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Bremgarten, Svizzera: Aggiornamento sull’operazione repressiva del 29/5/18

31 maggio 2018

Martedì mattina (29/5/2018) alle ore 6:00 ci fu un’operazione di polizia coordinata in varie paesi d’Europa connessa agli eventi attorno al vertice G20 di giugno passato ad Amburgo. In Svizzera – di quanto ne sappiamo – ci furono tre interventi contemporanei.

Alla ricerca di un reo sospetto a Bremgarten Argovia ci furono razzie nel centro culturale Bremgarten (KuZeB) e in una casa privata; nel contempo perquisivano anche una casa vicino a Winterthur, dove presero la persona ricercata. Nel corso della razzia furono arrestate altre tre persone, una per mancanza di un permesso di soggiorno, le altre due, pare, per essere ricercate dalla polizia per altre accuse. Queste ultime due oggi sono state portate davanti alla procura di Zurigo e fu richiesta la carcerazione preventiva. Il tribunale degli arresti deciderà nei prossimi giorni e fino alla decisione rimarranno nella prigione provvisoria di polizia a Zurigo. Pure oggi, la polizia ha consegnato all’autorità di migrazione la terza persona che poco dopo fu rilasciata con un ordine penale per violazione del diritto di soggiorno. Anche la persona originariamente ricercata si ritrova di nuovo a piede libero. In base a una richiesta di rogatoria di Amburgo fu portata davanti alla procura di Baden Argovia e rilasciata dopo un breve interrogatorio.

L’operazione in grande stile era sicuramente pianificata da lungo tempo: come cooperazione tra la polizia di Amburgo, dell’autorità di giustizia europea Eurojust e della polizia dei rispettivi paesi. In Svizzera parteciparono le polizie cantonali Argovia e Zurigo, dirette e coordinate dalla polizia federale Fedpol. In tutto operarono circa 150 sbirri – incluso un centro operativo mobile per le telecomunicazioni. C’era anche il commando speciale Argus che assaltava la casa privata a Bremgarten ed ha messo le manette e bende agli occhi a tuttx lx abitanti. Nel contempo si sono procurati accesso al KuZeB circa 60 sbirri in gran parte incappucciati, rompendo tutte le porte e potendo agire indisturbati per quasi un’ora prima che arrivasse una persona interlocutrice o unx utente del centro culturale. Finalmente hanno confiscato e portato via due rimorchi pieni di oggetti vari.

Non si tratta di denunciare quest’operazione di polizia come “spropositata”, poiché ogni intervento di polizia è di troppo! Ma pare evidente che fu utilizzato un pretesto per fare un’esercitazione massiccia e mediaticamente gonfiata ad arte per dimostrare apparente forza e per terrorizzarci.
Se le persone coinvolte sono “colpevoli” o meno non ci interessa. La nostra solidarietà non conosce logica statale e vale per tuttx lx accusatx del G20.

Abbasso lo Stato! Sbirri di merda!

Traduzione dal tedesco mc

Winterthur, Svizzera: Stress sbirresco ed arresti nella regione di Winterthur

29 maggio 2018

Oggi martedì 29 maggio 18 attorno alle ore 6:00 la polizia in base a un ordine di comparazione contro una persona fece irruzione in una casa vicino a Winterthur. La persona ricercata è stata arrestata dalla polizia. Durante la perquisizione furono arrestate altre tre persone. Due compas erano sulla lista di ricerca della polizia e un altro compa fu portato via per mancante diritto di soggiorno in Svizzera. I 4 compas di lotta furono portati via dalla polizia e per ora non abbiamo ulteriori informazioni.

Non lasciamo soli gli arrestati!
Per un mondo senza galere!
Sbirri di merda

Bremgarten, Svizzera: Perquisizioni nell’Argoviese dopo le proteste G20

30 maggio 2018

Ieri martedì ci furono delle perquisizioni nel KuZeB a Bremgarten e in un’abitazione privata. Dovrebbero essere connesse alle proteste contro il vertice G20 nel 2017 ad Amburgo. Anche in altri paesi europei ci furono delle perquisizioni contemporanee.

Si tratta di un’altra ondata di misure repressive dopo le proteste contro il vertice G20 del 2017 ad Amburgo. Si deve, di conseguenza, presumere che in futuro ci potrebbero essere altre perquisizioni – anche in Svizzera.
Perciò metti in ordine casa tua!

Anzitutto se l’estate scorsa sei statx ad Amburgo. Tieni presente che la polizia può sfruttare anche dei ritrovamenti casuali. Significa che la polizia può usare anche cose che non hanno a che fare con il G20. In base a questi ritrovamenti casuali possono iniziare altri procedimenti. Dunque, non tenere in casa nulla che potrebbe avere conseguenze giuridiche oppure che dà indicazioni sul tuo impegno politico.

Nel caso di perquisizione:
Tentare di rimanere calmx.
Chiedi un ordine di perquisizione e assicurati che la polizia perquisisca solo i locali ivi specificati (per esempio la tua camera oppure tutte le camere alle quali hai accesso).
Avvallati anche in una perquisizione del tuo diritto di rifiutare ogni dichiarazione. Parla solo il minimo necessario con la polizia e per il resto evita ogni dialogo o discussione.
La polizia può sequestrare degli oggetti che ritiene possibile elemento probatorio. Gli oggetti personali (per esempio telefonino, laptop, agenda, indirizzari) puoi farli sigillare. Le autorità penali allora non possono né visionare né usare questi oggetti. Decide un tribunale se eventualmente si possono  togliere i sigilli (ma vuole dire anche che potrebbero esserti restituiti più tardi). Saranno eventualmente anzitutto molto interessati al tuo telefonino e computer ma non sei obbligatx di permettere l’accesso o di consegnarne le password alla polizia.

Sarà stilato un verbale di perquisizione con un elenco degli oggetti sequestrati. Puoi rifiutare di firmare il verbale. Ma in ogni caso chiedi una copia.
In seguito scrivi un verbale di quel che ricordi del corso della perquisizione.
Se hai una perquisizione oppure se hai delle domande, rivolgiti a noi. Tenteremo di coordinare il procedere nel caso di repressioni in Svizzera e se necessario assicurare la comunicazione con le strutture di sostegno legale ad Amburgo.

Saluti solidali

Antirep Bern – info@antirep-bern.ch

Traduzione dal tedesco mc

Berna, Svizzera: Prigione locale e furgone della polizia attaccati con bombe di vernice

Sabato 21 gennaio 2017 abbiamo bombardato di vernice la prigione regionale di Berna in un completo rifiuto di tutte le prigioni. Tornando dall’azione un furgone della polizia ha fatto l’errore di inseguirci e ha dovuto battere in ritirata di fronte al nostro intervento determinato. Quest’azione è stata intrapresa in solidarietà con la giornata globale d’azione per i/le prigionier* trans e l’appello a sostegno al gruppo Lotta Rivoluzionaria in Grecia.

Giornata di azione e solidarietà ai/lle prigionier* trans

Il 22 gennaio segna la seconda giornata annuale e globale d’azione e solidarietà ai/le prigionier* trans. Sguardi esaminatori, infamia, isolamento, molestie e violenza sessualizzata sono raddoppiati per le persone trans in prigione, a causa delle restrizioni fisiche ed emotive della gabbia letterale che non lascia loro via d’uscita. Questo evento viene organizzato a livello mondiale da prigionier* trans e i loro sostenitori e le loro sostenitrici. Permette a coloro che sono all’esterno di ricordare chi è dietro le sbarre, mostrare solidarietà e aumentare la consapevolezza dei problemi affrontati dai/lle prigionier* trans. Permette anche a chi è dentro di far sentire la loro voce e di organizzarsi.

