Il 21 ottobre, a Barcellona, tre banche e un’agenzia immobiliare sono state attaccate (vetrine taggate e distrutte), rispettivamente nei quartieri di Gràcia e di Sants.
Nella serata di mercoledì 24 ottobre, l’agenzia immobiliare Tecnocasa si è fatta taggare una delle filiali.
Ieri notte abbiamo attaccato con vernice e pietre l’ufficio di Bettina Kudla.
Con le sue esternazioni sulla presunta “ri-popolazione” della Germania, Kudla si è associata retoricamente ai camerati che fornendo loro gli argomenti incoraggiano all’azione le bande di picchiatori razzisti e incendiari. Sostenendo il mito che in Germania sarebbe in atto un ricambio della popolazione legittima le voglie assassine dei fascisti nelle piazze. Ecco perché è diventata un nostro obiettivo. Kudla voleva immischiarsi con i criminali in doppiopetto, Beatrix von Storch le offriva di cambiare nella AfD, e noi le abbiamo già dato il benvenuto.
Ma siamo onesti! La CDU stessa fa da garante alla fortezza Europa e alla politica reazionaria chiesta dall’opposizione AfD.
Con il peggioramento del diritto all’asilo insieme alle violenze razziste per strada, i democratici cristiani già molto prima di accattivarsi la nuova destra hanno fatto di tutto per diventare un bersaglio degli interventi della sinistra radicale. Durante la giornata dei festeggiamenti per l’unità perfezionavano diligentemente la storiella che la “Germania oscura” con Pegida, AfD e altri razzisti e neonazi non farebbero parte della RFT.
In merito vogliamo chiarire per bene che la violenza e la retorica di destra 1) non può considerarsi semplicemente come fenomeno che si possa delimitare nettamente da una politica di centro poiché gli elementi dell’ideologia di destra sono troppo diffusi. 2) È vero che l’opposizione di destra sulla strada come anche nel parlamento è un pericolo acuto per tante persone qui, ma la strage nel Mediterraneo e la politica dell’immiserimento in Europa non sono organizzati dai neonazi o dalla “gentaglia” bensì da CDU e SPD. Tutto questo è Germania, tutto questo vanno a festeggiare il 3 ottobre. E per questo dovranno anche pagare, sempre di nuovo.
Nella notte del 14 agosto svuotammo un estintore riempito di bitume sulla facciata della casa dell’associazione ginnica …
La ragione era l’invito di Jürgen Elsässer del 1° luglio a tenere la conferenza “Confini chiusi – Per un’Europa delle patrie”. Vi parteciparono circa 200 persone della AfD e altre di destra.
Pare che l’ospite non avesse alcuno scrupolo di mettere a disposizione i suoi locali a un’iniziativa apertamente nazionalista, malgrado – dex vicinx ne avevano parlato criticamente con lui – gli fosse ben noto chi e quali idee collegate andava ad ospitare.
Che sia completamente d’accordo, simpatizzante oppure cinicamente indifferente ai contenuti sprezzanti l’umanità: nel frattempo si dovrebbe essere sparsa la voce che la collaborazione con l’AfD ha delle conseguenze per chi la attua.
AfD Nürnberg poco tempo fa si vantava di aver visitato la bettola di sinistra e alternativa “Bela Lugosi” nella Città Sud. Potevano esibire alcune foto fatte nel cesso. Vogliamo ricordare ai destri eroi delle istallazioni sanitarie che già fu fatta l’una o l’altra visita anche ad alcune delle vostre bettole AfD, e che in queste occasioni le impronte lasciate erano un tantino più evidenti.
Contro il populismo di destra, l’aizzamento razzista ed il nazionalismo!
Così inizia la nostra settimana. E così dovrebbe iniziare ogni giorno per gli approfittatori e i responsabili del sistema delle galere…
Stamani abbiamo visitato il servizio TV Jürgen Krüger e l’ufficio SPD di Björn Eggert nella Oranienstrasse a Kreuzberg e spaccato le relative finestre.
Servizio TV Krüger detiene da più di 30 anni il monopolio sul controllo degli apparecchi elettronici dex prigionierx di Berlino. Manco, per esempio, una radio gli scappa senza che sia controllato fino in fondo. Così si vuole impedire che entrino delle mercanzie di contrabbando oppure apparecchi manipolati all’interno delle mura. Per lx prigionierx questa stazione intermedia del loro hardware di svago e d’informazione significa anzitutto un notevole aumento della spesa. Così l’impresa profitta direttamente della vessazione dex prigionierx.
Inoltre degli apparecchi sono anche già stati danneggiati o rotti da Krüger. Inoltre, Krüger s’incarica dell’analisi tecnica dei telefonini sequestrati nelle galere e fornisce i dati decifrati alle autorità. Già varie volte la ditta è stata beccata ma questo non riusciva ad impedirle di continuare con la sfruttamento perverso della repressione contro lx prigionierx…
Direttamente presso Krüger si trova l’ufficio di Björn Eggert (SPD) che si nasconde in una sede dell’Assistenza a chi lavora (AWO). La AWO a Berlino gestisce vari punti di raccolta per profughx. Per esempio il rifugio, ora chiuso, a Spandau. Anche se AWO in pubblico perora la sistemazioni piccole e decentrali, la realtà delle case gestite da AWO è tutt’altra. Inoltre AWO partecipa alla grande agli affari con le espulsioni. Il loro “aiuto al ritorno” è solo un grazioso sinonimo per la parola espulsione.
La SPD per ora è occupata con la sua campagna elettorale. I partiti tentano costantemente di superarsi con la loro politica acociale e i discorsi sull’indentità. Che non possiamo aspettarci nulla da nessun partito è più che ben noto.
Naturalmente seguiamo anche la lotta dex nostri amicx in Grecia, le loro azioni contro Syriza nel contesto degli attacchi agli squat a Thessaloniki ci sono piaciute. Rivedendo il NO Border Camp si deve però poter porre la questione: non sarebbe stato meglio cogliere l’occasione per creare un putiferio nel centro città?
