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Höchberg/Würzburg, Germania: Pietre e vernice a filiale KIK

5 settembre 2016

Questa notte la filiale KIK di Würzburg è stata attaccata con pietre e vernice. Inoltre fu lasciato il messaggio “MAKE IT KIK PAY” sulla facciata.
L’azione è diretta contro lo sfruttamento sistematico e totale del “capitale umano” nei “paesi in via di sviluppo” dove nelle fabbriche con dei salari da fame si produce per KIK, H&M, C&A e compagnia bella. Non di rado le persone muoiono per le condizioni orribili.

Motivo concreto dell’azione diretta è l’anniversario di un incendio in una fabbrica tessile in Pakistan.
“L ’11 settembre 2012 scoppiava un incendio nella fabbrica, 254 operax bruciarono perché le uscite erano bloccate. Alcunx di loro non furono mai identificatx. La fabbrica lavorava quasi solo per il discount tessile tedesco KIK che prima dell’incendio comperava come minimo il 70% della produzione. Prima, l’impresa aveva eseguito dei controlli nella fabbrica senza constatare mancanze. Dopo l’incendio, KIK rifiuta perentoriamente di condurre le trattative previamente accordate sui risarcimenti a lungo termine delle vittime e anche di pagare 250 000$ per le misure di miglioramento delle condizioni di lavoro in Pakistan. Ali Enterprises non è l’unica fabbrica: KIK fece produrre anche nel Bangladesh e la multinazionale è corresponsabile per la catastrofe Rana Plaza e Tazreen con la morte di più di 1000 operaix.”
https://linksunten.indymedia.org/en/node/168194

Ma la nostra critica non è rivolta solo all’industria tessile. Critichiamo invece l’intero sistema capitalista, la cui logica ricompensa i modi di procedere e la mancanza di scrupoli delle imprese addirittura con dei profitti.
“Solo nudo costa di meno”? Lx morti non si devono pagare…

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Vernice a ufficio dell’“Associazione federale diritto alla vita”

1897264 settembre 2016

Lo scorso fine settimana l’ufficio dell’“Associazione federale diritto alla vita” a Berlino è stato marchiato con la vernice marrone e la scritta “La vostra propaganda è uno scandalo”. L’associazione stessa considera che “l’attentato alla vernice” sia da considerarsi nel contesto della manifestazione di sabato “in piedi contro il razzismo” e delle preannunciate proteste contro la marcia da medioevo del 17 settembre. Certamente non si sbaglia. Poiché quest’anno oltre la coalizione What the Fuck anche il Comitato di Azione nome in codice Kot (escrementi) chiama al disturbo della manifestazione iniziale, con la parola d’ordine “Poiché la loro propaganda è uno scandalo”.
L’“Associazione federale diritto alla vita” è una rete di vari gruppi sedicenti “per la protezione della vita” e organizza ogni anno la “marcia per la vita” attraverso Berlino. Il suo ufficio federale centrale è nei locali per uffici della chiesa cattolica Heinz-Jesu a Prenzlauer Berg. Causa centrale del “movimento per la protezione della vita” è l’attacco all’autodeterminazione della donna sul proprio corpo – specie nelle questioni di aborto – e alle conquiste dei movimenti sociali negli ultimi decenni. Oppure come lo dice il CA nome in codice escrementi: “Manifestano nelle tonache da monaco, nelle robe e nelle divise all’ultima moda per una visione del mondo che ritenevamo estinta da ormai tanto tempo. Con la loro richiesta di un divieto totale dell’aborto riportano il passato al presente.”

Lx attivistx lx reclutano anzitutto nello spettro del fondamentalismo cristiano in Germania. Non stupisce che l’agenzia di stampa evangelicale IDEA – organo centrale di propaganda del fondamentalismo cristiano in Germania – riportava per prima “l’attentato alla vernice”. Intanto sono ben collegatx in rete grazie alle reti cristiane e alle organizzazioni lobby come quelle attorno alla Beatrix von Storch. Il papa manda sempre dei saluti alla marcia e vi partecipano anche dei parlamentari CDU/CSU. Solo che il sostegno che hanno a Berlino diminuisce continuamente e per questo motivo già da alcuni anni possono celebrare la loro messa finale solo per strada. Tra l’altro grazie alla parlamentare EU Beatrix von Storch, che negli ultimi anni portava sempre un manifesto frontale della marcia, ha una gamba d’appoggio nella AfD, la cui politica della famiglia e dei generi corrisponde molto alle visioni dex fondamentalistx cristianx.

Anche a livello internazionale lx sedicenti “protettorix della vita” sono ben collegatx e si ritengono movimento internazionale. Così che, oltre che nella marcia a Berlino, il 17 settembre sfileranno anche a Berna (Svizzera). Dove pochi giorni fa un attacco alla vernice colpiva la segreteria del partitino cristiano-fondamentalista Partito Popolare Evangelico, che partecipa alla marcia.

Anche quest’anno la marcia non potrà sfilare a Berlino senza contro-proteste. Altre info sulle contro-proteste progettate sono reperibili dalla coalizione What the Fuck e l’AK Codename Kot. Inoltre, la sera prima si fa una demo di riscaldamento indetta dalla “Coalizione Il nazionalismo non è un’alternativa”.

17 settembre 2016: Impedire la sfilata da medioevo! Celebrare il femminismo!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Fuoco ad agenzia di collocamento

2 settembre 2016

Seguendo la chiamata di Blockupy ci siamo recatx a Berlino e questa notte abbiamo fatto una visita di fuoco all’ufficio di collocamento di Tempelhof.
Le agenzie per il lavoro e i jobcenter sono secondo noi direttamente collegate alle crisi neoliberali e alla politica dell’austerità europea e tedesca.
Inasprita con l’agenda 2010 del governo rosso-verde, con Hartz IV e il lavoro interinale, esige dei salari bassi e con questo la precarizzazione di varie parti della società.
La riduzione delle prestazioni sociali e la competizione capitalista mettono le ali in tutta la UE ai movimenti e partiti fascisti o nazionalconservatori.
Ci riteniamo parte della protesta contro il razzismo, lo sciovinismo e l’austerità.
Riteniamo importante di condurla con ogni mezzo, ogni forma d’azione dovrebbe avere la propria legittimità.

Con l’onda zero abbiamo dato un primo segnale – partecipate all’azione oppure attivatevi da solx!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Amburgo: Sabotata biglietteria automatica

1° settembre 2016

Per dimostrare solidarietà con lx nostrx compas di lotta, nella notte al primo settembre sabotate varie biglietterie automatiche ad Amburgo.
Il primo settembre in Olanda ci fu il processo per l’espulsione di una compa di lotta accusata dallo Stato tedesco di una rapina in banca ad Aachen.

