Tag Archives: liberazione animale

[Italia] Azione diretta: antispecismo e derive qualunquiste

Quanto segue è uno scritto ricevuto per mail in versione anonima, ma potrebbe benissimo essere identificato come un manifesto dei valori caratterizzanti della lotta per la liberazione animale, e che con immenso piacere diffondiamo come fosse una boccata d’aria fresca.
Un’approfondita disanima in relazione a quello che, da qualche tempo, è stato identificato come “antispecismo debole” e di ciò che invece l’antispecismo politico dovrebbe rappresentare.

Azione diretta: antispecismo e derive qualunquiste

(Verso una necessaria convergenza delle lotte in una prospettiva, se pur complicata, di dialogo con le diverse individualità attive, per la liberazione totale)

La storia si ripete, non appena c’è un segno premonitore del radicalizzarsi di una lotta, ecco che spuntano i fossili del riformismo.
Questi giovani “guerrieri” carichi di rughe, invecchiati precocemente, ansiosi di far carriera, di aggiudicarsi un posto caldo nelle stanze del potere, si muovono nel raggruppamento che più gli è congeniale, parlando di rivoluzione, sì, ma con moderazione, magari spedendo qualche email di protesta, oppure in campo, come ad esempio raccogliendo firme per poi scambiarle nelle sedi appropriate.

La forza della democrazia consiste nel mettersi in groppa del cavallo imbizzarrito, dopo averlo pesantemente domato, indirizzarlo verso la staccionata profumata della prigionia sociale e sotto il discreto, ma solerte controllo delle varie strutture della repressione annientarlo.
È quello che sta succedendo esattamente nell’ambiente cosidetto “animalista”, dove dopo anni di suppliche, raccolte di firme, discussioni da salotto davanti al camino, qualcun* si è stancato di stare a guardare lo sterminio ed è passato a praticare l’azione diretta liberando gli altri animali.

Ed ecco che bisogna frenare queste frange di “animalisti impazziti”, dargli una panoramica “limpida” di lotta istituzionale, indirizzarli verso una giusta e coerente battaglia neutrale, liberale e rappresentativa, insomma traghettarli verso le stanze da cui partono gli ordini stessi dello sterminio.
L’Azione diretta non può essere fraintesa, lo stesso termine è esente per principio da infiltrazioni regolamentate dal sistema, se no, crollerebbe ancora prima di materializzarsi come termine.

Come due sponde di un fiume, dove su ogni lato possono vivere ambienti completamente diversi, così i significati di “azione diretta” e “istituzione welfaristica”(cioè la tendenza reazionaria al mantenimento dell’oppressione) difficilmente potranno mai incontrarsi, divisi da acque tumultuose che non consentono, e mai lo faranno, un dialogo su concetti quali liberazione, lotta all’esistente, emancipazione.
Coloro che seguono la strada tortuosa dell’azione diretta sono disposti in linea di massima a dialogare sempre, eccetto con chi permette e mantiene il binomio “benessere-animali” dove per benessere s’intende gabbie più confortevoli (e non libertà del soggetto come l’etimologia del termine suggerisce) e per animali s’intendono soggetti minori (e non individui con pari diritti inalienabili alla vita), moltiplicando di fatto la sofferenza degli altri e ampliando quella forbice che detta le condizioni di chi, da una posizione privilegiata, mantiene la distanza stessa tra i viventi, etichettandoli, in una prospettiva antropocentrica dove eternamente si fonda la miserevole visione del Noi e loro.

La lotta per la liberazione animale non può essere svuotata della sua spinta generatrice di rispetto nelle diversità, nè tantomeno standardizzata a espressioni che di liberazione totale non hanno nulla.
Bisogna necessariamente volgere lo sguardo a chi, per antica tradizione o moderne opere di sfruttamento, è segregato contro la sua volontà e adoperarsi per la sua evasione, anche evidentemente qualora fosse imprigionato in castelli dorati.
Sempre più spesso si assiste a operazioni che delegittimano il lavoro svolto con fatica da attivisti genuini, che con il proprio sudore sul campo applicano l’antispecismo concreto diretto, delegittimati proprio da chi dovrebbe, per complicità solidale, appoggiarli.

