Tag Archives: contro tutte le prigioni

Berlino: Bruciata auto di Sodexo

31 luglio 2018

Nella notte da lunedì a martedì abbiamo passato alla fiamma un’auto della ditta Sodexo a Neukölln. Sodexo è uno dei maggiori profittatori delle galere in Germania. Contribuisce quotidianamente a sfruttare ancora di più le persone già derubate della loro libertà.

È da tanto tempo ormai che le galere tedesche servono piuttosto al profitto di tante imprese che alla cd risocializzazione dex prigionierx. Sodexo rifornisce le galere di generi alimentari massicciamente rincarati e mantiene l’offerta più esigua possibile. Cosi ax prigionierx non rimane che spendere i loro pochi soldi per il profitto di questa ditta.

Ormai da più di un anno Nero è carcerato per avere accecato un elicottero degli sbirri con un puntatore laser per proteggere le persone che nella Rigaer Straße stavano attaccando dei porci. Visto che Nero è un prigioniero inflessibile e non si piega ai ricatti e tentativi di risocializzazione del sistema, le guardie e l’amministrazione penitenziaria lo tormentano continuamente.

Nell’ultima settimana stava in isolamento, che già da tanto tempo è considerato tortura. Tentano di tenerlo lontano d’altri prigionieri per impedire ogni inizio di resistenza.
Lo mettono sotto pressione tentando di costringerlo a distanziarsi dagli incendi di auto. Sappiamo che lo chiedono solo perché sanno che colpiscono il punto giusto. Ecco perché attacchiamo Sodexo, Implenia, la SPD e tuttx lx altrx che profittano del sistema galera.

Libertà per Nero e tuttx lx prigionierx – galere a terreni vacanti

Fonte: Indymedia (Tor)

Traduzione dal tedesco mc

Amburgo: Vernice e pietre a Implenia

28 luglio 2018

Negli ultimi giorni ad Amburgo ci furono lanci di vernice e sassi a un edificio Implenia nella Kanalstrasse, e alla parete lo spray “Implenia costruisce galere”.

Ricercando si vede che Implenia è la maggiore ditta costruttrice svizzera, attiva anche a livello internazionale. Implenia è criticata per la sua partecipazione alla costruzione di prigioni ed è regolarmente oggetto di vandalismi e sabotaggi alla sua proprietà. È gente che profitta costruendo, rifornendo e gestendo delle prigioni. Profittano dell’incarceramento di persone!

Fonte: Indymedia (Tor)

Traduzione dal tedesco mc

Berlino: Bruciata auto di Dräger

16 luglio 2018

L’altra notte nella Hänselstraße/Baumschulenweg bruciava un’auto dell’impresa Dräger. Che tra l’altro è la maggiore produttrice di maschere antigas anche per la polizia e i militari.

Nel 2010 a Berlino e Colonia furono attaccati dei siti Dräger con fionde e vernice: http://archivecaslytosk.onion/ldsIR & http://archivecaslytosk.onion/qqLMk (links da aprire con tor).

“Toccava a Dräger perché trattasi di un grande sostenitore dell’ambiente assassinx e torturatori a livello internazionale. Oltre alla sponsorizzazione del congresso di polizia è una delle prime imprese internazionali nella produzione di tecnica medicinale e di sicurezza.”

Estratto dal resoconto di gestione di Dräger:
“La richiesta dei nostri prodotti aumentava nel 2017 anzitutto in Polonia, Gran Bretagna, Austria e Germania, ma anche in Romania, Russia e Turchia. … il maggiore contributo allo sviluppo positivo delle ordinazioni viene anzitutto dall’aumento della richiesta di prodotti di tecnica di sicurezza, ma anche per la tecnica medicinale si registrava un plus di ordinazioni.”

Libertà per tuttx lx prigionierx G20!

