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Veracruz, Messico: Rivendicazione di bomba contro Bancomer

Noi dell’Iniziativa Anarco-Insurrezionalista di Offensiva e Solidarietà – Julio Chavez Lopez rivendichiamo la collocazione di un congegno esplosivo artigianale in una banca Bancomer situata nella zona industriale di Tejerìa, Veracruz il giorno lunedì 17 Settembre 2012, come gesto di solidarietà con il compagno anarchico Mario López “El Tripa” nello svolgimento delle udienze contro di lui per collocazione di un congegno esplosivo, per il quale rimase ferito e per cui si trova attualmente nelle grinfie del nemico. Allo stesso modo vogliamo esprimere la nostra solidarietà con la compagna Felicity Ryder nella sua dignitosa fuga. Forza, in qualunque luogo ti trovi.

Dobbiamo menzionare il fatto che il congegno pare sia stato neutralizzato dalla marina, in questi momenti deve trovarsi nei quartieri della repressione per essere analizzato. Bisogna dire che questo non sarebbe potuto succedere senza la complicità “cittadina” di chi continua a difendere l’attuale ordine di dominio e la “pace” e “normalità”, risultato della sua passività e sottomissione. È la cittadinanza, la gente passiva che ha accettato e interiorizzato il ruolo della polizia che la Stato ha così ben cercato di estendere attraverso la civiltà, il patriottismo, la cultura della denuncia, l’attaccamento e il fervore per la legge e la sua paradossale e stupida lotta contro la delinquenza e la corruzione.

Da qui vogliamo fare una chiamata a non ingrossare le file della repressione e della difesa del capitale, a non unirsi alla marina, all’esercito, alla polizia nè al narcotraffico e capire che questi sono solo parte e conseguenza della logica capitalista del sistema che cerca l’accumulazione e la difesa della proprietà privata. Così come ribellarsi alle istituzioni di controllo, ribellarsi contro sè stessx perchè è principalmente la convinzione individuale quello che rende possibile e percorribile la lotta per la liberazione.

Liquidiamo la polizia che portiamo dentro di noi e che dalla nostra nascita il sistema ha fatto crescere nelle nostre menti.

Rimaniamo con la soddisfazione di sapere che il nemico sa di avere sempre un sasso nella scarpa che cercherà il combattimento al suo ordine e alla sua normalità dominante.

Un saluto a tuttx x sovversivx, individualità e gruppi insorti che giorno per giorno con valorosità e convinzione danno la faccia contro tutta l’autorità con gesti ribelli e antiautoritari in tutti gli aspetti della vita.

Solidarietà con Mario López “El tripa”, Felicity Ryder e Braulio Duran!!
Solidarietà con i fratelli di Culmine e tuttx i repressx in Italia, Grecia, Stati Uniti e Cile per la repressione anti-anarchica!!
Forza Eat e Billy in Indonesia!!
Siamo con voi Marco Camenisch e Gabriel Pombo da Silva!!
Sempre faccia a faccia con il nemico!!

In Guerra contro lo Stato, il Capitale e Tutta l’Autorità. Per l’estensione dell’Anarchia,

Iniziativa Anarco-Insurrezionalista di Offensiva e Solidarietà – Julio Chavez Lopez
Federazione Anarchica Informale
(IAOS-JCL/FAI).

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Grecia-Salonicco: “Ora siamo tutti persona non grata” – Testo di un* compagn* arrestat* durante lo sgombero dell’occupazione Delta

Nove degli arrestati nello sgombero dell’occupazione Delta sono poi stati rilasciati su cauzione dopo il processo, durante il quale hanno fatto uscire una dichiarazione politica collettiva. Tutti gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di diverse accuse minori, hanno ricevuto condanne sospese (da 3 mesi a 16 mesi) e hanno 3 anni di libertà vigilata. L’ammontare delle loro cauzioni è stato di 7.950 euro. Fino ad oggi, il decimo imputato è ancora prigioniero, e rischia di essere deportato a causa di una falsa testimonianza della polizia: un poliziotto ha testimoniato in tribunale che il compagno aveva un passaporto falso (che non è vero).

Uno dei dieci arrestati ha scritto e ci ha mandato un testo il 22 Settembre, esprimendo opinioni su quello che è accaduto nell’intera farsa:

ora siamo tutti persona non grata

Mai vidi un uomo guardare
con un occhio così intenso
quell’esigua striscia d’azzurro
che i prigionieri chiamano il cielo
– Oscar Wilde, La ballata del carcere di Reading

Compagni, cosa posso dire riguardo agli ultimi giorni, oltre al teatro dell’assurdo, ho bisogno di dire altro? Dal primo giorno in un processo kafkiano, con la società dello spettacolo fuori dalla porta di ingresso. Nessuno può iniziare a capire che la giunta non se n’è mai andata finchè non si trova con una pistola puntata in faccia nelle prime ore della mattina, con la faccia sbattuta contro il muro, gettati sul pavimento sotto una scarica di scarponi che ti calpestano, in un evento-pantomima di Hollywood, che porta a far cadere la facciata della democrazia greca e svelare la sua vera faccia fascista. Chi pensavano di avere trovato, quando sono entrati nell’edificio pieni di coca? Terroristi? No, i veri terroristi sono quelli in parlamento che hanno dato l’ordine!

Quello che è accaduto al Delta non è stato un atto di terrorismo; è stato un tentativo di creare un mondo diverso da quello gestito dallo Stato e dal Capitale, di prendere controllo delle nostre stesse vite, contro la lenta uccisione di ognuno nel loro sistema, uno spazio liberato in cui esistere liberamente, veramente. Non abbiamo fatto questo solo per noi stessi, ma eravamo aperti alla comunità intorno a noi, più di quanto lo sarà mai qualunque politico.

Dentro i saloni della legge e della moralità, eravamo soggetti alla tortura della società-prigione dello Stato nella sua forma concentrata, designata a spezzarci finchè non avremmo urlato pietà, ma abbiamo rifiutato! Perfino quando ci hanno costretto a dare le nostre impronte, non abbiamo ceduto, con 20 poliziotti dei MAT nella stanza, una pistola puntata alla testa, hanno piegato i nostri corpi in modo da non lasciare danni permanenti che avrebbero reso nulle e vuote le loro testimonianze di fronte alla corte.

Dentro alle celle, segregati, alle donne era permesso di uscire dalle loro celle, come se il sessismo non fosse una sorpresa anche nel sistema carcerario, loro non erano considerate una minaccia rispetto a quelli dell’altro sesso. Nascosti per ore dai prigionieri sociali, come se fossimo un contagio pronto a diffondersi.*
Ci siamo fatti nuovi compagni nelle celle della stazione di polizia, naturalmente, poichè tutti noi siamo il virus di un sistema malato. Ci sono giunte alle orecchie storie della brutalità dalla polizia verso tutti i prigionieri, di confessioni forzate a suon di pestaggi. Tuttavia, attraverso tutto questo, non puoi dire di aver sentito la gioia della solidarietà finchè non hai sentito i compagni fuori che urlano, mentre tu urli i tuoi polmoni si prosciugano, l’energia delle cellule prende vita con ogni slogan.

Come nota ulteriore, gli sbirri hanno deciso di gettare nelle nostre celle, come misura extra, due delatori tossici. Queste facce le abbiamo viste dopo essere usciti a Piazza Rotonda, il campo di battaglia vittorioso che gli sbirri hanno riempito di tossici e poliziotti in borghese ad ogni angolo. Superfluo dire che ci siamo tolti dalla loro presenza immediatamente, senza permesso dei nostri carcerieri, per evitare di trovarci con del sangue sulle mani, o peggio, che le nostre parole incontrassero le loro orecchie. Diciamo una cosa chiaramente: lo Stato può rivendicare ogni piazza o area che vuole, ma questi sono solo simboli, posti fisici; il nostro rifiuto è molto più di questo. Per cui lasciamo che il capo della polizia si pavoneggi come un galletto per Piazza Rotonda circondato da decine di sbirri dei MAT; lasciamo che la riempia dei suoi informatori; siamo molto più di questo.

Il processo giuridico non è stato altro che una corte militare, ma perfino una corte militare sarebbe stata più corretta nel suo prendere in considerazione le prove. I giudici borghesi avevano già preso la loro decisione, gli ordini gli arrivavano dall’alto, nessuna pietà come chiesto dal ministro dell’ordine pubblico e della giustizia, ma non ci aspettavamo niente di meno, e non abbiamo mai chiesto loro pietà. Questa è la democrazia, che non ha preso nota del fatto che il passaporto di un compagno colombiano è stato considerato falso dai poliziotti, che non ne avevano nessun diritto. Le prove hanno mostrato che questo in passato era stato considerato vero. Volevano solo un ostaggio, ce l’hanno portato via alla fine senza che nemmeno lo sapessimo. Così è come lavora la sanguinaria democrazia, non che ci aspettassimo altro.

La peggior possibile conseguenza di questo spettacolo è per esso di dividerci.

L’incarcerazione ha unito insieme i compagni, incluso me stesso, perfino a dispetto delle differenze di opinioni. Quando lo stivale pieno della repressione ci arriva dritto in faccia, tutte le tendenze, le rivalità, i conflitti interni – e con questo mi rivolgo a tutti – sono senza senso, sono più distruttivi che costruttivi. Il peggio deve ancora venire, non ci sono dubbi su questo, poichè lo Stato cerca di infliggerci altra miseria, di schiavizzarci ancora di più a sua immagine.

Loro sono quelli che traggono beneficio della nostra non-unità, e lo sanno. Nel passato mi sarei pres* a cuore di più una tendenza, ma ora guardando dall’esterno posso criticare me stess*. Quello che adesso importa è unirsi, resistere e organizzarci nel modo che scegliamo, non solo assemblea dopo assemblea o testo dopo testo, ma con onesta prassi, prassi, prassi contro quello che verrà.

