Tag Archives: contro la legge sul lavoro

Marsiglia: Bancomat bruciato in solidarietà

Il bancomat della posta situato in via Lacédémone (6è arrondissement) a Marsiglia è stato bruciato nel week-end del 18 febbraio.
Un saluto caloroso a tute le persone che sono scese nelle strade queste ultime settimane (e anche prima!) per attaccare la polizia, la giustizia, e tutto quello che, in generale, rovina loro la vita.

E tra quest* agli/lle anarchic* incarcerat* a Parigi e altrove… Un pensiero particolare a Krem e Kara, messe in preventiva (accusate entrambe dell’incendio di una pattuglia di sbirri lo scorso maggio).

Libertà per tutti e tutte.

Besançon, Francia: La solidarietà, è l’attacco!

Nella notte tra il 19 al 20 settembre è stata attaccata la Camera del commercio e dell’industria a Besançon.
Più di una decina di vetri sono stati spaccati e delle scritte lasciate sulla facciata con una bomboletta rossa. Una di queste diceva “Né Capitale né Stato”.

La repressione che colpisce ovunque in Francia chi si è ribellato durante la giornata del 15 settembre ci ha spinto ad agire.

Questo attacco è un segno di solidarietà con tutt* i/le ribelli del movimento contro la legge sul lavoro.

Né legge, né lavoro!

in greco, spagnolo

Parigi : Un compagno in detenzione preventiva nel contesto della mobilitazione contro la legge sul lavoro

Il compagno anarchico arrestato mercoledì 7 in Bretagna è passato in tribunale [NdT: in una forma di procedimento comparabile al “giudizio immediato” dell’ordinamento giudiziario italiano] l’indomani, nella 23esima aula del Palazzo di giustizia di Parigi.
È accusato di danneggiamento a un Ufficio di collocamento, una struttura della Camera di Commercio e dell’Industria, un supermercato Franprix e un concessionario della Jaguar durante una manifestazione spontanea che si è svolta la sera del 14 aprile fra il decimo e il diciannovesimo arrondissement di Parigi.

Gli sbirri hanno identificato il compagno solo durante l’estate e hanno avuto delle difficoltà a trovarlo, anche se lui non si nascondeva affatto. Per un mandato di arresto spiccato nel mese di agosto, ci è voluta una ricerca sul Registro dei conti in banca [Fichier des comptes bancaires – Ficoba], che elenca tutti i conti bancari aperti in Francia (per poter per esempio localizzare gli ultimi prelievi) e delle ricerche sulla localizzazione del suo cellulare.

Il compagno ha rifiutato di essere giudicato in “giudizio immediato” e la Procuratrice ha quindi chiesto, col pretesto della sua fedina penale e di una possibile recidiva, che venisse messo in carcerazione preventiva. Il giudice ha accettato questa richiesta ed il compagno è attualmente alla prigione di Fleury-Mérogis [NdT: nella regione di Parigi].

Tra l’altro, questo tribunale ha ben mostrato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il volto della giustizia. Tutti gli imputati erano dei poveri, i cui espedienti per uscire dalla miseria e/o la dipendenza da diverse sostanze venivano sistematicamente considerati dalla Procuratrice e dal giudice come prove a carico. Anche i pochi tentativi di inchinarsi non hanno portato alla clemenza.

Il compagno era in forma, ha avuto un atteggiamento degno di fronte a questi servi del potere e ha fatto sapere che si esprimerà presto. Una piccola perla del discorso della Procuratrice a proposito del compagno : “Il signore si dice anarchico, ciascuno ha diritto ad avere un’opinione, le idee anarchiche sono quello che sono, ma non giustificano per niente i fatti che gli sono contestati”.

Il processo si terrà il 19 gennaio alle 13.30 nell’aula 23 del Palazzo di giustizia di Parigi.

Eravamo in tanti nelle strade durante le manifestazioni di questa primavera. Quei vetri rotti (quelli della Jaguar in particolare!) ci hanno rallegrato per parecchi giorni, come un piccolo raggio di sole in questo grigiume.
Che ogni giorno di detenzione del nostro compagno e di ogni altro prigioniero porti con sé degli atti di rivolta contro questo mondo!

La solidarietà è l’attacco!

