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Berlino: Vernice a ufficio dell’“Associazione federale diritto alla vita”

1897264 settembre 2016

Lo scorso fine settimana l’ufficio dell’“Associazione federale diritto alla vita” a Berlino è stato marchiato con la vernice marrone e la scritta “La vostra propaganda è uno scandalo”. L’associazione stessa considera che “l’attentato alla vernice” sia da considerarsi nel contesto della manifestazione di sabato “in piedi contro il razzismo” e delle preannunciate proteste contro la marcia da medioevo del 17 settembre. Certamente non si sbaglia. Poiché quest’anno oltre la coalizione What the Fuck anche il Comitato di Azione nome in codice Kot (escrementi) chiama al disturbo della manifestazione iniziale, con la parola d’ordine “Poiché la loro propaganda è uno scandalo”.
L’“Associazione federale diritto alla vita” è una rete di vari gruppi sedicenti “per la protezione della vita” e organizza ogni anno la “marcia per la vita” attraverso Berlino. Il suo ufficio federale centrale è nei locali per uffici della chiesa cattolica Heinz-Jesu a Prenzlauer Berg. Causa centrale del “movimento per la protezione della vita” è l’attacco all’autodeterminazione della donna sul proprio corpo – specie nelle questioni di aborto – e alle conquiste dei movimenti sociali negli ultimi decenni. Oppure come lo dice il CA nome in codice escrementi: “Manifestano nelle tonache da monaco, nelle robe e nelle divise all’ultima moda per una visione del mondo che ritenevamo estinta da ormai tanto tempo. Con la loro richiesta di un divieto totale dell’aborto riportano il passato al presente.”

Lx attivistx lx reclutano anzitutto nello spettro del fondamentalismo cristiano in Germania. Non stupisce che l’agenzia di stampa evangelicale IDEA – organo centrale di propaganda del fondamentalismo cristiano in Germania – riportava per prima “l’attentato alla vernice”. Intanto sono ben collegatx in rete grazie alle reti cristiane e alle organizzazioni lobby come quelle attorno alla Beatrix von Storch. Il papa manda sempre dei saluti alla marcia e vi partecipano anche dei parlamentari CDU/CSU. Solo che il sostegno che hanno a Berlino diminuisce continuamente e per questo motivo già da alcuni anni possono celebrare la loro messa finale solo per strada. Tra l’altro grazie alla parlamentare EU Beatrix von Storch, che negli ultimi anni portava sempre un manifesto frontale della marcia, ha una gamba d’appoggio nella AfD, la cui politica della famiglia e dei generi corrisponde molto alle visioni dex fondamentalistx cristianx.

Anche a livello internazionale lx sedicenti “protettorix della vita” sono ben collegatx e si ritengono movimento internazionale. Così che, oltre che nella marcia a Berlino, il 17 settembre sfileranno anche a Berna (Svizzera). Dove pochi giorni fa un attacco alla vernice colpiva la segreteria del partitino cristiano-fondamentalista Partito Popolare Evangelico, che partecipa alla marcia.

Anche quest’anno la marcia non potrà sfilare a Berlino senza contro-proteste. Altre info sulle contro-proteste progettate sono reperibili dalla coalizione What the Fuck e l’AK Codename Kot. Inoltre, la sera prima si fa una demo di riscaldamento indetta dalla “Coalizione Il nazionalismo non è un’alternativa”.

17 settembre 2016: Impedire la sfilata da medioevo! Celebrare il femminismo!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Santiago, Cile: Intervento pubblico per la depenalizzare dell’aborto

Sotto lo slogan “Aborto il vostro paese” si è tenuta nel pomeriggio del Venerdì 28 Settembre a Santiago, il seguente intervento pubblico nel corso della giornata per la depenalizzazione dell’aborto in America Latina e nei Caraibi. L’azione era chiamata dal Collettivo Ivaginario, le Lesbiche e le Femministe per il Diritto all’Informazione, e la squadra Pance in sciopero. Le manifestanti hanno parlato per il divieto dell’aborto sotto ogni circostanza in Cile, El Salvador, Nicaragua, Malta e Città del Vaticano (Santa Sede), mentre alcuni degli slogan che si sentono nel video sono:

Noi partoriamo, noi decidiamo
Depenalizzazione dell’aborto ora
Terroristi sono i poliziotti fascisti

Il poster del richiamo:

Aborto il tuo paese!

Settembre, mese di sabotaggio alla patria
Mese di depenalizzazione dell’aborto

Ci muove il piacere, l’amore, la liberazione del desiderio, la pluralità degli affetti e delle scelte su come vogliamo vivere, tagliati/e dal potere, dal dominio, dalla commercializzazione e dalla paura.

Azione sulla strada per l’autodeterminazione del nostro corpo

attraverso i blog imagen pirata

Atene: Comunicato dell’Assemblea per l’Azione Antispecista

Sul diritto all’aborto, non si negozia.
Risposta alla posizione ufficiale di Walter Bond sull’aborto.

Con grande sorpresa abbiamo letto, lo scorso novembre, la posizione ufficiale contro l’aborto che ha pubblicato il combattente imprigionato dell’ALF, Walter Bond. Si tratta di un testo i cui argomenti sono stati estratti dalle più vili tendenze del conservatorismo cristiano, mescolate con un po’ di presupposto antirazzismo ed ecologismo. Gli altri suoi argomenti consistono, meramente, in un’inversione della realtà.

Anzitutto, dobbiamo chiarire che l’aborto non è una pratica scoperta e diffusa con la civilizzazione industriale, così come pretende di farci credere Walter, tutt’altro. Si tratta di una pratica diffusa tra le donne che ha le sue radici ai primordi della Storia e addirittura della preisotria. Per molti anni, il fatto che le donne controllassero quanti figli avrebbero avuto e quando, era considerato normale e completamente accettabile. Con l’espansione del patriarcato e delle oppressive religioni monoteiste, che avevano come obiettivo proteggere la proprietà privata, le donne diventarono un oggetto di riproduzione di successori-eredi. Nonostante ciò e durante i secoli, le donne continuarono, in segreto, gli aborti effettuati a vicenda e soffrendo, naturalmente, le rispettive persecuzioni, sia per l’Inquisizione, sia per i loro mariti arrabbiati. Bond vuole che torniamo a queste pratiche? Considera che la lotta contro i vivisettori ed i cacciatori debba svolgersi contro le donne che lottano per la loro autodeterminazione?

Negli ultimi due secoli, le donne, come gli schiavi, hanno lottato eroicamente per ottenere diritti fondamentali che non furono loro regalati. La pratica comune dell’aborto, prima della sua legalizzazione, e che continua a praticarsi oggi nei paesi dove l’aborto è illegale, viene eseguita in spazi inappropriati, senza trattamento farmaceutico e col grande rischio per la vita e la salute di queste donne, avendo come conseguenza la loro esclusione sociale e pene di prigione, nel caso in cui fossero scoperte. Nell’Italia cattolica, fino alla metà dei ’70, l’aborto era un crimine che veniva punito col carcere. Non è un caso che la legalizzazione del diritto all’aborto sia arrivata contemporaneamente alla legalizzazione dei diritti che riteniamo evidenti e necessari per le donne. Continue reading Atene: Comunicato dell’Assemblea per l’Azione Antispecista