Fonte: Indymedia (Tor)

Traduzione dal tedesco mc

Berlino: Pietre ad ufficio del gruppo CG

6 luglio 2018

Spintx dalla rabbia per la perdurante carcerazione di Isa, abbiamo scelto la notte da martedì a mercoledì per visitare l’ufficio del gruppo CG direttamente vicino al nuovo palazzo dei servizi federali, e di fare saltare il bel fronte in vetro con le nostre pietre.
Quasi ogni settimana le autorità della repressione alzano il braccio per colpire, in fratellanza con il dittatore Erdogan fanno delle razzie contro le strutture curde, coordinano a livello federale ed europeo le perquisizioni e gli arresti per la commissione speciale “black bloc” dopo il G20 oppure ammazzano delle persone come Aboubaker a Nantes oppure Bekir a Brandenburgo – per citare solo alcuni esempi.

Le notizie quotidiane hanno il potenziale di paralizzarci, di farci battere in ritirata ed abbandonarci al sentimento di lottare contro un nemico strapotente. Ma se c’incontriamo con lx nostrx compas e riceviamo notizie dex prigionierx, dell’aumento, di nuovo, degli attacchi contro i profittatori di tutta questa merda e di lotte in altri luoghi di questo mondo, allora superiamo la nostra paura e siamo di nuovo prontx a portare avanti le nostre lotte, e stavolta incontrollabili e al riparo della notte. Gli obiettivi abbondano e le braccia della sorveglianza non sono lunghe abbastanza per la nostra spinta all’evasione dalla normalità.

Quest’attacco è un segno alla ditta del presuntuoso Christoph Gröner che, anche se per il momento nella Rigaer può apparentemente alzare in tutta tranquillità le sue costruzioni di lusso e  il quartiere nord ribelle è occupato piuttosto con la repressione di Stato lì focalizzata, non dovrebbe mai credersi al sicuro. Il suo nome è strettamente legato alla morte per cementificazione delle città.

I giri di vite della gentrificazione continuano permanentemente ma anche il numero di coloro che non hanno più nulla da perdere, che non trovano più nessun posto nelle città salvo quello dell’attacco. Noi abbiamo trovato il nostro posto nella permanenza dello scontro, nell’odio verso lo Stato e il capitale e nell’amore e nella solidarietà verso di chi sentiamo al nostro fianco, anche se da tantx ci dividono fisicamente delle mura.

La nostra solidarietà tocca anche a chi è interessatx dell’ondata di repressione a Monaco, sulla pelle dex quali gli sbirri vogliono vendicarsi per l’occupazione del “für lau haus” 2017 (de.indymedia.org). Come anche a Max da sei mesi in carcerazione preventiva (https://freemax.noblogs.org).

Libertà per Isa!
Libertà per tuttx lx prigionierx!
Per la rivolta contro la città dei ricchi!

Fonte: Indymedia (Tor)

Traduzione dal tedesco mc

Berlino: Bruciata auto di una agente di custodia

19 luglio 2018

no justice – no peace
free Isa

Martedì di una settimana fa abbiamo incendiato l’auto di una secondina che abita nel quartiere nord di Friedrichshain (Huebner Strasse). Qui sopra trovate le immagini della sua BMW incandescente. Si sentiva al sicuro. Il nostro incendio era fatto apposta per non attaccare altre auto.

Isa è carcerato e vigilato da mesi ormai da secondinx per umanx nel carcere di Moabit e il 2 luglio inizia il processo contro di lui. (NdT: È stato scarcerato qualche giorno fa!)
Le valutazioni giuridiche del suo gruppo di solidarietà e le accuse della procura non ci interessano. Vogliamo, invece, fare un piccolo piacere a tuttx lx prigionierx che non si piegano, anche a Thomas, Lisa, Nero e a tuttx di cui non sappiamo il nome.

Ora, la secondina impara a scoprire la solidarietà. Finora la solidarietà non aveva posto nella sua vita. Oggi arriva come vendetta ma anche come lezione che può imparare dando fine alla sua attività crudele. La sua anonimia ora è finita e tuttx possono sapere quale sia il di lei vicinato quotidiano.

Noi abbiamo la solidarietà come amore che supera i muri. Perciò usatela e spesso. Ma utilizzate gli attacchi alla società carceraria anche come mezzo tattico per costruire una forza nella società. Lo Stato come nemico materializzato deve essere respinto nella lotta per il quartiere, come stanno tentando di fare lx nostrx amicx nella Rigaer Strasse.