Alcuni/e anarchici/e

in portoghese

Exarchia, Atene: Striscione in solidarietà con Kara Wild

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Lo striscione dice: Libertà per Kara Wild, anarchica detenuta in Francia

Il 18 maggio 2016 a Parigi, nel contesto di un’agguerrita protesta contro la nuova legge sul lavoro, una pattuglia della polizia francese è stata distrutta e bruciata. Una settimana dopo, il 26 maggio, Kara Wild, una trans anarchica statunitense che ha partecipato al movimento, è stata arrestata durante una manifestazione separata vicino piazza della Nazione. La procura l’ha accusata di aver partecipato allo sfascio della pattuglia di polizia; da allora è detenuta in Francia e le è stata negata la libertà su cauzione perché considerata a rischio di fuga.

Il 25 novembre 2016, al mattino, abbiamo esposto uno striscione al Politecnico di Atene, su via Stournari, in segno di solidarietà con Kara. Non ci interessa se ha commesso il “reato” si cui è accusata. Per noi, distruggere e bruciare le pattuglie di polizia, in Francia e ovunque, non solo è giusto ma un’assoluta necessità.

(Α)

Aggiornamenti su Kara Wild: freekarawild.org

in inglese, greco

Amburgo: Vernice a ufficio di collocamento

186831Amburgo, 5 agosto 2016

Abbiamo fatto il turno di notte. A titolo onorifico e per iniziativa propria abbiamo abbellito la facciata dell’ufficio di collocamento Wilhelmsburg. È espressione del nostro rifiuto della logica di sfruttamento dello Stato, nella quale le persone sono considerate solo risorsa umana da sfruttare e non persone con dignità.

La nostra società produce abbastanza ricchezza per poterci liberare dal diktat del lavoro salariato. È da tanto tempo che non c’è più abbastanza lavoro ragionevole e necessario – il lavoro diventa fine a se stesso e necessario per disciplinare la gente e mantenere un mito.

“Misure” astruse e numerosi ordini repressivi degli uffici di collocamento contro chi riceve i sussidi sociali Hartz4 fanno sì che Hartz4 stesso diventa un lavoro a tempo pieno – lx interessatx devono occuparsi 24 su 24 ore di questioni burocratiche e assolvere assurde terapie d’occupazione con, nel contempo, il peso dello stigma del “disoccupato poltrone”.

La costruzione dello “scroccone sociale”, l’invenzione del “disoccupato poltrone” che mangiando passa la giornata davanti alla TV e vive a spese del cittadino onesto serve al mantenimento della mania del lavoro interiorizzata e dovrebbe creare divisione e desolidarizzazione.

Ricevere Hartz4 non ha nulla a che fare con l’ozio ma è un lavoro quotidiano e spesso legato all’umiliazione e all’emarginazione. Persone senza lavoro devono, a maggior ragione, sempre profilarsi per dimostrare di essere parte legittimata della società. Noi invece lottiamo per il diritto all’ozio, per la stima per ogni attività stupenda e neghiamo ogni suddivisione delle nostre attività in “produttive” e “improduttive”.

In una società dove unx sfacchina fino all’esaurimento e nel contempo non trova alcun lavoro salariato è evidente che qualcosa non va. Ne conseguono le malattie psichiche come la depressione. Come aggravante s’aggiunge un trattamento spesso sprezzante e repressivo, al quale le persone senza lavoro salariato si vedono esposte da parte delle autorità e degli uffici di collocamento.

Condizioni di lavoro precarie e un salario a tempo pieno con il quale a malapena si riesce a vivere sono ormai diventati la norma per molte persone.

Con questo ci solidarizziamo anche con lx compas in lotta in Francia che tentano d’impedire l’introduzione di un’agenda, simile alla nostra Agenda 10, che fu imposta via decreto senza neanche salvare le apparenze con una legittimazione parlamentare.

Per il diritto e la possibilità al lavoro ma anche per starsene per mesi sul sofà, di girare per il mondo, di sfruttarsi da solx nei collettivi emancipatori oppure di fare tutto il giorno solo degli aeroplanini di carta.

Contro ogni coercizione al lavoro e per una vita dignitosa per tuttx!

Vi saluta il commando Florida-Rolf

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Bruciate auto diplomatiche

183624Berlino, 29 giugno 2016

Anche nella seXta notte di seguito noi vandalx eravamo di nuovo in giro e deponevamo bombe incendiarie sotto delle vetture di rappresentanze diplomatiche. Toccava a un’automobile dell’ambasciata francese a Berlino Schöneberg.

