Tag Archives: Koridallos

Prigione di Koridallos, Atene: Riepilogo delle sentenze nel processo per il caso dell’evasione della CCF

HammerHand-544x534L’8 luglio 2016, la corte della prigione di Koridallos – presieduta dal giudice speciale Asimina Yfanti – ha condannato tutti i membri dell’organizzazione rivoluzionaria anarchica Conspirazione delle Cellule di Fuoco, accusati di aver piazzato un ordigno esplosivo all’ufficio del fisco di Koridallos; di aver spedito un pacco bomba alla stazione di polizia di Itea (in rappresaglia all’omicidio del detenuto Ilir Kareli da parte dei secondini); di aver spedito una lettera esplosiva a casa di Dimitris Mokkas (giudice speciale della corte d’appello contro il terrorismo); di aver progettato un’evasione armata dalla prigione di Koridallos (detto “progetto Gorgopotamos”); e di possesso di armi da fuoco, esplosivi e lancia-razzi anticarri con l’obiettivo di “perturbare la vita sociale, economica e politica del paese.” In più, in rapporto a queste accuse, sono stati dichiarati colpevoli di “gestione di un’organizzazione terrorista” e incitazione (“istigazione morale”) a quattro tentativi di omicidio.

Durante la sentenza c’era una forte presenza di compagn* in solidarietà con gli/le anarchic* e i degni individui co-accusati nel processo per il caso d’evasione. Anche la presenza della polizia (compresa la squadra antisommossa) era importante.

Membri della CCF:

I/Le 10 prigionier* anarchic* della CCF Gerasimos Tsakalos, Christos Tsakalos, Giorgos Polidoros, Olga Ekonomidou, Theofilos Mavropoulos, Panagiotis Argirou, Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos, Damiano Bolano, Haris Hadjimihelakis sono stati condannat* a 115 anni di prigione ciascun*.

La compagna Angeliki Spyropoulou:
La prigioniera anarchica Angeliki Spyropoulou è stata condannata a 28 anni di prigione.

Parenti di membri della CCF:
Athena Tsakalou (la madre dei membri della CCF  Gerasimos Tsakalos e Christos Tsakalos) ed Evi Statiri (la compagna di Gerasimos Tsakalos) sono state riconosciute non colpevoli a maggioranza (e non a verdetto unanime).

Tuttavia Christos Polidoros (fratello del membro della CCF Giorgos Polidoros) è stato condannato per “appartenenza all’organizzazione terrorista Conspirazione delle Cellule di Fuoco” e ha ricevuto una sentenza a sei anni con la condizionale.

Altre condanne e un paio di assoluzioni:
Christos Rodopoulos (soprannominato “Iasonas” dalle autorità), che aveva negato ogni accusa, è stato condannato a 75 anni di prigione.

Christodoulos Xiros (membro condannato di 17N) è stato condannato a 65 anni di prigione.

Altri quattro imputati sono stati condannati per presunta appartenenza all’organizzazione e condannati a 27-28 anni di prigione ciascuno.

Fabio Dusko è stato condannato a 8 anni di prigione.

Altri quattro imputati sono stati assolti dall’accusa di appartenenza all’organizzazione ma hanno preso 6 anni con la condizionale.

Altri due imputati sono stati dichiarati colpevoli di reati minori.

Due imputati sono stati dichiarati non colpevoli.

in inglese, tedesco

Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 89-98

89 Udienza
L’udienza è stata interrotta, perché uno dei compagni è stato ricoverato per un’operazione prenotata e gli altri accusati non si sono presentati ma hanno inviato un comunicato solidale con Savvas Xiros, in merito alla sua richiesta di sospensione della pena.

90 Udienza
Il processo è continuato con la lettura di alcuni documenti da parte dei giudici.

91 Udienza
Continua la lettura dei documenti.

92 Udienza
In questa udienza, sono stati letti documenti riguardo alle armi da fuoco trovate agli arrestati a Nea Smyrni e Pireo. Questi prigionieri hanno ripetutamente rifiutato ogni associazione con la Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Comunque, i giudici hanno insistito nell’accusarli di far parte dell’organizzazione e li hanno definiti come membri della CCF “a capo” della cellula.

Nuovamente i compagni della CCF hanno dichiarato che queste persone non hanno avuto e non hanno nulla a che fare con la CCF.

93 Udienza
Viene completata la lettura delle centinaia di informative sul caso.

94 Udienza
Inizia l’esame di migliaia di foto delle prove trovate dall’antiterrorismo nei covi della CCF ma anche in altre case dei familiari dei compagni.

Tra le foto, una mostra una macchina, di proprietà di un agente di polizia portuale, espropriata dai compagni della CCF a Volos.

Uno dei compagni ha detto che in questa foto, che mostra la falsa targa del veicolo, la data è stata falsificata. Questo fatto era a conoscenza anche dei giudici, mentre esaminavano le foto. Il compagno ha continuato chiarendo che la falsificazione della data non è legalmente importante (dato che i compagni non riconoscono la legge o altra autorità) ma è importante per evidenziare questo fatto, al fine di mostrare i metodi usati dalla polizia per i casi di “alto interesse”.

95 Udienza
Continua l’esame di migliaia di foto. Durante l’esame di alcune foto, che mostrano alcuni copricapi di agenti municipali e portuali, trovati in uno dei covi della CCF, un compagno fa una breve dichiarazione.

Qualche giorno fa in un altro processo, per una rapina in banca presuntamente fatta dalla CCF dove è stato ucciso un cittadino-eroe che ha cercato di fermare i rapinatori, l’unica aggravante a carico dell’accusato è stata un cappello, presuntamente caduto ad uno dei rapinatori durante lo scontro.

Il compagno ha voluto chiarire con questa dichiarazione che gli oggetti mobili (come un cappello) possono essere trovati in posti dove i loro possibili proprietari non sono mai stati. Ha usato come esempio i cappelli degli agenti, espropriati dai compagni della CCF e trovati in un covo dell’organizzazione.

96 Udienza
Continua l’esame delle foto.

97 Udienza
In questa udienza, è stata riaperta la questione della rivendicazione da parte dei compagni, che sono membri della CCF, e più in generale di cosa comporti essere un membro della CCF in termini legali.

Due compagni della CCF hanno risposto alle corte dichiarando chiaramente che i membri della CCF sono solo chi ne ha rivendicato l’appartenenza e nessun altro.

Olga Ekonomidou è intervenuta dicendo che su basandosi su prospetive legali, agenti e giudici hanno etichettato chiunque avesse relazioni d’amicizia con i membri della CCF come membro della stessa.

Dopo, un altro compagno ha parlato della foto che è circolata mentre era ricercato ma che raffigurava una persona che non era lui.

Questo dimostra, ha detto, come l’antiterrorismo cerca di impressionare l’opinione pubblica coinvolgendo quante più persone possibili nel caso della CCF.