Per il mio amico colombiano ancora in ostaggio dello Stato,
giù le mani dal nostro compagno.

Per gli altri prigionieri dello Stato che abbiamo incontrato nelle celle,
fuoco a tutte le prigioni, a tutte le celle!

Delta è ovunque, è ancora viva dentro di noi!

Da una persona non grata

* C’è una lettera recente, molto forte, da parte di alcuni prigionieri sociali che sono rinchiusi nelle celle della stazione di polizia di Thessaloniki (GADTH), un testo scritto durante i giorni in cui i compagni arrestati al Delta squat erano anch’essi incarcerati dentro quelle orribili stanze di detenzione (dove non c’è cortile, nessun accesso non autorizzato ai bagni, ecc.). Altri detenuti ovviamente hanno passato la loro lettera ai compagni, e così gli anarchici sono stati in grado di diffonderla (in greco: firmata da “prigionieri del buco dell’inferno del GADTH). Un estratto: “Prima di tutto dobbiamo sottolineare che, anche se le celle della stazione di polizia sono destinate alla custodia temporanea, molti di noi sono qui da più di 8 mesi, con la scusa che nelle altre carceri non c’è posto. Attualmente, ci sono un totale di 85 detenuti qui”.

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco alla stazione della polizia “Acropoleos”.

Nella notte di Sabato 29/9/12, abbiamo attaccato la stazione della polizia “Acropoleos” con barili di benzina e bombe molotov e dato alle fiamme l’ingresso così come auto e moto, auto di servizio, auto private di poliziotti ed auto confiscate, che sono parcheggiate sulla strada di fronte alla stazione della polizia.

È stata una mossa riflessiva dinamica come una risposta all’orgia dell’oppressione della polizia di uno stile di giunta della quale abbiamo tutti sperimentato il giorno dello sciopero generale il 26/9, con le centinaia di detenuti, gli arresti, l’umiliazione pubblica degli arrestati, i prodotti chimici e le percosse agli pre-incontri nei quartieri di Atene e durante la dimostrazione principale. I pezzi di merda della polizia greca, dalla dirigenza fino all’ultimo poliziotto a guardia di una piccola stazione di polizia, dovrebbero sapere che nulla rimane senza risposta.

I loro metodi oppressivi e vendicativi nei confronti di coloro che stano a testa alta contro la barbarie dei nostri giorni, non solo non ci spaventano, ma armano le nostre menti e le nostre mani. La guerra infuria e la migliore difesa è sempre l’attacco e l’attacco a sorpresa. Così i tutori dell’ordine ed i loro superiori dovrebbero essere pronti a pagare il prezzo, in attrezzature e prestigio.

P.S.: Lo stesso vale per i marmocchi delle squadre Delta e Dias che, oltre a tutto il resto, ieri sera hanno anche attaccato le moto della manifestazione antifascista picchiando ed arrestando dei compagni. Abbiamo un sacco di progetti da fare e stiamo salvando il meglio per loro…Solidarietà per gli arrestati.

P.S.2. Saluti incendiari e pugni sollevati a tutti i compagni che sono stati processati per i casi dell’O.R. CCF l’8 Ottobre. Onore per sempre al compagno Lambros Foundas che era, è e sarà per sempre al nostro fianco in ogni momento dell’attacco.

testo originale in greco, in inglese (con più foto), in spagnolo, in francese

Atene: Attacco “comando” con molotov contro la squadra anti-sommossa della polizia in Exarchia

Sabato, 29 Settembre, a mezzanotte, abbiamo attaccato la squadra anti-sommossa della polizia (MAT) in via Harilaou Trikoupi con molotov. Questa azione si pone come una risposta riflessiva contro la gogna imposta ai compagni ed i combattenti attraverso il rilascio ufficiale delle loro fotografie, subito dopo il loro arresto il giorno della mobilitazione dello sciopero. Se pensano che con i metodi violenti di repressione e l’ondata della lussuria terroristica ci intimidiranno, sono terribilmente ingannati.

Resistenza con ogni mezzo ed/in ogni momento con rabbia e coscienza

SOLIDARIETÀ A TUTTI GLI OSTAGGI DIGNITOSI DELLA DOMINAZIONE
NULLA È FINITO. TUTTO CONTINUA…

Compagni in solidarietà

fonte

I poliziotti hanno rilasciato foto e dettagli di nove su un totale di 23 manifestanti arrestati il 26 Settembre ad Atene, sollecitando ancora una volta altri cittadini a diventare spie. Dopo l’arresto sono stati sottoposti al procedimento (sia adulti che minori, molti gravemente feriti), e sono stati segnalati come rilasciati, alcuni dei quali con condizioni restrittive, alcuni in attesa di un futuro processo. (Ci saranno aggiornamenti non appena avremo ricevuto informazioni confermate.)

$ile: Aggiornamenti sui prigionieri politici mapuche

Angol, comunicato dei prigionieri politici mapuche a più di un mese di sciopero della fame

I prigionieri politici della comunità Wente Winkul Mapu del Lof Chekenco, Paulino Levipan Coyan, Daniel Levinao Montoya, Rodrigo Montoya Melinao e il suo portavoce Eric Montoya Montoya, desideriamo comunicare all’opinione pubblica nazionale e internazionale quanto segue:

Oggi 23 Settembre vogliamo rendere noto che ci siamo sollevati con una voce piena di forza. Che abbiamo lottato per recuperare la terra che ci hanno tolto, per essere figli degni di questo popolo che con orgoglio e sangue la ha difesa attraverso la storia.
Nonostante la discriminazione e il trattarci come “indios ignoranti”, dobbiamo dire che prima che loro arrivassero, noi eravamo. Era la nostra cultura, era la nostra lingua, era la nostra religione, la nostra forma di sopravvivenza, non non aveva niente a che vedere con la sottomissione e lo sfruttamento degli altri.

Ci chiamano ignoranti perchè la loro avarizia ed egoismo gli ha impedito di conoscere, sapere e rispettare un popolo diverso dal loro.
Vogliamo dire che sebbene ci abbiamo privati della libertà, continua a scorrere nelle nostre vene il sangue guerriero che non sconfiggeranno mai. Che le catene che portiamo non ci intimidiscono.

Vogliamo ripetere che nonostante i disagi di questo sciopero, e il fatto che due di noi abbiano la tachicardia, continueremo a difendere il nostro diritto con la vita e riteniamo responsabile lo Stato cileno, con a capo il presidente Piñera, di negarci il diritto a un giusto processo, alla presunzione di innocenza e al rispetto degli accordi internazionali che hanno firmato per la protezione del nostro popolo.

Continueremo con la resistenza per difendere il nostro diritto, perchè non è solo il diritto nostro, ma quello dei figli e delle generazioni di mapuche a venire, per continuare a lottare per la terra di cui ci hanno spogliato.

Perchè nè il carcere, nè la morte fermeranno la nostra lotta per la libertà e il territorio del nostro popolo-nazione mapuche.

Prigionieri politici mapuche Wente Winkul Mapu

Angol. Prigioniero mapuche in sciopero della fame trasferito in ospedale

Il 26 Settembre 2012 Daniel Levinao Montoya, da più di 30 giorni in sciopero della fame, è stato trasferito dal carcere di Angol all’ospedale della stessa città. Dopo aver presentato pulsazioni deboli, gli è stato fatto un elettrocardiogramma che ha riportato come risultato una drastica diminuzione del suo ritmo cardiaco.

Il resto dei prigionieri politici mapuche in sciopero ancora non hanno presentato problemi di salute pur essendo la loro condizione delicata.

Solidarietà con i mapuche in sciopero della fame!

STATO DI SALUTE DI TUTTI I PRIGIONIERI IN SCIOPERO DELLA FAME (23 settembre)
Peso iniziale ——> Peso attuale
Paulino Levipan: 67.800 -59.000
Rodrigo Montoya: 64.100 -56.300
Erick Montoya: 65 .400 -58.400
Daniel Levinao: 63. 700-53. 800

Collipulli. Arrestato mapuche accusato di tentato omicidio a un poliziotto e incendio.

Il 27 Settembre è stato arrestato il mapuche Cristián Pablo Levinao Melinao (30 anni) accusato di diversi crimini legati al recupero delle terre e al controllo territoriale. Tra questi, l’incendio a dei fondi e lo scontro con le forze speciali dei sottocommissari di Chiguayhue appostati come guardie private dei latifondisti.
Di nuovo il procuratore Luis Chamorro porta la causa, sollecitando e ottenendo la carcerazione preventiva contro Cristián sequestrandolo nel carcere di Temuco.

fonti: i,ii,iii

Russa, fagiani liberati e ripetitore incendiato dall’ELF/ALF – FAI

Comunicato anonimo:

“18 fagiani liberati a Chelyabinsk, un ripetitore per cellulari dato alle fiamme a Kolomna, alberi piantati in altri luoghi. Azioni di solidarietà dalla Russia.

La stagione di caccia in Russia è cominciata simultaneamente alle piogge d’autunno. Oggi questo viene chiamato “Provvediamo al meglio per il vostro tempo libero”. L’assassinio della vita selvaggio è diventato un banale hobby, un divertimento, un modo per rilassarsi dalla routine di lavoro nelle rumorose metropoli.

Il 21 Settembre siamo usciti per attaccare un allevamento dove venivano tenuti in cattività uccelli selvatici. Non siamo riusciti a trovare le gabbie degli uccelli nel posto, quindi abbiamo deciso di dare fuoco a un ristorante di carne (una struttura dove la maggior parte di questi uccelli diventano piatti di carne). Ma i nostri esploratori hanno rilevato che questo edificio funziona anche da posto per la reclusione degli animali durante l’autunno e l’inverno. Quindi abbiamo rinunciato all’azione per paura di uccidere per sbaglio degli animali. Non sveliamo l’esatta posizione di questo posto perchè non abbiamo ancora finito con quegli stronzi.

