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Liberazione animale e della terra: Azioni dirette in Italia, Svezia, Regno Unito, Canada ed Ucraina

Modena: Consegno esplosivo contro furgone di un’impresa de carne

Notte del 18 settembre, Ponte Alto/Modena (Italia). Abbiamo posizionato un congegno esplosivo sotto il furgone di un’impresa di carne di proprietà di AIA/Veronesi. Come hanno riportato i media, l’esplosione si è sentita a chilometri di distanza e il mezzo è stato totalmente bruciato.

A.L.F. / Bastardi Senza Gloria


Reggio Emilia: Incendiato furgone di hot dog

La notte del 21/09/2012 abbiamo incendiato il furgone vendita hot dog in zona Campovolo alla periferia di Reggio Emilia, che si permetteva di vendere e mercificare i corpi dei nostri fratelli. Perseguitare gli aguzzini con ogni mezzo, che le lacrime non siano solo quelle degli animali!

ANIMAL RIGHT MILITIA


Siena:Attacco incendiario contro macello

La notte del 07/10/2012 siamo entrati nel macello di Colle Val d’Elsa (SIENA), incendiando l’impianto elettrico e l’impianto di areazione mandando fuori uso tutti i macchinari. In memoria di tutti gli animali massacrati nei macelli.

ALF


Trento: Liberazione di animali da reddito

Un asinello, 8 maiali e diversi conigli sono stati liberati la mattina, alle due, del 26 settembre nel paesino di Villa Rendena. È stato divelto il cancello e condotto l’asinello via per i campi quindi trasportato in un posto sicuro. Abbiamo lasciato aperte le porte della conigliera (non c’erano gabbie) e della stanza dove erano rinchiusi i maialini, poi abbiamo scritto con bomboletta il messaggio “ANIMALI LIBERI” e più volte ALF sulla parete della prigione e sulle porte del cancello divelto.

ALF


Kumla, Svezia: Attacci incendiario contro negozio di pelle

Nella notte del 3 ottobre abbiamo gettato 3,5 litri di benzina e due congegni incendiari attraverso una vetrata di Jerndhals Skins & Leather a Kumla. Un altro tentativo era stato fatto alcune settimane fa, ma non era riuscito. Ma questa volta deve bruciare fino a essere cenere! Non potrete più trarre profitto dalla morte di individui innocenti!

ALF


Kumla, Svezia: Incendiata auto del proprietario di negocio di pelle

Nella notte del 7 ottobre, abbiamo fatto visito al proprietario di Jerndahls skins & leather a Kumla. Una delle sue auto è stata data alle fiamme. Questo è solo un avvertimento di quello che verrà se non metti fine al tuo coinvolgimento nel sanguinario traffico di pelle.

ADESSO!!!

ALF


Regno Unito: Liberate nove pernici

A nove pernici è stata data una possibilità di libertà, le abbiamo liberate da un recinto durante una notte di settembre. Alcune moriranno per la predazione, ma adesso hanno tutte la possibilità di vivere le loro vite selvatiche nell’ambiente di cui fanno parte. Finchè tutti non saranno liberi!


Ontario, Canada: Liberati 200 visoni

Secondo la Fur Commission USA, nelle prime ore del 21 settembre, una rete perimetrale è stata tagliata e 200 visoni liberati dalle gabbie dell’allevamento Oakwood (3708 Baker Road) a Niagara Falls, Ontario.


Kiev, Ucraina: Bruciato escavatore e ecosabotaggio

Nella notte del 02/10/2012 attivisti anonimi hanno attaccato un sito di disboscamento sulla “Bald Mountain”. Un escavatore LIEB HERR è caduto vittima del loro incendio. Le coordinate del disboscamento qui. Cogliamo questa opportunità per riferire di un’azione simile avvenuta nello stesso luogo il 20/03/2012.

Tree spiking/chiodi negli alberi nel parco municipale di Ternopol, Ucraina

Questa azione di ecosabotaggio è in risposta ai piani di sviluppo di una compagnia di costruzione locale, che vuole distruggere un parco pubblico per fare spazio per caseggiati abitativi privati. Abbiamo piantati grossi chiodi negli alberi, così gli sviluppatori dovranno portare attrezzature pesanti per poterli distruggere. Ma i mezzi del cantiere possono ricevere anch’essi la nostra attenzione!

$ile: A proposito della repressione in Bolivia

Bruciando le streghe.
Contro l’indifferenza, la delazione e la complicità con lo Stato.
A proposito della repressione in Bolivia

Lo scorso 29 maggio nelle terre dominate dallo Stato Plurinazionale di Bolivia, è stata portata a termine un’operazione repressiva contro i circoli “libertari” e anarchici, cercando di colpire i presunti responsabili delle azioni dirette perpetrate contro simboli del Potere.
Con una strategia identica alle razzie repressive di altre latitudini, si perquisiscono una decina di abitazioni. Una battuta di caccia che aveva più l’intenzione di creare un precedente, che di seguire una pista in particolare. Come già sta diventando abitudine e dettaglio poco fantasioso, si arresta in massa per poi vedere cosa apporta ogni detenutx.

Così facce note e molto identificabili nei circuiti anarchici sono state arrestate , con la classica scusa  del profilo da neutralizzare. Così sono state presentate tre persone come i capibanda degli attacchi.

Una pomposa conferenza della stampa è servita da scenario per mostrare come agiscono i potenti quando vedono attaccati i loro interessi. Le prove ancora una volta erano riviste, libri, manifesti, toppe e maschere.

All’inizio, e in assenza di informazione, nessuna aveva sufficienti certezze di come avessero avuto origine le manovre repressive, ma con il passare delle settimane comincia a passare nelle pagine di controinformazione la notizia della collaborazione di 3 detenuti, tutti membri di una organizzazione di taglio piattaformista chiamata OARS, la cui pagina internet dà chiari segnali dei suoi principi, per nulla anarchici e per nulla “libertari”.

Sottoposte agli interrogatori, queste tre persone hanno fornito nomi, indirizzi e relazioni di amicizia tra il resto degli/lle arrestatx e hanno segnalato apertamente due persone come responsabili, facendo i nomi di Nina Mancilla e Henry Zegarrundo. Così è come sono stati incarcerati, avvolti in un’onda di accuse, mormorii e confusione. Più tardi anche una terza persona, Mayron Mioshiro, è stata arrestata e portata nel carcere della città.

Tramite testi anonimi, carichi di prepotenza e alcuni di altezzosità, con il coraggio di discutere altro, abbiamo scoperto che nessunx dex detenutx formava parte di alcuna cellula di azione diretta ma che si rivendicavano anarchici. Così leggemmo che il nome di Mauricio Morales citato in alcune azioni, bastò per scatenare l’isteria, così abbiamo saputo che il nome di Luciano Pitronello, dipinto su un lenzuolo bastò perchè si parlasse di terrorismo e immaginarie organizzazioni internazionali.

Ma con il correre dei giorni l’informazione cominciò a spegnersi e quello è stato il terreno di coltura della confusione regnante, è così che poche persone hanno capito nella giusta prospettiva quello che si nasconde dietro l’attacco repressivo in Bolivia e da uno e dall’altro lato si fomenta la confusione.

Così l’OARS nei suoi testi accusa altrx compagnx di essere i collaboratori, nel tentativo di sganciarsi dalle responsabilità. Hanno anche avuto il coraggio di fare una chiamata di solidarietà per gli arrestati (che loro stessi hanno consegnato alla polizia) e di passaggio farsi pubblicità come un’organizzazione repressa e “vittima” dell’attuale “desmedido” della polizia, arrivando perfino a pubblicare un numero di conto corrente dove depositare denaro in solidarietà con i propri membri che si trovano agli arresti domiciliari.

Come anarchici, non riconosciamo frontiere e non accettiamo che ci siano temi nei quali possiamo partecipare solo come semplici spettatori, per questo ci decidiamo a scrivere questo testo, come messaggio solidale carico di forza verso gli incarcerati.

