’Unità di Massima Sicurezza (M.M.S.) Reclusorio Preventivo Varonil Norte : Calle Jaime Nuno no. 155, Colonia Guadalupe Chalma, Cuautepec Barrio Bajo, C.P. 07210, Gustavo A. Madero, Ciudad de México.

in francese / Les trois passants, spagnolo

[G20 Amburgo]: Indirizzi degli/lle italian* arrestat* ad Amburgo

Ecco gli indirizzi dei/lle compagn* ancora in carcere in seguito al G20 di Amburgo:

RICCARDO LUPANO (09/06/1985)
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany

EMILIANO PULEO (02/02/1987)
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany

ORAZIO SCIUTO
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany

ALESSANDRO RAPISARDA
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany

MARIA ROCCO (05/02/1994)
Jva billwerder
Dweerlandweg n° 100
22113 hamburg
Germany

FABIO VETTOREL (02/12/1998)
JVA Hahnöfersand
Hinterbrack 25
21635 Jork –
Germany

[G20 Amburgo]: Lettera del compagno Riccardo dal carcere di Billwerder

“La guardia Gohlosh personifica la cattiveria più detestabile: la cattiveria messa al servizio dei grandi della Terra. Una cattiveria monetizzabile. Essa non gli apparteneva più. L’aveva venduta ad individui più competenti che ne facevano uso per asservire e mortificare tutto un popolo miserabile. Non era più padrone della propria cattiveria. Doveva guidarla e dirigerla secondo certi regolamenti la cui atrocità non variava granché.”
(Albert Cossery – Gli Uomini dimenticati da Dio – 1994)

In questo momento mi trovo detenuto nel carcere Billwerder di Amburgo. Sono stato arrestato venerdì 7 Luglio alle ore 19.30 nei pressi del Rote Flora.
Sono accusato di oltraggio allo Stato, di aver messo in pericolo la pubblica sicurezza, di aver svolto un ruolo attivo all’interno di un gruppo di quindici persone che ha fronteggiato la polizia, in particolare di aver tentato di ferire un poliziotto della Sezione Speciale di Bloomberg adibita ad effettuare arresti e recuperare reperti.

Non riconosco il dualismo “colpevole – innocente” proposto dagli apparati giuridici dello Stato.
Ciò che voglio dire a riguardo è di essere orgoglioso e felice di essere stato presente durante la sommossa di Amburgo contro il G20. La gioia di vivere in prima persona la determinazione di persone di ogni età e da tutto il mondo che ancora non hanno ceduto alla tentazione di sottomettersi alla logica del denaro e del mondo capitalista non potrà mai essere sopita da nessuna misura cautelare. In un’epoca storica in cui il capitalismo cerca di affondare il colpo definitivo e necessario al suo assestamento, in una continua oscillazione fra guerra interna (leggi speciali, chiusura delle frontiere, deportazioni) e guerra esterna (massacri indiscriminati, distruzione e avvelenamento del Pianeta Terra); la rivolta di Amburgo contro il G20 ha dimostrato ciò che è più importante per chi ha ancora a cuore la libertà: la possibilità della sua realizzazione.

L’efficienza tecnologica, fisica e tattica della polizia tedesca è stata tanto impressionante e spaventosa, quanto, di fatto, inutile a disinnescare prima e reprimere successivamente l’esigenza di svolgere contro la società mondiale, assurda e catastrofica, che i venti patetici Capi di Stato stavano lì a sfoggiare con meschinità, blindati nel cuore della città. I rassegnati e i riformisti potranno dire che, visto i rapporti di forza sviluppatisi negli ultimi decenni tra il potere e i suoi
sudditi, quello di Amburgo sia stato un ennesimo esperimento di massa per verificare la tenuta degli apparati di sicurezza internazionale. Del resto è quello che veniva detto anche dopo il G8 di Genova nel 2001.