Saluti solidali a Isa e ax compas di prigione.
Saluti solidali anche a chi che nelle stesse notti hanno inscenato un fuoco pirotecnico per sabotare la società della sorveglianza bruciando delle auto di Telekom e delle ferrovie e un traliccio radio degli sbirri.

Lotta a tutti i livelli!

Fonte: Indymedia (Tor)

Traduzione dal tedesco mc

Vienna: Striscione contro la prigione esposto alla chiesa votiva

Ricevuto il 21 agosto

La scorsa notte uno striscione è stato appeso nel contesto della settimana di solidarietà internazionale con i/le prigionier* anarchic*, quindi due striscioni con scritto “FUOCO A TUTTE LE PRIGIONI” e “LIBERTÀ PER TUTT* I/LE PRIGIONIER*” sono stati esposti alla chiesa votiva.

Le prigioni devono andarsene, devono lasciare la società, devono lasciare le nostre vite e le nostre teste! Inghiottono chiunque combatta per la libertà, sono strumenti della classe dominante per sbarazzarsi di tutto quello che è rivolta e disobbedienza. Per cui la lotta contro la prigione è anche una lotta contro l’autorità in generale.

La settimana di solidarietà internazionale non è ancora cominciata, ma la solidarietà non è qualcosa che dipende dal calendario!

Libertà per i/le prigionier* della resistenza contro il G20!
Libertà per gli/le accusat* della rapina ad Aachen!
Libertà per tutt* i/le prigionier*!

Saluti in solidarietà da Vienna
https://solidarity.international/

in inglese, tedesco

[G20 Amburgo]: Indirizzo di un compagno arrestato. AGGIORNAMENTO

Venerdì 7 luglio un compagno genovese, Riccardo, è stato arrestato ad Amburgo durante la rivolta contro il G20.

Riccardo ha già incontrato i legali, sta bene ed il suo morale è alto. L’udienza preliminare si terrà entro 15 giorni, nei quali diffonderemo gli aggiornamenti che perverranno.

Per chi volesse scrivergli o inviare letture l’indirizzo completo (nome cognome data di nascita ed indirizzo del penitenziario dove è detenuto) è:

RICCARDO LUPANO
09/06/1985
JVA BILLWERDER
DWEERLANDWEG 100
22113 HAMBURG
GERMANY

Aggiornamento del 18 luglio:

Si è tenuta oggi, 18 luglio, l’udienza di convalida dell’arresto che ha confermato la custodia cautelare in carcere per Riccardo, così come per gli altri arrestati. Entro 15 giorni da oggi si terrà un’udienza di appello rispetto a quella del 18 dove si ridiscuterà la permanenza o meno in carcere, in attesa di giudizio. Le imputazioni non sono ancora state stabilite. L’indirizzo a cui scrivergli rimane quello sopracitato.

Weilheim, Germania: Incendio doloso a presidio di polizia

6 giugno 2017

Nella notte dal 05 al 06 giugno 17 abbiamo attaccato gli sbirri con il fuoco e dichiariamo quanto segue:

È un attacco antiterrorismo (…), un attacco al terrore dello Stato borghese, alle sue istituzioni e alla sua logica dello sfruttamento in generale. In concreto un attentato al terrore degli sbirri come istituzione della giustizia di classe. Abbiamo usato sei litri di benzina che purtroppo non erano sufficienti per bruciare la presidenza fino alle fondamenta.

Il terrore dello Stato borghese (vulg.: ”liberal-democratico”) ha tante sfaccettature; alcune persone devono avvertire il fatto che questo Stato è un garante dell’ordine disumano nella forma delle esportazioni d’armi a fascisti come Erdogan oppure delle navi di Frontex nel Mediterraneo, altre lo subiscono un po’ più sottilmente nella forma dei manganelli di polizia o del proprio addetto nell’ufficio di collocamento.