La solidarietà non è diretta solo a lei ma anche ax anarchicx colpitx da questa repressione mirata.

Solidarietà, rabbia ed anarchia!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Amburgo: Pietre e vernice a Chinese Ocean Shipping Company (COSCO)

7 settembre 2016

(Rivendicazione lunghissima, di cui il traduttore riporta i titoli dei capitoli)

“Il 7 settembre 2016, nel mese in cui si celebrava il Cina Summit ad Amburgo e il vertice G20 a Hangzou, abbiamo attaccato la centrale europea di Chinese Ocean Shipping Company (COSCO) in via Herrengraben 74 con fumo, pietre e vernice.

) GUARDATE, GRECI, ECCO COME FUNZIONA L’ECONOMIA OGGIGIORNO…
) IL DIKTAT DELLA TROIKA ED IL RUOLO DELLA GERMANIA…
) RIDUZIONE DELLE PRESTAZIONI SOCIALI NEL SEGNO DELLA TROIKA…
) CHINA MEETS EUROPE AD AMBURGO…
) AD AMBURGO SI DICE TSCHÜSS

Invitiamo tutti i gruppi militanti, lx amanti del caos, lx compas e troublemaker ad Amburgo per il 7 e 8 luglio 2017. Dove rappresentanti delle 19 nazioni più potenti e della UE si riuniscono e deliberano sul futuro della Terra. Questo incontro metterà grandi parti della città sotto lo stato d’emergenza. Il senato e chi guida la città anseatica si ripromettono una “enorme attrattiva” e di salire nella squadra delle metropoli mondiali. Mai più seconda lega. Chissà se non hanno fatto male i conti…

Poiché l’entità incalcolabile della resistenza militante e dex insorgenti motivatx potrebbero mandare all’aria questi bei piani. Dopo che sono andati a monte i sogni delle olimpiadi, il credito di Amburgo potrebbe andare in fumo nel vero senso della parola. E chissà se l’inaugurazione della fossa di miliardi Elbphilarmonie non diventi un’evento dignitoso?
Il senato vorrebbe che il vertice G20 ad Amburgo invii un segnale per una formazione della globalizzazione più giusta. Avremmo qualche idea in merito, per esempio la socializzazione dei patrimoni dei più di 1500 miliardari in $ degli Stati G20, iniziando con gli straricchi di Amburgo, gli Otto, Herz, Kühne…, che con la globalizzazione hanno fatto dei bei soldini.

Incitiamo tuttx ad iniziare già da ora con i fatti collegati al G20. Come motto comune pensiamo a: “Ad Amburgo si dice tschüss” (ciao).
Buttiamo nell’immondezzaio della storia tutto ciò che ostacola un’utopia rivoluzionaria.
Amburgo (Germany)

Fonte: Linksunten Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Lubecca, Germania: Vetri rotti a casa di un nazi

1° settembre 2016

Obiettivo dell’attacco era l’abitazione di Patrick Schulz. Si accedeva dal suo balcone e si spaccarono i suoi vetri.
In passato Schulz ha attaccato dex antifa, dex profughx e persone che nella sua visione del mondo non ci stanno, partendo dalla sua ideologia che disprezza l’umanità – e questo non è sopportabile.
Quando s’incontra il maiale, il suo sguardo si abbassa – e questo deve essere così anche in futuro. Quando da solo nel tuo soggiorno e ubriacandoti ascoltando il rock di destra rimpiangi la tua vita, fattelo dire che non siamo lontanx da te, che ti osserviamo e che aspettiamo solo di mostrarti che cosa pensiamo di te.

Niente compromessi: attaccare i nazi!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

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Erfurt, Germania: Sparsa vernice dentro Pax-Bank

1° settembre 2016

Nella notte dal 31 agosto al 1° settembre abbiamo visitato una filiale di Pax-Bank. Con alcuni vetri rotti e i locali che si beccarono una mano di vernice puzzolente di bitume.
Il contesto dell’azione è la repressione contro lx compas accusatx di aver rapinato una banca ad Aachen nel 2013 e 2014, tra l’altro una Pax-Bank. Nelle loro investigazioni gli sbirri collaborano strettamente con vari paesi europei, collezionano (in segreto) alacremente delle prove DNA e si scambiano informazioni sulle serie di DNA già schedate [1,2].
Ogni rapina in banca ci fa piacere e ci sentiamo complici con coloro che rischiano la propria libertà per attaccare lo Stato e il capitale.
Per tuttx lx incarceratx
Per un Settembre Nero
[1] solidariteit.noblogs.org
[2] https://linksunten.indymedia.org/en/node/188041

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Neumünster, Germania: Vernice a membro direttivo AfD Kay Albrecht

1892111° settembre 2016

Esattamente alle ore 0:00 del 1° settembre 2016 abbiamo marchiato con vernice bianca e rosa la casa di Kay Albrecht, membro direttivo di AfD in via Einfelder Schanze 39. La salita e la casella postale furono ricoperte di merda e una scritta sul viottolo davanti alla casa informa passanti e vicinx.
Albrecht, che spesso gira con un mantello della Gestapo, diventò noto smentendo il debito di guerra tedesco nella Seconda Guerra Mondiale che la Germania non avrebbe “né voluto né provocato”. Con questa visione revisionista spalleggia in pratica le altre correnti neofasciste e razziste. I collegamenti di AfD vanno da PEGIDA fino alla destra intellettuale e all’ambiente hooligan neonazi. Il 14 novembre 2015 Albrecht partecipava con altri membri AfD alla manifestazione nazista “Neumünster si difende”. Nelle elezioni di Mecklenburg-Vorpommern, sostenute anche da Albrecht, la NPD incita a chi li vota di dare il loro voto preferenziale alla AfD.
AfD non è un’alternativa – né in Mecklenburg-Vorpommern, né in Schleswig-Holstein, da nessuna parte e mai!
Il nazionalismo non è un’alternativa – nemmeno per lo Schleswig-Holstein.

Il lavoro antifascista rimane indispensabile sia nella piccola città, nel villaggio o nel quartiere dove ci si sente bene. Mostrate la vostra resistenza e aggregatevi alle nostre azioni nella campagna “Il nazionalismo non è un’alternativa” contro il partito reazionario e razzista “Alternative für Deutschland”.

