Tag Archives: immigrati

Europa: Operazione di polizia su vasta scala contro i migranti

ATTENZIONE!

Un’operazione poliziesca chiamata “mos maiorum” è stata preparata dall’Unione Europea e avrà corso dal lunedí 13 alla domenica 26 ottobre 2014. Durante due settimane, 18.000 sbirri faranno la caccia alle persone senza documenti. Vogliono scoprire le vie e le strade delle migrazioni e arrestare il maggiore numero di persone possibile.

Avvertite e parlatene a tutt* i senza documenti! I controlli si faranno nei treni, nelle stazioni, negli aeroporti, sulle autostrade e sulle frontiere interne all’unione europea.

Contro la fortezza Europa, nessun* è illegale!

Paesi Bassi: Imprenditori di campi di detenzione attaccati a Rotterdam

Il 10 Agosto sotto la copertura delle tenebre abbiamo mirato i costrutori contraenti Van Omme & De Groot per il loro coinvolgimento nella costruzione del centro di detenzione di Rotterdam. Lo slogan “Fannculo alla Deportazione!” è stato spruzzato sulle persiane delle finestre e bombe di vernice piene di generose quantità di vernice brillante sono state gettate rovinando l’elegante porta di legno degli arroganti progettisti dell’incarcerazione.

Questa azione è stata un’azione autonoma presa da noi separatamente dal No Borders Camp previsto durante la stessa settimana. È una cosa gridare “nessun confine, nessuna nazione, fermiamo la deportazione”, ma un’altra l’atto efficace di attaccare fisicamente coloro che fanno un tale inferno per l’esistenza degli immigrati. Siamo anche consapevoli del fatto che la nostra azione da sola non metterà fine ai profittatori della detenzione/espulsione, ma si tratta di una rappresaglia per coloro che sono coinvolti in tali luoghi tortuosi e che pensano di poter operare impunemente.

La nostra azione è in solidarietà con tutti coloro che abitano nei centri di detenzione nella fortezza Europa, sia essa Rotterdam, Calais, Regno Unito, Italia o Grecia. Non sarete mai dimenticati. Per coloro che fanno tali luoghi di violenza possibili, non sarete dimenticati lo stesso, conosciamo voi e quello che fate.

GEEN MENS IS ILLEGAAL (NESSUN UMANO È ILLEGALE)

Distruttori di Frontiere

Brixton, Londra: Attacco a negozio della catena Barnardo’s, che vende carità mentre mantiene centri di detenzione per immigrati

brixton-barnardos-charity-shop

9 Aprile, 2013 – Nord di Londra: Siamo stati noi

Durante la celebrazione della morte di Thatcher, abbiamo distrutto una finestra di un negozio della “carità” della catena di Barnardo’s a Brixton, abbiamo usato una lastra di cemento di un contenitore che era in strada. Ed è stato facile. Avremmo potuto fare di più se non fosse stato per alcuni autoproclamati pacifisti che, violentemente, hanno tentato di arrestarci.

Realizziamo questa azione in solidarietà a tutti/e gli/e immigrati/e detenuti/e, deportati/e e che lottano per attraversare le frontiere. Barnardo’s era il nostro obiettivo, perché finanzia ed amministra il centro di detenzione Cedars in Croydon, a nord di Londra. Detengono bambini/e, famiglie e individui/e per il semplice fatto di cercare di sfuggire dalla povertà, dalla persecuzione, dalla morte, dagli stupri e da ogni sorta di repressioni dei confini.

Libertà per tutti/e gli/le immigrati/e!
Per un mondo senza frontiere né stati!
Fuoco alle prigioni!
ALla merda Maggie!

Federazione Anarchica Informale (FAI) – Cellula circolare di lastra

fotografie di quella notte a Brixton

Modena: Aggiornamenti sulla rivolta al CIE

Sera di lunedì 8 aprile, Modena

Dentro al parcheggio del CIE staziona una camionetta dei carabinieri. Si vedono dei materassi impilati fuori.

Da dentro dicono che la notte scorsa uno dei reclusi ha ingoiato una  lametta ed è stato portato via, non sanno dove. E che gli sbirri non si sono risparmiati nel pestarli un po’ tutti per sedare la rivolta. Si sentono ancora battiture e urla di protesta isolate. Quando da fuori alcuni fuochi artificiali e alcune grida di saluto e solidarietà rompono il silenzio, facendo sapere che – in pochi – ma qualcuno c’è ed è con loro, da dentro si alza un coro di grida e battiture. Si distingue il grido ‘libertà’.

Intanto continua quasi assoluto il complice silenzio mediatico. Dove saranno finite tutte quelle autorità e quegli scribacchini che negli scorsi mesi facevano a gara per mostrare tutto il loro umanitarismo di facciata?

Se “volete far sapere cosa ne pensate” di tutto questo… il numero del CIE di Modena è: 0039 059-451690

Aggiornamenti precedenti

Regno Unito: Concerto di beneficenza per i prigionieri anarchici greci ad occupazione a Nottingham

greek_benefit-nottingham

«Non diamo libero sfogo ai nostri carcerieri, colpiamo il cuore della tigre ogni giorno, in ogni modo, in base alle nostre differenze, contro la tristezza e la solitudine delle nostre celle di reclusione.”-Os Cangaceiros

La Nostra Solidarietà Non È Negoziabile

Calci alle porte nelle prime ore del mattino da teppisti armati, fascisti in giro per le strade in caccia di immigrati, la tortura sistematica attuata dalla polizia dalla para-militare, il cannibalismo sociale nella vita di tutti i giorni; questa è la realtà nuda e cruda in Grecia.

Nel corso degli ultimi mesi, lo Stato Greco ha chiarito le sue intenzioni, per sradicare ogni insurrezione contro il vortice che ha scatenato sulle strade, in particolare mirando contro gli spazi liberati, dove il controllo della vita quotidiana viene sfidato.

La nostra solidarietà non è negoziabile, quando si tratta dei nostri compagni anarchici, il nostro conflitto con la società prigione è uno e lo stesso. Attraverso questa beneficenza rompiamo le celle che hanno messo intorno a noi, raggiungendo attraverso i confini che non esistono per noi, in un abbraccio eterno i nostri compagni.

Sappiamo che la raccolta di fondi e le parole non sono sufficienti da sole, che le parole devono diventare prassi in modo di penetrare le sbarre della prigione. È solo fino a quando si mette fuoco alle celle all’esterno e all’interno che si può veramente parlare di solidarietà.

Solidarietà con le occupazioni, gli spazi aperti e liberati in Grecia, con tutti i prigionieri nelle celle, non siete mai dimenticati, la nostra resistenza continua vi ricorderà che un giorno gli bruceremo tutti insieme.

Alcune Persona Non Grata

Né a Londra, né da nessuna parte …Cestiniamo i fascisti e chiunque gli apre la strada

La sera del Lunedì, 4 Marzo, il sindaco di Atene, Giorgos Kaminis ha parlato al London School of Economics in un evento della società ellenica sul “uscita dalla crisi”. Il sindaco ha avuto il coraggio di parlare di uscita dalla crisi – anche se sa benissimo che la sua politica in tutti questi anni hanno solo acuito la crisi per tutti, ad eccezione di quelli inclusi nella sua visione purificata della cittadinanza. Questo, in un momento in cui la feccia dei suoi inseguimenti della polizia municipale, le rapine e gli assalti contro gli immigrati venditori ambulanti, in un periodo in cui l’assassinio di Cheikh Ndiaye in Thiseio, ad Atene, portano la sua firma, pochi mesi dopo lo sgombero di Villa Amalias e la cura di Kaminis per cedere ulteriore terreno ai nazisti dell’Alba Dorata della zona di Agios
Panteleimonas.

Perché la sua visione per una Atene pulita puzza di sangue e di pogrom. Perché l’uscita dalla crisi presuppone la riduzione delle manifestazioni e delle mobilitazioni, la repressione contro le occupazioni e la fine del “anomia”, come il sindaco ha ripetutamente richiesto sin dall’inizio del suo mandato. Siccome, l’uscita dalla crisi per lui significa “togliere coloro che resistono e che sono incompatibili con la mia visione”, circa 35 compagni hanno deciso di ricordargli che non sarà a suo agio da nessuna parte…

fonte

Francia: Da un carcere all’altro

climbing-up

Il 16 Dicembre 2012, cinque persone hanno cercato di scappare dal centro di detenzione di Massy-Palaiseau. Quattro ci sono riuscite, ma la quinta persona, Ibrahim, è stato catturato dalla polizia che lo ha picchiato. È stato messo in custodia, è stato tenuto per due giorni e poi è stato portato davanti ad un giudice, accusato di aver aggredito un poliziotto per rubargli il suo passaporto di sicurezza che ha permesso agli altri di scappare. È stato poi rinviato a Fleury-Mérogis fino al 18 Gennaio 2013, il giorno della sentenza del tribunale, quando è stato condannato a due anni di prigione e costretto a pagare 1200€ a due poliziotti che lo avevano accusato di violenza. Fuggire da un centro di detenzione non è un reato; i sbirri e i giudici stavano cercando di premere altre accuse contro di lui.

