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[Italia] “Rompere le righe”: Materiali di lotta contro la guerra e il mondo che la produce

Obiettivo del blog romperelerighe.noblogs.org: avvicinare geograficamente e mentalmente il problema della guerra, cuore di questo mondo e della società. Dare al militarismo un nome, un cognome ed un indirizzo come solo modo per spezzare la complicità con i signori dello sfruttamento e della morte e per rompere con la dinamica individuale della servitù volontaria.

“Rompere le righe”, allora. Il titolo non rinvia soltanto al vecchio slogan antimilitarista a favore della diserzione, ma anche alla necessità di sottrarsi all’inquadramento dei cervelli. Righe ben allineate, infine, sono quelle che ci impediscono di comprendere le conseguenze catastrofiche di una società sempre più in guerra con gli uomini e la natura. Rompere le righe significa allora disertare luoghi, parole e logiche dominanti e cercare testardamente un diverso modo di vivere. Rompere le righe significa anche ripetere quelle piccole banalità di base che il pensiero astratto ignora o nasconde ( ad esempio che sul cemento non cresce niente, oppure che non ha molto senso dichiararsi contro la guerra senza poi fare nulla contro le basi che la rendono possibile …). Come si vede, un percorso di resistenza e di liberazione non privo di incognite e di difficoltà. Un percorso tutto da inventare” (da “Rompere le righe”, n. 7, maggio 2009).

Il foglio e l’omonimo blog erano nati come strumenti della lotta contro la costruzione di una base militare a Mattarello (Trento Sud). Il progetto della base è stato alla fine ritirato da Governo e Provincia, ufficialmente in ragione dei tagli al bilancio della Difesa. Vergognosamente, vari politici che mai avevano speso una parola contro la base di Mattarello si sono rallegrati degli ettari di terreno non invasi dal cemento in seguito al cambio di programma governativo. A noi piace pensare che l’opposizione al progetto – in cui siamo stati attivi dall’inizio alla fine – abbia avuto il suo peso nella decisione delle autorità. I lavori veri e propri non erano ancora cominciati, ma su circa un ettaro dei 28 espropriati (e profumatamente pagati ai contadini della zona) era stata fatta una spianata. I lavori preliminari erano stati bloccati più volte e qualche mezzo delle ditte coinvolte incendiato.

La natura ha poi fatto il suo corso. Ed ora la spianata sembra quasi un boschetto, con le piante che hanno bucato il cemento. Esempio di come le costruzioni dell’uomo siano cose effimere rispetto ai cicli della Terra.

Di quei cicli ci sentiamo figli e figlie, pronti a bucare ogni cemento, a spezzare ogni gabbia che trattiene e rinchiude. Con l’abbandono del progetto di Mattarello certo non è certo scomparso il militarismo in Trentino. Non si ragioni, quindi, di sotterrare l’ascia.

A che punto siamo?

La guerra è dappertutto. Con questo blog vogliamo raccogliere materiali ed elaborare riflessioni contro la guerra ed il mondo che la produce. Infatti non ci viviamo la tensione antimilitarista in “senso stretto” come esclusivamente lotta contro la guerra (intesa nel suo significato più tradizionale), ma siamo coscienti che alla guerra “esterna” per l’accaparramento e per la spartizione delle risorse corrisponde (economicamente e socialmente) una guerra “interna” contro gli sfruttati per renderci sempre più precari, controllati e irreggimentati. Operazioni neocoloniali, guerre possibili o indirette fra Stati (l’esempio dell’Ucraina è di per se emblematico), propaganda nazionalista, aggressioni fasciste, razzismo democratico, rastrellamenti nei quartieri e guerra fra poveri sono le meraviglie prodotte dal loro mondo che ci vuole portare – in righe ben allineate – verso l’abisso. L’esempio israeliano è tristemente significativo: dove l’involucro totalitario della democrazia racchiude l’apartheid, il razzismo, la guerra “esterna” e muri e confini “interni”. Il modello gerarchico della caserma è ormai ovunque e, per esistere e riprodursi, ha la necessità di sviluppare e di utilizzare sempre più tecnologie finalizzate alla guerra ed al controllo sociale. Senza queste protesi sviluppate nei centri di ricerca, nelle Università e nei laboratori del dominio, la conservazione del privilegio e le guerre non sarebbero possibili. Questo è uno dei punti per noi fondamentali dai quali abbiamo intenzione di ripartire. La guerra, come già avevamo sostenuto da queste pagine, è sempre di più il cuore di un mondo senza cuore. Alla luce di quello che avviene sempre di più nella nostra quotidianità e attorno a noi sentiamo l’accecante urgenza di una ripresa dell’antimilitarismo, che per noi non può essere che di azione diretta.

In quest’ultimo anno, con l’esempio lampante della situazione Ucraina, stiamo assistendo ad un “ritorno del rimosso” che politici e politicanti, sociologi e buffoni vari al servizio del potere avevano cercato di nascondere o di far dimenticare. E cioè che la guerra è possibile anche nelle forme che avevamo disimparato a conoscere, e cioè come guerra fra Stati. Questa tragica possibilità si fonde sempre di più con un’altra forma di conflitto: quello contro-insurrezionale o di “polizia internazionale” (detto anche “conflitto asimmetrico o di quarta generazione”). Il nostro obbiettivo è semplice ma ambizioso, e cioè di provare a dare un contributo per una possibile prospettiva pratica al rifiuto della guerra, perché esca dalla semplice ed impotente protesta di testimonianza. Una “testimonianza” che si rende funzionale all’interno dell’opinionismo democratico. In sostanza, non si è mai fatto tanto parlare di “pace” come in questo momento dove esistono un’infinità di conflitti. Si tratta di abbandonare la mera lamentazione di fronte all’“idea” guerra per provare a passare all’attacco della “cosa” guerra nelle sue concrete e reali manifestazioni territoriali. La necessità è quella di provare ad inceppare concretamente la macchina bellica in tutte le sue varie ramificazioni.

Fabbricanti di morte a pochi passi da noi. La “Silicon valley d’Italia”: così viene definito il Trentino dai molti sacerdoti ed entusiastici fanatici del progresso e della ricerca. La provincia in cui viviamo, infatti, sia per la sua caratterizzazione sociale (un territorio tutto sommato pacificato e privo di tensioni significative), sia per il particolare status istituzionale di cui gode la “provincia autonoma”, è una candidata ideale per diventare la terra dei laboratori del dominio. In questo territorio è possibile disegnare un vero e proprio mosaico degli orrori con dipartimenti universitari saldamente legati a Finmeccanica, centri e ditte di ricerca che sviluppano sensori e nanotecnologie per alcuni dei prodotti bellici più terribili dell’ultimo decennio (ad esempio come per gli aerei senza pilota “Predator”, già impiegati in Iraq e in Afghanistan), ditte e ricerche sul controllo sociale attraverso l’informatica (come nel caso del “web semantico”), poli di ricerca e strutture trentino-israeliane (come “Create-net” a Trento) ecc. I rapporti di collaborazione con l’industria e l’accademia israeliane (responsabili di fornire strumenti e tecnologie per lo sterminio della popolazione palestinese) sono fra i più significativi in Europa. Non è un caso che il nuovo responsabile di FBK (Fondazione Bruno Kessler, un vero e proprio centro di potere in Trentino) sia Profumo, l’ex ministro della ricerca del governo Monti. Questo per far capire ancora una volta di più quanto sia strategico e fondamentale il ruolo che assume sempre più questa provincia come laboratorio di sviluppo di nuove tecnologie per i dominatori.