98 Udienza
Termina l’esame delle foto.

Grecia: Lettera dell’anarchico Spyros Mandylas, detenuto per accuse riguardanti il progetto Phoenix, in merito al vaglio della sua custodia cautelare

Questo testo contiene alcune riflessioni e osservazioni in occasioni del vaglio dei 6 mesi della mia custodia cautelare, udienza che avrà luogo il 7 Gennaio presso la Corte d’Appello a Loukareos.

Il mio arresto, la mia custodia e la sua proroga, hanno una caratteristica particolare. Se qualcuno studiasse il mio caso noterebbe che non c’è neanche la minima cosa per giustificare la mia detenzione.

Questo non è inspiegabile. Visto che lo stato capisce la forza e la diffusione della Nuova Anarchia, fa tutto ciò che può per sopprimerla, in ogni aspetto.

Questo pare ovvio, qualunque scusa si usi. Come ho già scritto, il desiderio dello stato di distruggere il ponte tra “legalità” e “illegalità” è primario.

Gli argomenti nel mio caso, per la precedente proroga della custodia, sono state, anche se ridicole, le seguenti:

I) La prima giustificazione viene dal pubblico ministero Apostolos Mkropoulos della Corte d’Appello secondo il quale “sembrano esserci collegamenti tra gli ordini impartiti dai prigionieri membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco in merito alle azioni del Progetto Phoenix e la loro realizzazione fuori dal carcere.” Le sue deduzioni si basano sul fatto che io ho visitato il mio amico e compagno, membro della CCF, Christos Tsakalos, varie volte durante l’anno passato.

II) La seconda ha a che fare con la mia lettera pubblica. Il procuratore speciale Eftyxios Nikopoulos dice che non ho descritto il contesto dei colloqui in carcere che ho fatto… inoltre sottolinea che ho applaudito le azioni di guerriglia, il che sarebbe un indizio speciale.

Da parte mia, dico ciò che segue: Non intendo, in alcun modo, rispondere alle congetture e alle pretese di qualunque procuratore, visto che tali “indizi” non sono bastevoli neanche per adduzioni, men che meno per un arresto e una custodia cautelare.

Il mio arresto può essere visto come parte di una strategia recentemente usata in Grecia contro il nemico interno: ovvero gli anarchici e soprattutto la corrente della Nuova Anarchia. Tale strategia replica le operazioni repressive e le tattiche usate in altri paesi. Lo stesso è accaduto in Italia con l’operazione “Ardire”, dove i partecipanti a progetti di traduzione e diffusione di testi e gestione di siti web sono stati arrestati insieme ad altri, ciò pare essere il piano di alcuni anche in Grecia. Lo stato sa bene che tali progetti e strutture non sono inferiori all’azione diretta piuttosto danno il loro enorme contributo alla costante insurrezione anarchica.

Il mio caso ha un secondo aspetto, oltre alla mia prigionia. Crea un contesto di terrore per chiunque sceglierà di muoversi come me in futuro, promuovendo la costante insurrezione anarchica, non mediando la teoria pratica e la solidarietà attiva attraverso progetti pubblici.

Dico tutto ciò per creare un dibattito pubblico riguardo a come l’apparato repressivo ragiona e opera. In nessun caso imploro solidarietà dalla sinistra o da un movimento che ha adottato i connotati riformisti della disobbedienza civile negli ultimi anni, che organizza feste ed è “sollevato” dal mio arresto.

PS: Vari momenti solidali sono accaduti negli ultimi sei mesi (azioni dirette, eventi, scritte, striscioni, manifesti, flyer ecc), in solidarietà con me e il mio compagno e amico Andreas Tsavdaridis. Questo tipo di solidarietà mi da molta forza e distrugge l’isolamento imposto dallo stato ai prigionieri di guerra anarchici.

FURIA E CONSAPEVOLEZZA

Spyros Mandylas
prigione di Koridallos, sezione A
4/1/2014

fonte

Prigioni greche: L’anarchico Babis Tsilianidis ha richiesto l’interruzione della sua carcerazione

babis

L’anarchico rivoluzionario, Babis Tsilianidis, è imprigionato dal Gennaio 2011, e attualmente è detenuto nel carcere di Koridallos, ad Atene. Egli ha affrontato una serie di procedimenti giudiziari, in ognuno dei quali si è rifiutato di partecipare. Il compagno ha ricevuto pene sospese a questi processi, e questo fatto sarebbe stato sufficiente per il suo immediato rilascio dalla prigione, se non fosse per un ultimo processo in corso contro di lui in relazione ad una rapina armata al reparto di contabilità dell’ospedale AHEPA a Salonicco. Le “prove” della polizia che hanno portato la sua terza carcerazione prima del processo consecutivo sono basate esclusivamente sul DNA.

Questo processo, infine, abbia avuto luogo il 22 Gennaio 2013. Babis Tsilianidis è stato riconosciuto colpevole di tutte le accuse, e condannato a 10 anni e 4 mesi senza condizionale. Questo caso specifico ha portato alla prima condanna di un prigioniero politico in Grecia sulla base di un pezzo di prove circostanziali da sole, cioè, l’unica prova incriminante presentata dal pubblico ministero non era altra che una traccia del profilo genetico del convenuto “abbinata” ad un campione di DNA tratto da un fazzoletto che era stato trovato da qualche parte vicino alla scena della rapina.

Il 18 Settembre 2013, un consiglio giudiziario a Salonicco esaminerà la richiesta del compagno per una interruzione della carcerazione.

Sosteniamo gli anarchici e i rivoluzionari in cattività con ogni mezzo necessario. Non cediamo neanche un centimetro dei nostri spazi vitali alla repressione. Organizziamo sempre le nostre vite e le nostre lotte in modo anarchico, e verso l’anarchia, per smantellare la macchina sociale.

ulteriori riferimenti in greco / inglese e video di solidarietà

fonte

Atene: Resoconto delle ultime udienze del 3° processo alla CCF

slash

Udienza 58

Questa udienza è stata interrotta di nuovo a causa dello sciopero della fame di uno dei compagni accusati che non fa parte della CCF.

Udienza 59

L’udienza è iniziata con delle tensioni. La corte spesso segna le udienze nei giorni in cui i compagni della CCF hanno le ore di colloquio in carcere. Quindi l’udienza inizia con ritardo, dato che i membri della CCF hanno chiarito che non faranno a mano delle ore di colloquio per andare in aula. Per vendetta, i giudici hanno convocato l’ispettore del carcere, al fine di fare fretta ai compagni per essere “in tempo” in aula. Appena l’hanno saputo i compagni, hanno inveito contro i giudici sottolineando che “il ricatto non passerà”, sbraitando contro il presidente della corte. I giudici hanno fatto marcia indietro sulla questione dei colloqui e l’udienza è stata nuovamente rinviata.

Udienza 60

Udienza rinviata a causa dello sciopero della fame.