Ibrahim è attualmente detenuto nel carcere di Fleury-Mérogis. Egli non ha fatto appello la sentenza. Quando uno è isolato, uno straniero che in realtà non parla francese, e non ha alcun avvocato di difesa, è quasi impossibile capire che ci sono dieci giorni di tempo per presentare ricorso. La giustizia è molto più schiacciante per chi sia povero e senza documenti.

Da un carcere all’altro, da un campo di detenzione per stranieri in una prigione del sistema penale, il percorso è stato ben chiarificato, ed in entrambe le direzioni. Il potere approfitta sempre delle rivolte, dei tentativi di fuga, del rifiuto di imbarco per bloccare persone sempre più recalcitranti. E viceversa, ciò che ci aspetta nella maggior parte dei casi dopo il rilascio dal carcere, quando siamo senza documenti è il centro di detenzione ed espulsione.

Quando si è rinchiuso in un centro di detenzione, quando tutti i rimedi giuridici sono esauriti e la deportazione è annunciata, l’unica alternativa è la fuga e la rivolta. Questo è il motivo per cui queste storie si ripetono: un paio di giorni prima della fuga dal campo di Palaiseau, tre persone sono riuscite a fuggire dal centro di detenzione di Vincennes, e speriamo che siano ancora in fuga. A Marsiglia, nel Marzo 2011, i prigionieri hanno dato fuoco alla prigione per gli stranieri in Canet. Da allora, due persone sono sotto sorveglianza giudiziaria in attesa di processo per il loro passaggio attraverso il punto di controllo della prigione.

Per Ibrahim, come per quelli del caso di Marsiglia, è importante essere solidali con loro che si ribellano per la loro libertà, sia che siano “innocenti” o “colpevoli”. Finché ci sono delle prigioni, documenti e confini, la libertà sarà solo un sogno.

FUOCO A TUTTE LE CARCERI! LIBERTÀ PER TUTTI!

Non lasciate che Ibrahim affronta il carcere e la giustizia in isolamento; è possibile scrivere a lui:
Ibrahim El Louar
écrou n° 399815, Bâtiment D4 – MAH de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers, FR-91705 Sainte-Geneviève-des-Bois

Non può ricevere soldi per vaglia postale. Potete anche aiutarlo contribuendo donazioni a Kalimero, un fondo di solidarietà per gli accusati della guerra sociale in corso. Il numero di conto per fare un trasferimento è 102780613700020471901 | Key 07.

Se desiderate inviare vestiti o pacchetti, o per qualsiasi ulteriore contatto, potete inviare un e-mail a: evasionpalaiseau@riseup.net

testo in francese | PDF

Atene, Domenica 03/02.2013: Raduno di protesta a Thissio dopo l’ennesimo omicidio di un immigrato

chase

Il 1° Febbraio 2013, circa alle 20.30 dei venditori ambulanti immigrati in prossimità di Thissio sono stati inseguiti dalla polizia municipale di Atene che ha intrappolato uno degli immigrati in un angolo appena sopra i binari della stazione della metropolitana di Thissio. Quando la polizia ha tentato di rubare la merce dell’ambulante spingendolo, Babakar Ndiaye (38enne dal Senegal) è caduto sui binari della metropolitana da un’altezza di 7 metri, dove è morto all’instante.

Dopo l’inseguimento omicida della polizia, diversi passanti, amici venditori ambulanti ed altri solidali si sono radunati sul posto in lutto con la perdita di Babakar. Poco dopo, squadre anti-sommossa sono state schierate nella zona in cui hanno attaccato e disperso la folla usando dei lacrimogeni, ecc. Per diverse ore più tardi, nel centro della città, decine di immigrati sono stati catturati dalla polizia. Tutti i detenuti sono stati liberati, tranne due immigrati che continuano di essere tenuti nelle stazioni di polizia. Tuttavia, secondo testimoni oculari, gli assassini in divisa comunale che hanno causato la morte di Babakar a Thissio sono scomparsi subito dopo l’omicidio, senza lasciare alcuna “traccia” finora.

Il giorno dopo, l’Assemblea degli immigrati e solidali di ASOEE ha tenuto una discussione in cui più di 80 immigrati hanno partecipato, e la gente ha condiviso maggiori informazioni circa l’incidente.

Un raduno di protesta con un sistema audio al di fuori della stazione della metropolitana di Thissio è stato quindi deciso di essere tenuto la Domenica del 3 Febbraio alle 13.00, in modo da informare ulteriormente la gente su quest’altro omicidio fascista. Inoltre, il Lunedì il 4 Febbraio alle 17.00 una conversazione aperta si terrà nella facoltà di ASOEE, sulla via Patission, al fine di condividere idee, unire le forze e organizzare azioni da seguire contro la violenza della polizia e del razzismo, in solidarietà con tutti gli oppressi ad Atene e non solo.

Nulla deve essere lasciato senza risposta di fronte agli omicidi statali e parastatali.
Lotte comuni della popolazione locale e degli immigrati.

Assemblea degli immigrati e dei solidali di ASOEE

stegastro

“Shehzad Luqman, 27 anni, ucciso a Petralona dai seguaci del partito dell’Alba Dorata. Il silenzio verso gli assalti fascisti è complicità”

– Striscione da parte dello spazio sociale autogestito Stegastro (“Rifiugio”) nel distretto di Galatsi-Lambrini per quanto riguarda il recente assassinio fascista di un lavoratore immigrato pakistano (17/01) ad Ano Petralona, un quartiere adiacente a Thissio

Helsinki: Una visita al centro di detenzione di Metsälä a Capodanno

demo-helsinki

no-borders-helsinki

Quando l’anno stava arrivando alla sua fine un gruppo di circa 20 persone è andato a visitare il centro di detenzione di Metsälä. Abbiamo mostrato il nostro sostegno alle persone all’interno – imprigionate a causa delle loro origini – facendo rumore al di fuori delle recinzioni.

Abbiamo comunicato il nostro messaggio con tamburi, vuvuzele, fuochi d’artificio e le nostre voci. Siamo riusciti a scambiare informazioni di contatto con alcuni imprigionati. Uno di loro ci ha detto che è stato mantenuto in detenzione già per sei mesi senza alcun contatto con l’esterno.

Quando l’anno stava cambiando, la polizia è venuta ad interrompere la comunicazione tra le persone dentro e fuori dalle mura del centro di detenzione. I poliziotti hanno verificato l’identità di tutti i manifestanti e arrestato un compagno che si è rifiutato di collaborare. È stato rilasciato dopo un paio di ore.

Abbiamo lasciato il centro augurando un Anno Nuovo Felice ai carcerati. I nostri auguri si sono ricambiati da dietro le recinzioni dei fili spinati, le finestre e il balcone del centro di detenzione.

Proteste contro le carceri e i centri di detenzione vengono effettuate durante la notte di Capodanno in tutto il mondo.

Solidarietà con i migranti! Senza confini! Senza nazioni!

in finlandese

Amsterdam: Presidio anti-prigione di Capodanno al campo di deportazione di Schiphol

Foto dal presidio dell'anno scorso
Foto dal presidio dell’anno scorso

Ieri sera un gruppo di persone è andato a fare rumore sulla nuova località della prigione di deportazione di Schiphol (Amsterdam). Si tratta di una tradizione internazionale di Capodanno di andare alle carceri per rompere il silenzio e l’isolamento.

Nella nuova prigione di Schiphol “De Poort” oltre 1.000 persone saranno rinchiuse. Ancora di più celle per un sistema omicida. La scorsa notte, dei messaggi registrati dalla RefugeeChurch -una chiesa occupata abitata da clandestini (senza documenti) ad Amsterdam- sono stati trasmessi per la gente all’interno.