Spiacevolmente abbiamo trovato più informazioni nella stampa del capitale che nelle pagine di controinformazione, così ne approfittiamo per invitare i compagnx di là a tenere un ruolo più attivo nella diffusione delle notizie sul caso.
Comincia la caccia alle streghe…

Tramite internet ci siamo imbattuti in una lettera recente di Nina Mancilla (1) sulla sua situazione giuridica e ci sembra rilevante esprimerci al riguardo.
Nella sua lettera si può identificare chiaramente che il messaggio che sta portando è dimostrare la sua innocenza in base alla presunta colpevolezza di un’altra persona che sarebbe libera, proponendo così una sorta di scambio, consegnando l’identità di quest’altra persona per ottenere la sua liberazione. Nina non identifica come responsabili della sua incarcerazione lo Stato, l’istituzione della polizia o la dichiarazione di Renato Vincenti che la incolpa direttamente, lei preferisce addossare la responsabilità alla persona che presumibilmente appare in un video e che non ha alcuna somiglianza con lei. Le sue parole ripetono le logiche poliziesche più basilari, inoltre non avere alcuna somiglianza non è prova concludente di nulla.

Capiamo l’angoscia che provoca la prigione, poiché quello è l’obiettivo che persegue fin dai suoi inizi, distruggere chi sopravvive al suo interno, in maniera morale così come fisica, emozionale e politica. Capiamo il dolore, l’angoscia e la rabbia, ma come anarchici mai capiremo né giustificheremo che questo dolore porti all’atto di collaborare o consegnare su un vassoio le identità di altrx.

Storicamente la prigione è stata la punizione per quelli che si sono opposti al dominio, storicamente quelli che si sono ribellati hanno ricevuto condanne di vendetta e la storia ci ha trasmesso anche che dietro le mura delle prigioni sono esistite persone che non si arrendono, che non si zittiscono e che continuano a lottare, senza vacillare nelle loro convinzioni.

Per essere anarchici non basta enunciarlo, ma bisogna tenere una posizione coerente con i principi anarchici, in quel senso la lotta per la distruzione delle prigioni è un asse centrale nella difesa della libertà. Quindi, protestare perchè il/la prigionierx sia un altro/a e non sé stessi è un atto denigrante, però è ancora peggio fare una chiamata aperta e una provocazione senza trucco perchè questa persona si consegni o sia consegnata da altrx.

Questo costituisce un ricatto, un’attitudine servile al Potere, agli interessi dello Stato e porta a un evidente autoritarismo, poiché mediante la pressione mediatica si impone a un’altra persona un cammino da prendere, quale consegnarsi agli organismi polizieschi. In definitiva è una posizione poliziesca e delatrice.

Purtroppo questa attitudine ripudiabile non ha ricevuto alcuna risposta e si diffonde come una verità. Così troviamo un altro testo (2) in cui una tale  Virginia Aillón non perde occasione di segnalare che chi ha portato a termine le azioni dirette, dovrebbe mantenere un’attitudine “coerente” e consegnarsi. Questo tipo di chiamate non ce le saremmo mai aspettate da un Garcia Linera (3) né da qualunque persona si rivendichi parte dello spettro “libertario” o anarchico.

Per il resto, nessuno si aspetta che chi si trova in prigione assuma come proprie azioni che non ha realizzato, nessuno deve accettare invenzioni e infamità che il Potere si incarica di imporre come verità. Ma questo non equivale a consegnare identità di altrx e menchemeno di fare un’aperta citazione-accusa contro un’altra persona, accusandola incredibilmente di essere falsamente anarchica perchè non si consegna.

Non accettiamo questa condotta e ci sembra disprezzabile, poiché non solo confonde il reale nemico ma anche perchè incarna tutti i valori della cultura dei potenti, questo tipo di azioni non hanno niente a che vedere con valori “libertari” o femministi secondo l’autodefinizione che queste fanno di loro stesse.

Più in là della discussione sui metodi, crediamo che sia importante mantenere sempre alta una morale anarchica, sapere identificare il nemico, e quindi, tenere chiaro che chi realizza azioni illegali, non è “colpevole” degli attacchi repressivi che lo Stato può portare, questo lo hanno capito dai tempi remoti tuttx queglx anarchicx che difesero a viva voce i cosiddetti illegalisti in prigione. Se esiste difesa per l’innocenza e ghigliottina per i “colpevoli”, si ha posto fine alla visione anarchica ed è rimasta solo una dissidenza amichevole con le logiche statali.

Entrambi i testi di queste supposte femministe boliviane, accendono solo il falò su cui bruciare la strega. Con queste chiamate a consegnarsi al Potere, l’ordine patronale, statale, poliziesco e patriarcale non riceve alcun colpo, ma al contrario si riafferma e si garantisce la propria continuità. Quello che dobbiamo stimolare tra tuttx quellx che hanno ricevuto colpi dallo Stato è la solidarietà, mai la delazione né l’isolamento.

Si è molto paragonato il processo boliviano con il caso Bombas in Cile, ma forse c’è una differenza sostanziale, più in là delle similitudini ed è che qui, i compagnx incarceratx, pur rischiando condanne fino a 25 anni, non sono mai entrati nel gioco dello Stato, mai hanno chiesto che chi aveva compiuto le azioni dirette si consegnasse. Lasciarono in chiaro che loro non avevano partecipato e che non formavano parte di nessuna associazione illecita terrorista, ma mai chiesero a qualcuno di sottomettersi al Potere e e questo è forse il maggior atto di solidarietà.

Il messaggio per noi è chiaro: solidarietà senza frontiere con i perseguitati dal Potere, distruzione delle carceri e liberazione fino alla fine.
Un abbraccio complice per Henry e Mayron, libertà per tuttx, per la fine delle carceri, dei suoi carcerieri e dei suoi falsi critici.

Alcuni anarchici della regione cilena.
Santiago, inizio di ottobre 2012.

Note:
(1) La lettera integrale di Nina Mancilla si può trovare qui
(2) Per chi vuole leggere il testo di “Virginia Aillon”, si trova qui in spagnolo
(3) Alvaro Garcia Linera è l’attuale vice-Presidente della Bolivia, che come tanti altri ex-lottatori dell’America latina, ha fatto un salto da un passato guerrigliero (fu membro fondatore dell’Esercito Guerrigliero Tupak Katari) a occupare un posto importante in una sede dello Stato che fino a ieri aveva combattuto. Ricordato tra i suoi ex compagni per aver consegnato informazioni sui membri dell’organizzazione e l’infrastruttura, è forse il personaggio più influente oggi nell’attuale governo di Evo Morales. Si potrebbe dire che è “il cervello pensante”, mentre Evo è “l’immagine carismatica”.

in spagnolo

Atene: Attacco incendiario agli uffici locali della Sinistra Democratica (DIMAR) a Kaisariani

Nelle prime ore del Giovedì, 11 Ottobre un gruppo ha effettuato un’azione diretta di attacco incendiario su un locale del partito politico della sinistra democratica (Dimokratiki Aristera), che si trova in Via Ethnikis Antistaseos nel quartiere di Kaisariani. Il partito di Fotis Kouvelis fa parte del governo di coalizione tripartita, insieme a Nea Dimokratia e PASOK.

Ecco qui di seguito un estratto dell’assunzione di responsabilità, un espressione di solidarietà con tutti quelli perseguiti per la loro azione sovversiva:

“Il minimo adatto a questi lacchè e le spie servili del sistema è il fuoco. E per coloro che hanno già parlato del fascismo per descrivere il nostro atto, diciamo che il fascismo sia le centinaia di detenzioni “preventive” di attivisti e di scioperanti. Il fascismo è l’impoverimento della società nel suo complesso e dei pogrom contro gli “avanzi”. Il fascismo sono le torture contro i manifestanti antifascisti ed i compagni in solidarietà nel quartier generale della polizia di Atene, le incursioni nelle occupazioni, e le orde scatenate degli antropoidi della moto-polizia DELTA e DIAS. E ogni lotta contro questo fascismo da parte dello Stato e dei padroni è RESISTENZA. ”

Grecia-Patrasso: Raduno e corteo contro gli attacchi statali e parastatali

All’alba del Giovedì, 11 Ottobre una squadra di nazisti dell’Alba Dorata si è riunito al ristorane “Psitalonia”, nel quartiere di Psila Alonia, al fine di attaccare degli antifascisti che si trovavano nella zona. Immediatamente si è riunita della gente per difendere i compagni. I fascisti dell’Alba Dorata sono stati distrutti quando hanno tentato di attaccare. Si sono ritirati dispersamente cattivo e il loro locale-covo è stato schiacciato. Il ristorante “Psitalonia” la cui proprietà è direttamente collegata al nucleo guida dell’Alba Dorata di Patrasso, costituisce un noto luogo di ritrovo di fascisti ed è collegato con attacchi fascisti contro gli immigrati nel quartiere. L’Alba Dorata nega ufficialmente la sua presenza negli eventi.