La nostra azione contro il politico SPD Björn Eggert s’inserisce dunque anche in questa lotta.
Con la nostra azione minima, per la quale dovevamo anche spegnere una telecamera di sorveglianza, inviamo un segno di solidarietà ai prigionieri Aaron e Balu nella galera di Moabit che in rappresentanza della resistenza contro gli investitori e l’attacco alla Rigaer94 vi sono in detenzione preventiva, ai prigionieri Marios Seisidis e Kostas Sakkas che purtroppo poco tempo fa sono caduti nelle mani del nemico, alla compa Lisa che poco tempo fa fu espulsa dallo Stato della tortura Spagnolo alla procura di Aachen e alle otto persone di Basilea che sono in detenzione preventiva per la presunta partecipazione a un meraviglioso Smash Mob avvenuto il 24 giugno.
Continuando le nostre lotte come nella Rigaer con sempre più determinazione, pratichiamo la solidarietà con lx nostrx prigionierx nelle galere del sistema. Gli scontri attorno alla Rigaer94 e tutto il quartiere popolare Nord hanno mostrato che possiamo aspettarci i più grandi successi da un rifiuto coerente di ogni offerta di trattative e dal contrasto militante alla città capitalista.
Dovremmo tenerlo a mente quando ci prepariamo agli imminenti sgomberi del M99 e della Oblauer Schule a Kreuzberg.
Dobbiamo distruggere questo Stato. Quel che è necessario deve essere fatto. Senza scuse alcune quando si tratta di orientare tutto il nostro agire in questa direzione.
Per questo, dopo di che la risonanza agli appelli internazionali come per il Dicembre Nero o per il Luglio Nero ha provato che il riferimento affine tra le tendenze anarchiche in Europa funziona, proponiamo anche di fare un disastro del G20 nel mese di luglio 2017 ad Amburgo e di iniziare ora una relativa campagna militante.
Fernando Bárcenas Castillo è un giovane anarchico, musicista e studente all’Università di Scienze Umane, nella sede di Vallejo – città del Messico. Ha vent’anni ed è stato arrestato il 13 dicembre 2012 durante la protesta contro l’aumento del prezzo dei biglietti del metrò. È stato accusato di aver incendiato l’albero di Natale della Coca-Cola, e da allora si trova nella prigione Nord a Mexico. Nel dicembre 2014 è stato condannato a cinque anni e nove mesi di prigione per i reati di attacco alla quiete pubblica e associazione a delinquere, ha fatto appello ed è in attesa della decisione. All’interno della prigione Fernando ha organizzato diversi progetti di diffusione e informazione, per esempio delle fanzine e il giornale anticarcerale «El Canero».
Riflessioni sul giornale « El Canero » di Fernando Bárcenas Prigione Nord di città del Messico, giugno 2016
Il progetto di «El Canero» è nato nelle ore di noia, di condivisione delle discussioni e delle riflessioni nelle celle d’isolamento, nella zona 3 del reparto di entrata, osservando la routine e capendo che dobbiamo sempre ricominciare da capo; è così che è nato il bisogno di ridare senso.
Cosa significava realmente lottare contro la dominazione e lo Stato?
Credere ciecamente nelle mie idee aveva davvero ancora senso?
Tante domande affollavano la mia testa e ho capito allora che dovevo trovare una forma per non ritrovarmi in preda all’angoscia e alla disperazione…
Dapprima ho cominciato a scrivere per iniziare un dialogo con me stesso, poi, quando ho concepito il modo di materializzare la mia libertà interiore, l’ho utilizzata come luogo di introspezione a partire da dove mi trovavo con i miei aguzzini, delle mie prigioni soggettive, dei miei atteggiamenti autoritari e di sottomissione, un luogo dove non avevo senso che cercando me stesso e che ha in effetti funzionato come strumento per riacquistare fiducia nella mia individualità unica e libera.
Poi sono venute le domande.
Aveva senso scrivere per sé?
Cosa serviva per spezzare le barriere dell’isolamento?
Le risposte infinite a queste domande mi hanno condotto a una sola risposta: «Scrivere!»
Se la libertà è indispensabile e apprezzata quanto la vita stessa, al punto che saremmo capaci di sacrificare la nostra vita piuttosto che sottometterla alla schiavitù e le catene, allora perché non battersi per diffonderla e fare in modo che altri possano sperimentare qui e adesso la sensazione di libertà e pienezza che ci procura e che percorre il nostro corpo ogni volta che evadiamo dal perimetro legale, della norma sociale?
Siamo attori della rivolta e per ogni atto deciso, ci accettiamo come esseri capaci di autodeterminarci, di riappropriarci delle nostre vie e avanzare in modo coerente verso la sperimentazione e la creazione di nuove forme di rapporti senza per questo trasformarci in istituzioni sociali. È per questo che all’interno come all’esterno delle prigioni fisiche dobbiamo riflettere e interrogarci: siamo soddisfatti di vivere sottomessi a tali condizioni? Abbiamo voglia di distruggere la realtà o vogliamo soltanto trasformarla? Ma soprattutto dobbiamo sapere se questa scelta siamo davvero noi a compierla, se è davvero la nostra.
Fernando Bárcenas
Prigione Nord della città del Messico
Il 5 agosto 2016, Kostas Sakkas e Marios Seisidis sono stati condotti alla sede centrale della polizia di Atene e di conseguenza presentati alla corte, dove la loro udienza è stata rinviata. Sembrerebbe che i due compagni siano stati trasferiti in due prigioni diverse lontane da Atene; Marios Seisidis nella prigione Malandrino, e Kostas Sakkas nella prigione Domokos. Entrambi passeranno in processo il 17 agosto a proposito del loro arresto a Sparta.
