Tag Archives: centri di detenzione

Paesi Bassi: Capodanno. Azione di solidarietà al centro di deportazione vicino all’aeroporto di Rotterdam/L’Aia

A Capodanno una ventina di persone hanno organizzato un’azione solidale presso il centro di deportazione dell’aeroporto di Rotterdam/L’Aia.

Mentre quasi tutto il paese stava festeggiando il nuovo anno, centinaia di persone aspettavano di venire deportate solo per il fatto di non possedere il giusto pezzo di carta. La prigione accanto alla pista di decollo dell’aeroporto di Rotterdam/L’Aia è uno dei posti in cui i/le migranti aspettano la loro espulsione.

Come piccolo gesto di sostegno per le persone rinchiuse e disgusto per le prigioni e il mondo che ne ha bisogno, a mezzanotte abbiamo fatto un’azione solidale con fuochi d’artificio, rumore, slogan e striscioni.

Contro un mondo di frontiere, prigioni e autorità. Per la libertà. Per l’anarchia!

Paesi Bassi: Imprenditori di campi di detenzione attaccati a Rotterdam

Il 10 Agosto sotto la copertura delle tenebre abbiamo mirato i costrutori contraenti Van Omme & De Groot per il loro coinvolgimento nella costruzione del centro di detenzione di Rotterdam. Lo slogan “Fannculo alla Deportazione!” è stato spruzzato sulle persiane delle finestre e bombe di vernice piene di generose quantità di vernice brillante sono state gettate rovinando l’elegante porta di legno degli arroganti progettisti dell’incarcerazione.

Questa azione è stata un’azione autonoma presa da noi separatamente dal No Borders Camp previsto durante la stessa settimana. È una cosa gridare “nessun confine, nessuna nazione, fermiamo la deportazione”, ma un’altra l’atto efficace di attaccare fisicamente coloro che fanno un tale inferno per l’esistenza degli immigrati. Siamo anche consapevoli del fatto che la nostra azione da sola non metterà fine ai profittatori della detenzione/espulsione, ma si tratta di una rappresaglia per coloro che sono coinvolti in tali luoghi tortuosi e che pensano di poter operare impunemente.

La nostra azione è in solidarietà con tutti coloro che abitano nei centri di detenzione nella fortezza Europa, sia essa Rotterdam, Calais, Regno Unito, Italia o Grecia. Non sarete mai dimenticati. Per coloro che fanno tali luoghi di violenza possibili, non sarete dimenticati lo stesso, conosciamo voi e quello che fate.

GEEN MENS IS ILLEGAAL (NESSUN UMANO È ILLEGALE)

Distruttori di Frontiere

Brixton, Londra: Attacco a negozio della catena Barnardo’s, che vende carità mentre mantiene centri di detenzione per immigrati

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9 Aprile, 2013 – Nord di Londra: Siamo stati noi

Durante la celebrazione della morte di Thatcher, abbiamo distrutto una finestra di un negozio della “carità” della catena di Barnardo’s a Brixton, abbiamo usato una lastra di cemento di un contenitore che era in strada. Ed è stato facile. Avremmo potuto fare di più se non fosse stato per alcuni autoproclamati pacifisti che, violentemente, hanno tentato di arrestarci.

Realizziamo questa azione in solidarietà a tutti/e gli/e immigrati/e detenuti/e, deportati/e e che lottano per attraversare le frontiere. Barnardo’s era il nostro obiettivo, perché finanzia ed amministra il centro di detenzione Cedars in Croydon, a nord di Londra. Detengono bambini/e, famiglie e individui/e per il semplice fatto di cercare di sfuggire dalla povertà, dalla persecuzione, dalla morte, dagli stupri e da ogni sorta di repressioni dei confini.

Libertà per tutti/e gli/le immigrati/e!
Per un mondo senza frontiere né stati!
Fuoco alle prigioni!
ALla merda Maggie!

Federazione Anarchica Informale (FAI) – Cellula circolare di lastra

fotografie di quella notte a Brixton

Regno Unito, Bristol: Incendio e danneggiamenti contro veicoli di Mitie a Bristol

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Durante il weekend abbiamo attaccato 2 diversi furgoni di Mitie. Dietro il pub “Bush”, a 5 minuti da Templemeads, in una serata soleggiata durante le ore di punta abbiamo colto l’opportunità per bucare due gomme e gettare dello sverniciatore sul veicolo. Possiamo essere statx vistx, ma non importa, buon per loro, siamo uguali a tantx altri.

Abbiamo scelto di non spingere la nostra lotta nelle ore di oscurità, riconoscendo che la nostra rabbia espressa, se qualcuno ne fosse stato testimone, avrebbe potuto lasciare qualche interrogativo nella sua mente. In questa occasione abbiamo deciso che il rischio valeva la pena. Abbiamo anche incendiato un furgone Mitie a Bristol Est, dandogli fuoco di notte.

