Arriva la 6° Fiera del Libro Anarchico, che si svolgerà il 24, 25 e 26 Maggio 2013 a Lisbona all’Amigos do Minho (in Intendente), con l’obiettivo rinnovato di ogni anno rinnovato per la creazione di uno spazio autonomo, aperto a tutti, per la diffusione e la discussione delle idee anarchiche.
Nel programma di quest’anno della Fiera del Libro, oltre alle consuete bancarelle, due dibattiti sono in programma. Da un lato, vogliamo discutere sull’attuazione e sulle limitazioni del settore dei media e sulle sue possibili alternative. D’altra parte, discuteremo sul ruolo delle biblioteche come spazio privilegiato di incontro, riflessione, discussione e condivisione.
Lo scopo della Fiera del Libro è di promuovere l’edizione di libri e di altre pubblicazioni anarchiche e la loro lettura. Continuiamo a credere che l’anarchia è l’alternativa alla violenza dello stato, all’arroganza del capitale, al “progresso” della tecnica e ai danni del giornalismo servile.
Oggi, 29 Marzo, noi i prigionieri del primo braccio del carcere maschile di Koridallos rifiutiamo di entrare nelle celle a mezzogiorno come un minimo segno di protesta contro l’invasione in stile militare dell’unità repressive speciali antiterrorismo (Ekam) che hanno condotto ispezioni a sorpresa e perquisizioni nella notte del 28 Marzo fino alle prime ore del mattino.
Se la polizia greca vuole fare un colpo di stato nelle carceri picchiando e torturando i detenuti, dovrebbe sapere che questa provocazione non rimarrà senza risposta.
Allo stesso tempo, il ministero della “Giustizia” attraverso il suo attuale capo Antonis Roupakiotis, e sotto gli ordini del ministro dell’Ordine Pubblico Nikos Dendias, promuove legislazioni fasciste contro di noi, che includono normative in materia di limitazione del nostro diritto ai giorni di congedo dal carcere e l’introduzione dell’uso di braccialetti elettronici di rilevamento per i detenuti. Incontreranno la nostra opposizione combattiva laddove ci si ritiene necessario, al di fuori delle celle, nei corridoi, sui tetti.
Risponderemo alla violenza dei sbirri con la violenza della dignità.
Per quanto riguarda la fuga di 11 prigionieri dal carcere di Trikala (il 22 Marzo, 2013): nessuna legge o istituzione possa impedire l’inalienabile diritto dei detenuti alla loro libertà. Buona fortuna ai fuggitivi.
Forza e solidarietà a tutti i prigionieri di Trikala che sono stati picchiati dalla polizia.
Prigionieri del 1° braccio del carcere maschile di Koridallos
«Non diamo libero sfogo ai nostri carcerieri, colpiamo il cuore della tigre ogni giorno, in ogni modo, in base alle nostre differenze, contro la tristezza e la solitudine delle nostre celle di reclusione.”-Os Cangaceiros
La Nostra Solidarietà Non È Negoziabile
Calci alle porte nelle prime ore del mattino da teppisti armati, fascisti in giro per le strade in caccia di immigrati, la tortura sistematica attuata dalla polizia dalla para-militare, il cannibalismo sociale nella vita di tutti i giorni; questa è la realtà nuda e cruda in Grecia.
Nel corso degli ultimi mesi, lo Stato Greco ha chiarito le sue intenzioni, per sradicare ogni insurrezione contro il vortice che ha scatenato sulle strade, in particolare mirando contro gli spazi liberati, dove il controllo della vita quotidiana viene sfidato.
La nostra solidarietà non è negoziabile, quando si tratta dei nostri compagni anarchici, il nostro conflitto con la società prigione è uno e lo stesso. Attraverso questa beneficenza rompiamo le celle che hanno messo intorno a noi, raggiungendo attraverso i confini che non esistono per noi, in un abbraccio eterno i nostri compagni.
Sappiamo che la raccolta di fondi e le parole non sono sufficienti da sole, che le parole devono diventare prassi in modo di penetrare le sbarre della prigione. È solo fino a quando si mette fuoco alle celle all’esterno e all’interno che si può veramente parlare di solidarietà.
Solidarietà con le occupazioni, gli spazi aperti e liberati in Grecia, con tutti i prigionieri nelle celle, non siete mai dimenticati, la nostra resistenza continua vi ricorderà che un giorno gli bruceremo tutti insieme.
Dal profondo del ventre della bestia urliamo la nostra solidarietà con la nostra sorella selvaggia e compagna, Felicity Ryder. Con amore, alcuni compagni.
In una notte umida e fredda ci siamo avventurati fuori con barattoli di vernice in tasca e il desiderio feroce di un mondo libero nei nostri cuori. Nella notte di quel inverno oscuro, il nostro odio ardente per questo sistema meccanizzato non-morto, che cerca il nostro sfruttamento totale dal momento in cui emergiamo da fuori del grembo nell’ospedale (la nostra prima istituzione), fino al momento del nostro ultimo respiro, ha illuminato il nostro cammino per le strade.
Sappiamo che gli ultimi 7 mesi devono essere stati tutt’altro che facili per te compañera, e possiamo solo immaginare che le sfide della clandestinità hanno richiesto grande pazienza e forza da parte tua.
Tuttavia, anche attraverso il velo oscuro della clandestinità, rimani sempre presente nella nostra mente, e siamo solidali con te in modo incontenibile. Nello stesso modo stiamo in inflessibile solidarietà con tutti i compagni che resistono senza paura, faccia a faccia con il nemico. Quindi, con molto amore rivoluzionario vi inviamo i nostri saluti più caldi, così come a tutti i compagni che si sono distinti nelle loro convinzioni forti sotto pressione immensa. Non siete soli, siamo al vostro fianco.
Per tutto il ringhio di questo sistema stanco; le varie operazioni internazionali di repressione, l’incarcerazione dei nostri compagni, gli attacchi di massa agli spazi liberati, così come i tentativi di molestare i compagni e le loro famiglie (come abbiamo letto), fanno parte di un tentativo fallito di paralizzarci con paura e panico. Un tentativo che non avrà mai successo. Perché la nostra resistenza e la nostra passione per la libertà è più forte delle loro celle. Ed è più forte delle loro molestie vili e degli attacchi contro tutti coloro che hanno il coraggio di alzare la testa e guardare negli occhi, in lotta e in sfida. Gli anarchici e gli anti-autoritari sono mirati, come tutti coloro che resistono lo sono, perché rappresentano una minaccia per la loro insulsa, il rancido sistema dello sfruttamento. E rimarremo una minaccia ribelle contro l’ordine esistente che sia un vicolo cieco.
Così, con tanto amore, affetto e rispetto salutiamo la tua forza e la tua resistenza. Qualunque cosa possa accadere, hai la nostra solidarietà, mentre continuiamo a stare spalla a spalla con te nella lotta contro la tirannia, l’oppressione e la vigliaccheria del Potere. Ci riconosciamo con te nel desiderio selvaggio della libertà che riflette le proprie lotte di liberazione contro un sistema brutale e senza gioia.