L’antimilitarismo come rivolta in primo luogo etica ed individuale. Nel militarismo e nel concetto di guerra si evidenzia al massimo il principio d’autorità e della gerarchia. Secondo noi l’antimilitarismo ha un fondamento che in primis deve essere di natura etica e di insurrezione individuale, scardinando all’interno di noi stessi la meccanica che crea la “servitù volontaria”, disertando la dinamica della “guerra fra poveri” e della “legge del più forte”. Questo è il primo passo per negare la propria vita alla guerra dei padroni per provare a sabotare o ad inceppare il meccanismo della guerra, in ogni forma che si presenti: dal nostro vissuto più quotidiano ai dispositivi tecnologici che rendono possibile l’esistenza di dominatori, sfruttati ed eserciti. Non ci stancheremo di ripetere ancora, come già scrivevamo, che la percezione delle proprie possibilità non è un fatto statico. Nella pratica della rottura (con la routine, le compatibilità politiche, i ruoli della società, il mito del quantitativo) si innalza la temperatura morale e si affina il piacere di vivere. In un’epoca di opinioni all’ingrosso e di passioni tristi, solo battendosi è possibile affinare le idee e allietare gli affetti. A quella “catastrofe che è ogni giorno in cui non accade “nulla” opponiamo l’occasione insurrezionale degli individui, singoli o associati fra loro. La società è un’immensa bomba ad orologeria e gli individui si dividono in coloro che non sentono e in coloro che sentono il ticchettio. Ancora una volta ci rivolgiamo a coloro che lo sentono, e lo maledicono, e non si rassegnano.

[Italia] Nuovo sito – Croce Nera Anarchica!

Il Progetto

Fuochi di rivolta continuano a rischiarare le tenebre di un mondo altrimenti volto all’annientamento dell’ individuo ed alla schiavitù omologata: ad attizzare questi fuochi e ad accenderne nuovi queste pagine sono destinate.

Uno dei pochi vantaggi forniti dalla parossistica ricerca di informazione globale è lo scoprire che anche agli antipodi ci sono cuori che battono allo stesso ritmo dei nostri e che armano mani abili a fare molto più che battere su una tastiera. La corsa verso l’abisso della società tecnologica si fa sempre più forsennata, ma i combattenti di tutto il mondo tengono il passo e pur a rischio di venir schiacciati da un mostro così gigantesco, provano ad ostacolarlo e farlo cadere a terra. Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e fare sempre di più.

Con questa tensione abbiamo deciso di dar vita ad una nuova Croce Nera Anarchica. Iniziamo questo percorso con la consapevolezza di vivere in tempi in cui è sempre più facile pagare ad alto prezzo la scelta di continuare a diffondere certe idee e pratiche, ma abbiamo sempre sostenuto che la rassegnazione sia complicità e- sebbene non siamo tra quelli che reputano che “la penna valga quanto il fucile” – risulta oramai evidente che anche all’interno del cosiddetto movimento anarchico si sia venuta a creare una intollerabile omogeneità di pensiero, che le pratiche collegate appaiano sempre più il risultato di un’asta al ribasso e che quindi sia imprescindibile tornare a far sentire altre voci. Rompiamo il silenzio assordante di questi ultimi anni, consapevoli del fatto che certe voci, le nostre, troppo a lungo non si sono fatte sentire.

Questa nuova Croce Nera nasce con lo specifico obiettivo di diventare una palestra di idee con come minimo comun denominatore la centralità della pratica distruttiva : non basta più usare la definizione “azione diretta”, visto che sembra aver acquisito il significato di “tutto ed il contrario di tutto”… Ovviamente daremo il più ampio spazio possibile al contributo dei compagni finiti nelle maglie della repressione, senza ridurci ad una sorta di croce rossa ridipinta, ma supportando in ogni modo la continuazione del loro percorso di lotta.

Lo scopo del progetto, che mai dovrà assumere i toni o le forme dell’assistenzialismo, è quello di rilanciare certe idee e conseguentemente certe pratiche.

Speriamo che, partendo da questi presupposti, si crei un reale dibattito, che non scada mai nella misera partigianeria, ma vivo a tal punto da farsi acceso fino allo scontro, perché siamo stanchi di un tiepido e possibilista “va bene tutto”.

Abbiamo deciso di dare forma cartacea al bollettino, più tangibile e duraturo dello scorrimento veloce della rete, mantenendo comunque il corrispondente blog con fondamentale funzione di volano e di strumento più rapido per la diffusione di notizie e comunicati su azione e repressione. Sentiamo la scelta della forma fisica del giornale non come sterile feticcio nostalgico, ma convinti che non ci si possa continuare a lamentare dei danni distruttivi della società tecnologica e ignorare come anche noi anarchici ci si sia lasciati ridurre a semplici “utenti” di un mondo sempre più virtuale in cui anche le lotte rientrano nell’idiota meccanismo di essere maggiormente “di successo” in base a quanti più “mi piace” ricevono…

Inoltre desideriamo ricreare un luogo fisico in cui incontrarsi, confrontarsi e trovare nuovi complici. Ci aspettiamo di ricevere molti contributi, anche critici e faremo il possibile per creare occasioni per presentare in bollettino e finalmente tornare a guardarsi negli occhi mentre si parla di quello che continua ad essere il nostro più ardente desiderio: la distruzione di quest’esistente che ci annichilisce e la gioia di contribuire a vederlo crollare in macerie.

aprile + maggio 2014 …

Cile: Nasce blog in solidarietà con i compagni incarcerati Alfonso Alvial e Hermes González

Questo blog, libertad a hermes y alfonso, vuole diffondere la situazione giuridica-politica dei compagni Alfonso Alvial e Hermes González, prigionieri dal 11 Dicembre 2013, in seguito ad un’operazione poliziesca in risposta ad un presunto tentativo di rapina ad una filiale bancaria a Pudahuel. Azione respinta da un vigilantes e terminata con la morte del compagno Sebastián Oversluij “Angry” Seguel durante lo svolgimento.

I nostri obiettivi sono chiari: diffondere la situazione della prigionia dei compagni, attivarci per il loro rapido ritorno in strada, facendo un appello a tutti/e i/le compagni/e che vogliono solidarizzare con la loro situazione e diffondere la vita fatta di lotta del fratello Angry, affinché circoli e mantenga viva la fiamma insorta e anarchica che ha preso il suo cuore.

Perché il web come mezzo di diffusione

Consideriamo la propaganda come un’ulteriore manifestazione contro il potere, attraverso varie forme, colori ed espressioni.

Da questo spazio di diffusione vogliamo far tacere la voce della stampa borghese e del suo miserabile lavoro sempre dalla parte dei potenti. La sua missione è chiara, trasformare tutto a propria convenienza col fine di creare stigma sociale cosicché nessun’altra azione destabilizzi la pace cittadina.