Guardatevi attorno, fatevi ispirare, diventate creativx!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Aachen, Germania: Vernice e pietre a ufficio stranieri di Aachen

18913131 agosto 2016

Nella sera dal 30 al 31 agosto lo stabile che ospita l’ufficio stranieri di Aachen è stato marchiato con vernice, cocci e la scritta “Ogni espulsione è tortura – QUIT YOUR JOB!”. Come persone con il passaporto tedesco abbiamo anzitutto il dovere di diminuire la parte di violenza che impedisce alle persone di scegliere liberamente dove abitare. Ecco perché dobbiamo attaccare il sistema delle espulsioni e dei confini. E questa piccola azione era solo l’inizio… get ready for:
SPACCARE IL PARTITO SCHENGEN!

In ottobre andremo ad Aachen, attacchiamo il regime europeo dei confini e dell’isolamento.
Siamo stufx, tristx e arrabbiatx di dover assistere al continuo isolamento della fortezza Europa. La solidarietà pratica, per esempio lungo la rotta balcanica, è importante e il sostegno umanitario una necessità. Ma non continueremo a giocare ai pompieri, assumerci a costo zero le bisogne di un rifornimento di base che toccherebbero agli Stati, e di favorire l’arroccamento europeo. La nostra responsabilità consiste anzitutto nel disturbare in loco laddove fa male.

Abbiamo degli obiettivi, non delle rivendicazioni. Non vorremmo legittimare il potere di chi per così dire “decide” dentro e fuori dell’Europa. Vogliamo confini aperti per tuttx e la fine immediata di tutte le espulsioni. La nostra protesta è auto-organizzata e anche il mondo che costruiamo.

No Border, no Nation!
Espulsione è tortura, espulsione è omicidio. Il diritto a rimanere per tuttx, ora e subito!
www.noborderaction.blogsport.eu

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Pietre e vernice a simpatizzanti AfD

29 agosto 2016

Nella notte tra il 28 e il 29 agosto 2016 abbiamo attaccato con vernice e pietre due obiettivi a Berlino che appartengono direttamente o indirettamente all’ambito di supporto dell’AfD Berlino, che è di destra.
Abbiamo attaccato e ben aerato il A&O Hostel Kolumbus a Berlino-Hohenschönhausen. In questo posto il 12 marzo 2016 fu celebrato il congresso regionale del partito AfD. Già giorni prima e alcune settimane dopo grazie a degli interventi antifascisti ci furono dei vetri rotti. Ieri abbiamo continuato e promettiamo che non sarà l’ultima azione contro la catena di alberghi A&O-Hostel, se questa continua a ospitare AfD a Berlino o a livello federale.

Inoltre visitammo l’ufficio interinale di Andreas Wild a Berlino-Steglitz presso la stazione Lichterfelde e lasciammo una facciata bella colorata. Andreas Wild è vicepresidente AfD a Berlino e perciò organizzatore dell’aizzamento attivo contro lx migranti. Tali aizzatori meritano niente di meno che attacchi e stigmatizzazione sociale – essendo il loro obiettivo di normalizzare le posizioni di estrema destra fin dentro la società e essendo perciò corresponsabili delle parole d’ordine razziste e gli attacchi conseguenti.

Le nostre azioni sono intese come interventi attivi contro i partiti di destra di Berlino. Attendiamo con gioia le imminenti giornate di azione Blockupy qui a Berlino e speriamo che ci siano molte azioni creative contro lx razzistx, sessistx e il normale andamento capitalista.

Attaccare AfD!
Il nazionalismo non è un’alternativa!
(Antifa Autonomx)

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Messico: Giornata di lotta in prigione; Luis Fernando Sotelo, Fernando Bárcenas e Abraham Cortés in sciopero della fame. Miguel Peralta Betanzos digiuna

Dal 28 settembre i compagni Fernando Bárcenas e Abraham Cortes, detenuti nel carcere preventivo Nord, Luis Fernando Sotelo, detenuto nel carcere preventivo Sud di Città del Messico e Miguel Peralta Betanzos, nel carcere di Cuicatlán nello stato di Oaxaca, hanno iniziato una giornata di lotta anti-carceraria all’interno della prigione.

I tre compagni a Città del Messico hanno dichiarato lo sciopero della fame, mentre Miguel ha iniziato un digiuno.

Qui sotto vi proponiamo il comunicato firmato dal compagno anarchico Fernando Bárcenas e da Abraham Cortés.

28 settembre 2016

Ai/lle compagn* ribelli

Ai popoli e le comunità sul piede di guerra

Agli/lle schiav* emancipat*

A chiunque sia interessato a queste posizioni e queste parole…

Oggi, per una liberazione totale, dichiariamo uno sciopero della fame a durata indeterminata come atto di autodeterminazione e d’incitazione a una rivolta generalizzata. Semplicemente perché non possiamo continuare ad assistere, giorno dopo giorno, al genocidio delle nostre comunità e dei nostri popoli.

In questa società esiste una realtà occulta; la democrazia è un colpo di stato che non nasconde i carri armati nelle crepe ma le sostituisce con le telecamere e i microfoni dei giornalisti. La democrazia governa col potere della sua propaganda ed è per questo che sosteniamo che la democrazia è la tecnica e la scienza che il potere utilizzano per non essere percepita come oppressione, il capitalismo ne è il capo e la democrazia il suo ufficio stampa.

È per questa ragione che non ci rivolgiamo né ai media né alle classi dominanti, noi parliamo e ci rivolgiamo ai/lle compagn* dell’immensa galera chiamata Terra, a chi come noi è figli* della guerra per il semplice fatto di essere nat* priv* di tutto.

Ma queste parole non hanno alcuna intenzione di strumentalizzare le forze ribelli e ancor meno di unirle sotto una bandiera qualsiasi, ma piuttosto di aprire un legame di comunicazione, uno spazio di sintonia di lotta e di tutto quello che può emergere da ogni parte come contestazione e atto di auto-determinazione.

Ci sembra, dal nostro punto di vista, che là dove c’è autorità esiste la prigione, ed è per questa ragione che la prigione è ben più che una semplice struttura fisica che ci si impone mediante l’immagine di mura e filo spinato. La prigione, secondo noi, è costituita dalla società intera mentre le prigioni fisiche non sono che l’espressione concreta dell’isolamento sociale che nutre e legittima il potere.

L’urbanismo (per esempio) è la rappresentazione stessa della carcerazione massiccia o, che è lo stesso, della fortificazione dello spazio urbano che si accompagna allo sterminio delle classi popolari più marginalizzate, e che si presenta oggi come parte integrante della fase storico-geografica finale del capitalismo tecno-industriale. (Sforzo finale di ristrutturazione in questa tappa di crisi in cui il solo modo di consolidare la propria dominazione è la guerra).