I ribelli e i rivoluzionari, però, non fanno i conti con le dietrologie della politica, ma con i propri sentimenti e i propri progetti. In ogni caso, mi pare di poter ribadire che, se anche così fosse, questo esperimento sia fallito del tutto. Nelle strade di Amburgo ho respirato la libertà incontrollata, la solidarietà attiva, la fermezza di rifiutare un ordine mortifero imposto da pochi ricchi e altrettanti potenti sul resto dell’umanità. Non più infinite file di automobili e composte processioni che ogni giorno santificano la liturgia oppressiva ed assassina del sistema capitalista.
Non più masse indistinte costrette a piegarsi e sudare per un’anonima sopravvivenza in favore dell’arricchimento di qualche ingordo padrone. Non più migliaia di sguardi assenti diretti verso qualche asettico display che aliena e deforma le nostre esperienze di vita.

Ho visto individui alzare gli occhi al cielo per cercare di agguantarlo.
Ho visto donne e uomini dare corpo alla loro creatività e alle loro fantasie più represse.
Ho visto le energie di ciascuno impegnate a tendere una mano ad altre che non si ergono al di sopra di nessuno.
Ho visto il sudore gocciolare dalle fronti per soddisfare i propri desideri invece di quelli di qualche aguzzino. Nell’ora della rivolta nessuno resta mai veramente solo.

Un forte abbraccio a tutti i compagni e le compagne, a tutti/e i/le ribelli prigionieri/e dello Stato tedesco. Un saluto appassionato ad Anna, Marco, Valentina, Sandrone, Danilo, Nicola, Alfredo, i compagni e le compagne sotto processo per l’ Operazione “Scripta Manent” in Italia. Ai/alle rivoluzionari/e e ai/alle ribelli prigionieri/e nelle galere di tutto il mondo. Un bacio a Juan. Dove sei … dove sei … sei sempre con noi!

Finché esisto: sempre contro l’autorità! Sempre a testa alta! Viva l’internazionale anticapitalista!
Per Carlo! per Alexis! Per Rémi! Per la libertà!

Riccardo
Prigione di Billwerder, Amburgo – 20 Luglio 2017

[Dopo il G20 ad Amburgo]: Appello di solidarietà

In un momento di caccia aperta ai/lle manifestanti anti-G20 da parte dei poliziotti, i media e “il pubblico” (comprese richieste di una legge-linciaggio che circola su internet), è fondamentale ricordare chi è stat* ferit* durante le proteste contro il summit G20 ad Amburgo e le dozzine di persone che sono ancora sotto inchiesta e ingabbiate dallo stato tedesco.

Nessun riguardo per quell’ampia parte di società che, insieme alle autorità publiche e i loro media, non solo accettano lo stato securitario cui abbiamo assistito ad Amburgo, ma vuole anzi che venga rafforzato.

È il momento per i gruppi e gli individui di organizzare eventi di solidarietà, raccogliere doni, ed esprimere in ogni modo il nostro sostegno con gli/le arrestat*, per esempio scrivendo lettere non appena gli indirizzi saranno resi noti.

Agiamo in solidarietà con chi è stat* colpit* dalla repressione durante il G20, e teniamoci al corrente della loro situazione attraverso la rete di contro-informazione. Assicuriamoci che non rimangano da sol*.

Più azioni ci saranno più sarà alta la pressione sulle autorità, i media e il loro mondo. Per l’anarchia!

in inglese, tedesco, portoghese, spagnolo

Grecia: Tasos Theofilou prosciolto dalla corte di Atene

“Libertà per l’anarco-comunista Tasos Theofilou”/ Corteo di solidarietà a Salonicco, 29 giugno 2017

7 luglio 2017

Dopo cinque anni di prigione, Tasos Theofilou è stato giudicato non colpevole rispetto a tutti i capi d’accusa dalla corte d’appello di Atene. La decisione è stata presa con una maggioranza di 3-2.

in inglese

Grecia: Solidarietà col compagno Panagiotis Aspiotis

L’anarchico Panagiotis Aspiotis – attualmente incarcerato nella prigione di Korydallos – ha iniziato uno sciopero della fame mercoledì 22 marzo, per protestare contro il rifiuto della sua iscrizione all’Istituto professionale (IVT) pubblico della prigione benché ne avesse i requisiti. Qualche giorno fa, altri quattro prigionieri si sono uniti allo sciopero della fame per la stessa ragione.