Da qui non pretendiamo di denunciare una montatura del nemico, non difendiamo l’innocenza o la colpevolezza legale dei nostri fratelli. La legalità è un campo che non ci interessa percorrere. Questo mezzo nasce dall’amore e dalla vicinanza tra compagni che i nostri fratelli di lotta hanno costruito ogni giorno di pari passo con le loro vite, e dalla necessità di affrontare questo scenario con questo strumento. Di fatto internet può essere un grande strumento di diffusione, ampliando molto i discorsi, le posizioni, le situazione giuridiche e carcerarie, questo spazio virtuale vuole anche diffondere gli altri mezzi di controinformazione ed espandere la solidarietà attiva con i/le compagni/e prigionieri/e nelle prigioni di tutto il mondo.

Infine, ribadiamo che i compagni sono molto di più che una sola azione particolare. Ogni nome che urliamo insieme ad un Presente!, ogni prigioniero di questa guerra sociale è stato arrestato per la convinzione di concretizzare le proprie idee, e da qui inviamo loro un abbraccio caloroso.

Non dimentichiamo di citare la nostra profonda gratitudine verso i/le compagni/e che sono stati/e presenti con le loro azioni e gesti solidali in tutto il mondo. I nostri ringraziamenti più sinceri e fraterni.

Alfonso e Hermes li vogliamo liberi, li abbracciamo in ogni gesto solidale per la diffusione della loro situazione e per la rottura dell’isolamento che vogliono imporre loro.

Forza e solidarietà a Alfonso Alvial e Hermes González e a tutti/e i/le prigionieri/e della guerra sociale!

Compagna Tamara Sol Farías Vergara, perché la tua valorosa, solidale e decisa azione ha concretizzato la frase “Se toccano uno di noi, toccano tutti” per imitare il tuo coraggio e valore, Newen!

Fratello Angry presente in ogni azione, gesto e iniziativa contro l’autorità e lo sfruttamento!

MORTE AL DOMINIO!

PS: Presto ci sarà un indirizzo per contattarci e al quale inviare contributi per il blog (manifesti, testi, ecc) e critiche (propositive).

fonte : instinto salvaje

Brutte notizie dal Messico: “Paulina”, la tua morte ha molti Mi piace

O: Perché la disinformazione dovrebbe riguardarci tutti, visto il nostro tentativo di produrre controinformazione…

Alla fine, il 25 Gennaio 2014, l’infame fino ad ora “facebook.com/Bloque.Anarko.Oriente” ha rilasciato un comunicato dove dichiara che loro (ma chi sono realmente?) si scusano per l’errore di aver diffuso la notizia della brutale morte di Maria Paulina Inefavel Lorandi; si scusano di aver diffuso delle cavolate fin dall’inizio. Non faremo ulteriori riferimenti allo schifo di facebook; comunque, l’account pubblico di “Bloque Anarko Oriente” è stato la fonte originale del disgustoso nonsense riguardo alla morte di Maria Paulina, mai accaduta.

Tristemente, questa storia è stata diffusa dal 21 Gennaio (fino ad oggi) anche sui siti di controinformazione. Perché esattamente tali siti hanno diffuso questa notizia non verificata che, per quanto ne sapevano, arrivava direttamente da un account facebook (anche quelli che erano stati avvisati della sua probabile falsità, senza però oscurarla)? Perché si è ritenuto cosi necessario diffondere la notizia di un’anarchica stuprata e uccisa in Messico senza essere sicuri della realtà di questo atroce fatto, senza prendersi un momento per controllare la storia con gli anarchici degni di fiducia che sono attivi nel territorio controllato dallo stato messicano, al fine di evitare che la credibilità crolli a causa delle falsità su facebook? Perché le notizie su facebook si impongono sulla ampia diffusione di controinformazione? E cosa alcuni di questi siti, i vari media di sinistra, e ogni sorta di blogger pensavano quando hanno diffuso le false foto di “Paulina”? Fin dal primo momento della diffusione di questa notizia, alcuni utenti facebook(!) avevano espresso forti dubbi riguardo alla veridicità dei fatti. Il “Bloque Anarko Oriente” ha avuto ripetutamente segnalazioni riguardo al fatto che le foto messe sul loro account come foto “della compagna messicana Paulina” erano invece di un’altra donna cilena, che non ha un bambino di 7 mesi ma uno di 5 anni… Chiunque sia la donna nella foto, il “Bloque Anarko Oriente” non solo ha insistito senza sforzarsi di confermare la notizia, e senza ammettere che nessuno di loro avesse conosciuto di persona “Paulina”, ma hanno persino organizzato un corteo il 25 Gennaio a Città del Messico in ricordo della “loro compagna”, per poi annullare tutto e smentire l’intera notizia all’ultimo minuto.

Ovviamente gli errori capitano. Ma ad un livello più pratico, dobbiamo tutti cercare di nascondere ogni traccia di tutto ciò subito, e per la miseria togliere le foto di quella donna, che è stata super esposta su internet come presunta deceduta. La controinformazione è un’arma; non va trasformata in un cattivo scherzo.

Grecia: Comunicato del blog Inter Arma

Bastardi-Infammi-Giornalisti

Negli ultimi due giorni, abbiamo letto in vari siti di spie poliziesche e di giornali, imboccati dalle notizie provenienti dall’antiterrorismo, articoli che collegano Inter Arma al “Progetto Phoenix” e “Green Nemesis” della FAI/FRI e si sostiene che tutto ciò è parte della stessa campagna di guerriglia.

Queste spie nello specifico sono note per prendere di mira i compagni che prendono parte alla diffusione militante della teoria e della pratica anarchica. Il nemico ha capito da tempo che il ruolo della controinformazione e dei progetti di traduzione in merito alla diffusione dell’Internazionale Nera e alla comunicazione tra formazioni di guerriglia in tutto il mondo. Questa strategia rapressiva non è altro che una tattica risaputa: mettere a tacere le notizie del nemico.

Progetti come Inter Arma sono già stati colpiti in passato. Ricordiamo che all’interno dell’operazione “Ardire” in Italia, due progetti di controinformazione (Culmine, ParoleArmate) e uno editoriale (Edizioni Cerbero) sono state bersaglio di repressione, situazione che ha portato per molti dei loro partecipanti a molti mesi di custodia cautelare. È risaputo inoltre che lo stato greco e italiano collaborano contro il comune nemico interno.

Noi non faremo un solo passo indietro rispetto alle nostre posizioni, né cambieremo la natura del nostro progetto. Prendiamo parte ad una rete internazionale si progetti simili e supportiamo i gruppi anarchici militanti, i prigionieri e le cellule guerrigliere. Abbiamo fatto la nostra scelta e terremo la parola data.

Per la Nuova Anarchia e l’Internazionale Nera!