Ormai non possiamo più credere alle loro bugie perché il loro «fantastico mondo» non esiste attorno a noi; ci trattano come delinquenti, allo stesso modo in cui hanno chiamato selvaggi i primi abitanti delle Americhe, giustificando così il loro genocidio; quello che accade ogni giorno nei nostri quartieri è una guerra coloniale che cerca di tranquillizzare l’effervescenza rivoluzionaria dei nostri simili con tattiche vili come l’inondazione massiccio di droga e armi che implicano immancabilmente l’arrivo nei nostri quartieri e nelle nostre comunità di truppe di occupazione sempre più numerose. Tutto ciò è in relazione diretta con l’aumento della povertà e della carenza educativa e sanitaria nelle comunità e nei quartieri popolari. E che genera come risultato un aumento dell’indice di criminalità, che a sua volta giustifica la repressione da parte dell’apparato politico-militare dello Stato, con la prigione che diventa un monumento al massacro, immensa discarica sociale dove si elimina tutto quello che non piace o che disturba il sistema capitalista…

Attualmente nel paese ci sono 226mila prigionier* e benché le prigioni siano sovrappopolate, il tasso di criminalità non cala, al contrario aumenta o resta stabile. Di conseguenza il problema non sono le 226mila persone detenute ma la società tecno-industriale che ha bisogno di giustificare questo massacro.

La prigione è un’azienda che legittima la guerra contro i poveri e protegge dallo sterminio la società basata sull’accumulazione capitalista.

E qual è il pretesto per condurre in maniera nascosta questo intervento? Basta che i quartieri siano devastati dal crimine, le rapine, i furti, gli omicidi e gli scontri, «le strade non sono sicure», e allora i sindaci e i consigli municipali si trovano d’accordo con i residenti che chiedono «più protezione», senza prendersi la briga di analizzare il contesto di questa sporca guerra.

È evidente che le vittime della piaga della droga sono responsabili dei crimini che avvengono nei quartiere, non lo si può negare. Ma prima di reclamare disperat* «una maggiore protezione della polizia» ricordiamoci piuttosto chi ha imposto questa piaga nei nostri quartieri e comunità. Sarebbe meglio ricordarsi a chi, alla fin fine, giova la dipendenza delle persone alla droga; sarebbe meglio ricordarsi che la polizia è una truppa di occupazione inviata nelle nostre comunità dalla classe dominante, non per proteggere la vita dei poveri ma piuttosto per proteggere gli interessi e la proprietà privata dei capitalisti.

La polizia, i politici e i dirigenti delle grandi aziende sono contenti di vedere i/le giovani proletar* cadere vittime di questa piaga, e per due ragioni, la prima perché il traffico di droga è un’impresa che economicamente rende moltissimo, la seconda è che si rendono conto che finché possono tenere i/le nostr* giovani agli angoli delle strade a «smazzare» per una dose, non dovrenno preoccuparsi di vederci condurre un’efficace battaglia di liberazione.

La polizia non può risolvere il problema, perché fa parte del problema stesso, allo stesso modo le istituzioni del sistema non possono risolvere i problemi sociali, economici e politici del popolo, perché sono loro stessi che li creano e se ne nutrono. La «guerra contro le droghe» non è nient’altro che una dottrina controrivoluzionaria incaricata di conservare e rafforzare la dominazione, lo sfruttamento, l’imprigionamento delle classi sociali più oppresse del proletariato.

Siamo i/le sol* a poter sradicare questa calamità dalle nostre comunictà ed è per questo che invece di collaborare con questa società malata e decadente abbiamo deciso di viverne ai margini per costruire un mondo con le nostre mani, ed è una cosa che passa necessariamente dall’organizzazione rivoluzionaria del popolo.

Libera uno spazio, oKkupa, armati e prenditi cura delle persone che ti sono vicine.

Se ci saranno più azioni di questo tipo, frammentarie e disordinate, senza alcun centro, ma che si riferiscono a mille centri, ognuno auto-determinato, allora ridurle a una formalità e la recuperazione da parte del sistema tecnologico saranno molto più difficili.

Viviamo un’epoca tecnologica in cui il capitalismo si ristruttura attraverso le applicazioni tecnologiche del sistema di controllo sociale e tutto questo ha cambiato il mondo in maniera determinante.

La realtà virtuale di falsi bisogni si è già imposta, gli interessi del proletariato sono stati frantumati in mille pezzi e si perdono nei meandri della realtà virtuale. La democrazia stessa è una di queste realtà virtuali, come tutte le altre.

È evidente che un sistema di questo tipo non può essere tutelato che attraverso la trasformazione degli abitanti del territorio in agenti del sistema, nessun’altra struttura repressiva saprebbe garantirne meglio la difesa.

È per questo che lo stato/capitale tecnologico/moderno non può essere distrutto sul territorio che dall’ascesa generalizzata dell’insurrezione.

Quindi la risposta non si trova nelle teorie, ma concretamente nell’esigenza e la necessità degli/lle esclus* del sistema, i/le ribelli, e per finire nel linciaggio sociale che sono il frutto naturale di una società divisa tra privilegiati da una parte e schiavi dall’altra.

Anche la rivolta è un evento naturale che non è stato appena scoperto dagli/lle anarchic* né gli/le altr* rivoluzionar*.

Ma questa rivolta non è direttamente riconducibile ai vecchi programmi e manuali «rivoluzionari»,  la rivolta dei nostri giorni è atomizzata, disordinata, un fine in sé.

Per noi ribelli sociali, la rivolta è un rifiuto totale delle ideologie tanto che fanno parte del sistema che ci opprime.

Col metodo basato sulla pratica dell’azione diretta, nel conflitto permanente e l’auto-organizzazione delle lotte, senza l’accettazione di alcun moderatore, allora sì che enormi possibilità di sbocchi insurrezionali restano aperte.

Da questo punto di vista, è chiaro che l’anarchia non è un’ideologia ma una forma concreta di opposizione a quello che esiste, per ottenere la sua distruzione totale e definitiva.

Quindi siamo per la ribellione permanente, per l’insurrezione generalizzata, unico modo di rendere impossibile la manifestazione di un potere centralizzato.

Lanciamo questo grido di guerra come forma di difesa della lotta dei/lle prigionier* statunitensi e allo stesso modo di solidarietà con i/le compagn* afro-american* che come noi vivono il genocidio della droga.

Solidarietà con i popoli e le comunità ribelli.

Solidarietà totale col compagno Luis Fernando Sotelo Zambrano.

Per la liberazione totale! Per la distruzione della società carceraria!

Tre anni dopo l’incarcerazione di Abraham Cortés Ávila, il 2 ottobre 2013.

Fernando Bárcenas.
Abraham Cortés Ávila.