L’attuale ordine della proprietà, che si basa sulla massimizzazione del profitto e non della soddisfazione dei bisogni della gente, sta alla base della violenza diretta contro tuttx noi.
Ma sono colpite anzitutto le persone perdenti, che sono espulse alle periferie delle città della rivalutazione, che dovuto a una ricchezza inedita devono sbarcare il lunario con lavori di merda, o che per la propria origine o non sfruttabilità sono assortite ed espulse.

La polizia è parte essenziale dell’apparato di Stato che garantisce le condizioni attuali. Insieme al mercato del lavoro e della casa, i tribunali e le carceri, gli sbirri rappresentano uno scenario centrale della violenza capitalista. Sono istituzioni che perseguitano, isolano e incarcerano le persone che non si sottomettono all’ordine della proprietà oppure alla potere interpretativa dello Stato. Gli sbirri sono uno strumento del dominio contro tuttx lx sfruttatx che non si sottomettono alla costante minaccia.
Gli sbirri della repubblica federale sono strumento immediato di questa politica. Impongono gli sgomberi coatti, prendono le persone che viaggiano senza biglietto e perseguitano lx antifa.
Per queste ragioni consideriamo doveroso contrastare la repressione con il sabotaggio attivo.

Sosteniamo gli appelli a rendere visibile, a luglio ad Amburgo, la violenza e la distruzione causata dagli Stati G20.

Un altro mondo è possibile!
Fuoco alla giustizia di classe!

Libertà per Pola Roupa, Kostantina Athanasopoulou, Joel Almgren e per tuttx lx compas in prigione!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Germania: Messaggio da parte del compagno incarcerato Thomas Meyer-Falk ai/lle manifestanti contro il Summit G20 di Amburgo

Per una società senza prigioni!

Solidarietà e saluti affettuosi dalla prigione! Quando i rappresentanti delle nazioni del G20 si incontrano ad Amburgo, anche l’élite delle compagnie carcerarie rappresentate da Merkel, Trump, Putin ed Erdogan si incontrano.

In questo stesso momento diverse decine di migliaia di prigionier* in Germania, Francia, UK e Turchia si trovano dietro le sbarre, come anche milioni negli USA, in Cina, Russia, Arabia Saudita etc!

E anche ad Amburgo proprio ora ci sono migliaia di persone nelle prigioni dell’apparentemente ‘libera’ città anseatica [il noome completo di Amburgo è Città libera e anseatica di Amburgo]. Per fare spazio ad altre ancora, è stato costruito un centro di detenzione che può contenere fino a 400 prigionieri in più. 100 giudici si sono portati volontari per regolarizzare gli arresti da parte della polizia durante il summit.

Chiunque attacchi il G20 attacca anche il complesso industriale carcerario. Un sistema basato sullo sfruttamento e l’oppressione. Un sistema in cui la polizia, la magistratura e l’economia lavorano mano nella mano. Un sistema che intimidisce ed elimina permanentemente le persone dal processo politico, ma che le ‘ricicla’ them economicamente.

A tutt* voi ad Amburgo, per delle ore e dei giorni attivi e combattivi!

Sinceri saluti dalla prigione di Friburgo

Thomas Meyer-Falk
(Prigioniero a lungo termine dal 1996)

via insurrectionnews

in inglese, portoghese, tedesco

Trieste: Arrestato anarchico di Udine. Presidio di solidarietà e indirizzo del compagno

Un compagno anarchico udinese da 8 mesi ai domiciliari a Trieste con le accuse di oltraggio e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, il 3 febbraio 2017, circa due settimane prima della sua liberazione, viene prelevato dalle carogne in divisa nella sua abitazione e portato nel carcere di Trieste, le motivazioni sono l’accusa di rapina e violazione del foglio di via da Udine. Per queste accuse viene condannato a un anno e nove mesi, ma per decidere con che modalità deve scontare la pena bisogna aspettare che una commissione si riunisca e prenda la sua decisione, nell’attesa che trovino il tempo di riunirsi, vale a dire tra uno, due, tre, quattro o chissà quanti mesi, nel frattempo il magistrato prende la decisione di detenere il compagno in carcere.