Nei Paesi Bassi ci sono migliaia di persone rinchiuse perché non hanno (i giusti) documenti, in condizioni ancora peggiori rispetto alle prigioni normali. Le persone vengono mantenute per mesi e poi o deportate o cacciate in strada per essere “praticamente non deportabili”, e un paio di mesi dopo, il circo ricomincia. Quelli che decidono su queste “misure” sono quelli pochi che inventano delle leggi in cui tutti dovrebbero piegarsi: sono loro che guadagnano soldi dalla repressione.

L’intero sistema carcerario è basato sulla loro necessità di regolare e controllare la “società”. Le persone vengono rinchiuse solo perché non rientrano in quella società, non contribuiscono a sufficienza in termini economici, o semplicemente per spaventare la gente. Per lo Stato si tratta di proteggere i ricchi e l’ordine, per mantenere lo sfruttamento e repressione.

È per questo che continueremo a tornare per far si che la nostra solidarietà con i prigionieri sia sentita.

Fino a quando ognuno sarà libero, fino a quando i confini e le mura delle prigioni non esisterano più.

Per un Anno Ribelle Nuovo!

Atene: Attacco esplosivo agli uffici dell’Alba Dorata

Rivendicazione di responsabilità per l’ordigno esplosivo che è stato esploso nella sede locale del partito nazionalista ad Aspropyrgos nelle prime ore del 4 Dicembre 2012:

Il Fronte Antifascista-Federazione Anarchica Informale (FAI) rivendica la responsabilità per il collocamento dell’ordigno esplosivo presso gli uffici dell’Alba Dorata dell’Attica Occidentale ad Aspropirgos al 17°km della strada statale Atene-Corinto. L’urbanistica della zona (si tratta di una zona con poco traffico specialmente nelle ore serali) ci ha offerto vantaggio per mettere un ordigno esplosivo, senza dover effettuare chiamate di avvertimento per telefono (che forse avrebbero spinto i poliziotti ad disattivare il meccanismo con l’orologio che abbiamo dovuto usare, per proteggere gli uffici dei loro amici e soci albadorati).

Oltretutto i compagni che hanno fatto esplodere l’ordigno esplosivo avevano controllato perimetricamente la zona a quel ora, in modo da non ferire qualche passante casuale. Per quanto riguarda i danni causati al negozio di costruzione di insegne al piano terra, non erano nelle nostre intenzioni visto che l’obiettivo era solo la sede dell’Alba Dorata. Ma dobbiamo rendere noto che quelli che tollerano la co-operazione con i fascisti trasferiscono i problemi alla loro porta. Che chiedano pure un risarcimento a loro vigliacchi vicini neonazisti.

Abbiamo scelto di colpire gli uffici dell’Alba Dorata perché riteniamo che devi colpire i fascisti prima che loro colpiscano te. Non staremo con le braccia incrociate a guardare la schiusa del serpente. Rifiutiamo la passività delle denunce pubbliche e il ruolo della vittima eterna che ha paura di scontrarsi apertamente con i fascisti. Odiamo l’ipocrisia umanitaria e il perbenismo professionale dei politici e dei giornalisti che demonizzano l’Alba Dorata santificando la democrazia della demagogia. Ci fanno arrabbiare le invocazioni della legalità costituzionale e le ridicole suppliche per “mettere fuori legge l’Alba Dorata.”

La questione per noi non è che l’Alba Dorata sia messa fuori legge, ma fuori vita. Allora, Elias Kasidiaris, questo ragazzo affemminato con i mille tic nervosi [sic], capirà che quando afferma [come esponente del partito] che “l’Alba Dorata non si fermerà né con proiettili né con bombe” commette un grosso errore. Oltretutto i grandi paroloni non hanno mai aiutato nessuno.

Naturalmente oggi sappiamo che a parte di alcune decine di polpettoni rasati con il cervello di un radicchio, l’Alba Dorata possiede un apparato di partito organizzato (con sussidi governativi di milioni di euro) ed un ampio consenso popolare da una parte della società. Inoltre sappiamo che le migliaia dei suoi elettori non sono tutti neo-nazisti. Si tratta di un pittoresco mosaico di gente conservatrice, di fossili nostalgici della monarchia e della dittatura, ragazzini codardi che ammirano lo stile di vita militarista degli albadorati, democratici delusi abbagliati dal presunto atteggiamento forte e dal populismo della destra, neo-poveri la qui cui unica proprietà rimasta sono le loro fantasie nazionaliste, spaventati piccoli borghesi che hanno trasformato i loro impasse finanziari in odio verso gli stranieri ed altre decine di caricature sociali che sostituiscono la loro miseria e la viltà con il falso atteggiamento forte dell’Alba Dorata.

Questa moltitudine di elettori non sono neo-nazisti, ma questo non significa che sono innocenti. Sono solo la coda del serpente. Certamente non c’è un’immunità per loro, ma quello che viene primo per ora è la testa.

L’Alba Dorata utilizza spesso una retorica anti-sistemica per mantenere la sua coda. L’Alba Dorata anti-sistemica è l’Alba Dorata degli contributi statali, quella che ha come presidente un membro del ex Servizio Statale di Informazioni (KYP) –che era nel libro paga ufficiale dell’agenzia segreta greca per i suoi servizi–, quella degli infami che denunciano gli ex esponenti di spicco [caso Haris Kousoumvris [che ha pubblicato un libro sotto il titolo “Demolendo il mito dell’Alba Dorata”] e collaborano con la polizia (informazioni sul reclutamento di nuovi membri per mappare lo “spazio dell’estrema destra”). È anche noto che l’Alba Dorata al di là degli apparenti tafferugli che causa con i sbirri, mantiene ottimi rapporti di amicizia con la polizia, dalla quale deriva una larga fetta dei suoi elettori. Così con le spalle dei sbirri continua indisturbata alle sue azioni di pseudo-forza dando calci a cartoni vuoti di immigrati e accoltellando…

Nell’apparente antipoda i professionisti giullari della sinistra cercano di coprire col luccichio magico dell'”umanesimo” la questione degli immigrati. Ma l’immigrazione non è un’attenuante per nessuna azione di cannibalismo sociale. Non ci sono alibi per chi (sia “greco” o “immigrato”) stupra, né alcuna pietà per chi lega e tortura altre persone per rubarli pochi soldi, invece di andare a rapinare una banca. Così la retorica della difesa della sinistra e degli anarchici che viene espressa con vaghe generalizzazioni “di assoluzione” come “Siamo tutti immigrati” aumenta il conservatorismo e l’accelerazione sociale del fascismo.

L’etnia e la diversità in quanto tale non può essere un criterio di colpevolezza, non può essere una presunzione di innocenza. Ogni uomo è valutato dalle proprie scelte e azioni e non dalla sua razza o colore.

Oggigiorno i albadorati e i loro seguaci, trovano rifugio nella codardia del patriottismo. È il tempo della coesione di quelli che hanno paura. Il Fronte Antifascista – Federazione Anarchica Informale combatte contro il regime della paura. Lontano da piattaforme burocratiche passiamo dalla difesa all’attacco. Non aspettiamo niente e nessuno. Non ci sono scuse. Basta con la passività e il disfattismo. Attacchiamo i fascisti con ogni mezzo-con il legno, con i coltelli, con le cacciavita, col fuoco, con esplosioni, con pallottole.

Facciamo la cartografia degli albadorati e gli facciamo agguati, gli spacchiamo alle botte, bruciamo le loro motociclete e gli “ritiriamo” dalle loro false azioni di forza. Meglio di sdraiare alcuni di loro adesso, prima di credere di poter alzare la testa. Non c’è bisogno di qualche specializzazione militarista, serve solo coscienza, coraggio e determinazione… Non servono neanche amicizie pericolose e l’avventurismo di alleanze opportunistiche effimere “contro la minaccia del fascismo” che mostrano l’Alba Dorata come il rivale della democrazia, assolvendo parallelamente la dittatura parlamentare.

Il fascismo più pericoloso non sono i caratteristici rasati bomboloni dell’Alba Dorata, ma il fascismo che non sia visibile. Il fascismo che si nasconde dietro le gentilezze di velluto del totalitarismo democratico. Il fascismo legale dei padroni, delle multinazionali, dei tribunali, del carcere, dell’esercito, della polizia, della conoscenza sterile della scuola, della chiesa, della legge, delle pubblicità, del controllo di tutti i giorni, della noia e della solitudine che regnano nei moderni campi di concentramento della metropoli. Tutti questi tiranni della nostra vita quanto più si nascondano dietro un muro di uniformi e armi da fuoco saranno sempre nel mirino del Fronte Antifascista-Federazione Anarchica Informale.