La mania vendicativa dello Stato per i suoi cani abbattuti si è manifestata con il fermo di 9 persone, ciecamente in luoghi e tempi diversi dagli eventi. 4 dei detenuti sono stati infine arrestati ed accusati di reati gravi, come tentato omicidio, dopo essere stati presumibilmente riconosciuti dai membri dell’Alba Dorata. Le accuse si basano su prove che vengono “cucinate” dagli “albadorati” in collaborazione con i poliziotti ed i giudici, il che dimostra come lo stato e gli para-statali costruiscono il caso.

CONTRO AGLI ATTACCHI STATALI E PARA-STATALI

GIÙ LE MANI DAI NOSTRI COMPAGNI

RADUNO: Venerdì ore 12 al Parartima

Per raduno e corteo di protesta ai tribunali in via Gounari mentre i compagni arrestati passano dal PM

Solidali

in spagnolo

USA: Nuova custodia di una resistente alla Grande Giuria a Seattle

[vimeo]https://vimeo.com/51103273[/vimeo]

La 24enne anarchica Leah-Lynn Plante è stata chiamata ripetutamente a testimoniare davanti alla Grande Giuria Federale (Federal Grand Jury). Le tre volte che si è presentata alla corte, ha rifiutato di informare nei confronti di altre persone politicizzate. Così, il 10 Ottobre 2012 è stata incarcerata, con l’accusa di sfida politica. Quando le guardie umane l’hanno strappata dall’aula del tribunale, gridò verso gli solidali: “Vi amo tutti!”

Attualmente, Leah è incarcerata nel centro di detenzione federale SeaTac a Seattle, dove sono anche detenuti Matt Duran (che finalmente è stato spostato dall’isolamento alla popolazione carceraria generale) e Katherine “Kteeo” Olejnik.

Nel video qui sopra, durante le ore critiche appena prima della custodia cautelare, Leah-Lynn ha annunciato pubblicamente per l’ennesima volta la sua intenzione di resistere alla istituzione dell’infamità. Ecco un estratto dal comunicato, dal titolo “Siamo tutti fatti da polvere di stelle“:

Non posso esprimere con le parole la mia gratitudine a coloro che ci hanno mostrato sostegno e solidarietà, soprattutto amici, compagni e persone care. Passeremo tutto questo insieme. So che suono come un disco danneggiato con il sentimento che segue, ma penso che vale la pena ripeterlo. Vogliono farci sentire isolati, soli e spaventati. So che, anche se Kteeo viene praticamente tenuta in isolamento, non si sente sola. So che Matt non si sente solo. So che anch’io non mi sentirò sola. Quando cercano di massacrare senza pietà intere comunità, noi non ci disperdiamo, ma ci rafforziamo, cresciamo. Vedo questa repressione di stato come segue: Lo Stato crede che sia un buco nero che potrebbe distruggere tutto quello che vuole. In realtà, è più simile a un vivaio stellare in cui crea involontariamente nuove e potente stelle anarchiche.

Per corrispondenza con i tre prigionieri politici:

Leah-Lynn Plante # 42611-086
Katherine Olejnik # 42592-086
Matthew Kyle Duran # 42565-086

FDC SeaTac, P.O. Box 13900
Seattle, WA 98198 (USA)

Per tenersi informati in inglese: nopoliticalrepression, saynothing, supportresist, pugetsoundanarchists, freeleah

Atene : Assunzione di responsabilità per attacchi contro veicoli privati di sbirri

VIVENDO NEI TEMPI DELLA DEMOCRAZIA TOTALITARIA

A seguito della campagna estiva contro gli immigrati, col nome sarcastico “Xenios Zeus” che continua ancora ad oggi a livello nazionale con decine di migliaia di arresti e detenzioni, il posto verso la repressione e la conformità ha preso, come previsto, il nemico interno.

Così, dopo il primo “riscaldamento” con l’invasione hollywoodiana all’occupazione Delta a Salonicco dalle squadre della polizia MAT ed EKAM, è arrivato il momento degli scioperanti e degli manifestanti antifascisti. Nel 26 Settembre, il giorno dello sciopero generale, sono state colpite le pre-concentrazioni delle assemblee popolari nelle zone di Zografou e di Aghios Dimitrios, sono stati picchiati ed arrestati dei combattenti, le cui immagini sono state rilasciate pubblicamente. Lo stesso e peggio ancora hanno subito le migliaia dei scioperanti della manifestazione all’interno di un clima di violenza implacabile da parte dei sbirri.

Il 30 Settembre il moto-corteo della pattuglia antifascista è stato attaccato dai contemporanei “Bourandades”*, le impazzite squadre della polizia “Delta” che si precipitarono a difendere i loro amici ideologici che avevano ricevuto il trattamento dovuto poco prima dagli antifascisti. Risultato le lesioni gravi dei compagni e gli arresti di 15 tra di loro. Il giorno successivo, e mentre gli compagni arrestati nel quartier generale della polizia (GADA), sono stati picchiati e torturati, con il sadismo che permea i pretori della polizia greca, il raduno di solidarietà negli “sterili” ed adatti alla circostanza, tribunali di Evelpidon, è stato colpito senza provocazione con la conseguenza di nuove lesioni e 4 arresti supplementari.

La trasformazione del paese in un regime di tipo latino-americano di altre epoche (in “gesso”** per chi non abbia capito), come ha dimostrato il divieto della circolazione e degli pubblici incontri in gran parte dell’area della capitale, attraverso la voce del comandante della polizia di Atene e l’orgia dei fermi preventivi per le strade, nelle case di combattenti e nelle stazioni dei mezzi pubblici durante lo svolgimento, e non, delle proteste contro la visita del Cancelliere Tedesco Merkel non sarà tollerato.

È per questo che da parte nostra abbiamo fatto al fuoco durante il fine settimana , 8 e 9 Ottobre, ad auto e motociclette personali di poliziotti nelle seguenti aree:

– 2 macchine in via Eressou ad Exarchia
– 1 veicolo sulla via Leosthenous a Peristeri
– 2 macchine in via Lyttis ad Egaleo
– 1 veicolo in via Sporadon a Kypseli

Ricordiamoli, con l’occasione, che la nostra azione è solo l’inizio e che sono nel mirino indipendentemente dai loro “eroismi”. Li attaccheremo in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo considerato necessario ogni volta…

TUTTO CONTINUA…

fonte

* Bourandas era il capo del reparto-moto della polizia greca in collaborazione con i nazisti durante l’occupazione di Atene nella seconda guerra mondiale

** Durante il periodo della dittatura (’67-’74) i colonnelli descrivevano il paese come un “paziente messo in gesso” per curarsi dalla malattia dell’anarchia e del comunismo

Atene: Raduno antifascista-antirazzista in piazza Amerikis

MORTE AL FASCISMO

Estratto dal richiamo degli antifascisti nei quartieri di Kypseli e Patissia:

Nessuna tolleranza per le bande naziste e fasciste

Ultimamente, nelle vicinanze di piazza Amerikis, sulla via Patission in Kypseli, un piccolo gruppo di razzisti / fascisti tenta di creare uno stato di paura e di intolleranza contro gli immigrati africani che vivono nella zona. (…) La protesta antifascista-il 26/9, il giorno dopo il pogrom fascista ha incluso una marcia per le strade del quartiere e un raduno in piazza Amerikis, in cui hanno partecipato molti residenti locali, nativi e immigrati. Le motivazioni della popolazione hanno dato una prima risposta contro i piani fascisti. Ma, al fine di fermare la loro azione per bene, ciò che è necessario è una mobilitazione più ampia e continua di tutti i residenti antifascisti ed antirazzisti locali, che non vogliono vedere la violenza razzista della diverse bande fasciste dominare il nostro quartiere. (…) Facciamo modellare i termini della nostra vita con dignità e libertà.