Figli naturali del welfarismo reazionario, questi ultimi, moltiplicano il messaggio (attraverso articoli e manifestazioni in strada) che il mutuo aiuto nei confronti degli altri, umani e non, è inconciliabile con la politica (dove per politica intendono, creando confusione e nebbia, l’approccio indivisibile con l’autodeterminazione dei soggetti segregati e nello stesso tempo il teatrino partitico, mischiando in un solo cesto liberazione animale e riformismo).

Frasi come: <Agli animali non interessa la politica> o <Pur di ricevere aiuti economici bisogna aprirsi a tutti, compresi i fascisti>, non fanno altro che creare tensioni e smarrimento nelle altrui sensibilità, sensibilità che pronte a germogliare in direzione di una visione di lotta sincera antispecista, vengono recise da argomenti che ne strutturano il caos interpretativo, agendo da freno in una eterna omologazione sistemica.
Dire che la politica non può entrare quando si parla di liberazione animale è non solo pericoloso (poichè spalanca porte ben note, dove il Sistema attua, avendo strada libera, quelle che si chiamano “manipolazioni ad interesse”: cioè spingere il consenso riformista in profondità e stravolge così le istanze del movimento per la liberazione animale) ma anacronistico.

Se si vuole una liberazione totale dalle oppressioni la politica è cardine, colonna portante, viceversa si sposterebbe il pendolo solo su alcuni animali e non tutti. Il lavoro più arduo (che purtroppo è lapidato continuamente) è cercare di far comprendere l’antispecismo ( e la sua forza formidabile di cambiamento) e successivamente coinvolgere tutte quelle individualità che vogliono un mondo senza muri o reticolati, gabbie o sbarre, allevamenti o mattatoi senza distinzioni di specie.

Gli xenofobi, i fascisti, i razzisti non vogliono un mondo così, anzi lo combattono, per una sorta di supremazia razziale, dove vige la superiorità dell’umano che aiuta “disinteressatamente” gli altri animali in uno dei concetti più specisti che esistano.

Libertà è poter correre in sconfinati prati senza orizzonti, poter nuotare in mari senza reti, poter volare in cieli puliti, poter attraversare dogane, Stati o confini artificialmente costruiti, comprendere il dolore altrui e rispettarne le differenze nel corpo, il resto non è libertà è dominio, e fino a quando il dominio è espressione chiara e palese o celata e manipolata, la strada per la liberazione non sarà conclusa.

Torino: 24 aprile – Ora e sempre Resistenza (Animale)

Ora e sempre Resistenza (Animale)

24 aprile h 17.30 – Torino

Proiezione video e dibattito – Presso Radio Blackout, via Antonio Cecchi 21/a

organizza “Ah Squeerto!” Assemblea Queer

Tutti i prigionieri vorrebbero essere liberi, animali compresi. I tentativi di evasione dai furgoni diretti ai mattatoi, dai recinti di terra e d’acqua lo dimostrano, così come le fughe dai laboratori di ricerca, o le continue insubordinazioni che avvengono nei circhi e negli zoo, dove animali di diverse specie rispondono alle violenze degli addestratori, spesso suscitando la solidarietà di alcune persone, gruppi o settori dell’opinione pubblica.

Il movimento antispecista inizia a considerare in modo più radicale l’autodeterminazione dei non umani, chiedendosi se sia possibile porsi in modo non paternalistico di fronte al dominio antropocentrico, contestando il ruolo di “vittime passive” che lo stesso animalismo sembra aver assegnato agli animali. In fondo, è solo l’immensa sproporzione di forze a rendere vani i tentativi di fuga e di rivolta, non certo una differenza ontologica fra gli oppress* della nostra specie e quelli delle altre.

Quando gli umani si pongono al loro fianco, infatti, senza pretendere di parlare per loro, accade anche che la resistenza abbia successo, come nel caso di Camilla, di Scilla, di Queenie e di altri ancora. Adottare una prospettiva che riconosca la capacità di resistere a tutti gli animali significa smettere di pensarsi come i soli eroi liberatori, generosi campioni d’altruismo, ma come compagn* solidali nella lotta.