Inter Arma

Italia: Dossier sul carcere di Spini di Gardolo (Trentino)

Dopo un po’ di discussioni sull’istituzione carceraria, dopo alcune riflessioni sia collettive che individuali, e dopo varie critiche e auto-critiche sul modo di lottare contro il carcere e la società che lo genera, abbiamo deciso di fare un opuscolo di approfondimento per conoscere meglio il nostro nemico. Come individui che anelano alla propria “libertà” non possiamo che odiare nel profondo di noi stessi tale struttura e chi vi “lavora” o chi vi collabora. Per noi il carcere non è solamente rappresentato da quelle mura che vediamo, ma anche dalle relazioni economiche, politiche e sociali che ruotano attorno a questa struttura. Per questo motivo abbiamo deciso di approfondire un po’ meglio tutte queste relazioni che si reggono sulla sofferenza di migliaia di uomini che sono rinchiusi in questi posti e sulla collaborazione di altri che contribuiscono a mantenere e a far funzionare la reclusione carceraria.

Clicca sulla foto per scaricarlo in PDF.

Intervista al blog incarcerato “Culmine”

(Tratto da “Aversión”–publicación anarquista, n°8, Maggio 2013)

1.-AVERSIÓN: Negli ultimi anni. Per ragioni che rifuggono da quest’analisi e che hanno a che vedere più che altro con l’indirizzo che sta prendendo il sistema, ma che evidentemente colpiscono la nostra maniera di relazionarci, ci sono nati blog e siti web che hanno rimpiazzato il compito che fino ad ora veniva svolto dalle nostre pubblicazioni. Come credete che ciò influenzi le lotte e la loro percezione?.

-CULMINE: siamo sicuramente convintx che stiamo vivendo un periodo nuovo all’interno dell’anarchismo. I blog ed i siti web permettono la diffusione di comunicati, scritti, elaborazioni in maniera veloce in tutte le parti del pianeta, e permettono lo scambio di idee e proposte tra compagnx che probabilmente non avranno mai la possibilità di incontrarsi fisicamente. Si tratta di una vera e propria rivoluzione all’interno dei rapporti tra anarchicx. Siamo ben consci dei grandi limiti presenti in questo nuovo modo di rapportarsi, sia perché lo strumento utilizzato non è neutro, ma gestito e controllato dal nemico, sia perché i rischi che si corrono sono molto elevati, come è accaduto con “Culmine”, che comunque non ha scelto l’anonimato. Il blog anarchico “Culmine” è stato ingabbiato il 13 Giugno 2012 anche per il suo lavoro di controinformazione.

Piuttosto complesso è il discorso relativo alle lotte ed alla loro percezione. Bisogna partire dal dato di fatto che, attualmente – nel 2013 – , tutti movimenti utilizzano internet: politici, ecologisti, culturali e persino antitecnologici (questo paradosso meriterebbe un approfondimento ma non in questa sede). Anche all’interno dell’anarchismo praticamente tutti i gruppi di qualsiasi tendenza hanno a che vedere con la rete, ma negli ultimi tempi c’è stata l’irruzione delle reti sociali, come twitter o facebook. Con effetti deleteri. Ad ogni modo non abbiamo mai pensato che i blog di controinformazione debbano sostituire le pubblicazioni in cartaceo.

2. A: Sembra che attualmente internet abbracci molti aspetti della nostra esistenza influendo in maniera radicale nelle relazioni umane, contribuendo enormemente all’isolamento, all’atomizzazione e all’alienazione. Non credete che manchino delle posizioni critiche dall’ambiente anarchico su questo strumento?.

-C: sì, è vero che internet è fortemente presente nelle nostre vite esistenti ma noi tuttx, anarchicx compresx, utilizziamo questo strumento nella vita quotidiana anche per viaggiare o leggere un quotidiano. Non ci sono posizioni di forte e dura critica e distacco nei confronti di tale tecnologia e non crediamo bastino alcune analisi di critica e distacco nei confronti della rete, con un atteggiamento di snobismo elitista da parte dei pochi che tutto hanno compreso. Condividiamo l’urgenza del problema, ossia che corriamo il rischio di isolarci sempre più e di rendere virtuale qualsiasi aspetto della lotta, anche il confronto umano, ma al contempo noi non cessiamo di immaginare le potenzialità insite in una diffusione in tutti gli angoli del pianeta delle nostre idee e pratiche iconoclaste. Più che altro manca una doverosa riflessione su come impostare la nostra esistenza totalmente fuori dalla virtualità. Si tratta, in fin dei conti, del dilemma dell’anti civilizzazione, ancora troppo ancorato all’attuale modello della nostra società. A tal proposito “Culmine” più di una volta ha dimostrato di apprezzare questa tematica rimandando però ad un futuro indefinito un proprio scritto di riflessione. Premessa l’attuale estrema difficoltà di poterlo stilare congiuntamente in tempi celeri, non esclude di farlo prossimamente.

3. A: Concretamente, “Culmine” è il primo caso che si sappia di repressione contro un blog anarchico di controinformazione. A cosa credete si debba questo?. Perché “Culmine” e non altri blog e siti?.

-C: in primo luogo la repressione contro “Culmine” ha a che vedere con la legislazione antiterrorista italiana. Erede delle leggi speciali utilizzate nei cosiddetto “anni di piombo”. Bisogna specificare che noi di “Culmine” non siamo solo accusatx di violazione delle leggi sull’informazione o sull’apologia, ma di aver progettato, finanziato ed effettuato materialmente degli attentati esplosivi. Perché “Culmine” e non altri blog?. Perché, a nostro avviso, “Culmine” negli anni della sua esistenza s’è caratterizzato nel non censurare comunicati di azioni dirette da tutto il mondo, dando anche spazio alla voce dex tantx prigionierx anarchicx. Non siamo i soli a farlo, abbiamo visto nascere tanti altri blog o siti con i quali abbiamo condiviso riflessioni ed esperienze. L’ingabbiamento di “Culmine” è un brutto segnale da parte della repressione in quanto rappresenta uno scenario che potrebbe ripetersi anche per altre esperienze simili a livello controinformativo. È significativo, per esempio, che secondo l’accusa riprova della nostra non resipiscenza dopo la perquisizione del 29 Marzo 2012 (che già preannunciava una repressione crescente) sia stata la nostra immediata diffusione di un comunicato per avvertire altri blog dell’accaduto e della violazione dello stesso “Culmine”. Continue reading Intervista al blog incarcerato “Culmine”

Brasile: Cumplicidade, nuovo progetto di contro-informazione contro il Potere e verso la Liberazione Totale

cumplicidade

CONTRO-INFORMAZIONE. COSPIRAZIONE. SOLIDARIETÀ. AZIONE DIRETTA.

Compagni,

Vi invitiamo a visitare e condividere le informazioni tramite il nuovo blog di contro-informazione dalla regione controllata dallo Stato Brasiliano: Cumplicidade (“Complicità”).

Questa iniziativa sta emergendo nel contesto effettivo in cui la guerra sociale si sta intensificando di giorno in giorno, e la rabbia accumulata di coloro che sono oppressi su una base quotidiana è scaturita come uno tsunami sulle strade di numerose città, da nord a sud del Brasile. Riteniamo che, in mezzo a questa tempesta, la presenza di un nodo di contro-informazione è di estrema importanza, cercando di comunicare notizie da una prospettiva anti-autoritaria, rompendo con ogni discorso moderato o di neutralità, al fine di dare voce alla guerra contro il Potere e verso la Liberazione Totale.