Lotte comuni della popolazione locale e degli immigrati contro la povertà, la repressione, il razzismo

Auto-organizzazione, resistenza, solidarietà in ogni quartiere

Raduno antifascista-antirazzista dei residenti in lotta e degli sostenitori
Piazza Amerikis, Venerdì, 12 Ottobre, 19.30

Atene: Dichiarazione dei nove membri dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco e Theofilos Mavropoulos nella prima sessione del nuovo caso-processo per la CCF

8 Ottobre 2012: I compagni Konstantinos Papadopoulos, Stella Antoniou, Giorgos Karagiannidis, Alexandros Mitroussias e Kostas Sakkas hanno partecipato alla prima udienza del nuovo processo per la CCF. All’inizio del processo, i nove membri dell’O.R. CCF e l’anarchico Theofilos Mavropoulos hanno lasciato l’aula e sono ritornati nella celle, dopo il membro della CCF Olga Ekonomidou ha insistito per leggere ad alta voce la seguente dichiarazione nell’aula delle carceri femminili di Koridallos.

Il processo è stato aggiornato per Mercoledì, 10 Ottobre.

“Prima che la vostra corte militare inizia, farò una dichiarazione a nome dei membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Siamo prigionieri dello Stato Greco e mettiamo in chiaro che non riconosciamo alcuna autorità, per non parlare del sistema giudiziario, e naturalmente nessuna delle vostre leggi. Il fatto che noi siamo prigionieri di guerra non vuol dire che ci siamo arresi, né pentiti di nulla.

Rimaniamo orgogliosi della nostra organizzazione. Ogni azione della Cospirazione, ogni parola che abbiamo scritto nei nostri comunicati è e sarà per sempre un pezzo impenitente di ciascuno di noi.

La CCF è il percorso della nuova guerriglia urbana, fa parte di un’espansa cospirazione globale contro le istituzioni e il morale della società che schiavizza l’uomo per secoli.

La nostra prigionia non ferma la nostra causa o la nuova guerriglia urbana, che si trasforma ogni giorno in pratica, ed infine non potrà mai fermare la nostra lotta incessante per la libertà, che voi, burattini del sistema, non siete in grado di fermare.

La CCF è l’insieme di noi nove, che hanno preso la responsabilità, e nessun altro imputato abbia alcuna relazione con l’organizzazione e nessuno avrebbe mai potuto avere.

Andiamo ancora avanti con il nostro compagno Theofilos Mavropoulos nel corso incessante verso una insurrezione anarchica eterna, senza guardare indietro.

Abbandoniamo inibizioni e scuse, e ci buttiamo nel fuoco dell’azione, per ora e per sempre. Dal punto in cui ci troviamo, inviamo i nostri saluti più caldi a Yannis Michailidis e Dimitris Politis, ricercati per la CCF. Che il fuoco della nuova anarchia possa coprire le tue tracce per sempre. Fino a quando non ci incontrano nel punto di non ritorno. Inviamo anche la forza e la solidarietà per i compagni insurrezionali che sono perseguiti dalle autorità italiane, così come per i nostri compagni della FAI in generale.

Infine, con i nostri pensieri ed i cuori, ci troviamo vicino al compagno anarchico Mario López, arrestato in Messico dopo essere stato ferito dall’esplosione di un ordigno artigianale incendiario che aveva con sé, e l’anarchica Felicity Ryder, che ha scelto i percorsi clandestini e viene perseguita per lo stesso caso.

Viva la Federazione Anarchica Informale (FAI)
Viva il Fronte Rivoluzionario Internazionale (FRI)
Viva la Cospirazione delle Cellule di Fuoco (CCF)

fonti: i, ii

Amburgo, Germania: Atto simbolico di solidarietà con il popoli in lotta in Grecia

Oggi, 9 Ottobre, ad Amburgo sono stati appesi due striscioni nei pressi della stazione ferroviaria centrale, oltre i raggi, in modo da essere visibili da quasi tutti i treni in corsa, che avevano scritto in tedesco ed in inglese: “Solidarietà con i manifestanti in Grecia” ed “Una battaglia – Una Lotta (A)”.

La ragione di questa azione simbolica è stata la “visita” di Angela Merkel ad Atene e il conseguenti “divieto di riunioni pubbliche e di cortei nelle aree pubbliche di Atene” direttamente connesse con la visita del cancelliere tedesco.

I compagni hanno voluto protestare anche per la politica della troika per quanto riguarda la “crisi”, una politica che segue in gran parte le direttive della parte tedesca e provoca l’impoverimento di ampie fasce della società, dissolvendo nello stesso tempo il sistema sanitario e lo stato sociale, mentre le banche e gli altri settori di investimento privato vengono ​​”salvati” intascando dei miliardi.

fonte

Santiago, Cile: Intervento pubblico per la depenalizzare dell’aborto

Sotto lo slogan “Aborto il vostro paese” si è tenuta nel pomeriggio del Venerdì 28 Settembre a Santiago, il seguente intervento pubblico nel corso della giornata per la depenalizzazione dell’aborto in America Latina e nei Caraibi. L’azione era chiamata dal Collettivo Ivaginario, le Lesbiche e le Femministe per il Diritto all’Informazione, e la squadra Pance in sciopero. Le manifestanti hanno parlato per il divieto dell’aborto sotto ogni circostanza in Cile, El Salvador, Nicaragua, Malta e Città del Vaticano (Santa Sede), mentre alcuni degli slogan che si sentono nel video sono:

Noi partoriamo, noi decidiamo
Depenalizzazione dell’aborto ora
Terroristi sono i poliziotti fascisti

Il poster del richiamo:

Aborto il tuo paese!

Settembre, mese di sabotaggio alla patria
Mese di depenalizzazione dell’aborto

Ci muove il piacere, l’amore, la liberazione del desiderio, la pluralità degli affetti e delle scelte su come vogliamo vivere, tagliati/e dal potere, dal dominio, dalla commercializzazione e dalla paura.

Azione sulla strada per l’autodeterminazione del nostro corpo

attraverso i blog imagen pirata

Santiago-Cile: Scontri dopo la manifestazione studentesca/universitaria del 4 Ottobre

http://www.youtube.com/watch?v=ngQqgORgQ5E&feature=player_embedded

Giovedì, 4 Ottobre, organizzazioni studentesche ed universitarie del Comune di Ñuñoa nella grande area metropolitana di Santiago, sono scese per strada nel contesto di una manifestazione locale. Il corteo è partito dalla fermata metropolitana d’Irarrázaval e si è concluso nel punto di intersezione delle autostrade Macul e Grecia, con la soffocante presenza delle forze repressive.

Al termine del corteo, gruppi di giovani incappucciati hanno cominciato dei disordini sollevando barricate al di fuori della Facoltà di Filosofia bloccando il traffico. Gli insorti hanno attaccato con bottiglie di molotov i sbirri e i loro veicoli blindati di lancio d’acqua, mentre dopo 2 ore di combattimento, si sono ritirati all’interno del campus, per fortuna senza arresti.

Come indicato nelle informazioni rilevanti dalla pagina di contro-informazione Hommodolars, questa manifestazione non aveva nulla a che fare con Confech (Confederazione Generale Degli Studenti), inviando così un messaggio sano di organizzazione di manifestazioni senza il “cappello” e la delimitazione dei politici che cercano di limitare l’azione sovversiva e gli eventuali tentativi di sabotaggio della vita quotidiana capitalista e la rottura totale con lo status quo.

Barcellona: Intervento antifascista fuori dal spazio di nazisti

Nei giorni scorsi, compagni da diversi quartieri di Barcellona svolgiamo una campagna di propaganda contro la crescita del fascismo, del razzismo e del cannibalismo sociale che fioriscono nelle correnti circostanze. La campagna è iniziata il Sabato scorso, quando un gruppo di compagni antifascisti hanno attaccato dei manifesti al di fuori del covo dei nazisti, “Casal Tramuntana” e sulle strade circostanti. Il testo del manifesto:

Per abbattere il fascismo, il razzismo e il cannibalismo sociale

I responsabili per i nostri problemi non sono quelli che sono costretti a migrare, ma coloro che sono in prima linea di un sistema economico e politico che produce sfruttamento, guerre e povertà in tutto il mondo.

Non cammineremo affianco a coloro che ci sfruttano e ci governano sotto la bandiera di qualsiasi paese, razza o “identità culturale”. La nostra posizione è con gli sfruttati di tutti i paesi, e contro coloro che hanno costruito la loro ricchezza partendo dal nostro impoverimento.

Per non metterci in confusione, la battaglia non è tra noi, la battaglia è contro lo Stato e il Capitale.