Udienza 61

Il processo è continuato dopo la decisione della corte d’appello di rilasciare il compagno accusato in sciopero della fame. L’accusa in una delle dichiarazioni ha fatto riferimento al contenuto politico dei
comunicati della CCF riguardo all’invio dei pacchi bomba contro le ambasciate. Dato che c’è una confusione riguardo alla separazione tra responsabilità politica e penale, un compagno della CCF è subito intervenuto, dichiarando che i compagni della CCF supportano ogni parola e azione della Cospirazione, senza distinzioni tra politico e penale.

Udienza 62

Il processo è continuato con l’antiterrorismo che costantemente produce nuova documentazione per gli attacchi della Cospirazione avvenuti tre anni fa.

Udienza 63

In questa udienza si sono presentati gli impiegati della compagnia di consegne come testimoni dell’accusa. Nello specifico una è quello che aprì il pacco (a causa della curiosità poliziesca degli impiegati), è apparsa molto stressata (la compagnia di consegne per la quale lavora è stata attaccata con un ordigno dalla FAI qualche mese fa, come vendetta per la collaborazione). Ha testimoniato di essere stata spinta dai poliziotti dato che non ricordava molte cose e che i poliziotti l’hanno aiutata nella testimonianza scrivendone direttamente loro stessi delle parti.

Udienza 64

Nessuno dei testimoni dell’accusa convocati si è presentato. La corte ha annunciato nuove date, la presidente ha detto di avere già i biglietti per le vacanze, pertanto che c’era bisogno di una pausa di 3 settimane. A questo punto, due compagni della CCF sono intervenuti e tra le urla dirette ai giudici, hanno fatto presente i trasferimenti punitivi a loro carico con la scusa dell’interruzione del processo, il che consiste con la loro separazione in varie prigioni della Grecia.

Udienza 65

Due testimoni dell’accusa si sono presentati, dei quali uno ha testimoniato, mentre l’altro testimonierà in futuro. Il testimone ha riferito della sparatoria tra un membro della CCF e i poliziotti. Ha detto
che i proiettili volavano e quando lei è arrivata ha visto due poliziotti a terra feriti e il compagno che si teneva la gamba ferita. Secondo quanto ha detto, ciò che le ha fatto impressione fu la calma e la serietà del compagno che non parlava o urlava in confronto ai due poliziotti che, come lei ha detto, “piagnucolavano”. La descrizione dei fatti ha fatto ridere i compagni della CCF e imbarazzare i poliziotti.

Udienza 66

Questa udienza è stata breve dato che il testimone era il corriere che consegnò il pacco bomba all’ambasciata bulgara. Non ha detto altro e l’udienza prossima è stata fissata al 27 Agosto.

fonte

Atene: Quarto processo contro la CCF (26/07/2013) – Cospirazione delle Cellule di Fuoco: Dichiarazione letta alla corte da Christos Tsakalos

Questa dichiarazione è stata letta in una udienza del 4° processo alla CCF (quello dei 250 attacchi).

Prima di dire la mia riguardo alle obiezioni legali sollevate dagli avvocati, voglio chiarire alcune cose. In questo processo ci sono quattro posizioni. Quella dei giudici, degli avvocati, degli accusati innocenti e quella nostra, la parte di chi ha rivendicazione le azioni della rete della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Da parte degli avvocati c’è stata una puntuale risposta in merito alla presentazione delle obiezioni alla corte durante le scorse udienze. Gli avvocati, tra i quali c’è anche il nostro amico personale Franciscos Ragkousis, parlano il linguaggio della legge, non sottolineano solo le contraddizioni del processo ma ne mostrano anche l’ipocrisia.

Stiamo parlando di uno spettacolo che non ha neanche la pretesa di rappresentare uno scenario democratico. Ma questa farsa chiamata processo ci lascia totalmente indifferenti. Spesso i nostri avvocati nominati dalla corte si trovano in un vicolo cieco. Come dicono loro stessi, il modo ostile e deciso con cui affrontiamo questo processo li blocca e azzera delle parti della difesa legale. Cancello la presunzione d’innocenza, le scuse e la linea difensiva cosi come i benefici legali o qualunque attenuante.

Per essere precisi, le vostre leggi per noi sono spazzatura. La nostra visione sulla giustizia sta scritta nella distruzione del tribunale di Salonicco, nell’esplosione della facciata del tribunale di Atene, delle case dei giudici che abbiamo bruciato… Nulla è cambiato solo perché alcuni di noi sono stati catturati. La prigionia non riduce la nostra decisione di lottare contro leggi e istituzioni, neanche di un centimetro.

Allora ci si potrebbe chiedere ragionevolmente perché ci presentiamo alle udienze. La risposta è semplice. Quando eravamo liberi/ricercati i nostri attacchi erano il nostro modo di esprimerci e ora che siamo prigionieri, le nostre parole, anche nelle aule del nemico, rompono il silenzio. Il silenzio non è accettabile per un guerrigliero urbano anarchico. Continue reading Atene: Quarto processo contro la CCF (26/07/2013) – Cospirazione delle Cellule di Fuoco: Dichiarazione letta alla corte da Christos Tsakalos

Atene: Comunicato dei prigionieri anarchici dal carcere di Koridallos

fuego

SAPPIAMO CHE TUTTI MUOIONO. MA CI SONO MORTI CHE OPPRIMONO PERCHÉ HANNO SCELTO LA PROPRIA STRADA” Katerina Gogou

Con la copertura mediatica continua e diffusa, la caccia agli evasi dalla prigione di Trikala continua da circa quattro mesi, tenendo il pubblico in attesa, come se si trattasse di un film: una fuga “da cinema”, assassini “spietati” e “sanguinari”, poliziotti “duri e decisi”, scontri, morti e una caccia all’uomo in una grande porzione della Grecia.

Il quarto potere (i media) sono il punto nodale del funzionamento della democrazia, perché fanno da tramite tra potere e cittadini e ci ricorda ancora una volta le regole del gioco: lo stato democratico non risparmia tempo, sforzi e risorse quando la dottrina della sicurezza va ristabilita.

In tutto questo tempo, ansiosi giornalisti dai luoghi delle operazioni, servizi con musiche imponenti, coinvolgenti descrizioni dei fuggitivi, scene con poliziotti pesantemente armati puntano solo ad una cosa: creare la sovversione del subconscio sociale per i ricercati e l’accettazione dell’onnipotenza statale. La copertura mediatica degli eventi è utile per il finale vittorioso dello stato cosi come le pistole della polizia.

Anche se uno dei fuggitivi che ancora si gode la libertà alla fine cercherà di scappare in un modo o nell’altro, la convinzione dovrebbe rimanere che questo non succede a causa della debolezza dello stato ma per la rete invisibile di supporto che essi hanno, a causa della FORTUNA o forse per le loro abilità sovrannaturali.