I saluti fiammeggianti li mandiamo ax insortx che a partire dalle novelle progettate delle leggi sul lavoro scendono in strada in tutta la Francia e dimostrano cosa pensano dal diktat dei socialisti.
Non si tratta della legge in sé ma del movimento crescente, la gioventù che cerca delle prospettive e che vive nel rifiuto dell’esistente.

Le eruzioni di rabbia collettiva negli ultimi tre mesi e la riconquista delle strade concede delle consolazioni in tempi bui. La potenza coloniale non è colpita ingiustamente. Il confronto nella lotta alle insurrezioni ha una lunga tradizione. Sia lo sgombero della Jungle a Calais, l’arresto e l’espulsione di migliaia di “sans papier” o lo smantellamento militare dei protesti attuali.

Lo Stato francese è, come ogni Stato, un gran pezzo di merda. Crede che basta spaccare a spari di flashball gli occhi oppure mutilare con le granate abbastanza dex sux ospiti per sopprimere lo scoppio montante di rabbia.

Anche a Berlino il potere di Stato continua a muovere guerra alla popolazione del quartiere Nord di Friedrichshain. In questo, Henkel non è di meno che Valls. Con l’oppressione, l’assedio e procedendo in modo restrittivo mediante strategie militarmente applicate si tenta di spezzare la volontà dex insorti. Che il piano non funzioni né nella piccola enclave Gallica né a Berlino ce lo dimostrano gli ultimi mesi e giorni.

Vogliamo dare forza ax nostrx compas nella Rigaer94 e anche in Francia e continueremo a fare bruciare le fiamme dei nostri cuori nelle strade di Berlino.

Inoltre è andata a fuoco un’auto dell’ambasciata georgiana a Mitte. Speriamo per il rabbioso senatore degli interni Henkel che abbi una buona spiegazione per il fatto che tutta Berlino diventa zona di pericolosità e che nessun uomo di Stato sia al sicuro dal nostro fuoco rivoluzionario quando il giorno dopo c’è la visita del dittatore georgiano.

Anche il giorno 7 è giorno X e non l’ultimo!

Rigaer rimane!

Rigaer debout – soulève toi

(A)

Fonte:  Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, CH

Parigi: Azione per i/le prigionier* politic* alla protesta massiccia nelle strade di Parigi il 14 giugno

Durante la manifestazione a Parigi del 14 giugno, dei/lle compagn* del GAB (Gruppo Anarchico di Berna) hanno portato uno striscione in solidarietà con i/le prigionier* politic* in Grecia, Svizzera e altrove, che diceva: “Chiunque dimentica i/le prigionier* della guerra sociale ha dimenticato la guerra! Libertà per Nikos Maziotis, Marco Camenisch & i membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.”

Ricevuto il 26 giugno con queste immagini:

bereit-1-544x393Bereit-3-544x407Bereit-4-544x408Il 14 giugno 2016, sindacati e gruppi rivoluzionari hanno chiamato a una protesta massiccia nelle strade francesi. Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione contro la nuova legge sul lavoro, il capitalismo e la repressione di stato. Inoltre, diverse persone di tutta Europa sono venute a Parigi per dimostrare la loro solidarietà al movimento.

In reazione alla vivace protesta della popolazione, la polizia, amministrata dal governo di sinistra, ha attaccato con lacrimogeni, granate stinger, tonfa e cannoni ad acqua. Ci sono stati centinaia di feriti; in un caso una persona ha quasi perso la vita dopo essere stato colpito dal frammento di una granata.

Col nostro striscione volevamo attirare l’attenzione su tutt* i/le prigionier* che quel giorno non hanno potuto battersi al nostro fianco. Per esempio in questi giorni in Grecia si sta svolgendo il processo contro 22 anarchici. Nikos Maziotis, un altro anarchico e membro dei gruppo Lotta Rivoluzionaria, è stato condannato all’ergastolo per partecipazione alla lotta armata.

Dall’inizio della protesta in Francia, tre mesi fa, sono state arrestate quasi 500 persone.
In tutto il mondo ci sono migliaia di rivoluzionar* incarcerat* perché si battono per una società libera.

