Tag Archives: USA

[USA] Fire Ant: Solidarietà con i/le prigionier* anarchic* #1

Fire Ant è una nuova pubblicazione il cui scopo è diffondere le parole dei/lle prigionier* anarchic* e creare solidarietà materiale per i/le nostr* amic* incarcerat*. Iniziata come collaborazione tra prigionier* anarchic* e anarchic* del Maine, Fire Ant cerca di raccogliere aiuti materiali per i/le prigionier* anarchic* e incoraggiare la comunicazione tra anarchic* da entrambi i lati dei muri.
Il numero #1 contiene scritti di Michael Kimble, Jennifer Gann, Eric King, e Sean Swain, e anche un testo in solidarietà a Marius Mason.

Se volete sostenere Fire Ant e ampliare gli sforzi di solidarietà con i/le prigionier* anarchic*, stampate e distribuite questa pubblicazione o fate una donazione al Fondo di Guerra dei/lle prigionier* anarchic* della Croce Nera Anarchica di Bloomington.

Potete contattare il collettivo The Fire Ant a questo indirizzo:

Fire Ant
PO Box 164
Harmony, ME 04942

PDF (in inglese) per lettura

in inglese, portoghese, tedesco

Philadelphia, USA: Attacco a un veicolo di cantiere in solidarietà con la ZAD e Camp White Pine

I bulldozer li vogliamo solo dopo che son stati distrutti…

Ricevuto il 14 aprile 18

Car* teppist* anarchic*, illegalist*, casseurs e difensori della natura di tutto il mondo, vi scriviamo direttamente da Philadelphia. Un attacco è appena stato compiuto, una chiave inglese nell’ingranaggio del progresso… beh, per essere letterali alcuni cavi sono stati tagliati e i finestrini spaccati su uno dei loro stupidi bulldozers.

Corre voce che sia stato effettuato in solidarietà con la ZAD e Camp White Pine (ciao!), entrambi devono affrontare le stronzate dei bulldozer locali. Gli assalitori hanno anche mandato dei saluti ribelli agli/lle anarchic* della zona che hanno mantenuto la fiamma (e specialemente chi ha condiviso i particolari dell’attacco per permettere agli/lle altri di riprodurli altrove).

Fanculo il lavoro
Fanculo il progresso

Signing off for now,
Team Illegale

[Nota di Contra Info: i lavoratori della Sunoco hanno abbattuto gli alberi usati dal Camp White Pine nella resistenza in corso contro la costruzione dell’oleodotto Mariner East 2 (Pennsylvania, USA).]

in inglese

[20-27 Luglio] Settimana internazionale di solidarietà con gli/le imputat* del caso J20 negli USA

Questa settimana viene organizzata per risvegliare la consapevolezza del caso in cui 215 compagn* circa sono stat* arrestat* negli Stati Uniti durante le manifestazioni contro l’intronazione di Donald Trump. Rischiano condanne gravi e diversi decenni di prigione.

L’appello [in inglese] completo è qui.

in inglese, tedesco, portoghese

Atene: Striscione esposto in solidarietà con i/le compagn* di Berkeley

Striscione esposto in solidarietà con i/le compagn* che ancora una volta si sono scontrati con una banda patriotica sfilata nelle strade di Berkeley il 15 aprile 2017. Non riconosciamo nessuna madrepatria, non ci inginocchiamo davanti a nessun simbolo nazionale, e non dialoghiamo con nessun tipo di fascisti: li schiacciamo!

RESISTI BERKELEY
FANCULO TUTT* I/LE PATRIOT*

Squat Themistokleous 58, Exarchia
th58@riseup.net

in inglese

Bloomington, Indiana: Sabotaggio in memoria di Lambros Foundas

Qualche notte fa abbiamo sabotato una cinquantina di parchimetri incollandone le serrature, le fessure per la moneta e i lettori di carte. Si tratta di un’azione semplice che non necessita di alcuna capacità specifica. Basta comprare un po’ di attaccatutto, coprirsi il viso, tenere gli occhi aperti in cerca di poliziotti o cittadini zelanti, e agire.

Questi parchimetri sono stati presi di mira perché finanziano il Dipartimento di polizia di Bloomington e perché obbligano la gente a pagare per venire in centro. Odiamo la polizia e odiamo la gentrificazione e la società di classe, così abbiamo deciso di attaccarli.

Abbiamo agito per compiere un gesto di memoria combattiva per Lambros Foundas, anarchico di Lotta Rivoluzionaria ucciso dalle forze dello stato greco il 10 marzo 2010. Il nostro ricordo  non è soltanto lutto passivo o martirio ma lotta attiva contro stato, capitale, e dominazione in tutte le sue forme. La fiamma della vita di Lambros ci scalda mentre camminiamo nella notte invernale, e porteremo con noi quella fiamma in ogni momento della nostra vita vissuta in guerra con questa società di padroni e schiavi.

Mandiamo forza a tutt* i/le combattant* anarchic* tenut* prigionier* nelle carceri dello stato greco.
Mandiamo solidarietà a tutt* coloro che affrontano gli ultimi attacchi dello stato contro squatters, anarchic* e rifiugiat*: il vostro rifiuto di venire paralizzat* ci ispira.

Per Lambros
Lunga vita all’anarchia

in inglese, greco

Atene: Solidarietà incendiaria con i/le compagn* negli USA

Giovedì 26 gennaio 2017 alle 22h abbiamo attaccato con delle molotov la forza antisommossa delle MAT che proteggono la sede del PASOK in via Harilaou Trikoupi, a Exarchia.

Si tratta di un’azione in solidarietà con le centinaia di compagn* arrestat* a Washington D.C. e in tutti gli Stati Uniti durante le manifestazioni combattive contro l’intronazione di Donald Trump il 20 gennaio.

Forza al membro dell’IWW cui un fascista ha sparato quello stesso giorno a Seattle.

Siamo al fianco di tutt* quell* che lottano incessantemente contro il Potere. Ovunque siamo, con ogni mezzo necessario, attacchiamo il sistema di dominazione.

Fuoco a frontiere, sbirri e prigioni!