Pensiamo anche che è molto importante che i progetti online possano servire come canali di comunicazione e di solidarietà tra gli insorti che sono attivi in diverse latitudini e longitudini di questo territorio, pertanto sottolineiamo la necessità di ricevere le vostre riflessioni, analisi, notizie, foto, video, ecc in modo che possiamo pubblicarle.

Sottolineiamo inoltre che rifiutiamo in modo assoluto l’uso irresponsabile di Internet come strumento di comunicazione, e di conseguenza non siamo interessati a qualsiasi tipo di collegamento in rete per questo blog attraverso i social media come Facebook o Twitter. Apprezziamo l’uso di strumenti virtuali che rispettano l’anonimato e la sicurezza dei loro utenti e non facilitano la sorveglianza della polizia.

Speriamo che si possa diffondere questo messaggio, e che questo piccolo sforzo potrebbe diventare una scintilla in più scintilla che dia vita all’anarchia!

Cile: Aggiornamento sulla seconda settimana di processo a Hans Niemeyer

Nota di Refractario: Secondo la stampa il 1 Luglio la difesa termina di far parlare suoi testimoni e periti. Si spera che in questi giorni venga fissata la data per la sentenza nei confronti del compagno.

La prova della Procura e dei tre accusanti è arrivata infine tra il 24 e il 28 Giugno. Si è trattato principalmente di periti che hanno parlato un giorno a testa, e della lettura di documenti tra cui “El fuego en la oscuridad” [“Il fuoco nell’oscurità”] nella sua totalità, inoltre un’antologia di testi di Alfredo Maria Bonanno (particolarmente interessante è risultato ascoltare l’avvocato della UDI che ha letto per intero “Malattia e Capitale”.)

Esperti del GOPE e del LABOCAR si sono sforzati al meglio per cercare di collegare le polveri dei 3 attentati (BCI Macul, monumento a Jaime Guzman e concessionaria One), il perito Hidalgo ha sottolineato importanti manomissioni e arbitrarietà nel processo, al punto da dover riconoscere che in realtà non sono sicuri che si tratti nemmeno di polvere nera. Da parte sua Cares, uno dei capi della squadra multidisciplinare antibombe, dice che può assicurare che il fabbricante dei meccanismi di attivazione di BCI e Camino Las Flores è il medesimo, ma crederlo o meno è un atto di fede, visto che non c’è alcuna prova emersa dal confronto dei dati riguardo ai famosi 150 attentati esplosivi verificatisi nella regime metropolitana dal 2006.

Lo stesso Perez Mancilla, che sorprendentemente non è più nel DIPOLCAR ma è stato trasferito a Punta Arenas e sembra si sia dedicato al tacchino arrosto e al whisky esentasse. Non era cosi feroce come un anno fa al processo del caso bombas. Adesso non si ricorda di molte cose dette in precedenza durante le indagini, e scarica responsabilità di varie conclusioni del “rapporto di intelligence n 01” ad altri membri della squadra che erano firmatari (soprattutto Cares e Mediavilla).

Durante queste due settimane risulta anche chiaro che nulla è riuscito a dimostrare l’elemento del “terrore” proprio dei delitti di terrorismo, e che uno simile ad una “intenzionalità terrorista” ritengono sia, oltre alla abbondante pubblicistica anarchica relativa, quello rivendicato contro BCI. La rivendicazione è stata diffusa qualche giorno dopo il 30 Novembre, ovviamente questo testo non può essere giunto da Hans Niemeyer. Nulla di simile o relativo alla pianificazione di questi fatti è stato trovato nel computer del posto di lavoro.

Il 1 Luglio tocca ai periti della difesa, principalmente un perito chimico che invaliderà i procedimenti e le conclusioni della “polizia scientifica”, e martedi le conclusioni finali. Da qui, il verdetto lo si potrebbe avere in uno o due giorni.

Solidarietà attiva con Hans!
h.n.d.l.

Grecia: “Erebus”, nuovo progetto anarchico di traduzione/pubblicazione

Il nuovo progetto anarchico di traduzione/pubblicazione è un’iniziativa di individui dalla più ampia tensione della Nuova Anarchia, creata per la diffusione del discorso, della teoria e della pratica delle tendenze e percezioni anarchiche radicali.

Un progetto di traduzione, perchè la traduzione di materiale dai/le compagnx dall’estero infrange i confini nazionali e consolida la dimensione internazionale della guerra anarchica. Crea canali di comunicazione tra compagnx da tutto il mondo, creando quindi una rete informale di informazione e coordinazione. Le diverse lingue parlate dai/le militanti anarchicx dovrebbero smettere di essere un ostacolo all’internazionalizzazione della pratica anarchica. Questo problema deve essere superato dai gruppi di traduzione.

Un progetto di pubblicazione, perchè qualunque tipo di azione è preceduta da teoria, analisi e progetto. Perchè per noi, gli/le anarchicx non sono solo soldati che rispondono agli ordini, ma combattenti coscienti e pensanti. Quindi prima di armare le nostre mani, armiamo il nostro pensiero.

Erebus, perchè siamo stufx del falso splendere e brillare di questo mondo, che puzza di sfruttamento, obbedienza e rassegnazione. Fino a che l’oscurità spessa dell’Anarchia Nera inghiottirà lo Stato, il Capitale, la Civilizzazione e la Società.

I/le compagnx del progetto

Per contatti: erevos (at) espiv.net / Il sito web del progetto: erevos.squat.gr

fonte

Cile: Aggiornamento sulla prima settimana di processo a Hans Niemeyer

Lunedi 17 Giugno nella sala 403 dell’edificio C del “Centro di Giustizia” è iniziato il processo al compagno Hans Niemeyer Salinas. Nell’occasione, quando il tribunale orale ha chiesto a Hans se voleva deporre, lui si è limitato a dire “non ho nulla da dire”. Dopo, è arrivato il momento delle dichiarazioni iniziali. Il pubblico ministero ha richiamato molto l’attenzione fasciandosi prima di cadere, insistendo sul fatto che si tratta di reati di terrorismo, nonostante i fallimenti passati e le modifiche alla legge che lo stesso governo ha promosso due anni e mezzo fa.

