Tag Archives: Sean Swain

[USA] Fire Ant: Solidarietà con i/le prigionier* anarchic* #1

Fire Ant è una nuova pubblicazione il cui scopo è diffondere le parole dei/lle prigionier* anarchic* e creare solidarietà materiale per i/le nostr* amic* incarcerat*. Iniziata come collaborazione tra prigionier* anarchic* e anarchic* del Maine, Fire Ant cerca di raccogliere aiuti materiali per i/le prigionier* anarchic* e incoraggiare la comunicazione tra anarchic* da entrambi i lati dei muri.
Il numero #1 contiene scritti di Michael Kimble, Jennifer Gann, Eric King, e Sean Swain, e anche un testo in solidarietà a Marius Mason.

Se volete sostenere Fire Ant e ampliare gli sforzi di solidarietà con i/le prigionier* anarchic*, stampate e distribuite questa pubblicazione o fate una donazione al Fondo di Guerra dei/lle prigionier* anarchic* della Croce Nera Anarchica di Bloomington.

Potete contattare il collettivo The Fire Ant a questo indirizzo:

Fire Ant
PO Box 164
Harmony, ME 04942

PDF (in inglese) per lettura

in inglese, portoghese, tedesco

[J11] Komotini, Grecia: Solidarietà con i/le prigionier* anarchic* di lunga data – “Sean Swain è stato qui”

Lunedì 12 giugno all’ex facoltà di legge di Komotini abbiamo appeso uno striscione come piccolo segno di solidarietà con tutt* i/le prigionier* anarchic* di lunga data. Non dimentichiamo il compagno Sean Swain.

– Squat anarchico Utopia A.D.

in inglese, greco, portoghese

[Prigioni statunitensi] Sean Swain in sciopero della fame dal 26 dicembre

via SeanSwain.org (12 gennaio 2017)

Recentemente abbiamo ricevuto da parte di un suo amico la notizia che attualmente Sean è in sciopero della fame ed è stato messo in una cella speciale.

Nonostante i dettagli siano ancora vaghi, sappiamo che Sean rifiuta il cibo dal 26 dicembre 2016. Era accusato di estorsione nei confronti di un vice-direttore di prigione e un processo disciplinare era in corso quando ha cominciato lo sciopero della fame ed è stato trasferito in una cella speciale.

Sappiamo che la prigione riconosce il suo sciopero della fame e segue le procedure connesse, che includono che ogni giorno venga condotto al reparto medico dove viene pesato e vengono controllati i suoi segni vitali. Non è chiaro se cercano di negoziare con lui in qualsiasi modo.

Prendete il tempo di scrivere una lettera d’incoraggiamento a Sean:
Sean Swain #243-205
Warren CI, P.O. Box 120, 5787 State Route 63
Lebanon, Ohio 45036 [USA]

in inglese, francese, greco, portoghese, tedesco

[Prigioni statunitensi] Sean Swain: La Grecia e la dignità della rivolta

Qui di seguito una dichiarazione inviata dal prigioniero anarchico di lunga durata Sean Swain in occasione della presentazione dei/lle compagn* della Croce Nera Anarchica di Bloomington  nell’edificio Gini del Politecnico a Exarchia, Atene, il 23 novembre 2016. Le parole del compagno sono state lette in inglese e greco e il testo stampato distribuito nel corso della discussione contro la società carcerale organizzata dallo squat Themistokleous 58 e da Contra Info.
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Complicità con i/le detenut* ribelli negli Stati Uniti e nel mondo (A) (Striscione esposto nella sala dove si è tenuta la discussione)

La Grecia e la dignità della rivolta

Prima di dare l’impressione sbagliata di incolparvi in maniera immeritata, penso che dovrei cominciare rivelando di essere un grande fan degli/lle anarchic* grec*. È come se ogni singola immagine fotografica che vedo di ribelli coi volti coperti dal bandana o con maschere da sci nere, ogni istantanea di pattuglie della polizia ribaltate e bruciate venissero dalla Grecia. Sono un tale fan che considero che l’aver scritto una dichiarazione di sostegno al Dicembre Nero l’8 dicembre dell’anno scorso e che cinque giorni dopo i/le ribelli grec* abbiano dato fuoco a un edificio militare citandomi sia il più grande risultato della mia vita. È la pietra miliare della mia esistenza. Non faccio che vantarmene. Sono insopportabile. Dico a chiunque mi ascolti che ho scritto una dichiarazione e che gli/le anarchic* grec* mi hanno citato dopo aver incendiato un edificio militare.