Fonte in spagnolo: Croce Nera Anarchica del Messico

in spagnolo, francese, portoghese

Lisbona, Portogallo: Partecipazione di Contra Info alla Fiera del libro anarchico 2016

contra-info-feira-livro-anarquista-2016-1-544x362contra-info-4-feira-livro-anarquista-2016-e1475938614798contra-info-3-feira-livro-anarquista-2016-e1475938692338Dal 23 al 25 settembre a Lisbona si è tenuta una fiera del libro anarchico in cui grande importanza è stata data alle pubblicazioni anarchiche di ogni tipo, dalle fanzine ai giornali, dai libri alle riviste di tutto il mondo.

Compagn* sono arrivati dalla Spagna, la Francia e il Belgio, presentazioni di libri, saggi e storie tra il sovversivo e i ricordi di prigione, ma l’azione diretta non poteva mancare e quindi sullo stand di Contra Info erano presenti una serie di traduzioni prese dai blog in diverse lingue, con particolare attenzione allo spagnolo e al portoghese, ma anche in inglese, italiano e francese.

C’erano anche delle schede informative sulle modalità di pubblicazione e collaborazione con Contra Info, e altre sulla recente operazione Scripta Manent condotta in Italia, con gli indirizzi dei/lle compagn* incarcerat*, per poter scrivere loro. Erano a disposizione per la consultazione o la distribuzione negli altri stand e per tutt* i/le visitator* in generale.
Avevamo preziose pubblicazioni provenenti dal Cile, delle Ediciones La Idea, il bollettino «Lotta Rivoluzionaria» (1 e 2) e il bollettino «La Bomba» di Santiago, e anche il libro “Entrenamiento físico en condiciones de aislamiento” [Allenamento fisico in condizione di isolamento] dalla Bolivia. In portoghese, «Erva Rebelde No.0» e il “Progetto insurrezionale” di Alfredo M. Bonanno. E la lettera scritta recentemente in Grecia da alcun* prigionier* membri della CCF, contributo personale e storico in relazione al caso di Nicola Sacco e Bartholemeo Vanzetti (tradotto in portoghese da Contra Info), è stata ampiamente distribuita.

Ricordiamo che un evento inizialmente proposto da Contra Info – riguardo la repressione dei/lle compagn* in Grecia, Spagna, Cile e Italia  – perché fosse presentato alla Fiera anarchica – sarà presto programmato, comunicheremo a breve la data e il luogo in cui avrà luogo.

Il giardino pubblico dove si trovavano gli espositori e le presentazioni / discussioni, la piazza anarchica Dis Gracia, dove abbiamo presentato diversi film e una mostra / discussione, le belle giornate di sole e le notti ancora calde in cui non sono mancate i tanghi anarchici e gli abbracci di amic* vecch* e nuov* – hanno arricchito l’ambiente di fratellanza, la condivisione della diversità di pensiero e pratiche anarchiche.

Alla prossima, compagn*!

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in portoghese, spagnolo, tedesco

L’Aia, Paesi Bassi: Lotta alla repressione! Stop alla repressione contro anti-fascist* e anarchic*!

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Sabato 19 novembre, all’Aia, ci sarà una manifestazione contro l’ondata di repressione che gli/le anti-fascist* e gli/le anarchici della città hanno dovuto affrontare nell’ultimo anno. Se toccano un* toccano tutt*. Solidarietà attraverso la lotta!

Nel corso dell’ultimo anno, la repressione contro anti-fascist* e anarchic* è notevolmente aumentata, con la città dell’Aia al centro di tutto. Un divieto di dimora per gli/le anarchic* è stato emanato per il quartiere di Schilderswijk, nel tentativo di spezzare la lotta contro la polizia razzista, violenta, e assassina. In seguito è stato emanato un altro divieto, stavolta contro gli/le anti-fascist* che resistevano alle manifestazioni dell’estrema destra di Pegida. Danni per 50,000 euro sono stati richiesti a divers* anarchic* che si erano oppost* allo sgombero del centro sociale De Vloek, che era occupato da 13 anni. Il sindaco ha anche cercato di chiudere il locale Autonomous Center. Inoltre le manifestazioni seguenti vennero vietate, diverse persone intimidite dalla polizia a casa e per strada, vennero effettuati diversi arresti preventivi e dei tentativi di reclutare degli informatori.

Ma non si tratta solo di attacchi contro individui anarchici e anti-fascisti. Si tratta di un attacco contro chiunque combatta il razzismo, è un attacco contro chiunque si batta per un mondo senza sfruttamento e discriminazione, è un attacco contro tutt* noi. E questo attacco non può restare senza risposta! È un appello alla solidarietà, perché la solidarietà è la nostra arma contro l’isolamento che ci è imposto dalla polizia e dal sindaco. Dobbiamo difendere i nostri spazi e le nostre strutture autonome!

Venite all’Aia il 19 novembre. Perché le catene dello stato, che trasudano razzismo e oppressione, devono essere spezzate! Perché chi non lotta ha già perso.

Combatti la repressione!

Maggiori informazioni sul sito:
fightrepressiondemo.noblogs.org

[Paesi Bassi]: Un altro divieto di dimora per anarchic* dell’Aia

stop-repressie-anarchisten-1-v2-544x725Ricevuto il 6 ottobre 2016

Ieri gli/le antifascist* e anarchic* dell’Aia hanno ricevuto un altro divieto di dimora, cinque giorni dopo la scadenza del divieto precedente per divers* anarchic* dell’Aia.
Stavolta il divieto di dimora riguarda il centro città e il quartiere Haagse Hout durante l’imminente manifestazione di Pegida, e si accompagna all’obbligo di presentarsi al commissariato.

La polizia si è presentata ieri a casa di un anarchico dell’Aia per consegnare un altro divieto di dimora. Stavolta nel contesto di azioni intraprese contro il gruppo di estrema destra Pegida, che ha annunciato che d’ora in poi manifesterà all’Aia una volta al mese. Il divieto di dimora è valido per le prossime tre manifestazioni di Pegida all’Aia e si applica al centro città e il quartiere di Haagse Hout. Quei tre giorni, il 9 ottobre, il 13 novembre e l’11 dicembre, gli/le anarchic* e antifascist* non possono recarsi in quella zona e devono presentarsi al commissariato due volte al giorno.

Il divieto precedente era stato emanato a nome del sindaco e prendeva di mira la resistenza contro la brutalità della polizia nel quartiere di Schilderswijk. Stavolta è l’ufficio del Pubblico Ministero a emanarlo, con l’intenzione di spezzare la resistenza contro il fascismo. Non è che l’ultima di una serie di misure repressive contro gli/le anarchic* e gli/le anti-fascist* all’Aia. Divers* anarchic* dell’Aia hanno già scritto a questo proposito nell’articolo ‘Il divieto di dimora contro gli/le anarchic* nel contesto più ampio della repressione all’Aia’.