La difesa, in cambio, ha annunciato che non solo era chiaro che le collocazioni di esplosivi non sono per principio reati di terrorismo (questione chiarita in seguito agli errori fatti nella regione metropolitana: caso bombas, caso pitronello, caso Carla e Ivan), sono reati da trattare come comuni o secondo la legge sul controllo delle armi, inoltre ha detto che in questo caso le contraddizioni delle versioni poliziesche sono tali da non garantire alcuna prova valida per ritenere Hans come autore dell’attentato al BCI Macul, e ancora meno per la fabbricazione dei 3 artefatti a lui imputati (Camino Las Flores, Monumento di Jaime Guzman e Concessionaria One). Continue reading Cile: Aggiornamento sulla prima settimana di processo a Hans Niemeyer

Italia: Resoconto e dichiarazioni delle revoche degli avvocati – Udienza processo No Tav, 7 giugno 2013 aula bunker carcere Le Vallette Torino

Quella di oggi è stata un’udienza diversamente interessante. Noi “imputate/i” siamo stati/e presenti in otto. Subito dopo l’appello tre di noi hanno dichiarato, ognuno con proprie parole, estraneità a ogni riconoscimento nei confronti del tribunale, del processo unita alla decisione di revocare l’avvocato nominato al momento dell’arresto. Il tribunale si è immediatamente ritirato in camera di consiglio per trovare un avvocato d’ufficio cui affidare la difesa dei tre compagne/i che avevano fatto la revoca. Il processo è ripreso circa un’ora e mezza dopo, presente l’avvocato d’ufficio. Abbiamo ripreso la parola per ribadire che ci saremmo autodifesi, che perciò non riconoscevamo nulla all’avvocato d’ufficio, il quale ha chiesto i termini per poter leggere le carte ecc.; gli sono stati concessi 10 giorni. Tuttavia, la corte, decisa a riprendere a tutti i costi l’udienza, ha dato mandato agli avvocati di fiducia revocati di “assistere” noi per il tempo dell’udienza. Gli avvocati hanno tentato di respingere l’incarico anche appellandosi alla legislazione dell’Unione Europea che prevede l’ “autodifesa”. Un pastrocchio evidente, “imbarazzo tangibile” come dichiarano gli avvocati. I pm intervengono precisando che la legge italiana non riconosce l’autodifesa, che quindi la “difesa tecnica è irrinunciabile… che la normativa europea è stata riconosciuta in Italia negli ultimi decenni, concedendo all’imputato la possibilità della ‘dichiarazione spontanea’.” La corte, riparatasi anche dietro queste argomentazioni, è così riuscita a far proseguire l’udienza.

La prossima udienza, rinviata al 21 giugno, dati i termini di 10 giorni concessi all’avvocato d’ufficio, si svolgerà nell’aula-bunker vicina al carcere.

Di seguito la dichiarazione di Mau, Marta e Juan con alcune riflessioni. Continue reading Italia: Resoconto e dichiarazioni delle revoche degli avvocati – Udienza processo No Tav, 7 giugno 2013 aula bunker carcere Le Vallette Torino

Da Santiago ad Atene – “Oltre le frontiere” trasmissione radiofonica

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Lunedì, 17 Giugno dalle 18:00 (17:00 ore italiana) su Radiofragmata

Una conversazione libera con i nostri compagni dal Cile e Brasile su vari diversi argomenti di interesse per gli anarchici, riguardo la situazione in America Latina, Grecia, ecc. La registrazione è stata fatta da Contra Info il 13 Maggio 2013 e l’elaborazione audio è stata completata grazie alla radio internet di Atene, Radiofragmata.

La discussione originale è principalmente in spagnolo, ma la trasmissione inizia con traduzione greca. La registrazione sarà presto disponibile nell’archivio di Radiofragmata.

Turchia: Notizie dalla lotta del Taksim Gezi Park e dalla rivolta in corso

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Striscione sull’isola di Lesvos (vicino alle coste turche): “Solidarietà con i ribelli in Turchia”

Il 1° Giugno eravamo a Taksim circa alle 15:00. Dopo gli scontri che avevano iniziato in mattinata, la polizia è stata costretta a lasciare la zona. I poliziotti scomparsi per qualche ora. Per due ore non vi era alcuna presenza di polizia in qualsiasi area nel centro di Istanbul (parte europea). Le persone hanno occupato la piazza Taksim e Gezi Park. Il numero delle persone era enorme. Tutto il parco, la piazza e le strade che portano a questa zona erano pieni di gente. Tutte le barriere di costruzione che stavano chiudendo il lato ovest del parco sono state distrutte dai manifestanti. Alcune delle barriere della polizia sono state rimosse e sono state gettate giù per la strada che porta al tunnel sotterraneo di nuova costruzione. Altre sono state utilizzate nelle barricate costruite dai manifestanti. La capanna della polizia nel sud del parco che guardava la piazza è stata data alle fiamme ed anche il veicolo anti-sommossa lasciato lì dalla polizia è stato distrutto. Una macchina della polizia nello stesso luogo è stata girata e distrutta pure. Le persone erano pieni di gioia e stavano prendendo foto di ricordo davanti ai veicoli distrutti e davanti la costruzione. Al nord del parco si trova il Hyatt Regency Hotel e presso il giardino all’ingresso dell’hotel c’era una macchina della polizia gettata in piscina. Quattro autobus pubblici sono stati lasciati al bivio che si trova vicino e sono stati anche danneggiati.

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Verso le 16:00 abbiamo saputo dai nostri compagni che gli scontri hanno cominciato a prendere posto in Beşiktaş, dove si trova l’ufficio / casa di Tayyip Erdogan. Le persone stavano attaccando da quattro direzioni: da Piazza del Beşiktaş (est), Via Dolmabahçe (ovest), Akaretler (nord-ovest) e Via Ortabahçe (a nord). La polizia è stata bloccata lì con quattro veicoli anti-sommossa con cannoni ad acqua e circa 150 agenti di polizia all’ingresso di Via Hayrettin İskelesi. In tutte le direzioni delle barricate sono state erette. Dopo alcune ore la polizia è stata in grado di spingere le persone, e le forze di repressione sono state ampliate. Nuove barricate sono state alzate alla Via Mumcu Bakka e la Via Süleyman Seba per evitare che le forze della polizia entrassero nel Çarşı, che è la zona del bazar di Beşiktaş dove le persone si raggruppano. La polizia ha usato proiettili di plastica quando gli attacchi del popolo si sono intensificati. Gli scontri sono continuati fino a circa le 01:30 (2/6). Infine la polizia ha usato una quantità eccessiva di bombe a gas per disperdere la folla, e la gente ha lasciato le barricate e è rifugiata nei negozi e nei bar intorno, o raggruppata nelle strade interne di Beşiktaş.

Nel frattempo i resistenti a Taksim hanno costruito enormi barricate sulle strade e le vie intorno alla piazza e al Gezi Park per tutta la notte. Inoltre, le persone hanno dato alle fiamme dei veicoli di costruzione. Autobus, autovetture, materiali da costruzione, le barriere della polizia, contenitori di spaziatura, ecc sono stati utilizzati come barricate. Continue reading Turchia: Notizie dalla lotta del Taksim Gezi Park e dalla rivolta in corso

İstanbul, Turchia: Primi aggiornamenti dall’occupazione al Taksim Gezi Park

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Si prega di contribuire con informazioni dalle strade.

L’occupazione di Taksim Gezi Park di Istanbul ha avuto inizio il 28 Maggio 2013. Dopo il raid della polizia nella zona del parco il 30 Maggio, i hacker del RedHack hanno sabotato il sito della questura di Beyoglu, in risposta all’attacco della mattina.

L’occupazione è continuata, e migliaia di persone si sono radunate per resistere ai piani del governo (per la costruzione di un centro commerciale e della distruggere dell’area verde). Divenne presto una delle più grandi mobilitazioni per anni, con diversi partecipanti differenti (da attivisti radicali alle ONG, ecc), che assomiglia al movimento mondiale Occupy.