Alla luce di tutto ciò, sabato 11 febbraio 2017, saremo sotto il carcere di Trieste (via Coroneo) per portare la nostra solidarietà al compagno costretto agli arresti.

Per scrivergli:
Via Coroneo 26, Trieste
Casonato Alberto.

Seguiranno aggiornamenti.

Tolosa, Francia: Fuochi d’artificio di Capodanno per i/le reclus*

Nella notte che va dal 31 dicembre 2016 al 1° gennaio 2017 abbiamo voluto condividere dei fuochi d’artificio con i/le reclus* di Tolosa.

Una prima squadra ha cercato di apportare un po’ di luce nella notte delle persone sans papiers del CRA [NdT Centro di detenzione per immigrati] di Cornebarrieu: hanno tirato qualche razzo di segnalazione dalla collina.

Una seconda squadra ha reso visita ai/lle reclus* di Seysses, che hanno risposto facendo tremare le mura della loro prigione al suono delle prime detonazioni.

Una terza squadra è andata all’ospedale Marchant per esprimere solidarietà con i/le psichiatrizzat* dell’UHSA (unità ospedaliera di medicina protetta).

Per noi sarà un buon anno soltanto quando tutt* gli/le reclus* saranno fuori e che tutte le prigioni andranno a fuoco!

Berlino: Distruggiamo il sistema carcerale – all’interno o all’esterno – finché non saranno tutt* liber*!

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193842-544x408 Distruggiamo il sistema carcerale – Finché non saranno tutt* liber*

193843-544x251193844-544x279Il 16 ottobre su una casa in Hermannplatz a Berlino è stato esposto uno striscione : Distruggiamo il sistema carcerale – all’interno o all’esterno – finché non saranno tutt* liber*!
Mille volantini sono stati distribuiti in Hermannplatz e all’entrata del metrò.

Sui volantini era scritto:

I/Le prigionier* ribelli hanno bisogno della nostra solidarietà. In un appello dei/lle prigionieri statunitensi possiamo leggere: Se lottiamo contro il potere, questo reagirà e l’unica protezione che abbiamo è la solidarietà dell’esterno.

Contro la schiavitù carceraria! Solidarietà con la resistenza dei/lle detenut* negli Stati Uniti e ovunque!

Libertà per le detenute arrestate a causa della rapina in una banca di Aachen.

Ogni esproprio dei ricchi e delle banche è benvenuto.

Solidarietà con chi è vittima della repressione in Svizzera! Incolpat* per aver paralizzato il traffico della metropoli e le rabbiose manifestazioni attraverso la città dei ricchi.

Nessuna sicurezza per ricchi e potenti, finché tutt* saranno liber*.
Aaron e Balu liberi! Presi perché hanno manifestato per una vita di solidarietà, contro la distruzione del quartiere e lo stato poliziesco.

Pace alle stamberghe, guerra ai palazzi – contro tutte le istituzioni e prigioni!

Scuola – Ospedale – Prigione – Fabbrica

Disciplina a scuola, lavaggio del cervello all’università, sfruttamento al lavoro, sottomissione in prigione – contro la società carcerale!

Ciao vicino! Nella prigione di Plötzensee a Berlino quasi un prigioniero su tre è in carcere per non aver pagato il biglietto dell’autobus.

Prigione per i posti vuoti!

Fuoco a tutte le prigioni – finché non saranno tutt* liber*!

Libertà per tutt*!

Credete ancora nell’ordine pubblico? Funziona anche senza!

Per una società senza prigioni!

La nostra passione per la libertà è più forte di ogni autorità!

in inglese

Berlino: Incendiata auto Spie

1924993 ottobre 2016

In solidarietà con tutte le persone che hanno lottato in carcere o sulle strade, stanotte abbiamo bruciato un’auto dell’impresa costruttrice di carceri Spie. Con l’azione ci riferiamo direttamente ax compas di Tolosa che nella notte dal 20al 21 settembre hanno fatto lo stesso. Spie è una grande impresa che per esempio ha contribuito alla costruzione del carcere a Leuze in Belgio. Lì da anni si conduce una lotta intensa contro l’industria delle prigioni. Ci sono delle liste nere di ditte alle quali attaccare i mezzi di produzione. Anche alcuni dei responsabili di rango hanno delle visite domiciliari. Per esempio il direttore del carcere di Brügge, la cui auto fu bruciata sotto casa.