Giornata d’azione in solidarietà con Lotta Rivoluzionaria

Una giornata globale d’azione in solidarietà con i/le prigionier* di Lotta Rivoluzionaria è stata chiamata per il 21 gennaio. Per quanto le autorità credano fermamente che imprigionando gli/le anarchic* potranno eliminare la lotta (armata), si sbagliano. In complicità totale, che sia dentro o fuori le mura delle prigioni, ci battiamo per un mondo libero dalla dominazione. Così facendo non riponiamo le nostre speranze in partiti di sinistra come Syriza, interessato soltanto alla pacificazione sociale, e che ha ancora una volta rivelato il suo vero volto con l’arresto di Pola Roupa e di suo figlio, come anche col trattamento dei/lle prigionier* anarchic*.

Solidarietà con tutt* gli/le anarchic* e gli/le altr* prigionier* politic* che sono stat* rapit* e incarcerat*.

in inglese, greco

Berna, Svizzera: Prigione locale e furgone della polizia attaccati con bombe di vernice

Sabato 21 gennaio 2017 abbiamo bombardato di vernice la prigione regionale di Berna in un diniego totale di tutte le prigioni. Sulla via del ritorno, un furgone della polizia ha commesso l’errore di inseguirci e ha dovuto ritirarsi dopo il nostro intervento determinato. Abbiamo compiuto quest’azione in solidarietà con la giornata globale d’azione per i/le prigionier* trans e l’appello a sostenere il gruppo Lotta Rivoluzionaria in Grecia.

Giornata di azione e solidarietà con i/le prigionier* trans

Il 22 gennaio cadeva la seconda Giornata globale di azione e solidarietà con i/le prigionier* trans.

Sguardi indagatori, infamia, isolamento, molestie e violenza sessualizzata raddoppiano per le persone trans in prigione, a causa delle restrizioni fisiche ed emotive della gabbia, in senso stretto, che non lascia loro via d’uscita. Quest’evento è organizzato a livello mondiale dai/lle prigionier* trans e dai loro sostenitori. Permette a chi è all’esterno di ricordare quell* che sono dietro le sbarre, di mostrare solidarietà e aumentare la consapevolezza riguardo le questioni affrontate dai/lle prigionier* trans. Permette anche a chi è dentro di alzare la voce e organizzarsi.

Giornata di azione in solidarietà con Lotta Rivoluzionaria

Per il 21 gennaio è stata chiamata una giornata globale di azione in solidarietà con i/le prigionier* di Lotta Rivoluzionaria. Per quanto le autorità siano convinte che arrestando degli/lle anarchic* riusciranno a eliminare la lotta (armata), in realtà si sbagliano. In complicità totale, all’interno o all’esterno delle mura delle prigioni, ci battiamo per un modno libero da ogni dominazione. Così facendo non riponiamo alcuna speranza nei partituncoli di sinistra come Syriza, unicamente interessati alla pacificazione sociale, e che ha ancora una volta rivelato il suo vero volto attraverso l’arresto di Pola Roupa e di suo figlio, come anche col trattamento dei/lle prigionier* anarchic*.

Solidarietà con tutt* gli/le anarchic* e gli/le altr* prigionier* politic* che sono stat* rapit* e incarcerat*.

in inglese, greco

Berlino: Distruggiamo il sistema carcerale – all’interno o all’esterno – finché non saranno tutt* liber*!

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193842-544x408 Distruggiamo il sistema carcerale – Finché non saranno tutt* liber*

193843-544x251193844-544x279Il 16 ottobre su una casa in Hermannplatz a Berlino è stato esposto uno striscione : Distruggiamo il sistema carcerale – all’interno o all’esterno – finché non saranno tutt* liber*!
Mille volantini sono stati distribuiti in Hermannplatz e all’entrata del metrò.

Sui volantini era scritto:

I/Le prigionier* ribelli hanno bisogno della nostra solidarietà. In un appello dei/lle prigionieri statunitensi possiamo leggere: Se lottiamo contro il potere, questo reagirà e l’unica protezione che abbiamo è la solidarietà dell’esterno.

Contro la schiavitù carceraria! Solidarietà con la resistenza dei/lle detenut* negli Stati Uniti e ovunque!

Libertà per le detenute arrestate a causa della rapina in una banca di Aachen.

Ogni esproprio dei ricchi e delle banche è benvenuto.

Solidarietà con chi è vittima della repressione in Svizzera! Incolpat* per aver paralizzato il traffico della metropoli e le rabbiose manifestazioni attraverso la città dei ricchi.

Nessuna sicurezza per ricchi e potenti, finché tutt* saranno liber*.
Aaron e Balu liberi! Presi perché hanno manifestato per una vita di solidarietà, contro la distruzione del quartiere e lo stato poliziesco.

Pace alle stamberghe, guerra ai palazzi – contro tutte le istituzioni e prigioni!

Scuola – Ospedale – Prigione – Fabbrica

Disciplina a scuola, lavaggio del cervello all’università, sfruttamento al lavoro, sottomissione in prigione – contro la società carcerale!

Ciao vicino! Nella prigione di Plötzensee a Berlino quasi un prigioniero su tre è in carcere per non aver pagato il biglietto dell’autobus.

Prigione per i posti vuoti!

Fuoco a tutte le prigioni – finché non saranno tutt* liber*!

Libertà per tutt*!

Credete ancora nell’ordine pubblico? Funziona anche senza!

Per una società senza prigioni!

La nostra passione per la libertà è più forte di ogni autorità!

in inglese

Svizzera: Marco Camenisch, aggiornamento “discesa” – Settembre 2016

su-marco-1018x1024Il 1° settembre, come da aggiornamento del 26 giugno 2016, è iniziato il “lavoro estemo” in zona Zurigo previsto per sei mesi.

Il mio nuovo recapito è: mc, c/o Kasama, Militärstrasse 87/A, CH-8004 Zürich

Per proteggere la mia (costruenda…) sfera privata e quella dell’ambiente sociopolitico a me più vicino, in seguito non pubblicherò più informazioni sul mio nuovo ambito di vita come per esempio soggiorno, casa, posto di lavoro ecc., che ormai non dovrebbero neanche più essere di “pubblico interesse”. Ovviamente questo non vale per lx compas a me più vicinx e altrettanto è ovvio che continueò a informare sul percorso della mia “liberazione” (a maggior ragione su eventuali “rovesci”…).

Come in parte ho già informato la stampa solidale di movimento, in questa fase della mia “prigionia” ho già un accesso abbastanza “libero” all’informazione, alla rete ecc. Di conseguenza non sono più “legittimato” a ricevere come finora la vostra stampa gratuita e solidale per prigionierx e vi prego di sospenderne l’invio.

Per questa espressione di solidarietà e in generale per tutta la vostra forte, consistentissima e continua solidarietà rivoluzionaria oltre le tendenze contro la repressione del dominio voglio esprimere ancora una volta il mio amorevole rispetto e la mia più profonda gratitudine.
Ovviamente sono cosciente del fatto che la solidarietà rivoluzionaria non si può praticare giammai in uno spirito di “prestazione-servizio”, vale a dire a senso unico e perciò, come prigioniero specificamente anarchico, spero che il mio contributo solidale oltre le tendenze e il mio rapporto solidale con la lotta rivoluzionaria bastava basta e basterà almeno un po’ allo spirito profondamente reciproco della solidarietà e dell’appartenenza rivoluzionaria.