Il 31 Maggio, scontri di piazza hanno iniziato dalle 05:00 ad Istanbul. La resistenza si allargò, mentre la polizia ha sparato una quantità incredibile di bombe lacrimogene. È successo anche un’altra cosa incredibile, i tifosi provenienti da le tre squadre principali (Besiktas, Galatasaray, Fenerbahce) sono scesi in piazza uniti. Gli scontri continuarono a tarda sera. Il numero di persone per le strade è stato enorme. In ogni modo, migliaia cercavano di raggiungere la Piazza Taksim. Dopo 16 ore di combattimenti di strada, la lotta continuò. Continue reading İstanbul, Turchia: Primi aggiornamenti dall’occupazione al Taksim Gezi Park

Italia – Operazione Ardire: La procura di Milano chiede ulteriore proroga delle misure cautelari

La procura di Milano ha chiesto la proroga di ulteriori sei mesi di carcerazione preventiva per Alessandro, Stefano, Sergio, Elisa e Peppe. Nella richiesta la procura specifica che, nonostante la detenzione, i compagni continuano a comunicare con appartenenti della medesima area all’esterno del carcere e promuovono “campagne di solidarietà” contro la “repressione” dai toni certamente allarmanti per l’esaltazione di atti improntati a violenza, non solo verbale. Poi spiega meglio questi concetti citando diversi comunicati tratti da RadioAzione, Contra Info, e Informa-Azione.

Cita anche il comunicato di Stefano contro le carogne pseudo-nichiliste e tra le altra cose si dice: “La lettera di S. Fosco dall’AS di Ferrara è stata integralmente pubblicata dal sito RadioAzione che dopo la chiusura di Culmine ne ha di fatto sostituito il ruolo con l’intento di svolgere la medesima funzione di ‘cassa di risonanza’ nell’aria anarchica nazionale”.

Finchè avrà vita questo blog la solidarietà e la complicità verso i compagni detenuti non verrà mai a mancare, come non verranno mai a mancare le azioni dirette che vengono fatte in solidarietà con gli stessi compagni detenuti o contro l’esistente in generale. Se a qualcuno i “toni” non piacciono… beh cazzi loro! Infine RadioAzione non ha preso l’eredità di Culmine, ma ha sempre voluto lanciare un messaggio chiaro ai persecutori: La Controinformazione e la solidarietà non hanno sbarre che le possono imprigionare… potete imprigionarci nel corpo ma mai nelle idee!

Morte allo Stato e ai suoi servi
Per l’azione diretta

Solidarietà e complicità con i compagni detenuti in tutto il mondo!

RadioAzione


Elisa Di Bernardo
C.C. Rebibbia Femminile, Via Bartolo Longo 92, IT-00156 Roma

Sergio Maria Stefani, Giuseppe Lo Turco,
Alessandro Settepani, Stefano Gabriele Fosco

C.C. Via Arginone 327, IT-44122 Ferrara

İstanbul, Turchia: Occupato il Parco Taksim Gezi

È il terzo giorno di occupazione del Parco Taksim Gezi di Istanbul. La protesta è iniziata quando dei veicoli di costruzione sono entrati nel parco ed hanno cercato di tirare fuori gli alberi.

Il governo vuole costruire un centro commerciale alla posizione del parco. Così, molte persone si sono accampate a Taksim Gezi Park per difendere gli alberi.

http://www.youtube.com/watch?v=4wmoMwv-AwA

La mattina presto del 30 Maggio 2013, intorno alle 05:00, la polizia ha attaccato gli occupanti con gas lacrimogeni ed ha messo fuoco ad alcune delle tende. I poliziotti non hanno lasciato le persone di avvicinarsi al sito per alcune ore, mentre tre veicoli di costruzione stavano lavorando. Hanno tirato fuori gli alberi che sono stati piantati dai manifestanti e li hanno gettati in un camion della spazzatura.

Tuttavia, i manifestanti hanno occupato di nuovo il parco, e l’occupazione continua.

altre foto

Santiago, Cile: Giornate in memoria per il Punky Mauri

punk mauri(1)“Perché quando nel cuore la libertà, l’amore e l’anarchia accompagnano i loro battiti, l’anarchia non muore in bocca, prevale nelle mani attive”
-Punky Mauri

MaterialAnarquista: Non possiamo essere indifferenti davanti a questa situazione, già che si avicina, ancora un’altra volta, quel giorno 22 maggio, dove quattro anni fa (2009) abbiamo visto partire un compagno, un guerriero, un incrollabile, Mauricio Morales Duarte, il Punky Mauri. Dimenticarlo sarebbe un’incoerenza da parte nostra, perché ricordare ai/le nostri/e compagni /e caduti/e nella lotta è un atto di onore con i nostri principi, è un atto di orgoglio che, nella pratica, dichiara querra al potere che pretende cancellarci la memoria. Mai permetteremo che ci tolgano ai/le nostri/e compagni/e e per nessùn motivo lasceremo che il potere getti nel fango dell’oblio la lotta rivoluzionaria di questi / e. Da qui ci facciamo presenti nella memoria e l’onore del compagno Mauricio Morales Duarte.

“La memoria come un arma è rifiutare la resignazione di essere derubati di compagni/e e spazi mentre noi guardiamo come spettatori.”
-Gabriela Curilem

Nel manifesto:
Giornate in memoria per il PunkyMauri
Fino a distruggere l’ultimo bastione della società carceraria
Mauricio Morales morto in azione il 22 maggio 2009

20 maggio: ore 19.00, diverse espressioni artistiche. Testi dei compagni. Cibo vegano. CSOA La makina Libereco.
22 maggio: ore 19.00, atto di commemorazione in memoria di Punky Mauri. L’unica forma di morire è l’oblio. Ventura la Valle/ Sierra Bella.
26 maggio: ore 15.00, passacaglie da Cueto/ Andes. Ore 16.30, musica, feria di propaganda, murales, pagliaci, pannelli informativi. Piazza Yungay/ Santiago Centro.

fonte

Grecia: Comunicato dell’assemblea amministrativa di Atene IMC, 18/04/2013

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Continuiamo a rispondere in maniera politica alla decisione politica di censura che tutti i servi del capitale e del totalitarismo hanno preso in silenzio

Giovedì a mezzogiorno, 11 Aprile 2013 il rettore dell’Università Tecnica Nazionale di Atene (Politecnico di Atene), Simos Simopoulos, ha preso la decisione politica di reprimere i media di contro-informazione, tagliando l’accesso alla rete ad Atene IMC (athens.indymedia.org ) e la stazione radio auto-organizzata 98FM (Radiozone di Espressione Sovversiva). Egli ha quindi intrapreso la responsabilità politica di imporre la censura e soffocare l’espressione e la libera circolazione delle idee di tutti coloro che resistono alla fascistizzazione contemporanea e all’impoverimento sociale. Simopoulos -diventando il secondo Rettore della repressione dopo Markatos, 18 anni fa- ha deciso di essere quello di intervenire al posto del potere dello Stato, e per di più, ha intrapreso il ruolo di portavoce facilitando il lavoro di Dendias ministro della Repressione, dei sbirri e dei nazisti. Continue reading Grecia: Comunicato dell’assemblea amministrativa di Atene IMC, 18/04/2013