Cellula Anarchica Suga Kanno

in inglese, greco

Santiago, Cile: Manifestazione di fronte all’ambasciata degli Stati Uniti [20 gennaio 2017]

Un altro governo fascista dello stesso nemico non fermerà le nostre lotte (A)
Solid(A)rietà. Viva le resistenza indigena Lakota Sioux contro la devastazione della terra e delle persone che la abitano
Liber* ora! I 9 del Move, Herman Bell, Mumia Abu Jamal, Leonard Peltier. Tutt* i/le prigionier* politic* liber*! A fuoco le prigioni!

Manifestazione all’ambasciata USA a Santiago, in risposta all’appello internazionale contro l’intronazione del presidente fascista Donald Trump e la continuità del terrorismo globale degli Stati Uniti.

Contro il terrorismo e il genocidio degli USA nel mondo.
Contro la brutalità della polizia nei confronti di afroamerican*, latino-american*, e pover*.
Contro il sistema carcerario di sterminio.

Libertà per i/le prigionier*, distruzione delle prigioni!
Lotta e resistenza contro il capitale, lo stato e il patriarcato!
La solidarietà ci rende forti, la lotta liber*!​

in spagnolo, tedesco

[Prigioni statunitensi] Sean Swain in sciopero della fame dal 26 dicembre

via SeanSwain.org (12 gennaio 2017)

Recentemente abbiamo ricevuto da parte di un suo amico la notizia che attualmente Sean è in sciopero della fame ed è stato messo in una cella speciale.

Nonostante i dettagli siano ancora vaghi, sappiamo che Sean rifiuta il cibo dal 26 dicembre 2016. Era accusato di estorsione nei confronti di un vice-direttore di prigione e un processo disciplinare era in corso quando ha cominciato lo sciopero della fame ed è stato trasferito in una cella speciale.

Sappiamo che la prigione riconosce il suo sciopero della fame e segue le procedure connesse, che includono che ogni giorno venga condotto al reparto medico dove viene pesato e vengono controllati i suoi segni vitali. Non è chiaro se cercano di negoziare con lui in qualsiasi modo.

Prendete il tempo di scrivere una lettera d’incoraggiamento a Sean:
Sean Swain #243-205
Warren CI, P.O. Box 120, 5787 State Route 63
Lebanon, Ohio 45036 [USA]

in inglese, francese, greco, portoghese, tedesco

Atene: Striscione contro il DAPL sulla piazza di Exarchia

no-dapl-544x408
Da Standing Rock alla Grecia: rilancia i lacrimogeni, soffoca la polizia. Contro l’oleodotto in Dakota

no-dapl-1-544x408Nel pomeriggio del 24 novembre 2016 abbiamo esposto uno striscione sulla piazza di Exarchia contro il DAPL (Dakota Access Pipeline), attualmente in costruzione negli Stati Uniti. Questo oleodotto coprirà una distanza di circa 3461 chilometri, dal Nord Dakota all’Illinois, e il suo costo si aggira sui 3.7 miliardi di dollari. Sul suo cammino distruttivo questo mega-progetto causerà danni irreversibili a territori, fiumi e comunità circostanti.

Tra le zone toccate c’è anche la riserva di Standing Rock nel Nord Dakota, dove i residenti, con dei/lle solidali, resistono a polizia, forze dell’esercito statunitense e guardie di sicurezza dei gruppi cui è stata affidata la costruzione dell’oleodotto (Energy Transfer Partners è l’appaltatore principale).

La repressione degli ultimi giorni è stata così violenta che tra le centinaia di feriti si conta anche un attivista la cui mano è stata amputata a causa di una granata antisommossa tirata dagli sbirri.

Allo stesso tempo, ci sono state diverse azioni di resistenza in diverse città degli Stati Uniti e altrove, con blocco di treni e di binari, azioni dirette e gesti di solidarietà simbolici.

Forza ai/lle compagn* anarchic* e a tutt* quell* che combattono in maniera antistituzionale, anti-gerarchica e senza mediatori contro la costruzione dell’oleodotto, mostrandola per quello che è davvero: un altro dei tentacoli della dominazione che inaridisce la Terra.

La nostra opposizione a questo e a tutti i mega-progetti della civilizzazione tecno-industriale deriva dalla convinzione che la Terra non appartiene a nessuno; dal nostro bisogno di difendere con ogni mezzo tutto quello che è rimasto non addomesticato e selvaggio in questo mondo artificializzato. Al di là della retorica delle terre “ancestrali” o “sacre”, sosteniamo questa lotta fino alla liberazione dell’intero pianeta.

CONTRO L’OLEODOTTO IN DAKOTA

LOTTA ANAZIONALE CONTRO STATI, CAPITALE E DOMINAZIONE

(Α)

in inglese, greco

[Prigioni statunitensi] Sean Swain: La Grecia e la dignità della rivolta

Qui di seguito una dichiarazione inviata dal prigioniero anarchico di lunga durata Sean Swain in occasione della presentazione dei/lle compagn* della Croce Nera Anarchica di Bloomington  nell’edificio Gini del Politecnico a Exarchia, Atene, il 23 novembre 2016. Le parole del compagno sono state lette in inglese e greco e il testo stampato distribuito nel corso della discussione contro la società carcerale organizzata dallo squat Themistokleous 58 e da Contra Info.
complicity-544x248
Complicità con i/le detenut* ribelli negli Stati Uniti e nel mondo (A) (Striscione esposto nella sala dove si è tenuta la discussione)

La Grecia e la dignità della rivolta

Prima di dare l’impressione sbagliata di incolparvi in maniera immeritata, penso che dovrei cominciare rivelando di essere un grande fan degli/lle anarchic* grec*. È come se ogni singola immagine fotografica che vedo di ribelli coi volti coperti dal bandana o con maschere da sci nere, ogni istantanea di pattuglie della polizia ribaltate e bruciate venissero dalla Grecia. Sono un tale fan che considero che l’aver scritto una dichiarazione di sostegno al Dicembre Nero l’8 dicembre dell’anno scorso e che cinque giorni dopo i/le ribelli grec* abbiano dato fuoco a un edificio militare citandomi sia il più grande risultato della mia vita. È la pietra miliare della mia esistenza. Non faccio che vantarmene. Sono insopportabile. Dico a chiunque mi ascolti che ho scritto una dichiarazione e che gli/le anarchic* grec* mi hanno citato dopo aver incendiato un edificio militare.