Nella precedente richiesta di trasferimento, P. Aspiotis aveva invocato ragioni di studio – dato che era stato ammesso all’IVT della prigione di Korydallos – così come ragioni personali legate alla possibilità di comunicare con la sua compagna e con il figlio appena nato. Il rifiuto della sua domanda non ci coglie assolutamente di sorpresa, dato che il Ministero della Giustizia – che collabora fedelmente col pubblico ministero del Comitato carcerale, Stamatina Perimeni – ha da tempo gettato la maschera che nascondeva la loro mentalità fascista. Stavolta la ragione legalmente infondata che invocano per privare P. Aspiotis e gli altri compagni in sciopero della fame del diritto a studiare all’IVT è che i prigionieri sono registrati in prigioni diverse da quella di Korydallos. Questo gesto pregiudica l’esistenza stessa dell’IVT, visto che dei 21 richiedenti ammessi con successo ai corsi soltanto a 9 è stato dato il permesso di frequentare. Non è una coincidenza neppure il fatto che lo stesso pubblico ministero – che mostra di essere un nostalgico dei campi d’esilio di Makronissos – sia lo stesso che ha ripetutamente respinto le domande di permesseo di K. Gournas e D. Koufontinas, chiedendo loro un atto di pentimento.

Il rifiuto di queste richieste da parte dei fedeli collaboratori della coalizione di governo SYRIZA-ANEL costituisce una violazione flagrante dei diritti dei prigionieri e un tentativo di accentuare la loro marginalizzazione sociale. I loro annunci, ben pubblicizzati ma vuoti, sul miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri, come anche, più specificatamente, le disposizioni per la creazione delle “scuole della seconda-opportunità” e gli IVT (Istituti professionali), comunicate dal Ministro della giustizia (E. Fytrakis) un paio di mesi prima, si è presto rivelato una vuota promessa e l’ennesima campagna rivolta ai media per calmare i prigionieri e far tacere ogni asserzione di diritti umani.

Questo governo non è nient’altro che l’ennesimo governo che delude il pubblico, promuove e protegge gli interessi delle elite economiche, impoverisce il popolo tagliando stipendi e pensioni, dona proprietà e installazioni a uso alloggio a banche e grandi compagnie e mette in vendita i beni pubblici per soddisfare l’appetito rapace delle multinazionali. Portano avanti i piani dei loro predecessori con zelo eccessivo smantellando ogni sensibilità sociale che possono aver predicato e intensificando i progetti di oppressione.

Il caso di P. Aspiotis è una lampante manifestazione del desiderio di rivalsa, l’ipocrisia e l’autoritarismo del meccanismo di applicazione delle leggi dello stato. Nel febbraio 2016 il compagno è stato gravemente ferito dagli uomini dell’Unità dell’Antiterrorismo dopo il suo rifiuto di fornire un campione di DNA e, come conseguenza “naturale”, l’Unità dell’Antiterrorismo l’ha portato in processo il 6 aprile al tribunale di via Evelpidon [ad Atene]. Che fornire campioni di DNA raccolti forzatamente dal pubblico ministero sia stato ufficalmente, anche se solo in teoria, vietato dopo la dura e accesa lotta dei prigionieri politici che avevano cominciato uno sciopero della fame nel marzo 2015 non conta niente.