L’attacco all’Alba Dorata costituisce parallelamente (anche se prematuramente, prima delle date annunciate) un saluto ed una partecipazione attiva all’appello fatto dalla Frazione Anti-civilizazzionista del Fronte di Liberazione della Terra (FAI) in Messico attraverso il doppio attentato effettuato, invitando ad una Settimana Internazionale di Azione Diretta per il nostro fratello anarchico Mario Lopez che sia imprigionato lì.

Saluti ribelli a tutti i nostri fratelli che fanno la Federazione Anarchica Informale, realtà…

Che possa la nostra rivolta per la libertà di infuocare i nostri cuori.

PENSARE RIVOLUZIONARIAMENTE – AGIRE OFFENSIVAMENTE

Fronte Antifascista – Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI – IRF)

PS: Inviamo, inoltre, i nostri saluti cospirativi a tutti loro che da Veria fino a Patrasso e Creta e da Agrinio fino a Xanthi, attaccando i fascisti. Ogni picchiata ad un albadorato ed ogni distruzione dei loro uffici è parte del fronte antifascista. Il fascismo si distrugge con i fatti e non con le parole…

fonte: in greco, in inglese

Grecia, Patrasso: Messaggio da un gruppo di immigrati

10 novembre 2012

Siamo un gruppo di immigrati, quelli illegali, che sono riusciti ad evitare l’arresto durante le operazioni “Xenios Zeus” che hanno avuto luogo a Patrasso il 1° Ottobre. Durante questa operazione molti dei nostri amici sono stati arrestati ed ora sono detenuti senza per motivo nei campi di concentramento (carceri). La ragione per la scrittura di queste parole è perché il nostro augurio sia che il nostro messaggio raggiungerà tutti coloro che vivono in Grecia in modo da chiarire certe cose, perché lo Stato ha modellato un’immagine molto distorta di noi.

La maggior parte delle persone che l’operazione “Xenios Zeus” mira costituiscono una parte della società greca ed hanno vissuto nel paese dal 2008. Ciò significa che sono stati qui prima della crisi.

Chiediamo allo Stato greco e dalla polizia di permettersi di mangiare spazzatura dai bidoni in pace, invece di imprigionarci in campi di concentramento.

Chiediamo la solidarietà di tutti, in modo che possiamo mettere fine all’operazione “Xenios Zeus”, in modo da poter chiedere la liberazione dei nostri amici che sono tenuti nei campi.

La scopa* è qualcosa di inventato per spazzare rifiuti e non le persone, e siamo sicuri che in questo paese le persone non sono felici quando gli altri vengono trattati come spazzatura.

Il denaro speso per mantenere gli immigrati nei campi, potrebbe essere usato per fornirci dei documenti in modo da poter decidere se restare o immigrare verso altri paesi, la stessa cosa che i greci stanno facendo ora a causa della crisi.

Vi ringraziamo per il vostro tempo.

fonte

“Xenios Zeus”: il nome eufemisticamente concesso dallo Stato a fini della sua propaganda per le operazioni di polizia in corso rivolte conte gli immigrati / rifugiati. Secondo la mitologia, Zeus era il dio patrono dell’ospitalità e ogni accusa contro gli stranieri, i viaggiatori, gli immigrati costituiva un grave reato.

*le operazioni di arresto di massa si chiamo “scopa della polizia”

Berlino: Sciopero della fame di rifugiati di fronte alla Porta di Brandeburgo

Il 24 Ottobre, 20 partecipanti allo sciopero dei rifugiati in corso in Germania, hanno deciso di effettuare lo sciopero della fame e posizionare una seconda tenda di campeggio di fronte alla Porta di Brandeburgo, a Berlino, ma la polizia abbia demolito l’accampamento la stessa notte. I poliziotti, inoltre, hanno vietato qualsiasi uso di attrezzature di accampamento. Di seguito è riportato il video dell’evacuazione.

Tra i slogan cantati: “Siamo qui e combatteremo! La libertà di movimento è diritto di tutti”,”Nessuna frontiera, nessuna nazione, fermiamo la deportazione”,”Fuoco e fiamme alle autorità di deportazione! La solidarietà deve essere attiva!”

Il 26 Ottobre, la polizia ha molestato gli scioperanti della fame e gli solidali ancora una volta. Le forze repressive hanno violentemente derubato gli sacchi a pelo e le coperte dei scioperanti. Tre persone, due attivisti e un rifugiato, sono stati arrestati. Quest’ultimo è stato ferito alla gamba da parte della polizia ed abbia dovuto ricoverarsi in ospedale.

Breve racconto di quella notte: “Circa alle 01.45 (ora locale), un sacco di poliziotti sono arrivati alla Porta di Brandeburgo. Hanno detto ai rifugiati in sciopero della fame di mettere da parte i loro sacchi a pelo (i profughi sono in sciopero della fame dal 24 Ottobre, e bevono solo acqua). Alle 02.00, la polizia ha iniziato a confiscare i loro sacchi a pelo ed ha arrestato tre persone: due attivisti ed un profugo. Il rifugiato è stato portato in ospedale perché la sua gamba è stata ferita. Quasi 40 persone sono rimaste alla Porta di Brandeburgo. Anche se la polizia non sia presente in questo momento, c’è sempre il pericolo di nuovi attacchi. Spargete la notizia e unitevi alla lotta.”

La risposta immediata è stata una manifestazione in solidarietà con i tre arrestati, che abbia raggiunto la GESA (centro di detenzione di massa), che si trova sulla via Perleberger, dove sono detenuti gli attivisti rifugiati. Nel frattempo, tutti e tre arrestati sono stati rilasciati. A quell’ora della notte si gelava, con la temperatura al di sotto dei 5 gradi, con pioggia intermittente durante il giorno, con temperature appena sopra lo zero.

Il 29 Ottobre la polizia ha intensificato la repressione. A parte i sacchi a pelo e le coperte in precedenza vietati, il capo degli squadroni della polizia non ha permesso agli attivisti rifugiati di portare zaini e vestiti supplementari. Così, lo sciopero della fame ha perso ogni possibilità di proseguire come un sit-in e rimanere sul posto. Non ci sono aggiornamenti da fonti di contro-informazione circa l’esito finale. Se si dispone di informazioni di prima mano, si prega di inviarle.

L’altro accampamento dei profughi in Oranienplatz a Kreuzberg, Berlino, esiste ancora.

fonti: i, ii, iii

Volos, Grecia: Scendiamo in strada e abbattiamo i fascisti!

La sera del 6 Ottobre, una manifestazione antifascista ha avuto luogo nella città di Volos (Grecia centrale). Alle 18.00, circa 300 manifestanti si sono riuniti nella Piazza di Aghios Nikolaos, composti da compagni dello spazio anarchico/libertario, ma anche da molti esponenti della sinistra locale. Poco prima dell’inizio del corteo, alcuni compagni hanno preso a calci in culo un neo-nazista. Poco dopo, il numero dei partecipanti ha raggiunto i 900 manifestanti.

Nello stesso tempo, i neo-nazisti dell’Alba Dorata (Chrissi Avgi) avevano fatto un richiamo per una manifestazione “Pan-Thessalica contro le misure di austerità” davanti ai loro informali uffici locali, situati in Via Skenderani. Non più di un centinaio di teppisti hanno partecipato alla miserabile riunione fascista. Apparentemente, sia i nazionalisti e la polizia erano estremamente preoccupati per gli scontri che sarebbero scoppiati, e di conseguenza avevano schierato pesanti forze repressive attraverso le strade della città, come ad esempio quattro autobus della polizia e diverse squadre della polizia anti-sommossa provenienti da città vicine per proteggere i membri dell’Alba Dorata, così come tutte le unità motorizzate della DIAS e decine di poliziotti in borghese della città Volos.

I squadroni della polizia anti-sommossa hanno circondato la Piazza di Aghios Nikolaos, al fine di bloccare la manifestazione antifascista, ma i manifestanti non si sono fatti intimidire. Il corteo è iniziato in modo combattivo ed ha attraversato la Via Dimitriados, dove ci sono stati piccoli scontri, non appena i poliziotti hanno sparato lacrimogeni di gas e granate assordanti contro i manifestanti, nel tentativo di disperdere la folla. Gli antifascisti sono rimasti insieme in un unico blocco ed anche vari passanti hanno scelto di unirsi al corteo. Hanno proseguito per Via Iasonos e la manifestazione si è conclusa presso l’Università (Tholos), dove si è tenuta un’assemblea per determinare le azioni future.