Mi fa venire voglia di scrivere migliaia di altre dichiarazioni nella speranza che diate fuoco a migliaia di altri edifici.

Tutto ciò per darvi il contesto, perché quello che dirò non ferisca i vostri sentimenti…

La Grecia ha dato origina alla swivilizzazione. Tutto è partito dalla Grecia. Voi grec* avete perfezionato il programma gerarchico, sviluppato la democrazia come la sua forma più affascinante, creato capolavori artistici per decorarla — rappresentando perlopiù persone nude, che attiravano l’attenzione del resto del mondo — e avete esportato quel programma su grandi flotte navali.

Un salto in avanti, e ci ritroviamo con un sistema globale di schiavitù in cui tutt* trasciniamo pietre per la piramide di qualche ricc* stronz* e la grande maggioranza di noi non riesce a immaginare che ci possa essere qualcosa di meglio della democrazia. Viviamo in un mondo dominato da bankster (NdT: banchieri + gangster) e industriali sociopatici impegnati nella distruzione di massa di ogni essere vivente, noi inclus*.
Siamo fottuti.

Quindi mi sembra più che appropriato che nel luogo di nascita della swivilizzazione assistiamo ora al suo assassinio. In Grecia, di tutti gli spazi geografici del mondo, troviamo la più determinata, la più energica, la più radicale resistenza alla swivilizzazione, a questo programma che ci stravolge e ci assassina a rate.
Tutto è nato in Grecia. Tutto finisce in Grecia.

Non pensate che dica questo per lusingarvi. Le lusinghe non sono il mio forte. Sono più bravo a mettermi nei guai con le parole. Per cui non si tratta di adulazione ma, penso, di un’osservazione abbastanza oggettiva: gli esperimenti di resistenza che avete portato avanti, le strategie e le tattiche, le teorie che avete esplorato, tutto questo è diventato proprietà comune del resto del mondo. Anche ora che cominciamo a trovare la nostra via, inciampando, noi anarchic* degli Stati Uniti e degli altri paesi del mondo, diviso com’è in nazioni-stato artificiali, guardiamo voi. Vediamo quello che avete fatto.

Non per trovarci delle scuse, qui negli Stati Uniti, ma parte della nostra inazione, credo, è una conseguenza del vedere quello che avete compiuto, quanto siete andati lontano, e crediamo, a torto o ragione, che qui una simile resistenza non sia possibile. Siamo paralizzati, credo, dalla sensazione che non possiamo fare quello che avete fatto, che in qualche modo la situazione o le “condizioni” negli Stati Uniti siano diverse, che la sorveglianza è troppo diffusa, le possibili sanzioni troppo enormi, il clima sociale troppo tranquillo. E così restiamo seduti davanti al nostro computer e ci connettiamo per vedere i filmati dei/lle grec* allucinati e urlanti, che danno la caccia ai porci sbigottiti che cercano di mettersi in salvo, l’ordine gerarchico ha le gambe che gli tremano, e noi sogniamo.

Vi starete chiedendo, dove sono gli statunitensi?
Arriviamo. Sono sicuro che stiamo arrivando.

Proprio questo mese, milioni di statunitensi hanno votato contro l’ordine costituito che li ha traditi per tutta la loro vita. A milioni hanno verosimilmente votato per il candidato che “cambierà” tutto, che “darà una scossa,” perché quel candidato sembrava dare loro voce, esprimere la loro frustrazione.

Pur concedendo loro il beneficio del dubbio e pensando che la maggior parte siano stupidi piuttosto che malvagi, hanno inconsapevolmente votato per il fascista sociopatico più aggressivo dai tempi di Hitler e Mussolini, un fascista del peggior genere, la cui adesione di facciata alla maggioranza dimenticata cederà alle politiche guerrafondaie, ai regali per le multinazionali e l’“austerità” per il popolo. Quest* votanti soffriranno presto di “rimorso del cliente,” quando il fascista in cui riponevano le loro speranze li tradirà totalmente.

E verso chi si rivolgeranno gli statunitensi? Torneranno ai partiti tradizionali che in decine di milioni hanno rifiutato, gli stessi partiti con le stesse idee fallimentari? Troveranno un nuovo eroe che prometterà loro gloria e grandezza, parlando esattamente come l’eroe che l* ha pugnalat* alle spalle?
No. Si rivolgeranno verso l’esempio dato altrove, l’esempio del rifiuto dell’ordine imposto, le immagini e le idee esportate non dalle flotte di navi, ma trasmesse elettronicamente via satellite, mostrando la vera dignità della rivolta.

Gli statunitensi stanno arrivando.
Nel giro di pochi mesi, questo popolo docile e pacifico sarà trasformato dalla rabbia e la furia, e troverà la propria voce nel sangue e nelle fiamme. Vi seguiranno nella battaglia contro il nemico comune, andranno dove molti di voi sono già andati, e vedrete volti coperti da bandana, nascosti dalle maschere da sci, e vedrete le pattuglie della polizia ribaltate e in fiamme, forse vedrete persino le colonne di fumo salire al cielo quando guarderete a ovest l’orizzonte.

Gli statunitensi stanno arrivando. E quando lo faremo, seguiremo i passi dei/lle ribelli grec* che ci hanno preceduto.

Quel giorno, il giorno della vittoria sul nostro nemico comune, saremo tutt* grec*.
E saremo tutt* liber*.

Qui il prigioniero anarchico Sean Swain dal centro correzionale di Lebanon, Ohio, negli Stati fascisti d’America. Se siete in ascolto, voi SIETE la resistenza.

Exarchia: Volantini per l’anarchico Sean Swain, incarcerato nelle prigioni statunitensi

sean-544x408Costantemente ispirati dalle parole di Sean e dalla sua posizione contro i prigioncrati, sentendo costantemente il calore della sua ribellione, il 21 novembre 2016 abbiamo incollato dei poster nel quartiere di Exarchia (nel centro di Atene) che dicono:

“E attacchiamo, ovunque siamo, qualunque sia la nostra situazione, finché non otterremo il mondo che meritiamo. Non ci sbarazzeremo di loro con un voto o una petizione o una protesta o un processo.”

Complicità assoluta con l’irriducibile anarchico Sean Swain, ancora detenuto nelle prigioni dell’Ohio, negli Stati Uniti.