Il nostro compagno P. Aspiotis e tutti gli altri prigionieri che prendono parte a questo lungo sciopero della fame difendono il diritto umano fondamentale dell’accesso all”educazione e la loro unica arma  sono i loro corpi e la loro stessa vita. Il Ministero delle Giustizia, insieme al pubblico ministero, prendono deliberatamente tempo così che lo sciopero della fame prenda fine e le richieste dei prigionieri rimangano insoddisfatte. S. Perimeni, E. Fytrakis e il Ministro della giustizia, S. Kontonis, utililzzano la salute e la vita dei prigionieri per le loro manipolazioni sistematiche. Devono essere tenuti a rispondere per le loro vite. Il compagno P. Aspiotis non è solo! Conviene che si preparino a una reazione proportionale al risultato delle loro azioni outcome of their actions!

Solidarietà col compagno P. Aspiotis e gli altri compagni in sciopero della fame.

Esigiamo l’immediata soddisfazione della loro richiesta di studiare all’IVT della prigione di Korydallos.

Iniziativa di solidarietà a P. Aspiotis e i compagni in sciopero della fame

in inglese, tedesco, portoghese

[]17-23 aprile] Appello internazionale ad azioni decentralizzate in solidarietà con le compagne anarchiche accusate di rapina ad Aachen

Amiamo la libertà, odiamo lo stato!

Una compagna di Amsterdam è stata arrestata nel 2015 e accusata di una rapina compiuta ad Aachen nel 2013. Dopo qualche mese di prigione e diverse settimane di processo è stata prosciolta e liberata. Ci aspettiamo che l’ufficio del pubblico ministero ad Aachen faccia appello contro la sentenza.

Nell’aprile e nel giugno 2016 due compagne di Barcellona vennero arrestate e incarcerate dallo stato spagnolo, dopodiché sono state estradate in Germania dove sono rimaste in preventiva. Sono accusate di un’altra rapina, sempre ad Aachen. Non solo le due compagne sono ancora in prigione, ma da gennaio sono sotto processo. La fine del processo è provvisoriamente programmata per il 22 maggio 2017 nella città di Aachen.

Non ci sorprende che chi lotta e si batte contro la miseria di questo sistema oppressivo venga perseguitato, punito e attaccato. Non ci interessa parlare di innocenza o colpevolezza, è il linguaggio dei nostri nemici. Ci rifiutiamo di attenerci a una logica che divide gli individui rendendone più facile l’arresto, sostenendo così l’industria carcerale. Condividiamo con le compagne l’odio per un sistema giudiziario che perpetua la divisione tra chi viene catalogato come ‘buon cittadino’ e chi merita di essere punito. Odiamo tutte le infrastrutture repressive di ogni stato come odiamo i legami che hanno con la chiesa, con la sua ancor più antica tradizione di oppressione. Per noi la chiesa è un’altra parte dell’impalcatura dello stato, entrambi direttamente collegati con le banche e la perpetuazione del controllo di cui facciamo esperienza ogni giorno. La logica e le regole imposte da queste istituzioni sono ciò che le nostre compagne sono accusate di aver sfidato.

Questo processo dimostra i passi da gigante che vengono compiuti verso lo sviluppo della repressione nella nostra vita di tutti i giorni. Nuove tecnologie, lo sviluppo di nuove tecniche per ottenere il DNA, analisi biometriche, telecamere… tutti dispositivi utilizzati per studiare, analizzare e controllare; formano una struttura che costituisce parte del nemico contro cui ci posizioniamo e che vogliamo distruggere. La coordinazione tra polizia, giudici e investigatori di diversi stati è una vecchia strategia che viene rispolverata in Europa e altrove e che conduce più rapidamente e in maniera ovvia verso un capitalismo più ‘puro’ e più sottile ma allo stesso tempo più feroce.

Con le vene cariche di rabbia, forza e coraggio, ci riprendiamo gli spazi nelle strade, usciamo rafforzati dagli attacchi repressivi. Siamo al fianco delle compagne imprigionate per mostrare loro, attraverso la nostra solidarietà, la passione nel distruggere un sistema che non vogliamo e di cui non abbiamo bisogno, e che continueremo a combattere qualunque sia l’esito di questo processo.