Chiunque dimentica i/le prigionier* della guerra sociale ha dimenticato la guerra!

in inglese

Tolosa, Francia: Gomme bucate in solidarietà con gli/le accusat* della lotta contro la legge sul lavoro

In una notte, un cacciavite ha bucato gli pneumatici di 4 veicoli del comune, di una vettura di Vinci, due automobili appartenenti a delle agenzie immobiliari, un camion d’Eiffage, due veicoli Orange, una vettura della Tnt e diverse biciclette in libero servizio. È servito anche a rigare le carrozzerie e bucare le gomme di un sacco di auto di borghesi. Dei sassi trovati in cammino hanno permesso di spaccare i cartelli pubblicitari che abbiamo incrociato.

Cercare di farla finita col lavoro significa anche bloccare i lavoratori e le lavoratrici. Abbiamo preso di mira in particolare delle imprese che costruiscono prigioni, aeroporti, che partecipano al controllo attraverso la tecnologia o all’imborghesimento della città.

La nostra rabbia non scema, soprattutto quando dei/lle compagn* sono stati toccat* dalla repressione, arrestat*, picchiat* o incarcerat*. Aumenta ogni volta che cercano di intimidirci.

Solidari attraverso l’attacco.
Sostegno agli/lle accusat* e agli/lle incarcerat* della lotta contro il lavoro.

Parigi: Solidarietà con gli accusati dell’incendio di una pattuglia di polizia

paris

In seguito all’ipermediatizzazione di una vettura di sbirri incendiata sotto lo sguardo di una buona ventina di telecamere, sono state arrestate cinque persone, la sera stessa o il giorno dopo, accusate di quell’attacco tutto sommato abbastanza semplice, dato che come si sente spesso dire, tutti odiano la polizia, e accade quasi tutti i giorni che questa venga attaccata in diversi modi sul territorio. E specialmente in quel modo.

Alla fine del fermo una persona è stata rilasciata. Le altre quattro sono in stato di accusa per «tentativo d’omicidio volontario», «violenze volontarie a pubblico ufficiale in banda organizzata», «distruzione di bene pubblico in banda organizzata e partecipazione a un assembramento armato». Uno degli accusati deve anche rispondere del reato di rifiuto di prelievo genetico. Attualmente le quattro persone si trovano in custodia preventiva. Se le accuse altisonanti che sono rivolte loro («tentato omicidio») e la minaccia sconsiderata che le accompagna («ergastolo») non reggeranno un solo istante in caso di processo, servono comunque ad assicurare una custodia preventiva con la benedizione di qualche sadico in toga.

I media della democrazia, agli ordini, hanno svolto il loro ruolo, il loro zelo può essere paragonato soltanto al servilismo di fronte alla normalità e l’estrema violenza della pace sociale. Dare completa soddisfazione ai sindacati di polizia, che manifestavano quel giorno, sembra essere l’obiettivo secondario del ministero degli interni e del governo. Un po’ di sensazionalismo per il cittadino medio, un po’ di vendetta per i poliziotti, dissuasione per i/le ribelli. È dietro questo trittico ignobile che la ragione di Stato si è messa in azione contro qualche compagno, probabilmente scelti a caso su un annuario idiota della cosiddetta «ultra-sinistra», categoria inventata dallo Stato, che ha già dato luogo a decine di processi, arresti e carognate di tutti i tipi nel corso dell’ultimo decennio e ancora oggi (dato che il caso detto «macchina a espulsioni» deve ancora passare in tribunale e che divers* compagni sono ancora in stato d’accusa in quell’ampio dossier). Probabilmente lo stesso annuario che serve in queste ultime settimane a rilasciare divieti e soggiorni obbligatori, con la scusa dello stato d’emergenza democratica.

Oggi ci sembra necessario riaffermare tre posizioni importanti:

– In quanto rivoluzionar*, saremo sempre dalla parte di coloro che sfidano, profanano e attaccano l’ordine, e quindi anche le sue forze, in una prospettiva emancipatrice. Perché la rivoluzione non sarà fatta nei salotti con dei power-point, il folclore militante e dei filosofi noiosi, ma in strada con l’odio, il fuoco e la speranza.

– Quei/lle compagn* avrebbero potuto essere un* qualunque delle migliaia di manifestant* che hanno ridipinto le strade coi colori della gioia in questi ultimi mesi. Avremmo potuto essere noi o voi, tu o io. Questa repressione è quindi un attacco contro tutt* i/le rivoluzionar*, e come minimo, contro tutti coloro «che odiano la polizia» e che odiano il lavoro.