La grande affluenza, così come la passione dei manifestanti antifascisti, oltre a rendere i fascisti molto più diffidenti e spaventati per contro-attacchi, ha dimostrato che le persone possono fare molto di più quanto da quello possano pensare possibile quando si organizzano in modo serio e decisivo . I fascisti e il loro veleno non hanno nessun posto a Volos, o dovunque per quello che ci riguarda. Anche se cercheranno di riorganizzarsi e fare la loro comparsa per le strade, si troveranno ad affrontare con le contro-proteste, e speriamo che la prossima volta non saranno così ben protetti dai loro colleghi poliziotti.

In seguito a questa manifestazione, un’altra azione antifascista si è svolta al centro di Volos il 10 Ottobre. Quasi 50 compagni sono scesi in strada, effettuando affissioni e distribuendo volantini contro-informativi. Hanno cantato slogan sul loro cammino fino a raggiungere Via Skenderani, volendo “fare una visita” al nido fascista. Sono rimasti davanti alla sede ufficiale dell’Alba Dorata per circa quindici minuti, fino a quando il capo della polizia locale è intervenuto insieme alle forze motorizzate della DIAS. Nonostante il “colloquio amichevole” del capo della polizia, i compagni sono rimasti nella loro posizione per cinque minuti. I passanti hanno espresso il loro sostegno spontaneo quando gli antifascisti hanno deciso di andarsene, gridando molto forte la necessità di distruggere i fascisti e far sparire il nazionalismo.

Nemmeno un millimetro di terreno per i nemici della libertà!
Abbattiamo il patriottismo-nazionalismo-populismo-fascismo ovunque!

Grecia settentrionale: Moto-corteo antifascista nella città di Kavala

Venerdì 19 Ottobre, una manifestazione antifascista con motociclette è stata completata con successo a Kavala verso le 20.30. Compagni in cavallo di circa 35 moto hanno compiuto questo atto in solidarietà con gli arrestati del moto-corteo antifascista ad Atene che è stato attaccato il 30 Settembre.

Il moto-corteo ha attraverso le vie del centro e dei quartieri, scandendo slogan antifascisti. Gli antifascisti anche fatto anche diverse fermate, al fine di divulgare testi contro-informativi sui recenti avvenimenti che hanno avuto luogo ad Atene e a Patrasso.

Né in Kavala, né da nessuna parte…
Abbatiamo i fascisti in ogni quartiere!

fonte

Bulgaria: Brutalità della polizia in centro di detenzione nei confronti dei profughi provenienti dalla Siria

Il 16 Ottobre 2012, otto siriani richiedenti asilo sono stati brutalmente picchiati dalla polizia nel centro di detenzione per stranieri nella città di Lyubimets, nei pressi dei confini bulgaro-turchi.

Lo stesso giorno, un prigioniero aveva cercato di ottenere informazioni dalle guardie umane della prigione circa la sua richiesta di essere rispedito in Turchia. Le guardie hanno risposto con la violenza. Quando i co-detenuti hanno tentato di fermare la rissa, sono stati immediatamente picchiati.

In totale, otto persone sono state picchiate brutalmente con manganelli della polizia. Ognuno di loro è stato picchiato da tre poliziotti. Dopo l’attacco della polizia, i richiedenti asilo sono stati posti in isolamento, dove rimangono fino ad oggi (19 Ottobre). Non vi è alcun aggiornamento sullo stato della loro salute, dal momento che non permettono ad alcun solidale di parlare con loro. L’unica informazione nota è che un prigioniero abbia rotto un braccio.

Le richieste dei rifugiati detenuti sono:
– Indagine immediata per la brutalità della polizia nei centri di detenzione degli stranieri in Bulgaria.
– Punizione delle guardie di polizia che hanno partecipato ai pestaggi.
– Trasferimento immediato di tutti in centri di accoglienza e di tranferimento in Bulgaria.
– Informazioni sui diritti dei richiedenti asilo e rifugiati in Bulgaria.
– La conformità con gli impegni assunti dallo Stato bulgaro per i rifugiati e il diritto internazionale umanitario.

Contatto con il gruppo di solidarietà : solidarity.immigration @ gmail.com

fonte

Grecia – Patrasso: LA PASSIONE PER LA LIBERTÀ È PIÙ FORTE DI TUTTE LE PRIGIONI!

I quattro compagni arrestati sono stati rilasciati!

Momenti dalla liberazione degli compagni dal tribunale:

Nei slogan si sente:
“La solidarietà è la nostra arma, guerra alla guerra dei padroni”
“La passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni!”

La mattina presto del Lunedì, 15 Ottobre, quasi 150 compagni hanno marciato dall’occupazione Parartima e sono arrivati di fronte ai tribunali di Patrasso circa alle 8.30, per mostrare il loro sostegno di fatto ai quattro compagni che si sono tenuti in custodia dal 11 Ottobre e minacciati con accuse gravi a causa della falsa testimonianza dei fascisti.

Dalle 11.30, sotto una pioggia battente, il numero dei solidali al di fuori del palazzo di giustizia era più di 400. I quattro arrestati (tre adulti e un minorenne), si sono presentati al giudice istruttore e al pubblico ministero. L’ultimo ostaggio è stato liberato verso le 15.00pm. Sono stati tutti rilasciati sotto condizioni restrittive, in attesa del processo, vale a dire il divieto di uscire dal paese e l’obbligo di firmare in una stazione di polizia locale, una volta al mese (al minorenne è stato ordinato di presentarsi a un addetto alla sorveglianza giovanile).

I compagni non sono rimasti soli nemmeno per un momento. Prima della loro udienza, raduni di solidarietà hanno avuto luogo al di fuori della sede della polizia di Patrasso, affissioni e distribuzioni dei testi sono stati effettuati nei quartieri della città. Inoltre, il Sabato 13 Ottobre lo studio del canale televisivo locale “Super B” è stato occupato da anarchici / antiautoritari da collettivi diversi, che hanno protestato contro l’attacco fascista nella piazza di Psila Alonia il 11/10 e l’arresto dei quattro compagni in un’altro luogo. Ecco il video che è stato proiettato dal vivo, interrompendo il telegiornale delle 20:30, con una dichiarazione del collettivo Perasma (“Passaggio”, dall’occupazione Maragopouleio):

http://www.youtube.com/watch?v=MjWOBHElQug

Fonti: Radio Libera Occupata di Patrasso (Radio Katalipsi) 93.7FM,
Gruppo Anarchico Dysinios Ippos (“cavallo imbizzarrito”), Indymedia Atene

ABBASSO I FASCI! LA SOLIDARIETÀ È LA NOSTRA ARMA!

Grecia: Testo del compagno Gustavo Quiroga González, imprigionato dallo sgombero dell’occupazione Delta a Salonicco

Ci auguriamo che potete aiutarci a diffondere la notizia.

Il 12 Settembre, alle 6.30, il centro sociale occupato “Delta” occupato è stato sfrattato. In passato, questo edificio fungeva da residenza universitaria dell’Instituto dell’Educazione Technologica “Alexandreio” di Salonicco, e fu occupato dal 2007. Durante lo sfratto, dieci di noi siamo stati arrestati dopo aver subito l’aggressione degli agenti della polizia. I sbirri hanno distrutto tutto quello che potevano mettere sulle mani (arredi, finestre, lampade, lavandini, e così via) ed hanno distrutto tutto quello che era possibile in meno di mezz’ora, mezz’ora di ricreazione per loro.

Siamo stati tutti condannati a pene detentive sospese e tre anni di libertà vigilata, ed abbiamo fatto appello alla sentenza. Oltre a questo, sono stato condannato a otto mesi in più degli altri ed ad una multa di € 3.200 per il possesso di documenti di viaggio falsi, senza che sia stata una perizia per verificare tale affermazione. Successivamente è iniziato un incubo di oppressione contro di me. Mi hanno portato al centro di trasferimento del carcere, in un reparto di detenzione per stranieri, che è praticamente una CIE-centro di detenzione per immigrati, dove il processo della mia deportazione cominciò perché, secondo le stime della polizia, sono un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza della società greca.

Tre giorni dopo la mia condanna, è stato evidenziato da una perizia della polizia che tutti i miei documenti sono autentici. Anche dopo che questo sia successo si sono rifiutati di darmi indietro i miei documenti autentici e legali e mi tengono imprigionato fino a questo giorno, in condizioni disumane e umilianti, ed ora i poliziotti mettono tutto il loro sforzo per espellermi in Colombia, un paese in cui non ho nessun collegamento di sorta. Ancora non so cosa succederà, ma sono stato incarcerato in questa struttura (in Diavata) dal 15 Settembre, e non accetto la mia espulsione in Colombia. Per il momento, sto aspettando una soluzione e rimango dietro le sbarre.