Mitie è una delle aziende che hanno tratto enorme profitto dalla privatizzazione iniziata dalla Tatcher negli anni ’80. La gestione private delle carceri per immigrati come Campsfield è stato un primo passo nella costruzione di un impero che oggi include carceri, istituti per minori, servizi di libertà vigilata, e si estende agli alloggi e alle fonti di energia “sostenibile”. Non chiediamo una versione controllata dallo Stato di quanto citato sopra. Ma facciamo appello al fuoco verso tutte le prigioni – per immigrati, minorili o di altro tipo.

In quanto a “centri di detenzione”, Mitie gestisce ora 6 diverse carceri – tra cui 2 istituti penali minorili. Sono soci dell’organizzazione per il controllo dei confini UK e con il Servizio Carcerario. L’anno scorso i lavoratori di Mitie di Londra sono entrati in sciopero dopo che una lavoratrice incinta era stata maltrattata duramente, ed è finita in ospedale mentre lavorava per Mitie.

In tutto il paese, persone di tutte le età sono messe alle “cure” di Mitie e pestate e private della loro libertà. Queste piccole azioni sono in solidarietà con loro, e con chiunque era nelle strade questo weekend.

Mitie sostiene di supportare le persone ma la loro entrata nell’energia e negli alloggi non cambia in nulla il fatto che il loro intento è trarre profitto da ogni aspetto della vita.

Fuoco alle prigioni!
Brucia all’inferno Maggie!

fonte

Parigi: Aggiornamento sul processo d’appello di Ibrahim El Louar

no-borders

Il 2 Aprile 2013, i giudici della corte d’appello hanno espresso il loro verdetto sul caso di Ibrahim El Louar, che è stato inizialmente condannato a due anni di carcere a seguito di una fuga dal centro di detenzione per immigrati di Palaiseau il 16 Dicembre, 2012.

Nel processo d’appello, le accuse di tentata evasione dell’ordine di espulsione e di furto aggravato sono state ritirate. Ma Ibrahim è stato condannato per violenza aggravata sugli agenti incaricati di pubblici poteri (cioè Frantz Piece e Coralie Bouton), ed ha ricevuto una condanna di un anno. Ibrahim è attualmente incarcerato nella prigione di Fleury-Mérogis.

Si può sempre scrivere a lui:
Ibrahim El Louar
écrou n° 399815, Bâtiment D4 – MAH de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers, FR-91705 Sainte-Geneviève-des-Bois

Indirizzo di contatto con i solidali: evasionpalaiseau[at]riseup.net

Libertà per tutti i prigionieri, con o senza documenti!

Parigi: Invito per raduno di solidarietà in vista del processo d’appello di Ibrahim El Louar

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Il 18 Gennaio 2013, la corte di Évry ha condannato Ibrahim El Louar a due anni di reclusione e gli ha imposto una multa di 1.200 euro per danni a poliziotti. È accusato di partecipazione alla fuga di cinque persone dal centro di detenzione per migranti di Palaiseau, il 16 Dicembre 2012.

Ibrahim è stato finalmente in grado di appellarsi a questa condanna e sarà processati alla corte d’appello di Parigi, Mercoledì 20 Marzo.

Cerchiamo di essere molti tra il pubblico, invece di lasciarlo solo di fronte alla macchina giudiziaria, e cerchiamo di esprimere la nostra solidarietà, sostenendo sia lui che i fatti per cui è accusato, non importa se è innocente o colpevole.

Appuntamento il 20 Marzo 2013, alle ore 13.30, nella Corte d’appello del Tribunale di prima istanza di Parigi, 2˚ divisione, camera 8

fonte

Helsinki: Una visita al centro di detenzione di Metsälä a Capodanno

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Quando l’anno stava arrivando alla sua fine un gruppo di circa 20 persone è andato a visitare il centro di detenzione di Metsälä. Abbiamo mostrato il nostro sostegno alle persone all’interno – imprigionate a causa delle loro origini – facendo rumore al di fuori delle recinzioni.

Abbiamo comunicato il nostro messaggio con tamburi, vuvuzele, fuochi d’artificio e le nostre voci. Siamo riusciti a scambiare informazioni di contatto con alcuni imprigionati. Uno di loro ci ha detto che è stato mantenuto in detenzione già per sei mesi senza alcun contatto con l’esterno.

Quando l’anno stava cambiando, la polizia è venuta ad interrompere la comunicazione tra le persone dentro e fuori dalle mura del centro di detenzione. I poliziotti hanno verificato l’identità di tutti i manifestanti e arrestato un compagno che si è rifiutato di collaborare. È stato rilasciato dopo un paio di ore.

Abbiamo lasciato il centro augurando un Anno Nuovo Felice ai carcerati. I nostri auguri si sono ricambiati da dietro le recinzioni dei fili spinati, le finestre e il balcone del centro di detenzione.

Proteste contro le carceri e i centri di detenzione vengono effettuate durante la notte di Capodanno in tutto il mondo.

Solidarietà con i migranti! Senza confini! Senza nazioni!

in finlandese

Appello globale per manifestazioni rumorose fuori le prigioni

Appello globale per il giorno di capodanno: manifestazioni rumorose fuori  le prigioni, le galere e i centri di detenzione di tutto il mondo

Manifestazione globale di fine anno: 20112012

Fuori e dentro tutte le prigioni, le galere e i centri di detenzione.

