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[Grecia/Italia] Intervista CCF/Alfredo Cospito

Dalle carceri greche all’AS2 di Ferrara: Quattro parole in “ libertà”.

Intervista delle Ccf a me medesimo.

Prima di rispondere alle vostre domande voglio sottolineare che quel che dirò è la mia verità. Uno tra i tanti punti di vista, sensibilità e sfumature individuali all’interno di quel crogiolo di pensiero ed azione che va sotto il nome di Fai-Fri. Federazione informale che, rifiutando qualsiasi tentazione egemonica, rappresenta uno strumento, un metodo di una delle componenti dell’anarchismo d’azione. Anarchismo d’azione che solo quando si fa informale, non costringendosi in strutture organizzative(specifiche, formali, di sintesi)quando non è all’assillante ricerca di consenso (quindi rifiuta la politica)si può riconoscere in un più largo caotico universo che va sotto il nome di “internazionale nera”. Per capirci meglio la Fai-Fri è una metodologia d’azione che solo una parte delle sorelle e fratelli dell’internazionale nera praticano, non un’organizzazione né tanto meno una semplice firma collettiva, ma uno strumento che tende all’efficienza, che ha come obiettivo quello di rafforzare i nuclei e i singoli compagni/e d’azione attraverso un patto di mutuo appoggio su tre punti – solidarietà rivoluzionaria, campagne rivoluzionarie, comunicazione tra gruppi/singoli:

’’SOLIDARIETÀ RIVOLUZIONARIA. Ogni gruppo d’azione della Fai si impegna a dare la propria solidarietà rivoluzionaria ad eventuali compagni arrestati o latitanti. La solidarietà si concretizzerà soprattutto attraverso l’azione armata, attacco a strutture e uomini responsabili della detenzione del compagno. Non sussiste l’eventualità di mancata solidarietà perché verrebbero meno i principi su cui il vivere e il sentire anarchico si basano. Per appoggio nella repressione non si intende ovviamente quello di carattere di assistenza tecnico/legale: la società borghese offre sufficienti avvocati, assistenti sociali o preti, perché i rivoluzionari possano occuparsi d’altro.

CAMPAGNE RIVOLUZIONARIE. Ogni gruppo o singolo una volta iniziata una campagna di lotta attraverso azione e conseguente comunicato verrà seguito dagli altri gruppi/singoli della Federazione Anarchica Informale secondo i propri tempi e modalità. Ogni singolo/ gruppo può lanciare una campagna di lotta su obiettivi particolari semplicemente “promuovendo” il progetto attraverso una o più azioni accompagnate dalla firma del singolo gruppo d’azione a cui si aggiunge il richiamo della Federazione nella sigla. Se una campagna non viene condivisa, se ritenuto necessario, la critica si concretizzerà attraverso le azioni/comunicati che contribuiranno a correggerne il tiro o a metterla in discussione.

COMUNICAZIONE TRA GRUPPI/SINGOLI. I gruppi d’azione della Federazione Anarchica Informale non sono tenuti a conoscersi tra di loro, non sussiste la necessità ove altrimenti si rischierebbe di offrire il fianco alla repressione, a leaderismi dei singoli ed alla burocratizzazione. La comunicazione tra gruppi/singoli avviene essenzialmente attraverso le azioni stesse e attraverso i canali informativi di movimento senza la necessità di conoscenza reciproca (tratto dalla rivendicazione dell’attentato a Prodi, all’epoca presidente della Commissione Europea, 21 dicembre 2003, tratto da Il dito e la luna, pag. 15-16).