Spie, inoltre, fa parte dell’industria dell’atomo. Anche questa lotta è condotta intensamente con l’obiettivo di fermare quest’economia vomitevole. Ma anche gli attacchi alle vetture sono delle punzecchiature che, se massicce, possono fare effetto. Gli attacchi incendiari alle auto sono un mezzo che si può impiegare facilmente e spesso.
Anche nelle campagne si svolge la stessa lotta. In questo periodo ci sono intense lotte nella Lausitz, nella foresta di Hambach e nella Zad in Bretagna. La lotta contro il rifornimento capitalista d’energia, l’infrastruttura dei trasporti e le galere è diretta contro lo Stato e le sue multinazionali che considerano la natura una merce da distruggere o da sfruttare. Lx partigianx rischiano la propria vita o libertà quando distruggono oppure sabotano questi progetti di costruzione. Chi vi finisce in galera incontra di nuovo le stesse ditte che non perdono la minima occasione per sottomettere possibilmente tutta la società al controllo, allo sfruttamento e al terrore. Ma se non ci lasciamo terrorizzare non avranno successo. Ecco perché lx prigionierx che continuano a lottare anche in galera costituiscono un grande pericolo per questa società nonché un motore importante della nostra lotta.

Ringraziamo
Aaron e Balu,
le rapinatrici che devono aspettare il loro processo ad Aachen,
lx numerosx compas curdx imprigionatx,
lx insortx nelle galere USA,
quelli di Basilea colpiti dalla repressione
e tuttx lx altrx che mantengono acceso il fuoco della lotta.

Gruppo di azione in memoria di Rémi Fraisse (+26.10.2014)

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Messico: Giornata di lotta in prigione; Luis Fernando Sotelo, Fernando Bárcenas e Abraham Cortés in sciopero della fame. Miguel Peralta Betanzos digiuna

Dal 28 settembre i compagni Fernando Bárcenas e Abraham Cortes, detenuti nel carcere preventivo Nord, Luis Fernando Sotelo, detenuto nel carcere preventivo Sud di Città del Messico e Miguel Peralta Betanzos, nel carcere di Cuicatlán nello stato di Oaxaca, hanno iniziato una giornata di lotta anti-carceraria all’interno della prigione.

I tre compagni a Città del Messico hanno dichiarato lo sciopero della fame, mentre Miguel ha iniziato un digiuno.

Qui sotto vi proponiamo il comunicato firmato dal compagno anarchico Fernando Bárcenas e da Abraham Cortés.

28 settembre 2016

Ai/lle compagn* ribelli

Ai popoli e le comunità sul piede di guerra

Agli/lle schiav* emancipat*

A chiunque sia interessato a queste posizioni e queste parole…

Oggi, per una liberazione totale, dichiariamo uno sciopero della fame a durata indeterminata come atto di autodeterminazione e d’incitazione a una rivolta generalizzata. Semplicemente perché non possiamo continuare ad assistere, giorno dopo giorno, al genocidio delle nostre comunità e dei nostri popoli.

In questa società esiste una realtà occulta; la democrazia è un colpo di stato che non nasconde i carri armati nelle crepe ma le sostituisce con le telecamere e i microfoni dei giornalisti. La democrazia governa col potere della sua propaganda ed è per questo che sosteniamo che la democrazia è la tecnica e la scienza che il potere utilizzano per non essere percepita come oppressione, il capitalismo ne è il capo e la democrazia il suo ufficio stampa.

È per questa ragione che non ci rivolgiamo né ai media né alle classi dominanti, noi parliamo e ci rivolgiamo ai/lle compagn* dell’immensa galera chiamata Terra, a chi come noi è figli* della guerra per il semplice fatto di essere nat* priv* di tutto.