Il 23 Settembre abbiamo continuato con un altro attacco, irrompendo nel territorio di un altro sito di caccia (regione di Chelyabinsk). Abbiamo liberato 18 fagiani dalle loro gabbie. Era la prima azione di questo tipo per il nostro collettivo, quindi avevamo numerosi dubbi. Gli uccelli avrebbero potuto fare un putiferio e quindi allertare le guardie della nostra presenza. Ma la realtà è stata diversa: i prigionieri hanno collaborato con noi e si sono comportati in maniera molto silenziosa.

E’ sopra e oltre le nostre capacità ottenere la vittoria per i prigionieri umani tenuti ostaggio dal sistema, ma quello che possiamo fare è lottare per la libertà senza condizioni di ogni essere vivente. Per ora siamo soddisfatti di avere liberato 18 uccelli.

Nello stesso periodo abbiamo piantato una quarantina di bombe di semi (alberi di mele e aceri) in territori dove era stato possibile arrestare la deforestazione. Includiamo questo fatto nel nostro resoconto con lo scopo esplicito di dimostrare che è possibile aggiungere una nuova dimensione ai progetti eco-anarchici e insurrezionali, la dimensione non della distruzione ma della creazione. Non solo ci prendiamo la briga di distruggere lo status-qui, siamo anche coinvolti attivamente nella creazione di un altro mondo che sappiamo essere possibile.

Il 24 settembre abbiamo dato fuoco a un ripetitore per cellulari che aveva raddoppiato le sue trasmissioni satellitari. Era situato nel quartiere Kolomna (vicino a Mosca), parecchie dozzine di miglia dalle abitazioni umane. Il fuoco alla fine ha consumato l’intera lunghezza del ripetitore e ci siamo goduti i bagliori della strumentazione che esplodeva per un bel po’ di tempo.

Tutte le azioni precedentemente citate sono state portate avanti nello spirito di solidarietà e supporto dei prigionieri eco-anarchici e anarchici insurrezionalisti, degli indagati e fuggiaschi in tutti il mondo all’interno della nuova ondata di attacchi decentralizzati.

Saluti ai Friends of Freedom, alla cellula russa della CCF, al BlackBlocg collective e ai vari gruppi anonimi di guerriglia urbana anarchica attivi in Russia, Ukraina e Bielorussia.
Supporto totale alle ITS e CI-MSA in Messico.
Un caldo abbraccio a tutti i gruppi insurrezionali del mondo.

Wolfpack, ELF/ALF-Russia, Federazione Anarchica Informale

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Stati Uniti: Urgente supporto per Amazon e Catarina all’8° giorno di sciopero della fame

Non siamo tutt* present*, mancano i/le prigioner* trans

URGENTE: Supportiamo Amazon, del collettivo Gender Anarky e la prigioniera Catarina all’8° giorno di sciopero della fame per chiedere la fine della situazione di cella singola per le donne trans, nel carcere RJ Donovan.

Amazon, una ribelle trans anti-civilizzazione, legata al collettivo Gender Anarky nel sistema carcerario CA, e la sua compagna Catarina LaPre sono all’ottavo giorno di sciopero della fame contro l’ingiusto trattamento verso le donne trans all’interno del carcere di R.J. Donovan della contea di San Diego. I funzionari della prigione rifiutano di togliere Amazon e Cat dall’isolamento della cella singola a causa della loro identità di genere. In una lettera di Amazon leggiamo:

“questa è una lettera di emergenza riguardo alla situazione delle ragazze trans qui… sto cercando di rompere il regime di isolamento e farmi mettere in cella con Cat. L’avvocato d’ufficio doveva cominciare il procedimento due mesi fa ma è una femminista e ci odia, e non vuole farlo. Per questo siamo entrate in sciopero della fame per forzare la questione. Siamo in sciopero della fame dal 21 settembre, quel giorno non abbiamo mangiato la cena e da allora non abbiamo più mangiato. Questo è l’ottavo giorno… hanno cercato di farci mangiare ma non cederemo. Oggi Cat ha cominciato a sentirsi male e a vomitare acqua….
Per cui abbiamo bisogno di qualche azione diretta di supporto, perchè la prigione ci metta in celle da due, e di chiamare il direttore qui… riguardo alla discriminazione che fanno verso le donne trans… Gender Anarky e militia affrontano direttamente l’oppressore e lasciano un segno forte. Per cui mostriamo a questi stronzi cosa sanno fare le puttane!”.

Supportiamo Amazon and Cat!

Chiamiamo Warden Paramo the Richard J. Donovan Correctional Facility: (619) 661-6500
Eva Contreraz (C-45857)e Catarine LaPre (K-67313) perchè mettano fine alla politica discriminatoria verso le persone trans nel carcere Donovan.

Atacco!:
Gender Anarky ha sempre attaccato, senza compromessi, la violenza transfobica all’interno del sistema carcerario, e ha costantemente fatto appello all’attacco diretto contro i sistemi di dominio che rendono le condizioni di vita delle donne trans, sia dentro che fuori le prigioni, un inferno vivente. Attaccare le istituzioni che mantengono il triste sistema di genere, in solidarietà con Gender Anarky e lo sciopero della fame.

E’ possibile scrivere ad Amazon e Cat.
Fate loro sapere che supportate la loro lotta contro l’amministrazione carceraria. I loro indirizzi sono:

Eva Contreraz C-45857

PO Box 799003 (C15-223)
San Diego, CA 92179-9003
USA

Catarina LePre K-76313
PO Box 799003
San Diego, CA 92179-9003
USA

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Svezia: ALF libera migliaia di pesci da un allevamento

Nella notte del 28 agosto l’ALF ha visitato l’allevamento di pesci Umlax nel nord della Svezia. Con l’aiuto dell’oscurità della notte e di un paio di coltelli abbiamo squarciato tutte le 18 grandi reti dell’allevamento permettendo a 520.000 pesci (131 tonni) di nuotare via liberi nel fiume di Umea. Invece di vite costrette in una prigionia angusta con stress e malattie che terminano con l’essere uccisi, venduti, e mangiati, oltre mezzo milione di individui hanno avuto la possibilità di una vita in libertà, l’opportunità di prendere decisioni, riposare e trovare cibo.

Non pensiamo che ai pesci interessi che l’allevamento fosse senza assicurazione, o che l’allevatore abbia messo una ricompensa di 10.000 al pubblico per acciuffare i liberatori. Pensiamo che i pesci preferiscano vivere una vita in libertà, per quanto corta o lunga possa essere, piuttosto che vivere nell’inferno che è un allevamento di pesci.

Tutti gli animali hanno diritto alla loro libertà!
Usciamo nella notte e liberiamo!

ALF [Fronte di Liberazione Animale]
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Secondo le notizie dei media svedesi, durante la notte del 27 agosto sono state aperte 27 gabbie in un allevamento di pesci a Umgransele, fuori dalla città di Lycksele, e migliaia di salmoni sono fuggiti nel fiume Ume. ” ALF  ♥ il pesce selvaggio” è stato trovato scritto sul posto. La polizia ha stimato i danni in milioni di corone svedesi.

C’è stato un sabotaggio simile nel novembre 2008 in cui più di 100.000 pesci vennero liberati da due allevamenti di pesci nel nord della Svezia.

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Oaxaca, Messico: Rivendicazione dell’attacco incendiario a un bus di Tucdosa

“La libertà non si conquista mettendosi in ginocchio, ma stando in piedi, restituendo colpo su colpo, ferita su ferita, morte per morte, umiliazione per umiliazione, punizione per punizione. Che il sangue scorra a torrenti, poichè quello è il prezzo della libertà”
R.F.M

Per chi vuole capire:
Potremmo decidere di tacere e con questo finire di seppellire nell’oblio i pochi gridi di guerra che hanno il coraggio di alzarsi contro il misero silenzio di questa realtà imposta.

Potremmo tornare indietro e lasciar soli sul cammino i pochx valorosx che hanno il coraggio di camminare sul sentiero dell’utopia e a modo loro far saltare la pace inesistente e il suo benessere. Potremmo prendere altri cammini, e tornare alla pace, alla conciliazione o potremmo cercare di conciliarci e fare pace con i nostri morti e desaparecidos. Potremmo smettere di spegnere il fuoco della rivolta e unirci agli spegni-fuoco che attualmente si rivendicano incendiari.

Ma no! Abbiamo deciso di mettere sulla tavola la prassi della negazione di questo mondo, abbiamo deciso di confrontare nelle strade la “pace” violenta e oppressiva dell’ordine che ogni volta avanza sempre di più e che ci domina mediante le sue istituzioni, abbiamo deciso che il terrorismo che hanno usato contro i nostrx e che porta con sè feriti, detenuti, morti e scomparsi, deve convertirsi in fiamme ribelli e rabbie sovversive che si materializzano in attacchi e conflitti diretti che danneggino le loro proprietà e le strutture che li sostentano. Abbiamo deciso di tornare a parlare di rivoluzione, di anarchia e di azione, non come un sogno che rimandiamo sempre e abbandoniamo per il prossimo “piano di azione” o le prossime congiunture, ma come una realtà che si vive giorno per giorno individualmente e che punta al collettivo, al qui e ora, come una rottura con il quotidiano, con una proiezione di rivolta e insurrezione violenta che schiacci qualunque forma di autorità e dominazione esercitata dagli individui agli individui.