Sempre resistendo, sempre contribuendo, sempre solidale (anche tacendo…:-) )

marco camenisch, inizio settembre 2016, Zurigo, CH

[Italia]: Appello della procura di Torino contro Silvia, Billy e Costa

La Procura di Torino, nelle vesti del procuratore Arnaldi Di Balme, non contenta della sentenza di improcedibilità per il “Ne bis in idem”, il non poter condannare per lo stesso reato, quindi non dover procedere per difetto di giurisdizione per Silvia, Billy e Costa, ritorna alla carica ricorrendo in appello con tutta la giurisprudenza del caso riportandoli verso un nuovo processo.

Ancora una volta il procuratore insiste sul fatto che una parte del tentativo di attacco alla multinazionale IBM da compiersi in Svizzera sarebbe stato pianificato in Italia con il relativo trasporto di materiali esplodenti. A dimostrazione del tutto ci sarebbe la partecipazione di Silvia, Billy e Costa alla Coalizione contro le nocività, esperienza di lotta che, negli anni della sua attività, ha creato un’attiva progettualità contro le biotecnologie e le nanotecnogie.

Di questi tentativi repressivi niente di che stupirsi, la giurisprudenza è costruita appositamente per reprimere contesti critici e di lotta verso questo sistema di sfruttamento.

Per noi resta invece ben chiara la necessità di disfarsi di questo sistema ecocida con i suoi bracci armati chiamati scienza e ricerca.

Per chi volesse approfondire rimandiamo alla lettura della pubblicazione “Solidarietà e complicità”, raccolta di testi intorno al tentativo di sabotaggio del centro IBM sulle nanotecnologie in Svizzera e sulla solidarietà espressa quando la repressione ha avuto la meglio.

www.silviabillycostaliberi.org

Zurigo, Svizzera: Sulle perquisizioni del 10 luglio

dissonanz

Ding Dong – È lo Stato

Domenica 10 luglio ci sono state di nuovo perquisizioni
domiciliari a Zurigo e San Gallo. Questa volta sono state tre. Da quel che abbiamo potuto sapere il mandato di perquisizione era autorizzato dalla Procura di Zurigo per “Incendio doloso, etc”. In una spiegazione un po’ più dettagliata del mandato di perquisizione era evidente che si trattava di un presunto *attacco incendiario all’antenna di telecomunicazione Waidberg, 8037 Zurigo*, avvenuto la notte della stessa domenica.

Mentre a Zurigo le perquisizioni sono state fatte da poliziotti in
divisa e in civile, le teste di cuoio San Gallesi hanno usato questo
momento per fare una sessione di allenamento: con ariete, passamontagna e mitra, decine di Wannabe-Hollywood-Cops hanno dato l’assalto per la perquisizione, costringendo i residenti a sdraiarsi a terra e controllando ogni stanza da cima a fondo. Oltre al risultato insoddisfacente per loro – in tutti e tre i casi se ne sono andati dai posti senza far scattare le manette – ancora una volta dimostrano con questa azione quello che la polizia è veramente: il braccio repressivo dello Stato, dotata di tutti i mezzi per difenderlo e per neutralizzare i potenziali nemici. E in questa categoria ricadono tutti quelli che non accettano di avere un’autorità incontestabile sopra le loro teste;
quelli che non accettano di essere tagliati fuori dalla ricchezza della società, che non accettano di essere alienati, isolati e sorvegliati attraverso la tecnologia, mentre ogni giorno viene sbandierata l’illusione di unità, felicità e illimitate possibilità.

Se il motivo scritto nel mandato di perquisizione dovesse riportare un evento realmente accaduto, è importante quindi difendere questo attacco che è stato diretto contro quelle strutture che aiutano a trasformare la nostra autonomia in una vita di schiavitù dettata dai segnali radio delle antenne.

Perché ogni incendio ha bisogno una scintilla…

[Ndt: in tedesco funkstation è l’antenna, e funken è scintilla… da qui il gioco di parole con scintilla/antenna]

Articolo tradotto dal giornale anarchico di Zurigo “Dissonanz” del 20 luglio 2016 Nr 32

Nota aggiuntiva: nel contesto delle perquisizioni domiciliari la polizia era alla ricerca di una persona specifica, senza successo. Fino ad oggi (29 luglio) non abbiamo ulteriori notizie riguardo l’arresto di questa persona. Auguriamo tanta forza al compagno per il suo cammino al di fuori delle grinfie dello Stato.

in inglese, portoghese, tedesco

Francoforte, Germania: Segnali di fumo al Rigaer 94; per un Luglio Nero

fightback-544x162Il Luglio Nero di Rigaer-Strasse sta arrivando.*

Gli sbirri hanno assediato il progetto R94 per quasi tre settimane. Abbiamo sentito il vostro messaggio, e facciamo del nostro meglio per rispondere. E continueremo. Stasera [7 luglio 2016] è stata presa di mira una vettura del fornitore locale di energia Mainova.

Con i suoi prezzi già troppo elevati, Mainova gioca un ruolo importante nella repressione degli indigenti. A chi non può più pagare le bollette viene tagliata immediatamente la luce. E se vuole riavere l’elettricità deve raccogliere una somma assolutamente enorme. Forse la macchina incendiata darà a Mainova qualcosa cui pensare.

Tutte le piccole e grandi azioni un po’ ovunque ci fanno piacere – nobile reazione allo spettacolo messo in scena da [Senatore degli Interni di Berlino] Henkel. Prendetele come un piccolo sostegno alla lotta a Friedrichshain.

Che Berlino sprofondi nel caos, e partecipiamo ovunque!

Saluti solidari ai/lle compagn* incarcerati per una manifestazione sauvage** a Basilea, Svizzera.
Auguriamo anche forza e nient’altro che il meglio alle accusate dell’esproprio della banca ad Aachen.

Autonomous Energy Giants

* vedi l’appello per un Luglio Nero [in inglese], di Rigaer94 & amici, prima della manifestazione di sabato [9 luglio] a Berlino
** di solito significa non autorizzata; in particolare qui ci si riferisce alla manifestazione non autorizzata antirazzista e antirepressione di Basilea del 24 giugno 2016, in cui sono stati attaccati degli edifici, ne sono seguiti scontri con la polizia e ci sono stati 14 arresti

in inglese, greco

Svizzera: Marco Camenisch, aggiornamento “discesa” – Fine giugno 2016

Dopo il traferimento del novembre 2015 da Bostadel a Saxerriet (Salez) nella sezione “chiusa di transito”, il 10 dicembre 2015 ci fu una “riunione di trasferimento” con la direzione del carcere, i responsabili del DAP Zurigo e il mio legale, in cui furono deliberati e poi ordinati i seguenti “passi”, ora già realizzati:

– Gennaio 2016; trasferimento interno dal “transito” in una “sezione aperta”

– Febbraio 2016; 2 uscite ognuna di 5h accompagnate da personale dell’istituto

– Marzo 2016; 2 uscite ognuna di 5h accompagnate da una “figura di riferimento di propria scelta che si assume la responsabilità”

– Aprile 2016; 2 uscite, 1 di 5h e una di 12h accompagnate da una “figura di riferimento di propria scelta che si assume la responsabilità”

– Maggio 2016; 2 uscite ognuna di 12h accompagnate da una “figura di riferimento di propria scelta che si assume la responsabilità”

– 18 maggio; altra “riunione di coordinamento esecutivo”

In questa riunione fu decisa (con ordine scritto a metà giugno) la concessione di un’uscita di 12h sia per giugno sia per luglio + un permesso di fine settimana di 24h in giugno e uno di 36h in luglio, nonché un permesso di 24h e uno di 36h nel mese di agosto; dopo di che, dopo un’altra “riunione di coordinamento esecutivo” prevista agli inizi di agosto, sarebbe previsto che nel settembre 2016 (circa tre mesi prima del “previsto”…) potrei iniziare un “lavoro esterno” per sei mesi (lavoro fuori, sere/notti dentro, i fine settimana fuori). Il contratto di lavoro richiesto (min. 50%) e un posto in un carceretto nell’area di Zurigo dovrebbero, di quanto ne so, già essere certi.