Stiamo saldamente in solidarietà con te compañera. Condividiamo con te questa lotta e ti inviamo caldi abbracci rivoluzionari, ovunque che tu sia.
La solidarietà è la nostra arma contro il nemico e il terreno per i nostri fiori di liberazione.
Inviamo i nostri saluti ribelli anche a tutti i combattenti anarchici sia all’interno che al di fuori delle gabbie, e di tutti i compagni in fuga.
La nostra compagna e membro del centro sociale occupato VOX, l’anarchica Stella Antoniou, che è accusata di presunta partecipazione ad un’organizzazione armata e attualmente sotto processo, sta affrontando un grave problema di salute per il quale non c’é alcun ospedale specializzato in Grecia. Nel mese di Aprile 2013, ha programmato un appuntamento presso un ospedale in Svizzera per sottoporsi a visite mediche e ad esplorare la possibilità di un trattamento adeguato. Gli ordini del divieto imposti a Stella, dopo i suoi 18 mesi di carcerazione preventiva, e in particolare il divieto di lasciare il paese, impediscono questa visita medica. Per questo, Martedì, 19 Marzo, è stata presentata una richiesta per la revoca immediata di questo divieto particolare, una richiesta che sarà giudicata dal consiglio giudiziario di Atene.
Come compagni di Stella Antoniou, crediamo che se i giudici negano la revoca di un tale ordine restrittivo, negano di fatto al diritto all’assistenza sanitaria che questo problema deve affrontare. Qualsiasi rifiuto o ritardo all’esame della proposta sarà chiaramente una pratica vendicativa nei confronti di una compagna che si trova sotto causa per la sua solidarietà di fatto con il suo compagno perseguito.
Indipendentemente dalle accuse e il processo in corso, a prescindere del resto del divieto e il contesto soffocante repressivo, chiediamo la rimozione del divieto che le impedisce di lasciare il paese.
Il testo che segue è stato scritto 24 ore prima della fuga magica dal carcere di Trikala, il 22/03/2013.
Probabilmente ha qualche interesse a commentare gli ultimi due tentativi di fuga dai carceri di massima sicurezza. Una con elicottero dal carcere di Trikala, e l’altra con una piccola “bugia” dal carcere di Malandrino.
Nel primo caso è emerso che la polizia non ha esitato, al fine di consolidare la dottrina della tolleranza zero, di mettere in pericolo la vita di decine di persone, citando la sua intenzione di evitare una fuga, un atto punibile come un reato minore…
Nel secondo caso abbiamo visto cosa possa ottenere un prigioniero facendo passare una semplice radio come il telecomando di una bomba (!) quando i meccanismi dell’applicazione della legge sanno che non scherza con la sua libertà. Anche se finalmente non è riuscito a fuggire, ha mantenuto per 24 ore in piedi un carcere intero con unica sua arma la decisione.
Ma ciò che conta veramente in questi due casi è il cambiamento nel senso della fuga e la sua mutazione in un percorso individuale del detenuto. Fino alla fine degli anni ’90 la ribellione e la fuga erano quasi due concetti correlati. La rivolta era di solito il risultato di un tentativo di fuga di massa. I detenuti in una prigione stavano cercando di fuggire insieme, alcuni ci riuscivano, alcuni venivano feriti dai proiettili degli sbirri durante il tentativo e il resto tornava indietro e bruciava la prigione. Le cause di questa mutazione devono essere ricercate da un lato all’aggiornamento della tecnologia e dell’architettura della repressione e dall’altro all’individualismo senza precedenti dei prigionieri moderni.
Le prigioni moderne sono progettate per ottenere il massimo controllo possibile, usando entrambi i metodi naturali ed elettronici. Sono le telecamere ad ogni angolo, il braccio ben squadrato e privo di qualsiasi elemento naturale. Sono le porte che si aprono solo elettronicamente dalla sala di controllo. È anche- un importante dettaglio- che il tetto, il primario rifugio dei prigionieri ribelli non è accessibile in qualsiasi modo.
Dall’altro è la variazione nella composizione della popolazione carceraria, nell’ultimo decennio, che ha portato ad alcuni cambiamenti nella percezione dei prigionieri. La popolazione carceraria non è composta né da criminali assetati di sangue, né da fuorilegge romantici. Consiste da immigrati provenienti dall’Africa e dall’Asia che nella maggioranza dei casi non sanno, non solo la lingua, ma anche la ragione per cui sono in carcere. È composta da tossicodipendenti la cui posizione dovrebbe essere in ospedale. È composta da piccoli malviventi terrorizzati e da debitori, la nuova tendenza nelle carceri greche. È composta da padrini e teppisti della vita notturna che in cambio di alcuni piccoli favori mantengono un equilibrio nelle carceri greche tra la corruzione e la pace sociale.
I rapporti tra i prigionieri sono falsi, ipocriti fino alla nausea e diplomatici. Un gioco di dominazione che agisce come un freno sulla costruzione di relazioni di fiducia, il che riduce lo stato d’animo combattivo che richiede la solidarietà. I detenuti, divisi in nazioni e tribù, in piccole e grandi pene per reati diversi, in differenze personali che scaturiscono principalmente dalla droga e da piccoli interessi personali, distruggono ogni comunità di lotta che potrebbe crearsi. In definitiva chi vuole affermare la sua libertà è invitato a provare da solo o con alcuni amici. Le soluzioni collettive sembrano un romanticismo obsoleto che appartiene negli anni ’90.
E perché tutto questo è importante?
Perché la prigione non è uno specchio della società. È lo spazio nel cui sono concentrate le sue funzioni, i suoi valori, le sue tradizioni, la sua etica, i suoi problemi. Guardando ed analizzando ciò che accade all’interno si è in grado di interpretare l’inerzia sociale che sta fuori.
Spettacolari è legittimi sono i elicotteri per fuggire, ma più belle sono le fiamme della ribellione. Non si deve smettere di onorare coloro che sono riusciti o anche hanno tentato di fuggire, ma non dobbiamo dimenticare che l’obiettivo non dovrebbe essere solo quello di volare sopra le mura, ma a ballare sulle loro rovine.
I arresti giornalieri e il trattamento brutale degli immigrati “irregolari” nel quadro del pogrom di massa della polizia greca con il nome di accoglienza “Xenios Zeus”, che include percosse, umiliazioni e torture nei furgoni della polizia, nei sotterranei delle stazioni di polizia e nei famigerati “centri di detenzione”, sono parte integrante del totalitarismo moderno che impone la povertà e il cannibalismo sociale, ordina la coscrizione civile dei scioperanti (vale a dire il ritorno forzato al lavoro), infligge la repressione nelle mobilitazioni di protesta, incursioni nelle occupazioni e attacchi alle imprese sociali auto-organizzate.