Il Pubblico Ministero, la polizia e il sindaco dell’Aia si stanno impegnando a distruggere la lotta anarchica e la resistenza contro il fascismo. Ma se pensano che lasceremo la repressione ostacolarci, allora saranno stupiti da quello che li attende. La lotta contro il fascismo e per un mondo migliore non hanno bisogno di essere legittimati dallo stato, saturo di razzismo e discriminazione. La lotta contro il fascismo è sempre legittima; allora, oggi e sempre.

Stop alla repressione contro anarchic* e antifascist*.

in inglese

È uscito il n. 7 di FENRIR, pubblicazione anarchica ecologista

fenrir7_coverÈ disponibile il numero 7 di FENRIR, pubblicazione anarchica ecologista di supporto ai/le prigionierx, azione diretta, aggiornamenti e analisi sulle lotte anarchiche e di liberazione animale, umana e della terra in tutto il mondo.

In questo numero:

-⁠⁠⁠ Editoriale
-⁠⁠⁠ Se non ora quando? Azioni dirette anti-autoritarie nel mondo
-⁠⁠ Foresta di Hambach (Germania) – Il conflitto contro RWE si intensifica
-⁠⁠ Un deposito per l’eternità. Sul progetto di istituire in Italia un deposito nazionale di scorie nucleari
-⁠⁠ Resistenza anti-nucleare in Finlandia
-⁠⁠ La totalità minacciata del mondo vivente
-⁠⁠ Ad ogni impero la sua distruzione: ingegneria genetica e biotecnologie
-⁠⁠ Il mondo in uno sputo
-⁠⁠ Stillicidio. Il patriarcato uccide ancora
-⁠⁠ In lotta permanente contro la società e i fantasmi della politica. Un’analisi critica del metodo insurrezionale
-⁠⁠ Notizie dal necromondo
-⁠⁠ Aggiornamenti sui/⁠⁠le prigionierx e sulla repressione di stato
-⁠⁠ Lettere dal carcere
-⁠⁠ Letture consigliate

Per ricevere una o più copie scrivici: fenrir@riseup.net

Aiutaci a distribuire “Fenrir”, se hai una distro o vuoi un po’ di copie, contattaci!

Il costo è di 3 euro a copia, oppure di 2 euro per ordini di 5 o più copie.

Buenos Aires: bruciato un SUV appartenente alla Presidenza della nazione argentina

In risposta alla repressione subita dai/lle compagn* anarchic* che vivono nella regione dominata dallo Stato italiano da parte della DIGOS (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali) nel quadro dell’operazione “Scripta Manent”, il 25 settembre, all’una del mattino, abbiamo bruciato un SUV che apparteneva alla Presidenza della nazione argentina, all’incrocio fra la via Marcos Paz e via Pedro Lozano, nel quartiere di Villa Devoto a Buenos Aires.

Anna, Marco, Sandrone, Daniele, Danilo e Valentina: sappiate che non siete sol* e che chi è da questa parte delle mura della prigione continuerà ad attaccare l’autorità e a dar fuoco alle città in tutto il mondo.

Libertà o morte (Federazione Anarchica Informale)

in inglese, greco, spagnolo

[Exarchia] Squat Themistokleous 58: Graffiti in solidarietà con la lotta delle prigioni U$A

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Fuoco alla società carceraria
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Solidarietà con la rivolta delle prigioni USA (A)
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Forza ai/lle prigionier* in lotta negli U$A (A)
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Dalla Grecia all’America, fuoco ed esplosione in ogni prigione
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Complicità con chi si ribella
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Fuoco alle prigioni (A)
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Libertà per tutt* (A)
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Vittoria per le lotte nelle prigioni USA
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Attica è ovunque (A) Insurrezione
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Contro ogni incarcerazione, fuoco alle basi della civilizzazione

La sera di sabato 1° ottobre, che la cellula ABC aveva proposto come giornata internazionale di solidarietà con la lotta nelle prigioni U$A, abbiamo taggato degli slogan nelle strade di Exarchia.

MORTE AI/LLE CARCERIER*

Squat Themistokleous 58
th58@riseup.net

in inglese

Francia: Un’utilitaria d’Engie incendiata a Parigi

SCRIPTA MANENT ? ACTA NON VERBA !

Davanti alla repressione che colpisce dei/lle compagn* anarchic* in Italia (Operazione Scripta Manent), davanti ai nostri nemici che sono lo Stato e il capitale, pensiamo ancora e sempre che la migliore solidarietà sia l’attacco. Loro pagano per dei gesti che appartengono a tutt* gli/le anarchic* del mondo. Vogliamo mandar loro un segno della nostra vicinanza con delle azioni. Non come altr* qui e altrove che si accontentano di un po’ di retorica sui loro siti internet.

La notte fra il 3 e il 4 ottobre in via Candale Prolongée a Pantin, abbiamo bruciato un’utilitaria d’Engie, azienda che collabora con lo Stato all’imprigionamento (gestione di prigioni e di centri di retenzione).

Fuoco alle prigioni!
La solidarietà è l’attacco!

Altr* anarchic* solidal* di Parigi

in francese, inglese, greco, portoghese

Trento, Italia : Le nostre parole e le nostre idee. Sul processo del 28 settembre a un compagno di Genova.

27.09.2016, Trento

Nel maggio del 2012 a Genova due compagni anarchici, armati di idee, coraggio e piombo, spararono all’Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare. Nello stesso mese uscì un mio articolo sul giornale anarchico “Invece”, dove facevo emergere la vera veste del carabiniere Pierpaolo Sinconi. Poco tempo dopo l’azione a Genova e l’uscita del mio scritto, fui fermato a Trieste dai carabinieri e portato in caserma, dove subii delle pressioni per le mie idee.

Io ho sempre collegato i due fatti per il semplice fatto che se degli uomini sparano o qualcuno definisce come giusta la violenza contro i propri oppressori, questo spaventa chi vuole difendere questa società basata sul danaro e sulla sopraffazione. Quel mio scritto mi vale ora, in primo grado, un anno e tre mesi di carcere con l’accusa di “istigazione alla violenza”. Un altro compagno, ha mosso una dura critica ad un testo dissociativo riguardo al fatto del maggio 2012, appoggiando l’azione avvenuta a Genova in quel giorno di sole e sottolineandone il valore in seno alle lotte tra sfruttati e sfruttatori. Questo compagno subirà un processo simile al mio, ma con accuse più gravi. Altri compagni e compagne indagati per l’Operazione Shadow, altri a Palermo e a Udine, vengono indagati ed accusati di reati simili, riguardo a scritti sovversivi.