Per un mondo senza classi, confini, guerra e miseria!

in spagnolo, in greco

Bruxelles: Serata di sostegno finanziario per gli anti-fascisti in Grecia

Vi stavate aspettando – eccoci qui

Il Sabato, 20 Ottobre, al Bokal Royal, 123 rue Royale, Bruxelles, si effettuerà un concerto di solidarietà per gli antifascisti arrestati e torturati dalla polizia greca dopo lo scontro con i gruppi paramilitari dell’Alba Dorata (30/9).

con:
Au Goulag (hardcore punk, Bruxelles)
Tbs-sb (drum&bass, Bruxelles)
100 Crew (rap militante, Vaston)
Mangouste (rap militante, Liege)

e microfoni per il pubblico.

pasti vegani – contributo libero

fonte

Atene: Fine del processo del secondo “caso Halandri” – Nuovo processo per la CCF nel tribunale delle carceri di Koridallos in corso

Solidarietà con i membri dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco e quelli perseguiti per lo stesso caso

Il 2 Ottobre 2012, durante l’ultima sessione del processi per il secondo “caso Halandri” (con tutti e quattro gli imputati assenti dall’aula), Damiano Bolano, Michalis Nikolopoulos e Giorgos Nikolopoulos sono stati condannati a 7 anni di reclusione per la loro partecipazione all’O.R. CCF e 10 anni di carcere per ciascuno dei quattro atti di fabbricazione, fornitura e possesso di esplosivi. Sono stati anche condannati per semplice complicità ed istigazione, e quindi ognuno condannato a 7 anni di reclusione per ciascuna delle tre esplosioni da ignoti che emanavano pericolo per cose e persone. In sintesi, ognuno abbia ricevuto 68 anni di carcere. Ogni sentenza è stata fusa in 34 anni, ma la pena detentiva massima è di 25 anni, che in genere viene servita sia come una detenzione completa (o con giorni salariati dal lavoro nelle carceri), o dopo il completamento dei 3/5 della pena detentiva, quando un ad prigioniero può essere concessa la libertà condizionale a determinate condizioni.

Christos Tsakalos è stato condannato a 7 anni di reclusione per la sua partecipazione all’O.R. CCF. Il 3/10 ha rilasciato una dichiarazione (in inglese qui), spiegando che si rifiuta di accettare qualsiasi discriminazione giudiziaria tra lui ed i suoi compagni della CCF, ed abbia lanciato così la sua condana più “leggera” indietro alla faccia dei giudici.

La Corte ha anche stabilito che Damiano Bolano (compagno di origine albanese) deve essere espulso dalla Grecia dopo aver scontato la sua pena detentiva.

Per tutti i quattro compagni, la decisione dei giudici ha provveduto anche di cinque anni di privazione dei diritti politici e di mantenere la sospensione dall’effetto di appello.

Riassunti in inglese di tutte le sessioni del processo qui

Un altro caso di processo per la CCF inizia il Lunedì, 8 Ottobre 2012, per coprire quattro assunti accusatori distinti: l’invio dei pacchi incendiari de 1° Novembre 2010 (sostenuto dall’O.R. CCF), gli arresti effettuati durante il 4 Dicembre 2010 durante l’operazione antiterrorismo, gli arresti fatti a Volos il 14 Marzo 2011 e il 18 Maggio 2011, e la sparatoria con la polizia a Pefki (Atene). Diciannove persone si trovano ad affrontare accuse, tra di loro i nove membri detenuti dell’O.R. CCF, l’anarchico imprigionato Theofilos Mavropoulos, quattro anarchici arrestati il 4 Dicembre 2010 (Stella Antoniou, rilasciata con misure precauzionali dal Giugno 2012, così come i compagni imprigionati Giorgos Karagiannidis, Alexandros Mitroussias e Kostas Sakkas), l’anarchico Konstantinos Papadopoulos (rilasciato sotto termini restrittivi dal Marzo 2011, dopo essere stato catturato ad Atene lo stesso giorno con i cinque membri della CCF a Volos), e i due compagni fuggitivi Yannis Michailidis e Dimitris Politis. Inoltre, gli anarchici Christos Politis e Dimitris Michail sono perseguiti con l’accusa di reati minori.

Nel Regno Unito, Cile e Grecia, l’Edizioni dell’Internazionale Nera hanno rilasciato la brochure Mappatura del Fuoco – Parole Internazionali di Solidarietà con la Cospirazione delle Cellule di Fuoco, come un atto di solidarietà e di confronto a questo processo della Corte (in greco, inglese e spagnolo).

Cile, sentenze del processo contro Mono, Rusio e Victor

Dal 25 settembre al 2 ottobre 2012 si è svolto il processo contro i compagni accusati di aver aggredito un poliziotto a cavallo lo scorso 11 settembre 2011.
Il tribunale li ha considerati colpevoli lo scorso 2 ottobre e ha emesso le sentenze il 5 ottobre.

Le condanne sono state:
Gonzalo Zapata: 541 giorni di carcere minorile come coautore del crimine di lesioni a carabiniere con conseguenza di ferite meno gravi
Victor Conejero:541 giorni di carcere minorile come coautore del crimine
Cristobal Franke, “Mono”: 2 anni di carcere minorile come coautore del crimine

Visto il tempo già scontato in carcere dai tre, la pena si trasformerà in libertà vigilata, con restrizioni come firme e controlli da parte di assistenti sociali e altri funzionari della gendarmeria.

fonte

Buenos Aires: Incendio di una macchina della polizia e un jeep di lusso dagli Amici della Terra

Come avevamo già annunciato, la polizia diventerà bersaglio di attacco, sia con dei proiettili o con incendi o esplosivi. Le cose che facciamo le diciamo con il proprio nome, e così vogliamo che facciano i compagni. Non vogliamo dire che stiamo realizzando una campagna velenosa perché abbiamo bruciato una macchina della polizia, e anche se non hanno escluso questa possibilità, ogni cosa ha il suo tempo.

Diamo il benvenuto a tutte le azioni volte alla rottura con l’ordine, l’indifferenza e la normalità, al di fuori la loro efficacia. Consideriamo però necessaria una migliore analisi della realtà, nel momento che mettiamo in atto un’azione di solidarietà con i prigionieri della guerra sociale, ed una scelta più adatta per il tipo del conflitto che vogliamo attuare per diffondere il caos e la distruzione che vengono proposte dalla Federazione Anarchica Informale in questi luoghi.

Siamo consapevoli della necessità di moltiplicare le azioni contro i simboli di potere e del sfruttamento, e crediamo che il modo migliore per aumentare il grido della distruzione è attraverso la propaganda dei fatti. Aderiamo quindi al progetto della Federazione Anarchica Informale, contribuendo con attacchi diretti contro il Capitale e lo Stato, incitando l’azione diretta, e lo scambio di opinioni con altri compagni che hanno deciso di passare all’offensiva.

In questo modo, come ci hanno già consigliato i compagni dell’O.R Cospirazione delle Cellule di Fuoco, dobbiamo dire che sia meglio di non limitarci ad un ragionamento radicale ed insurrezionale attraverso il quale possiamo sentire un’identificazione con la Federazione Anarchica Informale, ma portare anche questa intolleranza nella pratica della nostra vita quotidiana, ed ancora di più dal momento che ci facciamo avanti verso la ricerca dell’anarchia.

Per essere più chiari ed efficaci, dobbiamo spiegare a coloro che sono interessati alla nostra azione in qualsiasi modo, che ogni tanto facciamo quello che facciamo, in modo da essere più sincere le nostre intenzioni ed avere un maggiore rispetto ed impegno a questa guerra fino alla fine.

Il 1° Ottobre 2012, alle ore 1.30 della notte, abbiamo incendiato una machina del 47° commissariato della Polizia Federale dell’Argentina (4250 Nazca Avenue, nel quartiere di Villa Pueyrredón), all’angolo della stessa tana dei sbirri e sotto il naso e le loro camere.

Rivendichiamo anche la responsabilità per l’incendio di un jeep di lusso, parcheggiato accanto società privata di sicurezza e sorveglianza SPS, nel quartiere di Villa Devoto.

Amici della Terra / Federazione Anarchica Informale

Grecia-Volos: Raduno di solidarietà al di fuori del carcere locale

Il pomeriggio della Domenica 30 Settembre 2012, quasi 60 compagni si sono riuniti di fronte al centri locale di detenzione per minori nel distretto di Chiliadous. Tenendo uno striscione con su scritto “Solidarietà con la lotta dei prigionieri” e con le loro grida che risuonavano per circa quaranta minuti, hanno espresso la loro solidarietà con coloro che sono dietro le sbarre.