Mark Michael Proch di Neumünster è iscrittore della demo nazi a Bad Oldesloe: dormiva nel giardino del suo chiosco quando, ieri, la sua auto fu data in pasto alle fiamme. Totalmente distrutta. (NMS SP /&)
I nazi mobilitano per il 16 aprile a Bad Oldesloe – Non saranno al riparo da noi.
Attaccare i nazi!
Senza tornare su quello che è accaduto, magro bilancio, ci teniamo a cominciare con l’informarvi del fatto che tutt* e tre siamo stat* liberat* ieri [14 aprile]. Due di noi sono convocat* alla corte penale il 10 giugno alle 14h per rispondere di: distruzione/degradazione/deteriorazione di un edificio adibito al culto, in gruppo, & rifiuto di dare il DNA.
Abbiamo schivato l’obbligo di firma, ma siamo comunque sotto controllo giudiziario. Un’altra amica ha ricevuto una convocazione al commissariato. La patente di un amico è ancora nelle mani dei poliziotti…
A caldo, e a titolo personale, senza alcuna analisi, perché non abbiamo ancora avuto davvero il tempo di riposarci:
Ringraziamo un sacco tutt* gli/le amic*/persone che si sono mobilitate, che hanno corso contro il tempo, passato informazioni all’esterno, che si sono occupat* di tutto, aspettato durante le comparizioni, aspettato all’uscita del tribunale, lanciato gli appelli a sostegno, etc. Dentro ci rassicuravamo come potevamo dicendoci che avreste sicuramente agito, ma tra le nostre quattro luride mura di prigione, con la luce sempre accesa e sotto costante pressione non avevamo alcuna informazione. Non diremo che è stato facile quando eravamo dentro. Vi diremo soltanto che è stato un enorme conforto di sapervi là quando alla fine l’avvocatessa è intervenuta, quando vi abbiamo vist* uscendo dal tribunale, e quando vi abbiamo ritrovat* più tardi.
Se ci rompono i coglioni, se ci arrestano negli squat, o se vengono a prenderci in borghese – entrando in casa nostra e facendosi passare per amici – è proprio perché li disturbiamo. Non si tratta di politica locale: vi ricordate degli/lle 8 No borders arrestat* a Calais, nello squat, poco tempo fa? Sono passat* per la custodia cautelare, tutt* liberat* dal giudice, non colpevoli… Allora faremo ancora un po’ più attenzione, e continueremo a fare quello che abbiamo fatto finora. Perché non siamo capaci di fare altrimenti, perché ce l’abbiamo dentro, perché 24, 48 ore di custodia preventiva, i mesi di prigione con o senza condizionale, le multe, le intimidazioni non cambieranno niente. La nostra determinazione era forte ieri, lo sarà ancora di più oggi.
Continueremo a bruciare le frontiere, e ad accogliere i/le rifugiati, con o senza documenti.
Non smetteremo, costi quello che costi e malgrado i tentativi d’intimidazione sempre più numerosi. Affronteremo i processi che ne verranno e ci presenteremo a testa alta.
La sera del 6 marzo abbiamo fatto visita domiciliare a uno dei quattro candidati parlamentari AfD per il distretto di Stoccarda. L’avvocato e assessore Eberhard Brett si candida per il partito populista di destra nel collegio elettorale per le elezioni parlamentari del Land.
Il partito populista di destra si distingue come attore parlamentare dello spostamento sociale a destra in Germania. Per questa ragione riteniamo importante di mettere nel fuoco esattamente i membri del partito che dirigono e spingono in modo decisivo e attivamente la campagna elettorale AfD.
Ecco perché abbiamo fatto visita all’avvocato nel suo studio e nel contempo abitazione nella Reinburgstrasse 159 marchiando la parete con la scritta:
Contro l’aizzamento di destra, Fuck AfD!
Il rappresentate del partito razzista aveva ammassato nel cortile circa 40 manifesti elettorali con la sua brutta faccia, che con molta vernice sono stati resi inservibili nel corso dell’azione.
Anche l’entrata del n. 159 fu marchiata con la vernice e sigillata con la schiuma edile. L’insegna dell’ufficio fu coperta e riadattata in modo confacente:
Legale DI DESTRA Eberhart Brett
*Omofobia *Ostilità verso l’umanità *Razzismo *Antifemminismo
La notte scorsa abbiamo sfasciato con delle pietre la “Stumpfe Ecke” (NdT: “L’angolo spuntato”) in via Naugarder 15. Sabato 17 gennaio 2015 in questa bettola si celebrava una riunione nazi. La rete razzista degli autoeletti “Hooligan contro i Salafisti” (HoGeSa) aveva invitato a un “incontro per Berlino e dintorni per conoscersi”, invito diretto ad “amici, amiche, seguaci e promotori di HoGeSa”.
Circa 50 partecipanti risposero all’appello. Il fatto che la comunità HoGeSa, grazie alla protezione della polizia e all’approvazione dell’oste, abbia potuto incontrarsi indisturbata fino alle prime ore della mattina ci ha spintx a quest’azione.
Dalle esternazioni di HoGeSa-Berlino si evince che si sono accordati sulla creazione di un proprio servizo d’ordine per le marce di destra e di “una pagina ufficiale per la Germania Orientale” su facebook. La fondazione e il collegamento in rete di una struttura HoGeSa per l’Est della Germania è stato possibile solo grazie alla protezione della polizia e all’approvazione dell’ospitante della riunione. I responsabili sono il rapper neonazi Patrick Killat ed Enrico Schottstätt. I due erano presenti nella serata e mantenevano i contatti con gli agenti e lx loro invitatx.
Come ulteriore visitatore dell’incontro fu riconosciuto il picchiatore nazi Kai Milde. La “Stumpfe Ecke” è nota come punto d’incontro degli Union-fan. Questo fa pensare che la questione dello spazio per l’incontro sul collegamento in rete risale a Schottstätt come attore principale di HoGeSa Berlino. Enrico Schottstätt è fan del 1. FC Union Berlin (NdT: squadra di calcio) e frequenta regolarmente lo stadio An der Alten Försterei.
