Tag Archives: Monica Caballero

Salonicco, Grecia: Chiesa attaccata in solidarietà con Mónica e Francisco

Nelle prime ore dell’8 dicembre 2016 abbiamo deciso di attaccare la chiesa del Profeta Elia in via Olympiados a Salonicco, appiccando fuoco all’entrata e all’interno. Si tratta di un gesto solidale con Mónica Caballero e Francisco Solar, prigionier* anarchic* accusat* di un attacco esplosivo alla cattedrale El Pilar di Saragozza il 2 ottobre 2013. In quel periodo la chiesa cattolica spagnola è stata colpita da una serie di attacchi a causa della volontà di limitare l’accesso all’aborto.

Tutte le religioni sono nostre nemiche. Mantengono lo status quo, pacificando la società con norme che più tardi diventano leggi. Fonda il suo potere sulle speranze di chi crede in una futura vita nell’aldilà, soffocando ogni desiderio di ribellione nel presente, nel qui e ora. Giustifica la guerra sulla base di differenze culturali che la religione stessa ha creato.

E questo è anche il ruolo della chiesa nella realtà contemporanea della Grecia, e oltre. Il suo onnipotente ruolo politico viene esercitato attraverso la retorica fascista, patriotica, xenofoba, sempre in tandem e in relazione diretta con politici, sbirri, giudici e giornalisti.

Allo stesso tempo è risaputo che la chiesa cerca continuamente di ampliare la propria egemonia e la sua immensa fortuna, che si basa sul possesso di enormi distese di terra, di edifici etc. Con l’idea di ottenere profitti grazie alla speculazione, allestisce una facciata caritatevole che non ha niente a che vedere con la realtà.

Per finire, ha un’influenza sociale e culturale enorme, ed è un pilastro del sistema patriarcale. Promuove (all’esterno e all’interno) l’eteronormatività, l’omofobia, e la cultura dello stupro. La sua posizione sul ruolo delle donne, la sessualità o l’aborto è indicativa della sua posizione su tutte queste questioni.

Solidarietà con gli/le anarchic* tenut* prigionier* nelle prigioni.

–Anarchic*

[Stato Spagnolo]: La condanna contro Francisco Solar e Mónica Caballero ridotta a quattro anni e mezzo

lienzoso-544x189Il 16 dicembre 2016 la Corte Suprema ha annunciato la propria decisione sull’appello depositato dalla difesa degli anarchici Francisco Solar e Mónica Caballero, condannati in prima istanza a 12 anni ciascuno.

La sentenza è stata ridotta a 4 anni e mezzo di carcere, oltre a 143.317 euro come compensazione per i danni provocati dall’esplosione alla Basilica del Pillar a Saragozza nell’ottobre 2013.

I due compagni hanno già scontato tre anni, quindi dovrebbero passare un altro anno e mezzo nelle gabbie di stato. Ma c’è la possibilità che, in quanto stranieri, vengano rilasciati prima del completamento della condanna e siano estradati in Cile, visto che la loro sentenza è inferiore ai sei anni.

in inglese

Tolosa, Francia: Attacco molotov contro commissariato – Ne avevamo abbastanza

molotov

Nella notte di martedì 26 aprile abbiamo attaccato un commissariato con dei cocktail molotov.

Non vi mentiremo ancora.
Ne avevamo abbastanza.
Abbastanza che ci vendano l'”andrà meglio domani”.
Abbastanza di aspettare il movimento sociale.
Abbastanza degli “alla settimana prossima” cupi e tristi.
Abbastanza dello spettacolo della contestazione in cui la paura ci stringe allo stomaco e la rassegnazione alla testa.
Abbastanza di guardare su internet “dove sta esplodendo” o di masturbarsi sugli scontri filmati e postati su youtube.
Abbastanza di fare 600km per un riot.
Si direbbe un nuovo sport. O peggio. Un nuovo mestiere.
Rivoltos* professionist* dei movimenti sociali.
Fa figo sul CV militante.
Abbastanza che gettare due lattine o buttare un bidone della spazzatura per strada e farsi gassare passi per una vittoria.
Abbastanza di fingere di essere content* mentre non succede niente.
Abbastanza di fingere che siamo d’accordo.
Abbastanza di far credere che ce ne freghi qualcosa della legge El-Khomri.
Non abbiamo aspettato gli indignati 2.0 per passare delle notti bianche.
Bisogna dire le cose come stanno.
Siamo impazienti.
Non capiamo perché dovremmo dare appuntamento al potere per contestarlo, accerchiat* da sempre più uniformi e pacisbirri.

L’abbiamo fatto per il gusto di farlo.
L’abbiamo fatto per segnare una rottura.
Perché siamo allegri e in collera allo stesso tempo.
Non abbiamo più voglia di essere là dove ci aspettate.

Vorremmo mandare un doppio abbraccio combattivo.
Innanzitutto a Monica e Francisco in Spagna.
Poi ai/lle compagn* di Bruxelles che subiscono ugualmente la repressione per terrorismo.

La nostra solidarietà è l’attacco, il nostro crimine la libertà.

A presto.

Fonte: IAATA

in inglese, spagnolo

Madrid: Processo contro Mónica Caballero e Francisco Solar

8 marzo 2016

Riassunto della prima udienza del processo contro Mónica Caballero e Francisco Solar:

Proprio all’inizio del processo, uno degli avvocati della difesa interviene per ricordare in aula che è stato preparato un testo dove si espone la mancanza di imparzialità da parte del tribunale e se ne chiede il cambio. È stata anche sollecitata un’altra forma di processo, in cui gli accusati dichiarino in ultima istanza, dopo tutti i testimoni e i periti. Di fronte al rifiuto del tribunale di entrambe le questioni, il processo inizia con le dichiarazioni di Francisco e Mónica che si rifiutano di rispondere alle domande del Pubblico Ministero e alle accuse specifiche, rispondendo esclusivamente alle domande dei loro avvocati.

Entrambi hanno riaffermato le loro idee anarchiche, hanno negato la responsabilità dell’attacco alla Basilica del Pilar, così come di appartenere ad alcuna organizzazione che, come la stessa teoria poliziesca descrive, è composta da un leader e gerarchie. Francisco ha dichiarato, prima di essere interrotto dalla giudice del tribunale Angela Murillo: “Sì, sono anarchico perché credo che sia la libertà ad evitare ogni costrizione. Penso che la creatività individuale nasca quando non ci sono né autorità né ordini né comandamenti rigidi, che atrofizzano e degradano solamente il comportamento umano. Lo Stato implica subordinazione ed è contrario ad ogni tentativo di libertà, implica anche l’esistenza di usurai e sfruttatori.” E sulle organizzazioni… “opprimono la libertà individuale e limitano l’iniziativa delle persone alle norme di comportamento prestabilite”. E Mónica: “Qualsiasi base gerarchica è incompatibile con la mia ideologia e forma di pensiero, visto che qualsiasi vertice del Potere è dannosa e opprime l’essere umano.” E, rispondendo a una delle domande della sua avvocatessa, approfittò per rivendicare i propri legami di affinità e di solidarietà con altri compagni prigionieri.