Questo patto di mutuo appoggio di fatto scavalca l’assemblea, i suoi leaders, gli specialisti della parola, della politica ed i meccanismi autoritari che si innescano anche in ambiti anarchici quando l’assemblea diventa organo decisionale. Quello che l’internazionale nera nei prossimi anni dovrebbe fare è riannodare quel “filo nero” che si era spezzato da tempo. Un filo che lega l’anarchismo di ieri che praticava la “propaganda del fatto”, figlia del Congresso Internazionale di Londra del 1881, all’anarchia d’azione di oggi, informale, anti-organizzatrice, nichilista, anti-civilizzatrice, antisociale. Nicola ed io, unici componenti del “nucleo Olga”, non conosciamo di persona gli altri fratelli e sorelle della Fai, conoscerli vorrebbe dire vederli rinchiusi tra le quattro mura di una cella. Ci siamo convinti dell’utilità della Fai-Fri grazie alle parole(rivendicazioni)ed alle azioni dei fratelli e sorelle che ci hanno preceduti. Le loro parole sempre confermate dall’azione ci hanno regalato l’indispensabile costanza senza la quale un qualsiasi progetto si riduce, nell’era del virtuale in inutili, sterili parole al vento. Avevamo bisogno di una bussola per orientarci, uno strumento per riconoscere e smascherare coloro che dell’anarchia hanno fatto una palestra per parolai, un filtro per distinguere le parole vuote da quelle portatrici di realtà. Abbiamo trovato in questa “nuova anarchia”, nelle sue rivendicazioni e nelle conseguenti campagne rivoluzionarie, una prospettiva di attacco reale che amplifica le nostre potenzialità distruttive, salvaguarda la nostra autonomia di individui ribelli ed anarchici e ci da la possibilità di collaborare, di colpire insieme, senza conoscerci direttamente. Nessun tipo di coordinamento può essere incluso nella nostra progettualità. Il “coordinamento” presupporrebbe necessariamente la conoscenza, l’organizzarsi tra le sorelle e fratelli dei diversi nuclei. Tale coordinamento ucciderebbe l’autonomia di ogni gruppo e singolo/a. Il gruppo più “efficiente“, più preparato, più coraggioso, più carismatico inevitabilmente avrebbe il sopravvento riproducendo gli stessi meccanismi deleteri dell’assemblea, alla lunga si ripresenterebbero leaders, ideologhi, capi carismatici, si andrebbe verso l’organizzazione: la morte stessa della libertà. Qualcuno potrebbe contestare che anche in un gruppo di affinità, in un nucleo Fai potrebbe annidarsi un leader carismatico, un “capo”. Nel nostro caso il danno però verrebbe limitato perché tra i nuclei non vi è conoscenza diretta. La cancrena non potrebbe estendersi. Il nostro essere anti-organizzatorici preserva da questo rischio. Per questo motivo bisogna affidarsi alle “campagne rivoluzionarie” che escludono la conoscenza tra i gruppi e singoli/e uccidendo così qualunque barlume d’organizzazione. Mai bisogna confondere le campagne con il coordinamento, questa è l’informalità, questa è l’essenza, secondo me, della nostra progettualità operativa. Sia chiaro che quando parlo di gruppo di affinità o nucleo d’azione posso far riferimento ad un solo individuo od a un gruppo di affinità numeroso. Non bisogna farne una questione di numeri. E’ chiaro che la singola azione viene pianificata tra i vari componenti del gruppo, in quel caso non si può parlare di coordinamento, mai tale pianificazione deve estendersi agli altri gruppi Fai-Fri. Al di fuori del proprio gruppo bisogna “limitarsi” a comunicare unicamente attraverso le “campagne rivoluzionarie” e le conseguenti azioni. La nostra conoscenza della Fai-Fri deve sempre rimanere parzialissima, limitata ai nostri affini. Della Fai-Fri dobbiamo conoscere solo le zampate, i graffi, le ferite apportate al potere. Mortale sarebbe creare qualcosa di monolitico o strutturato, ognuno di noi deve evitare equivoci o fascinazioni egemoniche. L’organizzazione limiterebbe enormemente le nostre prospettive, invertendo il processo dal qualitativo al quantitativo. Nell’azione di uno la volontà di un altro si rafforza dando ispirazione. Le campagne si diffondono a macchia di leopardo. Mille teste contro il potere infuriano, impossibile mozzarle tutte. Sono proprio queste azioni accompagnate dalle parole(rivendicazioni)a permetterci a colpo sicuro di escludere i teorici puri amanti della parola, dandoci la possibilità di rapportarci unicamente con chi vive nel mondo reale, sporcandosi le mani, rischiando sulla propria pelle. Quelle parole sono le uniche che contano veramente, le uniche che ci permettono di crescere, di evolverci. Le campagne rivoluzionarie sono lo strumento più efficace per incidere, fare male dove più nuoce. Dandoci la possibilità di diffonderci nel mondo come un virus portatore di rivolta e anarchia.