Negli anni ’90 la zona attorno alla “Stumpfe Ecke” era una delle roccaforti della “Freiheitliche Arbeiter Partei” (NdT: Partito liberale dei lavoratori) neonazista. Ci sono regolarmente state delle azioni di propaganda e degli abusi da parte dei neonazi. A metà degli anni 2000, nel posto ci fu un breve rigurgito di abusi da destra come la fondazione di strutture da parte dei camerati più giovani.
Traduzione dal tedesco di mc, galera Menzingen, CH, ott. 2015
Nella notte di venerdì 9 ottobre abbiamo abbellito la sede di partito della CDU di Heilbronn con sacchetti di vernice nei colori dell’arcobaleno.
Negli ultimi mesi la CDU di Heilbronn colpisce sgradevolmente per il suo sostegno alla manifestazione reazionaria “Manifestazione per Tutti” a Stoccarda. Già per l’ottava volta, i conservatori di destra, i fondamentalisti religiosi, i populisti di destra e altri reazionari impazziti vogliono portare in strada domenica prossima il loro odio per lx omosessuali e il progresso sociale. Quel che iniziò con il pretesto della protesta dei genitori preoccupati contro il piano di formazione del governo verde-rosso del Land, ora si è sviluppato fino a diventare una delle maggiori manifestazioni regolari di destra nella Germania del Sud.
Con l’approvazione del capo di destra della CDU del Land Thomas Strobl di Heilbronn, ora anche l’associazione distrettuale incita al sostegno delle marce omofobiche. Inoltre, con il pastore evangelicale Christoph Scharnweber del “Circolo di Lavoro Evangelico nella CDU” (EAK) dell’ associazione distrettuale, un funzionario della CDU di Heilbronn partecipò alla mobilitazione di destra anche come oratore.
Ma non è la prima volta che la CDU di Heilbronn colpisce per la sua tendenza al pensiero di destra. Già nel 2012, EAK insieme agli “Anziani CDU di Heilbronn” organizzò un’iniziativa con la pubblicista cattolicissima, omofobica e antifemminista Gabriele Kubyper la giornata delle donne. Sotto il titolo “Gender Mainstreamning – Sovversione dell’ordine dei valori – Rivoluzione segreta(mente spaventosa)”, la Kuby allora aizzava contro l’emancipazione della donna.
Già nel 2011, EAK progettava pure insieme agli “Anziani CDU di Heilbronn” una conferenza con Conny Axel Meier. Questi è amministratore del movimento populista di destra “Movimento cittadino Pax Europa” e avrebbe dovuto riferire sul tema “Islamizzazione dell’Europa”. Causa proteste, l’iniziativa fu disdetta ma una presa di distanza politica non arrivò mai.
Con l’aperto sostegno di un movimento di massa di destra in strada, l’aderenza sui contenuti della CDU di Heilbronn con i movimenti di massa reazionari e religiosi-fondamentalisti ha ora raggiunto una nuova qualità.
Questa situazione necessita dell’intervento antifascista!
Niente pace alla propaganda reazionaria!
La CDU di Heilbronn deve diventare più colorata!
traduzione dal tedesco Mc, galera Menzingen, CH, ottobre 2015
Ci siamo già incrociati qui in via du Pré-Saint-Gervais, dove da maggio si trova la biblioteca anarchica La Discordia. Alcun* di voi sono venuti a incontrarci, altr* hanno ricevuto dei volantini e dei giornali sulla Place des Fêtes o a Belleville, altr* ancora sono diventat*, o stanno per diventarlo, degli/lle habitués della biblioteca. La settimana scorsa è stata trovato all’interno della scuola di fronte un dispositivo di sorveglianza, (in seguito documentato e distrutto), con una telecamera puntata sulla nostra porta, installato dai servizi «anti-terrorismo» della DGSI, con la benedizione e la discrezione della direzione della scuola.
Quindi da luglio, tutt* (noi, il personale della scuola, la gente del quartiere, chi va a prendere i figli a scuola) siamo stat* filmati dai servizi segreti. Quando entravamo o uscivamo dalla biblioteca, quando entravate o uscivate da casa vostra, quando venivate a prendere i vostri figli a scuola… Cosa ne pensate? E cosa dobbiamo pensare di una scuola, « Plaisir d’enfance », che lascia che i/le propr* vicin* vengano filmat* senza dire una parola, che presta cortesemente i propri locali a delle spie sconosciute per metterci una telecamera nascosta?
E invece di scusarsi con noi tutt* che viviamo in questo quartiere e con i vostri figli, che sono accolti in uno stabilimento che spalanca le proprie porte ai servizi segreti, cosa fa la direzione della scuola? Veniamo a sapere dalla stampa che hanno fornito una dichiarazione spontanea al commissariato, e per coronare il tutto, che non è a causa dell’intrusione della DGSI, ma «a causa dell’intrusione di militanti nello stabilimento» (Libération di sabato 10 ottobre). Eppure avevano ottenuto un appuntamento con la direttrice economica e amministrativa Muriel Emery, appuntamento che si è trasformato in «negoziazione» telefonica con François Figueroa, tesoriere, per avere la conferma che una certa «Annie», la direttrice generale, aveva esplicitamente autorizzato delle spie, implicando così tutta la scuola, a piazzare un dispositivo tecnologico di sorveglianza in direzione della biblioteca anarchica di fronte, collegato al sistema elettrico della scuola, e connesso alla sua rete wifi per inviare in diretta le immagini al QG dell’antiterrorismo, a Levallois-Perret.
I responsabili di questa scuola, ferventi difensori di metodi pedagogici che intendono «favorire l’autonomia del bambino» (in un mondo in cui l’autonomia è un crimine), dimostrano benissimo quello che valgono, in fondo. La lezione del giorno per i vostri alunni: «Con lo Stato siate sempre dei buoni collaboratori, con la polizia dei buoni delatori – rispettate sempre l’uniforme degli assassini». Un’idea sorprendente dell’autonomia.