Basta parole. Nel concreto rivendichiamo la collocazione di un congegno incendiario sulla ruota anteriore di un autobus della compagnia Tucdosa, appena sul retro della comapagna PEPSI-CO, il giorno 23 settembre alle ore 00:14 della notte (due obiettivi con un colpo solo)…

Il motivo specifico!
Rivendicazione e solidarietà con tuttx ix compagnx sequestratx dagli Stati in tutto il pianeta, ma di forma diretta questa azione si somma agli attacchi coordinati che sono stati realizzati in tutta la geografia planetaria e nel concreto a quelli che si sono portati a termine nel nostro paese. Continuiamo a incoraggiare l’estendersi delle azioni ribelli, con queste continuiamo ad alzare la voce e impugnare la solidarietà come nostra migliore arma, in questo caso per il nostro compagno Mario López “Tripa” che attualmente si trova in cattività dietro gli artigli dei carcerieri.

Per dimostrare agli illusi parassiti partecipanti al II° Convegno contro la Tassazione che non c’è bisogno di giorni per discutere un qualunque “piano di azione”, la nostra stessa azione è stata portata a termine a poco meno di un chilometro da dove stavano “discutendo” i modi in cui volevano continuare ad essere dominatx, essere partecipx della stessa oppressione; su questa rotta si trovano due cammini, il primo è la passività che si converte in complicità, e il secondo è la pazzia che spazza via la realtà. La guerra contro l’esistente non è nuova, questa guerra che nasce dai nostri istinti di sopravvivenza e che parte dal rifiuto di ciò che ci opprime e danneggia si estende nel corso della storia, in tutti i lati del pianeta, riprendendo l’azione ribelle, sovversiva e violenta come uno strumento.

Dichiariamo quindi che questo non è la prima azione ribelle di stampo anarchico insurrezionalista portata a termine in questo stato (Oaxaca), ma sono state le forme di sabotare il loro sistema e affrontarlo in una maniera concreta, danneggiando le strutture del capitale, che abbiamo impugnato dalla notte del 21 dicembre 2011 (con la collocazione di un altro congegno incendiario in un bancomat situato fuori dagli edifici della finanza) fino ad oggi, ma comunque la rivendicazione dalla nostra prospettiva non era necessaria, adesso le cose cambiano, un fratello è stato catturato e bisogna dargli quella scintilla che lo accenda dentro. Non specificheremo il quantitativo di azioni perchè non è il caso, espliciteremo solo questa azione più recente poichè con questa inizieremo una serie di rivendicazioni che seguiranno, e da qua dichiariamo la guerra alla Stato e al capitale dalla nostra trincea.

Solidarietà con il compagno Mario Antonio Lopez e con la compagna Felicity, forza compagni siamo con voi!!!
Solidarietà con i prigionieri delle operazioni anti-anarchiche in Italia, forza compagni siamo con voi!!!
Solidarietà con i compagni sequestrati nello Stato cileno, il teatro è caduto, muoviamoci!!!
Forza e solidarietà ai compagni della CCF in Grecia, forza da Oaxaca Messico fino all’Indonesia, Eat e Billy!!!
E solidarietà diretta con i compagnx sequestratx in tutto il globo, queste azioni sono anche per voi!!!

Contro la loro inesistente pace e benessere…
In guerra contro tutta l’autorità…

Fuoco allo Stato-Capitale!!!
Viva la lotta insurrezionale!!!
Viva l’anarchia!!!

In guerra contro lo Stato-capitale

Nucleo Antagonista Anarchico Insurrezionalista di Esecuzione – 25 Novembre – affine alla FAI/FRI

fonte

Porto Alegre, Brasile: Striscione di solidarietà con Henry e Krudo, compagni imprigionati in Bolivia

Venerdì, 28 Settembre, abbiamo appeso un striscione di propaganda e di solidarietà con i nostri fratelli prigionieri di guerra, all’ingresso del tunnel da Conceição nel centro della città di Porto Alegre. Lo striscione dice: “Con tutti i mezzi contro il potere: Libertà per Henry e Krudo, imprigionati in Bolivia”

Con questo semplice gesto di propaganda rispondiamo alla chiamata per i giorni in agitazione con i detenuti combattenti [21-30 Settembre].

Contro tutte le mura!
Contro ogni carcere!
Viva l’anarchia!

in portoghese

Santiago, Cile: Manifestazione notturna nel contesto dei giorni della chiamata in agitazione e solidarietà con i fratelli ed i compagni in cattività di tutto il mondo

Per la sera del Giovedì 27 Settembre è stata chiamata una manifestazione nel contesto della chiamata per giorni in agitazione e solidarietà con i fratelli ed i compagni in cattività di tutto il mondo [21-30 Settembre].

L’incontro era nella Plaza Brasil, alle ore 19.00, ma a causa della forte presenza della polizia nella piazza e nelle vie circostanti, i compagni si sono riuniti presso l’incrocio del Viale Alameda e Cumming, sulla fermata del Metro Republica.

Alle 10 di sera, una cinquantina di solidali sono arrivati verso il Viale Alameda, dove con gran voce hanno attirato l’attenzione sulla situazione dei compagni imprigionati e la necessità di essere immediatamente liberati.

Insieme con gli slogan di solidarietà con i prigionieri, si sono dispiegati striscioni, distribuiti e lanciati volantini, rendendo chiaro il motivo per cui la strada sia stata bloccata. Il compagno hanno bloccato il traffico sulla parte lastricata al nord del Viale Alameda con i striscioni aperti, ed hanno camminano contro il flusso stradale causando del traffico.

Mentre stavano camminando contro il traffico, mettevano fuoco e barricate con qualsiasi materiale era a portata di mano, una pratica che sia stata ripetuta più volte tra la Metro Republica e quella di Moneda.

Dopo la fine del corteo, due compagni sono stati detenuti e portati alla stazione della polizia, ma sono stati rilasciati dopo qualche ora.

Per continuare l’agitazione per il rilascio di qualsiasi compagno incarcerato!

Libertà ai prigionieri della guerra!

fonte ed altre foto

Santiago, Cile: Aggiornamento dagli scontri di strada del 27 Settembre, 2012

http://www.youtube.com/watch?v=Q3J2Ci7uWow&feature=player_embedded

La gente salva manifestante che era caduto nelle mani dei poliziotti

Giovedì, 27 Settembre gli studenti dell’istruzione secondaria hanno richiamata una nuova manifestazione, la quale abbia ottenuto il permesso del governo, ma con un percorso che finiva in una zona della città che facilita la repressione della polizia, la zona che sia diventata il luogo preferito per i poliziotti per mantenere intatto dalle rivolte il Viale Alameda.

La marcia è iniziata dall’Università Usach, e dopo pochi minuti, quando il corteo è arrivato al Viale España, sono iniziati gli scontri con la polizia. Il Viale Alameda era stato bloccato da recinzioni e macchine della polizia per costringere i manifestanti a marciare verso la zona di Blanco Enlalada. Tuttavia, gran parte della gente, voleva marciare senza autorizzazione attraverso il Viale Alameda, verso il Ministero dell’Educazione.

La manifestazione è stata divisa in due dalla tattica della polizia, con una parte del corteo muoversi verso il Viale Alemada ed un’altro verso il Viale España. In entrambi i casi, i conflitti ed i blocchi stradali sono continuati.

Nella zona del Viale España si alzarono barricate e gruppi di incappucciati si sono scontrati con i poliziotti buttando delle pietre nella seconda stazione di polizia, sul Viale Toeska. Nella zona di Estación Central nel Viale Alameda, il traffico è stato bloccato per diverse ore e gli studenti si sono scontrati con la polizia dall’interno dell’Università Usach.

Durante la mobilitazione degli studenti del 27 Settembre, più di 20 poliziotti vennero feriti e sono state detenute più di 100 persone, di cui circa 70 minori. Tra i detenuti, 2 quindicenni sono stati trattenuti la notte in caserma, per passare la mattina dopo dalla Procura con l’accusa di possesso di molotov. I due ragazzi sono stati rilasciati con l’obbligo di presentarsi ogni mese alle autorità.

“ACCENI LA MICCIA (A)”

“Nemmeno un minuto di silenzio, tutta una vita di combattere”

fonte di informazioni e altre foto
fonte per video

Santiago, Cile: Scontri e barricate fuori l’Università Usach

Il pomeriggio del 26 Settembre, un gruppo di incappucciati ha tagliato il traffico ed ha sollevato barricate sul viale Alameda, al di fuori dell’Università Usach, nel comune di Estación Central.

L’arrivo delle forze speciali di repressione, è stato accolto dai ribelli sono con cocktail di molotov e pietre. La polizia, a sua volta fatto uso di veicoli di lancio di grandi quantità di acqua e gas lacrimogeni.

In seguito, gli incappucciati si sono ritirati dietro il cancello, dove hanno continuato a combattere, fino di ritirarsi ad un altro settore del campus. I poliziotti per giustificare il loro “lavoro”, sono poi entrati nell’università ed hanno arrestato alcuni studenti non collegati ai disordini.

fonte

Stati Uniti: Incarcerata un’altra resistente alla Grande Giuria il 28 Settembre

“Contro lo Stato (A) I Grandi Giuristi sono Cacciatori di Streghe”

Katherine “KteeO” Olejnik è stata presa in custodia federale oggi per aver rifiutato di cooperare con la giuria. Lei è la seconda persona ad essere imprigionata per aver rifiutato di testimoniare.

Si prega di scrivere a KteeO! È specificamente interessata a notizie ed informazioni sulla regione Basca, e sulla lettura di materiale relativo alla linguistica ed all’antropologia sociale.