SeanSwain.org

in inglese, greco

seanswain-544x736

[Politecnico di Atene, 23 novembre] Contro la società carceraria: Discussione con dei/lle compagn* dell’ABC di Bloomington

23nov_exarchia-544x736Discussione sulla lotta contro la società carceraria negli Stati Uniti con dei/lle compagn* della Croce Nera Anarchica (Anarchist Black Cross) di Bloomington (Indiana)

Mercoledì 23 novembre alle 20:00, edificio Gini
Politecnico di Atene (entrata da via Stournari), Exarchia

Squat Themistokleous 58 Squat
& rete di traduzioni di contro-informazione Contra Info

in inglese

Prigioni ceche: Messaggio di solidarietà ai/lle ribelli delle prigioni statunitensi da parte dell’anarchico Lukáš Borl

[vimeo]https://vimeo.com/183901350[/vimeo]

Il prigioniero anarchico Lukáš Borl, attualmente trattenuto in una prigione preventiva in Repubblica Ceca, ha espresso la propria solidarietà con tutte le persone oppresse e sfruttate in tutto il mondo, a prescindere dalle loro origini, orientamento sessuale o genere. Da questa prospettiva, ha deciso di mandare qualche linea di solidarietà a tutte le persone in sciopero nelle prigioni degli Stati Uniti.

Il 10 settembre 2016, il compagno scrive:

“A voi e anche a me stesso auguro che lo sciopero cresca e resista alla repressione. A voi e anche a me stesso auguro di essere in grado di collegarlo con altre lotte importanti nelle prigioni e al di fuori. A voi e a me auguro che lo sciopero non venga fuorviato per impantanarsi nel fango della politica social-democratica e della pace sociale con gli sfruttatori. Perché la strada verso la libertà non passa dalla riforma dello sfruttamento ma soltanto dalla sua abolizione. A voi e a me stesso auguro che lo sciopero vada oltre le richieste riformiste di un cambiamento del regime carcerario e migliori condizioni di lavoro. Tutte le prigioni del mondo, e tutto il lavoro retribuito e non, nelle prigioni e fuori, fanno parte della dittatura del capitale. Lottiamo per abolirla, non per riformare queste prigioni e queste forme di sfruttamento. Non dobbiamo chiedere niente. Riprendiamoci quello che ci appartiene.
Le nostre vite e la nostra dignità umana. Le prigioni, gli stati, e il capitalismo — tutto deve cadere.”

Potete leggere questa lettera aperta in inglese su ANTIFÉNIX.cz

in inglese

Austria: Poster in solidarietà con lo sciopero nelle prigioni statunitensi come contributo alla Settimana di azioni globali

apas-544x772Il poster «Contro la prigione! Contro la schiavitù!» è un piccolo contributo degli/lle anarchic* austriac* alla Settimana di azione globale dal 15 al 22 ottobre.

Inviamo la nostra solidarietà a tutt* i/le ribelli nelle prigioni!
Forza ai/lle prigionier* in sciopero negli Stati Uniti e altrove!

Testo del poster:

I/LE MIGLIORI SCHIAV* SONO QUELL* CHE CREDONO DI ESSERE LIBER*

Ogni istituzione che cerca di trasformarci in schiav* oppress* o ammanettat* è nostro nemico: fascismo, patriarcato, autorità, confini, lo stato e il capitale!

Contro la prigione! Contro la schiavitù!

La prigione è stata creata da un ordine sociale basato sulla dominazione e lo sfruttamento. Lo scopo è quello di creare una struttura per segregare, reprimere e isolare tutt* gli/le indesiderabil*. Ancora oggi i datori di lavoro accumulano capitale grazie al lavoro forzato nelle prigioni, e i controlli aumentano senza troppe difficoltà, mentre i politici parlano di libertà, uguaglianza e democrazia.

L’oppressione, sottile e violenta, è sempre innata alla società capitalista. L’accettazione di una vita avvilente tra gli/le sfruttat* e gli/le oppress* rende possibile la produzione capitalista. Una consapevolezza anti-nazionalista, il rifiuto della dittatura democratica e la lotta contro ogni aspetto inquinato della vita è perciò vitale.

Il punto di partenza di ogni lotta realmente esplosiva è prendere posizione, attaccare l’apparato di sfruttamento, esporre i governi cannibali, distruggere i confini militarizzati, intensificare i conflitti sociali e costruire delle strutture fertili per anarchic* e non-anarchic* con nemici comuni e bersagli comuni su scala globale.

Dato che non si tratta di una tattica rivoluzionaria per diffondere favolette, non possiamo possiamo semplicemente parlare di allontanarci da tutto questo. Dobbiamo posizionarci lungo le linee delle varie tendenze anarchiche. La lotta che vogliamo rafforzare include attacchi rivoluzionari e resistenza armata. E soprattutto vogliamo esprimere la nostra solidarietà con i/le prigionier* anarchic* e ribelli attraverso degli attacchi per la distruzione totale delle prigioni e della società carceraria!

SOSTIENI I/LE RIBELLI NELLE CARCERI!
FUOCO ALLE PRIGIONI!
LUNGA VITA ALL’ANARCHIA!

ANARCHIC* IN SOLIDARIETÀ CON LO SCIOPERO DELLE PRIGIONI CONTRO LA SCHIAVITÙ CARCERARIA

in inglese, tedesco

Appello internazione per nuove azioni di solidarietà con lo sciopero nelle prigioni statunitensi, 15-22 ottobre

o1522-sqNon sembra necessario riassumere quello che sta accadendo all’interno delle prigioni statunitensi dal 9 settembre. Scioperi della fame, sospensione del lavoro e rivolte si sono propagati in tutto il paese su una scala di cui probabilmente non siamo pienamente consapevoli. Alcuni sollevamenti ci hanno colto di sorpresa, come quelli in diverse prigioni della Florida, mentre altri si sono presumibilmente sviluppati in seguito ai recenti tentativi organizzati all’interno, come quelli a Kinross in Michigan o Holman in Alabama. Approssimativamente, oltre 20,000 prigionier*  sono stati coinvolt* in un modo o nell’altro. È enorme.