In seguito potrebbero aggiungersi alcuni mesi di lavoro e di soggiorno (in una casa propria) esterno e, al più tardi agli inizi del 2018, la liberazione condizionale.

Le mie capacità di mantenimento delle relazioni politiche/personali (anzitutto per il lavoro di scrittura) già negli ultimi anni sono state fortamente ridotte anzitutto con i continui traferimenti e le conseguenti riorganizzazioni, anche da zero, di questo lavoro. E ora, in questo lungo passaggio “tra dentro e fuori”, suddette capacità sono ancora più ridotte (e spesso al lumicino…) oppure assorbite in altro modo nella tanto intrigante quanto impervia riorganizzazione, ex-novo, di un resto di esistenza solidale fuori dalle mura in questa società-galera. Sono sforzi che tuttx lx solidali direttamente impegnatx come anche io stesso dobbiamo affrontare con “spazi” a volte anche più ridotti e certamente più incerti che non con il “carcerce-carcere”.

Non si tratta, perciò, in nessun modo di indifferenza e di desolidarizzazione personale e/o politica se ora non sono e in futuro non sarò più in grado di mantenere quel sacco di corrispondenza e lavoro di scrittura come fino a poco tempo fa.

Tuttavia, per gli spazi già un tantino più “liberi”, già con l’imminente periodo di lavoro esterno la situazione potrebbe iniziare a essere più propizia a suddetta riorganizzazione e perciò anche a quella delle comunicazioni.

Con l’ennesimo imminente cambio di indirizzo comunicherò anche l’inizio del suddetto periodo.

Sempre resistendo, sempre contribuendo, sempre solidale,

marco camenisch, 26.06.2016, galera Saxerriet, Salez, CH

+ tedesco

Uscita del n. 1 di «Rizoma», pubblicazione aperiodica

RIZOMA

Nuovo bollettino anarchico in sostegno alle lotte contro l’ingegneria genetica e il mondo che la produce

Gennaio 2016 – numero 1 – pubblicazione aperiodica disponibile in tre lingue: italiano, tedesco e francese

Con questo bollettino vogliamo diffondere delle informazioni teoriche e pratiche sulla lotta contro gli OGM e il mondo che li produce, far conoscere e creare legami tra i diversi atti di resistenza contro le tecnologie di morte, favorizzare lo scambio, il dibattito e la critica sui mezzi d’azione e gli eventi che hanno luogo nel movimento. Per il fatto di vivere vicino a dei campi di sperimentazione sugli OGM, di centri universitari e di ricerca, di industrie agrochimiche, di società di commercio di materie prime, ci sentiamo tiratx in causa da vicino, per esserne toccatx direttamente e in solidarietà con le esistenze distrutte altrove sul pianeta.

Vogliamo nutrire un movimento ricco di tutte le forme di lotta emancipatrici e di tutti i mezzi necessari contro gli OGM e il loro mondo. Vogliamo una vita e delle modalità d’azione autonome e indipendenti dallo stato, dalle istituzioni e dagli/dalle espertx di ogni tipo, perché vogliamo un mondo liberato da ogni dominio e sfruttamento, ora.

Per scaricare il PDF cliccare qui.

Torino, Italia: Incontro solidale in vista del processo a Billy, Silvia e Costa – Riprendiamo le ostilità alle tecno-scienze

pic2-2Lanciamo un momento solidale in vista del processo che si svolgerà a Torino il 13 Gennaio. Billy Silvia e Costa sono accusati di possesso, trasporto e ricettazione di esplosivo, e per il tentativo di attacco al centro di ricerche nanotecnologiche IBM a Zurigo.

Questo si collega al 15 Aprile 2010 quando vennero fermati e arrestati dalla polizia elvetica che, perquisendo la loro auto, aveva trovato materiali esplosivi e incendiari e dei volantini che rivendicavano un imminente attacco esplosivo a firma “Earth Liberation Front Switzerland” (Fronte di liberazione della Terra) contro il centro di ricerche all’epoca in fase di realizzazione.
Processati, erano stati condannati a pene detentive dai 3 anni e 4 mesi ai 3 anni e 8 mesi.

Nel mentre la procura di Torino aveva aperto un’indagine anche nel tentativo di imbastire un’associazione sovversiva tra numerose situazioni impegnate in lotte ecologiste ed anarchiche e che avevano creato una rete solidale attorno a Billy, Silvia e Costa. Di fatto questo tentativo, caduto dopo anni, è servito per un forte monitoraggio e controllo di queste situazioni.

Vorremmo partire dal senso che è stato espresso dalla solidarietà negli anni della carcerazione in Svizzera, per riportare nuovamente un’attenzione verso gli sviluppi delle tecno-scienze e sulla necessità di opporvisi. Su quel percorso, che non è iniziato in Svizzera e che non si è mai interrotto,   ci piacerebbe incontrare altri pensieri per costruire progettualità comuni, per non fermarsi sul  momento repressivo, ma trasformarlo in nuove possibilità di critica e lotta.

Domenica 29 novembre ore 17

presso radio Blackout

via Antonio Cecchi 21/A
Torino

Svizzera: Marco Camenisch, aggiornamento “discesa”

Nell’ultima settimana di ottobre 2015 è arrivato il responso della “commissione specialista” che sorprendentemente si dichiara d’accordo sotto tutti i punti  proposti dal DAP ZH per una “discesa”.

Questo significa anche che tra i vari passaggi, per es. dai permessi scortati a quelli senza scorta, o dagli ultimi al lavoro esterno, non richiede nuovi esami propri. È positivo in quanto scadono i relativi rallentamenti del percorso e che questo, sempre entro i margini previsti, potrebbe ev. svolgersi in modo più “flessibile”.

Alla fine dell’ultima settima di ottobre c’è stata anche un’ulteriore “audizione” con il “responsabile” del caso, nella quale essenzialmente fu confermato il trasferimento a Saxerriet che avverrà nel mese corrente. Infos/News seguiranno.

marco camenisch, 01.11.2015, galera Bostadel, Menzingen, CH

Svizzera: 7° Aggiornamento su Marco Camenisch – No liberazione

city28 settembre 2015: 7° aggiornamento no liberazione

Nella “riunione n. 3 di coordinamento dell’esecuzione della pena” del 27 luglio 2015 c’è stata “l’audizione legale” del sottoscritto. Presenti: l’ennesimo nuovo “responsabile” e un’addetta alla verbalizzazione del DAP ZH; l’assistente sociale, una praticante e la responsabile per l’esecuzione penale (tipo vicedirettrice) del carcere di Bostadel; il mio legale. Ero presente perché sembravano soddisfatte le mie premesse: delle proposte reali per una “discesa” a prescindere dalle folli “raccomandazioni-ROS” del servizio forense-psichiatrico del DAP. Mi presentarono, infatti,  la copia della risposta più o meno positiva del carcere “semiaperto” Saxerriet (cantone di San Gallo), al quale il DAP aveva chiesto di “ospitarmi” per un percorso di “discesa”.
Una riserva del Saxerriet era la mancante consultazione della “commissione specialista della CH Nordest”. Queste “commissioni” (4 in tutto) di recente istituzione (nel generale “giro di vite” della “giustizia”) sono composte da direttori di carceri, PM, psichiatri, psicologi, ecc. e si riuniscono periodicamente per valutare i casi di “discese” e “liberazioni condizionali” previste dai vari DAP cantonali per detenutx stigmatizzatx con la “pericolosità sociale”. Poi emettono per ogni “caso” le proprie “raccomandazioni” spesso e volentieri negative, che non sono vincolanti ma quasi sempre seguite dai DAP.
La commissione in causa dovrebbe riunirsi inizio ottobre 2015 per poi forse già nella stesso mese comunicare le proprie “raccomandazioni”.
Con esposto del 24 agosto, il DAP-ZH chiede a tale commissione