Dopo le dichiarazioni dei compagni, è il turno dei testimoni, a cominciare da diversi membri della Polizia Nazionale, nove in tutto, che parteciparono ad alcuni momenti dell’indagine. In queste dichiarazioni si incorre in alcune contraddizioni in merito alla collaborazione e flusso d’informazione che offre lo Stato cileno e in merito a come ciò abbia potuto influire in maniera tale da concentrare le indagini su Mónica e Francisco. In questo senso, uno degli avvocati della difesa ha presentato come prova un articolo di stampa della Direzione Generale della Polizia Nazionale, nella quale, allora, si informava dell’operazione e la si accettava come un successo della collaborazione tra Stati. Nonostante questo, il tribunale non lo ha preso in considerazione. Si è parlato anche della metodologia impiegata per l’identificazione degli accusati e, quindi, della veridicità dei risultati. Successivamente si procede con la dichiarazione dei testimoni presenti al momento dell’esplosione nel tempio religioso. Innanzi tutto, la donna che ha riportato lesioni all’udito ha dichiarato come, mentre pregava, due persone si avvicinarono a lei e una di loro la avvisò di dover lasciare il posto. Nonostante questo, non può confermare nemmeno se si trattasse di due uomini o di un uomo e una donna. Semplicemente vide il profilo di un uomo che non sarebbe in grado di identificare. Gli altri due testimoni sono una guardia di sicurezza e un custode della Basilica del Pilar che, a parte aver descritto il momento dell’esplosione, si sono sforzati di trasmettere la sensazione della grande pericolosità dell’artefatto.

Bisogna anche dire che, giorni prima del processo, il rappresentante della chiesa di Saragoza ha ritirato l’accusa privata.

*
9 marzo 2016

Durante il giorno di oggi, mercoledì 9 marzo, si è svolta la seconda udienza del processo contro Francisco e Mónica, compagnx accusatx di appartenenza ad organizzazione terrorista, stragi, lesioni e cospirazione, accuse per le quali il Pubblico Ministero chiede 44 anni di carcere per uno.

Mentre avveniva quest’udienza nell’aula n°4 del Tribunale Nazionale, un gruppo di solidalx si è riunito all’esterno del recinto, gridando slogan d’appoggio che potevano essere sentite dax compagnx dall’interno dell’aula.

Nonostante l’udienza di ieri fosse centrata sulle dichiarazioni di Mónica, di Francisco e dei testimoni (poliziotti e testimoni oculari) che ha presentato il Pubblico Ministero, quella di oggi è iniziata con i testimoni chiamati a dichiarare dalla difesa per passare poi alle dichiarazioni dei periti.

I 4 testimoni che ha presentato la difesa hanno confermato le dichiarazioni che al momento diedero alla polizia, nelle quali nessuna delle caratteristiche che descrissero corrispondono con quelle di Mónica e Francisco.

I testimoni dei periti (tutti poliziotti) che sono stati convocati dal Pubblico Ministero si sono concentrati su vari aspetti:
– Pericolosità dell’artefatto esplosivo: i poliziotti che hanno deposto (nazionale, scientifica e TEDAX) hanno seguito la stessa linea di voler sottolineare la supposta pericolosità dell’esplosione e la possibilità di causare danni alla vita umana. Si è voluto avallare scientificamente questo argomento a partire da uno studio teorico sull’impatto di un artefatto di 3 Kg di polvere da sparo in campo aperto. Questa argomentazione è stata contrastata dalla difesa visto che, sebbene l’inchiesta parli di una carica tra i 2 e i 3 Kg e il comunicato di rivendicazione dell’azione descriva l’utilizzo di 2 Kg di polvere da sparo, i rapporti sono stati fatti in base al criterio teorico di uno di 3 Kg, il che mette in evidenza le intenzioni della polizia.
– Analisi antropometriche: queste relazioni mettono in comparazione le immagini di Francisco e Mónica prese da internet (senza sapere se la polizia le abbia manipolate o no) con le immagini della telecamera di videosorveglianza di Barcellona. Se ne conclude un’alta probabilità di coincidenza nel caso di Francisco e una minore nel caso di Mónica. Bisogna segnalare che nessuno dei testimoni ha titoli relazionati con perizie antropometriche. L’intervento della difesa ha permesso di mettere in evidenza gli handicap del sistema informatico usato, che può solamente dare delle probabilità ma non può stabilire delle identità senza ombra di dubbio.
– Appartenenza a organizzazione terrorista: l’argomentazione poliziesca si basa sul considerare che FAI-FRI, GAC e Comando Insurreccional Mateo Morral fanno parte della stessa organizzazione terrorista. I poliziotti che hanno elaborato la relazione sulla FAI-FRI come organizzazione terrorista segnalavano che così viene considerata in una Disposizione Europea del 2001, però non sapevano che già dal 2009, nella stessa Disposizione, non viene più considerata come organizzazione terrorista. Inoltre citano nei loro rapporti vari processi avvenuti contro la FAI-FRI nei paesi europei. Chiedendo loro quali le fonti consultate per venire a conoscenza di tali processi, hanno palesato di averli presi da fonti aperte (internet, stampa) e in nessun caso da nessun organo ufficiale (tribunale, corpi di polizia, ecc). Per stabilire il legame tra la FAI-FRI e i GAC fanno riferimento al fatto che questi ultimi rispondono all’appello per l’azione diretta, la solidarietà e l’appoggio mutuo che realizza la FAI-FRI. Un altro argomento che espone la polizia per sostenere che i GAC sono un’organizzazione terroristica è la temporalità: segnalano che successivamente al primo testo di presentazione che appare dei GAC si realizza la prima azione coordinata nello Stato Spagnolo. Nella descrizione che fanno del funzionamento dei GAC si segnala l’esistenza di un certo tipo di leadership informale. Si segnalano anche, come indizio di appartenenza di Mónica e Francisco a un’organizzazione terrorista, i differenti comunicati internazionali nei quali si solidarizza con loro, come per esempio quelli che vengono fatti a partire dall’appello per un “dicembre nero”; si menziona anche il testo solidale che Mónica apporta al libro “Mapeando el fuego” mentre erano processati in Cile per il caso Bombas.

Per ultimo, nella sessione pomeridiana, ha deposto il perito medico che citò le accuse specifiche della donna ferita con le quali si certifica principalmente la sequela psicologica derivate dal vissuto del Pilar. Si è conclusa la giornata con i poliziotti incaricati della perizia relativa a impronte digitali e DNA, che hanno accertato non aver trovato ne l’uno né l’altro nei posti ispezionati a Saragoza (nei resti di esplosivo e nella cabina telefonica dalla quale venne fatta la chiamata di avviso della bomba).

Di fronte a questo processo-farsa, le compagne non sono sole. Fino a quando non saremo tuttx liberx! Solidarietà e lotta!

*
10 marzo 2016

Oggi, giovedì 10 marzo, c’è stata la terza e ultima udienza del processo ax nostrx compagnx Mónica e Francisco. Ci sono state principalmente le discussioni finali sia dex avvocatx difensorx sia dell’accusa privata e del Pubblico Ministero.

