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$ile : Lettera della compagna Carla Verdugo dal carcere di San Miguel al gruppo “81 ragioni per combattere”

Carla Verdugo è stata arrestata insieme a Ivan Silva all’alba di Lunedì 16 Aprile 2012 nell’area di La Granja, Santiago del Cile, dopo un controllo di identità in cui hanno trovato nel loro zaino materiali per la costruzione di un congegno esplosivo. Si trova attualmente nel carcere di San Miguel in attesa di processo.

A 22 mesi dalla strage di San Miguel

A familiari, amici e compagni

Oltre a recapitare i miei sinceri rispetti e saluti fraterni devo raccontare loro che dal giorno Martedì 25 Settembre abito nella Torre 5 del Carcere di San Miguel, che oggi funziona come centro di detenzione femminile. Le 160 donne che vivono qui subiscono molti mesi di privazione della libertà.

In particolare è stato sommamente perturbante questo cambiamento, poichè il giorno 16 Aprile ero reclusa nella Sezione Speciale di Alta Sicurezza del Centro Penitenziario Femminile di Santiago; ma capisco che le dinamiche del carcere contano insieme alla volubilità della nostra condizione di prigioniere. Per ora mi trovo bene di salute e di morale, come sempre amata e in compagnia, instancabile nella lotta quotidiana dentro questo spazio di merda che imprigiona i nostri corpi. Ma non i nostri sogni o aspettative.

Ancora più sconvolgente del cambio di luogo di reclusione o routine è stato riconoscere in modo tanto evidente il dolore e la morte “il carcere è un luogo di controllo, punizione, oppressione e morte”, sembra essere scritto su ogni muro, su ogni sbarra.

La violenza si aggrava nel ricordo, in nessun giorno voglio dimenticare che 81 uomini hanno perso la vita qui; che 81 storie sono terminate di colpo, consumate tra le stesse grate che posso toccare e che hanno il compito di imprigionarmi.

Nella memoria sono e nella memoria rimarranno, quegli 81 e gli altri numerosi morti e torturati nelle carceri di Stato. I loro nomi sono i miei nomi, i loro fratelli sono anche miei fratelli e le loro madri sono le mie.
In tutto ciò, e difendendo l’allegria, ho compiuto da poco 32 anni e ho sentito ogni manifestazione di affetto anche dalle più acute distanze o le più nude vicinanze che pemettono le visite.

Per il vento che viaggia, amore ai miei figli, ai miei fratelli, al mio compagno e a mia madre.
Tranquillità e Forza in queste situazioni.

ABBASSO I CARCERI DI STATO!!!
LIBERTÀ!!!

Carla Verdugo

fonte : liberaciontotal, in spagnolo

[Grecia] Chiamata Internazionale di Solidarietà alle 22, 23 e 24 Novembre per il caso della Lotta Rivoluzionaria

COMBATTIAMO ARMATI CON TUTTA LA NOSTRA RABBI(A)

La Rivoluzione Sociale non è il passato, costituisce il presente e il futuro del mondo.

Per quanto riguarda la chiamata internazionale di solidarietà e di azione.

Come Assemblea per il caso della Lotta Rivouzionaria e in continuità con le azioni di solidarietà, lanciamo apertamente, sia a livello interno sia a quello internazionale, una chiamata per una campagna di solidarietà alle 22, 23 e 24 Novembre.

Abbiamo deciso di rompere il muro di silenzio per il caso della Lotta Rivoluzionaria e dimostrare che i compagni che vengono processati non sono soli, che il caso della Lotta Rivoluzionaria è un caso di tutti noi e riguarda la stessa la sostanza della lotta. Quindi, chiamiamo i compagni e le compagne da tutto il mondo a contribuire con la loro azione e mandare il loro messaggio di Solidarietà e di Lotta.

Nostro scopo e di ricercare le resistenze radicali con prospettiva rivoluzionaria. Nostro scopo è di ampliare la Lotta per la sovversione dell’ esistente, dimostrando la sua necessità storica e la sua importanza al presente. Paralelamente, vogliamo dimostare attivamente la Solidarietà ai compagni che vengono processati.

La chiamata internazionale per i 3 giorni di solidarietà, controinformazione ed azione per il caso della Lotta Rivoluzionaria costituisce una parte ed una continuità della guerra sociale e di classe per la sovversione e la Rivoluzione. In questo quadro la mettiamo e cosi il caso della Lotta Rivoluzionaria viene iscritto nel suo complesso.

Cronostoria del caso della Lotta Rivoluzionaria

Alle 10 Marzo 2010 viene assassinato dopo un conflitto a fuoco con forze poliziesce il compagno anarchico Labros Fountas. Sono quei giorni che la Grecia si mette sotto il controllo asfissiante della troika. Sono quei giorni che Labros Fountas, membro dell’ organizzazione Lotta Rivoluzionaria perde la sua vita dopo un conflitto a fuoco durante un azione preparativa contro l’elite politica ed economica che ruba il pianeta a livello mondiale, che saccheggia e succhia la richezza sociale sottovalutando la vita umana ad un punto estremo.

Un mese dopo, l’Aprile del 2010 ed in un clima di delirio terroristico nel quadro di arresti per il smebramento dell’ organizzazione Lotta Rivoluzionaria vengono arrestati gli anarchici Kostas Gournas, Nikos Maziotis e Pola Roupa, i quali assumono la responsabilità politica della loro partecipazione all’ organizzazione. Inoltre, vengono arrestati gli anarchici Vagelis Stathopoulos, Christoforos Cortesis e Sarantos Nikitopoulos, i quali respingono categoricamente, sin dal’ inizio del loro arresto, la loro partecipazione all’ organizzazione e dichiarano che vengono accusati per la loro lunga partecipazione a realtà sovversive, la loro apartenenza politica all’ area anarhica-antiautoritaria e le loro relazioni tra compagni.

Per partecipazione alla Lotta Rivoluzionaria viene accusato anche Kostas Katsenos, con un mandato di cattura contro di lui che era stato notificato dal periodo degli arresti. Il sistema, volendo dare un colpo decisivo all’ organizzazione Lotta Rivoluzionaria la quale sente come una minaccia estende, tramite gli arresti, il suo attacco per schiacciare una vasta area del movimento sovversivo.

In questo quadro dell’estensione di questo attacco repressivo, 6 mesi dopo vengono chiamati ed interrogati decine di compagni dell’area anarchica-antiautoritaria come anche amici e parenti degli arrestati.