Ultimamente, decine di immigrati “privi di documenti” sono stati trasferiti e letteralmente accatastati nella stazione di polizia di Drapetsona a Pireo, rimanendo in carcere per mesi e mesi, dove subiscono condizioni spaventose, in mancanza di servizi igienico-sanitari, cibo nutriente e di aria aperta, e si confrontano con Il trattamento usuale brutale, misantropo e razzista degli agenti della polizia. Inoltre, la loro custodia temporanea viene prorogata ogni tre mesi senza alcuna giustificazione formale diversa da quella del “crimine” di non avere documenti di soggiorno.
Per questo motivo, i detenuti immigrati sono scesi in successivi scioperi della fame in quella stazione di polizia, per protestare contro le condizioni inimmaginabili di incarcerazione e le decisioni consecutive di proroga di tre mesi della loro custodia. Per esempio, 70 immigrati sono in sciopero della fame dal 14 Marzo 2013. Come risultato di questa protesta congiunta, gli scioperanti della fame sono stati dispersi con diversi trasferimenti ad altri dipartimenti di polizia dove i poliziotti, ancora una volta li trattano con insulti, vessazioni e minacce. Lo sciopero della fame è iniziato, in particolare, dopo la decisione inspiegabile per altri tre mesi di proroga della custodia cautelare nei confronti di due immigrati, che sono rinchiusi per 9 mesi già nelle celle di detenzione. Il caso di un rifugiato palestinese è indicativo dei maltrattamenti contro gli scioperanti della fame: Faraj Ahmed, che ha perso i sensi durante l’ottavo giorno di sciopero della fame (22/3), è stato trasferito in ospedale, perché la polizia gli ha dato shampoo dicendo che era sciroppo medicinale.
Noi ci abitueremo, né accetteremo le brutalità di questo mondo. Ci opponiamo al saccheggio, all’impoverimento, alla brutalità, al razzismo e alla repressione con la resistenza, l’auto-organizzazione e la solidarietà, con le lotte comuni dei resistenti nativi e gli immigrati contro il sistema dello sfruttamento, le esclusioni e la sottomissione. Giù le mani dagli oppressi e dai combattenti!
Il 5 Aprile 2013 inizia un altra corte marziale all’interno delle carceri femminili di Koridallos sul caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco (ricordiamo che già un terzo processo CCF è in corso che riguarda l’invio di pacchi incendiari, ecc.)
Il presente nuovo procedimento riguarda i 250 attacchi incendiari ed esplosivi dell’organizzazione (tra gli altri, gli attacchi sugli uffici dell’Alba Dorata, del tribunale amministrativo di Atene, e le prigioni di Koridallos).
Un totale di 18 compagni saranno processati questa volta: i 9 membri dichiarati dell’O.R. CCF, Theofilos Mavropoulos, Yannis Michailidis, Dimitris Politis, Konstantina Karakatsani, Panagiotis Masouras, Stella Antoniou, Alexandros Mitroussias, Kostas Sakkas e Giorgos Karagiannidis.
Il nostro sostegno a tutti i compagni non è negoziabile, e la nostra presenza sia richiesta in aula.
Appuntamento per l’organizzazione di una manifestazione di solidarietà alla corte della prigione di Koridallos, Martedì, 26 Marzo alle 19.00 presso l’Università del Politecnico di Atene
Ultime informazioni sul procedimento giudiziario che il Soccorso Rosso Internazionale abbia diffuso:
Il pubblico ministero ha proposto la condanna dei tre membri dichiarati della Lotta Rivoluzionaria, Pola Roupa, Nikos Maziotis e Kostas Gournas, anche se non è stata dimostrata in tribunale alcuna prova a sostegno della loro partecipazione alle azioni specifiche di cui sono accusati. (Vi ricordiamo che Pola Roupa e Nikos Maziotis sono attualmente in clandestinità.) Inoltre, e senza alcuna prova conclusiva, il pubblico ministero ha suggerito la condanna per Sarantos Nikitopoulos, Vaggelis Stathopoulos, Christoforos Kortesis e Kostas Katsenos, che negano la loro partecipazione all’organizzazione. Infine, il procuratore ha ammesso che non ci fu mai alcuna prova contro Marie Beraha (moglie di Kostas Gournas) e ha detto che avrebbe dovuto essere prosciolta da ogni accusa.
Invito per raduno di solidarietà alla corte speciale delle prigioni di Koridallos:
Il processo arriva alla fine il Mercoledì, 3 Aprile, alle 9, quando la corte emetterà una sentenza sul caso della Lotta Rivoluzionaria. I giudici annunceranno le loro decisioni finali per Nikos Maziotis, Pola Roupa e Kostas Gournas, che hanno rivendicato la responsabilità politica per la loro partecipazione nell’organizzazione, e per Vaggelis Stathopoulos, Sarantos Nikitopoulos, Christoforos Kortesis e Kostas Katsenos, gli altri anarchici accusati nel caso, così come Marie Beracha (compagna di vita di Kostas Gournas), che è anche accusata nello stesso caso.
Partecipiamo a questa sessione del processo e facciamo la nostra solidarietà un pugno contro lo Stato.
La passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni!
Siamo lieti di invitare voi e i vosrti amici alla nostra Festa Popolare! Non esitate a diffondere la parola e venite per un divertimento sfrenato! Vorremmo inoltre chiedere la vostra comprensione per rispettare il fatto che non vogliamo che questo evento sia ripubblicato sui social network come facebook, twitter, ecc
Con lo spirito del 15 Marzo del passato, si è appiccato il fuoco a un auto degli sbirri il 15 Marzo pomeriggio, nel commissariato della polizia postale, al 33 Pac-Ex (Montreal). Quest’azione è stata compiuta per completare la 17° manifestazione annuale contro la polizia (e la brutalità) che si è tenuta quel giorno.
Abbiamo inviato anche un messaggio di sostegno a Marco Camenisch nelle sue lotte nelle carceri svizzere.
__________ Nota: le unità di polizia hanno attaccato la manifestazione annuale anti-polizia a Montreal quest’anno e hanno arrestato circa 200 persone nel preventivo assalto. L’obiettivo della manifestazione è stato la stazione centrale di polizia.
Nel contesto della lotta quotidiana contro l’esistente, e finalizzando alla diffusione della solidarietà di fatto con i prigionieri anarchici nelle carceri greche, i membri della rete di traduzione e contro-informazione “Contra Info” effettueranno una serie di eventi in diverse città europee, per diffondere informazioni sui casi dei compagni imprigionati.
Vogliamo rendere queste riunioni come un’opportunità per rafforzare l’infrastruttura antagonista della contro-informazione, di estendere e moltiplicare i gesti di solidarietà con i nostri fratelli e sorelle dietro le sbarre, e di promuovere l’azione diretta e la prassi sovversiva.
Venerdì, 12 Aprile 2013, ci incontriamo al Joe’s Garage ad Amsterdam. Ci sarà una cucina vegan collettiva alle 7 e verso le 20:00 inizieremo a discutere. Saremo lieti della vostra presenza e vi invitano a condividere le vostre idee in modo da trovare un punto di vista comune verso la distruzione di tutte le carceri e del sistema che le mantiene.