Mi fa venire voglia di scrivere migliaia di altre dichiarazioni nella speranza che diate fuoco a migliaia di altri edifici.

Tutto ciò per darvi il contesto, perché quello che dirò non ferisca i vostri sentimenti…

La Grecia ha dato origina alla swivilizzazione. Tutto è partito dalla Grecia. Voi grec* avete perfezionato il programma gerarchico, sviluppato la democrazia come la sua forma più affascinante, creato capolavori artistici per decorarla — rappresentando perlopiù persone nude, che attiravano l’attenzione del resto del mondo — e avete esportato quel programma su grandi flotte navali.

Un salto in avanti, e ci ritroviamo con un sistema globale di schiavitù in cui tutt* trasciniamo pietre per la piramide di qualche ricc* stronz* e la grande maggioranza di noi non riesce a immaginare che ci possa essere qualcosa di meglio della democrazia. Viviamo in un mondo dominato da bankster (NdT: banchieri + gangster) e industriali sociopatici impegnati nella distruzione di massa di ogni essere vivente, noi inclus*.
Siamo fottuti.

Quindi mi sembra più che appropriato che nel luogo di nascita della swivilizzazione assistiamo ora al suo assassinio. In Grecia, di tutti gli spazi geografici del mondo, troviamo la più determinata, la più energica, la più radicale resistenza alla swivilizzazione, a questo programma che ci stravolge e ci assassina a rate.
Tutto è nato in Grecia. Tutto finisce in Grecia.

Non pensate che dica questo per lusingarvi. Le lusinghe non sono il mio forte. Sono più bravo a mettermi nei guai con le parole. Per cui non si tratta di adulazione ma, penso, di un’osservazione abbastanza oggettiva: gli esperimenti di resistenza che avete portato avanti, le strategie e le tattiche, le teorie che avete esplorato, tutto questo è diventato proprietà comune del resto del mondo. Anche ora che cominciamo a trovare la nostra via, inciampando, noi anarchic* degli Stati Uniti e degli altri paesi del mondo, diviso com’è in nazioni-stato artificiali, guardiamo voi. Vediamo quello che avete fatto.

Non per trovarci delle scuse, qui negli Stati Uniti, ma parte della nostra inazione, credo, è una conseguenza del vedere quello che avete compiuto, quanto siete andati lontano, e crediamo, a torto o ragione, che qui una simile resistenza non sia possibile. Siamo paralizzati, credo, dalla sensazione che non possiamo fare quello che avete fatto, che in qualche modo la situazione o le “condizioni” negli Stati Uniti siano diverse, che la sorveglianza è troppo diffusa, le possibili sanzioni troppo enormi, il clima sociale troppo tranquillo. E così restiamo seduti davanti al nostro computer e ci connettiamo per vedere i filmati dei/lle grec* allucinati e urlanti, che danno la caccia ai porci sbigottiti che cercano di mettersi in salvo, l’ordine gerarchico ha le gambe che gli tremano, e noi sogniamo.

Vi starete chiedendo, dove sono gli statunitensi?
Arriviamo. Sono sicuro che stiamo arrivando.

Proprio questo mese, milioni di statunitensi hanno votato contro l’ordine costituito che li ha traditi per tutta la loro vita. A milioni hanno verosimilmente votato per il candidato che “cambierà” tutto, che “darà una scossa,” perché quel candidato sembrava dare loro voce, esprimere la loro frustrazione.

Pur concedendo loro il beneficio del dubbio e pensando che la maggior parte siano stupidi piuttosto che malvagi, hanno inconsapevolmente votato per il fascista sociopatico più aggressivo dai tempi di Hitler e Mussolini, un fascista del peggior genere, la cui adesione di facciata alla maggioranza dimenticata cederà alle politiche guerrafondaie, ai regali per le multinazionali e l’“austerità” per il popolo. Quest* votanti soffriranno presto di “rimorso del cliente,” quando il fascista in cui riponevano le loro speranze li tradirà totalmente.

E verso chi si rivolgeranno gli statunitensi? Torneranno ai partiti tradizionali che in decine di milioni hanno rifiutato, gli stessi partiti con le stesse idee fallimentari? Troveranno un nuovo eroe che prometterà loro gloria e grandezza, parlando esattamente come l’eroe che l* ha pugnalat* alle spalle?
No. Si rivolgeranno verso l’esempio dato altrove, l’esempio del rifiuto dell’ordine imposto, le immagini e le idee esportate non dalle flotte di navi, ma trasmesse elettronicamente via satellite, mostrando la vera dignità della rivolta.