L’udienza è iniziata con i testimoni delle perizie, convocati a processo dalla difesa, i quali hanno presentato relazioni sullo studio comparativo del DNA tra una serie di oggetti che sono stati rinvenuti dopo l’esplosione, e il DNA di Francisco e Mónica estratti da oggetti prelevati dalle loro celle. Hanno confermato quello già esposto nelle relazioni: non c’è nessun tipo di coincidenza.

Successivamente la giudice ha chiesto se le parti confermavano le proprie conclusioni iniziali, domanda di fronte alla quale l’avvocato dell’accusa privata, la donna che si trovava nel Pilar al momento dell’esplosione, ha manifestato di voler sostenere sì l’accusa di “danneggiamento” e “lesioni”, ma di voler ritirare le accuse di appartenenza e cospirazione, abbassando considerevolmente la richiesta a 12 anni e un giorno per ognunx e sollecitando un indennizzo di 102.000 euro.

Le discussioni conclusive sono iniziate con il Pubblico Ministero che ha mantenuto i 4 reati imputati come nel testo d’accusa: appartenenza, strage, lesioni e cospirazione. Ha mantenuto anche la richiesta di 44 anni di prigione a testa. Nella sua argomentazione ha insistito sul fatto che dopo l’udienza orale e i rapporti degli investigatori, rimane comprovata la partecipazione dex compagnx a un’organizzazione di natura terrorista. Di fronte al discredito dei periti che la difesa aveva avanzato nelle udienze precedenti alludendo alla mancanza di formazione documentata di costoro in relazione a quanto esposto nelle relazioni, il Pubblico Ministero  ha voluto convalidare le sue cariche professionali sulla base delle sue conoscenze tecniche e pratiche. Su questa stessa linea, il Pubblico Ministero ha proseguito nella sua esposizione dando per scontata la partecipazione di Francisco e Mónica nell’azione del Pilar e la loro intenzione di attentare al santuario di Montserrat. In merito all’accusa di lesioni, ha fatto riferimento ai rapporti  medici che prendono in considerazione le lesioni acustiche e le sequele psicologiche della donna colpita.

Ha proseguito con le esposizioni l’accusa privata, spiegando il perché del cambiamento delle sue conclusioni dopo l’udienza orale, segnalando che, sebbene coincidesse con il Pubblico Ministero in merito all’appartenenza dex compagnx alla FAI-FRI e GAC, non ci sono argomentazioni sufficienti per considerare questa un’organizzazione terrorista. Un argomentazione simile l’ha utilizzata per giustificare il ritiro dell’accusa di stragi: considera che effettivamente la loro visita a Montserrat aveva l’intenzione di attentare contro lo stesso, ma non esistono le prove sufficienti per provarlo. In merito alle accuse sostenute, è importante segnalare che ha cambiato il ruolo di “stragi” in “danneggiamento” con finalità terrorista.

Le esposizioni finali sono toccate alla difesa e sono state forti e categoriche in relazione alla discussione della tesi accusatoria. È stata un’esposizione estesa per cui tratteremo qui gli aspetti centrali dell’argomentazione:
– Mancanza di imparzialità dell’aula del tribunale per aver partecipato alle indagini che spettavano al giudice istruttore. In questo punto si è discusso anche che fosse un segno di imparzialità il fatto che quest’aula sarebbe stata la stessa a decretare l’allungamento della prigione preventiva sostenendo che esistevano “prove” sufficienti per adottare questa misura. Si è discusso anche del fatto che siano stati inclusi nel processo rapporti polizieschi come prove di perizie.
– Mancanza di verità per aver segnalato nelle indagini che Francisco e Mónica erano stati condannati in Cile per il caso Bombas e poi rimessi in libertà per un “errore processuale” visto che sono stati assolti per mancanza di prove.
– Il fatto che l’ordinanza di procedimento giudiziario e il testo dell’accusa fossero un “taglia e incolla” dei rapporti degli investigatori mette in evidenza la mancanza di imparzialità nelle indagini da parte del Pubblico Ministero e nell’istruttoria del caso.
– Con una solida documentazione tecnica, si mette in discussione la rigorosità del sistema utilizzato per ottenere i risultati delle analisi antropometriche, segnalando, per esempio, che non è mai chiaro quali siano le specificità tecniche del programma che è stato applicato; il perché si sia utilizzato questo sistema e non un altro e il fatto che i risultati siano lontani dall’essere affidabili visto che non hanno i minimi requisiti tecnici necessari (distanza della telecamera, angolo, luce, pixel, qualità dell’immagine).
– Si è discusso sull’utilizzo delle fonti “aperte”, cioè, ottenute da internet senza un confronto con fonti originali.
– Viene ribadito che nessun testimone oculare dà una descrizione che coincida con i tratti dex due.
– Il concetto e la pratica di “solidarietà e appoggio mutuo” sono inerenti a tuttx lx anarchicx.
– Nell’aver bisogno di almeno 3 persone per costituire un’organizzazione terrorista, l’indagine poliziesca ha avuto bisogno di vincolare x due con altre persone e gruppi ed è qui che appaiono i GAC nel processo.
– Non esistono indizi sufficienti per metterlx in collegamento con i GAC e in nessun caso si può considerare questa come un’organizzazione terrorista, segnalando che non c’è nessuna azione che si sia rivendicata con questa sigla. Inoltre è stata fatta una revisione dei comunicati dei GAC e del libro “Contro la democrazia”, dimostrando che non c’è nessun aspetto tra i suoi contenuti che possa indicare che si tratti di una organizzazione con finalità terrorista.
– La difesa argomenta che FAI-FRI non corrisponde a nessuna struttura né organizzazione e che è una “firma” con la quale si chiama all’azione dex anarchicx a livello internazionale. Si reitera anche il fatto che dall’anno 2010 non è più identificata come organizzazione terrorista dalla Comunità Europea.
– In merito al rapporto di pericolosità dell’artefatto esplosivo, partendo dalla convinzione che non sono statx loro x responsabilx del fatto, viene segnalato che chi ha commesso l’azione del Pilar non aveva intenzione di provocare danni alle persone viste le caratteristiche dell’artefatto, l’ora in cui esplose e l’avviso telefonico effettuato.
Il processo si è concluso con Francisco e Mónica e il loro diritto a un’ultima parola con cui hanno approfittato per riaffermare le loro idee come anarchicx. Successivamente a ciò la giudice ha ordinato lo sgombero dell’aula tra le grida di appoggio dex compagnx presentx al processo.

Concludiamo questo riassunto citando le parole dex compagnx con le quali hanno concluso le loro dichiarazioni e che riflettono la forza e la coerenza delle loro convinzioni:

MORTE ALLO STATO E VIVA L’ANARCHIA!!!

Montreuil, Francia: Attacco a un architetto della dominazione, in solidarietà a Mónica e Francisco

prison-imageNella notte tra l’8 e il 9 marzo 2016, con l’aiuto di cassonetti della spazzatura e di prodotti infiammabili, abbiamo dato fuoco alla facciata dello studio di architetti Archi 5 in rue Voltaire nel centro di Montreuil-sous-Bois.