CCF: Per conoscerci dicci qualcosa sulla tua situazione attuale.

Alfredo: C’è poco da dire siamo stati arrestati per la gambizzazione di Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Per inesperienza abbiamo fatto degli errori che ci sono costati l’arresto: non abbiamo coperto la targa della moto che abbiamo usato per l’azione, l’abbiamo parcheggiata troppo vicino al posto del’agguato e, soprattutto non ci siamo accorti di una telecamera di un bar, gravissimo errore che oggi stiamo pagando. Abbiamo rivendicato la nostra azione come nucleo “Olga Fai-Fri”. Io sono stato condannato a 10 anni e 8 mesi, Nicola a 9 anni e quattro mesi. Nei prossimi mesi avremo un’ulteriore processo per associazione sovversiva. Questa è più o meno la nostra attuale situazione processuale.

CCF: I prigionieri anarchici e la prigione. Come sono le vostre condizioni nelle sezioni speciali, come si comportano i carcerieri e come sono i vostri rapporti con gli altri prigionieri?

Alfredo: In Italia attraverso i circuiti di Alta Sicurezza, che comportano molte restrizioni, lo stato democratico ci vuole isolare, relegandoci in sezioni completamente separate dal contesto generale del carcere. Impossibile qualunque contatto con gli altri carcerati, non abbiamo la possibilità di andare all’aperto, solo due ore in un piccolo cortile di cemento. La censura per me e Nicola è sempre stata rinnovata, quindi con ritardo e difficoltà riceviamo posta e giornali, le cose particolarmente interessanti per noi ci vengono sequestrate in entrata ed uscita. In questo momento siamo rinchiusi in una AS2, alta sorveglianza specifica per i prigionieri anarchici. Il “rapporto” tra noi ed i carcerieri è di indifferenza reciproca e naturale ostilità. Cos’altro dire, dal mio punto di vista le proteste “civili” fuori e dentro il carcere sono inutili, la “vivibilità” dentro è semplicemente una questione di rapporti di forza. Dal carcere bisogna uscire, tocca a chi sta dentro farsene capace… Continue reading [Grecia/Italia] Intervista CCF/Alfredo Cospito

Genova: Riconfermate le condanne per Alfredo Cospito e Nicola Gai

Genova 11 luglio – La corte d’ appello ha riconfermato integralmente la condanne di primo grado in rito abbreviato per l’il ferimento all’AD di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi: 10 anni e 8 mesi ad Alfredo e 9 anni e 4 mesi a Nicola. In primo grado i compagni avevano rivendicato in aula l’azione e la loro appartenenza, come unici componenti del nucleo Olga Fai/Fri. In appello hanno rifiutato di assistere alla farsa processuale in videoconferenza.

Buenos Aires: Rivendicato incendio di due auto della polizia

quemalosLavoratori armati, pronti ad uccidere, guardiani della legge e dell’ordine, servi del potere, assassini prezzolati. Si tratta della polizia federale argentina. Una guerra psicologica che fa parte della guerra sociale che combattiamo contro ogni forma di autorità, ma non è l’unica che scegliamo di propagare, visto che la nostra guerra è fisica: ovvero il nostro attacco diretto contro gli oppressori e i loro beni. Per noi non è abbastanza sapere che il nemico è conscio di poter essere attaccato; ci sentiamo completi sapendo che esso viene davvero attaccato. Anche se il nostro interesse è psicologico, crediamo che esso venga nutrito direttamente da una realtà fisica che si concretizza nell’attacco, come abbiamo già detto in precedenza.

Domenica 24 Novembre 2013, tra l’1.30 e le 2 di notte, abbiamo attaccato con dispositivi incendiari due pattuglie della polizia federale argentina: una del 41° distretto e l’altra del 27°.

Forza al compagno Ilya Romanov, imprigionato in Russia dopo essere rimasto ferito a causa del dispositivo esplosivo che stava preparando per attaccare la polizia.

Solidarietà ai compagni Francisco Solar e Monica Caballero, in custodia cautelare in Spagna, accusati dell’azione esplosiva alla basilica del Pilar a Saragozza.