Ne parliamo con alcun* attivist* di Resistenza Animale, blog che documenta le evasioni e le ribellioni negli allevamenti, nei mattatoi e negli altri luoghi di prigionia.

Barcellona: McDonald’s riverniciato in solidarietà con lo sciopero nelle carceri statunitensi

barna1-544x408barna2-544x408barna3-544x408barna4-544x408Nelle prime ore del  settembre alcun* anarchic* di Barcellona sono andati al McDonald’s in Travessera nel quartiere di Gràcia per mostrare la nostra solidarietà ai/lle compagn* incarcerat* in sciopero negli Stati Uniti.

Una piccola azione con cui intendiamo manifestare che la solidarietà tra oppress* non conosce frontiere o nazioni.

Abbiamo anche approfittato di questa occasione per indicare questa multinazionale come responsabile dell’assassinio e dello sfruttamento di innumerevoli esseri umani e non-umani, rendendo chiaro che non permetteremo loro di continuare il  lavoro criminale senza incontrare la resistenza degli/lle oppress*.

Contro tutti i poteri!

Morte allo Stato e ai suoi falsi avversari.

in inglese, greco, spagnolo

[America Latina] Giornata internazionale di lotta per la chiusura di tutti gli zoo

La necessità di intensificare le lotte per chiudere definitivamente gli zoo del mondo intero ci porta a fare questa chiamata: una giornata internazionale di lotta nella quale ogni collettivo/gruppo/coordinamento/individui portino avanti una mobilitazione in base alle proprie possibilità e alla necessità di ogni regione.

Allo stesso tempo, consideriamo estremamente necessario stringere i legami tra le lotte a livello internazionale per rinforzare l’appoggio e la solidarietà.

Da ogni regione ci focalizziamo sull’obiettivo specifico dello zoo della rispettiva zona mediante le azioni che formano parte delle lotte che portiamo avanti costantemente, se fosse per un solo giorno non avrebbe senso. Scegliamo il 24, il 25 e il 26 luglio per collegare le lotte che da ogni luogo cercano di porre fine a questi monumenti al dominio e la mercificazione della vita.

Se nella tua regione si porta avanti una lotta per frenare la reclusione in alcuni zoo e volete partecipare a questa giornata internazionale, non aspettare a scriverci: jornada_internacional@mail.com

Collettivo Animalista “Alza Tu Voz” (Santiago, regione cilena).

Coordinamento per la Liberazione Animale (San José, regione costaricana).

Autoconvocatx per la chiusura dello Zoo (Buenos Aires, regione argentina).

Coordinamento per la chiusura definitiva dello zoo “Villa Dolores” (Montevideo, regione uruguayana).

espagnol // greco

Uscita del numero 5 di Fenrir

fenrir5_cover

E’ disponibile il 5° numero di “Fenrir”, pubblicazione cartacea anarchica ecologista di supporto ai/le prigionierx, azione diretta, aggiornamenti e analisi sulle lotte anarchiche e di liberazione animale, umana e della terra in tutto il mondo. 72 pagine formato A4.

In questo numero trovate:

– Editoriale
– Se non ora quando? Azioni dirette antiautoritarie nel mondo
– Ricordando Angry
– Si vede più chiaramente al buio… Chiudere le centrali nucleari, staccare la spina al capitalismo e allo Stato
– Individualità tendenti al selvaggio
– Victor Serge, “L’individualista e la società”
– Sabotaggio amico del popolo?
– Tensione individualista e tensione sociale
– Bruno Filippi, “Il me faut vivre ma vie”
– Collasso
– Lettere dal carcere
– Dopo il carcere. Intervista con Jeffrey “Free” Luers
– Tensione sociale e intervento anarchico in Svezia
– Contorni della lotta contro la costruzione di una maxi-prigione a Bruxelles
– Notizie dal necromondo
– La rivolta degli smartphones
– Aggiornamenti sui/le prigionierx e sulla repressione di Stato
– Letture consigliate

Per ricevere una o più copie scrivici: fenrir@riseup.net

Aiutaci a distribuire “Fenrir”, se hai una distro o vuoi un po’ di copie, contattaci!