Gli statunitensi stanno arrivando.
Nel giro di pochi mesi, questo popolo docile e pacifico sarà trasformato dalla rabbia e la furia, e troverà la propria voce nel sangue e nelle fiamme. Vi seguiranno nella battaglia contro il nemico comune, andranno dove molti di voi sono già andati, e vedrete volti coperti da bandana, nascosti dalle maschere da sci, e vedrete le pattuglie della polizia ribaltate e in fiamme, forse vedrete persino le colonne di fumo salire al cielo quando guarderete a ovest l’orizzonte.

Gli statunitensi stanno arrivando. E quando lo faremo, seguiremo i passi dei/lle ribelli grec* che ci hanno preceduto.

Quel giorno, il giorno della vittoria sul nostro nemico comune, saremo tutt* grec*.
E saremo tutt* liber*.

Qui il prigioniero anarchico Sean Swain dal centro correzionale di Lebanon, Ohio, negli Stati fascisti d’America. Se siete in ascolto, voi SIETE la resistenza.

Exarchia: Volantini per l’anarchico Sean Swain, incarcerato nelle prigioni statunitensi

sean-544x408Costantemente ispirati dalle parole di Sean e dalla sua posizione contro i prigioncrati, sentendo costantemente il calore della sua ribellione, il 21 novembre 2016 abbiamo incollato dei poster nel quartiere di Exarchia (nel centro di Atene) che dicono:

“E attacchiamo, ovunque siamo, qualunque sia la nostra situazione, finché non otterremo il mondo che meritiamo. Non ci sbarazzeremo di loro con un voto o una petizione o una protesta o un processo.”

Complicità assoluta con l’irriducibile anarchico Sean Swain, ancora detenuto nelle prigioni dell’Ohio, negli Stati Uniti.

SeanSwain.org

in inglese, greco

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Prigioni statunitensi: «Dicembre Nero», testo del prigioniero anarchico Sean Swain

Black-December-2015Dicembre Nero sta arrivando, ed era ora. Abbiamo sviscerato le nostre teorie e analizzato la nostra realtà, sappiamo che tipo di futuro vogliamo e quello che dovremo distruggere per ottenerlo. Il tempo per filosofare e discutere è finito e affrontiamo il momento inevitabile del conflitto con le forze del controllo, dell’osservanza e della sottomissione.

Dicembre è davvero il punto di partenza perfetto, almeno qui negli Stati Uniti. È il mese più buio dell’anno, quello con più ore senza luce solare, in cui effettuare i nostri gesti di resistenza e ribellione. In più, col freddo, tutti indossano dei passamontagna. Quindi un* ribelle che sta per colpire un Walmart o una vettura della polizia o la casa di qualche amministratore fascista non spiccherà come accadrebbe se fosse vestito così in luglio o agosto.

Dopo aver letto le proposte per un Dicembre Nero, vorrei parlare a chi è stato, finora, paralizzato dalla paura e dallo scetticismo, che ancora non crede che possiamo intraprendere un’azione radicale e militante contro il nemico comune, che anche la violenza politica di tipo clandestino è condannata all’insuccesso, che è okay “giocare” all’anarchico, ma è avventato agire secondo le proprie convinzioni. Mi rivolgo a questo fatalismo, ma al momento non ho alcun modo di comunicare con il mondo esterno perché l’FBI, probabilmente la NSA, e il complesso industriale delle prigioni, in piena espansione, hanno consacrato una quantità di risorse e di sforzi enormi per stroncare ogni mia singola parola. Quindi, chiaramente, non state leggendo queste righe, e io non posso parlare al vostro fatalismo.
Vedete a quali pagliacci imbranati ci opponiamo?

Portando avanti Dicembre Nero il nostro scopo è di rendere impraticabile e ingestibile questo sistema di oppressione, destabilizzarlo perché crolli sulle proprie tracec sotto il suo peso incredibile. Scoraggiante? Non proprio. Vogliamo soltanto abbattere la swivelizzazione.

Non attacchiamo frontalmente, faccia a faccia, come soldati disciplinati. E non cerchiamo di farlo cadere in un sol colpo, come se ci fosse un bersaglio magico e unico grazie a cui potremmo riuscirci. No – Semplicemente andiamo là dove non fanno la guardia e distruggiamo quello che possiamo e ce ne andiamo. Tiriamo i proverbiali allarmi antincendio dove non ci sono telecamere. Il fatto è che i manager della matrice non possono mettere una telecamera o un poliziotto su tutto e tutti.