Ma queste parole non hanno alcuna intenzione di strumentalizzare le forze ribelli e ancor meno di unirle sotto una bandiera qualsiasi, ma piuttosto di aprire un legame di comunicazione, uno spazio di sintonia di lotta e di tutto quello che può emergere da ogni parte come contestazione e atto di auto-determinazione.

Ci sembra, dal nostro punto di vista, che là dove c’è autorità esiste la prigione, ed è per questa ragione che la prigione è ben più che una semplice struttura fisica che ci si impone mediante l’immagine di mura e filo spinato. La prigione, secondo noi, è costituita dalla società intera mentre le prigioni fisiche non sono che l’espressione concreta dell’isolamento sociale che nutre e legittima il potere.

L’urbanismo (per esempio) è la rappresentazione stessa della carcerazione massiccia o, che è lo stesso, della fortificazione dello spazio urbano che si accompagna allo sterminio delle classi popolari più marginalizzate, e che si presenta oggi come parte integrante della fase storico-geografica finale del capitalismo tecno-industriale. (Sforzo finale di ristrutturazione in questa tappa di crisi in cui il solo modo di consolidare la propria dominazione è la guerra).

Ormai non possiamo più credere alle loro bugie perché il loro «fantastico mondo» non esiste attorno a noi; ci trattano come delinquenti, allo stesso modo in cui hanno chiamato selvaggi i primi abitanti delle Americhe, giustificando così il loro genocidio; quello che accade ogni giorno nei nostri quartieri è una guerra coloniale che cerca di tranquillizzare l’effervescenza rivoluzionaria dei nostri simili con tattiche vili come l’inondazione massiccio di droga e armi che implicano immancabilmente l’arrivo nei nostri quartieri e nelle nostre comunità di truppe di occupazione sempre più numerose. Tutto ciò è in relazione diretta con l’aumento della povertà e della carenza educativa e sanitaria nelle comunità e nei quartieri popolari. E che genera come risultato un aumento dell’indice di criminalità, che a sua volta giustifica la repressione da parte dell’apparato politico-militare dello Stato, con la prigione che diventa un monumento al massacro, immensa discarica sociale dove si elimina tutto quello che non piace o che disturba il sistema capitalista…

Attualmente nel paese ci sono 226mila prigionier* e benché le prigioni siano sovrappopolate, il tasso di criminalità non cala, al contrario aumenta o resta stabile. Di conseguenza il problema non sono le 226mila persone detenute ma la società tecno-industriale che ha bisogno di giustificare questo massacro.

La prigione è un’azienda che legittima la guerra contro i poveri e protegge dallo sterminio la società basata sull’accumulazione capitalista.

E qual è il pretesto per condurre in maniera nascosta questo intervento? Basta che i quartieri siano devastati dal crimine, le rapine, i furti, gli omicidi e gli scontri, «le strade non sono sicure», e allora i sindaci e i consigli municipali si trovano d’accordo con i residenti che chiedono «più protezione», senza prendersi la briga di analizzare il contesto di questa sporca guerra.

È evidente che le vittime della piaga della droga sono responsabili dei crimini che avvengono nei quartiere, non lo si può negare. Ma prima di reclamare disperat* «una maggiore protezione della polizia» ricordiamoci piuttosto chi ha imposto questa piaga nei nostri quartieri e comunità. Sarebbe meglio ricordarsi a chi, alla fin fine, giova la dipendenza delle persone alla droga; sarebbe meglio ricordarsi che la polizia è una truppa di occupazione inviata nelle nostre comunità dalla classe dominante, non per proteggere la vita dei poveri ma piuttosto per proteggere gli interessi e la proprietà privata dei capitalisti.

La polizia, i politici e i dirigenti delle grandi aziende sono contenti di vedere i/le giovani proletar* cadere vittime di questa piaga, e per due ragioni, la prima perché il traffico di droga è un’impresa che economicamente rende moltissimo, la seconda è che si rendono conto che finché possono tenere i/le nostr* giovani agli angoli delle strade a «smazzare» per una dose, non dovrenno preoccuparsi di vederci condurre un’efficace battaglia di liberazione.