L’OBIETTIVO È SEMPRE LA MENTE

La pena di morte in democrazia è qualcosa di totalmente accettato, anche se sembra strano nei confronti dei sentimenti umanitari di chi tiene gli occhi chiusi. Con una differenza di base, è decisa, disposta, confermata, non da una corte ma dai notiziari, in attesa solo del modo e del momento in cui verrà svolta l’esecuzione.

Il sorriso che accompagna le dichiarazioni di Dendia riguardo alla consegna dei fuggitivi alla giustizia “se ciò sarà possibile” mostra senza dubbio la logica e la moralità del potere. Un potere umiliante che considera come grande vittoria e obiettivo ultimo che centinaia-forse migliaia-di poliziotti con l’aiuto delle squadre speciali di esercito e marina, con migliaia di pistole e mezzi tecnici (elicotteri, cani, telecamere termiche) e avvicendamenti (in modo da riposarsi) quanto accade – dall’inizio fino ad ora mentre scriviamo queste righe – per catturare quattro persone.

La sete infinita per la conquista della libertà e della determinazione della sua salvaguardia è l’unico motivo che non fa arrendere una persona, anche quando ha contro un insieme di forze.

Ma lo spettacolo non finisce con l’esecuzione dei fuggitivi. Lo stato deve vendicarsi per l’umiliazione subita. Dovrebbe rispettivamente ritornare l’umiliazione agli indisciplinati e farne esempio per quelli che non riconoscono l’onnipotenza di stato. Continue reading Atene: Comunicato dei prigionieri anarchici dal carcere di Koridallos

Atene: Lettera del compagno anarchico Giannis Mihailidis

Con questa lettera cerco di spiegare le mie posizioni e le mie scelte come parte dell’azione anarchica insurrezionale e spero che essa funzioni come incentivo per la sua diffusione. Non è stata scritta da una prospettiva ideologica precisa o una tendenza ben consolidata. Si tratta del risultato di furti al “supermercato delle ideologie” e mie riflessioni.

Senza dubbio, contiene i giudizi e i valori di uno che, spinto dal folgorante ideale dell’anarchia, partecipa alla guerra contro il Potere. Spinto da un ideale che sta tanto nelle comunità tradizionali del passato quanto in quelle insorte del passato e odierne. Un ideale al quale ci stiamo avvicinando fino ad ora e che forse mai potrà prevalere universalmente. Perché, come ha scritto il compagno Giannis Naxakis, “il Potere non è metafisico, è dentro di noi”. Cosi come lo è la passione per le relazioni libere e senza dominio.

La comprensione del fatto che la realtà capitalista è una guerra di tutti contro tutti e una lotta per la sopravvivenza, questo mi spinge a prender parte alla guerra contro questa realtà e a scegliere la mia posizione. E cosi, considerando i membri del partito dell’Ordine come assassini senza scrupoli, ho scelto l’insurrezione. L’anarchia è il modo in cui mi ribello, cercando allo stesso tempo di non riprodurre ciò che sto combattendo, vale a dire le relazioni autoritarie, e organizzare le comunità di lotta in modo antigerarchico. Continue reading Atene: Lettera del compagno anarchico Giannis Mihailidis

Grecia: Aggiornamento sui due anarchici arrestati il 11/7 a Salonicco

Nessun ostaggio nelle mani dello Stato

Il 17 Luglio, alle 10:00, un raduno di solidali abbia avuto luogo presso la corte d’appello di Atene, dove i due anarchici arrestati sono apparsi all’interrogatore, che abbia emesso un ordine di custodia cautelare nei confronti di entrambi. I compagni sono stati trasferiti alle carceri maschili di Koridallos. Sono stati tenuti in carcere in attesa di giudizio con multiple accuse di terrorismo.

In particolare le accuse sono le seguenti:

i. Partecipazione ad organizzazione terrorista e preparazione, fornitura e possesso di materiale esplosivo a favore dell’organizzazione terrorista (riguarda la CCF).

ii. Azione terrorista di tentato omicidio non colposo.

iii. Azione terrorista di esplosione intenzionale con uso di materiale esplosivo che poteva e ha generato allarme a proprietà privata, a persone e strutture di pubblica utilità, oltre a provocare danno ripetutamente ad entrambe.

iv. Azione terrorista di preparazione, fornitura e possesso di materiale esplosivo e bombe con l’intento di causare allarme a proprietà privata e persone ripetutamente.

v. Azione terrorista di incendio dal quale potrebbe risultare pericolo per proprietà private e persone ripetutamente.

vi. Azione terrorista di danno criminale a proprietà privata realizzato con uno dei mezzi dell’articolo 270 del codice penale in modo ripetuto.

vii. Istigazione delle azioni ii, iii, iv, v, vi.

Inoltre come istigatori per le 4 azioni del progetto “Fenice” sono accusati anche i 10 prigionieri membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

SOLIDARIETÀ A TUTTI I COMPAGNI IN OSTAGGIO!

FORZA COMPAGNI

RABBIA E CONSAPEVOLEZZA!

fonti: a, b, c

Atene: Resoconto delle ultime udienze del 3° processo contro la CCF

ccf-polvora-y-fuego

Udienza 52

In questa udienza si sono presentati 6 testimoni dell’accusa, impiegati presso il corriere che ha ricevuto i pacchi bomba. I testimoni hanno detto di essere stati pressati dall’antiterrorismo al fine di riconoscere anche individui estranei alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Dopo ciò, la corte e più nello specifico la presidente e l’accusa hanno fatto domande in merito a come il pacco bomba spedito in Germania non fosse stato trovato ai raggi x, arrivando cosi a destinazione. Gli impiegati hanno risposto dicendo che il modo in cui era stato confezionato insieme al carico di lavoro hanno fatto si che esso non venisse rintracciato e che potesse viaggiare in aereo. Da notare che questo pacco specifico è stato alla fine bloccato all’ultimo minuto da un poliziotto tedesco dentro l’ufficio…

Udienza 53

L’udienza è stata breve. Degli ultimi due testimoni, è comparso uno solo e ha detto di non riconoscere nessuno degli accusati. Poi, l’accusa e gli avvocati hanno discusso in merito al convocare altri testimoni dell’accusa, tra cui il capo dell’antiterrorismo.

Udienza 54

Nell’udienza sono stati stabiliti i termini legali riguardo all’estensione della carcerazione preventiva di un compagno della CCF e di un altro compagno. Da notare che il compagno della CCF è in custodia da 32 mesi ormai, quando il limite è 18 (persone accusate di aver fatto parte di altre organizzazioni sono state scarcerate alla fine dei 18 mesi). Questo compagno della CCF ha avuto due proroghe (la seconda durante uno sciopero della fame nell’anno scorso). Ora, ha avuto un’altra proroga di 6 mesi, per motivi di “grande pericolosità”. Inoltre è stato oggetto di un’altra custodia per concorso morale nel caso delle rapine a Velventòs. Il processo è stato interrotto con l’uscita dei membri della CCF e degli altri compagni accusati.