L’idea, livello individuale o di un piccolo gruppo, non è di far cadere l’intero sistema da soli. Chi la dura la vince, no? Quindi prendiamo quello che il sistema è essenzialmente disposto a cedere. L’idea per ognuno di noi è che i nostri gesti di ribellione abbiano più peso dei nostri gesti quotidiani di complicità forzata

Quindi, se il nostro contributo quotidiano a questo vasto campo di concentramento attraverso il lavoro forzato e il commercio è “x,” qualunque cosa “x” rappresenti, dobbiamo provocare abbastanza disturbi del processo durante le ore non-diurne, con delle maschere, per arrivare a “x+1.” La nostra unica responsibilità è di avere come risultato finale una perdita per i sistemi più grandi che ci sfruttano e ci asserviscono alla non-libertà.

Quello che suggerisco è che ognuno di  noi non è obbligato a effettuare delle operazioni su grande scala. Se ognuno di noi si impegna a effettuare milioni di piccoli atti di sabotaggio sul lungo termine, azionare il proverbiale allarme antincendio, l’effetto cumulativo su un periodo anche corto sarà abbastanza evidente e davvero gratificante.

A tutti i lettori che non sono paralizzati e sono entusiasti dell’arrivo del Dicembre Nero, vorrei ricordare che le banche hanno pignorato milioni di case ancora vuote che hanno in progetto di rivendere, e si possono facilmente trovare online. Vorrei anche segnalare che l’incendio doloso è il crimine meno risolto negli Stati Uniti, che la benzina costa davvero poco, e che i fiammiferi sono gratuiti.

Vorrei anche far notare che le persone che prendono le decisioni e uccidono il futuro possono essere seguite fino a casa dal lavoro. Quando le persone in cima alla catena alimentare della gerarchia vengono ritenute personalmente responsabili e pagano per i loro crimini è de-moralizzante, improvvisamente ridotti a dormire in una tenda e andare al lavoro in bicicletta mentre tutto quello che possiedono brucia ancora. Fa venire grossi dubbi agli altri dirigenti e chi sale la scala sociale, forse l’ufficio d’angolo con la finestra ha un prezzo troppo alto da pagare.

Giudici, pubblici ministeri, agenti dell’FBI, poliziotti razzisti, dirigenti di ogni tipo – devono tutti tornare a casa in queste buie serate di dicembre. Naturalmente, ci sono siti come blastblog.noblogs.org che hanno già postato l’informazione se preferite un sano piacere per tutta la miglia.

Nonostante le sue proiezioni d’invulnerabilità, il programma di controllo più ampio che dobbiamo fare cadere è davvero un casino che si rivela costantemente troppo dipendente da troppi sistemi in espansione che sono lasciati incustoditi per chilometri (un carico di scarpe buttate da un cavalcavia può impedire alla forza lavoro di entrare in città per ore) e il potere è troppo concentrato nelle mani di pochi (che devono essere protetti dalla maggioranza), ma non ci sono abbastanza guardiani per controllare i guardiani, o controllare i guardiani dei guardiani, e anche se ci fossero, devono tutti tornare a casa.

Stiamo parlando di vulnerabilità. Enormi vulnerabilità. Quindi spezziamo la paralisi e cominciamo a vivere, anche su piccola scala, a passi minuscoli, e costruiamo la nostra resistenza, durante queste buie notti di dicembre, fino a ritrovarci nel bel mezzo di un Gennaio o di un Febbraio Nero, e per allora la polizia pattuglierà le strade nei veicoli  militari che abbiamo visto a Ferguson.

Ottimo. Da qui al Maggio Nero, ne avremo bisogno. Dovremo difendere le convergenze armate che il Comitato Invisibile prevede, e faremo evolvere Occupy in Shockupy.

Comincia col proverbiale allarme antincendio. Soltanto sei libbre di pressione per tirare la leva.

Il futuro ci appartiene.

Comincia ora.

Se partecipate al Dicembre Nero, voi SIETE la resistenza…

SEANSWAIN.ORG | “Promuovere l’Anarchia e la Rivolta contro l’Autorità”

in inglese, francese, greco

Stati Uniti d’America: Una visione del futuro – Dove tutti i Roberto Adinolfi camminano con le stampelle

Tornando al Maggio 2012, Roberto Adinolfi era a capo di Ansaldo Nucleare, che costruisce centrali nucleari in tutta l’Europa, inclusa una a Kroko, Slovenia, e Cernadova, Romania. Adinolfi ha potere, soldi, prestigio e influenza. Per lui, le sofferenze e le morti a Fukushima, Giappone, non sono state neanche lontanamente vicine quanto l’ufficio con il climatizzatore o la sua lussuosa casa a Genova o i suoi abiti costosi.