Sul suo sito Archi 5 si vanta di aver realizzato, o di essere in procinto di farlo, oltre a delle costruzioni banali, la lista dei seguenti progetti macabri:

i centri penitenziari di Bourg en Bresse, Draguignan, Mont de Marsan, Rennes, le prigioni di Condé-sur-Sarthe e Vendin le Veil, il Polo della Polizia giudiziaria di Cergy-Pontoise, il commissariato di Clichy-sous-Bois, il Tribunale civile di Chartres, il centro di detenzione della Polinesia francese a Tahiti.

Dedichiamo quest’azione a tutte le persone che si battono per la libertà e contro ogni autorità, in particolare al/lla compagn* anarchic* Monica Caballero e Francisco Solar che sono tra le grinfie dello Stato spagnolo e che pur rischiando delle pesanti pene di prigione non rinnegano neanche una parola di quello che pensano né di quello che sono.

Fuoco alle prigioni.

Fuoco a chi le costruisce.

in inglese

Prigioni spagnole: Indirizzo del/lla prigionier* anarchic* Mónica Caballero e Francisco Solar

Il 28 ottober 2015, la giustizia spagnola ha deciso di prolungare di altri due anni il periodo di detenzione preventiva degli anarchici Mónica Caballero e Francisco Solar. Sono stati arrestati il 13 novembre 2013, accusati di appartenenza a un’organizzazione terroristica, devastazione e cospirazione. Benché il codice penale spagnolo limiti il carcere senza processo a due anni, in realtà lo Stato può imporre un periodo extra di detenzione preventiva di due anni sulla base di  “ragioni speciali”.

Il/La compagn* sono stat* trasferit* in una prigione delle Asturie:

Mónica Caballero Sepúlveda
Francisco Solar Domínguez
C.P Villabona-Asturias
Finca Tabladiello s/n
33422 Villabona-Llanera
(Asturias) España/Spagna

Forza a Mónica e Francisco!

Ne approfittiamo per diffondere l’indirizzo di altri compagni sequestrati dallo stato spagnolo nel corso dell’Operazione Ice. Attenzione ai possibili trasferimenti.

Borja Marquerie Echave
Centro Penitenciario Madrid II
Carretera Meco, 5
28805 Alcalá de Henares, Madrid, España.

Juan Manuel Bustamante Vergara
Centro Penienciario Madrid IV, Navalcarnero.
Ctra. N-V, km. 27.7,
28600 Navalcarnero, Madrid, España.

in inglese, portoghese, spagnolo, greco

Stato spagnolo: Manifesti in solidarietà con i/le perseguitat* del 28 ottobre

cartel11Solidarietà con gli/le anarchic* arrestat*
Libertà per Quique, Mónica  e Francisco

All’alba del 28 ottobre, un nuovo attacco repressivo ha scosso l’ambiente anarchico. Un prolungamento dell’Operazione Pandora effettuata a Barcelona e Manresa si è conclusa con un compagno sequestrato dallo Stato e altr* in libertà in attesa di giudizio. Questo nuovo attacco cerca di indebolirci, ma non capiscono che la nostra solidarietà non conosce limiti e che, in quanto anarchic*, riteniamo la repressione inseparabile dalla nostra opposizione a ogni autorità. Che i/le nostr* compagn* sentano il calore della solidarietà. Né innocenti né colpevoli, semplicemente anarchic*!

Se ci cercano porta a porta, resisteremo gomito a gomito!

cartel2SE CI CERCANO PORTA A PORTA, RESISTIREMO GOMITO A GOMITO!

Solidarietà con gli/le anarchic* arrestat*!
Quique, Mónica e Francisco liber*!

in spagnolo, greco, portoghese

Madrid: Presidio solidale con gli/le arrestat* durante l’ultima operazione antianarchica

[29/10/2015]

Domani 30 ottobre i/le compagn* arrestat* a Barcelona con l’accusa di appartenenza a organizzazione terrorista, facendo nuovamente riferimento ai “Gruppi Anarchici Coordinati”, compariranno davanti al giudice.

Un prolungamento di quella che è stata l’“Operazione Pandora” effettuata nel dicembre 2014, preceduta dall’“Operazione Columna” svoltasi nel novembre 2013 e continuata dall’“Operazione Piñata” nel Marzo 2015.

Una successione di colpi alle idee anarchiche che si conclude con più di 40 arresti nello Stato Spagnolo nel tempo record di due anni.

I compagni arrestati durante l’“Operazione Columna”, Mónica e Francisco, furono condotti in custodia cautelare senza giudizio fin dal primo momento, situazione che è stata prolungata fino a sfruttare completamente il primo strumento di cui dispongono per continuare a privarli della libertà senza aver celebrato alcun processo.

Ieri abbiamo informato del fatto che la Audiencia Nacional ha prolungato di altri due anni la custodia cautelare di Mónica e Francisco, per cui, se non ci saranno novità prima, potranno restare sequestrati per 4 anni in tutto fino allo svolgimento del processo.

E di nuovo i meccanismi dello Stato si mettono in marcia per cercare di far scomparire le idee, le pratiche e gli obiettivi che più gli sono avversi, volendo colpire quell* che, dopo questa ondata repressiva, restano in maniera solidale accanto a tutt* quell* che sono stat* arrestat* e quell* che potrebbero esserlo in qualsiasi momento.

Senza paura e con determinazione, resisteremo di nuovo a questa offensiva e risponderemo agli attacchi dello Stato con l’unica forma che capisce: Con l’azione diretta, uno dei pilastri fondamentali delle idee che cercano di far scomparire.

LANCIAMO UN APPELLO PER MANIFESTARE IL NOSTRO APOGGIO AI/LLE COMPAGN* ARRESTAT* VENERDÌ A PARTIRE DELLE 9H IN VIA GÉNOVA ESQUINA ANGOLO VIA GARCÍA GUTIERREZ, dove si trova il nuovo edificio dell’Audiencia Nacional. Ci metteremo sul marciapiede di fronte per rendere visibile il conflitto esistente (con striscioni, cartelli, testi, megafoni o quello che ognuno preferisce portare) per manifestar loro la nostra solidarietà, perché sappiano che non sono sol*.

Allo stesso modo, sappiamo che ieri si son svolti presidi e manifestazioni spontanei a Madrid, Barcelona, Manresa, Zaragoza… e che nei prossimi giorni ce ne saranno altri in altre località. In questi giorni sono gesti necessari e algo e mostrano che il conflitto contro lo Stato non riguarda soltanto chi è stato colpito. Facciamo in modo che la solidarietà, nella forma che ciascuno ritiene più appropriato, sia efficace.

VOGLIAMO I/LE NOSTR* COMPAGN* LIBER*

LIBERTÀ PER TUTT*

MORTE ALLO STATO E VIVA L’ANARCHIA

in spagnolo

Stato spagnolo: Prolungata la custodia cautelare di Mónica e Francisco

Martedì 27 ha avuto luogo l’udienza in cui si decideva se la custodia cautelare di Mónica y Francisco sarebbe stata prolungata o sarebbero stati rimessi in libertà in attesa di giudizio. La decisione è arrivata, è stata prolungata.

Malgrado la legislazione spagnola preveda due anni come tempo massimo che una persona può passare in custodia cautelare, lo Stato ha la possibilità di prolungarla (adducendo una ragione eccezionale a proposito del caso) per altri due anni, ed è quello che ha fatto.