Katherine Olejnik # 42592-086
FDC SeaTac,
P.O. Box 13900
Seattle, WA 98198

Questa è la dichiarazione che ha scritto spiegando perché si è rifiuta di collaborare:

Per me la scelta di resistere alla Grande Giuria è umanità – non posso e non voglio dire qualcosa che potrebbe pregiudicare seriamente la vita di una persona, e fornire informazioni che potrebbero portare a carcerazioni di lungo termine.

Per me la scelta di resistere alla Grande Giuria è la libertà della parola e dell’associazione – non posso e non faro parte di una politica maccartista che chiede di condannare gli individui tra di loro sulla base delle convinzioni politiche.

Per i motivi menzionati sopra ho scelto di non conformarsi. Chiedo scusa a coloro che fanno parte nella mia vita e su cui la mia incarcerazione sta per essere un peso, e vi ringrazio per la comprensione della mia decisione.

Per chi non lo sapesse la gente di essere citata in giudizio è stata incarcerata per aver rifiutato di rispondere a domande sulle idee politiche di altre persone.

In Solidarietà Con Tutti Coloro Che Resistono Alla Grande Giuria,
Kteeo Olejnik

fonte

Santiago, $ile: L’anarchica imprigionata Carla Verdugo si è trasferita al carcere di San Miguel

Il 24 Settembre 2012, la compagna Carla Verdugo è stata trasferita dalla sezione speciale di alta sicurezza del Centro Penitenziario Femminile (CPF) alla prigione di San Miguel.

Carla è in carcere, accusata di trasportare un ordigno esplosivo con Ivan Silva (rapito alla pigione Santiago Uno). Entrambi sono stati arrestati nelle prime ore del 16 Aprile 2012, da una pattuglia della polizia. Sono accusati di trasportare esplosivi con l’accusa di “attacco terroristico sventato” secondo la legge anti-terrorismo.

La motivazione della gendarmeria cilena (l’amministrazione penitenziaria) sembra essere una riorganizzazione delle donne detenute, con l’obiettivo di lasciare le imputate che attendono il processo nella prigione di San Miguel e le detenute condannate al CPF. Non sappiamo ancora le condizioni della salute di Carla e il suo morale, nel suo status carcerario attuale e la situazione particolare; speriamo di avere presto aggiornamenti (ogni informazione confermata in spagnolo può essere inviata al publicacionrefractario [at] gmail.com).

Ricordiamo che la prigione di San Miguel è stata principalmente un luogo di sottrazione utilizzato per gli uomini, ma dopo l’incendio e lo sterminio di 81 prigionieri da parte delle forze della gendarmeria l’8 Dicembre 2010, si è deciso di “riutilizzare” lo stesso edificio di cinque piani come una prigione femminile.

Si ricorda inoltre che nei primi anni ’90 il personale del carcere ha deciso di adattare una forma mista, nel carcere di San Miguel, al fine di limitare e separare le compagne detenute che appartenevano a diversi gruppi politico-militari.

Solidarietà con la compagna Carla Verdugo!

Il giorno del trasferimento della compagna dalla prigione, dei sostenitori hanno deciso di fare una azione di solidarietà sulle mura della prigione CPF, nel contesto dei giorni di mobilitazione e di solidarietà internazionale con i compagni imprigionati e processati in tutto il mondo – vedi in Spagnolo qui.

informazioni correlate in Inglese e Spagnolo / fonte

Grecia: Testo dell’anarchico Tasos Theofilou – Diario dell’operazione Angela Davis

Diario dell’operazione “Angela Davis”

18/8/2012
Esco dalla stazione di Keramikos (Atene). Cerco un internet-cafè, che si trova lì vicino. La mia disintossicazione dal mio avatar durerà ancora un po’. Mi avvio verso Thissio.

Due motociclette si fermano di fronte a me. Un branco di persone mi piombano addosso e mi immobilizzano. Non so cosa sta succedendo. Urlo. Mi ammanettano e mi mettono un cappuccio nero sulla testa. Non si identificano a me. Mi mettono in un’auto, una Toyota Yaris o qualcosa del genere.

Non importa. Mi dicono “Hai rovinato la nostra estate, segaiolo! Dobbiamo pensarci noi adesso, eh?”. Ecco, penso. Questa è la battuta delle forze anti-terrorismo. “Hey, l’abbiamo preso”, fa sapere l’autista al cellulare. “Sei sicuro che sia lui?”, chiede quello che mi tiene dietro.

“Come ti chiami?”, mi domandano. Glielo dico, sono sollevati. Ho sentito storie con un inizio come questo circa una dozzina di volte, non potevo immaginare un seguito di questo tipo. Nemmeno nei miei racconti. Sono in un garage sotterraneo. All’ingresso.

Ho ancora addosso il cappuccio e le mie mani sono ammanettate dietro la schiena. Aspettiamo l’ascensore. “Al 13°”, ordina qualcuno appena entriamo. Penso alla mia dannata fortuna e alla loro semiologia. Quello che riesco a vedere attraverso il cappuccio sono le scarpe di una linea infinita di poliziotti in abiti civili, e il pavimento.

Mi portano in una stanza. La riconosco. E’ la famosa stanza in cui ogni tanto vari anarchici hanno posato per i bisogni dei filmati dell’ormai famosa squadra antiterrorista. Siedo su una sedia con le mani sempre legate dietro la schiena.

“Hai fatto qualcosa di illegale?”, mi chiede uno. “Mi avete arrestato voi, vi aspettate che ve lo dica io?”, penso. Non rispondo. “Hai fatto qualcosa che ti fa sentire colpevole?”, continua. Ancora una volta non rispondo. Non capisco cosa sta cuocendo in pentola. Qualcuno mi afferra la testa da dietro. Mi apre la bocca e vi mette dentro un cotton-fioc.

Protesto. Non che porti a qualcosa. So molto bene che l’antiterrorismo è al di sopra delle leggi. So che vanta prestigio e incontrollabile autorità, non grazie alle autorità della giustizia penale ma alle regole della barbarie giornalistica.

Dopo un po’ di tempo e dopo avermi preso le impronte, senza rispondere alla mia fondamentale domanda se sono o meno in arresto, una nuova coppia di sbirri entrano nell’ufficio. “Lo hai ucciso?”, mi chiedono. Penso: questo trucco devono averlo imparato da CSI. Ti minacciano di volerti accusare di omicidio così che tu, nel panico, ammetta qualcos’altro.

Non rispondo. Sì o No. Non solo non so cos’hanno in pasto per me ma, principalmente, non so nemmeno come ce l’hanno. Mi tolgono il cappuccio e mi fotografano. Lo rimettono e mi mettono in piedi con le mani ammanettate dietro la schiena, di fronte a un muro. Dietro di me alcuni fanno rumori stupidi. Fingono che sia l’aria o un aeroplano.

Mi sussurrano: “Ti fotteremo, pelato!”. Le ore passano. Conto i secondi nella mia testa per non perdere il senso del tempo. Uno, due, tre fino a sessanta e poi ancora dall’inizio. Appena arrivo a dieci minuti mi confondo ma almeno in questo modo posso grosso modo calcolare quanto dura un’ora. Quando penso sia passata un’ora, mi fermo e ricomincio. Una, due, tre… Ho l’ansia. Non riguardo a cosa mi faranno, ma a cosa stanno architettando questa volta.

So di essere il piatto principale questa volta ma non so in quale ricetta. Qualcuno arriva dietro di me. Mi dice: “Qualunque cosa tu dirai, dilla ora, perchè fra due ore cambieremo la melodia. Tra due ore prenderemo il tuo DNA e ti fotteremo”. Mi domando di che DNA stiano parlando e perchè mostrino tutta questa sicurezza. Non rispondo. “Cosa è successo sull’isola? Il lavoro è andato male? Anche noi presto ci metteremo a rapinare le banche visto come vanno le cose, ma uccidere qualcuno è diverso!”.

Prima di tutto, penso, non ho ucciso nessuno e non ho rapinato nessuna banca, nonostante il fatto che ci faccia delle fantasie ogni volta che ne vedo una. Inoltre, rapina qualche povero venditore di biglietti della lotteria come fai di solito e lascia perdere le banche. Non mordere la mano che ti nutre… Le ore passano… Sono sempre in piedi faccia al muro, che posso a malapena vedere attraverso il cappuccio. “Il DNA è venuto fuori”, sento acclamare qualcuno.

Questa esplosione di gioia è accompagnata da pugni, schiaffi, calci. Cado a terra. Loro mi saltano più volte sulla schiena. Penso alle parole di Chronis Missios: “Qualunque cosa mi possano fare, dovranno rimettermi insieme”. Penso che i tempi sono cambiati. Qualunque cosa mi facciano, devono consegnarmi alle telecamere come l’esecutore, non come la vittima.

Si fermano dopo un paio di minuti. Mi rimettono in piedi e mi dicono: “Starai qui per tre giorni! Ti faremo sputare l’anima”. Mi dicono: “Ti seguivamo dal 2009, cosa facevi con Karagiannidis ad Agrinio? Pensavi che non ti potessimo vedere?”. Penso. Non sono mai stato ad Agrinio e conosco Karagiannidis solo dalle vostre foto.

Il loro delirio continua. Tra promesse e minacce sento la parola “Setta” e il nome “Nektarios Savvas”. Anche la frase “Siamo su due lati opposti”. Ok, penso, ma dove arrivo io in questa storia? Mi dicono “Gli altri due danno tutta la colpa a te, dì qualcosa per alleggerire la tua posizione!”. Mi chiedo chi possano essere questi altri due? All’apicentro dell’interrogatorio ci sono ora le mie narrazioni. Cercano di arrivare a una qualche conclusione.