All’esterno, la solidarietà arde luminosa in tutto il mondo. Striscioni, graffiti, manifestazioni rumorose e altro hanno dimostrato che eravamo spalleggiat* da chiunque volesse partecipare allo sciopero. Ma c’è da dire che la maggior parte di queste azioni hanno avuto luogo durante il primo fine settimana. Ma questo sciopero carcerale — e più largamente la lotta contro le prigioni — non è cosa di una giornata o di una settimana. Non è iniziato il 9 settembre e non finirà tanto presto. Alcun* prigionier* potranno tornare al lavoro mentre altr* decideranno di smettere di lavorare per la prima volta. È più facile quando c’è una data definita per effettuare un’azione, per prendere lo slancio, ma non è abbastanza.

Quindi vorremo fare un appello per nuove azioni in solidarietà con lo sciopero delle prigioni e la lotta contro la società carcerale. Proprio in questo momento molte persone stanno organizzando delle campagne anti-repressione per i/le prigionier* in sciopero e si tratta di un lavoro necessario anche se non molto eccitante. Ma sarebbe un errore pensare questa lotta in maniera lineare — cioè un’unica ondata in cui manifestiamo all’apice e scriviamo lettere quando tutto precipita. Quant* prigionier* hanno sentito parlare dello sciopero soltanto dopo il suo inizio? Quant* sapevano ma non pensavano che la gente sarebbe stata davvero presente per sostenerl*? Tre settimane dopo l’inizio dello sciopero, alcuni detenuti di Turbeville, South Carolina si sono ribellati contro una guardia e hanno occupato il dormitorio. Come possiamo smettere mentre i/le detenut* rischiano ancora la loro vita per la libertà?

Proponiamo la settimana tra il 15 e il 22 ottobre per concentrare le azioni e ricordare a tutt* quell* che sono rinchius* dallo Stato che li sosterremo sempre. Lo ricordiamo ancora una volta, è importante non prendere queste date alla lettera. Nessuno vi dirà niente se effettuate un’azione il 23 ottobre, o a novembre, o persino nel 2017. E nessuno dovrebbe restare con le mani in mano aspettando che arrivi il 15. Dovremmo anche tenere a mente il veglione di Capodanno, che ha tradizionalmente visto delle manifestazioni rumorose fuori dalla prigione ogni anno, benché sia un’altra data arbitraria.

“Quando il tempo sembra lento e tranquillo ci lasciamo stagnare, ma l’immaginazione e la rivolta sono come i muscoli: meno li usiamo e più si indeboliscono. Possiamo respingere la noia di tempi  meno movimentati e puntare all’insurrezione. Le azioni di solidarietà e di lotta nella nostra sequenza temporale sono un modo di creare slancio e tensione quando non ce ne sono.”

– “Our Own Timelines” Anathema, Vol 2 numero 6

È innegabile che ci siano molt* compagn* fuori da realtà in cui è fattibile organizzare una protesta o una manifestazione rumorosa. Molt* di noi stanno ancora cercando qualche compagn* con la stessa mentalità, non parliamo poi di radunare una folla. Ma ci sono comunque occasioni di agire, che siano una o due persone che espongono uno striscione o incollano manifestini, o che ospitano una sessione per scrivere lettere o un evento informativo che possa aiutare a creare complicità future. Non è esagerato ripetere quanto sia importante scrivere lettere di sostegno e andare in visita alle prigioni, ma perché lasciar passare un’occasione per sviluppare le nostre capacità?

Se non altro dovremmo essere imbarazzati per il fatto che la città più attiva in termini di azioni di solidarietà con lo sciopero delle prigioni statunitensi sia Atene, in Grecia. Hanno già un enorme vantaggio, ma possiamo almeno cercare di dar loro del filo da torcere, no?

– Alcun* Inquiet* Incontrollabil*

Support Prisoner Resistance // It’s Going Down // IWW IWOC

in inglese, tedesco

[Exarchia] Squat Themistokleous 58: Graffiti in solidarietà con la lotta delle prigioni U$A

sin0-544x408
Fuoco alla società carceraria
sin2-544x408
Solidarietà con la rivolta delle prigioni USA (A)
sin1-544x408
Forza ai/lle prigionier* in lotta negli U$A (A)
sin3-544x408
Dalla Grecia all’America, fuoco ed esplosione in ogni prigione
sin4-544x408
Complicità con chi si ribella
sin5-544x408
Fuoco alle prigioni (A)
sin6-544x408
Libertà per tutt* (A)
sin7-544x408
Vittoria per le lotte nelle prigioni USA
sin8-544x408
Attica è ovunque (A) Insurrezione
sin9-544x408
Contro ogni incarcerazione, fuoco alle basi della civilizzazione

La sera di sabato 1° ottobre, che la cellula ABC aveva proposto come giornata internazionale di solidarietà con la lotta nelle prigioni U$A, abbiamo taggato degli slogan nelle strade di Exarchia.

MORTE AI/LLE CARCERIER*

Squat Themistokleous 58
th58@riseup.net

in inglese

Atene, Grecia: Striscione in sostegno alla lotta contro la schiavitù carceraria in America

Inviamo la nostra totale e aperta solidarietà con la lotta dei/lle prigionier* in America contro la schiavitù, e come risposta all’appello a sostegno e solidarietà alla loro resistenza abbiamo esposto due striscioni in centro ad Atene, Grecia.

uro1-544x396Lotta contro la schiavitù carceraria. Fino alla demolizione di ogni gabbia. Fino alla morte dell’autorità.

uro2-544x293Sostegno alla resistenza nelle prigioni USA, contro la schiavitù e lo sfruttamento dei/lle prigionier*. Fratelli/sorelle, in questa lotta non siete sol*!

Unione di individualità anarchiche Uroborus

in inglese

Prigioni USA: Tenete d’occhio Holman

Servizio da Holman | 27 settembre 2016

Verso mezzanotte un prigioniero è stato pugnalato, mentre dormiva, da un altro prigioniero. I disordini sono avvenuti dopo che colui che aveva commesso l’atto è corso fuori dal dormitorio. Gli sbirri hanno lasciato entrare il prigioniero nel dormitorio-C dopo che i prigioneri alloggiati in quello stesso dormitorio avevano detto loro di non lasciare entrare nessuno. I prigionieri sono corsi dietro al responsabile dell’attacco, sono corsi fuori dal dormitorio, hanno circondato uno sbirro che era uscito dalla cabina di controllo, gli hanno chiesto di aspettare prima di fare qualsiasi cosa e hanno giusto portato il ferito in infermeria.