Udienza 55

All’inizio dell’udienza i membri della CCF hanno “salutato” l’attacco esplosivo realizzato ai danni della direttrice della prigione di Koridallos fatto dalla cellula Sole-Baleno della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Nello specifico un compagno della CCF, a nome di tutti, ha detto: “Compagni, con questo incontro ci rivediamo di nuovo. Avete cancellato la nostra prigionia. Ci avete offerto momenti di vera libertà. Ci siamo seduti di nuovo tutti allo stesso tavolo. Abbiamo discusso, scelto l’obiettivo, pianificato l’operazione, attaccato, rivendicato… Tutti insieme complici nella rinascita della NOSTRA Cospirazione, tutti fedeli alla promessa che questo è solo l’inizio. La Cospirazione delle Cellule di Fuoco resta salda nei nostri cuori, sorrisi, nei proiettili delle nostre pistole. Fino alla fine, per sempre… Lunga vita alla CCF, Gangs of Conscience, cellula Sole-Baleno. Lunga vita all’Internazionale Nera degli anarchici d’azione.” L’udienza è stata interrotta poi dopo una richiesta di uno dei compagni accusati non membro della CCF.

Udienza 56

L’udienza è finita prima di cominciare. Uno dei compagni accusati non membro della CCF è in sciopero della fame e cosi tutti i compagni accusati che negano di far parte della CCF hanno lasciato l’aula. I compagni della Cospirazione hanno fatto lo stesso dicendo “tutto ciò che sabota la normale procedura giuridica è accettato”. Come essi hanno detto più volte, non si curano del risultato del processo dato che restano impenitenti guerriglieri urbani anarchici.

Udienza 57

L’udienza è stata interrotta per lo stesso motivo. Ad un certo punto la presidente della corte si è riferita ai membri della CCF, chiedendo loro se l’ostruzione fatta alla corte è “il vostro modo di vendicarvi?”, ricevendo in risposta “non è vendetta, la vendetta è qualcosa di completamente diverso…”

A cura di alcuni solidali

Atene – Caso Lotta Rivoluzionaria: Rilascio dell’anarchico, Christoforos Kortesis, dal carcere – Petizione per la liberazione condizionale di Vaggelis Stathopoulos da esaminare il 15/7

Il 5 Luglio 2013, si è saputo che la mozione di Christoforos Kortesis per la sua liberazione condizionale è stata accettata. Il compagno é uscito dalla prigione di Koridallos sotto ordini restrittivi (2000€ di cauzione monetaria, l’obbligo di presentarsi due volte al mese alla stazione di polizia più vicina alla sua residenza, divieto di uscire dal paese).

Libertà per coloro che sono ancora nelle celle della prigione!

Sul manifesto si legge:

RILASCIO IMMEDIATO DEL COMPAGNO VAGGELIS STATHOPOULOS

In un processo politico per il caso della Lotta Rivoluzionaria, lo Stato ha imposto un totale di 165 anni di carcere, senza uno straccio di prova. Il combattente anarchico, Vaggelis Stathopoulos, che ha negato tutte le accuse contro di lui, ha difeso le sue relazioni con i compagni, e la giustezza dell’azione sovversiva, la necessità di resistere e della rivolta. Per queste ragioni, il compagno è stato condannato a 7,5 anni di carcere. Lunedì, 15 Luglio 2013, la sua mozione per la liberazione condizionale sarà esaminata da un consiglio di cinque giudici d’appello.

Raduno di solidarietà, il 15/07/2013 presso la corte d’appello di Atene (Efeteio), sulla Via Loukareos, dalle 09:00

Compagni per la sovversione

fonte / aggiornamenti in greco: ipothesi-ea

Grecia: Comunicato di Nikos Romanos in merito allo sciopero della fame di Kostas Sakkas

I miei riferimenti alla decisa scelta dello sciopero della fame non vogliono necessariamente dire che io la sceglierei come mezzo. Senza dire se concordo o no con il mezzo, perché non c’è giusto o sbagliato in situazioni come queste e tutto è rimesso in discussione continuamente. Sciopero della fame- Contraddizione in una battaglia di posizione.

Lo sciopero della fame è il mezzo di lotta estremo di un rivoluzionario. Storicamente è stato usato da un ampio spettro di combattenti tenuti in ostaggio per la loro azione sovversiva principalmente contro i regimi democratici. Dagli scioperanti della O.R. RAF deceduti e le morti dei combattenti di IRA e ETA, fino a quelli risultati vittoriosi dei compagni anarchici come Christophoros Marinos e Kostas Kalaremas, i membri di Lotta Rivoluzionaria e della CCF. I punti in comune che li uniscono possono essere minimi rispetto all’esistente, ma c’è una decisione che rimane la stessa, “lotterò fino alla fine”.

Questa scelta è stata capace di creare un particolare ricatto contro lo stato. Un ricatto che potrebbe suonare come un ossimoro ma che ha ottenuto un forte potere negoziatore a causa della morte degli scioperanti. Ovviamente visto che parliamo di poteri negoziatori riconosciamo l’esistenza di equilibri all’interno della guerra rivoluzionaria che è formata da condizioni sociali, politiche ed economiche di ogni era e la polarizzazione che esiste tra gli uomini di stato e i rivoluzionari. Ciò non significa che li rispettiamo e l’obiettivo è attaccarli e distruggerli. Né comunque significa che non li localizziamo e sfruttiamo per il nostro vantaggio. Continue reading Grecia: Comunicato di Nikos Romanos in merito allo sciopero della fame di Kostas Sakkas

Atene: Lettera di Giannis Naxakis

img_7918

Ad un mese dal mio arresto rimango ancora perso nei miei pensieri cercando di trovare momenti di calma e chiarezza, cosi ho potuto prendere la penna e buttar giù qualche parola. Il mio umore cambia alla velocità della luce, va su e giù no stop ed è difficile trovare un punto fermo da cui ripartire. Ciò che è successo a Nea Filadelfia mi fa star male, le nuove conclusioni che vengono fuori mi feriscono, la comprensione di quanto è precisamente successo mi uccide. Ci ricado quando ascolto la noia quotidiana e le discussioni infinite valutando i mesi, gli anni, le accuse e tutto ciò che è rilevante. Sappiamo molto bene perché siamo qui e il motivo non è certo per alcune comuni pratiche criminali come sappiamo che da adesso in poi il tempo non scorrerà necessariamente insieme a noi facendo il conto alla rovescia per uscire.

Quel pomeriggio di Aprile, un dannato nostro errore è stato più che sufficiente per farci rinchiudere e star qui a tormentare i nostri sogni. In un momento l’universo è stato destabilizzato, le lancette dell’orologio sono tornate indietro e il flusso è andato al contrario. Una fottuta regola cospirativa non seguita quel giorno – in una serie di altre seguite – e questo è stato più che sufficiente affinché gli scagnozzi dell’antiterrorismo ci prendessero. In – per quanto sia permesso il terno – un momento insospettabile i bastardi hanno avuto la meglio. Quattro persone, un circolo di anarchici, una cella a Koridallos. Una serie di arresti che è avvenuta negli ultimi anni davanti a noi è stata sufficiente per farci preoccupare ma non per farci capire l’accuratezza chirurgica e la disciplina dei nostri movimenti necessari nell’ambito della sicurezza.