Alcune parole sulle condizioni della mia detenzione

È ampiamente noto che le carceri i vari Stati europei hanno celle di isolamento, al fine di sedare qualsiasi reazione rivoluzionaria, che servono come una sorta di punizione per detenuti che non rispettano le regole della prigione. Ogni paese ha il proprio sistema. In Spagna, per esempio, c’è il regime di “FIES-sistema interno di sorveglianza speciale”, in Germania le “celle bianche”, ecc. Ogni paese ha il suo, alcuni un po più crudeli degli altri, ma tutti disumani.

Che cosa abbia tutto questo a che fare con i campi di immigrazione? I vari Stati utilizzano pratiche simili per il funzionamento di questo incubo. Solo per la cronaca, ecco alcuni esempi: quando sei in isolamento non si ha alcun tipo di contatto con gli altri detenuti, mentre in un centro di detenzione degli immigrati si sta isolati dagli altri e si sta solo in contatto con 16-17 persone che sono nella stessa cella.

In isolamento non è possibile ricevere delle visite, in un centro di detenzione immigrati la maggior parte dei detenuti non hanno nessuno a far loro visita. In cella di isolamento si ha il diritto di aria fresca per qualche minuto ogni giorno, in un centro detenzione immigrati si sono rinchiusi in cella 24 ore al giorno. Quando si è messo in cella di isolamento è perché hai creato alcuni problemi per il sistema penitenziario, per essere messo in un centro di detenzione immigrati, tutto ciò che serve è quello di essere senza un pezzo di carta che dice che sei legale. In isolamento, ti danno cibo merda, e nel centro di detenzione immigrati si deve pagare per questo! Quando si è nell’isolamento almeno si ottiene un letto, mentre nel centro di detenzione il pavimento è il tuo letto. Potrei continuare con altri esempi, ma la conclusione è la stessa: entrambi sono crudeli.

Nel centro di detenzione per immigrati di Salonicco, ci sono persone che hanno trascorso diversi mesi in una cella, dove una persona può fare dieci passi avanti, dieci passi indietro, e tornare al punto in cui hanno iniziato – si tratta di una vera e propria gabbia. Tutto questo crea problemi fisici e psicologici. I giorni ed i mesi passano senza vedere il sole o sentire il vento. Questi sono mesi in cui si vive senza sapere quello che succede fuori dalle mura, dal momento che le guardie mettere esclusivamente programmi TV di merda, come se fosse vietato vedere i telegiornali. Questo è evidentemente un’altra forma di controllo e mantenimento dell’ordine in questa prigione infernale. Altri problemi comprendono tutti i tipi di malattie, problemi di tossicodipendenza e di condizioni psichiatriche che si generano qui o esistevano in precedenza e qui peggiorano solamente.

Il sistema digestivo soffre dai prodotti che vengono venduti qui (panini, caffè, coca-cola, ecc.) Ci sono persone che hanno bisogno di una dieta specifica che sia impossibile seguire qui, altri non hanno bevuto niente di caldo per mesi.

La cosa peggiore è vedere che i detenuti (nonostante tutto quello che hanno sofferto) pensano che meritano tutto quello che sta accadendo a loro dal momento che sono clandestini in Europa, e questo è il risultato della propaganda delle guardie carcerarie. E ci sono persone come me che, che anche se non siamo clandestini nel paese, siamo sottoposti ad ogni tipo di accusa in modo che ci possano buttare fuori dall’Europa, usando ogni trucco sporco possibile.

Essi chiamano terroristi tutti coloro che la pensano come me. Il terrorismo è l’attacco contro il capitalismo, il loro terrorismo è la distruzione di migliaia di vite sotto l’egida della democrazia. La Democrazia e il Capitale ci imprigionano come animali, torturandoci fisicamente e psicologicamente.

Ovviamente, non mi limito a criticare i politici, ma anche chi abbia votato per loro.

I vostri voti contribuiscono a far rimanere migliaia di persone ancora in quella situazione. I vostri voti legalizzano la tortura, contribuiscono al mantenimento dei centri di detenzione, e al sistema statale di oppressione. Siete voi chi abbiate la colpa, che adottate il ruolo del morto vivente e collaborate con il sistema democratico. Suppongo che quando stare leggendo questo messaggio vi butterete via alla pattumiera. Proseguirete con la libertà falsificata, ignorando ciò che sta accadendo intorno a voi.

Procederete a programmata la vita a casa- lavoro, casa, lavoro- e nel tempo libero spenderete quel poco tempo che il vostro capo vi “dà” per otto o dieci ore di lavoro al giorno. Dov’è la vostra libertà? È in un supermercato? Acquistare il marchio del shampoo che vi piace e decidere se acquistare la coca-cola o l’aranciata? O nella droga su cui spendete i vostri soldi? Quando si pensa in questo modo, ci si dimentica che si sta svendendo la sua vita.

Per riassumere, si è un anello della catena del consumo, che sia ciò che vogliono i nostri oppressori, e questo è il modo in cui percepiscono la nostra esistenza, in termini di consumo e del potenziale produttività. Tu, che dici che la parola democrazia è tutto sulla libertà, menti a te stesso – sei un ipocrita! E quando sostieni che preferisci la democrazia alla dittatura la mia risposta è: vuoi un calcio alla schiena o un pugno in bocca? Se sei anche un po intelligente, spero che capirai questa metafora.

PER LA DISTRUZIONE DELL’APPARATO STATALE REPRESSIVO
PER LA DISTRUZIONE DI TUTTI I TIPI DI CARCERI
PER LA DISTRUZIONE DELLA DEMOCRAZIA E DEL CAPITALE

Anarchia qui e adesso

Gustavo Quiroga
Immigrato anarchico dai CIE di Salonicco

in spagnolo / greco / inglese

Atene: Report dal raduno antifascista in Piazza Amerikis

Venerdì sera, 12 Ottobre, in Kypseli, i residenti ed i solidali che resistono al fascismo e al cannibalismo sociale hanno svolto una grande manifestazione antifascista-antirazzista.

Il raduno in Piazza Amerikis è stato organizzato da antifascisti provenienti dai quartieri di Kypseli e di Patissia – come una risposta diretta ad un’altro raduno chiamato da fascisti e razzisti nella stessa ora – con la partecipazione di solidali da altri quartieri di Atene, tra cui molti immigrati.

Più di 300 manifestanti hanno riempito la Piazza Amerikis, hanno messo striscioni, hanno distribuito e letto testi antifascisti. Nello stesso tempo, le unità anti-sommossa sono state schierate nei vicoli della parte inferiore della piazza, tagliando l’accesso a un centinaio di fascisti che sono stati concentrati in Via Acharnon. Infine, i neo-nazisti se ne sono andati via nella zona di Aghios Panteleimonas scortati dalla polizia.

Poco dopo, una grande manifestazione ha attraversato Via Patission e le vicinanze di Piazza Amerikis. Da qualsiasi posto che i manifestanti siano passati, gridando ad alta voce slogan antifascisti e canti di solidarietà con gli immigrati, sempre più persone si sono unite nella manifestazione, la metà dei quali erano immigrati. Quindi, il numero dei partecipanti abbia raggiunto circa delle 600 persone. Qui ci sono alcune foto in più: i, ii.

SOLIDARIETÀ CON I COMBATTENTI ANTIFASCISTI PERSEGUITI
NELLA CITTÀ DI PATRASSO!

Grecia: Infuria la guerra antifascista nella città di Patrasso; quattro compagni arrestati e minacciati con accuse gravi

È NECESSARIO CAPIRE IL FASCISMO – NON MORIRÀ DA SOLO; DISTRUGGILO

La mattina del Lunedì, 1° Ottobre è stata effettuata un’altra operazione di polizia sotto il nome di “Xenios Zeus” nei confronti degli immigrati e dei rifugiati, questa volta nella zona portuale di Patrasso. C’era massiccia presenza della polizia nella città dal giorno prima, tra cui squadroni anti-sommossa da Atene e da altre città, così come l’ispettore di polizia generale del sud della Grecia.

Anarchici e solidali si sono riuniti all’occupazione Parartima, nel centro della città, cercando di mantenere uno spazio aperto di resistenza e di accoglienza per gli immigrati perseguitati, mentre hanno anche effettuato delle azioni di contro-informazione contro il pogrom razzista in atto. Un’assemblea per il coordinamento delle azioni si è tenuta la sera dello stesso giorno nell’occupazione, fino quel ora, compagni di Patrasso hanno segnalato centinaia di arresti di immigrati privi di documenti o meno.