E giusto per informazione, i «famosi» poliziotti che si sono presentati alla direzione di Plaisir d’Enfance a inizio luglio non rispondono più al numero di telefono che avevano lasciato. Forse hanno paura dello scandalo che incombe su di loro da quando abbiamo trovato la telecamera che ci (e vi) spiava e la notizia è venuta fuori, malgrado noi, sulla stampa? Perché quella telecamera, nonostante quello che ci ha detto martedì scorso la direzione della scuola, è stata installata illegalmente. E ci rendiamo conto che quando i loro sporchi intrallazzi vengono scoperti, i servizi segreti si nascondono (e lasciano nei casini i loro collaboratoruncoli). Spariscono, cosa che sanno fare bene.
Quell* di noi che hanno visitato la scuola martedì avevano privilegiato come prima scelta il dialogo, forse con delle illusioni (certo parecchio angeliche) basate sull’epiteto «Montessori» che la scuola si attribuisce (quel metodo educativo detto «aperto», spesso associato alle idee «libertarie»…). E ci siamo ritrovati di fronte a una negazione ridicola e vuote affermazioni filosofiche sulla legalità, come a delle bugie svergognate sulla presenza «immaginaria» di una domanda giudiziale fantasma (che aspettiamo ancora di vedere con i nostri occhi, sempre che esista davvero). All’attenzione della direzione: se mai un giorno la ritrovate, sapete dove spedirla, all’indirizzo preciso che avete coscienziosamente dato ai vigili, che si faranno un piacere di approfittarne per assillarci e minacciare l’esistenza di questo posto; una biblioteca anarchica, fatta di gente che rifiuta di essere filmata, schedata e sequestrata dallo Stato, che sia «legale» o «illegale», una distinzione che non aggiunge e non toglie niente al risentimento di questa vita spinata.
E che la direzione pensasse «che era per filmare degli spacciatori» (Libération), o degli anarchici, o che non pensasse niente (le vostre versioni non concordano…) non ci interessa. Lo spionaggio e il controllo sono pratiche inaccettabili, chiunque riguardino e qualunque sia lo scopo cui servono. Promettiamo di fare la pessima pubblicità che si merita a «quella famosa scuola Montessori che lavora coi servizi segreti contro una biblioteca anarchica». Contiamo informare su quello che è successo il quartiere, i/le vicin* comun* e tutte le persone sensibili al controllo come alla giudizializzazione delle nostre vite.
Ai/lle dipendenti della scuola: a priori non abbiamo nulla contro di voi, scegliete da che parte stare e prendete chiaramente posizione nei confronti della scelta della direzione. Siamo aperti alla discussione, alla solidarietà, all’aiuto tra vicini (promesso, se troviamo un dispositivo di spionaggio rivolto verso i vostri locali vi avvertiremo) e anche al dibattito. Potremmo persino perdonare al votro bulletto di aver pensato di esssere stato il solo a fare karatè alle medie. Vorremmo cindividere con voi più di quest’amara esperienza, sotto la cappa di piombo della Ragione di Stato. Potremmo per esempio scambiarci informazioni sulle ragioni e la modalità di questa sorveglianza, condividere le notizie etc. Siamo aperto tutti i lunedì dalle 16h, parliamone.
La rivoluzione non sarà «videosorvegliata».
Il 9 ottobre 2015, Dei/lle bibliotecar* della discordia.
Biblioteca anarchica La Discordia
45, Rue du Pré Saint-Gervais, 75019 Paris.
In un qualche momento durante la terza settimana di giugno, dei macchinari sono stati ancora sabotati sul sito di costruzione della Fennovoima a Hanhikivi, nella Ostrobothnia settentrionale.
Una scavatrice e un bulldozer hanno subito dei danni costosi, grazie alla distruzione dei cavi. Chi ha compiuto l’azione non rappresenta nessuna rete, gruppo od organizzazione.
Solidarietà con chi resiste alla costruzione nucleare a Pyhäjoki e ai/lle compagn* che resistono ovunque.
Mentre è in corso una campagna internazionale di solidarietà contro la condanna di un manifestante di novembre ci sembra importante fare un punto generale sulle condanne e fornire il nostro modesto punto di vista sulla situazione. E fare ampiamente appello alla solidarietà di tutt*.
Ricordiamo che le manifestazioni di novembre sono iniziate con la morte di un ragazzo. Nella zona del Testet erano in molti a dire che un giorno o l’altro l’azione selvaggia, determinata e legale delle forze dell’ordine sarebbe finita male. Per molti l’emozione è stata forte, perché tutti noi avremmo potuto essere quel ragazzo. L’identificazione non è stata la stessa quando, qualche giorno prima, in pieno centro di Tolosa, un membro della BAC abbatteva un altro ragazzo durante una rapina.
Le manifestazioni sono cominciate domenica 25 ottobre e non è che dal 1° novembre che a Tolosa la repressione si fa sistematica.
A nostra conoscenza contiamo:
il 1° novembre, 16 arresti;
l’8 novembre verranno fermate 21 persone;
il 22 novembre ci saranno 17 arresti, 18 se contiamo la persona che si è fatta arrestare davanti al tribunale il martedì successivo durante un presidio di sostegno.
il 21 febbraio, 13 accusati.
Per un totale di almeno:
6 persone incarcerate, di cui 4 ancora dietro le sbarre a Seysses
47 mesi di prigione
34 mesi di condizionale
860 ore di lavori socialmente utili
5 000€ di multa
10 450€ di risarcimento danni per i poliziotti
2 400€ per gli avvocati dei poliziotti (solo per febbraio)
45 500€ di risarcimento per danni materiali
In tutto, nell’insieme delle manifestazioni tolosane sono state arrestate 68 persone. Un buon numero verrà rilasciato senza procedimenti giudiziari o con un richiamo alla legge.
Senza contare la repressione contro la ZAD e contro le manifestazioni che si sono svolte nel Tarn (41 accusati).