Il costo è di 3 euro a copia, oppure di 2 euro per ordini di 5 o più copie.

Giornate di mobilitazione in tutta Italia contro gli allevamenti di visoni

Scaricare il pdf

FERMIAMO TUTTI GLI ALLEVAMENTI DI VISONI !
Dal 16 al 21 Marzo 2015 giornate di mobilitazione in tutta Italia

Ci volevano seppellire ma
dimenticavano che siamo semi
da un manifesto solidale

Il discorso della crisi economica continua ad essere la forma per giustificare e legittimare ogni pratica di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sugli altri animali e sulla Terra.
Consideriamo la presenza e l’apertura di allevamenti di visoni come una delle manifestazioni evidenti di una crisi ben più profonda che sconvolge le relazioni sociali e politiche di ogni essere vivente. Se il territorio delle province di Bergamo e di Cremona ne è particolarmente esposto, le logiche di dominio e le più diverse forme di prevaricazione si possono rintracciare in tutti i territori. Per questi motivi sentiamo l’esigenza di coinvolgervi e, insieme, dare vita a nuove pratiche ed esperienze che puntino ad una riappropriazione di metodi autogestionari di lotta perché questa sia veramente diffusa, condivisa e costruita dalla base. Coinvolgervi è un modo, per noi, di opporci alla diffusione di pratiche e discorsi animalisti ambigui che fanno dello spettacolo del dolore, della delega, del pietismo e dell’apoliticità il “nuovo discorso” sull’animale.
Discorso che, di fatto, si allontana dal senso profondo e radicale della liberazione animale che è, invece, una continua riflessione e azione politica per scardinare ogni pratica di dominio. E per questo che abbiamo pensato di moltiplicare i luoghi della mobilitazione, i pensieri, i modi, le proposte affinché ognuno, a partire dal “proprio” territorio, possa dare contenuto alla liberazione animale. Così è nata l’idea di una prima settimana di mobilitazione durante la quale ogni realtà e individualità potrà contribuire a proprio modo a diffondere l’urgenza di fermare gli allevamenti di visoni e non solo.
Scrivendovi abbiamo il desiderio che si riesca e si possa costruire una rete che, seppur in questo momento, passa dal virtuale attraverso questa mail, non si fermi a questo ma diventi una realtà concreta che si incontra, agisce e si coordina. Questo è, per noi, un modo per non farci travolgere dalla crisi delle relazioni.

E’ con lo stesso obiettivo che vorremmo chiudere e rilanciare queste giornate di mobilitazione con una biciclettata qui a Bergamo alla quale vi chiediamo di partecipare. Una rumorosa e creativa Critical mass per dare voce alla critica contro qualsiasi progetto di allevamento e contro ogni forma di sfruttamento verso ogni animale, il giorno sabato 21 marzo. Giornata che ci piacerebbe concludere con una riflessione collettiva su come ridare vitalità e senso ai territori delle pratiche nel segno della liberazione animale.
Una giornata simbolica: l’inizio della primavera. Una giornata in cui spargere i semi di continue, necessarie, urgenti prese di coscienza sui discorsi e i linguaggi che sempre più spesso vengono utilizzati come un grande alibi per giustificare l’ingiustificabile ed incentivare sempre più l’adesione e la complicità a questo sistema di annientamento. Sicuramente le responsabilità dell’attuale situazione di sfruttamento generalizzato, di disagio e miseria non vanno attribuite ad un singolo settore “sbagliato” ma all’intero sistema che nella sua concezione di mondo condanna, a priori, l’esistenza di animali, umani e non, e della sopravvivenza della Terra stessa.

Non casualmente, gli allevatori stessi, ricorrono ad un subdolo discorso che fa della “necessità” il movente delle loro pratiche per far fronte alla “crisi” economica: dal nostro punto di vista, questo stesso dire, svela la fallacia del loro discorso che, di fatto, non fa altro che mostrare gli interstizi nei quali si insinua piuttosto una grave e costante deresponsabilizzazione verso ogni forma vivente.