Saluti e complicità, pieni d’amore e anarchia, ai compagni Alfredo Cospito e Nicola Gai, prigionieri in Italia e fieri membri della cellula Olga FAI/FRI

Amici della Terra / Federazione Anarchica Informale

Italia: Sentenza nei confronti di Alfredo Cospito e Nicola Gai

prison-gateGenova, 12 novembre 2013

È stata emessa stamattina la sentenza nei confronti di Nicola Gai ed Alfredo Cospito, primo grado in rito abbreviato, per il ferimento Adinolfi, da loro rivendicato in aula nella scorsa udienza del 30 ottobre, i compagni non hanno partecipato a quest’udienza. Queste le condanne:

– 10 anni ed 8 mesi ad Alfredo
– 9 anni e 4 mesi a Nicola

Per attentato con finalità di terrorismo, art. 280, con reato ostativo (impossibilità di avere accesso a benefici, domiciliari, semilibertà, ecc. viste riconosciute le finalità di terrorismo). La valutazione del risarcimento richiesto dalle parti civili (Stato Italiano, Ansaldo Nucleare ed Adinolfi stesso) è stata rimandata ad una eventuale causa civile. La gup Giacalone si è dimostrata completamente asservita alle tesi della procura secondo cui sussistono le finalita di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico visto che, nella persona di Adinolfi, amministratore delegato Ansaldo Nucleare, è stata colpita la Finmeccanica, azienda di stato, con interessi mondiali nella produzione di sistemi di controllo e difesa.

Nella certezza di dove realmente alberghino i reali produttori di terrore indiscriminato e morte, un forte abbraccio solidale a Nicola, ad Alfredo, a quanti non si piegano alle logiche del terrore proprie del dominio.

per scrivere ai compagni
Nicola Gai 
Alfredo Cospito
C.C.Ferrara Via Arginone 327. 44122 Ferrara

più d’informazione: nidieunimaitres@gmail.com

Genova: Aggiornamento sull processo a Nicola Gai ed Alfredo Cospito

nucleo olga(1)Nella mattinata di oggi, 30 Ottobre 2013, si è aperto al tribunale di Genova il processo a carico dei compagni anarchici Alfredo Cospito e Nicola Gai, accusati di aver gambizzato l’ad di Finmeccanica Roberto Adinolfi. Azione rivendicata dal Nucleo Olga FAI/FRI.

Più di duecento compagni solidali si sono presentati all’appuntamento, diverse decine hanno anche presenziato in aula. Tribunale e zone adiacenti massicciamente militarizzate (chiuse al traffico le vie d’accesso), con grandi dispiegamento di polizia (circa un centinaio di agenti, molti in tenuta antisommossa) e rigorose misure di sicurezza. La Questura, infatti, non ha perso tempo a parlare di “serio rischio per l’ordine pubblico”.

L’arrivo di Alfredo e Nicola è stato salutato dalle urla e dagli applausi dei compagni all’interno dell’aula. Alfredo, prendendo la parola incurante della volontà della corte, ha iniziato a leggere il proprio contributo. Lette appena poche righe, è avvenuto il suo prevedibile allontanamento coatto dall’aula, disposto dal giudice e contestato sonoramente dai presenti. Nicola, di conseguenza, poco dopo ha lasciato l’aula.

I giudici hanno pertanto messo agli atti, e successivamente letto, i contributi dei due compagni, i quali hanno rivendicato l’azione e ne hanno spiegato i motivi, oltre che la ricostruzione, all’interno dei loro testi.

Dopo l’allontanamento di Alfredo e Nicola, molti compagni si sono diretti verso l’aula magna dell’università sita in Via delle Fontane, per poi occuparla poco dopo.

Le richieste di condanne da parte dell’accusa sono di 12 anni per Alfredo e 10 per Nicola.

Il processo riprenderà il 12 Novembre 2013, e ci sarà la sentenza!

Solidarietà ai compagni Alfredo e Nicola!
Fuori tutti dalle galere, dentro nessuno solo macerie!
Per l’Anarchia!