“…una presa di posizione sulla questione, se per il detenuto mc… le aperture nell’esecuzione della pena (insomma, ora “alleggerimenti”, ora “aperture”…) prospettate in suddetta riunione di coordinamento… del 27 luglio 2015, vale a dire:

-Trasferimento nella sezione chiusa/di transito del penale Saxerriet
-Spostamento nella sezione aperta del penale Saxerriet
-Dalla sezione aperta del penale Saxerriet: -vari permessi relazionali con scorta
-permessi relazionali senza scorta
-Lavoro esterno
-Abitazione e lavoro all’esterno
-Liberazione condizionale (1° trimestre 2018) (sic!!)

Sono dal Vostro punto di vista sostenibili sotto l’aspetto della pericolosità sociale.
I permessi con e senza scorta sarebbero da vincolare alle seguenti condizioni:

-Inoltro previo ed osservanza di un programma dettagliato per il permesso;
-Scorta continua di personale del penale Saxerriet (nei permessi scortati);
-Redazione di un resoconto da parte di Marco Camenisch;
-Divieto di consumare droghe ed alcolici (incl. Cannabis) la cui osservanza è da verificare con i relativi controlli da parte del penale Saxerriet;
-Osservanza di un divieto di acquisto, di possesso, di porto e di avere con sé delle armi (sic!!!)

Durante il periodo di prova dopo la liberazione condizionale è prevista la prescrizione di un’assistenza (sociale)* al reinserimento come anche le seguenti disposizioni:

-Divieto di consumo di droga (incl. Cannabis) la cui osservanza è da verificare dall’assistenza* al reinserimento dell’ufficio per l’esecuzione delle pene e delle misure 3 (dal DAP-ZH) con i relativi controlli;
-Partecipazione a regolari colloqui con l’assistenza* al reinserimento dell’ufficio per l’esecuzione delle pene e delle misure 3;
-Osservanza di un divieto di acquisto, di possesso, di porto e di avere con sé delle armi (ri-sic!!!)…”

Da notare, dopo quasi 30 anni di galera, l’inaccettabile “libertà” condizionale di ridicoli 4 mesi con un periodo non definito “di prova e disposizioni” che può essere ordinato per un massimo di ben 3 anni dopo la “libertà condizionale”. Dopo il fine pena maggio 2018 potrei essere soggetto a ben 2 anni e 8 mesi di tali “disposizioni” (di fatto un prolungamento della pena) ed inoltre, in caso di “non osservanza”, essere riarrestato in ogni momento per espiare questi (ultimi) 4 mesi. Dato che una “liberazione” condizionale non è appellabile (non è ancora chiaro se lo sono i tempi di “prova/le disposizioni”) possibilmente dovrò ritirare il mio consenso a una “discesa”, oppure in caso di “liberazione condizionale” 4 mesi prima del fine pena “non osservare” le prime due “disposizioni” (divieto di consumo di Cannabis…, i “regolari” colloqui con l’assistenza ecc. ecc. …) per farmi questi ultimi 4 mesi vale a dire il “fine pena”, dopo il quale sarebbe difficile oppure legalmente impossibile comminarmi “periodi di prova” con le “disposizioni” (vale a dire vessazioni e “tarantelle”) sopra descritte.
Per il momento l’unica “certezza” è: che un eventuale trasferimento nel penale Saxerriet potrebbe avvenire in data indeterminata dopo una “risposta” della “commissione”; che il DAP non ha più accennato alle “raccomandazioni” folli del suo servizio forense-psichiatrico; che per degli ev. “permessi relazionali” ha richiesto una lista d’indirizzi, per un (non meglio specificato) “controllo di polizia”.

Questo, insieme al fatto che nel verbale della riunione sotto il titolo “prognosi legale/valutazione dei rischi” (prognosi e valutazione ora all’improvviso positiva) come “prospettive future/obiettivi/misure” anticipano l’intenzione di un oscuro “monitoraggio d’attività delitto-associate durante le previste aperture nell’esecuzione”, fa supporre che vogliono far rientrare dalla finestra le “raccomandazioni-ROS”.

marco camenisch, 28.09.2015, carcere di Bostadel, Menzingen, CH

Basilea, Svizzera: Appello alla manifestazione “NoBorder – NoNation – NoConex”

noconex

Venerdì 18 Settembre 2015
19:00, Claraplatz / Basilea, Svizzera

Né frontiere né nazioni. Sabotiamo Conex15.

Dal 16 al 25 settembre 2015 a Basilea e nel nord-ovest della Svizzera si svolgerà un’esercitazione militare federale denominata “CONEX15”. Durante quest’esercitazione, in alcuni punti nevralgici della città come la stazione, le frontiere o il porto, sarà messo in atto un controllo militare reale. Lo scenario su cui si basa questa esercitazione è quello di una situazione di un’Europa post-crash in cui la Svizzera, unica isola sfuggita alla crisi mondiale, deve proteggersi contro e da tutti e tutte, specialmente contro le/i migranti e le/i nemiche/ci intern*.

In settembre venite a Basilea e partecipate alle azioni!
Oppure auto-organizzatevi, fate azioni, poco importa dove e come, contro quell* che si arricchiscono con le espulsioni e la reclusione, contro le istituzioni e le ditte che costruiscono la fortezza Europa, che collaborano con gli eserciti, ecc.

Venerdì 18 settembre, nell’ambito della resistenza contro questa esercitazione militare, si svolgerà la manifestazione “No Border – No Nation – No Conex”, il concentramento è alle 19.00 a Claraplatz a Basilea.

Di seguito l’appello del corteo:

L’esercitazione delle truppe dell’esercito svizzero, “CONEX15”, che si terrà dal 16 al 25 settembre nel nord-ovest della Svizzera, descrive lo scenario di minaccia in questo modo:

“In una fittizia Europa del futuro, con terre e frontiere diverse, domina la crisi economica. Le conseguenze si ripercuotono anche sulla Svizzera: riduzione delle riserve, commercio clandestino, organizzazioni criminali. Delle grosse provviste di olio, di gas e di cereali diventano gli obiettivi di sabotaggi e saccheggi. Inoltre, le tensioni etniche portano ad un aumento dei flussi di rifugiati in Svizzera.”

Nell’ Europa attuale, la crisi economica spinge un numero crescente di persone nella povertà ed i bisogni vitali più essenziali in parte non possono più esser soddisfatti. Per milioni di persone, esiste solo una realtà: dei portafogli vuoti e delle battaglie quotidiane per poter mantenere in un modo o nell’altro la testa fuori dall’acqua.
Nell’Europa attuale come anche in Svizzera, la frontiere sono già militarizzate. Le/i migranti, che fuggono dalla guerra, dall’oppressione e dalla miseria per cercare una vita migliore in Europa, devono far fronte ai sistemi di protezione delle frontiere, si vedono la via sbarrata da aerei, droni, navi e sorveglianza satellitare. Il tutto è ancora più grottesco non appena ci si rende conto del modo in cui gli stati europei sono implicati nello sfruttamento e la “destabilizzazione” di altri paesi.