Per la liberazione di tutte gli animali!
Contro gli allevamenti di visone e i mondi che li producono!

Coordinamenti Liber*Selvadec
Bergamo, 2 Febbraio 2015

Per informazioni:
liber.selvadec@inventati.org
liberselvadec.noblogs.org

L’Urlo della Terra: Nuovo giornale ecologista radicale

gato3

In questo numero:
L’ecologismo radicale e il selvatico   
Le conseguenze sociali e politiche dell’esposizione e dell’uso dei social network   
Memorie dal futuro: la singolarità tecnologica che viene   
Hambach la foresta che resiste: intervista      
Un’altra campagna è possibile…    
Attacco alla Bayer   
Repressione di stato: autorepressione di Nicole Vosper

Editoriale:
In tempi di social network, di relazioni frettolose e più in generale dove il senso delle cose sfuma in una moltitudine quantitativa, rilanciare con un giornale cartaceo può sembrare perlomeno fuori luogo o fuori tempo, secondo quale è lo spazio da dove facciamo partire il nostro sguardo.
Questo strumento non ha alcuna pretesa di essere la soluzione di una qualche mancanza, definita o indefinita, di un preteso movimento o contesto. Sicuramente non ci interessa riempire quel calderone dell’informazione alternativa, che per sua stessa costituzione non  può mai riempirsi per lo sconcerto dei suoi maggiori promotori. Intendiamoci, la controinformazione ha la sua importanza, ma pensiamo che questa non deve rimanere mera informazione e deve essere capita nei contesti dove va ad operare per poter essere successivamente agita nel vivo delle lotte. La consapevolezza critica non è da confondere con l’accumulo di informazioni. Nel pieno dell’informazione mai ci si è ritrovati così poco informati e spaesati come di questi tempi, dove la vecchia cassetta degli attrezzi non contiene strumenti utili e precisi, ma un calderone di attrezzi per tutti gli usi, anche quelli che non conosciamo. Dobbiamo ancora capire qual’è la relazione possibile tra ogni singolo strumento e quel determinato problema che ci troviamo ad affrontare.

Per affrontare i problemi che  di fronte a noi non vanno certo a diminuire, ma semmai si moltiplicano e convergono tra loro lasciandoci sempre indietro, di strumenti ne servono, non se ne può fare a meno se si vuole mettere insieme una progettualità, seppur limitata e circoscritta al momento. I tempi corrono con tutte le possibili esperienze che si possono fare e incontrare: tutti questi momenti e situazioni sono li a dimostrarlo, dotarsi di un progetto, che non è da confondere con le strategie, si rende fondamentale se si vuole essere per questo sistema qualcosa di più di un semplice fastidio occasionale.

L’urlo della Terra si fa sempre più lacerante, tanto che ormai sembra diventata l’abitudine. Questo urlo però non parla soltanto di un pianeta che muore sempre di più sotto i colpi della  civilizzazione, che si degrada e si impoverisce anche di senso insieme ai suoi abitanti animali e non. C’è anche una Terra che si ribella, che lotta e resiste nonostante tutta questa situazione. Di fatto quello che fa la differenza, che è immediatamente comprensibile senza tanti sofismi, è il non essere complici di quella distruzione e degradazione del vivente che è stata portata avanti fino adesso e di quella che verrà, che è decisamente più tenace e soprattutto irreversibile nelle sue conseguenze ultime.

La non collaborazione con questo sistema di morte non è abbastanza: la disobbedienza è di fatto tollerata perché recuperata o recuperabile, al contrario invece della conflittualità permanente, quella insuscettibile di ravvedimento che non trova soluzione ai problemi sedendosi allo stesso tavolo con chi sfrutta e bombarda nella nuova veste democratica.