Puoi leggere le dichiarazioni di Alfredo Cospito e Nicola Gai, quì e quì

Grecia: “Voglio compagni, non la massa”, testo solidale con Nicola Gai ed Alfredo Cospito

neofelis_nebulosa1In Italia, il 30 ottobre, c’è l’udienza contro i nostri due fratelli, Alfredo Cospito e Nicola Gai, sull’accusa della gambizazzione al CEO di Ansaldo Nucleare. L’attacco è stato rivendicato dalla celulla Olga FAI/FRI

Conosco persone… persone taciturne e loquaci,
codarde e audaci, umili ed arroganti…

Persone che vivono ubbidientemente, come pecore ed altre
che si nascondono in modo sleale, come iene.

Conosco persone che sognano senza fantasia
ed altre che vivono senza sognare… persone i cui occhi
sono abituati a guardare in basso e le cui orecchie
sono solite ricevere ordini “svegliati”, “lavora”,
“paga”, “compra”, “credi”, “finisci”…

Persone parte di una folla solitaria, che pazientemente aspettano
sulla soglia della vita… un eterno domani,
giorni migliori, un futuro ottimistico, le risposte alle proprie preghiere…

Stanno aspettando di credere ad ogni potenziale salvatore
e ad ogni imbonitore di idee, che prometterà loro una vita migliore.

Ma chi aspetta di vivere un domani migliore,
oggi è già morto.

Conosco delle persone, ma solo alcune sono miei compagni.
Morte Lenta o Insurrezione qui e ora…

Ci sono due vie, che si dipanano davanti a noi.
Noi scegliamo di essere li, dove osano i coraggiosi.

L’aria è più fine e la folla, che si prostra davanti ai suoi falsi idoli,
non imbruttisce le nostre forme.

E’ piacevole guardare verso il basso dalla vetta della montagna dell’Unico
anche se la folla in segreto desidera che tu cada nel baratro
affinché essa non si vergogni della sua bassa statura.

Le nostre parole oggi incidono come una lama
e le nostre azioni bruciano i ponti con il passato…
Con tenacia e volontà, fino a quando uccideremo l’autorità.

Per Nicola e Alfredo.
Per gli Anarchici d’Azione.

I membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco:
Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos, Christos Tsakalos,  Gerasimos Tsakalos, Olga Ekonomidou, Damiano Bolano, Panagiotis Argirou, Giorgos Polidoros, Theofilos Mavropoulos, Haris Hatzimichelakis
Il membro della FAI/FRI Andreas Tsavdaridis e l’anarconichilista Spyros Mandylas

traduzione dal inglese, originale in greco

Svizzera: Lettera di Marco Camenisch dichiarando lo sciopero della fame

 Dal 20.8 al 10.9.2012 dichiaro lo sciopero della fame seppur simbolico tuttavia di contributo al cammino di solidarietà e di lotta che dentro e fuori percorriamo, in ordine sparso, all’unisono, a voci e in maniere unite e diverse, in zone e con genti diverse. Ma sempre contro nemico comune e per un obiettivo comune. Il nemico comune è la guerra di conquista, lo sfruttamento, la schiavittù e la repressione, la distruzione capillare e totale. II nemico comune oggi si chiama sistema tecnoscientifico globale, patriarcale, terrorista e totalitario delle multinazionali e degli Stati imperialisti ed è all’apice del suo potere e della sua diffusione ma anche nella sua più mortifera ed irreversibile crisi. E l’obiettivo comune è l’abbattimento di questo sistema e d’ogni sfruttamento e schiavitta, per un mondo libero, sano e giusto per ogni sua espressione e suo elemento naturale, come base imprescindibile di vita e per una sua e perciò nostra continuità.

È un contributo di lotta e di solidarietà possibile anche da dentro e anche con quest’ennesima canicola come ennesimo segno del pianeta morente che rende difficile persino pensare e scrivere e più ancora se pure sigillati/e in chiuse bare di mattoni e di cemento sempre alla mercede del nostri boia ed aguzzini.