È un appello internazionale in solidarietà con le compagne accusate di rapina ad Aachen, è un appello a rinforzare i legami tra ribelli e oppress* di ogni parte del mondo, in ogni angolo. Usiamo i nostri strumenti per sabotare, attaccare e distruggere le strutture del potere, usiamo la nostra immaginazione per continuare a mostrare il nostro odio, e utilizziamo la nostra passione per continuare a camminare, per continuare a combattere. Lanciamo un appello per la settimana dal 17 al 23 aprile!

Niente finisce, la lotta continua! Finché tutt* non saranno liber*!
Solidarietà con le compagne anarchiche accusate di rapina ad Aachen. Libere, liber* tutt*!
Per la rivolta, per l’anarchia!

Per informazioni e aggiornamenti: solidariteit.noblogs.org
solidaritatrebel.noblogs.org

Febbraio 2017, da qualche parte nel mondo.

in portoghese, spagnolo

Wrexham, Galles: HMP Berwyn sabotata durante la costruzione – La struttura della prigione è pericolante

Una settimana prima dell’inaugurazione di HMP Berwyn, è importante annunciare che la struttura di due delle torrette della prigione è pericolante a causa di un sabotaggio effettuato nel 2015.

Dopo la nostra azione del maggio 2015, in cui dei macchinari sono stati sabotati, sapevamo che cercare di attaccare regolarmente la prigione sarebbe stato impossibile, dato che stavano erigendo delle mura attorno al sito. Dopo  intense richerche, è risultato evidente che si poteva ottenere un effetto drammati con poco sforzo.

Nel luglio 2015 una forte polvere acida è stata versata negli scavi delle lastre del pianoterra di due delle torrette della prigione. Questo ha reso i due edifici strutturalmente pericolanti – prima o poi le fondamenta cederanno e con tempo gli edifici collasseranno.

Dato che la resistenza delle lastre è stata enormemente ridotta, investigazioni accurate e l’intera ricostruzione delle torrette saranno necessarie prima di cercare di ingabbiare delle persone in quegli edifici.

Dedichiamo quest’azione a ogni essere umano morto nel sistema carcerale per mano dello Stato.

Anarchwaethus

in inglese, tedesco

Vienna, Austria: Solidarietà con Thunfisch

Mandiamo i nostri saluti solidali da Vienna/Austria a Thunfisch, arrestata il 21 novembre 2016 in merito alle proteste in solidarietà al R94, il 7 luglio. Viene tenuta prigioniera dal 29 novembre nella prigione femminile JVA Lichtenberg a Berlino.

Sabato 4 febbraio ci siamo riuniti come gesto di solidarietà. Per questo abbiamo scattato una foto con uno striscione che dice «Thun libera – Ama R94 – Odio per gli sbirri»

L’azione è stata organizzata nell’ambito di un evento per i/le prigionier* anarchici. Si trattava di una serata informativa sulla repressione e un party per sostenere finanziariamente gli/le anarchici che affrontano dei processi in questo momento. Era la seconda serata di questo tipo, per la solidarietà anarchica, con il marchio «Feierabendsoli» . L’evento mirava anche a dimostrare che ci sono altre forme di azioni solidali oltre alla semplice partecipazione a un benefit party.

Abbiamo quindi approfittato di questa serata per sostenere la compagna Thunfisch.

Mandiamo forza e capacità di resistenza a lei e a tutt* i/le nostr* compagn* in prigione!