Hanno mostrato ai prigionieri, ma anche alle guardie umane nessuno è solo contro lo Stato, che la nostra lotta deve continuare fino alla demolizione dell’ultima prigione, finchè non siamo liberi tutti.

La solidarietà è la nostra arma! Fuoco alle galere!
LIBERTÀ A TUTTI E TUTTE

Città del Messico: Riguardo la presenza del blocco anarchico durante la manifestazione del 2 Ottobre

l video qui sopra registra un conflitto su piccola scala, che abbia avuto luogo il 2 Ottobre, durante la manifestazione per commemorare le vittime della strage del 2 Ottobre 1968, in cui centinaia di persone sono state assassinate dall’esercito messicano, proprio per garantire l’ordine in considerazione del clima di ottimismo per i Giochi Olimpici celebrati a Messico. La manifestazione faceva anche parte al contesto delle proteste contro la riforma del lavoro che è attualmente in discussione al Senato.

Nel nostro blocco, che rispetto all’anno precedente è stato superiore, finendo per essere uno dei più numerosi di quest’anno, ha partecipato l’Alleanza Rivoluzionaria Anarchica, il Black Block Messico, il Coordinamento Studentesco Anarchico, il Collettivo Autonomo Magonista, il Gruppo Anarco-Comunista Bandiera Nera, e individui dallo spazio libertario.

Vi inviamo il video ed una fotografia aerea per diffondere l’ideale acratico che rafforza in Messico.

Nel video è possibile notare le voci che parlavano di “non-violenza”, provenienti dai membri di #yo soy 132, un collettivo studentesco impegnato in varie università con l’unico ragionamento politico di “non imporre” il recentemente presidente eletto Enrique Peña Nieto.

Senza dubbio, l’Alleanza Rivoluzionaria Anarchica, le organizzazioni ed i membri che la compongono, abbiamo deciso di separarsi da questo collettivo, che continua ad operare in un discorso politico che sostiene la democrazia liberale ed agisce politicamente contro i compagni anarchici, indicandoli continuamente come dei provocatori, perché non si contengono all’interno delle sue posizioni “pacifiste”.

Va notato che nella manifestazione hanno partecipato anche compagni comunisti, che come noi, sanno che l’unica violenza è quella che proviene dallo stato-patrono del Capitale, e che le nostre azioni sono azioni di auto-difesa.

Saluti.

in spagnolo

Berlino: Chiamata di solidarietà con la lotta antifascista in Grecia

I eventi arrivano spesso e veloce in questi giorni in Grecia. Mentre gli attacchi contro gli immigrati, le loro case e negozi sono ancora in corso, negli ultimi mesi abbiamo visto sempre più attività antifasciste, come manifestazioni, volantinaggi e risposte dirette. La scorsa settimana, il potere statale ha mostrato ancora una volta da che parte si trova.

Nella città di Volos (29/9), nel corso di un raduno dell’Alba Dorata (Chrisi Avgi), un parlamentare del partito fascista ha tirato fuori la pistola contro antifascisti che protestano davanti al naso della polizia, la quale comunque, non è stata disposta a registrare una formale denuncia dai testimoni oculari a causa della “mancanza di tempo”.

Nello stesso fine settimana, ci fu una manifestazione antifascista (moto-corteo) ad Atene (30/9), per informare il pubblico sulle condizioni insopportabili degli immigrati a causa dell’operazione dello Stato chiamata “Xenios Zeus” e per mostrare la presenza sulle strade di Atene. Dopo che i manifestanti si sono scontrati con un gruppo di neo-nazisti, le forze della polizia hanno iniziato ad agire brutalmente contro gli antifascisti, con la conseguenza del ferimento grave di alcuni di loro. 15 manifestanti sono stati arrestati. Un raduno di solidarietà il giorno dopo al tribunale dove si tenevano i prigionieri è stato anche attaccato. 25 antifascisti sono stati arrestati, 4 di loro sono stati rilasciati Venerdì pomeriggio. Le 19 persone detenute hanno riportato condizioni le disumane e la brutalità della polizia in custodia. Hanno incontrato altri che sono stati “dimenticati” lì per 3 mesi. Il costi di ogni arresto del genere è elevato: solo per la contestazione devono essere pagati 15.000€. Venerdì 5/10 le ultime 15 persone arrestate sono state rilasciate su cauzione (3.000 euro ciascuno).

Oltre l’aggravarsi della situazione attraverso i nazisti e la polizia, il governo dimostra ancora una volta da che parte si trova. Così l’ufficio stampa del ministero dell’ordine pubblico ha fatto sapere (dopo una questione parlamentare del partito della “sinistra” Syriza), che il governo chiederà misure più incisive per far rispettare la legge e l’ordine. Inoltre, esso getta la sinistra nella stessa pentola con i fascisti ed abbia annunciato che contennerà tali tendenze antidemocratiche. In realtà si fa causa comune con i nazisti: mentre loro si vantano di crimini evidenti nei media e la fanno franca, gli antifascisti sono trattati con la repressione.

Allo stesso tempo, l’azione razzista dello Stato “Xenios Zeus” è ancora in corso, con 27.500 custodie di persone non greche e circa 2600 arresti di persone che non hanno i documenti necessari finora. Tutto punta ad un aggravamento della situazione per gli immigrati, gli antifascisti e tutti coloro che non si adattano all’ideologia razzista e fascista. L’interazione tra i neo-Νazisti e la polizia, con l’appoggio del governo e l’applicazione delle leggi razziste di deportazione sono allarmanti e devono essere interpretate come tendenze prefasciste.

È una situazione intollerabile per tutte le forze che si oppongono. Dall’altro lato, gli altri governi europei di certo non si preoccupano di chi governa la Grecia – fino a quando l’ordine pubblico è gestito da decine di migliaia di poliziotti, che garantiscono una procedura senza problemi per gli affari monetari. La resistenza costante e le attività di anti-repressione legano le capacità ancora ed ancora. Tuttavia, le somme di denaro per i processi nella situazione finanziaria reale sono difficili da procurare.

Solidarietà con la lotta antifascista in Grecia!
L’unione fa la forza!

Antifascisti, anarchici e anti-autoritari nell’Ottobre 2012

Donazioni per il movimento ed i prigionieri attraverso ABC Berlino:

Kontoinhaber: SSB e.V.
Berliner Sparkasse
BLZ: 10050000
Konto: 6603098570

IBAN: DE40 1005 0000 6603 0985 70
Oggetto: “KNASTSOLIDARITÄT” antifa grece

originale in tedesco

Grecia: Manifestazione antifascista a Volos

Sul manifesto si legge:

SE OGGI TOLLERI IL FASCISMO
DOMANI SARAI COSTRETTO A SUBIRLO
Sabato, 29 Settembre, il deputato parlamentare locale dell’Alba Dorata P.Iliopoulos è stato avvistato sulla via Dimitriados, nella città di Volos. Una persona ha iniziato a discutere verbalmente con lui a causa delle tattiche fasciste e il bullismo del parlamentare, ma anche perché la stessa persona è stata regolarmente calunniata attraverso internet dall’Alba Dorata.

Poco dopo, all’angolo della via Dimitriados e via Skenderani, dove si trova il locale della sede (non ufficiale) del partito nazionalista, la stessa persona si è trovata a discutere verbalmente con sette membri dell’Alba Dorata, che erano appena usciti dal palazzo carichi con manganelli in acciaio e pali di legno, e con lo stesso parlamentare, che non solo portava un paletto di legno, ma anche mostrato la sua pistola durante la sfida ed ha minacciato l’antifascista disarmato.

In soli pochi minuti, pesanti forze della polizia sono arrivati ​​sulla scena e si sono allineati in un cordone per proteggere i fascisti armati. Poi i poliziotti hanno violentemente arrestato sei persone e l’antifascista, con il pretesto di ottenere delle testimonianze riguardo l’incidente.

Un’altro cittadino, che era anche lui un testimone oculare, è andato al dipartimento della polizia per sporgere denuncia contro il comportamento del parlamentare. Tuttavia, è stato ignorato dai poliziotti, che gli dissero di tornare in un’altro orario.