Ciò che si richiede sicuramente in questi casi è l’assetto rigoroso dell’attacco e la sicurezza e ovviamente non sto parlando di fare sconti alla prima parte. Abbiamo visto arresti, numerose indagini arrivare alla gente dal nulla, sapevamo molto bene della sorveglianza discreta e non ma ancora il brutto momento doveva venire. Lasciate che io sia l’ultimo stronzo che finisce catturato, ne sarei felice, lo accetterei come l’onore di riuscire a scrivere l’epilogo di una storia cosi lunga. Ecco perché voi compagni fuori, mentre cospirate i vostri piani, dovete guardarvi e dire: “Faremo meglio di loro. Hanno ottenuto l’impossibile, noi oseremo l’impensabile!” E questa promessa potrebbe garantirvi il biglietto per il cielo… Continue reading Atene: Lettera di Giannis Naxakis

Atene: Rivendicazione di responsabilità per attacchi incendiari in solidarietà con l’anarchico scioperante della fame Kostas Sakkas

Sciopero della fame dal 4 Giugno – Rilascio immediato dell’anarchico Kostas Sakkas

L’anarchico Kostas Sakkas è in sciopero della fame dal 4 Giugno 2013, chiedendo il suo immediato rilascio dalla detenzione preventiva, dal momento che egli è tenuto in custodia più di 30 mesi a causa di un giudiziario colpo di stato, mentre abbia già scontato due termini di custodia cautelare . Ci troviamo vicino al nostro compagno passando all’offensiva, come riteniamo opportuno, date le circostanze. Così, per quattro giorni, dal 15 al 18 Giugno, abbiamo incendiato i seguenti obiettivi:
– L’ufficio locale del principale partito di governo, Nuova Democrazia, a Keratsini,
– 2 ATM a Paleo Faliro,
– 1 ATM ad Ano Kypseli,
– La moto privata di uno sbirro a Zografou,
– Il veicolo privato di uno sbirro ad Ano Glyfada,
– La moto privata di uno sbirro ad Ano Petralona.

RILASCIO IMMEDIATO DELL’ANARCHICO KOSTAS SAKKAS
Tutto continua…

fonte

Atene: Lettera del compagno G. Sarafoudis

Forza agli anarchici catturati
Forza agli anarchici catturati

Ciò che è lampante in questa condizione storica di post-crisi è la guerra economica. Una guerra che sicuramente viene fatta dall’alto verso il basso, visto che negli ultimi decenni i “proletari” hanno sempre firmato patti di “pace sociale”, lacerando le proprie coscienze collettive e vivendo il sogno del consumismo e della prosperità costruita! Adesso, comunque, l’elite economica, in accordo con l’autorità politica e legale, mette la maschera del “diritto al lavoro” e mostra il suo vero lato terrificante “è
un privilegio essere schiavo nei moderni campi di lavoro”! Non facciamoci prendere ancora in giro, questa guerra economica possiamo e dobbiamo trasformarla in guerra sociale il cui fine non sia solo la sterile rivendicazione di “diritti salariali” ma a distruzione dell’odierno significato di lavoro cosi come di ogni struttura di autorità. In questa guerra lo stato vede il crescente scontento sociale, che cresce giorno dopo giorno, e vuole assoggettare ogni resistenza, tramite la paura, usando ogni mezzo a disposizione: la propaganda del terrore e l’insicurezza economica, forte oppressione violenta, leggi arbitrarie e modifiche costituzionali fatte senza costo politico e con chiari intenti politici.

“Nessuno può continuare a nascondersi dietro la routine della propria vita, dobbiamo abbandonare i nostri limiti e barriere, e andare all’attacco.”

La linea che separa i due campi è molto chiara. In uno abbiamo l’autorità economica, politica e legale pronta ad abbattere chiunque voglia sfidare l’assoggettamento, e nell’altro la gente che resiste, superando le paure e trasformando la vita quotidiana in azione violenta, creando fratture mirate alla distruzione di questo marcio sistema, cercando momenti di libertà assoluta, vivendo l’oggi e rischiando tutto. In questo campo ho scelto di starci anche io come parte del movimento anarchico, che indipendentemente dalle condizioni oggettive deve svegliare la coscienza collettiva, superando la paralisi al fine di usare ogni spazio e tempo con fini insurrezionali e battaglieri. I mezzi a nostra disposizione sono tanti e il nostro fine, oltre al raggiungimento dei nostri obiettivi, è la diffusione di essi. La condivisione di comunicati, gli spazi auto-organizzati e autogestiti, manifesti, azioni solidali, sabotaggi, incendi, cortei decisi e lotta armata sono le frecce per il nostro arco. Ogni azione ha la sua importanza e causa la sua frattura nella coesione sociale. Ovviamente c’è una scala di rischi che corriamo in ogni battaglia ed è una scelta personale che in qualche modo tutti devono fare.

L’unica cosa sicura è che tutti dobbiamo concretamente supportare l’ampia gamma di mezzi e diverse dialettiche nel movimento anarchico i cui interessi sono la rabbia sociale di massa e la transizione a struttura comuni di libertà individuale e collettiva.

In relazione al nostro caso (Nea Filadelfia) voglio condividere alcuni pensieri:

Riguardo alla clandestinità nella quale erano due dei miei compagni (F.H. e A.D.)

Il fine dell’autorità legale, quando emette mandati d’arresto, è principalmente isolare ogni anarchico. Come i compagni cercheranno di rompere questo regime di isolamento non dipende ovviamente solo da loro,
ma da tutti noi che dobbiamo mostrare la nostra solidarietà concreta, per restar loro vicini, come compagni e come amici!

Dopo un mese di detenzione le seguente frasi contengono una critica sul nostro arresto ma anche per tutti quelli che hanno il titolo di “infallibili”

“Un errore è stato sufficiente per far crescere i muri attorno a noi, per i giorni e le notti che diventano più brevi e cosi ci ritroviamo ostaggi… Ecco perché chi sta andando avanti dovrebbe guardare indietro ai propri errori e agli errori degli altri e usarli per fare un altro passo in avanti nel proseguimento dell’attacco quotidiano! Per chi rimane semplicemente inattivo o impegnato in chiacchiere e critiche al sicuro nei bar riguardo alle azioni e agli errori altrui, ho solo una cosa da riconoscervi – SI! VOI SIETE INFALLIBILI!-“

Concludo dicendo che noi restiamo UNITI e FORTI, pronti a combattere con qualunque mezzo avremo fino alla distruzione di ogni prigione reale e concettuale.