(le cifre qui riportate sono suscettibili di cambiare in seguito ai vari appelli in corso e a condanne che possono esserci sfuggite)
Non vogliamo cedere alla tentazione di vedere in questi atti semplicemente qualcosa di nuovo ed eccezionale. Abbiamo constatato la militarizzazione crescente della polizia, l’utilizzo sistematico nei quartieri popolari, l’uso di forza d’assalto e di aggressioni, che provocano fatalmente morti, feriti, mutilazioni. Non si tratta di eccessi o incidenti, ma della conseguenza logica della missione del mantenimento dell’ordine. Pensiamo che dobbiamo organizzare la solidarietà e armare la nostra difesa, di fronte ai problemi di ordine pratico che ci pongono la giustizia, la polizia e le sue armi nelle nostre lotte. Bisogna fare il collegamento tra la repressione quotidiana degli illegalismi popolari e quelle delle lotte. Farla finita con l’idea che la polizia fa un buon lavoro tranne quando ci reprime. La polizia, la giustizia, la prigione sono gli strumenti che rendono possibile la distruzione sociale.
Abbiamo mandato, e ancora lo facciamo, dei vaglia mensili alle persone in prigione; in maniera più generale aiutiamo sul piano finanziario le persone accusate in questi casi. Per noi è una spesa non indifferente e facciamo appello a un’ampia solidarietà.
Potete aiutarci inviando dei doni all’ordine della “C.A.J” (è sufficiente) a: CAJ c/o Canal sud 40 rue Alfred Duméril 31200 Tolosa.
Lunedì 25 maggio, verso le 10 del mattino, delle barricate sono state alzate e ci sono stati scontri tra giovani e i bastardi della polizia fuori dal Liceo Darío Salas, dove era stato spiegato uno striscione in memoria del compagno anarchico Mauricio Morales, caduto in azione il 22 maggio 2009 mentre cercava di attaccare la scuola di polizia.
Venerdì mattina, 9 Agosto, dei compagni hanno effettuato un intervento di solidarietà con le occupazioni Parartima e Maragopouleio e lo spazio autogestito dei TEI a Patrasso che sono stati preso d’assalto dalle forze dello Stato nelle prime ore del 5 Agosto.
Durante l’intervento, dei striscioni sono stati collocati all’ingresso del sito archeologico di Acropoli, interrompendo l’immagine falsa di una città “rispettabile” di Atene ed hanno attirato l’attenzione dei visitatori.
Abbiamo scelto questa posizione sapendo che la nostra presenza in un “ambiente di primo piano” (vale a dire una delle attrazioni turistiche della città) sarebbe stata una spina che fa male allo Stato.
Nulla rimarrà senza risposta …
Avete seminato il vento, e raccogliete la tempesta.
29 Aprile 2011 : la storia inizia con degli arresti inaspettati; il mio e di altri due compagni. Inaspettati perché non basati su prove o testimonianze oculari, ma piuttosto su “resoconti anonimi” molto “convenientemente” consegnati nelle mani della polizia greca, i quali fanno il mio nome e quello di altri due compagni, citando i nostri numeri di telefono e indirizzi.
Pertanto siamo stati arrestati in un clima di terrore creato dalle forze di sicurezza statali e dai mass media. Perquisizioni domiciliari per presunte “prove” sono arrivate poco dopo, cosi come il mio arresto, e poi ammanettato per diverse ore nella stazione di polizia di Atene. Nel frattempo, per due giorni, siamo stati dati in pasto ai media, i pappagalli della sicurezza statale, che falsamente hanno parlato di “arresto degli incendiari della banca Marfin”. Poi le autorità mi hanno preso e fatto fare una “visita guidata” per i piani della stazione di polizia, fino a portarmi in una stanza designata per l’identificazione dei sospetti, dove vari “testimoni” sono passati uno dopo l’altro, presumibilmente per identificarmi. Dopo quella sera, siamo stati convocati – casualmente il 5 Maggio 2011! – per testimoniare presso la sede del servizio di sicurezza statale – senza fare giuramenti o dare impronte, ecc – riguardo al tragico incidente della filiale della banca Marfin e l’attacco alla libreria Ianos [entrambe in Stadiou street, nel centro di Atene] avvenuto un anno prima, durante lo sciopero del 5 Maggio 2010. Continue reading Grecia: Lettera di un compagno accusato per i fatti del 5 Maggio 2010→
Quattro anni?. Mi sembra un’infinità, ma anche un nulla da quando Culmine mi mandò la notizia di quel 22 Maggio, insieme a un ritaglio di giornale con la sua foto. Solo un pezzo di carta, un’immagine già segnata dal tempo, destinata presto a scomporsi?.
Si, ma anche molti di più!.
É il simbolo di un ricordo indelebile, è una cara ed intima immagine, una delle davvero pocche che ho finora sempre attaccato al muro della cella. É il simbolo di un legame con il guerriero Mauri, e con la sua tribù guerriera, impresso a fuoco sempre fermo e saldo nel mio cuore e nella mia mente.
Oltre ogni confine, distanza, repressione, e morte!
Nei giorni, nelle settimane, negli anni tanto isolati quanto irrimediabilmente e profondamente vissuti nel cerchio intimo e mondiale della nostra resistenza e guerra sociale, quando mi scorre in mente o mi scorrono gli occhi al punky Mauri, ogni volta mi fermo colmo d’amore, e fieramente saluto e sorrido a questo nostro fratello e compagno guerriero.
E poi, ma quante volte succede!, ci narriamo le nostre vite e lotte contro questa putrefatta società…SOCIETÀ tanto imperante quanto sempre traballante sotto il timore che incutiamo al sistema letale con la nostra fermezza ed azione solidale!.
Parliamo, il punky Mauri ed io, del nostro amore e del loro timore di chi ben sa dove sta la forza della ragione e dell’amore, di chi ben sa che ha solo la ragione della forza senza cuore, senza vita e distruttiva della tecnologia, del denaro, del potere sul mondo schiavo.