L’aria di vendetta da parte degli aparatti si è respirata per ancora una volta, quando sono arrivati al punto di accusare Mari Beraha, moglie di Kostas Gournas. Le accuse contro di lei costituiscono un chiaro atto di vendetta contro Kostas Gournas, in un tentativo di reprimere il suo attegiamento combattente.

Dal 5 Novembre 2011 si svolge il processo per il caso della Lotta Rivoluzionaria, nel tribunale speciale del carcere di Koridalos, in un aula chiusa con l’assoluta mancanza di pubblicità. I media mentre erano sempre favorevoli a dare il loro aiuto all’ attacco repressivo e alla propaganda statale, adesso in modo provocatorio e dopo ordini politici mettono in silenzio qualunque cosa riguarda lo svolgimento del processo per il caso della Lotta Rivoluzionaria.

Dalla sua parte, il regime svolge un processo contro i suoi nemici politici volendo mettere a tacere ogni messaggio di Lotta e stravolgere il suo senso. Dall’ altra parte, i compagni che hanno assunto la responsabilità politica della loro partecipazione, sostengono le azioni e il proggetto politico dell’ organizzazione mentre tutti gli accusati trasformano, con le loro posizioni, tutte le udienze in forti atti accusatorii contro il sistema politico-economico della miseria e dello sfruttamento, il carattere delle sue leggi e dei regimi speciali che impone contro tutti quelli che resistono in modo radicale.
Dobbiamo notare che in questo momento nessun compagno si trova in carcere. Dopo 1 anno di detenzione preventiva, V.Stathopoulos, S.Nikitopoulos e Ch.Kortesis sono stati scarcerati dopo ordinanza del p.m. mentre K. Katsenos che si è presentato al processo è rimasto incarcerato per 6 mesi. I membri della Lotta Rivoluzionaria K.Gournas, P.Roupa e N.Maziotis sono stati scarcerati quando sono scaduti i termini massimi di detenzione preventiva (18 mesi). N. Maziotis e P.Roupa non si presentano più al processo e sono ricercati (!).

Nel momento che viene scritta questa chiamata il propcesso si trova alla fase dei testimoni di diffesa degli accusati. I testimoni di K.Gournas, N.Maziotis e P.Roupa, i quali hanno assunto la responsabilita politica come membri dell’ organizzazione, hanno già testimoniato. I compagni dalla Grecia e dall’estero con le loro testimonianze hanno messo in luce l’importanza politica e storica dell’organizzazione Lotta Rivoluzionaria, hanno difeso la lotta armata, la totalità e la ampiezza delle realtà rivoluzionarie. Nei prossimi giorni saranno chiamati a testimoniare I testimoni di difesa di V.Stathopoulos, S.Nikitopoulos, Ch.Kortesis, K. Katsenos e M.Beraha i quali respingono la loro partecipazione all’organizzazione, però mettono in luce l’ importanza della lotta e la necessità della resistenza.

Durante i giorni della chiamata internazionale, si calcola che il processo si troverà vicino allo stadio delle apologie degli accusati. Per questo pensiamo che sia molto importante, che compagni da tutto il mondo mandano con i loro modi messaggi di solidarietà e di resistenza e dimostrano che i compagni che si processano non sono soli, che la Lotta per la sovversione di questo mondo è sempre attuale.

Il caso della Lotta Rivoluzionaria attraverso la sitiuazione sociale, economica e politica in Grecia.

Per capire in modo completo il caso della Lotta Rivoluzionaria e la sua importanza, dobbiamo soffermarsi al preciso quadro storico, sociale e politico attraverso il quale lo stato si blinda tramite persecuzioni, arresti, incarecerazioni, leggi speciali e tribunal speciali.

Il processo per il caso della Lotta Rivoluzionaria si svolge in un epoca che il regime si trova in una crisi strutturale e le maschere democratiche sono state crollate. La feracità con la quale il regime contemporaneo si iscrive sulle nostre vite ha pocche cose diverse dalle dittature del passato. Lo sfruttamento abominevole e il controllo diffuso delle nostre vite vengono proposti come il modo unico per uscire dalla crisi, lasciando naturalmente illeso il sistema che l’ha create, l’ha imposta e l’ha diffusa in tutte le sfere della vita sociale e personale.

Quindi oggi, il regime pretende l’annientamento e l’esclusione politica di tutti quelli che lottano contro di esso, di tutti quelli che resistono contro i suoi progetti, di tutti quelli che lavorano per la sua sovversione. In questa epoca, nella Grecia della crisi e del debito, la questione della prospettiva rivoluzionaria e della sovversione del regime diventa oggetivamente attuale. Il sistema tenta di bloccare e imbavagliare la dinamicità e la multiformità delle lotte. Quello che si trova nel mirino e si mette in prova è il concetto della solidarietà.

Alcune parole per il quadro internazionale.

Al di là dalle caratteristiche particolari che ha la Grecia all’ epoca della crisi, sarebbe sbagliato vadere il caso della Lotta Rivoluzionaria come una questione isolata dal quadro internazionale. La crisi non si è scopiata dal niente, si trova nel cuore del sistema capitalistico mondiale, nel modo di governo e di sfruttamento economico imposto dai dominanti di questo mondo.

Sappiamo molto bene che questo mondo non ha regalato mai niente a tutti quelli che resistono ai suoi progetti in modo radicale, che la lotta per la liberazione dell’uomo e della società era sempre una strada dificile, che le relazioni tra compagni sono le richezze che costituiscono l’elemento importante della sostanza della Lotta e del suo svolgimento. Allora sappiano tutti quelli che lottano in tutto il mondo che non sono soli. Dobbiamo costringerli a sapere che le leggi speciali, i tribunali speciali e i regimi di detenzione speciali non possono fermare la stessa la sostanza della Lotta.

Contro le leggi speciali, i tribunali speciali e i regimi di detenzione speciali.
Solidarietà a tutti/e che si processano per il caso della Lotta Rivoluzionaria.
Solidarietà a tutti/e che lottano in tutto il mondo e vengono perseguitati per la loro azione soversiva.

NON DIMENTICHIAMO-NON PERDONIAMO-ONORE PER SEMPRE AL COMPAGNO ANARCHICO LABROS FOUNTAS, MEMBRO DELL’ ORGANIZZAZIONE LOTTA RIVOLUZIONARIA.