NON DOBBIAMO VIVERE COME SCIAVI
L’unica cosa che i media della “informazione” e l’indagine della polizia hanno aggiunto riguardo il caso è stato solo la legittimità del possesso dell’arma da fuoco. Se il parlamentare aveva sparato con la sua pistola, probabilmente avrebbero la cura di aggiungere, come al solito, una scarica accidentale o un proiettile ostracizzato.

ABATIAMO I FASCISTI
Manifestazione di protesta, Sabato 6 Ottobre ore 18.00, Aghios Nikolaos, Volos

Assemblea contro il fascismo

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Tenetevi al sicuro sulla strada, state in allerta. (I neo-nazisti hanno diffuso un appello per una manifestazione “Pan-Thessalica” lo stesso giorno, nello stesso tempo, a Volos.)

Salonicco, Grecia: occupazione simbolica della sede del sindacato dei giornalisti in solidarietà con il compagno Gustavo Ε. Quiroga González, imprigionato dopo lo sgombero dell’occupazione Delta (12/9)

Giovedì 4 Ottobre, alle ore 11, un gruppo di 30 compagni ha occupato la sede dell’Unione dei Giornalisti della Macedonia e dei quotidiani di Tracia (ESIEMTH), al fine di inviare e-mail di massa e di fax per divulgare il caso del compagno colombiano Gustavo, che è ancora tenuto in una cella di prigione della democrazia borghese, dopo lo sgombero dell’occupazione Delta. Il gruppo di solidarietà per l’occupazione Delta, e in particolare per il caso di Gustavo, ha pubblicato e diffuso una dichiarazione che si può leggere qui in inglese.

Le autorità greche hanno sequestrato il passaporto valido di Gustavo, ritenendolo come falso. Hanno anche suggerito che potrebbero convalidare le “copie ufficiali” dei suoi documenti solamente se Gustavo potrebbe essere deportato in Spagna, dato che ottiene la cittadinanza spagnola. Tuttavia, le autorità spagnole dovrebbero ovviamente accoglierlo con documenti autentici (e non semplici copie). Così, ora il compagno si trova di fronte alla possibilità di espulsione al suo luogo di nascita in Colombia, un posto che abbia lasciato più di un decennio fa. In altre parole, Gustavo viene minacciato di espulsione immediata dalla Grecia ed è tenuto prigioniero vendicativamente.

Ora è il momento di diffondere la notizia e realizzare azioni di solidarietà.

Atene: Lettera dei 15 arrestati antifascisti dal tribunale di Evelpidon – Aggiornamento 4-5/10

Di seguito è riportato un testo dei 15 arrestati dal tribunale di Evelpidon:

“Oggi, lo Stato ha dichiarato guerra civile. Coloro che non sono uccisi dai coltelli fascisti vengono mandati in prigione attraverso decisioni giudiziarie della giunta.

Chiamiamo gli combattenti e tutti coloro che sentono che la DIGNITÀ, LA SOLIDARIETÀ, L’UGUAGLIANZA e LA LIBERTÀ non sono parole vuote, ma un atteggiamento di vita, di rendersi conto del momento storico in cui viviamo e di agire di conseguenza.

Le idee non possano essere represse, né imprigionate.

I 15 arrestati, uomini e donne “antifascisti/e”

Il 4 Ottobre, i 15 arrestati del moto-corteo antifascista sono comparsi davanti a un giudice istruttore. Mentre due pubblici ministeri hanno chiesto che tutti i 15 dovrebbero essere rilasciati in custodia cautelare prima del processo – indipendentemente dal fatto che siano accusato di crimini o delitti minori – il giudice istruttore non sia stato d’accordo con questa sentenza.

Gli ostaggi dello Stato ed i loro difensori legali hanno letteralmente passato tutto il giorno nel tribunale (dal mattino fino a tarda notte). A mezzogiorno, solidali e parenti sono stati aggrediti dagli squadroni anti-sommossa semplicemente per aver partecipato ai procedimenti giudiziari; detenzioni non sono state segnalate, ma diverse persone sono rimaste ferite.

A causa della controversia tra i pubblici ministeri e il giudice istruttore e, dopo un lungo colloquio, la causa è stata, infine, portata al Consiglio giudiziario, che deciderà il 5 Ottobre se i 15 compagni rimarranno in detenzione preventiva o meno.

Pertanto, un totale di 19 compagni arrestati rimane nella sede della polizia di Atene (del Viale Alexandras) e dovrà apparire ancora una volta nel tribunale di Evelpidon, Venerdì 5/10.

I 4 compagni del raduno di solidarietà nella Corte di Atene (arrestati il 1/10) saranno trasferiti nel tribunale alle ore 9.00.
I 15 antifascisti (arrestati il 30/9) avranno di un procedimento separato alle 12.00.

fonti: i,ii

Tutti i 19 compagni rilasciati (5/10):
I 4 compagni (arrestati il 1/10) sono stati finalmente rilasciati. Il procedimento è stato rinviato per Venerdì 12 ottobre, alle ore 9 presso il tribunale di Evelpidon.
Dopo una lunga sessione del Consiglio giudiziario, i 15 antifascisti (arrestati il 30/9) sono stati liberati a condizioni restrittive (e cauzione monetaria, in attesa dell’appello).

fonti: i, ii, iii

Atene: La terza manifestazione antifascista con motociclette si è scontrata con i neo-nazisti, la polizia ha attaccato la manifestazione per rappresaglia

Striscione anarchico a Kamara, Salonicco: “Solidarietà con gli arrestati del moto-corteo antifascista – Atene – Corte di Evelpidon, 4/10”.

La notte del 15 Settembre ha avuto luogo la prima pattuglia con motociclette attraverso il centro di Atene, con slogan e manifesti di protesta contro gli attacchi neonazisti. Il 22 Settembre un’altra moto-manifestazione antifascista è stata realizzata con successo.

La sera della Domenica 30 Settembre, un terzo intervento di moto-pattuglia antifascista è passato attraverso le zone del centro, ma fu presto “ostacolato” dalle fece fasciste. Di conseguenza, i compagni hanno “cestinato” tre neonazisti vicino a via Phylis nel quartiere di Aghios Panteleimonas, nel centro di Atene. Intorno alle 9 di sera, mentre uno dei fascisti era ancora disteso a terra ferito, le ultime moto del corteo sono state attaccate in ritorsione da parte di diversi teppisti dell’unità della polizia-moto DELTA.

Quasi tutti gli antifascisti in moto sono stati inseguiti ed attaccati, in primo luogo nelle vicinanze della piazza Amerikis (non lontano dal centro della comunità della Tanzania, che era stata saccheggiata dai fascisti solo pochi giorni fa), poi sul Viale Alexandras, ma anche durante il loro ritorno ad Exarchia. Lí, inoltre, una coppia di giovani è stata perseguitata ed arrestata dalla polizia. Diverse moto sono state lasciate indietro e, infine, sequestrate dalla polizia. Poco dopo, molti compagni sono riuniti nell’occupazioni più centrali di Atene in difesa dei posti.

Tra un numero imprecisato di compagni feriti dalla polizia, un antifascista è rimasto gravemente ferito. Quasi 23 persone che hanno preso parte all’azione sono state inizialmente date per disperse. Tra questi, 15 sono state arrestate in luoghi diversi e tenute nel quartier generale della polizia nel Viale Alexandras, senza accesso ad un avvocato.

Un raduno è stato chiamato per Lunedì a mezzogiorno, 1 Ottobre, presso la Corte di Evelpidon in solidarietà con gli arrestati. Il procedimento è stato ritardato ed infine rinviato per Giovedì, mentre al raduno hanno partecipato più di 300 compagni. In serata, diverse unità della polizia hanno attaccato furiosamente i solidali all’interno del cortile e gli hanno perseguiti nelle strade vicine, con la conseguenza di numerose detenzioni -4 sono state successivamente trasformate in arresti.

I 15 antifascisti che sono stati arrestati il 30/9 sono ancora detenuti nel quartier generale della polizia – visto che devono comparire al tribunale di Evelpidon la mattina del Giovedì 4/10. I 4 compagni arrestati il 1/10 rimarranno nella sede della polizia fino il Venerdì 5/10, in cui saranno probabilmente sottoposti al processo nel tribunale di Evelpidon.