Alcune volte, devi rompere qualche uovo per fare una frittata. E inoltre, ancora nessuna delle sue trappole mortali si è sciolta.

Ancora. Parola chiave. Ancora.

Roberto Adinolfi col suo potere, denaro, prestigio e influenza non ha neanche notato il mezzo che lo seguiva davanti casa. Ha creduto con arroganza che avrebbe fatto un’intera carriera guadagnando denaro a palate facendo rotolare il dado radioattivo e scommettendo milioni di vite altrui, e che mai avrebbe dovuto rispondere a nessuno, in ogni caso.

Cosi la mattina del 7 Maggio, Adinolfi è uscito dalla sua lussuosa abitazione a Genova e si è diretto verso il suo ampio ufficio con l’aria condizionata – quando un proiettile anarchico lo ha azzoppato. Ha perso sangue ed ha urlato.

Il suo vestito costoso si era rovinato.

Alfredo Cospito e Nicola Gai si sono assunti questo servizio pubblico umanitario di consegnare un chiaro messaggio ad Adinolfi da parte di milioni di future vittime del suo olocausto nucleare. Non hanno ricevuto premi o encomi, ma rispettivamente 10 anni e 8 mesi e 9 anni e 4 mesi.

Risulta chiaro che il governo italiano reputa più importante il vestito macchiato di Adinolfi rispetto alle milioni di vite che tremano all’ombra dell’incubo nucleare. Data la lunga esperienza di delusi gerarchi, questo probabilmente non suonerà strano.

I comunicati ispiranti e decisi di Alfredo Cospito e di Nicola Gai si trovano, in inglese, su Act For Freedom Now.

Il 30 Ottobre, quando Cospito ha cercato di leggere il proprio comunicato in aula, i giudici lo hanno interrotto e poi mediante l’intervento della polizia hanno espulso i due anarchici dall’aula.

Vedendo tutti i resoconti, l’indirizzo di casa dei giudici è ancora sconosciuto. Il giudice non sembra camminare con una stampella.

I pubblici ministeri Nicola Piacente e Silvio Franz, che hanno arringato a lungo e ottenuto un milione di euro come danni (da pagare senza dubbio per il vestito di Adinolfi) camminano con spensieratezza e passo simmetrico. Questi funzionari chiaramente non hanno ancora ricevuto un proiettile nelle ginocchia.

Ancora. Parola chiave. Ancora.

Oltre alla reale, penetrante, ferita giustizia che è piuttosto ovvia, c’è anche una sorta di giustizia poetica in tutto ciò. Non solo il povero e l’impotente che si svegliano spaventati ogni giorno – non più. Cosi come la gente che teme di sentire la sirena dalla vicina centrale, i funzionari in Italia adesso trattengono il respiro quando escono dalle loro case e si dirigono a commettere la loro quota giornaliera di atrocità mondane.

Quando le auto gli sgommano vicino, loro si pisciano un po addosso, e accelerano, rovesciando il caffè. In quel momento di panico e terrore, intravedono un frammento del futuro, una visione, dove i dirigenti aziendali e i legislatori, banchieri e magnati del petrolio, vertici militari e capi di stato, zoppicano su e giu per i marciapiedi appoggiandosi ai bastoni o incespicando con le stampelle, sorridono e annuiscono gli uni con gli altri mentre passano, ma con sorrisi terribili e occhi spiritati.

Credo che questo momento gli sembri molto reale, e rabbrividiscono quando contemplano tutti questi spari ben mirati, espressamente non letali … perché i tiratori li vogliono vivi.

Se li uccidi, non capiranno nulla.

Ci sono parcheggi in tutti il mondo, dove tanti miseri e infami Adinolfi passano per andare a casa dopo una giornata di lavoro passata ad uccidere il futuro. Parlano ai loro cellulari con le loro mogli mentre mandano messaggi alle amanti e pianificano le fosse comuni che orchestreranno l’indomani.

Non fanno mai caso alle auto alle loro spalle. Non sospendono mai nulla.

Quanti Alfredo Cospito e Nicola Gai potrebbero esserci?

Quanti davvero.

Sean Swain 243205
Ohio State Penitentiary
878 Coitsville-Hubbard Road
Youngstown, Ohio 44505, USA

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