Info in greco per il processo per il caso della Lotta Rivoluzionaria: ipothesi-ea.espivblogs.net

mail di comunicazione: RScase@espiv.net

Francoforte, Germania: Report dal processo delle “Cellule Rivoluzionarie” contro Sonja Suder e Christian Gauger

Il processo contro i due combattenti radicali di sinistra è in corso a Francoforte. Entrambi sono implicati in azioni delle Cellule Rivoluzionarie (Revolutionäre Zellen, RZ) contro le imprese nucleari, il regime razzista dell’Apartheid e il rinnovamento urbano nel fine degli anni ’70. Le accuse contro di loro si basano da un lato sulle forzate “testimonianze” di un ferito grave, che era sotto l’influenza della droga, al momento, d’altra parte su un testimone chiave, che si era già classificato anni fa come inaffidabile. Quest’ultimo ha “ricordato” dopo 24 anni che Sonja potrebbe essere stata coinvolta nell’azione contro la conferenza presso la sede dell’OPEC il 1975.

Sonja e Christian sono stati accusati di due attacchi anti-nucleari, condotti dalle Cellule Rivoluzionarie nel 1977. Inoltre sono stati incriminati per un attacco incendiario condotto dalle Cellule Rivoluzionarie nel 1978. Per quanto riguarda questi tre casi, l’accusa si basa su una dichiarazione di Hermann Feiling, fabbricata in condizioni che rasentano la tortura. Nell’estate del 1978 un ordigno esplosivo (presumibilmente destinato ad un’altra azione delle Cellule Rivoluzionarie a Monaco di Baviera) si è esploso sulle ginocchia di Hermann, causandogli lesioni estese. Egli è gravemente disabile da allora. Sotto l’influenza di potenti antidolorifici e sedativi, è stato ricoverato in ospedale e poi tenuto in custodia dalla polizia in completo isolamento. I addetti alla sicurezza dello Stato, i pubblici ministeri e i giudici che esaminavano il caso prendendo appunti erano le sue sole “persone di contatto”. Quando Hermann infine è fuggito dall’isolamento, ha respinto quelle “testimonianze” come forgiate e non proprio sue.

Dopo essere stati in latitanza per 22 anni interi, Sonja e Christian sono stati arrestati a Parigi nel 2000. Nel frattempo, un’altra accusa è stata aggiunta: un testimone del governo Hans-Joachim Klein (ex membro delle Cellule Rivoluzionarie) abbia affermato improvvisamente di ricordare che Sonja Suder aveva trasportato armi a Vienna nel 1975 per un attacco contro la conferenza dei ministri del petrolio dell’OPEC. Il tribunale di Francoforte ha respinto la testimonianza di Klein contro Sonja e gli altri come non credibile nel suo studio nel 2000 (e ancora, le sue affermazioni sono state ripetute nel processo del 2012 contro Sonja). Un tribunale francese aveva respinto la richiesta di estradizione a quel tempo, e dopo la pubblicazione di una cauzione di poche centinaia di euro, sia stato permesso a entrambi di rimanere in Francia. Tuttavia, i pubblici ministeri tedeschi hanno presentato un mandato di cattura “europeo” contro i due combattenti nel 2007, e le autorità francesi hanno deciso di approvarlo nel 2010.

Dopo 33 anni di esilio in Francia, nel Settembre del 2011 Sonja Suder (79enne) e Christian Gauger (71enne) sono stati estradati in Germania e consegnati alla giustizia. Sonia è stata imprigionata, mentre Christian è diventato ostaggio fuori delle mura, a condizioni restrittive. Entrambi hanno più volte negato ogni collaborazione con “la sicurezza di Stato” tedesca.

Ora che i primi sei giorni del processo contro Sonja e Christian sono trascorsi, esso risulta essere -come previsto- una condanna politica premeditata di entrambi gli imputati e il passato militante dei gruppi autonomi, che hanno combattuto contro il terrorismo dell’energia nucleare, la gentrificazione e il terrorismo di stato degli anni ’70 in Germania e non solo.

Giorno dopo giorno, l’accusa costruita dimostra di essere una farsa vendicativa. Inoltre, gli avvocati della difesa sono certi che i giudici abbiano preso la loro decisione sulla colpevolezza degli imputati, dato che la Corte ha accolto un tale breve accusatorio, in primo luogo. Quindi, prima ancora che il processo iniziasse, la difesa ha presentato una mozione per il rifiuto dei giudici presenti per motivi di distorsione.

Sonja e Christian meritano una solidarietà internazionale e incondizionata per aver rifiutato qualsiasi forma di cooperazione con le autorità da anni. Anche se questo significa di rimanere a lungo in prigionia e in difficili condizioni di vita, sono fermi al loro costante rifiuto di dare una confessione.

Striscione in Piazza Exarchia, Atene: “Ogni cuore è una Cellula Rivoluzionaria – Solidarietà con Sonja e Christian”

Prima sessione del processo

Venerdì, 21 Settembre 2012, il processo contro Sonja Suder e Christian Gauger è iniziato alle 9 in una piccola sala di massima sicurezza della Corte Federale di Francoforte.

In precedenza, un raduno si è tenuto di fronte al palazzo di giustizia, con quasi 100 partecipanti. Ci sono stati discorsi, musica e “palloncini di solidarietà” che salivano verso il cielo, auspicando la libertà e la felicità di entrambi gli accusati. Dei solidali -tra di loro attivisti provenienti dalla Francia che hanno lottato per molti anni contro l’estradizione dei due compagni- hanno portato dei striscioni e scandito slogan per protestare contro questo metodo di giustizia politica che lo stato tedesco rappresenta.

Quando Sonja e Christian sono entrati in aula, prolungati applausi sono risuonati da parte del pubblico. Tutti i 70 posti a sedere erano occupati, molti hanno dovuto aspettare fuori a causa della mancanza di spazio. Un pannello di vetro separava gli spettatori dai compagni.

Quando il presidente della corte ha convocato i accusati, i loro difensori sono intervenuti con una seconda mozione di ricusazione dei giudici per pregiudizio, sulla base delle dichiarazioni ottenute illegalmente dal gravemente ferito Hermann Feiling e la testimonianza inattendibile di Hans-Joachim Klein.

Durante il giorno successivo del processo, la corte ha respinto le proposte della difesa, dicendo che l’argomentazione giuridica non era ancora iniziata.

Scandali giudiziari accompagnano il processo

Fin dall’inizio, il procedimento giudiziario è stato molto tenace. Le sessioni sono state spesso interrotte dalla corte per discussioni segrete. Le domande sono state pre-esaminate e ogni processo è stato pianificato in anticipo.

Il terzo giorno del processo è stata interrotto perché le persone disabili in sedia a rotelle non hanno avuto accesso e il microfono non era ancora funzionante.

Il quarto giorno del processo Hermann Feiling è stato chiamato a testimoniare. Il suo avvocato ha spiegato che Feiling non apparirà. Ha presentato un certificato medico, che spiega il suo enorme rischio per crisi epilettiche in situazioni di stress. Così, il testimone non poteva essere esaminato di persona a causa del disturbo post traumatico da stress. L’accusa, per la paura di perdere una colonna centrale dell’accusatorio, ha chiesto disperatamente all’avvocato sull’origine della bomba. In quel momento la difesa è finalmente intervenuta, dato che questo interrogatorio era tanto speculativo in quanto le accuse di questo caso politico.

Il quinto giorno del processo S. è stata chiamata a testimoniare ed è entrata in aula. Il suo avvocato ha chiesto di testimoniare legalmente in nome del suo cliente, ed ha dichiarato che lei aveva accettato la sua ex condanna nel 1982, sulla base delle presunte testimonianze di Hermann Feiling, solo perché voleva che Feiling evitasse le ulteriori prosecuzioni della procedura. Lei crede ancora fermamente che egli non era in condizione di sottoporsi a interrogatori e intende fare appello al suo caso.

Il pubblico ministero ha chiesto la sua testimonianza. La difesa ha sollevato una mozione ed ha affermato che S. non deve testimoniare in tribunale, dato che lei cerca una revisione del suo caso per l’interrogatorio inammissibile di Feiling. Non sorprende che il giudice si è schierato con la percezione del pubblico ministero ed ha respinto la richiesta della difesa per il rifiuto di testimoniare. Il testimone ha insistito per la sua decisione. Grazie al suo rifiuto, il giudice che presiede l’ha minacciata con una multa ed una detenzione* coercitiva che può arrivare fino ad un anno e mezzo. Il testimone, però, ha mantenuto una posizione ferma.

L’accusa ha chiesto una multa di 800 euro (o, in alternativa, otto giorni di reclusione), così come la sua detenzione coercitiva, ritenendo S. “colpevole per convinzione”. L’avvocato del testimone ha sostenuto che la dichiarazione di Feiling non avrebbe dovuta essere usata e presa in considerazione anche nel caso del suo cliente. Lui e gli avvocati della difesa, che lavorano in modo indipendente gli uni dagli altri, sono chiaramente d’accordo che le testimonianze forgiate di Feiling non possono essere tenute come valida in qualsiasi tribunale. Tuttavia, il giudice ha rifiutato di consultare un perito ed ha cercato di procedere con l’esame delle cosiddette “testimonianze” di Hermann.

Questa situazione è diventata insopportabile per alcuni spettatori. Parte del pubblico ha lasciato l’aula protestando ad alta voce. Il giudice ha indicato uno spettatore ed ha richiesto un controllo di identificazione. Ha interrotto il processo. Circa dieci minuti dopo, è arrivata la polizia ed ha chiesto ad una spettatrice di seguirla. Dopo che lei abbia rifiutato ed abbia chiesto di sapere il motivo, un poliziotto in borghese la prese con la forza e la spinse fuori dalla stanza. Le persone del pubblico si sono lamentate per le misure oppressive, ma la polizia ha rafforzato i controls dell’identificazione comunque, in mezzo ad un clima aggressivo ed una tensione costante.

Le condizioni di Sonja e Christian

Lo stato di salute di Christian si è deteriorato da qualche giorno. Il sesto giorno della prova è stato annullato a causa della sua malattia (mentre l’audizione del 19 Ottobre è stata riprogrammata pure). Uno dei suoi amici ha commentato che Christian soffre molto dal procedimento giudiziario e dallo stress associato.

Nonostante tutto, Sonja sembra essere in una condizione di buona salute. In particolare, sembrava molto felice quando ha visto gli amici dalla Francia. I solidali le hanno dato una notevole forza per rimanere fedele ai suoi ideali e resistere a questa farsa, che è seguita anche dai media sensazionalistici. Quando Sonja entrò in aula quel giorno, un fotoreporter insisteva a prendere la sua foto. Anche se l’avvocato gli ha chiesto di mantenere le distanze, questo idiota con la macchina fotografica non l’abbia lasciano in pace, in modo che Sonja si è dovuta nascondersi dietro le spalle del suo difensore per alcuni minuti per evitare il giornalista.

Il processo è stato aggiornato per il 30 Ottobre.

Fanculo al processo farsa! Libertà per Christian e Sonja!
Forza e solidarietà da ogni cellula rivoluzionaria nei nostri cuori!

LIBERTÀ PER CHRISTIAN & SONJA

Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, seguire il blog dei compagni che controllano questo processo (in tedesco) – Kontakt [aet] verdammtlangquer.org

* Beugehaft: detenzione coercitiva o reclusione per oltraggio, applicata al fine di costringere la gente a fare qualcosa contro la loro volontà, ad esempio per pagare una multa o per rispondere a domande di interrogazione in materia di una terza persona.

Atene: Lettera dei 15 arrestati antifascisti dal tribunale di Evelpidon – Aggiornamento 4-5/10

Di seguito è riportato un testo dei 15 arrestati dal tribunale di Evelpidon:

“Oggi, lo Stato ha dichiarato guerra civile. Coloro che non sono uccisi dai coltelli fascisti vengono mandati in prigione attraverso decisioni giudiziarie della giunta.

Chiamiamo gli combattenti e tutti coloro che sentono che la DIGNITÀ, LA SOLIDARIETÀ, L’UGUAGLIANZA e LA LIBERTÀ non sono parole vuote, ma un atteggiamento di vita, di rendersi conto del momento storico in cui viviamo e di agire di conseguenza.

Le idee non possano essere represse, né imprigionate.

I 15 arrestati, uomini e donne “antifascisti/e”

Il 4 Ottobre, i 15 arrestati del moto-corteo antifascista sono comparsi davanti a un giudice istruttore. Mentre due pubblici ministeri hanno chiesto che tutti i 15 dovrebbero essere rilasciati in custodia cautelare prima del processo – indipendentemente dal fatto che siano accusato di crimini o delitti minori – il giudice istruttore non sia stato d’accordo con questa sentenza.

Gli ostaggi dello Stato ed i loro difensori legali hanno letteralmente passato tutto il giorno nel tribunale (dal mattino fino a tarda notte). A mezzogiorno, solidali e parenti sono stati aggrediti dagli squadroni anti-sommossa semplicemente per aver partecipato ai procedimenti giudiziari; detenzioni non sono state segnalate, ma diverse persone sono rimaste ferite.

A causa della controversia tra i pubblici ministeri e il giudice istruttore e, dopo un lungo colloquio, la causa è stata, infine, portata al Consiglio giudiziario, che deciderà il 5 Ottobre se i 15 compagni rimarranno in detenzione preventiva o meno.

Pertanto, un totale di 19 compagni arrestati rimane nella sede della polizia di Atene (del Viale Alexandras) e dovrà apparire ancora una volta nel tribunale di Evelpidon, Venerdì 5/10.

I 4 compagni del raduno di solidarietà nella Corte di Atene (arrestati il 1/10) saranno trasferiti nel tribunale alle ore 9.00.
I 15 antifascisti (arrestati il 30/9) avranno di un procedimento separato alle 12.00.

fonti: i,ii

Tutti i 19 compagni rilasciati (5/10):
I 4 compagni (arrestati il 1/10) sono stati finalmente rilasciati. Il procedimento è stato rinviato per Venerdì 12 ottobre, alle ore 9 presso il tribunale di Evelpidon.
Dopo una lunga sessione del Consiglio giudiziario, i 15 antifascisti (arrestati il 30/9) sono stati liberati a condizioni restrittive (e cauzione monetaria, in attesa dell’appello).

fonti: i, ii, iii

Da Zurigo a Atene: La Solidarietà attraversa i confini

Slogan per l’immediata liberazione di Marco Camenisch e in solidarietà con i tre membri della Lotta Rivoluzionaria sono stati scritti nella città di Zurigo.

Ad Atene ha avuto luogo un intervento davanti alla corte marciale del carcere femminile di Korydallos, dove si svolge il processo del caso della Lotta Rivoluzionaria. Nel mese di Settembre, i membri del Soccorso Rosso Internazionale dal Belgio, Italia e Svizzera hanno viaggiato ad Atene per assistere al processo in solidarietà con i tre membri della Lotta Rivoluzionaria e quelli perseguiti per lo stesso caso.

La lotta continua…

Santiago, Cile: Aggiornamenti dai combattimenti di strada del 9 Settembre

Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione del 9 Settembre 2012 nel Santiago del Cile, 39 anni dopo il colpo di stato dell’11 Settembre 1973, che ha portato al potere il dittatore Pinochet. La marcia in memoria di tutte le persone cadute, uccise, e scomparse in seguito, è stata richiamata dalle associazioni dei parenti dei detenuti scomparsi ed associazioni per i diritti umani, mentre il punto di pre-concentrazione per i gruppi dei manifestanti provenienti da diverse aree politiche è stata la Plaza de Los Héroes / Piazza degli Eroi.

Poco dopo l’inizio della marcia, dei manifestanti incappucciati hanno cominciato i primi scontri. In via San Martin, è stato attaccato con pietre e vernice l’edificio appartenente al Ministero della Pubblica Istruzione, rompendo finestre e danneggiando parte degli interni. Inoltre, una molotov è stata lanciata al primo piano, causando un incendio che è stato spento dal personale del palazzo prima che si diffondesse.

I conflitti e gli attacchi ad i poliziotti sono continuati nella zona della vecchia stazione ferroviaria di Mapocho. In via Recoleta è avvenuto un attacco alla filiale della banca BCI, che è stata saccheggiata e parzialmente distrutta. E stato effettuato anche un tentativo di bruciarla, ma i carabinieri sono riusciti a spegnere le fiamme.

I giovani incappucciati hanno sferrato anche un nuovo attaccato contro le forze repressive a guardia di una pompa di benzina della compagnia Copec, mentre raggiungendo la via Valdivieso, al di fuori del cimitero generale, la gente a attaccato dei giornalisti che sono corsi a nascondersi dietro la polizia. Con pietre, legno, vernice e qualche cocktail di molotov, i manifestanti ribelli si lanciavano contro gli agenti della polizia ogni volta che le barricate sulle strade si rialzavano. Dal parte del nemico sono stati usati lacrimogeni, aure, manganelli e pistole di paintball (video correlato).

Gli attacchi della polizia hanno portato gli incappucciati all’interno del cimitero, dove le barricate sono risorte. Gli scontri nelle strade del cimitero sono continuate fino a circa le 15.00.

Durante la protesta, la polizia ha arrestato 13 persone, tra cui tre accusati del saccheggio della banca in via Recoleta, mentre due sedicenni per possesso di molotov. I due minorenni, che sono stati arrestati presso l’intersezione della via Recoleta con il viale Perù, avendo presumibilmente in possesso una scatola con 6 cocktail di molotov ed una borsa con maschere antigas, sono stati presentati al procuratore del ministero Lunedì mattina. Come detto dall’avvocato dei diritti umani che gli rappresenta i giovani hanno trovato la scatola e la borsa abbandonate ad un cero punto, apparentemente lasciate lì dai carabinieri per arrestare chiunque le avrebbe preso. Tuttavia, il giudice ha deciso di mettere ambedue sotto il controllo dell’Agenzia Nazionale dei Minorenni (SE.NA.ME.), per tutta la durata delle indagini. Ciò significa che, anche se non sono in stato di detenzione, quest’agenzia gli può imporre una serie di misure restrittive, come, tra l’altro, la supervisione dagli assistenti sociali.

Su gli altri arrestati non ci sono aggiornamenti più recenti, ad eccezione del fatto che nessuno sia stato detenuto.

fonte e più foto: liberación total

Exarchia, Atene: Testo dell’anarchico Yannis Dimitrakis (3/8)

Il 2 Agosto, circa 45 poliziotti di diverse unità della polizia hanno preso d’assalto la piazza Exarchia, ed hanno detenuto l’anarchico Yannis Dimitrakis da un caffetteria di via Tsamadou, dove stava prendendo il caffè, per trasferirlo poi al quartier generale della polizia d’Atene. Dopo diverse ore, il compagno è stato rilasciato. Questo è il testo che ha scritto il giorno dopo in riguardo alla sua detenzione: 

L’incidente che viene descritto di seguito sicuramente non coglierà di sorpresa molte persone – dal momento che questo tipo d’incidenti sono diventati parte della vita di tutti i giorni che è piena di eventi simili.

Naturalmente mi riferisco solo ad un altro episodio di violenza e repressione, piuttosto aggressivo verso di me, un risultato dell’accelerate attività delle bande fasciste / DELTA e DIAS (unità di moto della polizia) nel centro di Atene, ma anche la dove il lungo braccio della legge possa arrivare.

La storia ha intense caratteristiche vendicative visto che il mio sequestro, da una caffetteria in piazza Exarchia il 2 Agosto 2012, è stato presumibilmente una semplice detenzione “tipica” preventiva ed una verifica d’identità – come essi stessi hanno affermano – ma alla fine quando ci siamo trasferiti lontano dai sguardi familiari e scesi sotto alcuni vicoli poco frequentati della zona, la questione dei debiti è stata sollevata. Non una data quantità di denaro a loro dovuta, ma a quanto pare una sorta di prezzo peculiare che ho dovuto pagare per il fatto che io sono un anarchico e per di più – secondo loro – uno che spara contro agenti della polizia.

In questo modo, esercitando i loro insulti e minacce più volgari, il branco dei Tagmatasfalites contemporanei [il nominativo delle persone che erano stati reclutati ai battaglioni della sicurezza dei collaborazionisti durante la seconda guerra mondiale], sempre sostenuti da parte dello Stato, sono stati risolti in un angolo di via Vassileos Irakleiou e via Bouboulinas in attesa di un veicolo di trasferimento per portarmi al quartier generale della polizia (GADA), sotto la protezione della polizia anti-sommossa (MAT), squadra che di regola campi in questo punto tutti i giorni.

Anche se fino a questo punto la procedura si svolgeva in un contesto più o meno noto, l’uso della violenza fisica estesa in dosi massicce durante le mie tre ore di detenzione nei corridoi della sede della polizia, mentre le mie mani erano legate dietro la schiena, ha fatto catapultare questa sceneggiata in uno stato di cannibalismo violento degno della fama che accompagna i battaglioni della sicurezza (Tagmata Asfalias).

Eppure se si usa spesso il riferimento a queste specifiche -e non solo- forze repressive col termine “battaglioni di sicurezza”, questo non lo faccio perché ho l’intenzione di eccitare gl’impulsi emotivi di alcune persone, recuperando immagini dalle atrocità del passato, ma perché in realtà agiscono in modo analogo di quei soggetti aberranti e, in parte, perché sono stati loro stessi a reintrodurre il tema della guerra civile nel 1946-49 con le loro battute.

Ha sfilato davanti a noi il 9° battaglione (LOK) dell’Esercito Nazionale, una divisione responsabile per vari massacri contro i partigiani ed altri durante il periodo 1946-1949. Grammos e Vitsi sono stati denominati come luoghi di sconfitta schiacciante dell’Esercito Democratico [due montagne nel nord della Grecia, dove l’Esercito Democratico della Grecia (DSE) ha subito pesanti perdite nel 1949 durante le battaglie e il resto delle forze del DSE dovette fuggire in Albania, mentre la Guerra Civile Greca era finita in termini militari]. Riferimento è stato anche fatto con grande orgoglio per il loro ruolo parastatale e la loro azione sponsorizzata-e quindi non veramente incontrollabile-, ecc.

Dettagli stupidi, che tuttavia riflettono la situazione di crescente polarizzazione che esiste oggi nella società, ma anche come questa polarizzazione -naturalmente, senza escludere il fattore soggettivo- conduce saldamente alla formulazione di chiare linee di demarcazione e di campi, dove ognuno deve scegliere un lato.

In conclusione, vorrei sottolineare che nessuno avrebbe bisogno di fare riferimento a un tale evento, che si è verificato per l’ennesima volta, per dimostrare il ruolo della polizia e delle sue risorse umane usa e getta, e in nessun modo personalmente penso che sia stato un incidente oltre la logica, per non parlare della legalità.

Questo elenco di circostanze ha lo scopo di informare e non di protestare o denunciare la forma di conflitto che si terra in un futuro a breve termine tra coloro che combattono per il rovesciamento e la rivoluzione e quelli che usano i loro artigli e denti per difendere i propri interessi e privilegi nel regime esistente.

Personalmente, non ho nessun’altra risposta da dare al bullismo e alle minacce dei battaglioni di sicurezza in uniforme ed i loro superiori, diversa da quella di continuare a lottare imperterrito e più dinamico per la sconfitta totale e travolgente dei dominatori di questo mondo.

NEMMENO UN PASSO INDIETRO

Yannis Dimitrakis
3 Agosto 2012

fonte

Concepcion, Cile: Barricate e scontri in memoria di Manuel Gutiérrez Reinoso



La scorsa settimana, gruppi di giovani hanno effettuato un blocco stradale al di fuori dell’Università Cattolica di Concepcion, che si concluse con scontri con la polizia antisommossa. Inoltre, hanno sollevato barricate nella zona di Pratt, all’altezza del ponte che collega Concepcion con il quartiere Lorenso Arenas.

Le azioni sono state eseguite in memoria dei 16enne Manuel Gutiérrez Reinoso, che è stato assassinato a sangue freddo dai sbirri della polizia cilena il 25 Agosto 2011.

fonte : Radio Mauricio Morales

$ile: Propaganda sui muri di Santiago

Da Santiago, con un sacco di amore, inviamo queste immagini di propaganda che sono stati fatte in diversi luoghi a Santiago questo mese (6-10 Agosto).

“Nessuno potrà mai essere dimenticato, dalle nostre città imprigionate noi, i compagni che siamo fuori dalle prigioni della tortura e dell’isolamento, saremmo ovunque, lottando, attaccando e distruggendo ogni simbolo del Capitale che vuole opprimerci. Le nostre armi, la solidarietà e la memoria sono già caricate ed è il momento per essere sparate”.

Ai nostri compagni rapiti in questa guerra nel territorio $ileno: Carla, Ivan, Freddy, Marcelo, Juan e Luciano, e al caduto, Mauricio Morales, compagno presente, e a tutti i compagni che lottano in questa guerra in tutto il mondo. Forza e resistenza solidale con il popolo Mapuche!

Compagni, non siete soli. Ci sono molti, per questo i nostri nemici ci chiamano ratti, ed è per questo ci siamo ovunque, nessuno potrà mai fermarci, dovranno morire prima, solo allora ci fermiamo.

Salute e lunga vita alla rivolta!

Lo Stato terrorista: persegue, imprigiona e uccide. [Illeggibile]. La libertà di tutti i prigionieri politici!

Tortuga su per la strada

La battaglia dei Mapuche non si fermerà dalle vostre pallottole, né dalle vostre barre o dalle vostre intrusioni

Libertà ai prigionieri

La solidarietà è un’arma. Ora, Freddy, Marcelo e Juan sono perseguitati. Domani potresti essere te! Libertà ai prigionieri del “Caso Sicurezza”. Finchè la miseria esiste, ci sarà la ribellione!

La solidarietà smette di essere una parola quando arriva alle azzimi ribelli. Solidarietà con Luciano [Illeggibile]

Oggi, noi streghe andiamo a caccia! Il cacciatore sarà cacciato! Rompere le ruote. Luciano su per la strada!

Solidarietà attiva con tutti i prigionieri politici dello Stato Capitalista. [Illeggibile] Libertà a tutti i prigionieri in Cile a in tutto il mondo

Tortuga su per la strada

Fuoco alla prigione. Adrian* su per la strada

Libertà a Tortuga

Luciano su per la strada

Mauricio Morales, te vivi nella rivolta. Mauricio Morales, compagno anarchico morto nella notte del 22 Maggio 2009 dopo l’esplosione dell’ordigno che portava alla zona della Scuola dei carcerieri e dei torturatori della Gendarmeria (guardie carcerarie in Cile). Tre anni dopo la tua morte, ci uniamo alle idee che portavi quella notte, le idee della libertà contro tutti i tipi d’autorità. Perché hai brandito nella tua vita molte forme di lotta contro il potere (biblioteche, laboratori, forum e l’azione diretta), ti ricordiamo tenendo il passo con quella lotta anti-autoritaria. Con Punky Mauri e tutti i compagni caduti nel combattimento contro l’autorità. Manteniamo la fiamma della rivolta viva!

La solidarietà tra gli anarchici non è solo una parola scritta.

Luciano Pitronello, ti vogliamo libero e selvaggio. Libertà ai prigionieri politici del mondo

* Adrián Díaz Cayuqueo è un compagno arrestato a $ile il 28 Giugno dopo le rivolte studentesche del Marzo. Quel giorno, un camion della Gendarmeria ha attraversato la zona dei disordini e nella confusione si è schiantato contro un palo della luce. Alcuni manifestanti incappucciati hanno visto i carcerieri ed hanno attaccato coloro che hanno lasciato il camion, poi 2 molotov sono state lanciate contro il camion, senza fare grossi danni. Adrián è ora in detenzione preventiva (80 giorni fino al processo), dopo essere stato accusato di “possesso di dispositivo di carico incendiario” e “incendio doloso”, accusato di gettare le molotov che hanno toccato la ruota posteriore.

Svizzera: Comunicato di Marco Camenisch sull’operazione Ardire

INFO N. 2 SULLA RECENTE MONTATURA (veramente ardita…) ANTIANARCHICA ROS (ef)-NON BRUTTI (MA CALZA) MA… COMODI (CALZANO PURE) E DINTORNI

Nel frattempo ho ricevuto una lettera d’Elisa e ieri una di Stefano ambedue dopo circa 10 giorni. Come saprete erano tuttora in “isolamento giudiziario” e sottoposti alla censura, in attesa del “riesame” e/o trasferimento in altra struttura. Probabilmente allungano i tempi per la mancanza, a Pisa, di struttura AS e perciò “giustificazione” di un isolamento totale meno giustificabile/gestibile che in una struttura AS. In ogni caso, come segnala Stefano e per quanto ho visto nelle patrie (italiche) galere, è un periodo d’isolamento d’accanimento (antianarchico…) particolare. E oggi ricevo il comunicato del 9 luglio d’Elisa che mi illumina il cuore!

Tuttora non ho avuto alcunché di notifica o altra notizia “ufficiale” del mandato d’arresto mentre i pennivendoli di regime locale verso fine giugno in tedesco mi hanno “onorato” insieme a Gabriel e la compagna Andi del SRI di un paginone scandalistico di difficile equilibrismo tra devozioni professionali al regime e dolorose constatazioni della vacuità dell’ordinanza (incautamente esposta in rete…) e non mancando di ri-sbandierare lo spettro delle possibili liberazioni di Gabriel e del sottoscritto. Da parte del lager Lenzburg non manca una “strana” sequela di misere provocazioni, perquisizioni e minacce di sanzioni attorno e dopo la “grande notizia”. “Puntuale” è appena arrivato anche il rigetto di seconda istanza della mia “liberazione condizionale”.

Mi sono organizzato per un’iniziativa non rivendicativa (sciopero della fame, più o meno 20 giorni) di solidarietà (riferimento e motivazione principe la repressione e non per ultimo l’ardita ROS(ef)-… Comodi) e di partecipazione e questa volta con appendice denuncia dei “giri di vite” generalizzati attuati in questo ed altre carceri svizzeri, che inizialmente avevo previsto più o meno inizio-metà agosto ma che con questa vi informo che con la massima probabilità attuerò nelle due ultime settimane d’agosto (a partire dal 20 agosto) un po’ causa “buco” estivo, poi per una eventuale migliore coincidenza con l’organizzazione d’iniziative esterne e, anche se questa non è una proposta per un’iniziativa collettiva da dentro, una migliore informazione e valutazione previa delle compagne prigioniere e dei compagni prigionieri.

Vi prego perciò di divulgare questa “Info n. 2”.

Gratamente, con Solidarietà e Amore,
Marco, lager Lenzburg, 18 luglio 2012

via Cassa AntiRep delle Alpi occidentali e Soccorso Rosso Internazionale
—il suo “Info n. 1” si può trovare qui (in inglese)

La Fortezza Olimpica incombe su Londra

I residenti di Tower Hamlets si sono inorriditi quando hanno appreso che missili di terra/aria dovevano essere posizionati su una torre sul loro sito, e praticamente sulla vecchia fabbrica di fiammiferi Bryant and May. Come risultato una campagna è stata istituita per contrastare le installazioni missilistiche, formata da residenti locali e sostenitori (per maggiori informazioni, qui).

Ma il posizionamento di missili qui e altrove è solo una parte della storia. Ben 48.000 forze di sicurezza saranno impiegate a Londra, oltre ai 13.500 soldati – più dei soldati dell’esercito britannico di stanza in Afghanistan. Un’arma sonica progettata per disperdere la folla con l’emissione di suono capace di causare “dolore fino a far scoppiare la testa”. Aerei senza equipaggio saranno in pattuglia ai cieli sopra Londra. Un portaerei sarà ancorato sul Tamigi vicino ad altre navi da guerra. Una “zona sicura” sarà messa in atto circondata da undici chilometri di recinzione elettrificata, e sorvegliata da 55 squadre di sicurezza con cani da attacco. Questa non è la Corea del Nord o l’Unione Sovietica, ma Londra di oggi-durante le Olimpiadi di Pechino, nemmeno il governo cinese ha messo una tale recinzione o aerei del genere.