Anarchici ed altri antifascisti hanno realizzato azioni di solidarietà contro la caccia agli immigrati e i rifugiati, come ad esempio un moto-corteo, raduni di contro-informazione nelle piazze, distribuzione di opuscoli nei mercati all’aperto, insieme con la creazione di uno spazio di accoglienza all’occupazione Parartima per tutti gli perseguitati. Nello stesso tempo, hanno chiamato per una grande manifestazione.

Il 2 Ottobre, circa 350 compagni sono scesi nelle strade di Patrasso, per una manifestazione serale che durò più di due ore, passando attraverso diversi quartieri. Sullo striscione principale si leggeva “Contro l’operazione fascista “Xenios Zeus” – Solidarietà con gli immigrati” e tra gli slogan cantati era incluso anche il seguente: “La povertà, la miseria, il cannibalismo, questo è la crisi e il capitalismo”.

Il 4 Ottobre, il seguente testo è stato rilasciato (in greco) da diversi immigrati in occasione degli eventi in corso a Patrasso (e altrove):

“Siamo un gruppo di immigrati che abbia deciso di scrivere questo testo come un messaggio per i Greci, e quindi come appello alla solidarietà a causa dei problemi che stiamo affrontando. Abbiamo lasciato le nostre terre per molte ragioni diverse, come le guerre, la povertà, l’oppressione, il fascismo. Siamo venuti qui con il desiderio di recarsi in Europa, sognando per il futuro.

In Grecia, con la crisi, stiamo affrontando la disoccupazione e non abbiamo i documenti che ci permettono di lavorare legalmente. Non abbiamo ciò che è necessario per tirare avanti, come il cibo, le cure mediche, un riparo. La legittimità del partito fascista, e il fatto che ogni giorno diventa più numeroso, causa problemi nella nostra vita. Siamo attaccati da alcuni poliziotti che sono nello stesso tempo dei fascisti. Anche gli immigrati che hanno ottenuto il cartellino rosso (permesso temporaneo di soggiorno per i richiedenti d’asilo) non possono esercitare i loro diritti legittimi. I diritti umani non sono rispettati, e molti immigrati perdono la vita nel tentativo di attraversare le frontiere o vivere per le strade. Sappiamo bene che, per quanto il fascismo in Grecia esiste, esistono anche persone buone che sanno cosa significa la vita umana.

Oggi, in questo momento, lo Stato applica l’operazione “Xenios Zeus” qui a Patrasso. Nell’ambito di questa operazione di polizia, che raccoglie gli immigrati in pochissimo tempo con “azioni di pulizia”, 300 immigrati sono stati catturati ieri e portati nei campi di concentramento nei cui sono rinchiusi come in una prigione. Oggi, chiediamo alla popolazione locale, che sa ciò che la vita e la libertà significa, di mostrarci solidarietà al fine di fermare questa operazione disumana. Abbiamo avuto molti problemi nel nostro paese, e ci troviamo di fronte a numerose ingiustizie, leggi fasciste e disumane fino a questo giorno.

Non ne possiamo più. Grazie per il vostro interesse. ”

Seguendo questi sviluppi da vicino, compagni hanno cercato di non lasciare le detenzioni di massa degli immigrati, né la minaccia nazista senza risposta. Anche se gli attivisti hanno mandato un chiaro messaggio di resistenza e prontezza di reagire, le loro proteste istantanei non sono stati in grado di fermare un meccanismo di stato che rapisce con violenza le persone ovunque si trovino. Tuttavia, le bande parastatali in attesa di attaccare le persone indifese-con la partecipazione amichevole della polizia greca- sono state ostacolate in larga misura dalla presenza costante degli antifascisti per le strade.

Nelle prime ore del Giovedì, 11 Ottobre una banda dell’Alba Dorata (Chrissi Avgi) si è riunita in un ristorante chiamato “Psitalonia”, presso la Piazza di Psila Alonia, e si preparò di attaccare i compagni antifascisti nelle vicinanze (vicino l’occupazione Maragopouleio). Solidali si sono trasferiti immediatamente nella zona per difendere i compagni, e tutti insieme hanno schiacciato i neo-nazisti quando questi hanno tentato di attaccarli. I membri dell’Alba Dorata si ritirarono in disordine, e il locale, che serve come il loro rifugio è stato distrutto. In particolare, il ristorante “Psitalonia” è di proprietà di teppisti che hanno un collegamento diretto al nucleo dirigente del partito della sezione locale. Inoltre, è un luogo di incontro noto per le feccie fasciste, ed è collegato agli attacchi contro gli immigrati nel quartiere. Il partito Alba Dorata nega ufficialmente la presenza dei suoi mercenari nell’incidente.

La mania vendicativa dello Stato per i suoi cani abbattuti si è manifestata con il fermo di 9 persone, ciecamente in luoghi e tempi diversi dagli eventi. 4 dei detenuti sono stati infine arrestati ed accusati di reati gravi, come tentato omicidio, dopo essere stati presumibilmente riconosciuti dai membri dell’Alba Dorata. Pertanto, il caso si basa su affermazioni dei fascisti, che hanno fabbricato le accuse con la polizia e la magistratura.

Venerdì scorso, 12 Ottobre, dei solidali hanno chiamato un raduno alle 12:00 davanti all’occupazione Parartima, all’angolo delle Vie Corinthou e Aratou, per una marcia di protesta verso i tribunali di Patrasso in Via Gounari, dove i quattro compagni arrestati sarebbero stati esaminati da un giudice per le indagini. Quasi 400 compagni hanno manifestato davanti al palazzo di giustizia, gridando slogan ad alta voce in solidarietà con i quattro arrestati. Tuttavia, l’udienza è stata rinviata per il Lunedì, 15 Ottobre (alle 8.30 e dopo, alle 17.00). I quattro compagni sono rimasti in custodia temporanea e sono stati trasferiti nel quartier generale della polizia di via Ermou, a Patrasso.

Dobbiamo combattere gli attacchi dello stato e dei parastatali! Giù le mani dai nostri compagni!

CONTRO LO STATO DI POLIZIA E IL NEO-NAZISMO
SOLIDARIETÀ CON I 4 ARRESTATI
MORTE AL FASCISMO

Grecia-Patrasso: Raduno e corteo contro gli attacchi statali e parastatali

All’alba del Giovedì, 11 Ottobre una squadra di nazisti dell’Alba Dorata si è riunito al ristorane “Psitalonia”, nel quartiere di Psila Alonia, al fine di attaccare degli antifascisti che si trovavano nella zona. Immediatamente si è riunita della gente per difendere i compagni. I fascisti dell’Alba Dorata sono stati distrutti quando hanno tentato di attaccare. Si sono ritirati dispersamente cattivo e il loro locale-covo è stato schiacciato. Il ristorante “Psitalonia” la cui proprietà è direttamente collegata al nucleo guida dell’Alba Dorata di Patrasso, costituisce un noto luogo di ritrovo di fascisti ed è collegato con attacchi fascisti contro gli immigrati nel quartiere. L’Alba Dorata nega ufficialmente la sua presenza negli eventi.

La mania vendicativa dello Stato per i suoi cani abbattuti si è manifestata con il fermo di 9 persone, ciecamente in luoghi e tempi diversi dagli eventi. 4 dei detenuti sono stati infine arrestati ed accusati di reati gravi, come tentato omicidio, dopo essere stati presumibilmente riconosciuti dai membri dell’Alba Dorata. Le accuse si basano su prove che vengono “cucinate” dagli “albadorati” in collaborazione con i poliziotti ed i giudici, il che dimostra come lo stato e gli para-statali costruiscono il caso.

CONTRO AGLI ATTACCHI STATALI E PARA-STATALI

GIÙ LE MANI DAI NOSTRI COMPAGNI

RADUNO: Venerdì ore 12 al Parartima

Per raduno e corteo di protesta ai tribunali in via Gounari mentre i compagni arrestati passano dal PM

Solidali

in spagnolo

Atene : Assunzione di responsabilità per attacchi contro veicoli privati di sbirri

VIVENDO NEI TEMPI DELLA DEMOCRAZIA TOTALITARIA

A seguito della campagna estiva contro gli immigrati, col nome sarcastico “Xenios Zeus” che continua ancora ad oggi a livello nazionale con decine di migliaia di arresti e detenzioni, il posto verso la repressione e la conformità ha preso, come previsto, il nemico interno.