Voglio chiamare l’iniziativa “operazione Fukushima”. Un nome d’attualità. Un altro nome per civiltà e progresso. Un nome per l’immane sofferenza e l’annientamento somministrati alla vita dai pochi padroni e molti lacché della civilizzazione e del progresso per il potere e la ricchezza del pochi. Potrebbe anche chiamarsi Chernobyl, Mühleberg, Beznau, Lucens, Hiroshima, uranio impoverito, IBM, Trino Vercellese, Superphönix, Ansaldo, Bio- e Nanotecnologia, Amianto, Cancro, Deep Water Horizon, Xstrata, Monsanto, TAV, Energia Alternativa, KKKapitalismo Verde, Belo Horizonte.

Un nome anche per ricordare, con le parole della cellula FAI/FRI Olga (grazie, grazie di cuore, fratelli e sorelle della Cellula Olga, grazie di cuore ad ogni sorella e fratello e gruppo e popolo in azione insurrezionale e rivoluzionaria!), che… è solo una questione di tempo e un Fukushima europeo mieterà dei morti nel nostro continente! 

“Operazione Fukushima”, un nome per contrapporre i terribili termini reali, anche dell’irreversibile crisi sociale, economica ed ambientale, al ridicolo della persecuzione controinsurrezionale e delle stupide denominazioni delle “brillanti operazioni antiterrorismo” come “Ardire”, “Tramonto”, “Mangiafuoco”, “Blackout”, “ORAI”, “Cervantes”… dei Don Quichote del vigili urbani in versione italiana dell’imperialismo globale, che non riuscendo a fermare i segni della tempesta se la prendono con le voci solidali e le prigioniere ed i prigionieri dell’insorgente cammino della solidarietà e della lotta.

Un nome anche per ripetere con forza: il terrorismo, il male e il crimine assoluto e “l’altissima pericolosità sociale”, la brutalità e la vilta, la menzogna e l’aggressione assassina sono del sistema dominante e di chi lo difende; la legittimità e la forza della ragione, l’urgenza vitale e l’umanità, l’assunzione, più urgente che mai nella storia, di una responsabilità individuale e collettiva genuina ed autentica per la società umana, il monde ed il loro futuro sono di noi autenticamente insorti e rivoluzionarie che questo sistema lo combattiamo davvero.

Allora un nome, un piccolo contributo, anche per affermare quanto è stolta questa misera banda assassina e criminale dei padroni e servi loro (politici, scienziati, sbirri, magistrati, pennivendoli, cultura e religione ed opinionisti aizzatori d’ogni risma e travestimento anche nelle nostre fila di movimento “ufficiale”…) se pensa che anche le sue più devastanti e più infime persecuzioni e rappresaglie in miglior continuità nazifascista possano fermare le nostre lotte e voci da dentro e quelle da fuori su questo cammino della solidarietà e della lotta
CON OGNI GRINTA NECESSARIA, CON OGNI MEZZO NECESSARIO!

SOLIDARIETÀ ED AMORE,
marco camenisch, lager Lenzburg, svizzera, 19 agosto 2012

via Soccorso Rosso Internazionale

Atene: Attacchi incendiari da parte della nuova Cospirazione delle Cellule di Fuoco/FAI-FRI

Questa traduzione del testo dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore che in precedenza era resa pubblica dal Contra Info qui è dedicata ai tutti/e compagni/e in Italia che nell’ultimo periodo vengono pressi di mira per l’ennesima volta da parte delle autorità. La solidarietà è l’arma del popolo!

Assunzione di responsabilità per gli attacchi incendiari da parte dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore (CCF/FAI-FRI)

I lupi non possono essere imprigionati, non possono essere domati

La citazione seguente è dedicata agli rivoluzionari anarchici Giannis Michailidis e Dimitris Politis, che sono ricercati per la partecipazione all’organizzazione rivoluzionaria anarchica CCF e non si arrenderanno mai! Che i nostri incendi vi diano forza e le nostre ceneri nascondino le vostre tracce, fratelli.

“Se mi guardo attorno mi vien voglia di vomitare. Da una parte lo scienziato a cui devo credere per non essere ignorante. Dall’altra il moralista e il filosofo dei quali devo accettare i comandamenti per non essere un bruto. Poi viene il Genio che devo glorificare e l’eroe innanzi al quale devo inchinarmi commosso.

Poi viene il compagno e l’amico, l’idealista e il materialista, l’ateo e il credente e tutta un’altra infinità di scimmie definite e indefinite che vogliono darmi i loro buoni consigli e mettermi, finalmente, sulla buona via. Perché – naturalmente – quella su cui cammino io è una via sbagliata, come sbagliate sono le mie idee, il mio pensiero, il mio tutto.