Parliamo della mia gratitudine, enorme, di come sempre mi aiuta a rimanere uniti tra noi e con voi tuttx, uniti con questo nostro mondo guerriero in lotta per un mondo e un futuro giusto per tuttx ed in tutto. Per un mondo liberato dal loro potere, dal loro denaro, liberato dalla loro tecnologia e schiavitù, dalla loro distruzione totale!
Ecco di cosa parliamo, Mauri ed io, sempre. Di vita, di lotta. D’irrimediabile fermezza!
Mauri, non sarai mai solo un ricordo, fratello e compagno mio!
Sarai sempre con noi, sarai vivo nella nostra vita, sarai vivo nella nostra fermezza, sarai vivo nella nostra lotta!
Mauri, esempio e forza guerriera oltre ogni tempo, confine, distanza, repressione, e morte!
Marco Camenisch, dalla galera Svizzera, fine Maggio 2013 e sempre!
A pochi giorni dal primo anniversario del rapimento del nostro compagno Henry e dopo numerose udienze sospese ed una in cui le hanno negato le misure cautelari, oggi, 2 di Maggio 2013, vogliamo informare che Henry ha ottenuto l’arresto domiciliare.
Con la dignità come alleata, amica e compagna, e senza piegarsi al potere, nonostante l’atmosfera carica di collaborazione con la polizia, il nostro compa esce con onore per stare con i suoi in attesa della risoluzione del caso.
Tutto il nostro sostegno a Henry, il nostro orgoglio per averlo come compagno, e la nostra forza in modo che siano sempre più compagni che riescano ad uscire fuori dalle gabbie del potere.
Fino alla liberazione totale!
Demolizione delle carceri!
Con orgoglio partecipiamo alla guerra sociale presente nel territorio dominato dallo stato argentino, sabotando gli strumenti più preziosi per gli esseri civilizzati, le auto.
Amici della Terra ha realizzato gli attacchi incendiari contro le automobili di lusso nei quartieri più capitalisti della capitale federale, anche se la polizia federale argentina della stazione 45 dice di aver arrestato un “brucia-auto”, 12 ore dopo un auto di lusso stava bruciando proprio dietro alla stazione della polizia e alla caserma dei pompieri.
Le auto che non sono di lusso e che sono stati colpiti dal nostro fuoco, hanno avuto la stessa sorte delle altre, perché così stanno le cose, la sicurezza privata della Villa Devoto e della Villa Urquiza lo sanno già molto bene, perché di certo non hanno contato sulle Alfa Romeo nuove che si sono bruciate a Devoto, se delle Chevrolet Corsa in Recoleta mentre prendevano la Citroën C4 che stava dietro e prendeva fuoco una camionetta Eco sport a 5 isolati di distanza.
Non fu solo la BMW che si vide in TV, quella che bruciò a Villa Urquiza, né soltanto la concessionaria di auto al 6700 di Av. San Martìn fu la sola che subito un attacco incendiario, ma anche quella situata al 7000 di Av. San Martìn.
La nostra forza e determinazione sono determinate da ciascuno dei compagni che hanno preso coscienza del fatto che non si deve più aspettare a che le condizioni siano mature per attaccare. Perché le condizioni sono date nel momento in cui passiamo all’offensiva. Se ci fermiamo ad aspettare, accadrà solo il contrario di ciò che pensiamo sia il meglio che possa accadere.
Il controllo sociale esercitato dal potere dell’autorità mira a terrorizzare con giudizi e punizioni, cercando di fare di ogni cittadino un potenziale poliziotto. Non possiamo permettere che ciò continui così. La disobbedienza è un buon esercizio per raggiungere la libertà e capire un po ‘di più la realtà che viviamo e che si basa sulla morte e la miseria di essere schiavi di un modo di pensare e di fare le cose, a cui la società è già stata addomesticata per considerarla libera.
Come gli amanti della libertà che siamo, ricordiamo anche molti nostri compagni d’azione si trovano in prigione.
Saluti e Viva l’Anarchia.
Amici della Terra/ Federazione Anarchica Informale
Le immagini sono solo indicative: Un grande striscione è stato immesso sul Castello di Patrasso in solidarietà con Amalias Villa, un altro striscione a Mytilini, sull’isola di Lesvos, si legge “Solidarietà con l’occupazione di Villa Amalias” (mentre sullo slogan dietro, sul muro, si legge “lo Stato e il Capitale sono gli unici terroristi”), e l’ultima foto viene da Salonicco, dove compagni hanno dipinto messaggi di sostegno del tipo “Non prenderete la Villa Amalias, neppure nei vostri sogni…”
Nelle prime ore del mattino di Venerdì 21 Dicembre abbiamo posizionato un ordigno incendiario composto da cinque bombole di gas sulla facciata dell’edificio dei KEP (il cosiddetto Centro Servizi dei Cittadini), che si trova all’incrocio delle Vie Dyrrachiou e Amvrakias, nel distretto di Sepolia.
Eravamo armati con rabbia e consapevolezza relativa alle ultime mosse del nemico di classe contro l’ambiente anarchico/antiautoritario, e in particolare dal ministro fascista della Repressione Civile, alias ministro dell’Ordine Pubblico Dendias, e i suoi soci, il Primo Ministro Samaras e il sindaco di Atene Kaminis, che hanno invaso l’occupazione di Villa Amalias.
Con questa azione diretta, abbiamo dimostrato la nostra solidarietà con l’occupazione anarchica di Villa Amalias e gli otto compagni perseguiti, che si sono tenuti nelle segrete infernali del quartier generale della polizia di Atene. Abbiamo preso di mira il KEP perché appartiene alla giurisdizione del comune di Atene, che ha avuto un ruolo di primo piano nel caso dell’evacuazione prevista dell’occupazione.
Avvertiamo coloro che hanno contribuito a questo specifico attacco che questo era solo l’inizio.