L’interrogatorio continua per alcune ore e la coppia che interroga cambia tutto il tempo. Mi chiedono tutto quello che gli viene in mente. Se ho mai provato paura nella mia vita e cose del genere. A un certo punto mi lasciano. Se ne vanno dall’ufficio mentre sono ammanettato a una sedia dietro la mia schiena. Non so per quanto durerà. Sicuramente molto. Sicuramente sarà senza fine. Guardo il muro.

Le mie mani sono insensibili dalle manette. La pelle intorno ai miei polsi sanguina, si è gonfiata così tanto che copre le manette. Continue reading Grecia: Testo dell’anarchico Tasos Theofilou – Diario dell’operazione Angela Davis

Buenos Aires: Bruciata auto della polizia dal Nucleo della Collera/FAI

Campagna di velenosa:

Abbiamo dato fuoco alla nuova Volkswagen rossa di proprietà del 7° Distretto della squadra di investigazione criminale all’angolo di calle Irigoyen e calle Jujuy.

L’azione è stata realizzata nel contesto della Settimana globale di Agitazione e Propaganda per i Prigionieri della Guerra Sociale, dal 21 al 30 settembre, così come nel contesto riguardante la nostra sopravvivenza a Buenos Aires.

Ci stiamo avvicinando.

Sappiamo che attaccheremo voi e i vostri complici dello Stato e la compagnia ferroviaria TBA per quelli uccisi sulla linea di Sarmiento, sappiate che vi attaccheremo per l’aumento dei prezzi dei biglietti che costringe le persone ad essere aggiunte a un lista di controllo sociale attraverso la loro carta SUBE, sappiate che attaccheremo i vostri porci uomini d’affari che vendono cibo avvelenato di merda. E soprattutto, sappiate bene che voi porci poliziotti – che siete gli schiavi dei ricchi e non fate altro che uccidere, torturare e imprigionare – sarete i primi a cadere.

Forza e solidarietà a tutti i compagni prigionieri in Italia, Bolivia, Cile, Messico, Grecia, Svizzera, Indonesia, Germania, Russia.

GUERRA ALLA POLIZIA, SEMPRE!

NUCLEO DELLA COLLERA (FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE)

vedi anche in spagnolo e in inglese

Atene: Manifestazione antirazzista-antifascista a Patissia

“Il terrore sono le bandiere appese dai balconi”

Una manifestazione antirazzista è stata chiamata la sera del 26 Settembre, nel distretto di Patissia, nel centro di Atene, come risposta immediata ad un altro pogrom fascista nella zona circostante la Piazza Amerikis proprio il giorno prima (25/9), e come una contro-protesta contro i neo-nazisti (i cosiddetti “cittadini greci indignati”) che avevano minacciato di uscire dalle loro tane di nuovo e diffondere il terrore nazionalista.

In primo luogo, gli antifascisti si sono concentrati vicino all’angolo di via Stavropoulou e via Lemessou, di fronte agli uffici della comunità della Tanzania in Grecia che è stata anche attaccata e distrutta il giorno prima dai teppisti neo-nazisti (guarda il video).

Un’assemblea aperta si è tenuta in Piazza Amerikis, con massiccia presenza di immigrati ed altri residenti che hanno resistito alle intimidazioni fasciste ed hanno discusso i loro problemi quotidiani. Poi, un grande blocco di anarchici, antifascisti, antirazzisti della sinistra ed altri sostenitori, sia immigrati e gente del posto, sono scesi in strada scandendo slogan antifascisti.

Allerta anti-fascista! Solidarietà tra gli oppressi.

fonti: i, ii, iii

Messico: GARI-PGG/FAI – Rivendicazione del congegno esplosivo nella succursale della banca BBVA a DF

Comunicato:

“Pensiamo alla solidarietà come a un modo di essere complici, di prendere piacere reciproco, non la consideriamo un sacrificio per la “buona e sacra” causa perchè la nostra propria causa è dire noi stesse e noi stessi”
Pierleone Porcu

Rivendichiamo la collocazione di un congegno esplosivo nella banca BBVA situata nel quartiere Obrera, in via Isabel la Catolica nel centro del Distretto Federale, lo scorso 18 Settembre.

Con questa azione usciamo di nuovo a fare nostre le strade, a mostrare la rabbia che sentiamo contro questo sistema di annichilimento, che ora con quanto successo al compagno Mario Lopez e alla compagna Felicity Rider, che non si trovano con noi, alimenta la nostra voglia di rompere con tutto.

Siamo qui!

Assassini! Giudici e difensori disgustosi della “pace sociale”. Siamo qui, a tutti i nostri nemici e alziamo il pugno a loro e a tutti quelli che si chiedevano dove eravamo. Non siamo mai fuggiti, siamo qui per darci appuntamento, per rompere con il loro ordine.

Non sono parole al vento, nè minacce che non porteremo termine, come si dice qui “tutto a tempo debito”, e il loro è già finito. Già si è atteso molto e ora non potranno fermarci!

Il fatto che un compagno sia prigioniero e una compagna in fuga non ci indebolisce, nè succederà che se toccano uno piangeremo tutti. Al contrario, facciamo sì che tutto si risponda con il fuoco.

Compagni dobbiamo solidarizzare. Dobbiamo dare il benvenuto ai nuovi tiranni e il loro addio a quelli che se ne vanno.

Compagno Mario, siamo con te!
Compagna Felicity, ti accompagnamo nella tua fuga!

Mai vinti, mai pentiti!
Senza sigle nè dirigenti, guerra sociale su tutti i fronti!

Ne approfittiamo per mandare un saluto ai compagni che hanno partecipato alla coordinazione Cospirazione delle Cellule di Fuoco/Federazione Anarchica Informale (CCF-FAI)-Messico, Iniziativa Anarco-Insurrezionalista di Offensiva e Solidarietà Julio Chavez Lopez/Federazione Anarchica Informale (IAOS-JLC/FAI).

Células Autónomas de Revolución Inmediata – Praxedis G. Guerrero/Frazione della FAI Informal-Messico

fonte: liberaciontotal

Nuova lettera del compagno Tripa dal Reclusorio Sur, DF, Messico

“E se considero me stesso un anarchico individualista, icoloclasta e nichilista, è proprio perchè credo che esista una più nobile e più integra espressione della mia piena volontà e abbondante individualità che, come un fiume che sta trasbordando, desidera espandersi, trascinando con impetuosità arbusti e dighe, fino a infrangersi contro le rocce di granito, rompersi a pezzi e disperdersi a sua volta. Non ripugno la vita. La elogio e la canto. (…)

Chi rinuncia alla vita perchè sente che questa non è più che dolore e sofferenza e nemmeno trova l’eroico coraggio di suicidarsi… (…)

La vita, per me, non è nè buona nè cattiva, non è teoria nè un’idea. La vita è una realtà e la realtà della vita è la guerra.”

Renzo Novatore
“Anche io sono un nichilista”

C’è una frase di una poesia fatta canzone che dice che “la vita è come un foglio di carta, che si può rompere in qualunque momento”… Perfino con la nostalgia che questo evoca, una persona finisce per rendersi conto che è così, semplicemente e freddamente. Esiste una linea fragile e leggera tra il vivere e il morire e, anche se in alcuni momenti può dipendere da una decisione che prendiamo – cosciente o incosciente -, nel concreto è qualcosa di inaspettato che finisce per coglierci di sorpresa, così come si dice: “Quando qualcosa ti tocca, anche tu ti ritiri, e quando non ti tocca, anche tu la cerchi (“Cuando te toca, aunque te quites y cuando no te toca, aunque te pongas”).

Gli anarchici di azione, quelli che lottano contro il Potere, i ribelli sociali, in definitiva, quelli che decidono di indirizzare la propria vita in una lotta senza tregua contro lo Stato, si trovano sempre su questa linea, leggera e fragile, che non è una decisione suicida – come moltx affermano -, è semplicemente una conseguenza, spesso inaspettata. Dall’altro lato, in molti casi, essendo coscienti di queste conseguenze – morte, carcere, tortura – diventa più grande la necessità di libertà rispetto a qualunque sentimento di paura e timore, ci si lancia nella battaglia, con assoluta fiducia, con paura, è vero, ma anche con una determinazione implacabile che emana solo da quelli che a tutti i costi cercano l’anarchia, o meglio “la libertà assoluta, la più grande di tutte”.

Una volta di più affermo: bisogna cercare e trovare la felicità attraverso le nostre azioni. Continue reading Nuova lettera del compagno Tripa dal Reclusorio Sur, DF, Messico

Buenos Aires, Argentina: Attacchi incendiari in solidarietà con i prigionieri anarchici

Comunicato:

Ci assumemmo la guerra all’autorità e al potere che la esercita quando il compagno Mauricio Morales perse la vita in un tentativo di attacco contro gli sbirri. A partire da allora non abbiamo cessato la nostra attività rivoluzionaria, che oggi continua consolidandosi nel territorio di Río de la Plata.

Giorno dopo giorno ci posizioniamo come anarchici con le nostre inevitabili contraddizioni nella convivenza con questa società putrefatta, perchè il giorno di domani ci trovi più liberi, o morti.

Se non si estendono le azioni contro lo Stato e il capitale serve a poco per la causa della rivolta generalizzata che una manciata di arditi stiano sabotando gli strumenti del dominio con i quali il sistema si nutre, e noi puntiamo a questo, a estendere la lotta sovversiva che stiamo realizzando, a continuare con gli attacchi, a continuare a imparare e progettare…

Non permetteremo che la regola della monotonia ci impedisca di essere, crescere, cospirare e sovvertire. A punta di rasoio distruggiamo l’apatia e la passività che lo Stato e il capitale ci impongono in ogni momento, per questo attacchiamo le loro proprietà, le loro auto, case, centri di gestione della merce, le banche e i carnefici. E’ l’unica maniera in cui possiamo canalizzare l’ansia e la tristezza delle nostre sofferenze. In questo modo traduciamo le ore di sovraffollamento mentale che ci producono il lavoro e il consumo.