Quello che vedete in questo breve video è un gruppo di prigionieri infuriati che vedono gli sbirri come facilitatori della violenza che scoppia fra loro.

Qui Mike dalla prigione Holman.

via Anarchy Live!

holman-544x408Lo Stato non riesce a domare i/le ribelli delle prigioni | 29 settembre 2016

Viene riferito che settimana scorsa, alla prigione, dopo aver assistito al funerale dello sbirro pugnalato il 1° settembre e morto in seguito alle ferite, il Coordinatore regionale Grantt Culliver ha dichiarato a diversi prigioneri che il 1° ottobre avrebbe fatto venire alla prigione Holman di Atmore, Alabama, il CERT, l’unità speciale d’intervento del dipartimento carcerario, che rimarranno per i successivi novanta giorni per perquisire la prigione alla ricerca di ogni coltello e cellulare, e che smonteranno la prigione pezzo per pezzo finché non avranno trovato tutte le armi e i telefoni.

Si tratta di un tentativo di intimidazione e una mossa per ristabilire l’autorità e il controllo totale. Controllo sugli esseri umani che stanno resistendo e dicono fanculo l’autorità! Umani che non accettano più il discorso secondo cui sono inutili e che lo stato ha il diritto di punirli e utilizzare la violenza senza che gli venga restituita. Non permetteremo più a queste enormi ingiustizie di passare inosservate.

Vogliamo che tutt* voi che vivete nella prigione all’aria aperta chiamata mondo libero teniate d’occhio quello che accade qui. Sappiamo che gli sbirri sono incazzati per la morte del loro collega per mano di un prigioniero e per la resistenza spuntata nell’ultimo anno, e hanno intenzione di schiacciare la resistenza. Tenete d’occhio Holman e continuate a mostrare la vostra solidarietà attraverso l’azione diretta.

Né dio, né padrone! Morte allo stato! Lunga vita all’anarchia!

via It’s Going Down

 in inglese

Grecia: Solidarietà dello squat Themistokleous 58 con la lotta nelle prigioni statunitensi

581-544x408fuckmc1-544x36358squat-544x408Dall’ala 58 della prigione all’aperto chiamata Atene mandiamo i nostri più calorosi saluti ai/lle ribelli delle prigioni U.$.A. e a tutt* coloro che agiscono in solidarietà con loro in tutto il mondo. Comprendiamo la vostra lotta per mettere fine alla schiavitù carceraria come un appello a mettere fine alla società carceraria nel suo complesso. Comprendiamo l’incarcerazione di massa dietro a tonnellate di cemento e acciaio come una riflessione sulla società di massa che ci ammanetta tutt* e come una conseguenza inevitabile del regno tecno-industriale che determina quotidianamente le nostre vite in tutti i modi possibili.

Sappiamo che i contesti possono essere diversi a seconda del posto e che a volte ci si perde nella parzialità delle nostre piccole o grandi lotte contro questa o quella espressione di dominazione e Potere.

Nonostante questo, crediamo che sia un’ottima opportunità per costruire la tanto necessaria intersezionalità, per alimentarla con una percezione senza confini della lotta per l’auto-determinazione e la liberazione totale dalle gerarchie e le autorità che ci incatenano tutt*.

Rendiamo onore a tutti i metodi di lotta utilizzati finora contro il sistema assassino del complesso carceral-industriale degli U.$.A., e siamo felici di sapere che almeno un secondino ha avuto quello che meritava. Mentre sbarre di acciaio e mura di pietra possono contenere fisicamente chi è in prigione, le recenti rivolte in tutti gli U.$.A. hanno dimostrato che non possono estirpare lo spirito combattivo degli/lle innumerevoli ribelli.

Come piccolo segno della nostra solidarietà, l’11 settembre abbiamo esposto uno striscione a Kamara, nel centro di Salonicco, che dice “Vittoria allo sciopero dei/lle prigionier* negli U.$.A. // Fuoco alla società carceraria” e il 20 settembre abbiamo partecipato con la Cellula di solidarietà dell’ABC e altr* compagn* a un blocco di due ore del McDonald’s del quartiere ateniese di Ilion, con uno striscione che diceva “Solidarietà con la rivolta delle prigioni U.$.A.”. Dopo il blocco abbiamo esposto lo striscione al 58 di Exarchia, dove è visto tutti i giorni da centinaia di passanti.

Finché lo sciopero continuerà, continueranno anche le nostre azioni. Tanto che le prigioni esisteranno, lotteremo per distruggerle.

Squat Themistokleous 58, Exarchia, Atene
th58@riseup.net

in inglese, greco

[Agrinio, Grecia occidentale] Squat Apertus: Solidarietà con la lotta contro la schiavitù nelle prigioni statunitensi

sept9th-544x249Il funzionamento delle prigioni statunitensi dipende fortemente dal lavoro dei/lle prigionier* stess*, mentre molte prigioni sono ormai privatizzate. Inoltre il lavoro carcerale viene sfruttato dalle multinazionali (Honda, McDonald’s, Victoria’s Secret, Starbucks, etc.). Lo stipendio che i/le prigionier*/lavoratori-trici ricevono varia dal magro all’inesistente. In più la sorveglianza, le condizioni di detenzione inumane, la disciplina, i diversi metodi di tortura etc sono tradizionalmente la prima scelta per far funzionare senza intoppi le prigioni.

I/Le prigionier* statunitensi, che vivono e capiscono di essere sfruttati, hanno partecipato a diverse mobilitazioni nel corso di questi anni, collegando spesso le loro lotte all’oppressione delle donne e dei minori in altre prigioni, e con i/le migranti nei numerosi centri di detenzione in tutti gli Stati Uniti.