Atene: Le nostre voci non possono essere né represse, né tacite

Filmato dalla manifestazione contro la repressione, il 25 Aprile, nel centro di Atene, in solidarietà con Atene IMC e la stazione radio 98FM

[vimeo]http://vimeo.com/64851614[/vimeo]

“Da Atene a Messico, migliaia di siti di Indymedia in modo che i repressori mettano la testa al collo”

“Indymedia è una voce dalle strade; nemmeno un passo indietro di fronte alla repressione”

“Radio pirati e spazi auto-organizzati all’interno delle facoltà; l’asilo accademico appartiene ai combattenti”

“Questo è il modo giusto: abbassare la bandiera greca e sollevare uno striscione di protesta” (riferimento all’azione del 24/4 a Propilea)

“La sicurezza informatica non è fattibile; proletari / trolletari non hanno IP”

“10, 100, 1000 siti di indymedia nei confronti di un mondo pieno di media marci”

Germania: Due eventi di solidarietà ed informazione con Contra Info a Berlino

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Mercoledì 8 Maggio, alle ore 19:00 a New Yorck 59 im Bethanien

Sabato 11 Maggio, alle ore 20:00 in K19 Café
La serata si concluderà con una sessione open mic
(DIY jamming e canto) ed una cucina di solidarietà

In Grecia più di venti anarchici sono attualmente rinchiusi nelle carceri, e ancora molti compagni sono indagati o accusati di reati penali, affrontando la persecuzione dello Stato nella loro vita quotidiana. Nel contesto del tour Europeo di Contra Info, vogliamo darvi una panoramica in inglese sui vari casi degli anarchici incarcerati nelle prigioni greche e discutere insieme i modi per estendere e rafforzare la solidarietà concreta con i prigionieri in lotta. Traduzione in tedesco sarà inoltre disponibile su richiesta. Tutti i fondi raccolti andranno ai prigionieri anarchici in Grecia.

Ingresso gratuito – Donazioni benvenute

Atene: Sbirri hanno arrestato dei compagni durante un’azione di solidarietà con Atene IMC e la stazione radio 98FM

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La mattina del 24 Aprile, nell’ambito delle azioni di solidarietà con i media di contro-informazione che sono stati recentemente imbavagliati dallo Stato Greco con l’aiuto del rettore dell’Università Tecnica Nazionale di Atene, Simos Simopoulos, un grande striscione è stato messo a Propilea sul Viale Panepistimiou nel centro di Atene, che recita: “Alza la tua voce – Lotta contro la censura di Stato – Athens.indymedia.org & Radio98fm.org”, mentre una bandiera rossa e nera si è innalzata sul palazzo, sostituendo la loro bandiera nazionale greca.

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Un paio di ore più tardi squadroni dell’antisommossa (MAT) e sbirri motorizzati hanno circondato l’edificio. Più di 30 compagni che hanno partecipato all’intervento di solidarietà sono stati arrestati e trasferiti al quartier generale della polizia, al Viale Alexandras.

C’è un richiamo per raduno di solidarietà fuori dal quartier generale della polizia di Atene.

Aggiornamento, 15.30: Un totale di 69 prigionieri sono detenuti nel quartier generale della polizia di Atene (tra cui due turisti che sono stati catturati in precedenza dalla polizia mentre stavano passando dal sito dell’intervento anarchico). Quasi dieci prigionieri sono attualmente detenuti in celle di detenzione, mentre il resto è conservato al 7° piano. Così, i detenuti non sono tutti insieme, e non sono stati in grado di parlare con gli avvocati finora. Circa 200 persone in solidarietà sono riuniti davanti alla sede della polizia, del Viale Alexandras.

Aggiornamento, 21:00: Gruppi di detenuti vengono gradualmente rilasciati dalla questura, e si accolgono da solidali che restano al di fuori. Tuttavia, sei dei catturati a Propilea sono stati separati dagli altri detenuti che attendono il loro rilascio. I poliziotti continuano a eseguire controlli di identificazione del gruppo rimasto, ma questi sei compagni sono ancora dispersi. Il restante gruppo di detenuti sta scrivendo un comunicato collettivo affermando che nessuno andrà via finché tutti possono andare via, in solidarietà con i sei compagni che possono affrontare delle accuse.

Aggiornamento, 22.30: É stato riferito che 63 persone sono state rilasciate dal quartier generale della polizia di Atene. Tuttavia, i sei compagni saranno tenuti in celle di detenzione per tutta la notte, si trovano ad affrontare accuse di infrazione (ad esempio, sono accusati di insultare l’emblema nazionale), e domani mattina, 25/4, si presenteranno alla procura.

Aggiornamento dai tribunali (25/4): I 6 compagni sono stati rilasciati, l’udienza è stata rinviata al 8 Maggio.

Atene IMC e la stazione radio libera 98FM richiamano ad una manifestazione di solidarietà:
Giovedì 25 Aprile 18:00, Monastiraki, Atene

Grecia: La contro-informazione non può essere imbavagliata o soffocata…

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Non importa cosa fa il potere statale per soffocare la nostra voce, non importa quanto duramente si cerca di sopprimere e mettere a tacere la contro-informazione, non ci riusciranno… Continueremo a lottare per un mondo senza confini, senza patrie, senza bandiere nazionali, senza alcuna prigione, senza sbirri, senza giudici, senza dei o demoni, e diventeremo noi stessi i demoni che li perseguiranno nei loro più oscuri e profondi sogni stregati…

Continueremo a lottare con le nostre armi, che consistono della nostra voce, le nostre trasmissioni e il nostro discorso che può emettere forte come una bomba a megatoni dentro le orecchie ed esplodere mentre sale nei loro minuscoli cervelli quasi inesistenti…

Solidarietà con Athens Indymedia e 98FM! E ricordate, compagni: non sarete mai soli in questa lotta… Davvero, le nostre idee non possono essere imbavagliate, soppresse, o sfrattate; stanno in piedi con orgoglio e in violazione con la legge contro la legittimità della sottomissione e dello sfruttamento.
“Iera Exetasi (Santa Inquisizione)” show radiofonico | Radio Revolt, Salonicco

Fonte: Atene IMC– di nuovo on-line dal rettorato occupato al campus di Zografou, Atene

Madrid: Serata di Contra Info al CSO La Gatonera

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Lunedì, 22 Aprile, dalle ore 19.00 presso La Gatonera

Evento in solidarietà con i prigionieri anarchici in Grecia
con la partecipazione di compagni da contrainfo.espiv.net
e l’intervento in diretta di compagni imprigionati
della Cospirazione delle Cellule di Fuoco

compresi caffè e tapas bar-donazioni libere

All’interno del nostro tour di informazioni di solidarietà ci siamo incontrati presso lo spazio anarchico Magdalena il Venerdì 19! Ci vediamo al centro sociale occupato La Gatonera il Lunedì il 22 Aprile…

La passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni