Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 42-45

Udienza 42
In questa udienza, tra gli altri testimoni dell’accusa, è anche comparso un poliziotto dell’antiterrorismo. Questo sbirro nello specifico ha dichiarato di servire nel “dipartimento contro gli anarchici”, causando tensione nell’aula. Nella sua testimonianza ha detto inoltre che portava su di sé le foto di alcuni dei ricercati per la CCF (per aiutare a localizzarli) e ha sottolineato che prendeva ordini direttamente dal “quartiere generale” dell’antiterrorismo.

Durante la rassegna del resto dei testimoni, a un certo punto il procuratore ha affermato che sembrava l’attitudine dei/le compagnx della Cospirazione sembrava mostrare che fossero indifferenti rispetto alle accuse, poiché loro stessx hanno rivendicato la responsabilità per le azioni della CCF e parlano della continuazione e intensificazione della guerriglia urbana anarchica.

Udienza 43
Questa udienza è stata rimandata perchè uno dei giudici era malato. La prossima udienza è fissata per il 29 aprile.

Udienza 44
Questa udienza è iniziata con della tensione perchè nei giorni precedenti la carcerazione di un compagno membro della CCF e di un altro compagno accusato è stata prolungata di 6 mesi. Con questa decisione del concilio dei giudici, il compagno membro della Cospirazione completerà i 36 mesi di preventiva, quando il limite della detenzione senza condanna è di 18 mesi. In questa tensione hanno partecipato moltx compagnx della CCF che si sono rivolti ai giudici dicendo loro di abbandonare la loro facciata democratica e la retorica della gentilezza, poiché sono servitori del sistema e loro eterni nemici. Appena prima che i giudici sostenessero di non saperne niente e di non poter commentare sulla decisione dei loro colleghi. Contro questa recita di umanità e ipocrisia, un compagno della CCF ha detto: “Non ci aspettiamo niente da voi a parte condanne a lungo termine che ci imporrete. Ma non fingete di essere sensibili perchè non state convincendo nessuno. C’è una guerra tra noi e non faremo appello a una tregua nemmeno per un attimo…”. Mentre l’altro compagno della CCF la cui detenzione è stata allungata di altri 6 mesi per un totale di 36 mesi ha “ricordato” che un anno fa, quando era in ospedale in sciopero della fame, ancora una volta il giudice speciale ha “rinnovato” la sua detenzione per altri 12 mesi un giorno prima che dovesse essere rilasciato.

Il processo è stato interrotto a causa della tensione, ed è continuato con le testimonianze dei testimoni per il caso dei pacchi-bomba della CCF. Hanno testimoniato impiegati delle compagnie di corrieri e un’impiegata dell’ambasciata svizzera. Quest’ultima ha menzionato che quando è arrivato il pacco inizialmente ha pensato che fosse “sospetto”, ma alla fine il console dell’ambasciata lo ha ricevuto e aperto nell’area esterna dell’edificio. Lei quindi, dalla distanza, si è resa conto che c’era odore di zolfo nell’aria, e come le ha riferito il console, quando ha aperto il pacco c’è stata un’accensione e una grande fiamma è uscita dal pacco. Nelle loro dichiarazioni i/le compagnx della Cospirazione hanno menzionato le ragioni per la loro scelta di colpire l’ambasciata svizzera, facendo riferimento al compagno imprigionato Marco Camenisch (che è in prigione da 20 anni) così come ai tre anarchici (Silvia, Billy, Costa) che erano stati arrestati in Svizzera accusati di aver cercato di far saltare gli uffici di IBM. Il processo continuerà martedì 30 aprile.

Udienza 45
Questa udienza includeva i testimoni dell’accusa per il caso dei pacchi-bomba. Tra di loro è comparsa un’impiegata di una compagnia di corrieri che aveva riconosciuto alcuni degli “accusati” come coloro che hanno spedito i pacchi. Ma alla fine, durante la sua testimonianza ha alluso al fatto che gran parte della sua testimonianza così come dei riconoscimenti erano state create dall’antiterrorismo. In una dichiarazione, un compagno della Cospirazione ha sottolineato che “alla CCF non interessano le conseguenze penali e la decisione del tribunale. Ma è importante svelare i metodi delle forze anti-terroriste come eredità di conoscenza e come cumulo di protezione per i nuovi compagni”. Inoltre, ha aggiunto, “non dimentichiamo che in questo processo sono stati accusati anche individui che non hanno né potrebbero avere alcuna relazione con la Cospirazione”.

A una domanda dell’accusa se alla CCF interessasse il proscioglimento del resto degli “accusati”, il compagno è stato chiaro: “il proscioglimento del resto dei compagni, che sono infatti innocenti, è un lavoro per i loro avvocati. Noi non siamo avvocati. Ma vogliamo, e lo faremo, preservare la storia e l’onore dell’organizzazione”.

Il resto dei testimoni erano corrieri che involontariamente avevano trasportato pacchi-bomba.

fonti : i, ii

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