Due anni fa, il 13 novembre 2013, vennero arrestat* con altre tre persone, per le quali il caso è stato archiviato. Mónica e Francisco sono in attesa di giudizio accusati di appartenenza a un’organizzazione terrorista, strage e cospirazione.

Nello stesso giorno in cui è stata resa nota la decisione, 9 persone sono state arrestate in un nuovo colpo inferto all’anarchismo a Barcellona e Manresa con dieci perquisizioni nelle case e nei locali. E di fronte a questo, l’unica cosa da fare è resistere ai colpi e andare avanti, dimostrando che non sono sol* e che non riusciranno a frenare la nostra solidarietà.

POTRANNO ARRESTARCI MA NON FERMARCI.

LIBERTÀ PER I/LE PRIGIONIER* ANARCHIC*!

SOLIDARIETÀ CON GLI/LE ARRESTAT*!

I/LE NOSTR* COMPAGN* LIBER*!

in spagnolo | greco

Berlino: Striscione in solidarietà con Evi Statiri, Mónica Caballero e Francisco Solar

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Lo striscione dice: “In solidarietà con tutt* i/le prigionier* anarchic* – Un salute a Evi, Monica e Francisco – Lunga Vita all’Anarchia”

Il 13 ottobre 2015 abbiamo appeso uno striscione al ponte Oberbaum, a Berlino. Vogliamo dimostrare la nostra solidarietà con Evi Statiri, che è stata finalmente rilasciata – ma con pesanti misure cautelari – in Grecia. Mandiamo calorosi saluti anche a Mónica e Francisco, che sono trattenuti in custodia preventiva dallo stato spagnolo dal 13 Novembre 2013.

Si tratta soltanto di un piccolo gesto simbolico per salutare tutt* i/le ribelli che sono in prigione, tutt* quell* che da dentro scommettono ancora su una vita in conflitto con questo sistema democratico e marcio.

Ci rivedremo nelle strade; la lotta continua!

Morte allo Stato, per l’Anarchia!

Alcun* anarchic* a Berlino

in tedesco, inglese, spagnolo, greco

A proposito delle automobili incendiate nelle ultime settimane a Berlino…

siemens

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Per Mónica Caballero, Nikos Romanos, Francisco Solar, Nikos Maziotis e tutt* i/le prigionier* ribelli, per chi brucia i veicoli dell’impresa costruttrice di prigioni Vinci nelle vie di Parigi e ha celebrato la festa del 14 luglio a modo suo, per gli intoccabili che hanno ancora una volta lanciato μολότοφ [Molotov] e pietre nelle vie di Atene e non si sono lasciati ingannare da Syriza… e per noi stessi.

Ecco perché abbiamo dato alle fiamme un veicolo della società di sorveglianza Deutsche Telekom nel quartiere di Wedding a Berlino l’11 giugno 2015 ; abbiamo bruciato un furgone del produttore d’armi Siemens sulla penisola Stralau il 13 luglio 2015 e ridotto in ceneri un veicolo dell’azienda di sicurezza WISAG in Paul-Junius-Straße il 17 luglio 2015.

La Fortezza Europa crollerà soltanto quando la tempesta che infuria ai suoi confini esterni si unirà alle sovversioni interne e locali, e quando queste lotte saranno in correlazione le une con le altre.

in francese, greco, inglese, portoghese

Besançon, Francia: Tafferugli e solidarietà

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Contro l’occupazione poliziesca solidarietà con i rivoltosi di Planoise e dei “408” All Cops Are Bastards

Nel maggio 2015, tafferugli sono scoppiati nelle vie di Besançon. Le fiamme hanno illuminato le notti di diversi quartieri, preso di mira e distrutto vetture aziendali, scuole, diverse istituzioni dello Stato «sociale»…
L’occupazione poliziesca dei quartieri dura da diversi mesi, con tutto ciò che ne consegue, e suscita una resistenza determinata. Lanci di cocktail molotov sono atterrati – purtroppo a lato – sulle pattuglie delle CRS a Planoise e nel quartiere dei «408», il lancio di pietre sulla polizia e le telecamere di sorveglianza messe fuori uso sono ordinaria amministrazione.
E negli ultimi mesi degli attacchi minori sono stati condotti in solidarietà con questi atti di rivolta urbana nelle zone franche di questa città-prigione.

Una lista dei veicoli che si sono ritrovati con le gomme bucate:
una vettura a noleggio della ‘Hertz’
un veicolo aziendale dell’agenzia immobiliare ‘Foncia’
una vettura della società APRR, che appartiene al gruppo EIFFAGE
una trentina di biciclette della J-C Decaux (oltre al fatto di contribuire in gran parte all’imborghesimento dei quartieri in cui installa i suoi parcheggi per biciclette, il suo ruolo di sfruttatore di prigionieri di cui l’azienda si vanta pubblicamente è ormai risaputo)
il parco macchine del Consiglio del Dipartimento del Doubs (più di una decina di vetture in totale: automobili e furgoncini).
Una scavatrice del cantiere di EIFFAGE (costruttore di prigioni) che costruisce un gigantesco complesso di appartamenti di lusso e un centro commerciale in pieno centro città si è ritrovata col serbatoio distrutto.

Sostegno ai rivoltosi dei quartieri bisontini che sono nelle mani del nemico!
Forza e solidarietà ai/lle compagn* anarchic* sequestrati durante l’operazione Piñata, come anche a  Monica e Francisco ! Solidarietà con i/le prigionier* della guerra sociale in tutto il mondo!
Abbasso la gentrificazione!
Distruggiamo tutto quello che ci addomestica e ci distrugge!

in inglese

Lleida, Catalogna: Camminata contro il carcere di Ponent

SECONDA FIACCOLATA CONTRO IL CARCERE DI PONENT
ed appogio ai prigionieri ed ai famigliari delle vittime di torture.

Saluti a tutt*!

Quest’anno la fiaccolata contro il carcere di Ponent, di Lleida, si terrà Sabato 6 Dicembre. Incontro alle 19:00h su Piazza Europa (Lleida), nel passaggio sopra le vie di treno.

Nel pomeriggio, all’ora del caffè (16:30h) si farà un aggiornamento informativo della situazione dei compagni anarchici prigionieri Francisco Solar e Mónica Caballero nel Ateneo Libertario “L’Arrel” di Lleida (via Comptes d’Urgell, 31), seguito di un dibattito sulle “azioni di solidarietà contro le prigioni”.

Perché esistono tante ragioni di dire NO alle prigioni! Ne a Ponent, ne altrove!

PARTECIPA ALLA GIORNATA DI LOTTA!

in catalano, castigliano & francese

[Stato spagnolo] Disegno della compagna Mónica Caballero a 5 anni della morte in combattimento del compagno Mauricio Morales

La compagna Mónica Caballero si trova in prigione dal 13 di Novembre 2013 accusata di diversi attacchi esplosivi contro chiese nello stato spagnolo. Cercando di apportare al presente di lotta, la compagna invio questo disegno a 5 anni della morte in combattimento del anarchico di azione Mauricio Morales, il 22 Maggio del 2009 attaccando la scuola della gendarmeria. I colori i tratti realizzati per la compagna attraversano distanze e distruggono amnesie.

fonte : machorka

Stato Spagnolo: Aggiornamento sulla situazione carceraria di Mónica Caballero

Informazioni importanti sui pacchi per Mónica al carcere di Brieva

La compagna può ricevere solo 1 pacco al mese, che include tutto (anche libri). C’è gente che le sta inviando pacchi con libri e oggetti a mezzo posta, e se questi entrano contano come un pacco e, quindi, non possono entrare le altre cose che le servono. Se qualcuno vuole spedirle delle cose in solidarietà, per favore ci contatti a solidaridadylucha@riseup.net e così organizzeremo le cose per il suo pacco mensile.