Seguiranno aggiornamenti per i prossimi eventi in altre città europee.
SOLIDARIETÀ CON I PRIGIONIERI ANARCHICI IN TUTTO IL MONDO!
Lettera del compagno Marcelo Villarroel per l’attività “Sono anticarcerario” realizzata il 14/12 all’occupazione La Mákina, Santiago.
Accendere la miccia della sovversione. Attizzare il fuoco insorgente della guerra sociale, giù le mura delle prigioni:
La prigione è il destino circostanziale o potenziale di ogni persona che prenda il controllo della sua vita, avanzando sul cammino dell’emancipazione, controcorrente rispetto a una normalità capitalista che impone la routine del cittadino, costringendo al lavoro salariato, agli studi per convalidare un sistema borghese di educazione e mantenerti sotto i parametri dell’ordine giuridico, che ci impone il capitale.
La prigione è un luogo che ti offre la democrazia, come uno spazio che cristallizza la sottomissione normalizzatrice.
Là finiscono, cominciano e passano tutti e tutte quelli/e che, in un modo o in un altro, non si sottomettono e trasgrediscono la pace sociale dei ricchi.
Colui/colei che commette dei crimini, che protesta, che attacca, che cospira, quelli/e che per le diverse scelte o decisioni non rispettano l’ordine giuridico, si trovano di fronte alla mano repressiva di tutto un sistema di repressione, controllo e punizione.
Ho ripetuto mille volte: in tutte le prigioni del mondo più del 90% delle persone rinchiuse provengono dalla classe sfruttata. Siamo oppressi e ribelli, diveniamo inevitabilmente sovversivi, quando decidiamo di smettere di andare avanti nella vita come degli schiavi.
Se sei nato povero, tu sei condannato in Cile, con un destino in una delle 91 prigioni del paese. Di luoghi controllati, che hanno per scopo lo sterminio, dove i moduli, pavimenti e gallerie altamente assassini lavorano ogni giorno con la morte contro l’indolenza sociale che ignora, demonizza e naturalizza il quotidiano, e che considera normale la punizione sui prigionieri.
La prigione è anche considerata al giorno d’oggi come un’azienda produttrice di servizi, in cui i prigionieri sono visti come gli utenti soggetti al paradosso proprio di una società malata, che assume che è il cammino da seguire per quelli che non rispettano la sua legge.
É importante capire che nessuno è libero in una società che è la dittatura della merce, la democrazia del capitale, società di classi in cui appena ribellatici potremmo demolire fino all’ultimo pezzo di cemento di ogni centro di sterminio costruito fino ad oggi.
Allo stesso modo non vi è alcuna lotta anticarceraria senza conoscenza specifica delle loro quotidiane situazioni di tensione, senza comunicare con i prigionieri in lotta, questo è il motivo per cui è una sfida costante per rompere l’isolamento, rompere le spesse mura del confinamento, e comprendere che è essenziale per rafforzare i legami in tutti i campi, ma ancora di più con i prigionieri sovversivi in guerra contro tutto ciò che è esistente. Questo viene fatto con la paura e l’indifferenza; la solidarietà impegnata è un’esigenza individuale e collettiva per demolire questa posizione conveniente e auto-soddisfacente di credere che la nostra lotta è temporale e non un’opzione di vita fiera come quella che molti di noi oggi assumono dopo molto tempo in totale armonia con le nostre azioni.
Moltiplicare tutti i tipi di atti, fatti, azioni e iniziative è una necessità di lottare contro stato-prigione-capitale , che è quella che ci fa avanzare, senza alcuna limitazione.
Insistere all’infinito nella ricerca della nostra libertà è dare degnamente e senza timore colpi fino all’ultimo pezzo di cemento della nostra società putrida… che il vento non porta queste parole, che si trasformano in fatti…
Apri gli occhi: è il momento di combattere!
Contro stato- prigione- capitale: guerra sociale!
Finché ci sarà miseria ci sarà ribellione!
Marcelo Villarroel Sepúlveda
Prigioniero libertario
14 Dicembre 2012
Modulo 2 -. H norte. CAS-STGO Cile.
La DB brucia in segno di solidarietà con gli anarchici imprigionati in Grecia!
Nelle prime ore del 27 Febbraio, in cerca di un obiettivo adatto per un’azione di solidarietà con Nikos Romanos, Dimitris Politis, Andreas-Dimitris Bourzoukos e Yannis Michailidis, abbiamo individuato un veicolo appartenente alla Deutsche Bahn nel quartiere di Prenzlauer Berg, a Berlino, che abbiamo avvolto nelle fiamme della solidarietà internazionale.
Alla Deutsche Bahn AG (società ferroviaria tedesca), dieci dirigenti della sua filiale DB International hanno corrotto funzionari pubblici degli appalti di servizi di ingegneria in diversi Stati Africani e in Grecia, come la magistratura di Francoforte ha confermato (secondo un rapporto del “Süddeutsche Zeitung” nel mese di Aprile 2010).
Dal 2008, in una serie di battaglie legali, è stato documentato che le imprese tedesche Siemens, MAN Ferrostaal e Deutsche Bahn hanno comprato i politici in Grecia, su larga scala, e quindi hanno “finanziato” decisioni politiche a loro favore. Così, il Gruppo Siemens solamente ha “investito” a partire dalla metà degli anni 90 e per circa un decennio 15 milioni di euro all’anno in Grecia, al fine di propiziare in questo modo i politici di entrambi i partiti maggiori, Nea Dimokratia e PASOK.
Mentre un’altra filiale della Deutsche Bahn, la società di logistica Schenker, trasporta rifornimenti di guerra per la Bundeswehr (forze armate tedesche), la Deutsche Bahn e il Ministero della Difesa sono in esecuzione di una collaborazione simbiotica: “Il BwFuhrparkService GmbH ha sviluppato e realizzato un concetto di mobilità economico e orientato verso il cliente per l’esercito tedesco. […] La società è una joint venture tra il Ministero della Difesa e la Deutsche Bahn AG. Il BwFuhrparkService garantisce concetti logistici personalizzati, la riduzione dei costi e un aumento del tasso di utilizzazione e di fornitura di veicoli sicuri. In qualità di fornitore di servizi di mobilità per l’esercito tedesco, l’azienda offre una vasta esperienza nella gestione di veicoli della flotta più complesse e la produzione di soluzioni individuali di flotta”(brani tratti da dbfuhrpark.de / index.php? Id = 131).
Nel Gennaio del 2013, il Dr. Rüdiger Grube ha parlato sul tema “La Deutsche Bahn AG – Sfide Attuali e Prospettive” presso l’Accademia militare delle forze armate tedesche, mentre il 61enne presidente del consiglio di amministrazione della Deutsche Bahn in Berlino dal maggio 2009, Moorburgerdel, ha spiegato a più di 200 ospiti la strategia aziendale e i processi della DB AG.