Questo evento è ispirato all’appello fatto girare nell’anno 2011 dai compagni del Nord America per una giornata di azione contro le prigioni, che rimane prevalentemente invariato:

Manifestazioni rumorose fuori dalle carceri sono, in alcuni paesi, una continua tradizione. Un modo per esprimere solidarietà durante l’anno nuovo a tutti coloro che sono tenuti prigionieri dallo Stato. Una dimostrazione rumorosa rompe l’isolamento e l’alienazione nelle celle create dai nostri nemici, ma non ci si deve fermare a questo.
La prigione ha una lunga storia all’interno del capitale, essendo una delle forme più arcaiche di prolungata tortura e punizione. E’ stata usata per uccidere alcuni lentamente e per torturare quelli indesiderati – delinquenti per l’ordine regnante- che non hanno bisogno di adattarsi al predeterminato modello di società.

La prigione è usata non solo come un’istituzione, ma come un intero apparato, costruito esternalmente fuori dalle mura della prigione stessa.
Che i nostri nemici, nel modo di definire la nostra vita quotidiana si riferiscono alla prigione, si manifesta in molti luoghi a partire dalle banche che finanziano lo sviluppo delle prigioni (come Wells Fargo, Banco d’ America, BNP Paribas, Banca del West, e Barclays),  alle aziende che hanno il contratto per lo sviluppo delle carceri (come Bergelectric Corporation, SASCO Electric, Engineered Control Systems, MacDonald Miller Facility SLTNS and Kane MFG Corp.), agli investitori dei complessi carcerari (come Barclays Intl. eMerrlin Lynch) fino alla polizia e alle guardie che si nascondono dietro i loro elmetti e dietro il potere dello stato.

Solidarietà non è solo un’espressione della nostra poesia rivoluzionaria che è definita dallo sviluppo dell’analisi anarchica, piuttosto è un’espressione di azioni messe in pratica nella guerra sociale di tutti I giorni. Ecco perchè proponiamo a tutti coloro che hanno una certa e reciproca comprensione del mondo carcerario e delle condizioni che questo crea di ricordare questo giorno, e segnarlo sul proprio  calendario. Per localizzare i punti d’attacco. Per non limitarsi ad una semplice dimostrazione rumorosa, ma per sviluppare autonomamente azioni distinte. Azioni che possano rompere le posizioni banali che bloccano il nostro modo di internalizzare la cosa.

A tutti i compagni conosciuti e a tutti coloro che dobbiamo ancora conoscere . Giusto perchè non ci siamo ancora incontrati questo non significa che non possiamo agire in affinità reciproca. La nostra lotta continua non solo fuori, ma anche dentro. La prigione non è una fine, ma una continuazione. Attraverso momenti di rivolta individuale e collettiva, con i metodi che ciascuno ritiene possibili.

Il fuoco della nostra rabbia deve diffondersi.

Contro le prigioni e il mondo che le mantiene.
Per la guerra sociale.
In memoria di tutti coloro che sono correntemente in prigione
fonte: anarchistsnews.org

Immigrato dodicenne senza documenti arrestato perchè frugava trà i rifiuti

Il 5 ottobre, nel quartiere di Dafni ad Atene, il dodicenne Ali Mohammed Rasul è stato arrestato dalla polizia mentre frugava dentro un cestino per i rifiuti. È stato portato alla stazione della polizia locale e poi trasferito nel centro di detenzione minorile Amygdaleza a Thrakomakedones nel nord-ovest dell’Attica perchè senza documenti. Il dodicenne ha altri due fratelli minorenni e sua madre che soggiornano in città e vuole riunirsi a loro.

Quando abbiamo contattato il centro di detenzione in cui è detenuto e ci è stato detto che la madre con i suoi documenti in regola (che non ha) lo avrebbe potuto prendere. Se dovesse, tuttavia, cercare di visitare il centro senza i propri documenti, sarebbe anche lei arrestata per immigrazione clandestina. Inoltre, il giudice per i minori ha risposto che il dodicenne rimarrà in detenzione per un periodo che và da sei mesi fino ad un anno, presumibilmente per il suo stesso interesse e dove,a quanto si dice, gli sarà dato un’aiuto come minore, e dopo un anno riceverà un’ordine di espulsione.

È stato ripetuto che il bambino vuole tornare dalla sua famiglia e non desidera stare in nessun centro di detenzione del cosidetto Sistema Sociale Statale. Chiediamo l’interessamento e il sostegno dei compagni, così come un’aiuto legale, in modo che il ragazzo si riunisca alla sua famiglia.

Compagni, questa è una questione urgente. Recapito telefonico (così come per precedenti casi che riguardano i clandestini): +30 6949541712

Nessuna legge può essere cosi’forte da dividere una madre dal suo bambino.

Sappiamo che la sovvenzione UE per la detenzione degli immigrati è superiore alla moralità nella mente dei torturatori di Stato e degli sfruttatori; ora ciò è confermato per i figli minori.

Persone in solidarietà

fonti: athens.indymedia.org, occupied london