Il nuovo tecno-totalitarismo non è solo quello dell’imposizione, ma soprattutto quello della partecipazione, della coesistenza: si è chiamati tutti e tutte a collaborare su base volontaria al proprio sfruttamento, perché un’altra possibilità non esiste. Di fatto l’alternativa è già inclusa nell’unico pacchetto che può contenere una centrale atomica insieme ad una centrale eolica che si fanno un’ottima compagnia in un bel prato verde. La de-responsabilizzazione si è diffusa largamente in ogni parte interessata, fino ad insinuarsi anche nelle nostre teste: la crisi ecologica e sociale non è causa nostra e neanche del sistema. Da una parte c’è chi con la crisi ne ha fatto il nuovo business, dall’altra c’è chi subisce tutte le conseguenze di un sistema al collasso che fa pagare a vite ed ecosistemi il proprio sfacelo. Niente si salva dalla megamacchina che tutto trita sotto il proprio sostentamento. Come quegli animali resi meri corpi che il dominio ha destinato a un’infinita catena di riproduzione e morte.

Affronteremo delle questioni che ci stanno particolarmente a cuore e che consideriamo della massima importanza come gli sviluppi, le diramazioni e convergenze delle tecno-scienze, la crisi ecologica e con essa la degradazione del vivente. Tratteremo le questioni da vari aspetti e vari sguardi per permettere di costruire un pensiero ed una critica radicale che possa essere una traccia per capire quello che sta avvenendo e soprattutto che non avviene nelle lotte.

Non pubblicheremo di tutto, cosa per altro poi abbastanza improbabile considerando l’esistenza di siti internet e bollettini che già svolgono l’importante lavoro della controinformazione. Punteremo su singoli aspetti:  uno scritto, un’azione che a nostro avviso possa essere utile per capire, per portare dei dubbi e degli interrogativi. Saranno infatti dubbi e interrogativi la nostra prerogativa e non le solite risposte facili e buone solo per fare degli slogan.

L’Urlo della Terra vuole essere una voce di quella resistenza che dura da generazioni e che unisce in un unico filo un Penan del Borneo a chi difende le ultime foreste in Europa, una contadina indiana che protegge la biodiversità dai semi terminator ad un falciatore di campi ogm di una moderna stazione sperimentale in Inghilterra…

Per contatti e richieste
urlodellaterra@inventati.org

3 euro a copia più spese di spedizione 1,30 euro
Per i distributori minimo 5 copie: 2 euro a copia più spese di spedizione 1,30 euro
Spese di spedizione per l’estero: 5,50 euro
CONTO CORRENTE
codice IBAN: IT11A0760111100001022596116
Per L’estero: Codice BIC BPPIITRRXXX
Intestato a Marta Cattaneo, specificare la causale L’urlo della Terra

USA: Brian Vaillancourt condannato a 9 anni di carcere

Brian Vaillancourt, attivista per i diritti animali di lungo corso e vegano, è stato arrestato il 9 Febbraio 2013 per un presunto tentato incendio di un macello noto come McDonald’s a Chicago.

Dopo aver scontato un anno di pena al Cook County, ha accettato un patteggiamento non cooperativo. Il 3 Febbraio 2014 è stato trasferito al carcere di Stateville, per scontare i 9 anni di condanna.

Quando venne arrestato fu accusato di incendio aggravato, uno dei reati più seri in Illinois. Visto che Brian non si è potuto permettere un avvocato di fiducia, na ha avuto uno d’ufficio che non aveva le competenze adatte per rappresentarlo. Cosi, alla fine ha accettato un patteggiamento a 9 anni temendo che andando a processo con l’avvocato d’ufficio avrebbe rischiato una condanna fino a 30 anni.

Brian ha meno di 30 giorni per ricorrere in appello. “Earth First!” sta cercando di raccogliere denaro per dargli un avvocato di fiducia. Il sito di supporto è http://www.gofundme.com/6s3pvg

Brian Vaillancourt
#M42889, Stateville Correctional Center, P.O. Box 112, Joliet, Illinois 60434, USA

Istanbul: Dipinti slogans anarchici in turco e greco sulle mura di Sisli

Un gruppo di anarchici ha dipinto slogans sulle mura e sui cartelli pubblicitari intorno alla zona di Mecidiyeköy–Şişli, ad Istanbul, riguardanti l’omicidio di Pavlos Fyssas in Grecia, antifascismo, anarchia, ribellione, il massacro di animali in Romania, liberazione animale e la rivolta di Gezi.