Il 16 Aprile, La DB Mobility Logistics e il BFD di Berlino (“Servizio di avanzamento professionale” per l’educazione e la formazione del personale militare), terrano una Giornata per Soldati sotto il motto “Nessun lavoro come un altro.” L’evento si rivolge a gli uomini e le donne soldati che sono interessati ad essere addestrati e impiegati dalla Deutsche Bahn.
Pertanto, classificiamo la Deutsche Bahn come un potere di fatto belligerante e un componente dell’esercito tedesco / NATO, che non consentirà alcun cambiamento sociale in Grecia, ma piuttosto si sforzerà al fine di assistere la soppressione di una rivolta. La Deutsche Bahn è una delle imprese tedesche che traggono profitto dalla crisi in Grecia, come era il suo predecessore, il Reichsbahn durante il fascismo tedesco.
L’incendio di ieri sera aveva lo scopo di mostrare ai prigionieri Nikos Romanos, Dimitris Politis, Andreas-Dimitris Bourzoukos e Yannis Michailidis che siamo consapevoli del loro arresto e la loro tortura il 1° Febbraio, dopo la doppia rapina a Kozani, e qui, nel cuore della bestia, proveremo tutto il possibile per il crollo del capitalismo e dei suoi aiutanti.
Il 10 Marzo abbiamo fatto l’ovvio. Abbiamo trasformato in azione le nostre promesse di vendetta. Abbiamo piazzato un ordigno esplosivo all’ingresso degli uffici dell’azienda di servizi di posta-rapida tramite corriere “swift-mail” a Pagrati. Le ragioni per il nostro attacco sono semplici e chiari.
Fotini Reklitou, che è la moglie del proprietario di quest’azienda e lavora in questo ufficio, il 1º Novembre 2010 con la curiosità poliziesca e piccolo-borghese che la possedeva ha aperto un pacco che avevano lasciato i nostri compagni lì per essere inviato all’ambasciata del Messico. La sua curiosità ha portato al suo ferimento. In seguito, come una autentica infame ha allertato i sbirri rilasciando una descrizione dettagliata su chi abbia lasciato il pacco e dove sia diretto. A causa di questa infame si sono mobilitati decine di poliziotti che hanno bloccato la zona ed hanno circondato i nostri compagni portando al risultato del loro arresto.
Da quel giorno Reklitou appartiene alla lista nera della nuova guerriglia urbana anarchica. La nostra dignità noi ci lascia mai di dimenticare gli infami. Che possa capire questo soggetto che questo era solo un messaggio. Un messaggio con ricevitore tutti i testimoni dell’accusa dei processi della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che alzeranno il dito e “riconosceranno” i “colpevoli”. Che non dimenticano che almeno i vecchi infami indossavano dei cappucci mentre ora abbiamo i nomi e gli indirizzi.
Non è passato molto tempo da quanto altri compagni hanno picchiato un’altro testimone d’accusa del processo precedente contro la CCF. Stiamo parlando per il pestaggio dello sbirro tossico dipendente di pillole dell’anti-terrorismo, Mourdoukouta, a Kallithea. Inoltre circa un mese e mezzo fa, è stato distrutto il caffè bar ad Exarchia, “To Kafetì”, proprietà di un altro ruffiano che aveva fatto causa e chiedeva anche un risarcimento da un compagno prigioniero della Cospirazione.
Ogni riconoscimento ed ogni testimonianza non sarà dimenticata.
Cerchiamo di essere chiari… Gli infami, poliziotti, giudici e carcerieri che hanno fatto male o hanno offeso i nostri compagni devono sapere che non saranno dimenticati indipendentemente da quanto tempo possa passare. Qualche notte riceveranno la nostra, indesiderabile per loro, visita con proiettili, bombe, con pugni di ferro…
Negli ultimi mesi c’è uno sforzo da parte dei poliziotti e dei media per combattere la nuova guerriglia urbana anarchica. In occasione a diversi arresti, parlano dello smantellamento della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Che diventi questo attacco un’altra confutazione nelle loro stime. Come è stato detto, la cospirazione non è semplicemente un’organizzazione ma un’idea, e le idee non possono essere né smantellate, né arrestate.
Cellule intatte continueranno ad agire ed attaccare contro il sistema marcio e la società dei sottomessi che lo sostiene.
La Cospirazione delle Cellule di Fuoco è l’Idra di Lerna della nuova versione anarco-nichilista. Per tutte le cellule che saranno perse in battaglia, appariranno sempre delle nuove che rafforzeranno la rete della Federazione Anarchica Informale (FAI) – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FRI) e continueranno con passione maggiore la gioia dell’attacco e della distruzione.
Perché siamo nati per combattere. Null’altro ci rende più vivi da questa vita dell’illegalità che abbiamo scelto.
La guerra è in corso ed è il momento per ognuno di scegliere campo.
Dedichiamo la nostra azione con tutto il cuore ai fratelli carcerati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, a Panagiotis (buon recupero compagno) a Gerasimos, a Giorgos, a Haris, a Christos, a Michalis, a Giorgos, ad Damianos, ad Olga e all’anarchico rivoluzionario Teofilos. Fino a quando ci incontreremo di nuovo fratelli.
A tutte le cellule della Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI) in Grecia, nel mondo e soprattutto ai nostri fratelli in Indonesia. Saluti nichilisti fratelli…
Ai compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco in Russia, Bielorussia, Messico e nei Paesi Bassi.
Agli anarchici della prassi Alfredo e Nicola (accusati per la cellula OLGA-FAI) e ai fratelli e sorelle italiani che sono detenuti nelle carceri italiane.
Infine, con grande apprezzamento e rispetto ai fratelli e sorelle conosciute e sconosciute qui fuori, ai lupi solitari che provano che l’anarchico non è indicato dal numero di libri che ha imparato come pappagallo, ma dalla coerenza delle parole e delle sue azioni. Siamo stancati dagli “anarchici” che sono pieni di parole e da azione nulla. Agisci o stai zitto…
Con rapine, attacchi incendiari, esecuzioni, bombe, attacchi agli fascisti e poliziotti, ci troverete di fronte a voi…
“Dobbiamo entrare in battaglia solo quando non abbiamo più nulla da sperare, siccome dalla sua natura il risultato di una battaglia è incerto, ma dal momento che la decisione è stata presa, dobbiamo vincere o morire” – Napoleone Bonaparte, Manuale del capo.
CREIAMO E ORGANIZZIAMO 10, 100, 100 CELLULE DI COSPIRAZIONE…
VIVA LA FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE (FAI / FRI)
La notte del 29 Gennaio 2013, nel corso di una spontanea festa di riscaldamento per la campagna contro il 16º Congresso Internazionale di Polizia (a febbraio), cinque auto dell’Ufficio dell’Ordine di Berlino, nel quartiere di Mitte sono state incendiate, e l’edificio sulla Berolinastraße è stato bombardato con vernice.
Se avessimo visto il congresso polizia solo come una mostra del settore della sicurezza, non avremmo fatto questo piccolo regalo alla polizia municipale, una forza che ci invita a dare un’occhiata più da vicino alla sua funzione.