RITIRO IMMEDIATO DELLE FORZE DELLA REPRESSIONE DALL’OCCUPAZIONE
Don Pedro era (e forse continua a essere) un “vero Stoico”, un essere “Unico” ed “Egoista” che finì in prigione per aver ucciso o pugnalato qualcuno (non ho mai potuto verificare del tutto questo capitolo della sua vita)…
Lo conobbi nel “Dipartimento Speciale” (modulo FIES) di “El Acebuche”, ad Almerìa. Fisicamente era un personaggio che incarnava perfettamente quello stereotipo che tuttx abbiamo di Don Chisciotte: relativamente alto, magro, sopra i cinquant’anni; con una barba a punta grigia e i capelli corti…
Camminava molto ritto, esageratamente maestoso; ma la cosa più vistosa era il suo tono di voce e la sua maniera di esprimersi. Parlava molto adagio e selezionava coscienziosamente ogni parola mentre inchiodava qualcuno al suo sguardo (che oscillava tra l’arroganza e l’ironia) cercando di scoprire se il suo interlocutore era degno del suo tempo e comprendeva quello che egli cercava di esprimere…
Si diceva di lui che era stato Professore di Letteratura (il che è plausibile) in qualche Istituto di Valencia. Il motivo per cui finì nel FIES non fu certo per aver partecipato a proteste, rivolte o evasioni… Quello sarebbe andato contro i suoi “valori” e “principi filosofici”; non a caso oltre a considerarsi un “Vero Nietzschiano” si considerava un misantropo…
No, Don Pedro tolse un occhio a un carceriere quando questo si affacciò allo “spioncino” della porta per vedere cosa lui stesse facendo nella cella… A partire da questo incidente l’esistenza di Don Pedro fu un lunghissimo pellegrinaggio per i carceri speciali della democrazia spagnola…
È scontato dire che egli non si “abbassava” a “denunciare” le innumerevoli occasioni in cui era oggetto di pestaggi e torture da parte dei carcerieri.
Nonostante noi (quelli del FIES) fossimo soliti ridere di lui (o più che di lui, della sua “filosofia di vita”), ci stava “simpatico” per la sua “particolarità” e perchè il suo odio verso i carcerieri era reale e ogni volta che gliene davano l’opportunità lui cercava lo scontro con loro.
A Don Pedro piaceva conversare con me…non riusciva a comprendere come “qualcuno come me” (studente di Filosofia con una gran conoscenza delle opere di Nietzsche) potesse “essere Marxista” (lui non riusciva a comprendere le differenze tra Anarchismo e Comunismo; e ancor meno il Comunismo Anarchico) e “abbracciare illusioni metafisiche”….
E così ammazzavamo il tempo: alcune volte parlavamo (filosofeggiavamo?) dei filosofi di Mileto, di Diogene Laercio, di Socrate-Platone-Aristotele per finire con il suo Maestro, Nietzsche e la sua opera preferita: “Così parlò Zarathustra”…
Alcune volte mi sdraio nel letto con lo sguardo fisso al soffitto e mi immagino cosa direbbe Don Pedro su questa fusione filosofica del suo maestro con una “ideologia” politica come il Nichilismo…e mi metto a ridere…
Don Pedro; un “Super-Uomo” stoico e misantropo così coerente con sé stesso che rifiutò di lasciare qualunque tipo di “trascendenza” che gli sopravvivesse. Nemico dell’umanità e dell’umanesimo; egoista e unico, nessuno che non lo abbia conosciuto di persona sa della sua esistenza e della sua opera materializzata in sé stesso: nella sua etica…!!!
E per lui tutto si riduceva a questo: il “super-uomo” era la sua etica e morale; la sua attitudine di fronte all’avversità e all’esistente: senza pena né gloria…
Perchè, evidentemente, se non ci sono etica e morale (che insomma sono una forma di concepire sé stessi e agire di conseguenza) […] entreremmo in un “relativismo” che non ha niente a che vedere con la corrente filosofica dello stoicismo moderno.
Me lo immagino tutto ritto in piedi che dice: quelli sono “ciarlatani”, “Don Pombo”, ciarlatani…!!
Si può dire che Don Pedro chiamava Don quelli che rispettava e “tu” tutti gli altri… Quello era (e/o è) un vero Stoico: Don Pedro…
Oggi, 9 Ottobre, ad Amburgo sono stati appesi due striscioni nei pressi della stazione ferroviaria centrale, oltre i raggi, in modo da essere visibili da quasi tutti i treni in corsa, che avevano scritto in tedesco ed in inglese: “Solidarietà con i manifestanti in Grecia” ed “Una battaglia – Una Lotta (A)”.
La ragione di questa azione simbolica è stata la “visita” di Angela Merkel ad Atene e il conseguenti “divieto di riunioni pubbliche e di cortei nelle aree pubbliche di Atene” direttamente connesse con la visita del cancelliere tedesco.
I compagni hanno voluto protestare anche per la politica della troika per quanto riguarda la “crisi”, una politica che segue in gran parte le direttive della parte tedesca e provoca l’impoverimento di ampie fasce della società, dissolvendo nello stesso tempo il sistema sanitario e lo stato sociale, mentre le banche e gli altri settori di investimento privato vengono ”salvati” intascando dei miliardi.
Il pomeriggio del 26 Settembre, un gruppo di incappucciati ha tagliato il traffico ed ha sollevato barricate sul viale Alameda, al di fuori dell’Università Usach, nel comune di Estación Central.
L’arrivo delle forze speciali di repressione, è stato accolto dai ribelli sono con cocktail di molotov e pietre. La polizia, a sua volta fatto uso di veicoli di lancio di grandi quantità di acqua e gas lacrimogeni.
In seguito, gli incappucciati si sono ritirati dietro il cancello, dove hanno continuato a combattere, fino di ritirarsi ad un altro settore del campus. I poliziotti per giustificare il loro “lavoro”, sono poi entrati nell’università ed hanno arrestato alcuni studenti non collegati ai disordini.