Con quest’azione, che riflette sulla lotta in corso ad Atene, Istanbul ed ogni altra città nel mondo, ricordiamo che la battaglia contro il fascismo, contro lo Stato e il Capitale, dovrebbe essere intensificata ed espansa.

Fonte/Più foto su: sosyal savas (guerra sociale)

Svezia: Animal Rights Militia profana tomba di famiglia di un allevatore di visoni

La notte del 13 maggio 2013 è, si spera, la notte in cui l’uccisore di massa Knut Indebetou rinuncerà ai suoi progetti di aprire un allevamento di visoni. Questa merda già gestisce un grande allevamento di galline, ma la ragione della nostra azione notturna è che progetta di fare soldi sulla pelle di circa 6.000 visoni innocenti ogni anno. Sono molti anni che in Svezia non si apre un nuovo allevamento di visoni e così deve restare. E’ un’industria costruita sull’assassinio e l’industria sarà presto morta così come le persone malate che la portano avanti.

Durante la notte, ci siamo scavati un passaggio attraverso la tomba dei genitori di Knut Indebetou, ora rimane solo a Knut e alla crudeltà che mette in scena finire nella tomba. La pietra tombale della fossa dei genitori è stata posizionata nel giardino della sorella di Knut Indebetou, questo perchè lei ha il potere di influenzare Knut nella sua decisione sull’allevamento di visoni. Poichè c’era bisogno di una nuova pietra tombale nel cimitero, ne abbiamo messa una con il nome di Knut.

Knut – Fa in modo che questo sia sufficiente. Risparmia gli animali e i tuoi parenti. Altrimenti non ti perdoneremo mai. Se gli animali ne avessero l’opportunità, farebbero qualcosa di molto peggiore di quanto hai avuto modo di provare fino ad ora…

ARM (Milizia dei diritti degli animali)

Stato spagnolo: È nata “Fiera”, nuova pubblicazione antispecista

Abbiamo raggiunto un punto in cui abbiamo sentito il bisogno di cercare di riempire uno spazio del movimento anarchico che da alcuni anni a questa parte viene dimenticato. Una lotta che la crisi, i cambiamenti di ciclo o di moda che alcuni già vedono come logico e la negazione e il disprezzo a cui molti di coloro che chiamiamo compagni la sommettono, è rimasta relegata.

Non vogliamo fare un analisi del perché la liberazione animale e l’antispecismo sono passati ad essere dimenticati, mesi da parte o addirittura disprezzati. Non ci interessa. Per noi Anarchia è liberazione animale. Non abbiamo alcun dubbio su questo. Allo stesso modo, non capiamo un antispecismo e/o liberazione animale autoritaria o gerarchica. La libertà non è un valore da essere misurata in decimali, è assoluta o negativa, ma non ci sono semi libertà.

Con questo non vogliamo cambiare la visione personale che la gente ha su questo argomento, né voler essere una avanguardia, né qualcosa di simile. Vogliamo che questa pubblicazione sia uno spazio di discussione per generare dibattiti, dove presentare idee, servire come altavoce delle azioni che si verificano in tutto il pianeta, mettere in discussione le nostre strategie e renderci forti.

Non facciamo differenza tra chi scrive e legge, con quelli che combattono e agiscono. Non capiamo di dicotomie assurde nella lotta, non dobbiamo avere paura di affrontare il fallimento, al dubbio o la critica, o talvolta, di cadere in contraddizioni. Attraverso la critica dell’analisi e dell’azione costruiamo un movimento forte e vivo. Non seguiamo un dogma con teorie fisse e immobili, seguiamo il nostro battito contro l’autorità e le ingiustizie, del potere costituito, il nostro amore per la libertà e la passione per raggiungerla.

Contenuto del Numero 1:
* Editoriale
* SHAC, Analisi di una strategia.
* Fascismo animalista.
* Anarchismo e liberazione animale.
* Segnare la guardia.
* Azioni.
* Detenuti/e.

Il prezzo dell’unità della rivista è di 1,50 € e il poco beneficio ottenuto sarà per assumere le spesse di spedizione e per l’auto-gestione dei seguenti numeri.

Per contattare con noi: publicacionfiera@riseup.net

fonte