Di sicuro, il più delle volte, le cosiddette pattuglie distrettuali eccitano l’ira per l’imposizione di ammende e per le relative procedure spietate anche per infrazioni banali. Tuttavia, il loro compito più importante sembra essere la presenza ubiquitaria di una funzione di controllo dello Stato nella vita quotidiana.
In tutta Europa, il dispiegamento dei militari è stato discusso dopo i disordini urbani – nel 2005 nelle banlieues francesi, durante il Dicembre Greco del 2008, dopo i disordini di Londra il 2011. Ci sono vari motivi che hanno impedito che questo intervento militare accadesse; i rispettivi governi sono certamente a conoscenza del fatto che l’ordine non è simboleggiato dalla presenza massiccia di forze armate fino ai denti, ma può essere raggiunto da un’intensa interazione di funzioni di polizia in tutti i giorni della vita. La partecipazione dei cittadini in una forza di ordine pubblico deve quindi essere liscia, e il controllo reciproco deve essere migliorato solo nel costante timore di attirare l’attenzione attraverso il comportamento deviante.
Così, molti Stati hanno stabilito un apparato “leggero” di polizia in aggiunta alle forze normali. La Guàrdia Urbana a Barcellona vicino agli Mossos d’Esquadra e la Policía Nacional, le forze della polizia municipale attraverso le zone calde della Francia accanto alle Compagnies Republicaines de Sécurité, ed anche le gendarmerie dei cittadini-amichevoli a Londra che hanno più probabilità di trovare l’accesso alla popolazione. Una controparte della Ordnungsamt tedesca esiste in Atene, con i poliziotti comunali disarmati. Soltanto l’Italia ha intrapreso qui in un percorso eccezionale, con pattuglie dell’esercito nelle città.
I servizi comunali di polizia di Berlino intervengono laddove l’intervento della polizia non si ritiene necessario, ed ancora riferiscono ai responsabili di zona, con i quali la polizia regolare e la polizia municipale collaborano strettamente. L’annuale festa di strada Myfest a Kreuzberg può essere vista come un tipico esempio di contro-corrente.
Responsabili di zona e società di sicurezza private, insieme con la polizia, hanno penetrato le istituzioni giovanili, così come le scuole. C’è una cooperazione per la sicurezza della polizia con le imprese di costruzione edilizie, le scuole, i servizi del trasporto pubblico e i fornitori di sicurezza privati. Tutto ciò si traduce nei “piccoli aiutanti di Henkel” (titolo del tabloid tedesco “DZ” in relazione al senatore di Berlino Frank Henkel e le 12enne guardie di sicurezza a Myfest) ed ad una diffusa accettazione nei confronti delle pene per le violazioni della norma. Poi qualsiasi funzionario della polizia municipale, che controlla con un righello il corretto posizionamento delle sedie nelle feste di gastronomia all’aperto o l’ordine delle tabelle nei mercati delle pulci, sembra essere un’immagine in qualche caricatura.
Questo rigore tedesco è spaventoso quando si pensa in data odierna a 80 anni fa. Il passaggio tranquillo dalla polizia della Repubblica di Weimar agli organi di sicurezza dei nazisti ha causato problemi morali solo ad un numero minore di poliziotti; avevano solo contribuito a far rispettare una legge esistente. Dopo di che, si sono scivolati dolcemente nella Polizia del Popolo (nella Germania Orientale) o nella polizia della Germania Occidentale, sempre dalla parte della “legge e dell’ordine.”
Indipendentemente dal fatto che questi poliziotti sono stati coinvolti in genocidi in territori occupati sotto la “Polizia dell’Ordine” (la forza regolare in uniforme nella Germania nazista), oppure ti hanno gridato come “Ufficio d’Ordine” perché il tuo cane non era al guinzaglio, la stessa convinzione è sempre nascosta dietro a tutto questo: che la libertà individuale di una persona vale nulla in confronto alla costruzione di un bene comune statalista, che, purtroppo, può essere raggiunto solo con la violenza.
Con la nostra festa di riscaldamento abbiamo voluto sottolineare che questa convinzione di una necessità e la giustificazione della presenza dello stato nella tua stessa vita può essere spezzata solo se la loro vulnerabilità è provata. E vulnerabile è il potere delle forze di quartiere di Berlino, che si occupano del trattamento dei rifugiati, l’allontanamento dei bevitori e dei Rom dai parchi e dalle piazze, e di una politica giovanile repressiva, in molti luoghi.
FACCIAMO COLLASSARE L’ARCHITETTURA DI SICUREZZA EUROPEA!
Zone A Défendre è una zona occupata contro la costruzione di un aeroporto internazionale e contro la trasformazione di un’area metropolitana
Con molto piacere, abbiamo sentito delle azioni di solidarietà che hanno avuto luogo in diversi paesi contro gli sfratti ad Atene nei mesi di Dicembre e Gennaio: negli Stati Uniti, India, Regno Unito, Canada, Australia, Giappone, Cile… ed anche le numerose attività e manifestazioni in tutta la Grecia.
Nonostante le differenze di contesto tra qui e altrove, gli stessi meccanismi di repressione bombardano tutti coloro che lottano contro ogni imposizione di ciò che la nostra vita dovrebbe essere, coloro che vogliono che la libertà gusta in modo diverso rispetto alla libertà triste della nostra mera sopravvivenza nel loro contesto di concorrenza globale chiudendo la nostra bocca.
Vorremmo esprimere il nostro sostegno a tutti i luoghi autogestiti che sono veri spazi vivi di sperimentazione, nei quali le idee e prospettive anti-autoritarie si sviluppano in domini multipli. È, tra l’altro, in questi spazi sociali, politici e culturali che le idee sovversive sono in fase di sviluppo e vengono diffuse attraverso incontri e innumerevoli attività, quali spettacoli teatrali, cucine collettive, discussioni, giardini collettivi occupati, ecc. Ed è anche lì che la conflittualità si sviluppa quando lo Stato decide di eliminare gli spazi come questi.
Le lotte per un mondo senza frontiere e Potere sono organizzate lì, e molte persone escluse o senza voglia di vivere nei loro schemi alienanti si riuniscono in questi spazi.
Lunedì, 11 Marzo il compagno anarchico e membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco Panagiotis Argirou è stato trasferito dall’ospedale generale di Nikaia indietro all’ospedale della prigione di Koridallos. Il suo trasferimento è stato effettuato dopo che il suo stato di salute è stato migliorato notevolmente.
Panagiotis ha ormai pienamente recuperato dal suo grave infortunio ed ha parlato con i suoi compagni al telefono. Rimarrà in ospedale del carcere di Koridallos finché i diversi problemi di mobilità che sono stati causati a causa dei due mesi di ricovero in ospedale e la durata del tempo che fu soppresso sotto farmaci vengano ripristinati. Per ora si sta riprendendo e “condivide” la stessa cella con il suo amico Spyros Dravilas, che è anche in recupero dopo il suo sciopero della fame concluso con successo.