Recentemente nelle carceri greche vengono fatte pressioni pesanti a compagni e compagne che continuano a scrivere testi che fomentano la rivolta e propagandano le idee anarchiche e la giustezza dell’utilizzo della violenza rivoluzionaria. È evidente come, in giro per l’Europa, la tattica degli Stati sia di soffocare le idee sovversive a partire dalla loro divulgazione attraverso i testi. Essere solidali con certe pratiche, appoggiarle e condividerne la giustezza è reato. Questa storia va avanti da oltre centocinquanta anni: spaventa parlare di queste cose, lo Stato sa che la nostra piccola minoranza è pericolosa e non deve espandersi tra le linee degli sfruttati. È necessario invece fare il possibile per portare le nostre idee nelle strade, con le azioni e le parole.

In questi tempi grigi e confusi ecco che le nostre idee, che cercano di andare a fondo dei problemi sociali, quindi individuali, possono creare quell’apertura verso la Rivoluzione Sociale invece che verso la barbarie degli Stati tutti, occidentali o orientali che siano. Eppure il monopolio della violenza non appartiene a noi rivoluzionari, bensì agli Stati. Se noi come minoranza ci organizziamo, e se gli sfruttati si organizzano in modo simile, se un individuo si arma e spara ai carabinieri davanti al Parlamento mentre cerca di eliminare dei politici, ecco che tutto questo deve essere represso, infangato e distorto o, meglio ancora, dimenticato. Non bisogna parlarne.

Ma noi, noi anarchici, quando decidiamo di armarci, anche di parole feroci contro chi ci vuole sottomessi, siamo quelli che vogliono un mondo diverso, che le donne e gli uomini e i loro rapporti non si basino sulla violenza e sul sopruso, ma su reciprocità, solidarietà, rispetto e tante altre cose. Purtroppo la violenza è un aspetto importante del nostro essere, non siamo pacifisti, non porgiamo ramoscelli d’ulivo a chi ci fa violenza, sappiamo che chi ora ha tutto non lo mollerà dopo una chiacchierata. Per chi ci governa il tavolo del dialogo è lo zucchero della sottomissione. A questo tavolo non ci sediamo e invitiamo tutti a non farlo, perché il lordume che c’è sulla superficie si è infiltrato molto a fondo. Noi, invece, proclamiamo come legittima l’autodifesa per riprenderci quello che ci spetta ed anche di più. L’autodifesa è allo stesso tempo anche l’attacco, una delle migliori sfaccettature dell’essere anarchici in quanto imprevedibile e nascosta nelle nostre menti che cospirano ogni giorno.

Nei nostri circoli o occupazioni, durante i nostri presidi, cortei, comizi, concerti, nei volantini, libri, manifesti, facciamo questi ragionamenti cercando complici o semplicemente facendo questo lavoro di propaganda con l’intenzione di far tornare a casa anche una sola persona con dei ragionamenti diversi dal solito? Quanti sforzi in tal senso? Quanti di noi si sono avvicinati alle idee anarchiche tramite questi piccoli gesti? Penso che valga la pena parlare apertamente delle nostre idee, ecco tutto; c’è sempre più bisogno di essere chiari e di avere delle proposte di lotta che vadano sempre di più al nocciolo dei problemi sociali. Certo, a volte bisogna essere accorti, possiamo far intendere i nostri contenuti con dei giri di parole senza rischiare denunce che appesantiscono i nostri casellari. Ma a volte siamo testardi e, anche sapendo che stiamo rischiando, scegliamo di dir qualcosa. Lo scritto del compagno di Genova va proprio in questo senso. Il silenzio fa male dopo che la parola altrui ha svilito e offeso l’azione di qualcun altro, tra l’altro precisa nel suo obiettivo. Abbiamo delle idee e ce le teniamo ben strette. Posso capire che un fatto come la gambizzazione di Adinolfi possa creare disorientamento, in Italia lo scontro con lo Stato non è alto di questi tempi, ma mi chiedo… la Rivoluzione Sociale cosa sarà se non uno scontro duro contro le forze a noi nemiche? Per evitare di far danni, bisogna allora darsi i giusti strumenti per confrontarsi tra compagne e compagni, per affrontare il possibile arrivo della repressione, restando lucidi e sereni nella valutazione della giustezza di alcune cose che ci accadono attorno. A volte si può anche stare zitti. È proprio per il nostro amor proprio, delle nostre idee, di tutti e tutte quelli caduti per esse e per il mondo che abbiamo nel cuore, che disapproviamo certi modi di fare e che li combatteremo. Il lavoro che ci compete sarà lungo e faticoso per tenere alta la bandiera della libertà e dell’anarchia. Il mondo che abbiamo attorno ci provoca, ci stanca, ci ricatta continuamente, ma sono sicuro che stringendo i ranghi e spargendo le nostre idee riusciremo a portarle anche dove non immaginiamo.

Ecco che qui porto il mio saluto e sostegno a Carlo accusato a Genova del reato 414 cp.
A* compagni e compagne di Palermo, dell’operazione Shadow ed a tutte e tutti quell* sottoposti a inchieste mando i miei più caldi saluti fraterni.
Ai compagni e compagne arrestat* per l’operazione Scripta Manent va tutta la mia solidarietà.
Solo ribadendo i nostri principî possiamo sentirci retti nelle nostre azioni e idee.

Luca Dolce detto Stecco
Anarchico

Atene, Grecia: Striscione in sostegno alla lotta contro la schiavitù carceraria in America

Inviamo la nostra totale e aperta solidarietà con la lotta dei/lle prigionier* in America contro la schiavitù, e come risposta all’appello a sostegno e solidarietà alla loro resistenza abbiamo esposto due striscioni in centro ad Atene, Grecia.

uro1-544x396Lotta contro la schiavitù carceraria. Fino alla demolizione di ogni gabbia. Fino alla morte dell’autorità.

uro2-544x293Sostegno alla resistenza nelle prigioni USA, contro la schiavitù e lo sfruttamento dei/lle prigionier*. Fratelli/sorelle, in questa lotta non siete sol*!

Unione di individualità anarchiche Uroborus

in inglese

Atene, Grecia: Gesto di solidarietà con i/le 6 compagn* arrestati recentemente in Italia e con Lukáš Borl in Repubblica Ceca

uroborus-544x352Come gesto di solidarietà con i/le compagn* arrestati ultimamente in Italia e in Repubblica Ceca abbiamo esposto uno striscione nel centro di Atene, che dice: “Attacco armato fino alla distruzione della civiltà del Potere e dei suoi esecutori; per tutt* i fratelli e le sorelle anarchic* prigionier*; per tutti i momenti rubati. Solidarietà & complicità con gli/le anarchic* recentemente arrestat* in Italia & Repubblica Ceca”.