– Di conseguenza, la questione della «colpevolezza» o dell’«innocenza» dei/lle compagn* accusat* appartiene soltanto al potere, e lasciamo queste considerazioni e questo vocabolario da codice penale, che non sono e non saranno mai nostri, a chi ci sta di fronte (che siano sbirri, giudici avvocati o giornalisti). Questo gesto, chiunque sia l’autore, s’iscrive in una lunga tradizione di pratiche rivoluzionarie, e bisogna difenderle in quanto tali. Non si tratta di legittimare, giustificare o minimizzare questo attacco, ma di attaccare ogni principio di legittimità, ogni ingiunzione alla giustificazione e ogni moderazione nell’attacco anti-autoritario dei rapporti di dominazione, e degli agenti che proteggono il loro regno.

Affermiamo quindi la nostra solidarietà con gli/le accusat*, e soprattutto con il gesto che sono accusati di aver commesso, che, ricordiamolo, è un gesto del quotidiano, un gesto necessario per chiunque tenga alla propria libertà, e non un «evento spaventoso e ultra-violento», né «eccezionale» – l’unico elemento eccezionale potrebbe forse essere l’onnipresenza delle telecamere, e non soltanto dello Stato, e nemmeno dei giornasbirri, diversamente, per esempio, dai quartieri detti «sensibili» in cui tutto accade tranquillamente, senza effusioni né mediatizzazione, con regolarità. Ripetiamo nuovamente che le immagini sono un problema contro cui bisogna organizzarsi in maniera concreta. Altrimenti i/le ribelli continuerano a cadere come mele mature.

In una città come Parigi, che nel 2015 ha conosciuto una violenza cieca a cinque minuti dal Quai de Valmy, questa sì davvero spaventosa e scioccante, davvero violenta, davvero terrorista, piangere sulle sorti di un’automobile di sbirri, il cui ruolo consiste appunto di prenderle senza troppe conseguenze da chiunque rifiuti l’ordine del mondo, è indecente. Non lasciamo i/le compagn* sol* nel vortice mediatico-repressivo che vorrebbe fare di loro degli individui assetati di sangue e dei cannibali, o l’oggetto di sterili dibattiti «contro» o «a favore» della «violenza».

No, di fronte allo Stato e i suoi lacchè, sono nostr* compagn*, e noi siamo i/le loro.

Né verità né giustizia, complicità e rivoluzione.
La migliore difesa è l’attacco.
Libertà per tutt*.

24 maggio 2016 a Parigi, degli anarchici.

Francoforte sul Meno: Vernice e pietre a consolato francese

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Francoforte sul Meno, 19 aprile 2016

Ieri sera presto a Francoforte, con una demo selvaggia attraverso Bockenheim, circa 100 persone manifestarono la propria solidarietà con lx giovani in lotta in Francia. Dove da settimane migliaia e migliaia scendono in strada contro la “legge lavoro”.

Lx giovani e lx insortx ne hanno abbastanza dei controlli di polizia razzisti. Molta gente non è più disposta a sostenere il continuo massiccio ampliamento dell’apparato di sicurezza fino ad arrivare, con il pretesto dell’emergenza, allo Stato di polizia autoritario. Sentono ogni giorno gli effetti dei lacrimogeni!

Il movimento della primavera in Francia non è disposto a farsi strumentalizzare per un mercato del lavoro apparentemente migliore. Lx giovani ben sanno che il progetto neoliberale non giova a nessunx – salvo che al capitale.

In una demo breve ma tosta in stile francese abbiamo fatto un giro selvaggio attorno all’isolato. Lottiamo al fianco di tuttx coloro che disprezzano la società esistente e che vogliono di più della vita. Lottiamo al fianco di coloro che hanno deciso di non adattarsi più a lungo a tutto questo. Abbiamo deciso di non soffrire più a lungo tutto questo.

Lx nostrx amicx sulle strade francesi sanno che la contestazione deve fare male. Sanno che la resistenza non può semplicemente correre entro i limiti della legge dello Stato autoritario. La Bastiglia non fu conquistata con la graziosa concessione del re, e anche noi abbiamo deciso di non attenerci all’ambito limitato della grettezza tedesca. Mentre la demo passava davanti al consolato francese, moltx decisero di esprimere direttamente la nostra solidarietà. Tante chiazze di vernice e alcuni vetri rotti lo dimostrano. Nulla di grave visto ogni settimana le centinaia di feritx con i lacrimogeni, con lo spray al pepe e con i manganelli della polizia. Ma un segno chiaro.