Dal 9 settembre i/le prigionier* in tutto il paese, sapendo che le strutture carcerali non possono funzionare senza di loro, hanno cominciato ad astenersi dal lavoro per mettere “fine alla schiavitù carcerale”.
La sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici nelle prigioni statunitensi non è che un anello della lunga catena della schiavitù moderna. Una catena che inizia con gli/le schiav* modern* (migranti “invisibili”), manodopera infantile, prostituzione forzata, e arriva fino alle condizioni dell’impiego stipendiato “formale” moderno (lavoratori disoccupati, precari, mercato nero, non assicurati, flessibile, a tempo determinato, etc.). Queste zone di schiavitù sono mattoni importanti del capitalismo. Gli eserciti di schiavi moderni producono quantità enormi di valore aggiunto per il capitale, presupposto della sua espansione. E gli “inferi” capitalisti delle prigioni statunitensi sono un pezzo invisibile ma enorme del puzzle capitalista. Non è una coincidenza che l’istituzionalizzazione della reclusione, fondata sulle ceneri delle “streghe” bruciate dall’Inquisizione, per disciplinare corpo e mente, coincida con l’inizio del metodo di produzione capitalista…

Nello stesso momento, le detenute della prigione di Koridallos hanno dato il via a delle proteste (dal 26 agosto 2016) denunciando il sovraffollamento e chiedendo delle condizioni di vita umane, assistenza medica completa e sostegno nutrizionale per i/le prigionier* sieropositiv*. Non possiamo far altro che essere solidali con le lotte per la dignità remunerata dei/lle prigionier* ovunque sulla Terra, considerando che la resistenza alla barbarie della reclusione è parte integrante delle lotte sociali e di classe che si svolgono ovunque.

CONTRO LA RIORGANIZZAZIONE, LE RESTRIZIONI DI SICUREZZA E LA PRIVATIZZAZIONE DELLE PRIGIONI

LA STRADA VERSO LA LIBERTÀ PASSA SULLE ROVINE DI TUTTE LE PRIGIONI

9 Settembre 2016

Squat Apertus
Spazio sociale libero Agrinio
apertus.squat.gr

in inglese

Atene, Grecia: McDonald’s, l’approfittatore carcerale, bloccato in piazza Syntagma

mcd-001-544x408mcd-002-544x408mcd-003-544x327mcd-004-544x408Lo striscione dice: Da Koridallos a Lucasville, combatti contro la schiavitù carcerale” / “Solidarietà con la lotta dei/lle detenut* US contro la schiavitù

Sabato sera, 10 settembre 2016, il McDonald’s in piazza Syntagma è stato bloccato per due ore in solidarietà con la lotta contro la schiavitù che è cominciata nelle prigioni americane il 9 settembre.

McDonald’s è una delle compagnie chiave che sfruttano il regime di schiavitù imposto ai/lle prigionier* negli Stati Uniti, un regime che assicura al colosso multinazionale ulteriori profitti.

Durante il blocco, durato due ore, abbiamo distribuito diversi testi ai passanti, in greco e in inglese, e lanciato volantini. Abbiamo concluso la nostra azione senza incidenti quando i/le manifestanti degli hot spots (campi migranti) e gli squat che alloggiano migranti sono arrivati a Syntagma. Abbiamo raggiunto la manifestazione cantando slogan in solidarietà con i/le migranti.

Assemblea di solidarietà con la lotta dei/lle prigionier* contro la schiavitù

in inglese

Messico: Il prigioniero anarchico Fernando Bárcenas chiama alla solidarietà rivoluzionaria con lo sciopero nelle prigioni statunitensi

Mexican-Prison-Riot-544x318Lettera aperta ai/lle compagn*.

Nota: L’uso della parola prigione in questo testo fa riferimento a tutti gli ambienti artificiali che ci addomesticano per inserirci di forza nel sistema di produzione capitalista; è un contributo per approfondire la riflessione di tutti gli esseri viventi in mano alle potenze economiche e al progetto tecnologico…

Compas, vi saluto con amore ribelle, perché queste parole di guerra possano arrivare fino a voi; saluto anche i giorni di rivolta che vengono, mentre le idee sbocciano nei campi come fiori che non dovremmo smettere di curare.

Non sappiamo se vinceremo, ma quello che sappiamo è che non occuperanno i nostri sogni e le nostre vite…

L’unico momento davvero libero è quando lottiamo per la libertà, perché preferiamo morire che accettare questo stile di vita, e senza rendercene conto siamo già liberi, perché niente occupa le nostre menti tranne il solo desiderio d’incendiare la realtà…

Ma cosa si nasconde dietro questa guerra distruttiva, dietro la cupa oscurità dello spirito umano? Non sono forse il riflesso e la manifestazione poetica di esseri umani che si riappropriano della propria vita e influenzano attivamente l’organizzazione della vita quotidiana?

Se ogni persona che si vanta della propria “libertà” si rendesse conto della propria condizione, sarebbe l’inizio dell’ultima guerra, la nostra ultima opportunità.

Ho imparato che la possibilità di una reale forza capace di opporsi e negare il capitalismo vengono rivelati nel corso della vita quotidiano delle persone.

Sono semplici connessioni tra idee e azioni; non vogliamo essere gradevoli alle moderne masse consumatrici, ecco perché credo che una vera forma di auto-organizzazione può esistere solo tra le persone più colpite ed emarginate, che vivono quotidianamente una guerra condotta dall’istinto e dai sentimenti più che dalla ragione…

E una coscienza selvaggia e incontaminata, non troppo manipolata dal sistema educativo, è sempre più aperta alle posizioni anarchiche…

E per gli/le altr*, che intuiscono istintivamente, e si sentono portati verso la disobbedienza, si tratta soltanto di provocare la “scintilla” che accenderà la fiamma…

Ma in generale per far riflettere un* prigionier*, per esempio, consideriamo che le semplici parole non sono abbastanza, perché si tratta di qualcun* che vive la guerra quotidianamente e che conosce il panorama molto meglio di noi e non accade attraverso le parole, ma ad azioni e comportamenti reali, che siano in linea con quello che pensiamo e diciamo.