Quello che aspetta le persone che riescono ad oltrepassare la pericolosa entrata sono i lager (centri di detenzione) e le prigioni dell’ Europa delle democrazie: una vita sotto sorveglianza e sotto controllo, alla merce degli ingranaggi della legge sull’asilo e esposte alla minaccia continua di essere di nuovo espulse.

Allo stesso tempo, la legge del profitto colpisce le persone che vengono sfruttate come mano d’opera a basso costo oppure private di una vita autodeterminata.
Anche in Svizzera un gran numero di aziende come ad esempio ORS, SECURITAS, ecc.. lucrano sulla gestione dei campi, del controllo delle/dei migranti, ecc…

Le domande, gli scenari in soggetto delle quali sono attese delle risposte nel quadro di questa esercitazione militare, sono secondo noi i punti interrogativi dei governanti e di chi possiede il potere in questo sistema capitalista e/o che opera per la sua permanenza: è porsi delle domande sul modo in cui si possano mantenere le posizioni sociali e politiche del potere nel mondo e i guadagni del capitale possano essere assicurati; il modo in cui convincere la gente a farsi sfruttare sempre più; il modo in cui si impedisce ai/le migranti di venire in Europa e in Svizzera; e infine, il modo per zittire chi lotta contro tutto questo o aspira anche solo semplicemente all’auto-emancipazione.
Le loro risposte sono sempre le stesse: rafforzamento delle leggi, sviluppo dell’apparato repressivo con i suoi sbirri e le sue prigioni e quando gli sembrerà necessario, l’utilizzo dell’esercito.

L’esercitazione militare CONEX15 è una panoramica delle strategie e degli obiettivi dei dominanti ed è un esempio di come rispondono ai loro interrogativi.

In più, si tratta di sapere quale effetto psicologico questa esercitazione avrebbe sulla popolazione: è stata evocata come se la minaccia venisse dall’ “esterno” e allo stesso tempo studiata come “dobbiamo difendere la democrazia e la sua economia”. La militarizzazione e la repressione verrebbero quindi legittimate: la gente deve abituarsi alla presenza di soldati per strada e quindi al fatto che delle persone vengano rinchiuse nei campi.

Noi non chiediamo una democrazia più diretta o un capitalismo più giusto. Perché la democrazia stessa è soltanto una forma di governo che serve a controllare, a gestire le persone nel sistema capitalista, a scoraggiare il pensiero individuale e ad agire mentre ci si fa ingannare dalla co-gestione. La democrazia, lo Stato-Nazione, il capitalismo seguono la stessa identica logica: il servilismo ed il controllo delle persone. Continuando con questa logica, le frontiere, i campi, le prigioni e le espulsioni continueranno ad esistere…

Noi non abbiamo alcuna risposta riguardo a queste domande all’interno di quest’ordine e questo sistema. La nostra unica risposta è la rabbia verso questo mondo con i suoi muri e le sue frontiere, e la solidarietà verso tutti coloro che spariscono nei campi e nelle prigioni di questo sistema, il quale non prevede un posto per loro.

Per un mondo senza frontiere né nazioni!
Per un mondo senza lager né prigioni!
Blocchiamo e sabotiamo CONEX15 e il regime migratorio nel suo insieme!

Per maggiori informazioni: NoConex

in inglese, tedesco

[Italia] Rinviati a giudizio Billy, Costa e Silvia

Il 17 Luglio a Torino si è svolta l’udienza preliminare contro Silvia Guerini, Costantino Ragusa e Billy Bernasconi. Sono stati rinviati a giudizio per: “art.110, 280 c.p. … perchè in concorso tra loro, a nome dell’ELF-Earth Liberation Front, movimento ispirato all’ecologismo radicale, per finalità di terrorismo, compivano atti diretti a danneggiare cose mobili o immobili altrui, mediante l’uso di dispositivi esplosivi o comunque micidiali”, art.110, 81,61 c.p. … perché in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso… illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico, trasferendo dalla Valchiusella a Bergamo e quindi in Svizzera il seguente materiale esplosivo atto all’impiego… art.110, 648 c.p. … perché in concorso tra loro… conoscendone la provenienza delittuosa, ricevevano da soggetti rimasti ignoti il materiale per ordigni esplosivi… prevento di sottrazione illecita ai danni di una delle imprese rimasta non identificata che, autorizzata all’utilizzo di esplosivi.” Tutte le accuse contengono l’aggravante della finalità di terrorismo.

Il Gup Silvia Graziella Carosio ha accettato la tesi portata avanti dal sostituto procuratore Enrico Arnaldi Di Balme e ha trovato irrilevante che siano già stati processati e condannati nella Confederazione Elvetica.
Il 15 Aprile 2010 Billy, Costa e Silvia vennero fermati e arrestati dalla polizia elvetica che, perquisendo la loro auto, aveva trovato materiali esplosivi e incendiari e dei volantini che rivendicavano un imminente sabotaggio a firma “Earth Liberation Front Switzerland” (Fronte di liberazione della Terra) contro un centro di ricerche, in fase di realizzazione, sulle nanotecnologie di IBM, a Ruschlikon. Processati con l’accusa di atti preparatori d’incendio, trasporto illegale e occultamento di materiale esplosivo, erano stati condannati il 22 Luglio 2011, Costa a 3 anni e 8 mesi, Billy a 3 anni e 6 mesi e Silvia a 3 anni e 4 mesi.

L’inizio del processo sarà il 13 Gennaio 2016 a Torino.

RILANCIAMO LA LOTTA ALLE NOCIVITA’

In vista del processo ci troviamo a sostenere numerose spese legali, chiediamo a tutte e tutti supporto con iniziative benefit e donazioni al conto corrente postale intestato a Marta Cattaneo codice IBAN: IT11A0760111100001022596116, dall’estero: Codice BIC BPPIITRRXXX
specificare la causale: solidarietà a Silvia Billy Costa

Per contatti: info@resistenzealnanomondo.org
resistenzealnanomondo.org, silviabillycostaliberi.noblogs.org

Basilea, Svizzera: Manifestazione contro Frontex e attacco all’ufficio del pubblico ministero

Il 22 maggio, circa 200-250 persone sono scese in strada a Basilea per una manifestazione contro Frontex e il programma europeo sull’immigrazione in occasione delle giornate di azione internazionale contro il decimo anniversario di Frontex.

La manifestazione si è recata davanti al centro di detenzione “Bässlergut”, dove un’imponente unità di poliziotti antisommossa ha impedito alla gente di avvicinarsi al recinto della prigione. Sono stati pronunciati slogan e discorsi contro le frontiere e le prigioni e in solidarietà con le persone rinchiuse. La reazione dei/lle prigionier* è stata rumorosa e potente, con slogan contro la polizia e colpi sulle sbarre di ferro, per esempio.

Più tardi nella serata un più nutrito gruppo di persone ha attaccato il “Waaghof” con pietre e vernice. Nell’edificio sono situati l’ufficio del pubblico ministero e una cella per i/le detenut* in attesa di giudizio, come anche alcune unità di polizia.