SOLIDARIETÀ AL COMPAGNO K.SAKKAS IN SCIOPERO DELLA FAME DAL 4/6/13

G. Sarafoudis
1° braccio della prigione di Koridallos
10/6/13

fonte, in inglese

Atene: Aggiornamento sul processo del compagno T. Theofilou

turchia

Il processo a Tasos Theofilou è stato rinviato all’11 Novembre 2013.

La decisione è stata presa dai giudici della corte dopo la richiesta della difesa (S. Fitrakis e A. Paparousou), d’accordo anche con l’accusa.

“La solidarietà è l’arma della gente, guerra alla guerra dei padroni” è stato il coro che dozzine di compagni riuniti in aula hanno urlato a Tasos, mentre lo stesso coro si sentiva all’esterno quando il blindato è ripartito.

Thasos ha salutato i compagni con un largo sorriso mentre le forze speciali dell’EKAM lo ammanettavano.

fonte

Grecia: Testo del compagno anarchico imprigionato, Panagiotis Argirou

Come è noto, nei primi giorni di Gennaio ho subito un grave trauma cranico dopo un incidente. Si sono seguiti due interventi chirurgici successivi sulla mia testa e la mia permanenza per tre mesi in vari ospedali. Da tempo, ormai, sono fuggito dal pericolo, e mi trovo in fase di guarigione, in attesa di un intervento chirurgico definitivo di restauro sulla mia testa. Ora sono tornato tra i miei compagni e i miei fratelli della CCF, che di per sé mi fa sentire meglio.

Lentamente ottengo un’immagine dell’interesse espresso durante la mia ospedalizzazione e sento il bisogno di ringraziare tutti quelli che sono stati accanto a me in vari modi, dalla donazione di sangue (che era necessaria) fino al sostegno finanziario per coprire le spese mediche.

Un posto speciale nel mio cuore, però, hanno i compagni della Cospirazione Internazionale per la Vendetta FAI / IRF che hanno incendiato un veicolo privato in Indonesia e i compagni della Cellula Insurrezionale Anti-autoritaria FAI / IRF che hanno attaccato con ordigni incendiari l’edificio dell’Associazione Nazionale delle Guardie e precedentemente delle strutture delle guardie cilene, in Cile, per il grande onore che mi hanno fatto dando il mio nome nei nuclei di azione diretta che hanno assunto la responsabilità di questi attentati anarchici contro il dominio. Fratelli, sappiate che siete nei miei pensieri e che queste azioni mi hanno commosso profondamente. Che possa il fuoco della Ribellione e dell’Anarchia mantenere sempre caldi i vostri cuori e le vostre mani armate contro i nemici della libertà.

Infine vorrei ringraziare tutti quei gruppi di azione diretta in Grecia e all’estero che si sono interessati sulla mia situazione e mi hanno augurato una buona guarigione.

Sono felice di vedere che in tutto questo tempo la causa della FAI / FRI rimane dinamica ed attiva. Mi auguro che in futuro la sua intensità crescerà enormemente e la sua diffusione provocherà paura tra governanti in tutto il mondo.

VIVA LA FAI/ FRI

VIVA L’INTERNAZIONALE NERA DEGLI ANARCHICI DELLA PRASSI

Panagiotis Argirou
Membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 42-45

Udienza 42
In questa udienza, tra gli altri testimoni dell’accusa, è anche comparso un poliziotto dell’antiterrorismo. Questo sbirro nello specifico ha dichiarato di servire nel “dipartimento contro gli anarchici”, causando tensione nell’aula. Nella sua testimonianza ha detto inoltre che portava su di sé le foto di alcuni dei ricercati per la CCF (per aiutare a localizzarli) e ha sottolineato che prendeva ordini direttamente dal “quartiere generale” dell’antiterrorismo.

Durante la rassegna del resto dei testimoni, a un certo punto il procuratore ha affermato che sembrava l’attitudine dei/le compagnx della Cospirazione sembrava mostrare che fossero indifferenti rispetto alle accuse, poiché loro stessx hanno rivendicato la responsabilità per le azioni della CCF e parlano della continuazione e intensificazione della guerriglia urbana anarchica.

Udienza 43
Questa udienza è stata rimandata perchè uno dei giudici era malato. La prossima udienza è fissata per il 29 aprile.

Udienza 44
Questa udienza è iniziata con della tensione perchè nei giorni precedenti la carcerazione di un compagno membro della CCF e di un altro compagno accusato è stata prolungata di 6 mesi. Continue reading Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 42-45

Atene: Quarto processo contro la CCF – Udienza 1

5 aprile 2013: Quarto processo per il caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco; un altro processo per le azioni della CCF è cominciato nel carcere di Koridallos.

Oltre ai membri della Cospirazione, accusati nello stesso caso vi sono anche Dimitris Politis, Giannis Michailidis, Giorgos Karagiannidis, Alexandros Mitrousias, Kostas Sakkas e Stella Antoniou (che sono anche accusati nel terzo processo che sta avendo luogo anch’esso in questo momento), Kostantina Karakatsani e Panagiotis Masouras.

Theofilos Mavropoulos ha letto una dichiarazione comune degli ora 10 membri della CCF, dopo la quale tutti i membri dell’organizzazione hanno lasciato l’aula:

“Come ho già dichiarato in un altro tribunale e in testi pubblici più vecchi, sono stato vicino ai compagni della CCF come anarchico solidale, senza tuttavia essere un membro della Cospirazione.

Dal primo momento del mio arresto dopo la sparatoria con i poliziotti a Pefki, i compagni della Cospirazione mi sono stati a fianco come fratelli. Dentro la prigione abbiamo condiviso preoccupazioni, tensioni comuni e forgiato la nostra passione d’acciaio per la liberazione attraverso il nostro comune tentativo di fuga nel dicembre 2011.

Oggi per me la CCF è un pezzo inseparabile del mio pensiero, dei miei desideri e della mia personale rivolta per l’anarchia. Ecco perchè oggi, qui in questo tribunale, dichiaro che mi unisco alla CCF e condivido insieme ai membri arrestati e non arrestati il corso senza fine dell’insurrezione anarchica.

Essendo parte ora della CCF, leggerò una dichiarazione collettiva per questo processo. Continue reading Atene: Quarto processo contro la CCF – Udienza 1

Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 40-41

Udienza 40

L’intera udienza riguardava la presa in esame dei testimoni che erano o proprietari delle case che la CCF ha preso in affitto come case sicure, o le cui informazioni di identità sono state trovate sulle carte di identità false. Durante il riconoscimento-infamia dei/le compagnx della Cospirazione da parte dei testimoni dell’accusa, ha fatto colpo il fatto che un compagno della CCF sia stato riconosciuto come un inquilino, con una carta d’identità falsa, di una casa sicura, nel tempo in cui si trovava in prigione. E’ da notare che, come è stato provato dalla procedura giuridica, quasi tutte le case sicure della Cospirazione che sono state scoperte fino ad ora, non erano state dichiarate all’ufficio delle tasse, per cui è difficile rintracciarle e verificare le informazioni false. I testimoni seguenti sono stati chiamati a riconoscere i/le compagnx e dire se fossero le stesse persone che avevano realizzato dei fermi di polizia in modo da copiare le informazioni delle loro carte d’identità.