Fuoco a tutte le prigioni!
Libertà per tutt* i/le prigionier*!

freethunfisch.blackblogs.org

in inglese

Trieste: Arrestato anarchico di Udine. Presidio di solidarietà e indirizzo del compagno

Un compagno anarchico udinese da 8 mesi ai domiciliari a Trieste con le accuse di oltraggio e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, il 3 febbraio 2017, circa due settimane prima della sua liberazione, viene prelevato dalle carogne in divisa nella sua abitazione e portato nel carcere di Trieste, le motivazioni sono l’accusa di rapina e violazione del foglio di via da Udine. Per queste accuse viene condannato a un anno e nove mesi, ma per decidere con che modalità deve scontare la pena bisogna aspettare che una commissione si riunisca e prenda la sua decisione, nell’attesa che trovino il tempo di riunirsi, vale a dire tra uno, due, tre, quattro o chissà quanti mesi, nel frattempo il magistrato prende la decisione di detenere il compagno in carcere.

Alla luce di tutto ciò, sabato 11 febbraio 2017, saremo sotto il carcere di Trieste (via Coroneo) per portare la nostra solidarietà al compagno costretto agli arresti.

Per scrivergli:
Via Coroneo 26, Trieste
Casonato Alberto.

Seguiranno aggiornamenti.

Tolosa, Francia: Fuochi d’artificio di Capodanno per i/le reclus*

Nella notte che va dal 31 dicembre 2016 al 1° gennaio 2017 abbiamo voluto condividere dei fuochi d’artificio con i/le reclus* di Tolosa.

Una prima squadra ha cercato di apportare un po’ di luce nella notte delle persone sans papiers del CRA [NdT Centro di detenzione per immigrati] di Cornebarrieu: hanno tirato qualche razzo di segnalazione dalla collina.

Una seconda squadra ha reso visita ai/lle reclus* di Seysses, che hanno risposto facendo tremare le mura della loro prigione al suono delle prime detonazioni.

Una terza squadra è andata all’ospedale Marchant per esprimere solidarietà con i/le psichiatrizzat* dell’UHSA (unità ospedaliera di medicina protetta).

Per noi sarà un buon anno soltanto quando tutt* gli/le reclus* saranno fuori e che tutte le prigioni andranno a fuoco!

[Prigioni statunitensi] Sean Swain in sciopero della fame dal 26 dicembre

via SeanSwain.org (12 gennaio 2017)

Recentemente abbiamo ricevuto da parte di un suo amico la notizia che attualmente Sean è in sciopero della fame ed è stato messo in una cella speciale.

Nonostante i dettagli siano ancora vaghi, sappiamo che Sean rifiuta il cibo dal 26 dicembre 2016. Era accusato di estorsione nei confronti di un vice-direttore di prigione e un processo disciplinare era in corso quando ha cominciato lo sciopero della fame ed è stato trasferito in una cella speciale.

Sappiamo che la prigione riconosce il suo sciopero della fame e segue le procedure connesse, che includono che ogni giorno venga condotto al reparto medico dove viene pesato e vengono controllati i suoi segni vitali. Non è chiaro se cercano di negoziare con lui in qualsiasi modo.

Prendete il tempo di scrivere una lettera d’incoraggiamento a Sean:
Sean Swain #243-205
Warren CI, P.O. Box 120, 5787 State Route 63
Lebanon, Ohio 45036 [USA]

in inglese, francese, greco, portoghese, tedesco

Grecia: Lambros-Viktoras Maziotis Roupas affidato ai familiari

Striscione esposto dallo squat anarchico Utopia A.D. a Komotini, nel nord della Grecia: “Prigioniero a sei anni; l’odio cresce; feccia sbirri–giudici–media, assassini”

Oggi domenica 8 gennaio 2017, dopo un nuovo ordine del pubblico ministero, la nonna materna ha ottenuto la custodia temporanea di Lambros-Viktoras Maziotis Roupas, e la prigionia nel reparto psichiatrico (!) dell’ospedale pediatrico di Atene è infine terminata. Il bambino di 6 anni ha lasciato l’ospedale accompagnato dai parenti di primo grado.

Nel frattempo ci sono state proteste dei e delle detenut* nella prigione maschile e in quella femminile di Koridallos, nella prigione femminile di Elaionas a Tebe, e nella prigione di Trikala.