Per questo ci riconosciamo come individualisti, perchè non aspettiamo che la società capisca il nostro modo di sentire, perchè non aspettiamo che la piattaforma libertaria cominci ad assumersi la responsabilità che viene dal dirsi anarchici. Per questo estendiamo i circoli di cospiratori come un virus nel flusso sanguigno della società. Perchè riteniamo che la propaganda con il fatto sia l’unica pratica veramente sincera capace di imporre un posizionamento rivoluzionario e antagonista alla società del capitalismo post-industriale.

Per questo attacchiamo, perchè questi attacchi siamo noi stessi e siamo la vita che si antepone alla morte, perchè siamo la terra e gli astri che si impongono come un temporale alla tecnologia.

In questo modo siamo sempre disposti ad assumerci i nostri errori e ad abbandonare ogni superbia, così affiliamo i nostri coltelli e progressivamente la mira.

L’attacco alla succursale della banca Francés lo abbiamo realizzato come dimostrazione di odio e repulsione che ci provoca il quartiere di Caballito, quartiere borghese e fascista per eccellenza. Abbiamo deciso di attaccare a pochi metri dal commissariato 11 come dimostrazione di disprezzo per quelli che proteggono i fascisti e i ricchi.

Ricordiamo Maria Laura Acosta e Cecilia Hidalgo recentemente assassinate nel carcere del capitalismo rioplatense, a Ezeiza.

Ci prendiamo la responsabilità per aver realizzato una decina di attacchi incendiari contro automobili di lusso a Villa Devoto, Villa del Parque, Nuñez, Palermo e Recoleta.

A pochi metri dall’ambasciata tedesca abbiamo incendiato un’auto e una camionetta di lusso parcheggiate su calle Gorostiaga angolo Villanueva nel quartiere di Las Cañitas, in solidarietà con il compagno Gabriel Pombo da Silva e con Sonja Suder e Christian Gauger prigionieri in Germania per azioni delle Cellule Rivoluzionarie.

Domenica 23 settembre dopo le 2.00am un individuo è entrato nel settore dei bancomat automatici della banca Francés situata nell’Av. Diaz Velez y Acoyte, armato con il fuoco, ha versato della benzina e ha fatto sì che cinque minuti dopo iniziasse un incendio che ha distrutto i quattro bancomat e varie vetrate della banca.

Questa azione la situiamo all’interno della Settimana di Agitazione e Propaganda per i Prigionieri della Guerra Sociale in tutto il mondo dal 21 al 30 settembre. In special modo solidarizziamo con i compagni repressi nelle operazioni anti-anarchiche in Italia, Grecia, Germania e Svizzera, come anche in Bolivia e Indonesia.

Solidarietà con Luciano Pitronello, prigioniero dello stato del Cile.
Solidarietà con Mario López Hernandez, prigioniero dello stato del Messico.

Un saluto complice e insurrezionale alla Frazione Anticivilizzazione del Fronte di Liberazione della Terra affine alla Federazione Anarchica Informale, agli anarchici e nichilisti che intorno al mondo lottano fino alla fine e si mantengono incrollabili sul piede di guerra.

Amigxs de la Tierra
Nucleo di Cospiratori per l’Estensione del Caos
Federazione Anarchica Informale

fonte: liberaciontotal

Buenos Aires, Argentina: Striscione, bombe di vernice e pietre sull’istituto di biotecnologia Leloir

Mercoledì 5 settembre alle 23.00 ci siamo trovati di fronte alla facciata dell’Istituto Leloir situato su J. de Ibarborou e Patricias Argentinas, per dimostrare con il nostro gesto solidarietà con Marco Camenisch in sciopero della fame, così come con tutti quelli che rischiano e intraprendono l’offensiva contro gli Stati del mondo. Il nostro obiettivo non era a caso, si tratta di un posto dove stanno promuovendo lo sviluppo delle disgustose nanotecnologie, il presente e il futuro del sistema tecnologico di controllo.

Lì abbiamo appeso uno striscione in cui salutavamo il nostro compagno, e abbiamo lanciato pietre e bombe di vernice piene del nostro odio liberatore.

Pochi minuti sono stati sufficienti per il nostro gesto di amore anarchico per tutti quelli che innalzano il conflitto permanente contro l’apparato del dominio e i suoi esecutori.

Con questo gesto mandiamo un saluto ai nostri compagni imprigionati in tutto il pianeta, così come a quelli che si trovano indagati o rinchiusi per le diverse operazioni di polizia, specialmente in Italia.

NONOSTANTE LE INTENZIONI DI QUELLI CHE CI IMPONGONO LA MISERIA O TENTANO DI ESTINGUERE IL NOSTRO FUOCO, IL CAOS CONTINUA A ILLUMINARE LE NOTTI!

LUNGA VITA ALLANARCHIA!

fonti: 1, 2

Atene, secondo processo “il caso Halandri” : Lettera di Athena Tsakalou alla corte (Aprile 2012)

Il 20 Aprile, nella corte marziale speciale della prigione femminile di Koridallos dove ha avuto luogo un’altra sessione del processo del secondo “caso Halandri”, Michalis Nikolopoulos ha letto la sua richiesta per il rinvio del processo e successivamente un’altra dichiarazione di Christos Tsakalos and Damiano Bolano (entrambi I compagni erano assenti dalla corte a causa del loro sciopero della fame). Dopo, l’avvocato della difesa di Gerasimos Tsakalos ha posto al giudice una lettera scritta da Athena Tsakalou, madre di Christos e Gerasimos Tsakalos. La stessa era presente nell’aula della corte, ma ha rifiutato di testimoniare. La lettera non è stata letta in corte, e il giudice che presiedeva ha semplicemente aggiunto che “la lettera verrà aggiunta al transcritto”.

La lettera completa è la seguente:

ALLA CORTE
18/04/2012

Ogni atto di ribellione esprime nostalgia per l’innocente e un appello all’essenza dell’essere
[Albert Camus]

Sto chiedendo a me stessa: perchè I genitori degli anarchici-rivoluzionari della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono stati chiamati a comparire al processo? Perchè ho ricevuo un mandato di comparizione? Lo stanno facendo in modo da chiedermi se sò qualcosa rigurdante l’organizzazione? Per rivolgermi domande sulla vita personale dei miei figli, per abbozzare il loro ‘profilo psicologico’ o per farsi un’opinione sulla loro ‘vita familiare’? O per chiedermi se sono d’accordo con le azioni dei miei bambini e, in generale, quelle dell’organizzazione? Per farmi stare in piedi in fronte alla corte, supportata da questo piccolo libro, e farmi giurare su questo dio che voi avete messo al servizio del potere? Per far sentire gli anarchici rivoluzionari in imbarazzo mentre ai loro genitori vengono chieste una grande quantità di fastidiose domande? O è cosi che voi stessi potete gioire nuovamente al pensiero che ci avete fatto credere che siamo noi coloro che devono dare le risposte e fare le scuse?

Io dichiaro, ancora una volta, che in nessun caso andrò a rispondere positivamente al vostro invito. E dal momento che, come dimostrato da tutto quello che stà succedendo, una serie di simili processi sono disposti ad inziare, io vi dico che non ne vale la pena tentare di mandarmi altri mandati di comparizione, dato che la mia posizione continuerà ad essere la stessa. Sotto nessuna circostanza attenderò a questo processo. Non risponderò a nessuna delle vostre domande. L’azione dei miei bambini e dei loro compagni era ed è chiaramente politica, anarco-rivoluzionaria, ed è pertanto non necessario investigare I parametri delle loro vite personali. L’organizzazione, appartenenza alla quale essi hanno ammesso rivendicando la responsabilità politica, ha formulato la sua stessa posizione con totale chiarezza, precisione e audacia. Nessuna cosa che io possa dire vuole essere leggera e insignificante. E dal momento che vorrei lasciare certe cose chiare e potenti come lo sono già e dato che non voglio dare a nessuno la soddisfazione di rovinare tutto con stupide ed eccessive questioni, io scelgo la positione di assenza.

In riferimento a me stessa in questo processo, io non voglio autorizzare certe frasi- una che è continuamente ripetuta con ottimo zelo ed enfasi- a stare appese in aria come un potenziale schermo di temerarietà ed onestà. Mi sto riferendo alla frase: “Noi stiamo provando il caso esaminandolo in profondità” ; che significa che voi passerete al giudizio basato sull’evidenza, e non sulla conclusiva circostanziale o in accordo con la logica della responsabilità collettiva.

E se ho menzionato questa frase non è perchè io improvvisamente mi aspetto il miracolo, ma perchè ad un certo momento- specialmente nei casi che hanno a che fare con individui dell’azione rivoluzionaria- le parole devono essere prese con importanza e responsabilità; a discapito del fatto che, fino ad ora, questo processo giudiziario ha indicato niente del genere. Ogni obbiezione basata sulla logica comune, come quella che riconosce I Prigionieri come prigionieri politici- esattamente come è definita dalla vostra costituzione e nello stesso modo come è anche menzionata nelle accuse è stata rigettata incontrollatamente, senza nessuna logica. Il concetto di assunzione politica della responsabilità è stata scambiata come responsabilità criminale, e questo è ovviamente dovuto non ad ignoranza o all’occasione. Per tanto, io evidenzio questa frase e alla fine del processo noi saremo capaci di vedere infatti quanto voi siete seri rispetto a quello che dite.