Si ricorda che i/le compagnx della CCF si sarebbero travestiti fingendosi poliziotti, e realizzando falsi blocchi stradali e controlli allo scopo di copiare informazioni reali di identità e usarle su carte d’identità false in modo che risultassero convincenti e di persone esistenti.

La prossima udienza è prevista per il 18 aprile.

Udienza 41

Questa udienza è iniziata con la testimonianza di un avvocato d’ufficio. Molti compagni della CCF a causa del loro rifiuto di qualunque rappresentazione legale hanno avvocati d’ufficio, poiché secondo la legislazione se l’ “accusato” rifiuta di avere un avvocato, allora il tribunale stesso gliene assegna uno. L’avvocato d’ufficio quindi ha testimoniato che qualche giorno fa c’è stato un furto con scasso nel suo ufficio e gli anonimi ladri gli hanno preso i documenti riguardanti il caso della CCF, senza rubargli nient’altro di valore.

C’è stata tensione nell’aula e alla fine gli avvocati d’ufficio sono usciti, il processo continuerà il 22 aprile.

Grecia: Resoconti dal processo contro la CCF (udienze 34-39)

Udienza 34
21 Marzo
In questa udienza è apparso ancora il capo delle forze Anti-terroriste che aveva organizzato la maggioranza delle operazioni repressive contro la CCF. A un certo punto della sua testimonianza ha menzionato che ci sono scritti che prendono di mira lui e membri della sua famiglia, per questo motivo ha chiesto i verbali del processo per poter sporgere denuncia. Inoltre ha menzionato ancora una volta che la CCF è un network di cellule autonome di azione diretta. Più nello specifico ha detto che ogni cellula può consistere di 4-5 persone, riferendosi ad un’azione recente (l’esplosione di un bancomat allo scopo di espropriarlo), la cui responsabilità è stata rivendicata dalla cellula FAI “Lupo Solitario”.

Udienza 35
22 Marzo.
In questa udienza il capo dell’antiterrorismo ha testimoniato riguardo agli arresti di Pireus, Nea Smirni e Kallithea, riguardo alle armi e agli esplosivi. Continue reading Grecia: Resoconti dal processo contro la CCF (udienze 34-39)

Atene: Indirizzo di contatto dei tre prigionieri anarchici che sono stati condannati nel caso della Lotta Rivoluzionaria

romper-as-cadeias

L’anarchico Kostas Gournas, membro della Lotta Rivoluzionaria, così come i anarchici Vaggelis Stathopoulos e Christoforos Kortesis sono detenuti nella prigione di Koridallos.

Attualmente ricevono lettere al seguente indirizzo:

Kostas Gournas
Vaggelis Stathopoulos
Christoforos Kortesis
Dikastiki Filaki Koridallou, Parartima Gynaikeion Filakon Koridallou (Π.Γ.Φ.Κ.), Solomou 3-5, 18110 Koridallos, Athens, Greece

La solidarietà è la nostra arma – Nessun compagno sarà lasciato solo
Libertà per tutti i combattenti imprigionati

Compagni in solidarietà

Atene: Aggiornamento sullo stato di salute del membro della CCF Panagiotis Argirou

pistola-1024x818

Lunedì, 11 Marzo il compagno anarchico e membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco Panagiotis Argirou è stato trasferito dall’ospedale generale di Nikaia indietro all’ospedale della prigione di Koridallos. Il suo trasferimento è stato effettuato dopo che il suo stato di salute è stato migliorato notevolmente.

Panagiotis ha ormai pienamente recuperato dal suo grave infortunio ed ha parlato con i suoi compagni al telefono. Rimarrà in ospedale del carcere di Koridallos finché i diversi problemi di mobilità che sono stati causati a causa dei due mesi di ricovero in ospedale e la durata del tempo che fu soppresso sotto farmaci vengano ripristinati. Per ora si sta riprendendo e “condivide” la stessa cella con il suo amico Spyros Dravilas, che è anche in recupero dopo il suo sciopero della fame concluso con successo.

Sappiamo che non abbiamo fornito aggiornamenti sulla condizione di salute di Panagiotis per lungo tempo, ma questo non è stato fatto a caso: ad ogni nuovo aggiornamento positivo sulla salute del compagno, le forze dell’anti-terrorismo forza e le guardie esterne che avevano intrapreso la sua custodia mettevano sotto pressione il personale dell’ospedale per l’immediato trasferimento di Panagiotis al carcere per “motivi di sicurezza” (il suo fascicolo portava l’indicazione “pericoloso per fuga”).

Un grande ringraziamento a tutti i compagni e gli amici che sono stati interessati per Panagiotis, che hanno inviato lettere, hanno donato sangue, che sono stati accanto alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Infine, un abbraccio infuocato ai fratelli e le sorelle della Argirou Cell / International Conspiracy for Revenge/FRI-FAI dall’Indonesia, così come alla Cellula Insurrezionale Anti-autoritaria Panagiotis Argirou / FAI-FRI dal Cile, che ha fatto della solidarietà tra gli anarchici prassi attraverso i loro attacchi incendiari.

Solidali con l’O.R. CCF

Grecia: Aggiornamenti sui quattro compagni arrestati il 1 Febbraio 2013, accusati per il caso delle rapine in banche

Il 3 Febbraio gli anarchici Dimitris Politis e Yannis Michailidis sono stati portati al pubblico ministero presso il tribunale di Atene in materia di appello per quanto riguarda i mandati contro di loro sul caso CCF. Il 4 Febbraio sono stati portati al tribunale speciale di Koridallos durante la 25imma sessione del processo CCF. Entrambi sono stati rimandati nel carcere di Koridallos, dove sono imprigionati pure i membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Dal 5 Febbraio, tutti i quattro compagni accusati del caso della rapina in banca a Velventós-Kozani, vale a dire Dimitris Politis, Yannis Michailidis, Nikos Romanos e Andreas-Dimitris Bourzoukos (gli ultimi due non sono stati ufficialmente rimandati finora) sono stati trasferiti a Kozani, dove il 6 del mese dovranno attendere un’altra udienza al tribunale locale.

Atene: Breve aggiornamento sul compagno anarchico ferito Panagiotis Argirou

flaming-solidarity

Secondo una sintesi greca della 19° sessione del processo CCF nel tribunale speciale delle carceri di Koridallos (2013/01/14), il membro della CCF Panagiotis Argirou è ancora ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Noi salutiamo gli anarchici della prassi, dalla Grecia a Indonesia, che hanno espresso la loro solidarietà a Panagiotis con tutta la loro forza.

Costanti aggiornamenti sul processo CCF
in inglese da Actforfreedomnow/boubourAs