La compagna sta col morale alto e forte. Ha avuto il suo primo colloquio lo scorso fine settimana!

Si prega di diffondere l’informazioni.

Continuando l’agitazione, se toccano una toccano tutte!

fonte : machorka

Stato spagnolo: Se toccano uno/a – Su Monica e Francisco

Sono passati due mesi da quando cinque persone sono state arrestate ed isolate. Due di queste, Monica e Francisco, sono rinchiuse nel duro regime spagnolo FIES, e il resto è in libertà vigilata (sottoposti ad obblighi di firma settimanali presso il tribunale), in attesa del processo con le medesime accuse.

Molti compagni in giro ci hanno detto della apparente aura di segretezza che coprirebbe tutto ciò che riguarda l’attuale situazione dei/lle compagni/e e il caso e che dopo il circo mediatico che ha accompagnato gli arresti, qualcosa andava detto. La verità è che, come sappiamo già, contro i media e i loro rappresentanti, poco si può fare in termini di contropropaganda. Possiamo esporla, imparare come costruiscono le loro reti e vedere come lavorano a fianco con lo stato nel costruire un vuoto che cercano di riempire con il prossimo nemico interno: musulmani, indipendentisti, galiziani, animalisti accusati di aver aperto troppe gabbie, anarchici… Tutti questi riempiranno il vuoto lasciato dal ETA, un vuoto non solo nel senso di un nemico interno che nutre un enorme apparato burocratico, repressivo e giudiziario: il cosiddetto antiterrorismo; un’istituzione che si rifiuta di scomparire e che deve provare la propria necessaria esistenza ed efficienza… Un tale vuoto sarebbe notato nelle loro nuove celle che vanno riempite e sulle pagine dei giornali, qualcosa che potrebbe lasciar spazio ad altri problemi nelle teste dei lettori… Oggi poche preoccupazioni nascono dagli sfratti massicci, dal fatto che milioni di persone non arrivano alla fine del mese (neanche con la schiavitù salariale), che i politici continuano a riempirsi le tasche e ridere di noi. Ci sono dei fantasmi molto pericolosi, dicono, che dobbiamo davvero temere: immigrati, terroristi, ecc… Continue reading Stato spagnolo: Se toccano uno/a – Su Monica e Francisco

Stato spagnolo: Trasferimento a Cordoba per il compagno Francisco Solar

Sembra che il potere, vuole fare ancora una mossa, cercando di distruggere la solidarietà e l’amicizia che ci unisce.

Per la seconda volta, Francisco Solar, sarà trasferito di carcere. Dopo settimane senza alcun contatto con un altro prigioniero, Francisco è da una settimana che condivide il cortile con un altro detenuto, con il quale congiuntamente sarà trasferito alla prima prigione. Oggi stesso (25 Gennaio) sarà trasferito al carcere di Valdemoros, dove starà per quattro giorni, fino a Mercoledì, quando sarà trasferito al carcere di Córdoba. Il compagno rimane forte e con la testa alta!

Cogliamo l’occasione per aggiornare e diffondere la direzione di Monica, che continua imprigionata nel carcere di Brieva.

Monica Andrea Caballero Sepulveda
C. P. Avila
Ctra. Vicolozano-Brieva S/N
05194 Brieva-Vicolozano (Avila).

Morte allo stato e viva l’anarchia!

fonte

Grecia: Parole della CCF in solidarietà con Monica e Francisco

goldface

Dio è morto

Nel contesto dell’appello solidale internazionale con Francisco Solar e Monica Caballero, accusati/e dallo stato spagnolo di aver collocato un ordigno in una chiesa, ci piacerebbe condividere alcune riflessioni in ordine sparso riguardo alla tirannia degli dei.

“Mai più buoni/e, mai più credenti mediocri in un dio mediocre, errore di battitura dell’essere umano. Aspettiamo la resurrezione dei vivi…”
(Estratto dal comunicato della CCF per la collocazione di quattro meccanismi incendiari a tempo in quattro chiese nell’Aprile 2009)

Chiese erette come spaventapasseri per spaventare la vita. Tutto ciò che è bello, passionale, ribelle e inesplorato viene condannato come peccato. La vita è piena di divieti e il servilismo viene elogiato. È bene che esistono le chiese perché ci ricordano che la religione uccide la vita.

Il dio che hanno costruito è un dittatore eterno. Controlla ogni momento della nostra vita per poi giudicarci senza alcuna pietà. Neanche i nostri segreti ci appartengono. Il suo amore è armato di minacce di castigo eterno lanciate contro chi osa mettere in discussione i suoi comandamenti. È bene che esistono le chiese perché ci ricordano che il loro Dio è un fascista vanitoso. I sacerdoti sono dei chierici-colonnelli della dittatura di Dio. Più triviali e rigidi del loro stesso Dio. Avari, lestofanti, ipocriti e pedofili …

Collaborano coi politici, con gli imprenditori e i militari, benedicendoli con i loro crocifissi d’oro in ambienti lussuosi. È bene che esistono le chiese perché rivelano la bruttezza dei suoi celebranti della messa.

I credenti sono uno stormo privo di volontà propria che ritmicamente si fa il segno della croce sotto l’occhio vigile di Dio. Più le croci sono grandi, più sono ipocrite. La moltitudine di devoti è come gli schiavi nell’arena dell’antica Roma. “Salve Dio, i condannati ti salutano…”. Umili e rancorosi/e, rifiutano tutto ciò che è diverso, ogni eccesso e ogni piacere che non si abbassa davanti alle loro icone. È bene che esistono le chiese perché dimostrano che gli imperi più grandi poggiano sulla fede dei propri sudditi.

Il cristianesimo è la dottrina della morte. Promette la menzogna della vita eterna per svalutare il presente, il qui e ora. La vita che viviamo non è altro che una prova di fede. Una battuta di cattivo gusto fatta da Dio per metterci alla prova… “Ama il prossimo tuo”, dicono le scritture mentre i preti amano potere e ricchezza. La religione è un business redditizio. Prima c’erano le Crociate, oggi la chiesa ha imprese, banche, stazioni televisive, giornali, terreni e complessi edilizi. È bene che esistono le chiese perché ci ricordano che la libertà deve scavalcare le macerie e le rovine dei loro templi.