Io sono un uomo sbagliato. Essi – poveri pazzi – sono tutti pervasi dall’idea che la vita li abbia chiamati ad essere sacerdoti officianti sull’altare delle più grandi missioni, poiché l’umanità è chiamata a dei grandi destini…

Questi poveri e compassionevoli animali deturpati da bugiardi ideali e trasfigurati dalla pazzia, non hanno mai potuto comprendere il miracolo tragico e giocondo della vita, come non hanno potuto accorgersi mai che l’umanità non è affatto chiamata da nessun grande destino. Se qualche cosa avessero compreso di tutto ciò, avrebbero almeno imparato che i cosiddetti loro simili non hanno voglia affatto di rompersi l’osso spinale per cavalcare l’abisso che l’uno dall’altro separa.

Ma io sono quel che sono, non importa cosa.

E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia personale e nobile saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell’umanità e del divenire sociale, qualche cosa che romba al di sopra dei vostri fantasmi?

Udite, udite! È lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su, nell’alto rimbomba!
[Renzo Novatore, con pseud. Brunetta l’Incendiaria]

Innanzitutto vogliamo chiarire che lo scopo di questa analisi non è affatto la formulazione di una teoria. Invece, si sceglie come mezzo per la diffusione della visione rivoluzionaria ed ha come scopo principale il consolidamento pratico e il rafforzamento delle resistenze collettive all’autorità, nello stesso modo in qui essa indebolisce i rapporti personali e priva di significato la vita quotidiana.

Il contesto storico odierno trova il capitalismo in tumulto ed i equilibri interni della società in mutazione. I meccanismi inerenti al sistema per la sua riproduzione ed auto-equilibrio funzionano sempre più intensamente. Così, i Stati, come il meccanismo di base per assicurare il totalitarismo, si impegnano a rafforzare tutti i loro mezzi di sottomissione pratici ed indiretti.

In questa condizione, come previsto, sempre più gruppi sociali entrano in contatto con il lato disgustoso dell’autorità. Questo non significa che le persone elaborano le loro esperienze nello stesso modo. Sono pochi quelli che finora concepiscono la vera natura disumana del capitalismo. La sua anima maliziosa. Ancora più meno sono quelli che hanno le palle per liberarsi nella prassi, anche se brevemente, dai quadri soffocanti del potere. Per questo motivo è assurdo di credere che sia possibile, così semplice, un cambiamento del mondo, una rivoluzione mondiale. Tuttavia, la guerra con il potere esiste ed esisterà per sempre, fino a quando anche un unico uomo si sente limitato ed evaderà dalla sua prigione.

Noi seguiamo il nostro cammino attraverso la rete caotica dell’autorità che si estende nella società. L’obiettivo è l’annullamento con la prassi della più profonda concezione di restrizione che possiamo identificare in qualsiasi situazione. Per raggiungere questo obiettivo scegliamo azioni che per la etica della società sono estreme. La legge della città è rimasta la stessa con la legge della giungla. Dopo quasi 4000 anni di evoluzione della civiltà, l’uomo non è riuscito ancora a superare con la sua logica il gioco contenzioso della dominazione del più forte. Allora attacchiamo furiosamente l’esistente, non per vincere in qualche battaglia di superiorità, ma per distruggerlo completamente. Proclamiamo, con ogni nostra azione, la guerra a qualsiasi cosa rafforzi o rappresenta il potere del cazzo per soddisfare i nostri desideri. Perché abbiamo capito che non c’è altra strada per recuperare la libertà al di là dell’infinita lotta dentro e fuori i confini del sé.