Sappiamo che non abbiamo fornito aggiornamenti sulla condizione di salute di Panagiotis per lungo tempo, ma questo non è stato fatto a caso: ad ogni nuovo aggiornamento positivo sulla salute del compagno, le forze dell’anti-terrorismo forza e le guardie esterne che avevano intrapreso la sua custodia mettevano sotto pressione il personale dell’ospedale per l’immediato trasferimento di Panagiotis al carcere per “motivi di sicurezza” (il suo fascicolo portava l’indicazione “pericoloso per fuga”).
Un grande ringraziamento a tutti i compagni e gli amici che sono stati interessati per Panagiotis, che hanno inviato lettere, hanno donato sangue, che sono stati accanto alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Infine, un abbraccio infuocato ai fratelli e le sorelle della Argirou Cell / International Conspiracy for Revenge/FRI-FAI dall’Indonesia, così come alla Cellula Insurrezionale Anti-autoritaria Panagiotis Argirou / FAI-FRI dal Cile, che ha fatto della solidarietà tra gli anarchici prassi attraverso i loro attacchi incendiari.
Il 18 Gennaio 2013, la corte di Évry ha condannato Ibrahim El Louar a due anni di reclusione e gli ha imposto una multa di 1.200 euro per danni a poliziotti. È accusato di partecipazione alla fuga di cinque persone dal centro di detenzione per migranti di Palaiseau, il 16 Dicembre 2012.
Ibrahim è stato finalmente in grado di appellarsi a questa condanna e sarà processati alla corte d’appello di Parigi, Mercoledì 20 Marzo.
Cerchiamo di essere molti tra il pubblico, invece di lasciarlo solo di fronte alla macchina giudiziaria, e cerchiamo di esprimere la nostra solidarietà, sostenendo sia lui che i fatti per cui è accusato, non importa se è innocente o colpevole.
Appuntamento il 20 Marzo 2013, alle ore 13.30, nella Corte d’appello del Tribunale di prima istanza di Parigi, 2˚ divisione, camera 8
La solidarietà tra gli anarchici è più che una parola scritta.
Solidarietà con i/le compagni/e anarchici prigionieri dallo Stato italiano.
Gli anarchici sono nemici dichiarati dello Stato e di tutte le realizzazioni istituzionali concrete che questo si dota per controllare e reprimere. Questa dichiarazione di principio, anche con il suo carattere astratto, è una delle caratteristiche essenziali dell’anarchismo e mai è stata messa in discussione.
Lo Stato sa che gli anarchici sono i suoi nemici irriducibili, quelli che, con più o meno efficacia, lo combatterano fino alla fine.
Però sa anche che, propriamente per questa posizione di totale e radicale inamicicia, gli anarchici non possono trovare alleati nella loro lotta contro lo Stato, fatta eccezione per la partecipazione spontanea di individui desiderosi di trasformare le condizioni di oppressione nelle quali viviamo tutti.
Rivendichiamo l’attacco incendiario realizzato nell’alba di martedì 12 febbraio intorno alle 3.00 alla nota chiesa Nuestra señora de Montserrat, situata in calle Luis Matte Larraín, comune di Puente Alto, con un congegno incendiario con dispositivo di ritardo, detonato sul fronte della chiesa, che ha provocato danni materiali in gran parte del portone principale, come anche danni nelle teste dei centinaia di sudditi dell’ordine e del potere che si incontrano in questo luogo giorno e notte.
Nonostante ad oggi i danni prodotti siano stati mascherati superficialmente, e che il fatto non è stato pubblicato dai media e la stampa dello Stato di polizia, sorge la necessità politica di rivendicare questo attacco, poiché non vogliamo essere confusi con gruppi o sette sataniste, religiose o fasciste. La nostra motivazione si è trasformata in un’azione rivoluzionaria contro il potere e la società carceraria borghese, intendendo questa azione non come una che gira intorno a un piano con l’obiettivo di erigere un altro modello sociale imposto a rimpiazzare quello presente, ma come un’azione che cerca di destabilizzare la società ed evidenziare il conflitto inerente in essa, basato sulla distruzione di ogni traccia che rappresenta, riproduca e sostenti il potere nel suo controllo, la sua proprietà e valorizzazione delle nostre vite, per così un giorno ottenere insieme ai nostri affini la nostra emancipazione totale e definitiva.
Inoltre con questo comunicato vogliamo fare una chiamata e un invito a tutte le individualità affini all’agitazione armata permanente; a continuare ad evidenziare il conflitto che la tanto sbandierata pace sociale come discorso poliziesco di moda della società borghese spettacolare cerca di nascondere; a diffondere conoscenze tecniche e promuovere una cultura cospirativa e di sicurezza tra chi si situa da questo lato della barricata, per non cadere così nelle grinfie del nemico, poiché la storia ci ha dimostrato che ogni errore lo paghiamo caro, ed ogni compagnx in prigione è un trofeo per il Potere.
La guerriglia urbana si diffonde e acutizza come una piaga; ogni giorno siamo più preparati, con più conoscenze, più dotati di strumenti e materiali, e soprattutto ogni giorno siamo più individualità e/o gruppi che ci auto-organizziamo, e senza aspettare paurosi tempi migliori, ci facciamo parte della storia e ci facciamo parte consapevole e responsabile di questa guerra contro i boia della vita e sostenitori di questa società complice.
Per concludere, qualche giorno prima del nostro attacco abbiamo saputo la cattiva notizia del tuo arresto, e senza conoscerti, la tua sola posizione ferma contro la repressione poliziesca del Capitale ci ha riempito di motivi in più per attivare la carica di quella notte. Per questo, inviamo un abbraccio speciale dal mimetismo cospirativo al compagno Victor Hugo Montoya, speriamo che il calore delle nostre azioni arrivi fino alla tua cella e la solidarietà si manifesti.
Forza compagno, non sei solo!
L’unica chiesa che illumina è quella che brucia!
Libertà per Victor Montoya e tuttx i/le prigionierx!
“Tutti gli uomini sognano. Non però allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei recessi polverosi della mente si svegliano al mattino per scoprire che il sogno è vano. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che essi si avverino…”
(T. E. Lawrence)
In modo simile anche noi, ispirati da sogni di RABBIA, ma soprattutto da sogni di MEMORIA, abbiamo attaccato la stazione di polizia di Acropoleos nelle prime ore del 10 Marzo, 2013, cogliendo in sorpresa la folla dei poliziotti nella zona.
Le ragioni sono molte, ma la perdita di Lambros è la maggior ragione di tutti.
Tre anni sono già passati da quella notte del 10 Marzo, quando Lambros Foundas, carne della carne del movimento anarchico e un membro della Lotta Rivoluzionaria, è caduto in battaglia armata con i maiali della polizia greca nel quartiere di Dafni, ad Atene.
La sua vita e la morte sono un esempio che nessun combattente della libertà sarà mai in grado di dimenticare. Non possiamo permettere che siano versate lacrime per i nostri compagni morti, ma abbiamo una responsabilità per esserci insegnati dalla dedizione, la fede, e la coerenza della loro lotta.