A Monica e a Francisco ci lega la solidarietà e l’affinità anarchica più forte di qualsiasi Dio. Ci sono anche lettere. Lettere che sono uscite dalle carceri cilene e greche. Alcune hanno raggiunto la destinazione e altre sono andate perdute senza essere lette (nel nostro caso). Più o meno è cominciato cosi il nostro contatto con Monica, con i/le compagni/e del “caso bombas” in Cile e con dozzine di altri/e fratelli e sorelle d’azione che sono prigionieri/e del Potere. Pertanto, tutto ciò che è stato detto e ciò che non è mai stato scritto in una o nell’altra lettera continua ad essere valido.

Fino alla liberazione di ognuno/a di noi.

“Si guardano reciprocamente. Le parole non erano necessarie. Inoltre, da dove dovrebbero uscire le parole che raggiungono la vetta della libertà? Il tempo è congelato, questi erano i suoi momenti. La fuga era stata progettata da un mese. Tutte le ansie, le preoccupazioni, le avversità che ti gioca la sorte, le risate, le inquietudine e i sogni, adesso bisogna affidarsi ai tre minuti che durerà l’attacco. Guardò il caricatore. Quindici colpi – quindici respiri di libertà. E un altro ancora… il suo respiro quando sentì la sua voce dire “Andiamo… libertà o morte…”

FORZA E SOLIDARIETÀ AL NOSTRO FRATELLO FRANCISCO SOLAR E ALLA NOSTRA SORELLA MONICA CABALLERO
L’INTERNAZIONALE NERA DEGLI/LLE ANARCHICI/CHE D’AZIONE SI ESPANDE
CREIAMO 10,100,1000 CELLULE D’ATTACCO

Cospirazione delle Cellule di Fuoco FAI/FRI
Cellula dei/lle prigionieri/e membri

PS. Nella mattina di Mercoledi 11 Dicembre 2013 il compagno Sebastian Oversluij Seguel è stato ucciso dai proiettili sparati da un vigilantes durante una tentata rapina in banca. In seguito la polizia ha arrestato altri due compagni, Alfonso Alvial Sanchez e Hermes Gonzalez Henriquez. La rapina in banca per gli anarchici d’azione è un’azione esistenziale e insurrezionale per rifiutare la costrizione e la moralità della schiavitù salariale imposta dai padroni.

LIBERTÀ PER I PRIGIONIERI ALFONSO E HERMES
VENDETTA PER IL COMPAGNO SEBASTIAN

in greco, in spagnolo

Buenos Aires: Rivendicato incendio di concessionaria Fiat

Halloween Party

Quando ci pronunciamo lo facciamo perché sentiamo il bisogno di comunicare ciò che pensiamo. Teoria sono tutte le idee che abbiamo dentro la testa, pratica è tutto ciò che viene dal nostro corpo incluse le parole.

Mentre facciamo una facciamo anche l’altra, non possiamo separarle, ci sono momenti in cui una supera l’altra, ma non si separano, sono la nostra forza, la nostra progettualità.

Siamo consapevoli delle diverse realtà che esistono nel mondo, ma anche degli stessi desideri di essere ogni giorno più liberi che hanno i/le compagni/e anarchici/che.

Mentre alcuni/e sono prigionieri/e, altri/e sono morti/e, noi continuiamo a lottare nelle strade contro lo Stato/Capitale e per l’Anarchia.

Rivendichiamo l’incendio della concessionaria Fiat in Alvarez Thomas 2670 (Villa Urquiza) il 9 Gennaio 2014 alle ore 1, dove sono andate in fiamme una decina di auto nuove siccome varie altre macchine durante i giorni di festa a Buenos Aires..

Ricordiamo come esempio di lotta il compagno Sebastián Oversluij.

Solidarizziamo con le cause dei/lle compagni/e anarchici/che in tutto il mondo.

Libertà per Monica e Francisco.

Amigxs de la Tierra / Federación Anarquista Informal

Spagna: Lettera di Mónica Caballero e Francisco Solar

animal-libSiamo di nuovo qui, tra queste pareti di cemento e sbarre, tra videocamere e carcerieri. Siamo di nuovo qui, senza abbassare il capo e restando orgogliosi di ciò che siamo. Orgogliosi di essere parte della tempesta imprevedibile che cerca di eliminare ogni traccia del Potere che ancora una volta getta la maschera e si mostra per ciò che è, nella sua brutalità e anche, perché no, nella sua debolezza. In questo particolare caso, la collaborazione tra stato cileno e spagnolo, al fine di organizzare il nostro arresto dimostra lo sforzo congiunto per neutralizzare chi viene considerato una minaccia, ma l’importanza che ci danno questi signori del Potere non riflette altro che la loro fragilità. I loro discorsi inconsistenti di sicurezza sono il velo che nasconde il timore di sapere che un evento può affrontare il timore generalizzato. I loro colpi e le loro minacce non fanno altro che rafforzarci nell’affilare le nostre idee e le nostre vite per prendere parte allo scontro permanente.

Salutiamo con un forte abbraccio tutte le dimostrazioni di appoggio, sono un’arma che indebolisce le sbarre. Intendiamo la solidarietà come la continua prova pratica delle nostre idee anarchiche, in ogni forma, che fanno capire al nemico che nulla finisce, che tutto continua in carcere o fuori. Dovunque ci si trovi: non un minuto di silenzio e una vita di lotta. Soprattutto all’immenso gesto solidale dei compagni che hanno utilizzato il loro corpo come armo entrando in sciopero della fame.

Salutiamo chi continua ad essere complice, a chi si avventura verso l’ignoto, a chi viene motivato dall’incertezza, a chi insiste per l’anarchia. A questi tutto il nostro rispetto e affetto. Abbiamo saputo con grande tristezza della morte di Sebastian, ma ci rallegra la sua vita coerente con i suoi ideali: un guerriero a tutto tondo.

Ci piacerebbe stare con i nostri compagni che ora piangono il nostro caduto, ma da qui inviamo loro molta forza e un “ci vediamo presto”.

Mónica Caballero
Francisco Solar

in spagnolo

Spagna: Trasferita Mónica Caballero

Il 21 Dicembre 2013 la compagna Mónica Caballero è stata nuovamente trasferita, stavolta, dal carcere di Estremera a quello di Brieva (Ávila).

Ricordiamo che la compagna anarchica Mónica, insieme a Francisco Solar, è stata arrestata il 13 Novembre 2013 con l’accusa di partecipazione al Comando Insurrecional Mateo Morral e di aver collocato l’artefatto esplosivo nella cattedrale si Saragoza.

Entrambi sono stati in precedenza assolti nel Caso Bombas. Monica e Francisco sono in regime di FIES.

Solidarietà e affetto sempre in rivolta per Monica e Francisco!

fonte

$ile: Lettera dei compagni Freddy, Marcelo e Juan

casosecurity5DOPO DUE SETTIMANE DI CONFRONTO DIRETTO CON LO STATO E LA SUA TRAMA GIURIDICA-POLIZIESCA-CARCERARIA:
INTEGRI E DISPOSTI

Quando parliamo di anticapitalismo assumendo il essere ed il fare, mettiamo non solo lo sguardo, ma anche le nostre ossa.

Quando camminiamo per il solco di essere padroni e attori delle vite e senso. Non vanno solo i nostri passi ed il puntare bene. Ci acompagna la natura di non condizionarci a nessun Stato, patrone, struttura, partito o Dio.