Dovunque ti trovi, scava in profondità.
La sorgente è là sotto.
Non ti preoccupare, se la gente
cupa griderà: “C’è l’inferno, là sotto!”
[Friedrich Nietzsche]

Nella notte di Sabato, 12 Maggio, ad Atene, abbiamo scelto di colpire un veicolo delle Poste Elleniche (ELTA) che era parcheggiato nella Piazza Cyprou nel quartiere di Holargos con un semplice ordigno incendiario di 1,5 litro di benzina, e la chiesa di Aghios Ioannis (San Giovanni) all’incrocio di Via N.Dimitrakopoulou e Petmeza nel quartiere di Makrygiannis (vicino alla collina Filopappou) con 3,5 litri. Il furgone delle Poste Elleniche è distrutto completamente mentre nella casa di Dio sono stati causati danni ingenti. Queste azioni sono state “nascoste” da parte dei media. Per quanto riguarda se sono state fatte, è testimoniato dalle ceneri che abbiamo lasciato nei posti in questione. Quando effettuiamo azioni di questo genere o quando infrangiamo altre leggi, quando rompiamo gli imperativi sociali dissolvendo i confini predeterminati tra di noi per creare relazioni oneste, siamo felici perché siamo liberi. La cosa più importante è la consistenza naturale alle nostre azioni. Parallelamente consideriamo come dato di fatto che vi sia la necessità di dichiarare pubblicamente le nostre azioni rivoluzionarie, come anche il nostro modo di vivere, le nostre pratiche e il codice dei valori che abbiamo creato il quale ci “detta” di seguire questa strada personale verso la realizzazione del sé. Per il massimo livello di coscienza del Potenziale umano.

Il dubbio è fonte di conoscenza. Attraverso il dubbio, l’uomo può realizzare la miseria dell’esistente. Ma per incarnarsi e diventare un’arma utile contro il nemico questo dubbio, ha bisogno di persone decenti, coraggiosi e combattivi con progetti pertinenti. La violenza rivoluzionaria che viene esercitata da queste persone può, nelle circostanze esistenti, essere considerata l’esercizio più diretto ed efficace. Questo perché le “sane” posizioni politiche per noi non sono una mera conciliazione con il nemico, ma una guerra in cui, invece di dialogare con il tuo nemico, lo pugnali.

Infine, vogliamo l’intensificazione delle situazioni. Vogliamo avere contro di noi i padroni del mondo. Conosciamo il potere del nemico e non ci aspettiamo da lui compassione o comprensione. Lo vogliamo nemico, persecutore ovvio. Così, attraverso la nostra posizione pubblica per quello che riguarda le nostre azioni, ogni persona che lo desidera può trovare ragioni chiare per i nostri atti. Non desideriamo coalizioni ed unioni con chiunque indegno che nega il suo stesso potere personale. Non facciamo compromessi, non passiamo la nostra vita come miserabili. Vogliamo che i possessori ci chiamano ladri pisciando nei loro pantaloni.

Dentro e fuori le mura, la solidarietà tra gli anarchici della prassi esiste e si trova nell’intenzione comune delle nostre azioni: per indirizziarsi con passo fiammeggiante verso il culmine nelle nostre idee.

Pertanto, questa lettera di assunzione di responsabilità è dedicata specificamente al Rami Syrianos, il quale ha effettuato un sciopero della fame vittorioso dal 15 al 21 Maggio chiedendo la rimozione del regime speciale di detenzione imposto dai secondini delle carceri di Nigrita a Serres, come anche a tutti i prigionieri decenti.

Continuare a tenere forti, compagni, sempre coerenti. Abbiamo ancora molte esplosioni da dedicarvi.

COSPIRAZIONALITÀ – DIGNITÀ – SODALIZIO

Viva la Cospirazione delle Cellule di Fuoco
Viva l’Internazionale Nera

PS.1: Dobbiamo informare la cellula dei membri imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che l’oscurità la quale abbiamo scelto per il periodo precedente è dovuta alla ricerca di tecniche e infrastrutture. Restiamo sempre coerenti alle nostre scelte e alla ricerca di nuovi complici.

PS.2: Per quanto riguarda Roberto Adinolfi, direttore della società energetica Ansaldo Nucleare, controllata dal gigante dell’industria aerospaziale e della difesa, Finmeccanica, gli auguriamo delle belle passeggiate con la sedia a rotelle e le stampelle. Ora avrà tempo sufficiente per pensare ai risultati delle sue scelte.

Nucleo Olga, ti ringraziamo!

FAI/FRI
COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO
GRUPPI RIVOLUZIONARI PER LA DISPERSIONE DEL TERRORE