La polizia non può risolvere il problema, perché fa parte del problema stesso, allo stesso modo le istituzioni del sistema non possono risolvere i problemi sociali, economici e politici del popolo, perché sono loro stessi che li creano e se ne nutrono. La «guerra contro le droghe» non è nient’altro che una dottrina controrivoluzionaria incaricata di conservare e rafforzare la dominazione, lo sfruttamento, l’imprigionamento delle classi sociali più oppresse del proletariato.

Siamo i/le sol* a poter sradicare questa calamità dalle nostre comunictà ed è per questo che invece di collaborare con questa società malata e decadente abbiamo deciso di viverne ai margini per costruire un mondo con le nostre mani, ed è una cosa che passa necessariamente dall’organizzazione rivoluzionaria del popolo.

Libera uno spazio, oKkupa, armati e prenditi cura delle persone che ti sono vicine.

Se ci saranno più azioni di questo tipo, frammentarie e disordinate, senza alcun centro, ma che si riferiscono a mille centri, ognuno auto-determinato, allora ridurle a una formalità e la recuperazione da parte del sistema tecnologico saranno molto più difficili.

Viviamo un’epoca tecnologica in cui il capitalismo si ristruttura attraverso le applicazioni tecnologiche del sistema di controllo sociale e tutto questo ha cambiato il mondo in maniera determinante.

La realtà virtuale di falsi bisogni si è già imposta, gli interessi del proletariato sono stati frantumati in mille pezzi e si perdono nei meandri della realtà virtuale. La democrazia stessa è una di queste realtà virtuali, come tutte le altre.

È evidente che un sistema di questo tipo non può essere tutelato che attraverso la trasformazione degli abitanti del territorio in agenti del sistema, nessun’altra struttura repressiva saprebbe garantirne meglio la difesa.

È per questo che lo stato/capitale tecnologico/moderno non può essere distrutto sul territorio che dall’ascesa generalizzata dell’insurrezione.

Quindi la risposta non si trova nelle teorie, ma concretamente nell’esigenza e la necessità degli/lle esclus* del sistema, i/le ribelli, e per finire nel linciaggio sociale che sono il frutto naturale di una società divisa tra privilegiati da una parte e schiavi dall’altra.

Anche la rivolta è un evento naturale che non è stato appena scoperto dagli/lle anarchic* né gli/le altr* rivoluzionar*.

Ma questa rivolta non è direttamente riconducibile ai vecchi programmi e manuali «rivoluzionari»,  la rivolta dei nostri giorni è atomizzata, disordinata, un fine in sé.

Per noi ribelli sociali, la rivolta è un rifiuto totale delle ideologie tanto che fanno parte del sistema che ci opprime.

Col metodo basato sulla pratica dell’azione diretta, nel conflitto permanente e l’auto-organizzazione delle lotte, senza l’accettazione di alcun moderatore, allora sì che enormi possibilità di sbocchi insurrezionali restano aperte.

Da questo punto di vista, è chiaro che l’anarchia non è un’ideologia ma una forma concreta di opposizione a quello che esiste, per ottenere la sua distruzione totale e definitiva.

Quindi siamo per la ribellione permanente, per l’insurrezione generalizzata, unico modo di rendere impossibile la manifestazione di un potere centralizzato.

Lanciamo questo grido di guerra come forma di difesa della lotta dei/lle prigionier* statunitensi e allo stesso modo di solidarietà con i/le compagn* afro-american* che come noi vivono il genocidio della droga.

Solidarietà con i popoli e le comunità ribelli.

Solidarietà totale col compagno Luis Fernando Sotelo Zambrano.

Per la liberazione totale! Per la distruzione della società carceraria!

Tre anni dopo l’incarcerazione di Abraham Cortés Ávila, il 2 ottobre 2013.

Fernando Bárcenas.
Abraham Cortés Ávila.

Fonte in spagnolo: Croce Nera Anarchica del Messico

in spagnolo, francese, portoghese