Così, dopo il primo “riscaldamento” con l’invasione hollywoodiana all’occupazione Delta a Salonicco dalle squadre della polizia MAT ed EKAM, è arrivato il momento degli scioperanti e degli manifestanti antifascisti. Nel 26 Settembre, il giorno dello sciopero generale, sono state colpite le pre-concentrazioni delle assemblee popolari nelle zone di Zografou e di Aghios Dimitrios, sono stati picchiati ed arrestati dei combattenti, le cui immagini sono state rilasciate pubblicamente. Lo stesso e peggio ancora hanno subito le migliaia dei scioperanti della manifestazione all’interno di un clima di violenza implacabile da parte dei sbirri.

Il 30 Settembre il moto-corteo della pattuglia antifascista è stato attaccato dai contemporanei “Bourandades”*, le impazzite squadre della polizia “Delta” che si precipitarono a difendere i loro amici ideologici che avevano ricevuto il trattamento dovuto poco prima dagli antifascisti. Risultato le lesioni gravi dei compagni e gli arresti di 15 tra di loro. Il giorno successivo, e mentre gli compagni arrestati nel quartier generale della polizia (GADA), sono stati picchiati e torturati, con il sadismo che permea i pretori della polizia greca, il raduno di solidarietà negli “sterili” ed adatti alla circostanza, tribunali di Evelpidon, è stato colpito senza provocazione con la conseguenza di nuove lesioni e 4 arresti supplementari.

La trasformazione del paese in un regime di tipo latino-americano di altre epoche (in “gesso”** per chi non abbia capito), come ha dimostrato il divieto della circolazione e degli pubblici incontri in gran parte dell’area della capitale, attraverso la voce del comandante della polizia di Atene e l’orgia dei fermi preventivi per le strade, nelle case di combattenti e nelle stazioni dei mezzi pubblici durante lo svolgimento, e non, delle proteste contro la visita del Cancelliere Tedesco Merkel non sarà tollerato.

È per questo che da parte nostra abbiamo fatto al fuoco durante il fine settimana , 8 e 9 Ottobre, ad auto e motociclette personali di poliziotti nelle seguenti aree:

– 2 macchine in via Eressou ad Exarchia
– 1 veicolo sulla via Leosthenous a Peristeri
– 2 macchine in via Lyttis ad Egaleo
– 1 veicolo in via Sporadon a Kypseli

Ricordiamoli, con l’occasione, che la nostra azione è solo l’inizio e che sono nel mirino indipendentemente dai loro “eroismi”. Li attaccheremo in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo considerato necessario ogni volta…

TUTTO CONTINUA…

fonte

* Bourandas era il capo del reparto-moto della polizia greca in collaborazione con i nazisti durante l’occupazione di Atene nella seconda guerra mondiale

** Durante il periodo della dittatura (’67-’74) i colonnelli descrivevano il paese come un “paziente messo in gesso” per curarsi dalla malattia dell’anarchia e del comunismo

Atene: Raduno antifascista-antirazzista in piazza Amerikis

MORTE AL FASCISMO

Estratto dal richiamo degli antifascisti nei quartieri di Kypseli e Patissia:

Nessuna tolleranza per le bande naziste e fasciste

Ultimamente, nelle vicinanze di piazza Amerikis, sulla via Patission in Kypseli, un piccolo gruppo di razzisti / fascisti tenta di creare uno stato di paura e di intolleranza contro gli immigrati africani che vivono nella zona. (…) La protesta antifascista-il 26/9, il giorno dopo il pogrom fascista ha incluso una marcia per le strade del quartiere e un raduno in piazza Amerikis, in cui hanno partecipato molti residenti locali, nativi e immigrati. Le motivazioni della popolazione hanno dato una prima risposta contro i piani fascisti. Ma, al fine di fermare la loro azione per bene, ciò che è necessario è una mobilitazione più ampia e continua di tutti i residenti antifascisti ed antirazzisti locali, che non vogliono vedere la violenza razzista della diverse bande fasciste dominare il nostro quartiere. (…) Facciamo modellare i termini della nostra vita con dignità e libertà.

Lotte comuni della popolazione locale e degli immigrati contro la povertà, la repressione, il razzismo

Auto-organizzazione, resistenza, solidarietà in ogni quartiere

Raduno antifascista-antirazzista dei residenti in lotta e degli sostenitori
Piazza Amerikis, Venerdì, 12 Ottobre, 19.30

Berlino: Chiamata di solidarietà con la lotta antifascista in Grecia

I eventi arrivano spesso e veloce in questi giorni in Grecia. Mentre gli attacchi contro gli immigrati, le loro case e negozi sono ancora in corso, negli ultimi mesi abbiamo visto sempre più attività antifasciste, come manifestazioni, volantinaggi e risposte dirette. La scorsa settimana, il potere statale ha mostrato ancora una volta da che parte si trova.

Nella città di Volos (29/9), nel corso di un raduno dell’Alba Dorata (Chrisi Avgi), un parlamentare del partito fascista ha tirato fuori la pistola contro antifascisti che protestano davanti al naso della polizia, la quale comunque, non è stata disposta a registrare una formale denuncia dai testimoni oculari a causa della “mancanza di tempo”.

Nello stesso fine settimana, ci fu una manifestazione antifascista (moto-corteo) ad Atene (30/9), per informare il pubblico sulle condizioni insopportabili degli immigrati a causa dell’operazione dello Stato chiamata “Xenios Zeus” e per mostrare la presenza sulle strade di Atene. Dopo che i manifestanti si sono scontrati con un gruppo di neo-nazisti, le forze della polizia hanno iniziato ad agire brutalmente contro gli antifascisti, con la conseguenza del ferimento grave di alcuni di loro. 15 manifestanti sono stati arrestati. Un raduno di solidarietà il giorno dopo al tribunale dove si tenevano i prigionieri è stato anche attaccato. 25 antifascisti sono stati arrestati, 4 di loro sono stati rilasciati Venerdì pomeriggio. Le 19 persone detenute hanno riportato condizioni le disumane e la brutalità della polizia in custodia. Hanno incontrato altri che sono stati “dimenticati” lì per 3 mesi. Il costi di ogni arresto del genere è elevato: solo per la contestazione devono essere pagati 15.000€. Venerdì 5/10 le ultime 15 persone arrestate sono state rilasciate su cauzione (3.000 euro ciascuno).

Oltre l’aggravarsi della situazione attraverso i nazisti e la polizia, il governo dimostra ancora una volta da che parte si trova. Così l’ufficio stampa del ministero dell’ordine pubblico ha fatto sapere (dopo una questione parlamentare del partito della “sinistra” Syriza), che il governo chiederà misure più incisive per far rispettare la legge e l’ordine. Inoltre, esso getta la sinistra nella stessa pentola con i fascisti ed abbia annunciato che contennerà tali tendenze antidemocratiche. In realtà si fa causa comune con i nazisti: mentre loro si vantano di crimini evidenti nei media e la fanno franca, gli antifascisti sono trattati con la repressione.

Allo stesso tempo, l’azione razzista dello Stato “Xenios Zeus” è ancora in corso, con 27.500 custodie di persone non greche e circa 2600 arresti di persone che non hanno i documenti necessari finora. Tutto punta ad un aggravamento della situazione per gli immigrati, gli antifascisti e tutti coloro che non si adattano all’ideologia razzista e fascista. L’interazione tra i neo-Νazisti e la polizia, con l’appoggio del governo e l’applicazione delle leggi razziste di deportazione sono allarmanti e devono essere interpretate come tendenze prefasciste.

È una situazione intollerabile per tutte le forze che si oppongono. Dall’altro lato, gli altri governi europei di certo non si preoccupano di chi governa la Grecia – fino a quando l’ordine pubblico è gestito da decine di migliaia di poliziotti, che garantiscono una procedura senza problemi per gli affari monetari. La resistenza costante e le attività di anti-repressione legano le capacità ancora ed ancora. Tuttavia, le somme di denaro per i processi nella situazione finanziaria reale sono difficili da procurare.

Solidarietà con la lotta antifascista in Grecia!
L’unione fa la forza!

Antifascisti, anarchici e anti-autoritari nell’Ottobre 2012

Donazioni per il movimento ed i prigionieri attraverso ABC Berlino:

Kontoinhaber: SSB e.V.
Berliner Sparkasse
BLZ: 10050000
Konto: 6603098570

IBAN: DE40 1005 0000 6603 0985 70
Oggetto: “KNASTSOLIDARITÄT” antifa grece

originale in tedesco