Fuoco alle prigioni!
Abbasso tutte le frontiere!

in inglese

Il processo a Billy, Silvia e Costa si avvicina: rilanciamo la lotta alle nocività

TOWSono passati quasi cinque anni dal nostro arresto in Svizzera, quando ad un posto di blocco sul passo dell’Albis, nel Canton Zurigo, venne rinvenuto nell’auto su cui viaggiavamo dell’esplosivo, alcune bombole di gas propano, taniche di benzina e diverse copie di uno scritto rivendicativo a firma Earth Liberation Front Switzerland. Obiettivo dell’attacco rivendicato negli scritti era il “Binning and Rohrer Nanotechology Center”, una struttura allora in costruzione, di proprietà dell’ IBM e in collaborazione con l’ETH, il Politecnico federale di Zurigo.

Il processo si tenne un anno e mezzo dopo il nostro arresto con tre accuse a nostro carico: atti preparatori punibili di incendio intenzionale; occultamento e trasporto di materie esplosive; commercio non autorizzato (importazione) di esplosivi. Le richieste di pena formulate dal procuratore federale Hansjörg Stadler, tra i 3 anni e 4 mesi e i 3 anni e 8 mesi vennero ampiamente accolte dal giudice federale Walter Wütrich, la quale corte confermò tutti i capi d’accusa ad eccezione del traffico (importazione) illecito di esplosivi, accusa dalla quale fummo assolti.

Parallelamente, la procura di Torino aveva da subito dato avvio ad un’indagine a tutto tondo intorno alle cartucce di esplosivo che gli svizzeri ci trovarono addosso, con l’obbiettivo di poterne determinare la provenienza. Ad indagine conclusa, le accuse a nostro carico ipotizzate dal pm Enrico Arnaldi Di Balme, sono pure tre: atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione e trasporto in luogo pubblico di esplosivi e ricettazione per l’esplosivo, accuse tutte aggravate dalla finalità di terrorismo.

In questi 5 anni passati, la nostra analisi del presente ha solo continuato a confermarsi e, conseguentemente, il nostro sentire anarchico ed ecologista non ha potuto che rafforzarsi. Le nano – biotecnologie sono gli ultimi sentieri battuti dalla corsa del sistema capitalista tecno-industriale al saccheggio e alla devastazione della Terra. Sentieri che, come tutti quelli precedenti (si pensi all’era dell’industrializzazione), presentano come miracoli cio’ che, possiamo facilmente immaginare, in futuro è destinato a trasformarsi in incubo.

Tecnologie che nascono dal cambio di visione del mondo che l’era informatica ha portato con se, soppiantando la visione meccanicista delle leve e degli ingranaggi con una visione matematica fatta di bits d’informazione in cui la realta’ tutta deve poter rientrare in un logaritmo. Una visione nuova che si e’ affermata perche’ meglio risponde alle esigenze del sistema. Affermandosi, ha schiuso alla scienza delle possibilità fino ad ora pressoche’ inimmaginabili per adempiere a quel compito che i tempi e l’autofagia del sistema le richiedono con sempre piu’ impellenza: riuscire ad appropiarsi di ogni cosa nell’universo per scomporla nei suoi piu piccoli, infinitesimali componenti, nei suoi “bits”. Ovvero, arrivare ad ottenere una qualche unità di base universale, attraverso la quale gli scienziati possano ridurre tutto l’esistente ad un grado sufficiente d’interscambiabilita’ ed equivalenza, affinchè in seguito, con l’ingegnerizzazione di questa nuova (perche prima inaccessibile) materia prima, ogni cosa di questo universo diventi fruibile alle necessità del dominio. Queste tecnologie sono dunque per il sistema un pilastro su cui rifondare i processi produttivi e di approvigionamento, fondamentali per la sua crescita. Una crescita che si vorrebbe senza fine in un pianeta saccheggiato già oltre ogni limite delle sue possibilità. E la convergenza delle scienze, cosi come con gli OGM, è l’ultima delle promesse di uno sviluppo che avrebbe dovuto risolvere la crisi ecologica a cui ci ha portati lo stesso progresso ecocida.

Come già detto in un precedente scritto, il “Binning and Rohrer Nanotechology Center” è stato reso operativo ed inaugurato pochi mesi prima del nostro processo in Svizzera. Da quasi tre anni a questa parte offre 950m2 di superficie alla collaborazione per la ricerca di base su nuovi materiali ed elementi di costruzione in scala nanometrica. Un luogo di ricerca che permetterà ai ricercatori, tanto di IBM che dell’ETH e di altri partner, di spingere la conoscenza, ma sopprattutto le possibilità di applicazione delle nanotecnologie, ben oltre, ma molto ben oltre, l’attuale impiego raggiunto tra cosmetici, pneumatici o spray nanotech. Cosi assicura il direttore della struttura, Matthias Kaiserswerth. Per noi, per quanto quelli di IBM o dell’ ETH si vantino di avere tra le mani un laboratorio unico al mondo – e per certi aspetti hanno pure ragione – la realtà è che i luoghi dentro cui si sta spingendo l’ingegnerizzazione e la manipolazione del vivente e del pianeta sono molti e, soprattutto, sono un po’ ovunque. Dai centri di ricerca delle multinazionali alle università, dai poli scientifici alle istituzioni di ricerca sovranazionali, un mondo che si muove in parallelo alla realtà che viviamo, e che sulla nostra testa progetta e costruisce il futuro che ci verrà imposto e i cui lineamenti già li abbiamo sotto gli occhi. Un mondo che ha un nome e un indirizzo.

Negli anni abbiamo sempre più sentito l’urgenza di provare a costruire lotte contro questo sviluppo, partendo proprio dalla comprensione della sua imprescindibilità per il sistema, oltre che per la nocività che gli sviluppi bio e nanotecnologici rappresentano. Nocività, e conviene chiarirlo, non in quanto danno alla salute umana, problema ambientale, ma in quanto rapporto tra potere e tecnologia che si traduce in rimodellamentosostituzionedistruzione degli ecosistemi e del vivente. Un concetto di nocività ben più ampio e che si ricollega a filo diretto all’unica vera nocività rappresentata dal sistema stesso. Un’urgenza che continuiamo a sentire e per cui, davanti a questo salto in avanti che il sistema tecnologico ed industriale sta compiendo, rimaniamo convinti di come questa si debba tradurre in una critica necessariamente radicale e che non possa prescindere dal contesto sociale e economico, di cui queste nocività sono il prodotto e per cui sono necessarie. Critica che a sua volta sappia trasformare i fiumi d’inchiostro e le parole, necessarie per esprimerla e svilupparla, in lotta e azione diretta. Rimaniamo dunque ancora convinti/e della necessità di sviluppare lotte ecologiste radicali per contrastare questo sviluppo tecno-industriale mortifero, tracciando però come linea chiara quella di vedere nella lotta unicamente una reale possibilità per rimettere tutto in discussione, e non uno spazio in cui provare a ritagliarsi la propria parte nel teatrino politico o  per offrire alternative “eco-sostenibili” al sistema.

Quello che vediamo è come i luoghi del potere tecno-scientifico si stiano decentralizzando e molecolarizzando in una costellazione di interessi e progetti ultra specifici, nonostante poi tra loro siano sempre e necessariamente interconnessi. Intervenire e colpire là dove più nuoce è sempre meno evidente e facile da capire. Una continua fonte d’ispirazione in questo senso è rappresentata da chi, in tutto il mondo, continua a sentire l’urgenza della lotta, portando avanti progetti, campagne, mobilitazioni e lotte in difesa di quanto ci si sente parte, e di sabotaggio e attacco distruttivo contro quegli ingranaggi che compongono il sistema industriale tecno-scientifico, patriarcale e capitalista.