Di onorare la memoria di Lambros Foundas con qualsiasi mezzo, riflettendo sulla via del suo percorso politico, sulla sua azione, e, di conseguenza, sulla sua stessa vita.
Che possano le mani alzarsi ed afferrare la sua pistola. Noi, come un’ultimo addio, ma di certo non l’ultimo, gli diciamo:
Lambros, un fiore fiorì quell’alba a Dafni, e i rivoluzionari continueranno a coltivarlo, fino alla VITTORIA…
Il processo del caso di Lotta Rivoluzionaria si avvia alla conclusione. Durante l’intero processo la corte ha svolto il dibattimento, in cui le azioni e le posizioni di Lotta Rivoluzionaria sono state spiegate nel contesto della lotta contro il regime e le condizioni di moderno totalitarismo, con l’obiettivo finale della Rivoluzione Sociale.
Contemporaneamente, con questo processo, si è fatta sentire la voce dei compagni che, agendo nell’ambito di altre forme di lotta, sono stati designati come bersaglio per le loro scelte. Tramite le loro testimonianze è stata sancita la diversità del movimento, mentre essi difendevano la propria internità politica e azione nell’ambiente anarchico.
Oggi più che mai è imperativo che la nostra solidarietà punti a rafforzare la lotta per la liberazione sociale.
Il procuratore distrettuale ha presentato il caso dello stato contro gli imputati e ha seguito le scelte dell’unità antiterrorismo proponendo, fra altri convincimenti, la condanna dei tre membri che hanno assunto la responsabilità politica della propria partecipazione nel gruppo, Nikos Maziotis, Pola Roupa e Kostas Gournas, quali complici in tutte le azioni del gruppo, malgrado nessuna prova sia stata prodotta per dimostrarne la loro partecipazione. Inoltre e nuovamente senza prova conclusiva, ha proposto la condanna dei 4 compagni che hanno negato il coinvolgimento nel gruppo, Sarandos Nikitopoulos, Christoforos Kortesis, Vaggelis Stathopoulos e Kostas Katsenos, per partecipazione in esso. Ha pure proposto che la moglie di Kostas Gournas, Mari Beraha, sia scagionata non essendoci nessuna prova contro di lei.
IN MEMORIA E IN SOLIDARIETÀ
Il 10 marzo saranno 3 anni da quando Lambros Foundas cadde combattendo in uno scontro armato con la polizia durante un tentativo di appropriarsi di una vettura che sarebbe servita per organizzare delle azioni.
IN MEMORIA DEL COMPAGNO ANARCHICO LAMBROS FOUNDAS, MEMBRO DI LOTTA RIVOLUZIONARIA E IN SOLIDARIETÀ DEI MEMBRI DI LOTTA RIVOLUZIONARIA E DEI PERSEGUITI PER LO STESSO CASO
Giornata in ricordo di Lambros Foundas e di solidarietà con gli imputati di Lotta Rivoluzionaria
Dalla Grecia ci è stato comunicato che il 9 marzo sarà una “Giornata in ricordo di Lambros Foundas e di solidarietà con gli imputati di Lotta Rivoluzionaria”. La Commissione per un Soccorso Rosso Internazionale si associa pienamente a questo evento e invita tutte le forze partecipanti al processo di costruzione del Soccorso Rosso Internazionale, tutte le forze con le quali abbiamo dei rapporti di lavoro, e tutte le forze progressiste e rivoluzionarie a rispondere a questo appello.
“Lotta Rivoluzionaria”
Lotta Rivoluzionaria è un’organizzazione anarchica greca di guerriglia urbana, apparsa per la prima volta pubblicamente il 5 settembre, con un attacco incendiario contro un tribunale di Atene. L’organizzazione ha compiuto numerosi attacchi contro i centri del potere politico ed economico in Grecia (ministeri, banche, ecc.). Fra i più importanti di questi attacchi, la devastazione della Borsa di Atene, con 150 kg. di tritolo e il lancio di un razzo contro l’ambasciata degli Stati Uniti. Lotta Rivoluzionaria ha pure attaccato le forze di polizia, specialmente dopo l’assassinio di un giovane manifestante liceale, Alexis Grigoropoulos, il 5 gennaio 2009. Le operazioni poliziesche contro Lotta Rivoluzionaria risalgono al 9 aprile 2010, con numerosi arresti e la scoperta di basi dell’Organizzazione. Lotta Rivoluzionaria non si è accontentata di colpire i centri e gli agenti dell’oppressione e dello sfruttamento, ha pure prodotto molte e importanti riflessioni e analisi sulla natura della crisi e le prospettive del movimento rivoluzionario in Grecia.
“Lambros Foundas”
Lambros Foundas era un anarchico come tutti i membri di Lotta Rivoluzionaria. Ben prima della fondazione di tale Organizzazione, egli ha partecipato a parecchie azioni del movimento anarchico: manifestazioni, occupazioni e pure alcuni primi attacchi con esplosivo. In particolare, ha fatto parte della grande occupazione del Politecnico, nel novembre 1995, quando la polizia, dall’interno dell’Università, ha arrestato 500 persone. Lambros Foundas è stato assassinato il 10 marzo 2010 dalla polizia a Dafni, alla periferia di Atene, mentre recuperava un’auto, utile per un’azione di Lotta Rivoluzionaria. Lambros Foundas è un simbolo della lotta contro l’elite internazionale, un simbolo della lotta per il rovesciamento del capitalismo e per la rivoluzione sociale. La sua morte è già motivo di commemorazione. Il 18 marzo 2012, mille persone hanno sfilato ad Atene in ricordo di Lambros Foundas.
“Il processo”
È dal 24 ottobre 2011 che ha avuto inizio il processo a otto imputati. Tre che rivendicano l’appartenenza a Lotta Rivoluzionaria. Costas Gournas, Nikos Maziotis e Pola Roupa (questi due ultimi hanno potuto darsi alla clandestinità il 15 giugno 2012) e quelli che respingono le accuse: Christoforos Kortesis, Sarantos Nikitopoulos, Vaggelis Stathopoulos, Maria Beraha e Costas Katsenos. Sia i membri dichiarati di Lotta Rivoluzionaria che gli imputati accusati con montature della polizia, hanno condotto e conducono un processo politico con grande forza. Tutti loro rivendicano la propria identità anarchica e rifiutano la legittimità della giustizia di classe. Gli imputati, membri di Lotta Rivoluzionaria difendono i principi e gli obiettivi della loro organizzazione. Si tratta davvero di un processo di lotta, dove tutti, “innocenti” e “colpevoli”, mantengono coraggiosamente il loro posto. Tutti questi compagni, “innocenti” e “colpevoli”, devono essere incoraggiati e sostenuti in questa lotta.
Solidarietà agli imputati di Lotta Rivoluzionaria !
Onore al compagno Lambros Foundas!
Costruire la solidarietà internazionale di classe!