Quando segnaliamo la libertà, non solo desideriamo la distruzione della società carceraria, lottiamo per rinascere di nuovo e respirare ossigeno libertario.

Quando baciamo e accarezziamo i/le nostrx figli/e non rinfreschiamo solo il cuore, facciamo che floriscano le ragioni della vita, le ragioni di combattere. Siamo amore in guerra.

Quando sentiamo la collera nella nostra pelle per la miseria, non solo ci intenzionamo per un giorno diverso. Pure odiamo il mattino.

Quando siamo puntati dalle armi repressive dello Stato capitalista con i suoi giudici, polizia, fiscali, carcerieri. Ci troviamo complici negli sguardi che si uniscono attraversando il sangue delle vene con raffiche precise che un sovversivo mai sarà da solx.

La solidarietà è un’arma che viene caricata con la memoria.

Dopo due settimane di confronto diretto con lo Stato capitale e la sua trama giuridica-poliziesca-carcararia.

Integri e disposti, salutiamo a tuttx quellx che si mantengono con gli occhi aperti in questi tempi di lotta.

Un abbraccio ai/alle nostrx carx, continuiamo intenzionati da qualsiasi angolo individuale o spazio per più sovversione.

Amore e forza indcondizionale a Francisko e Monika!!
Mentre ci sarà miseria ci sarà ribellione!
Solo la lotta ci rende liberi !
Prigionerx sovversivx, autonomx e libertarx del mondo: alla strada!

Freddy, Marcelo e Juan

Dal 16 al 22 di dicembre: Settimana di solidarietà internazionale con i/le 5 compagnx detenutx il 13 di novembre a Barcellona

soli5Il 13 novembre 2013 sono stati detenutx cinque compagnx anarchici/che a Barcellona, accusatx di appartenenza ad una “organizzazione terroristica” e di essere gli/le autorx del piazzamento del ordigno esplosivo nella Basilica del Pilar. Trasferitx nella Audienza Nazionale, 3 di loro sono statx rilasciatx con carichi 5 giorni più tardi, essendo gli/le altrx due compagnx incarcelatx. Tutti hanno le accusazioni di “appartenenza ad un’organizzazione terroristica”, ” distruzioni in grado di consumazione”, “distruzioni in grado di cospirazione”. I/le compagnx incarceratx, Francisco e Monica sono attualmente in regime FIES 2 nelle carceri di Madrid di Navalcarnero ed Estremera. Si trovano bene di coraggio e con grande forza.

L’intera  “operazione poliziale” è stata coinvolta in un elevato grado di sensazionalismo mediatico, la stampa ha insistito molto sulla pericolosità degli/le arrestatx ( pubblicando anche le loro fotografie nonostante sia vietato dal codice di deontologia giornalistica), come appartenentx ad un’organizzazione terrorista con un nome più lungo che quello di un film di Almodóvar e nella pericolosità e il carattere internazionale della stessa, povera imitatrice di Al- Qaeda. Chiaramente la stampa stava facendo pubblica ciò che gli agenti di polizia hanno detto a loro che dovevano pubblicare. Svolgendo il suo ruolo, cercavano di creare un clima di paura e allarma tra la popolazione le cui preoccupazioni non sono quelle della sorte di una chiesa o quelle di essere uccise in un attentato anarchico, ma quelle delle conseguenze quotidiane più crudeli della rapina capitalista e le aggressioni dello Stato.

Se un terrorista è colui che infunde terrore, i media non restano indietro di Al-Qaeda. Che dire davanti a questa situazione? Semplicemente che la tradizione anarchica sempre è stata fertile nei suoi attacchi e difese contro il potere, di parola e di azione, mediante gli esplosivi, sì, ma anche mediante gli scioperi, gli atenei o le pubblicazioni. Sempre ha voluto costruire un mondo senza governanti o governati, senza sfruttamento e oppressione, e quindi, sempre ha voluto distruggere questo mondo dell’autorità, la miseria e l’infamia, in quanto è totalmente incompatibile con la libertà.

Nonostante quello che dice lo Stato e la stampa, nonostante il connettivismo e la pacificazione sociale applicati mediante il civilismo e altre ignominie anestetiche per qui la popolazione lavore, consuma e rimane zitta, la lotta contro la Dominazione continua con i mezzi che siano necessari, che violenti o duri che potrebbero essere non gli arrivano nè alle suole delle scarpe all’ultraviolenza sistematica dello Stato e del capitalismo, che condannano allo sfruttamento, alla fame e alla morte a miliardi di persone.

Che dire della Chiesa cattolica? Responsabili di migliaia di morti, e d’indottrinare e terrorizzare fin dall’infanzia milioni di menti, di dettare le loro aberranti idee su millioni di corpi, di fare affari con la povertà e la sofferenza. Un’organizzazione gerarchica del terrore e della repressione come è la Chiesa (di qualsiasi tipo) non ci merita nessuna lastima quando è attaccata.

Che dire della monarchia? Parassita istituzione che vive, come la Chiesa, a nostre spese e che coesiona lo Stato e l’esercito, apparati di repressione e di autorità . Le sventure della casa reale non ci possono provocare nessuna lacrima.

Che dire delle banche, aziende, politici … ? La sua distruzione solo potremo riceverla con un sorriso di felicità. Ma mai è menzionata la ingiusta e crudele faccia intrinseca ai nostri nemici. Come non potrebbe essere altrimenti, l’ordine deve essere mantenuto e i fattori del disordine isolati e combattuti. Niente di più logico da parte dello Stato, del capitalismo ei suoi lacchè. ‘E  il loro dovere. Il nostro, nostro dovere auto-imposto è quello di sostenere ai/le nostrx compagnx e continuare lottando fino a quando non rimanga pietra su pietra nell’edificio dell’autorità, fino a quando non rimangano carceri in piedi, fino a quando non rimanga mai più nessuno che dica ad altri ciò che possono fare.

Tutta la solidarietà con i/le detenutx di Barcellona, così come a tuttx x compagnx  perseguitatx, incarcelatx, rappresagliatx di tutto il mondo.

Morte allo Stato e viva l’anarchia!

anarchici di Barcellona

Per scrivere al/la compagnx:

Mónica Andrea Caballero Sepúlveda
CP Madrid VII Estremera
Crta. M-241 km 5,750
28595 Madrid (spagna)

Francisco Javier Solar Dominguez
CP Madrid IV Navalcarnero
Crta N-V km 27,7
28600 Madrid (spagna)

in spagnolo

Braga, Portogallo: Striscioni solidali con i/le 5 detenuti in Barcellona il 13 Novembre

solid4 solid3 solid2 solid1In risposta alla chiamata di solidarietà con i/le compagnx arrestati a Barcellona, nell’ambito del perseguimento dello Stato spagnolo, con la consueta complicità della polizia contro gli/le attivistx che resistono con atti a tutti i simboli del fascismo che si alzano fino al giorno di oggi per il mondo, alcuni striscioni sono stati appesi nel centro di Braga. Un poliziotto in borghese ha tentato di impedire l’azione, ma senza successo …

Negli striscioni, si legge “Solidarietà con i/le 5 anarchici di Barcellona” e “Contro la repressione dello stato e della polizia”.

Piccole braci accendono grandi falò…

in portoghese