È vero che, fin dall’inizio della persecuzione degli anarchici rivoluzionari contemporanei, io ho scoperto ed ho prestato un’attenzione particolare ad un dipindo: il dipinto di Bruegel intitolato “La caduta di Icaro”. Il volo di Icaro ha a che vedere con i desideri degli esseri umani di scappare dalla terra della presa, di volare; di prevalere anche l’aria e camminarci anche su…

È orgoglio, arroganza, disobbedinza e desiderio di mostrare che anche gli esseri umani sono capaci di qualsiasi cosa. E ora il pittore piazza nel prevalente primo piano il contadino- dedicato all’aratura , alla terra, nient’altro ha importanza per lui- e nel fondo il pastore- che è un pò più curioso, ma anche lui sta guardando nella direzione sbagliata. Ancora più lontano sul fondo c’è la nave imponente continuante il suo stesso viaggio, e là, nell’angolo c’è il disegno del povero, piccolo piede di Icaro. Non ho mai visto prima una tale deposizione del progetto di Icaro. E probabilmente questo non è una coincidenza- non conosco la filosofia del pittore-, ma forse il significato è che la gente che sono contemporari con un esperiemento audace, sono troppo bloccati nelle loro stesse abitudini, troppo spaventati del cambiamento, non temerari nel riconoscere o provare qualcosa di nuovo.

Guardando al dipinto, Io non accetto questa deposizione. Ora che, in questo paese, la gente è soggetta al processo per osare ancora credere che se c’è qualcosa in questa vita che vale la pena fare è il progetto di Icaro- non importa quanta pena loro potrebbero sopportare, non importa quanta incarcerazione o quante condanne possono essergli imposte- Io voglio mantenere la speranza e la convinzione che ad un certo punto, coloro che sono contemporanei con questi ribelli, possono essere posti in primopiano e riconoscere la necessiatà del volo.

Athena Tsakalou

PS. Se sto mandando questa nota è perchè l’insistenza della corte in merito alla mia apparizione è peculiare e al di sopra di tutto perchè io non mi autorizzo al silenzio. Il silenzio corrisponde solo ai deceduti, e nei nostri tempi è stato applicato durante questi processi da coloro che sono completamente soggiogati dal comando del Potere.

E se voi in verità volete capire chi state provando, andate avanti, leggete I loro discorsi, guardate alle loro posizioni. Christos Tsakalos, Gerasimos Tsakalos e Panagiotis Argirou sono al dodicesimo giorno di sciopero della fame, e loro hanno dichiarato : “Le tigri di collera sono più selvaggie dei cavalli di istruzione” [William Blake]…”Quando uno non muore per l’altro, allora noi siamo già morti” [Tasos Livaditis]… Nel 17 Aprile Giorgos Polidoros, Damiano Bolano, Haris Hadjimihelakis hanno iniziato lo sciopero della fame in supporto ai loro compagni, mentre il resto dei menbri imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco seguiranno a date determinate.

La solidarietà tra gli anarchici della prassi non è solo parole. Nelle nostre decisioni non-negoziabili di rovesciare la nostra vita quoidiana in revoluzione attraverso l’azione diretta e l’assistenza della guerriglia urbana anarchica, noi abbiamo incominciato un corso che ha un punto di inizio ma che non ha un punto di fine.

Messico DF: Attacco incendiario contro il magazzino di un’empresa farmaceutica

A tutt* gli/le anarchic* d’azione
Agli/alle incendiar* e antagonist* affin*

Comunicato della CCF-FAI, Messico DF:

Incendiar* in guerra contro tutte le autorità!
Tutta la nostra solidarietà ai compagni Mario Lòpez “Tripa” e Braulio Duràn!
Solidarietà alla compagna Felicity ovunque ci si trovi in lotta!
Celebriamo un anno di attacchi diretti al capitale e allo Stato!

Di nuovo il fuoco liberatore arde dove più nuoce distruggendo la merce. La Cospirazione delle Celllule di Fuoco (CCF) frazione della Federazione Anarchica Informale del Messico (FAI-M) sezione DF, ha scatenato il fuoco liberatore nei magazzini della colonia San Juan Xalpa, delegazione Iztapalapa, distruggendo i magazzini 45 e 46 sull11sima strada e Sabadell.

L’incendio era programmato per cominciare alle 11:45 della notte del 17 settembre, però un guasto nel meccanismo di accensione non fece partire il congegno.
La mattina pensavamo che i nostri piani erano falliti e che il dispositivo fosse stato recuperato dalle forze repressive, ma pare che il meccanismo fosse solamente in ritardo e alle 11:10 del mattino l’esplosione ha avuto inizio.

In un anno di attacchi al Capitale e allo Stato, è la prima volta che accade un incidente di questo tipo. Nessuno dei nostri attacchi ha mai provocato ferimenti, abbiamo sempre realizzato azioni per distruggere le merci e paralizzare la produzione senza perdite. Questa volta l’incendio ha fatto vari feriti. Non era nostra intenzione provocare feriti, ma di distruggere la merce e paralizzare la produzione.

Con questo nuovo attacco coordinato con i gruppi di azione anarchica e con individualità affini, solidarizziamo con il compagno Mario Lopez “Tripa”, sequestrato dallo Stato, nelle galere di  Marcelo Ebrad in attesa di sentenza, con il nostro fratello di lotta  Gabriel Pombo da Silva incarcerato in Germania, con il compagno Marco Camenizh in Svizzera, con i/le compagn* prigionieri in Cile, con i/le prigionier* della Cospirazione delle Cellule di Fuoco in Grecia, con i fratelli e le sorelle bolivian*, con i/le nostr* compagn* di Culmine e tutt* i/le compagn* colpit* dalla repressione in Italia, con i nostri fratelli e sorelle in Indonesia e con tutt* i/le nostr* compagn* sequestrat* in tutto il mondo.
A un anno dalla nascita di questa coordinazione di lotta antagonista abbiamo battuto il sistema di dominazione insegnando che la lotta è possibile e che il sistema è vulnerabile.

Continuiamo a colpire dove più nuoce! Continuiamo con il fuoco liberatore!
Distruggiamo l’intero esistente!

Saluti ai/alle compagn* della Células Autónomas de la Revolución Inmediata (CARI-PGG), ai/alle compagn*dell’Individualidades Tendiendo a lo Salvaje (ITS), al Frente de Liberación de la Tierra (FLT), alla Célula Insurreccional Mariano Sanchez Añón (CI-MSA) e a tutti i gruppi di azione anti-sistemica!

Viva i gruppi informali di azione anarchica!
Lasciamo che la lotta si espanda in tutti gli angoli del mondo!
Siamo tutt* complici della Cospirazione delle Cellule di Fuoco!
Viva il fuoco liberatore e la polvere vendicatrice!
Forza compagno Mario!
Forza compagno Braulio!
Contro il sistema tecnologico di dominazione!
Per la demolizione delle prigioni!
Per la Liberazione Totale!
Per la coordinazione internazionale anarchica!
Per l’Anarchia!

Cospirazione delle Cellule di Fuoco/Federazione Anarchica Informale.
(CCF-FAI) – Messico
18 settembre 2012

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Barcellona, Spagna: Sabotaggi e vernice ai bancomat

Il rumore della strada #1

Se ci chiedessero come vorremmo che funzionasse il mondo probabilmente potremmo dire il mutuo supporto, la collaborazione, la collettivizzazione e l’autogestione sono metodi che ci piacciono e che un tempo furono usati, però pensiamo che attualmente un cambio progressivo è impossibile è non accadrà da sè.

Si deve creare una situazione favorevole al cambiamento. Alcuni restano balbuzienti a dire ” è difficile crederci” mentre nelle vie vediamo come la polizia, pagata con i soldi dei contribuenti e già militarizzata, tortura e uccide i/le nostr* compagn*.

Noi abbiamo deciso già da tempo di ampliare la nostra gamma di tattiche, con l’azione diretta tramite il sabotaggio, l’esproprio e l’uso della forza per autodifesa. Non crediamo sia l’unico cammino possibile, però pensiamo che questa forma possa ampliare la possibilità di un cambio.

Vediamo fiorire alcuni gruppi di affinità nella nostra città che ci illuminano gli occhi, che provano a recuperare vecchie Federazioni e discussioni sui metodi migliori di organizzazione.

Quando il giorno dopo vediamo un direttore di una banca con le mani nei capelli lamentandosi che qualcuno gli ha verniciato le vetrine e ha rotto lo schermo del bancomat, quando vediamo nelle prime ore del mattino che spazzano rapidamente i resti di un incendio, o quando vediamo come si cancellano con miracolosa rapidità migliaia di scritte sulle pareti di tutta la regione, o quando ancora contempliamo con un sorriso una macchina in fiamme sapendo che, per una notte, solo per una notte, una delle dita  che muovono l’oppressione che non ci fa dormire tranquill* è saltata, e anche loro questa notte faranno incubi.

Poco a poco, aumentano a raffica le azioni e le persone che vedono questo metodo come una possibilità e una necessità.
L’azione stessa è come una forma di comunicazione e d’espressione, l’organizzazione è difficile  data la repressione attuale e facciamo un appello per azioni diversificate in tempi migliori.

Pensiamo che, a poco a poco, queste azioni innescheranno un più alto grado di espressione della lotta. Sebbene le critiche siano inevitabili, speriamo che si capisca la sfumatura e il messaggio dell’azione.

Non abbiamo paura.

Con questo comunicato rivendichiamo i seguenti sabotaggi:

-Più di un centinaio di bancomat nei quartieri di Barcellona e periferia. Nel mese di giugno, luglio e agosto rotti diversi schermi di bancomat o bruciati diversi oggetti all’interno delle banche.

-Scritte agli uffici di svariati partiti politici e agli hotel di lusso.

Un saluto ai/alle compagn* in lotta:
Lobos negros
Anarquistas Nihilistas de Barcelona
Las Nadie

Un puño arriba
Milizia Nera

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