Come lo erano anche i nostri slogan la sera presto a Francoforte. La polizia arrivò con molto ritardo, e meglio per lei. Eravamo anche preparatx a difendere la nostra demo contro l’attacco della polizia. Per fortuna non ci voleva.

Conosciamo le vostre menzogne – questa non era una “azione mordi e fuggi” (stampa degli sbirri) di 25-30 “autonomi di sinistra” ma un assaggio delle future lotte comuni. E non fate come se non ne sapeste le ragioni.

Jeunesse et insurgé.e.s – le monde est à nous!

Un message des vos ami.e.s.

Rémi et Clément

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera salez, CH

Tolosa, Francia: Attacco molotov contro commissariato – Ne avevamo abbastanza

molotov

Nella notte di martedì 26 aprile abbiamo attaccato un commissariato con dei cocktail molotov.

Non vi mentiremo ancora.
Ne avevamo abbastanza.
Abbastanza che ci vendano l'”andrà meglio domani”.
Abbastanza di aspettare il movimento sociale.
Abbastanza degli “alla settimana prossima” cupi e tristi.
Abbastanza dello spettacolo della contestazione in cui la paura ci stringe allo stomaco e la rassegnazione alla testa.
Abbastanza di guardare su internet “dove sta esplodendo” o di masturbarsi sugli scontri filmati e postati su youtube.
Abbastanza di fare 600km per un riot.
Si direbbe un nuovo sport. O peggio. Un nuovo mestiere.
Rivoltos* professionist* dei movimenti sociali.
Fa figo sul CV militante.
Abbastanza che gettare due lattine o buttare un bidone della spazzatura per strada e farsi gassare passi per una vittoria.
Abbastanza di fingere di essere content* mentre non succede niente.
Abbastanza di fingere che siamo d’accordo.
Abbastanza di far credere che ce ne freghi qualcosa della legge El-Khomri.
Non abbiamo aspettato gli indignati 2.0 per passare delle notti bianche.
Bisogna dire le cose come stanno.
Siamo impazienti.
Non capiamo perché dovremmo dare appuntamento al potere per contestarlo, accerchiat* da sempre più uniformi e pacisbirri.

L’abbiamo fatto per il gusto di farlo.
L’abbiamo fatto per segnare una rottura.
Perché siamo allegri e in collera allo stesso tempo.
Non abbiamo più voglia di essere là dove ci aspettate.

Vorremmo mandare un doppio abbraccio combattivo.
Innanzitutto a Monica e Francisco in Spagna.
Poi ai/lle compagn* di Bruxelles che subiscono ugualmente la repressione per terrorismo.

La nostra solidarietà è l’attacco, il nostro crimine la libertà.

A presto.

Fonte: IAATA

in inglese, spagnolo

Marsiglia: Striscione in sostegno a Gaël, condannato a 6 mesi di prigione senza condizionale

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Ricevuto il 24 marzo:

Il 17 marzo durante una manifestazione a Nantes contro la Legge sul lavoro, sono state arrestate diverse persone. Gaël ha passato 48h in preventiva prima che fosse emesso un mandato di carcerazione. Lunedì 21 è passato in direttissima ed è stato condannato a sei mesi di prigione senza condizionale.

Oggi, a Marsiglia, durante una nuova giornata di manifestazione, uno striscione in solidarietà è stato appeso a un ponte.

Da Marsiglia a Nantes: solidarietà!
Libertà per Gaël!

in inglese, tedesco, portoghese

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Nantes: Resoconto sulla manifestazione del 31 marzo

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Ricevuto il 31 marzo:

Oggi 31 marzo si è svolta una nuova giornata di mobilitazione contro la riforma del lavoro. Ovunque in Francia dei licei sono stati bloccati, delle università hanno scioperato e si sono svolte diverse manifestazioni che sono terminate con degli scontri con la polizia, come a Tolosa, Marsiglia, Rennes, Nantes e Parigi.