I antifascisti che hanno preso parte all’azione non hanno ancora rilasciato la propria versione dei fatti, ma hanno notificato che ci sia la necessità di raccogliere più di 10.000 euro per le spese legali. Inoltre, nella tarda serata del Mercoledì, 3/10, hanno chiamato per un’assemblea aperta presso la Scuola Politecnica per discutere gli ultimi aggiornamenti sui 15 arrestati del intervento-pattuglia antifascista (30/9), per i 4 arrestati del raduno di solidarietà alla Corte di Evelpidon (1/10) e le azioni future. L’assemblea ha avuto la partecipazione di più di 300 sostenitori.

Nella stessa notte, un video dall’intervento del 30/9 è stato rilasciato, contenente filmati poco prima della repressione del corteo. Inoltre, tutti i 19 ostaggi nel quartier generale della polizia hanno inviato un primo report :

Mercoledì 3 Ottobre 2012
Poche parole dalle celle di detenzione del 7° piano del quartier generale della polizia di Atene

Anche se sono già passati tre giorni dal nostro arresto durante il moto-corteo antifascista della (Domenica 30/9), pensiamo che sia bene chiarire un paio di cose anche adesso.

Dopo un richiamo di manifestazione per Domenica 30/9, un moto-corteo antifascista con l’affissione di manifesti ha avuto luogo nel centro di Atene, il quale è partito da Exarchia. Questa dimostrazione è stata una risposta ai pogrom fascisti ed agli attacchi contro gli immigrati che si svolgono in diverse aree del centro di Atene da parte di bande fasciste, che sono travestite da “comitati di residenti e commercianti” e agiscono con l’aiuto di bande ufficiali statali.

In questo momento, non siamo interessati ad analizzare o spiegare qui la relazione data e banale dell’Alba Dorata (Chrissi Avgi) con la polizia greca.

Subito dopo la che la pattuglia sia stata attaccata dai (cittadini) albadorati, vi è stato un assalto dai poliziotti della unità di polizia moto DELTA, che ha seguito la parte posteriore del corteo, guidando anche dai vicoli paralleli.

Alla fine 15 combattenti antifascisti sono stati catturati, sia uomini che donne. Essi sono stati feriti in varie parti del loro corpo, come la testa, le braccia e le gambe, mentre i poliziotti hanno utilizzato anche pistole taser (armi elettroshock).

Siamo stati portati al 6° piano della questura di Atene, di fronte al Dipartimento di protezione della costituzione dello stato, dove la notte è stata accompagnata da percosse, minacce, tirate di capelli, e bruciature delle squadre DELTA che hanno preso delle foto per i loro album privati mentre ci stavano vigilando.

Minacce come “Ora che sappiamo chi siete, vi seppelliremo proprio come i vostri nonni durante la guerra civile” sono indicativi del terrorismo che i cretini pretori della squadra DELTA hanno cercato di infliggere su di noi. Nello stesso tempo, non ci era permesso di comunicare con avvocati o medici per 19 ore consecutive. Il giorno successivo, dopo aver fatto un trasferimento-show, al fine di prendere i nostri profili sospetti, in ultima analisi, ci hanno portato ai tribunali della ex scuola militare di Evelpidon.

Mentre eravamo ancora alla corte, le forze della polizia anti-sommossa hanno attaccato i solidali raccolti, picchiando ferocemente molti di loro. Un totale di 25 persone sono state arrestate, ed infine, quattro arrestati sono stati incriminati. Dal momento del loro arresto, sono stati trasferiti su al 6° piano della questura, dove i poliziotti hanno attuato una tattica simile di intimidazioni, tra cui perquisizioni umilianti. Dopo una decisione vendicativa senza precedenti, la detenzione temporanea dei 4 arrestati è stata prorogata per altri tre giorni (fino il Venerdì), mentre la detenzione temporanea dei 15 arrestati iniziali è stata prorogata fino il Giovedì.

Ci hanno portato nelle celle di detenzione al 7° piano della questura, in un reparto sovraffollato (destinato a 30 persone, mentre al momento 80 persone “vivono” lì in condizioni incredibilmente squallide), nel tentativo di rompere “i nostri nervi”. Tuttavia, abbiamo incontrato una sensazione davvero eccezionale di solidarietà da parte di persone che sono stati “dimenticati” fino a tre mesi in questo posto.

Nel mezzo della “crisi economica” sempre più persone sono spinti alla povertà e alla miseria, il cannibalismo sociale viene premiato come virtù, il fascismo sta sollevando la testa nelle nostre località e nei quartieri, l’offensiva dello Stato è stata intensificata a tutti i livelli, in mezzo a questo periodo, opzioni che promuovono l’auto-organizzazione, la solidarietà, l’aiuto reciproco e l’azione diretta sono quelli che possono non solo ostacolare la paura, che cercano di imporre sulla nostra vita, ma porsi come la prospettiva di una diversa organizzazione sociale.

Hai bisogno di capire in profondità ciò che il fascismo è veramente.
Il fascismo non morirà da solo, distrugirlo.

Arrestati del 30/9 e del 1/10
(Alcuni di noi, progenie orgogliose dei briganti/symmorites anarco-comunisti.)

Grecia-Carceri di Larissa: Respinta la richiesta di Andrzej Mazurek per la libertà condizionale

Dopo l’udienza d’appello del 11 Giugno 2012, la detenzione di Andrzej è stata ridotta a 8,5 anni. Dal momento che aveva già completato due quinti della pena, egli aveva il diritto di essere rilasciato. Tuttavia, ai primi di Luglio 2012 – grazie al compagni della Redakcja Portalu Baader-Meinhof (raf.espiv.net, Polonia) ed il Fondo di Solidarietà e di Sostegno Finanziario ai Combattenti Imprigionati (tameio.espiv.net, Grecia) – è stato confermato che Andrzej Mazurek era ancora nelle carceri di Larissa.

Ecco l’ultimo aggiornamento in greco (28 Settembre):

L’unico prigioniero del Dicembre 2008 si affaccia alla rappresaglia giudiziaria

Andrzej Mazurek, prigioniero di origine polacca, è stato arrestato durante la rivolta del Dicembre ’08. Circa un mese fa, ha chiesto per la seconda volta (dopo il processo d’appello) che la sua richiesta di libertà condizionale dalle carceri Larissa sia concessa. Ha fatto i 2/5 della sua pena di 8 anni in carcere (condannato per possesso ed uso di esplosivi, ecc) ed abbia esposto la buona condotta in carcere (contestato soltanto di un reato disciplinare minore, del cui il termine di prescrizione è scaduto). Anche se la liberazione anticipata è concessa senza ostacoli particolari in altri casi simili, il trattamento discriminatorio ed illecito delle autorità prevale nel caso di Andrzej.

Nessun compagno lasciato solo, né in prigione, né da nessuna parte.

Cile: comincia il processo contro Mono, Rusio e Víctor

Il 25 Settembre 2012 è cominciato il processo contro Victor Conejero, Gonzalo Zapata e Cristobal Franke, questi ultimi due sono rimasti circa 4 mesi in carcere preventivo nella sezione di massima sicurezza del C.A.S.

Il pestaggio si è svolto l’11 Settembre 2011 nel cimitero generale, quando un poliziotto cade dal suo cavallo, le immagini furono costantemente ripetute dalla stampa e nei giorni seguenti detenuti i 3 compagni, 2 dei quali rimasero in prigione preventiva.

Sia Victor che Gonzalo resero dichiarazioni di fronte al tribunale, mentre il compagno Cristobal preferì rimanere in silenzio.

Ricordiamo che la stampa non solo fornì le fotografie alla polizia, ma anche iniziò una campagna con palesi menzogne assicurando che il poliziotto aveva perso un occhio dopo il pestaggio per dirigere così l’opinione pubblica contro i compagni che stavano cominciando a essere arrestati per diversi scontri.

Il poliziotto aggredito, José Inostroza Crisosto, dichiarò di fronte al tribunale di avere gli occhi intatti.

Il procuratore Patricio Cooper chiede una condanna di 3 anni e un giorno di carcere contro i compagni, per il crimine di danneggiamenti a carabinieri in servizio, presentando 10 testimoni e 8 periti oltre a varie fotografie e video.

Aspettiamo che venerdì o lunedì della prossima settimana termini il processo e poi i giudici daranno il verdetto e la sentenza.

Chiediamo ai compagni solidali che vanno al processo, di fare un riassunto di quanto accade nel tribunale.

SOLIDARIETÀ CON I COMPAGNI PROCESSATI PER LA LOTTA DI STRADA!
Di fronte alla violenza e al terrorismo della polizia: Solidarietà con quelli che rispondono!

fonte