Mettersi in gioco attraverso la lotta, sappiamo bene che probabilmente, presto o tardi, significa dovere fare i conti con la repressione e da questo non si sfugge. Quello da cui pero’ si puo’ e anzi si deve sfuggire, è lasciare soli/e coloro che sono colpiti/e dalla repressione. Il sostegno ai/alle prigionieri/e e’ qualcosa a cui non si puo’ prescindere, e oltre alla solidarieta’ e supporto piu’ immediato, altrettanto importante e fondamentale e’ il dare seguito alle lotte per cui compagni/e stanno pagando.

Nel nostro caso, trovandoci fuori da quelle mura, abbiamo davvero apprezzato le energie di tanti/e che attraverso serate e iniziative negli ultimi mesi, oltre al calore del supporto piu’ immediato e necessario, hanno dato spazio al nostro caso ma, sopprattutto, alle tematiche su cui ci preme un confronto e il trasmettere il nostro sentire. Questo per noi rimane fondamentale.

Il 23 aprile e’ la data in cui e’ stata fissata l’udienza preliminare, dove si deciderà se verrà fatto o meno questo processo “déjà vu”. Da parte nostra, quello che sentiamo, non e’ tanto un interesse a richiamare l’attenzione sul nostro caso specifico, sul processo nei nostri confronti, quanto più la voglia di riuscire a trasformare questo momento in un’occasione, anche di mobilitazione, per rilanciare queste tematiche e il sentire che ci accomuna.

Mettere al centro non la repressione, ma l’agire senza delegare ad altri/e contro le bio e le nanotecnologie, contro il nucleare, contro ogni altra nocivita’ di questo sistema mortifero e in sostanza: contro questo presente di annientamento e devastazione.

Per la liberazione della Terra. Per la liberazione animale.
Billy, Costa, Silvia, Febbraio 2015

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[Svizzera/Italia] Breve aggiornamento sul caso di Costa, Silvia e Billy

L’Italia incrimina Silvia Costa Billy una seconda volta per i fatti svizzeri

In un precedente comunicato di aggiornamento avevamo scritto della definitiva chiusura del nostro caso in Svizzera dove la rincorsa ai ricorsi sulle macchinazioni da parte dei vari apparati di sicurezza statali italiani e confederati elvetici non avevano portato a nulla, se non che in tema di repressione la collaborazione poliziesca è sempre forte, soprattutto se i soggetti di interesse sono degli oppositori alla loro democrazia di oppressione.

Fin dal momento del nostro arresto in Svizzera con l’accusa di voler attaccare con esplosivo il nuovo centro di ricerche, allora in costruzione, di IBM e del Politecnico di Zurigo fiore all’occhiello per la ricerca nanotecnologica a livello mondiale, l’Italia ha fatto partire un’inchiesta in stretta collaborazione con la polizia elvetica volta a dimostrare l’esistenza di un’organizzazione sovversiva con finalità di terrorismo sul suolo italiano e ramificata anche in Svizzera.

Di fatto, con copione già noto, questo ha portato negli anni della nostra carcerazione ad una intensa attività spionistica in primis contro la rete di solidali che nel mentre si era creata e poi verso gli ambienti ecologisti radicali più attivi nelle varie battaglie fuori per seguire il nostro caso e per far uscire questioni come quella delle nanotecnologie che si sarebbero volute silenziate o ridotte ad un’unica voce, meglio se quella dei suoi promotori.

La Procura di Torino non contenta a quanto pare dell’esito svizzero che ci ha visto condannati per il fatto specifico e assolti per l’importazione di materiale esplodente e non contenta di non aver trovato alcuna organizzazione in Italia e neanche altrove, ha recentemente chiuso l’indagine tutta concentrata al 270 bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo) e ha chiesto invece il rinvio a giudizio per tutti e tre con le seguenti accuse: “art.110, 280 c.p. … perchè in concorso tra loro, a nome dell’ELF-Earth Liberation Front, movimento ispirato all’ecologismo radicale, per finalità di terrorismo, compivano atti diretti a danneggiare cose mobili o immobili altrui, mediante l’uso di dispositivi esplosivi o comunque micidiali”, art.110, 81,61 c.p. … perché in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso… illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico, trasferendo dalla Valchiusella a Bergamo e quindi in Svizzera il seguente materiale esplosivo atto all’impiego… art.110, 648 c.p. … perché in concorso tra loro… conoscendone la provenienza delittuosa, ricevevano da soggetti rimasti ignoti il materiale per ordigni esplosivi… prevento di sottrazione illecita ai danni di una delle imprese rimasta non identificata che, autorizzata all’utilizzo di esplosivi.” Tutte le accuse contengono l’aggravante della finalità di terrorismo.

Come parte civile offesa avremo pensato di trovarci di fronte i tecno-nazi di IBM e invece la Svizzera si presenta con la sua eccellenza nella ricerca: l’Istituto Politecnico di Zurigo da sempre impegnato in ricerche nocive di cui le nanotecnologie sono solo la punta dell’iceberg.

In attesa che venga fissata a breve l’udienza preliminare che ci vede passare dalla posizione di indagati a quella di imputati ribadiamo la necessità di mobilitarci e costruire un’opposizione a queste frontiere delle tecno scienze che usano il mondo come l’allargamento del loro laboratorio.

In vista del processo ci troviamo a sostenere numerose spese legali, chiediamo a tutte e tutti supporto con iniziative benefit e donazioni al conto corrente postale intestato a Marta Cattaneo codice Iban: IT11A0760111100001022596116, specificare la causale: solidarietà a Silvia Billy Costa

Per contatti: info@resistenzealnanomondo.org
resistenzealnanomondo.org, silviabillycostaliberi.noblogs.org

Navarra: Attaccato il consolato d’Italia in Iruña

In solidarietà con i/le compagnx anarchici/che e ricordandosi alla settimana internazionale in solidarietà con: Nicola; Alfredo; Gianluca; Adriano; Marco Camenisch; Mattia; Claudio; Niccolò; Chiara e tuttx gli/le altrx che non includiamo in questa lista, il venerdì 23 di maggio 2014 abbiamo lanciato pittura nel consolato d’Italia in Iruña/Pamplona (vicino alla stazione centrale di polizia). Questa volta è solo pittura, ma non ci fermeremo fino a quando non li/le vediamo tuttx liberx.

Va per voi compagnx.

Questo è solo l’inizio…

10, 100, 1000 nuclei anarchici

fonte : barcelona indymedia

Svizzera: Aggiornamento su Marco Camenisch

Marco Camenisch nei giorni scorsi (dal 15 al 20 maggio) è stato portato in isolamento punitivo nella cella bunker del carcere di Lenzburg (Svizzera) dopo che ha rifiutato l’ennesimo test delle urine, l’ennesima provocazione.

Nei prossimi giorni (tra il 22 e il 23.5.2014) verrà inoltre trasferito in un nuovo carcere nel Canton Zugo. Ancora non è chiaro se questo trasferimento è una ritorsione contro il rifiuto di Marco dell’ennesimo test delle urine o se già era nei piani dell’Amt fur Justizvollzug (Ufficio Esecuzione Pene e Misure) di Zurigo.

Il fine pena di Marco è previsto per l’ 8.5.2018. La liberazione anticipata continua ad essergli rifiutata usando come motivi una sua “violenza cronica” associata ad una “visione delinquenziale” che avrebbe del mondo.

Questo è il contatto che al momento si ha:

Marco Camenisch

Strafanstalt Bostadel
Postfach 38, CH-6313 Menzingen, Schweiz/Svizzera

Tel. +41 41 757 1919, Fax +41 41 757 1900

MARCO LIBERO!