I membri di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis, Pola Roupa e Kostantina Athanasopoulou hanno interrotto lo sciopero della fame e della sete.

La corte prenderà una decisione sulla custodia definitiva del bambino entro sei mesi.

in inglese, portoghese

Atene, Grecia: Tre prigionier* di Lotta Rivoluzionaria in sciopero della fame e della sete – Lambros-Viktoras Maziotis Roupas rapito

Nelle prime ore del 5 gennaio 2017, due membri di Lotta Rivoluzionaria, la compagna Pola Roupa, latitante, e l’anarchica Konstantina Athanasopoulou sono state arrestate in uno dei quartieri della zona sud di Atene. La polizia anti-terrorismo ha assaltato il nascondiglio in cui si trovavano Pola e suo figlio di 6 anni, mentre Konstantina è stata arrestata in una casa vicina.

Separato da sua madre con la forza, Lambros-Viktoras Maziotis Roupas — figlio dei membri di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis e Pola Roupa — viene tenuto prigioniero in un ospedale pediatrico e sorvegliato dalla polizia (!), senza aver diritto di vedere i parenti più stretti e nemmeno il rappresentante legale dei genitori.

Le autorità greche, e in particolare il pubblico ministero minorile, la s.ra Nikolou, continuano a rifiutare di affidare il bambino ai parenti di primo grado di Pola Roupa.

In risposta a questo, tre membri di Lotta Rivoluzionaria — il prigioniero anarchico Nikos Maziotis, la compagna Pola Roupa, ricatturata, e la nuova arrestata Konstantina Athanasopoulou — hanno intrapreso uno sciopero della fame e della sete a partire dal 5 gennaio stesso, richiedendo che il bambino di sei anni venga immediatamente affidato alla zia e alla nonna (da parte di madre).

In una lettera aperta, Nikos Maziotis dichiara, tra le altre cose: “Nostro figlio è il figlio di due rivoluzionari, ed è fiero dei suoi genitori. Non cederemo ad alcun ricatto. Difenderemo le nostre scelte con la nostra stessa vita”.

Il 6 gennaio, durante il trasferimento delle due donne alla corte di Evelpidon, Pola ha gridato: “I vermi tengono prigioniero mio figlio a Paidon (ospedale pediatrico di Atene), sorvegliato da poliziotti armati; a sei anni è un prigioniero di guerra” e: “Lunga vita alla Rivoluzione!”. Inoltre Pola ha dichiarato: “Sono una rivoluzionaria, e non ho niente di cui scusarmi.”

Qui sotto la dichiarazione di Konstantina:
“Sono anarchica, membro dell’organizzazione rivoluzionaria armata Lotta Rivoluzionaria (Epanastatikos Agonas). Gli unici terroristi sono lo Stato e il Capitale. Rifiuto di mangiare e bere qualsiasi cosa finché il figlio dei miei compagni Pola Roupa e Nikos Maziotis non verrà consegnato ai parenti.
Konstantina Athanasopoulou”

Dentro, prigionier* anarchic* e altr* detenut* in ali diverse, maschili e femminili, della prigione di Koridallos hanno organizzato una protesta unitaria rifiutando di rientrare in cella, per esigere la fine della prigionia di Lambros-Viktoras in solidarietà con i/le prigionier* di Lotta Rivoluzionaria attualmente in sciopero della fame e della sete.

All’esterno, compagn* di diverse città in tutta la Grecia hanno effettuato varie azioni in sostegno ai/lle rivoluzionar* anarchic*, chiedendo che ai parenti di primo grado di Pola Roupa vengano immediatamente garantiti il diritto di visita e la custodia del minorenne.

Forza a Konstantina Athanasopoulou, Pola Roupa e Nikos Maziotis, membri orgogliosi di Lotta Rivoluzionaria.

Lotta Rivoluzionaria non deporrà le armi e non si arrenderà ai/lle nemic* della libertà.

in inglese, tedesco, portoghese