A Nantes, la manifestazione ha riunito più di 30 000 persone e per tutto il corteo delle banche sono state attaccate a colpi di martello e di estintore, il comune è stato distrutto, un’agenzia di Vinci (il costruttore dell’aeroporto sulla ZAD di Notre Dame des Landes) è stata ridipinta così come il locale del Partito Socialista. L’albergo di lusso Le Radisson, situato tra le mura dell’ex tribunale penale, è uno dei simboli della gentrificazione di Nantes: l’istituto di pena che si trovava giusto dietro è stato interamente trasferito per lasciare via libera ai ricchi. Per l’occasione è stato riverniciato a colpi di estintore, un occhiolino a Georges Courtois, che nel 1985 aveva preso in ostaggio il tribunale durante il suo processo, con Abdelkarim Khalki e Patrick Thiolet.

Barricate sono state costruite in diversi luoghi, delle strade disselciate e le granate lacrimogene sono piovute per tutta la giornata. Sono stati segnalati diversi tiri di LBD 40 (flashball)…

Disoccupazione, Cash e Sommossa!
ACAB!

in inglese, tedesco

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[Francia] Lottare contro la legge sul lavoro: nessuno dovrebbe lavorare!

travail«Siamo sfruttati come gli altri e vogliamo farla finita, subito, con lo sfruttamento».
Ai ferri corti con l’Esistente

La legge sul lavoro (come tutte les leggi) non avvantaggerà che poch*, mentre schiaccerà tutt* gli/le altr*, molto più numeros*. Quest* ultim*, gli/le sfruttat*, per una volta non hanno aspettato i sindacati per organizzarsi e chiamare allo sciopero. Hanno perfettamente ragione. C’è agitazione da ogni parte: i/le liceali invocano a bloccare i licei, gli/le studenti/esse a occupare le università, i/le non-sindacalist* allo sciopero generale. Quanto a noi, finché si tratterà di lottare contro lo sfruttamento e la dominazione, ci saremo.

Potremmo restare a distanza dal movimento accontentandoci di affermare che il lavoro non deve essere né elemosinato né trasformato ma distrutto; stavolta preferiamo partecipare alla lotta, per diffondere la critica a tutte le forme di dominazione. Per noi, non può prescindere da un discorso contro lo Stato e il capitalismo. Non contate su di noi per difendere il diritto del lavoro. Con o senza di lui, è sempre Servizio Obbligatorio del Lavoro.

Negli anni 80 Bob Black, un anarchico americano scriveva già: «Un lavoratore è uno schiavo a part-time. È il padrone che decide a che ora dovete arrivare al lavoro e a che ora potete tornare a casa – e quello che farete nel mentre. Vi dice quale mole di lavoro dovete effettuare e a che ritmo. Ha il diritto di esercitare il suo potere fino agli estremi più umilianti. Se ne ha voglia, può regolamentare tutto: la frequenza delle vostre pause pipì, il modo in cui dovete vestirvi, etc. A parte qualche salvaguardia giuridica molto variabile, può licenziarvi per un motivo qualsiasi – o senza la benché minima ragione». E appunto, la legge sul lavoro riduce in briciole queste salvaguardie. Per noi si tratta di farla finita col lavoro senza aspettare altro. Ci uniamo a Black quando dichiara: «Alcuni sinistroidi blaterano in favore del pieno impiego. Io aspiro alla piena disoccupazione, come i surrealisti – solo che io non scherzo».

Se gli/le studenti/esse continuano a studiare, gli/le operai* e gli/le impiegat* a lavorare, gli/le disoccupat* a preoccuparsi di trovare un lavoro, nessun cambiamento è possibile. A noi piacerebbe che la lotta tendesse a una paralisi della normalità, che si moltiplicassero le offensive, gli scioperi selvaggi, i sabotaggi, le distruzioni fisiche dei simboli dell’economia. Allora avremo il tempo e lo spazio necessari per riprendere in mano le nostre vite e per l’emancipazione di tutt*. A volte nelle lotte sociali di rivendicazione si sviluppano dei metodi più interessanti dei loro obiettivi… Qualche anno fa degli operai che durante uno sciopero generale portavano uno striscione su cui era scritto «Non chiediamo niente» avevano ben capito che la sconfitta risiede nella rivendicazione in se stessa.

Finché ci saranno persone che vanno a lavorare non per il piacere di fare qualcosa di socialmente utile, ma per «guadagnarsi da vivere» faremo appello allo sciopero generale illimitato. Finché ci saranno poliziotti e prigioni, banchieri e supermercati, eletti ed elezioni, ricchi e poveri… faremo di tutto perché cambi, qui e ora.

Viviamo in un mondo di merda, non accettiamolo!
Ci resta la rivolta, esprimiamola !