Unione di individualità anarchiche Uroborus
[12 settembre 2016]

in inglese

Atene: Solidarietà incendiaria con la lotte nelle prigioni USA

Nelle prime ore di domenica 25 settembre, un gruppo di compagn* hanno partecipato agli scontri di strada scoppiati in via Tositsa, fuori dal Politecnico, a Exarchia, Atene.
Abbiamo attaccato gli sbirri con molotov e sassi, non solo per quello che sono – burattini dello Stato – ma anche per mandare forza e solidarietà a chi si batte all’interno delle prigioni statunitensi.

Agiamo in strada contro chi cattura, mentre i/le ribelli nelle prigioni agiscono contro chi li tiene rinchius* in gabbia. Siamo con chi agisce e si ribella, ovunque siano, a ogni costo.

Aboliamo con la violenza quello che ci è stato imposto con la violenza.

Solidarietà significa attacco!

The Holmans

in inglese, greco, tedesco

Prigioni USA: Tenete d’occhio Holman

Servizio da Holman | 27 settembre 2016

Verso mezzanotte un prigioniero è stato pugnalato, mentre dormiva, da un altro prigioniero. I disordini sono avvenuti dopo che colui che aveva commesso l’atto è corso fuori dal dormitorio. Gli sbirri hanno lasciato entrare il prigioniero nel dormitorio-C dopo che i prigioneri alloggiati in quello stesso dormitorio avevano detto loro di non lasciare entrare nessuno. I prigionieri sono corsi dietro al responsabile dell’attacco, sono corsi fuori dal dormitorio, hanno circondato uno sbirro che era uscito dalla cabina di controllo, gli hanno chiesto di aspettare prima di fare qualsiasi cosa e hanno giusto portato il ferito in infermeria.

Quello che vedete in questo breve video è un gruppo di prigionieri infuriati che vedono gli sbirri come facilitatori della violenza che scoppia fra loro.

Qui Mike dalla prigione Holman.

via Anarchy Live!

holman-544x408Lo Stato non riesce a domare i/le ribelli delle prigioni | 29 settembre 2016

Viene riferito che settimana scorsa, alla prigione, dopo aver assistito al funerale dello sbirro pugnalato il 1° settembre e morto in seguito alle ferite, il Coordinatore regionale Grantt Culliver ha dichiarato a diversi prigioneri che il 1° ottobre avrebbe fatto venire alla prigione Holman di Atmore, Alabama, il CERT, l’unità speciale d’intervento del dipartimento carcerario, che rimarranno per i successivi novanta giorni per perquisire la prigione alla ricerca di ogni coltello e cellulare, e che smonteranno la prigione pezzo per pezzo finché non avranno trovato tutte le armi e i telefoni.

Si tratta di un tentativo di intimidazione e una mossa per ristabilire l’autorità e il controllo totale. Controllo sugli esseri umani che stanno resistendo e dicono fanculo l’autorità! Umani che non accettano più il discorso secondo cui sono inutili e che lo stato ha il diritto di punirli e utilizzare la violenza senza che gli venga restituita. Non permetteremo più a queste enormi ingiustizie di passare inosservate.

Vogliamo che tutt* voi che vivete nella prigione all’aria aperta chiamata mondo libero teniate d’occhio quello che accade qui. Sappiamo che gli sbirri sono incazzati per la morte del loro collega per mano di un prigioniero e per la resistenza spuntata nell’ultimo anno, e hanno intenzione di schiacciare la resistenza. Tenete d’occhio Holman e continuate a mostrare la vostra solidarietà attraverso l’azione diretta.

Né dio, né padrone! Morte allo stato! Lunga vita all’anarchia!

via It’s Going Down

 in inglese

Grecia: Solidarietà dello squat Themistokleous 58 con la lotta nelle prigioni statunitensi

581-544x408fuckmc1-544x36358squat-544x408Dall’ala 58 della prigione all’aperto chiamata Atene mandiamo i nostri più calorosi saluti ai/lle ribelli delle prigioni U.$.A. e a tutt* coloro che agiscono in solidarietà con loro in tutto il mondo. Comprendiamo la vostra lotta per mettere fine alla schiavitù carceraria come un appello a mettere fine alla società carceraria nel suo complesso. Comprendiamo l’incarcerazione di massa dietro a tonnellate di cemento e acciaio come una riflessione sulla società di massa che ci ammanetta tutt* e come una conseguenza inevitabile del regno tecno-industriale che determina quotidianamente le nostre vite in tutti i modi possibili.

Sappiamo che i contesti possono essere diversi a seconda del posto e che a volte ci si perde nella parzialità delle nostre piccole o grandi lotte contro questa o quella espressione di dominazione e Potere.

Nonostante questo, crediamo che sia un’ottima opportunità per costruire la tanto necessaria intersezionalità, per alimentarla con una percezione senza confini della lotta per l’auto-determinazione e la liberazione totale dalle gerarchie e le autorità che ci incatenano tutt*.

Rendiamo onore a tutti i metodi di lotta utilizzati finora contro il sistema assassino del complesso carceral-industriale degli U.$.A., e siamo felici di sapere che almeno un secondino ha avuto quello che meritava. Mentre sbarre di acciaio e mura di pietra possono contenere fisicamente chi è in prigione, le recenti rivolte in tutti gli U.$.A. hanno dimostrato che non possono estirpare lo spirito combattivo degli/lle innumerevoli ribelli.

Come piccolo segno della nostra solidarietà, l’11 settembre abbiamo esposto uno striscione a Kamara, nel centro di Salonicco, che dice “Vittoria allo sciopero dei/lle prigionier* negli U.$.A. // Fuoco alla società carceraria” e il 20 settembre abbiamo partecipato con la Cellula di solidarietà dell’ABC e altr* compagn* a un blocco di due ore del McDonald’s del quartiere ateniese di Ilion, con uno striscione che diceva “Solidarietà con la rivolta delle prigioni U.$.A.”. Dopo il blocco abbiamo esposto lo striscione al 58 di Exarchia, dove è visto tutti i giorni da centinaia di passanti.

Finché lo sciopero continuerà, continueranno anche le nostre azioni. Tanto che le prigioni esisteranno, lotteremo per distruggerle.

Squat Themistokleous 58, Exarchia, Atene
th58@riseup.net

in inglese, greco