In molti questionano le “tattiche” o “metodi” come se fosse una gara, e con questo non voglio dire che dovremmo isolarci ed evitare la critica cosciente, ma il contrario; l’unico  problema è che ci trasciniamo dietro, come collane, le influenze borghesi che hanno storicamente contaminato le forme d’organizzazione di coloro che si definiscono libertari…

Radicalmente contrario, non penso sia necessario razionalizzare tutti gli aspetti della vita. La rivoluzione sociale si costruisce giorno dopo giorno, senza manuali o dogmi, sia nella vita sociale sia nell’ombra, e non perché uno debba essere rivoluzionario per decreto, ma perché la parola rivoluzione per me, e per quanto ne so per molti altri, significa avere un ruolo attivo in questa guerra, ma sempre a modo nostro, e per questo non possiamo continuare a chiudere gli occhi di fronte a nessuna dottrina o ideologia scientifica o religiosa, dato che  l’istruzione e la conoscenza vengono acquisite nelle trincee popolari, nella sperimentazione, nella confusione, nella spontaneità, non vogliamo avere obiettivi o norme, perché vorrebbe dire condannarci all’ignoranza e la schiavitù…

Il problema delle grandi civiltà che sono esistite finora è che hanno tutte basato la loro visione del mondo sulle scienze esatte e quantificabili…

L’umano sente una tale angoscia di fronte all’insignificanza della propria esistenza a causa dell’abbandono assoluto del vivere nel regime carcerale delle città e delle prigioni che cerca rifugio  e sollievo cercando di imporre un “ordine” fittizio alla vita; si consacra a cercare di capire tutti e riduce tutto al proprio mondo e alla propria taglia. Se ci concentrassimo più sull’approfittare della nostra vita splendida troveremmo il sollievo a tutti i mali creati in noi dall’addomesticamento della cività, e tutte le guerre catastrofiche che l’esser umano ha portato sulla terra cercando ingenuamente di spezzare l’ordine naturale della vita avrebbero potuto essere evitate…

Ed è per questo che in questa guerra imposta, in cui viviamo e soffriamo della schiavitù e della miseria per mano dei pochi che in nome del capitale si sono arrogati il diritto di dirigere la nostra esistenza, non è ancora troppo tardi per tealizzare che i secoli di storia che hanno preceduto ci hanno insegnato che qualsiasi sia la forma di governo è sempre la stessa storia; la giustificazione del diritto di limitare e di punire per sfruttare…

Anche il più primitivo degli organismi viventi sa in modo istintivo che se non è capace di adattarsi all’ambiente finirà con lo scomparire. E la questione è: l’essere umano sarà capace di adattarsi ale condizioni di vita artificiali che gli impone l’ambiente tecno-industriale?

Nella natura selvaggia e in noi stessi esistono gli ingredienti che rendono possibile la vita come la conosciamo ed è per questo che è assurdo pensare di possedere tutte le risorse naturali e materiali che ci circondano. È una visione coloniale e antropocentrica di vedere la vita ed è per questo che il riprodurla condurrà a breve alla creazione del principio di autorità e potere, con la schiavitù e la guerra come conseguenza…

La nostra partecipazione alla guerra dev’essere quindi radicalmente diversa dai metdoi di guerra imperialisti… Non è la guerra per la guerra, non è la guerra fine a se stessa ma la nostra difesa selvaggia…

È un appello alla solidarietà rivoluzionaria contro la schiavitù e lo sterminio impostoci dal saccheggio economico… in America del nord, America latina, Medio-oriente, Europa e tutti i luoghi raggiunti dalla civilizzazione, all’interno delle prigioni messicane, che sappiano che ci prepariamo, ma le azioni lo dimostreranno…

In guerra a fianco dei/delle nostr* fratelli e sorelle prigionier*, schiav* degli Stati Uniti, che stanno organizzando e coordinando per il 9 settembre 2016 uno sciopero nazionale nelle prigioni dell’America del Nord e con tutt* gli/le altr* prigionier* e schiav* nelle prigioni esterne…

Finché non saremo tutt* liber*.

Fernando Bárcenas Castillo

in inglese, francese

Philadelphia, USA: Solidarietà con la ZAD di Notre-Dame-Des-Landes

Ricevuto il 27 febbraio:

zadsoli-768x1024zadsoli2-768x1024Oggi, 27 febbraio, abbiamo attaccato dei manifestini nel centro di Philadelphia in risposta all’appello per una mobilitazione generale contro il progetto d’aeroporto a Notre-Dame-Des-Landes. I manifesti spiegano cos’è la ZAD e la lotta contro l’aeroporto. Li abbiamo incollati principalmente nei parcheggi e le strutture LAZ. LAZ è di proprietà di Vinci, la stessa compagnia responsabile della costruzione dell’aeroporto a Notre-Dame-Des -Landes.

Contro l’aeroporto e il suo mondo!

in inglese

Bloomington, USA: Striscione appeso per Dicembre Nero

bloomington
Morte allo Stato. Lunga vita all’anarchia. Dicembre Nero.

Nello spirito del Dicembre Nero, abbiamo appeso uno striscione come gesto di solidarietà nei confronti di tutt* i/le prigionier* anarchic* in prigione, tutt* quell* in fuga, e tutt* quell* cadut* nello scontro con lo stato.

Si tratta di un piccolo gesto, una delle numerose manifestazioni quotidiane della nostra solidarietà con i/le compagn* imprigionat*. Contro una scena anarchica nord-americana di cinismo e chiacchiere virtuali, proponiamo un’anarchia come lotta vissuta contro il potere, che agisce su base informale, utilizzando tutte le armi possibili. I/Le nostr* compagn* imprigionat* sono impegnat* in una lotta senza compromessi contro lo stato – ci rifiutiamo di lasciarl* lottare da sol*.

Forza agli/lle anarchic* combattiv* in Cile, Grecia, Turchia, Messico, Francia, Italia, Russia, Indonesia, Spagna, Canada, Repubblica Ceca, Regno Unito, Bielorussia, e ovunque individui e gruppi hanno trasformato la teoria in azione. Le fiamme delle vostre strade e celle di prigione ci scaldano anche a questa distanza.

Mandiamo il nostro affetto in particolare ad alcun* dei/lle nostr* compagn* qui negli Stati Uniti: Sean Swain, Michael Kimble, Marius Mason, Casey Brezik, Jennifer Gann e Jeremy Hammond.

In memoria di Sebastián Oversluij Seguel, Alexandros Grigoropoulos, Mauricio Morales, Kuwasi Balagoon, Lambros Foundas e William Avalon Rogers.

Ravviviamo lo spirito della solidarietà anarchica!

Per un Dicembre Nero!

Per l’anarchia!

in inglese, greco