L’Olympic Games 2006 Act (la legge che regola le Olimpiadi) impone che non solo la polizia e le forze armate, ma anche le forze di sicurezza private, possono usare la forza fisica per “proteggere le Olimpiadi”. Questo copre qualsiasi cosa, da manifestazioni e scioperi, fino la vendita di prodotti olimpici sulla strada che non sono ufficialmente approvati. “Squadre di protezione di marca” pattuglieranno all’interno dei Giochi per assicurarsi che solo i vestiti o gli accessori ufficialmente omologati con messaggi commerciali possono essere indossati.

In aggiunta persone che si congregano per strada, un fatto normale in particolare nei mesi estivi, saranno perseguitati, in particolare la gioventù locale della classe operaia. Questo sta già succedendo, con una maggiore sorveglianza e persecuzione nei comuni confinanti con l’impianti Olimpici. I senza tetto devono essere rimossi, infatti la polizia può rimuovere qualunque “considerato in alcun modo di essere causa di fastidio”.

Piuttosto, non vi è alcun segno che questo scomparirà con la fine delle Olimpiadi. La polizia uscirà più attrezzata ed arrogante di prima, interi quartieri saranno socialmente puliti e purificati, le tasse saranno aumentate per pagare tutto ciò, e tutti i dispositivi di sicurezza e le telecamere installate rimarranno al loro posto.

I Giochi non sono per lo sport. Essi si svolgono per il patriottismo commercializzato, il posizionamento del marchio, e per i profitti degli agenti immobiliari e dei proprietari. Sono lì per aumentare la spinta verso il neo-liberismo, per distruggere i nostri quartieri della classe operaia, per aumentare la potenza di uno stato che è sempre più uno stato di polizia. Chi è il nemico in questa nuova Gran Bretagna? Siamo noi, la maggioranza della popolazione!

Federazione Anarchica, giugno 2012

fonte

Lettera della compagna Felicity Ann Ryder, da qualche parte fuori delle gabbie…

Compagni, amici,

Mi sarebbe piaciuto di aver scritto in precedenza, ma per varie circostanze non ho avuto la possibilità di farlo ancora. Voglio inviare un caloroso saluto e dire grazie a tutti coloro che si sono preoccupati per me e la mia situazione, a coloro che hanno mostrato solidarietà con Mario e com me. In questi momenti difficili significa molto avere gente che stia in solidarietà da vicino o da lontano, anche senza avermi mai incontrato. Mando un abbraccio rivoluzionario a tutti voi.

Voglio precisare che, nonostante tutte le bugie delle forze di polizia della città del Messico e dei mass media, non sono mai stata arrestata e che non sono mai stata detenuta in una delle loro prigioni. Ho cercato di capire perché avrebbero detto e diffuso tali informazioni false in tutto il Messico ed in Australia, ma alla fine dei conti, come una persona libera non penso come un agente di polizia, e non sarò in grado di capire. Se fosse per tentare invano di rompere o manipolare Mario, di manipolare la mia famiglia, o per cercare di apparire mezzo competenti nel fare il loro lavoro, non lo so.
Quello che so è che io sono fiera di essere un’anarchica, ed orgogliosa di essere un nemico per l’autorità e per lo Stato.

Al mio fratello Mario, gli mando un abbraccio gigante e molta forza e salute. So che manterrà sempre le sue convinzioni forti, così come il suo desiderio di raggiungere la Liberazione Totale. Sarò sempre al tuo fianco, compagno. Ricorda, sempre faccia a faccia con il nemico!

Invio anche un caloroso saluto ai compagni fuggitivi Diego Rios e Gabriela Curilem in Cile. Un caloroso abbraccio ai compagni delle CCF e Lotta Rivoluzionaria in Grecia, per i compagni anarchici in carcere in Italia, a Braulio Duran, Luciano Pitronello, Gabriel Pombo da Silva, ed a tutti i prigionieri anarchici e fuggiaschi di tutto il mondo.

Que viva la Anarquia!
Felicity.

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La Paz, Bolivia: Comunicato da Henry Zegarrundo, che viene tenuto in detenzione preventiva nel carcere di San Pedro

Il terrore cerca di imporsi attraverso la persecuzione, la repressione e la carcerazione per tutti noi che rompiamo la sua ideologia della paura, un’ideologia rafforzata dalle media della “comunicazione”, un’ideologia rinforzata da coloro che servilmente l’accettano anche se non sono d’accordo.

Il Potere cerca la MORTE SOCIALE attraverso il carcere, cerca di diminuire un individuo attraverso l’ANNIENTAMENTO MORALE. Ma fino ad ora non ho provato nessuno di questi due “fenomeni” disegnati da parte dello Stato, l’unica cosa che sono riusciti a fare è farmi sentire più libero che mai nonostante fossi rinchiuso dietro queste mura spesse.

Il più delle volte pensiamo che il Potere è un unico nemico, ma abbiamo altri nemici mascherati da anarchici; tali nemici sono quelli che formano accuse o false asserzioni sulla base di supposizioni contro quelli di noi che siamo imprigionati; poi questi soggetti senza etica rilasciano dichiarazioni di sostegno e negano di aver fatto dichiarazioni contro di me, in modo di accontentare tutti, continuando a mentire ed inventare storie per salvare il loro culo sporco, sporco come la loro stessa esistenza.

Nina e io siamo stati accusati da Renatto Vincenti (che è uno tra gli arrestati del 29 Maggio e membro) dei OARS (“Organizzazione Anarchica per la Rivoluzione Sociale”), il quale ha persino promesso di continuare a “collaborare” con l’inchiesta, mentre la cosa peggiore di tutto ciò è che i funzionari dello Stato lo credono ciecamente. Alla fine, tutti hanno disperatamente optato per le dichiarazioni basate su ipotesi; sono stati sconfitti senza aver mai combattuto. Spero che Vico non sia entrato in questo gioco di paura.

Voglio chiarire una cosa: politicamente, mi sono sempre distanziato da organizzazioni gerarchiche, patriarcali, speciste e organizzazioni di attivisti (tipiche dei partiti politici). Io non credo nei dogmi, nei martiri o nei eroi, quindi non faccio parte dell’OARS, io non faccio parte del RED VERDE (“Rete Verde”), come quelli al Potere piace credere, sulla base di quanto affermato nella sua dichiarazione Renatto, dal momento che i membri dell’OARS partecipano anche in RED VERDE. Che contraddizione, giusto?

Conosco solo FAI-FRI attraverso i comunicati che rilasciano. Sicuramente, però, la scrittura con ‘x’ (un uso del linguaggio inclusivo in spagnolo) rimarrà come un’ulteriore prova contro di me, una volta che gli investigatori leggeranno questo comunicato.

L’anarchia non si tratta di mantenere se stessi in isolamento teorico, è di mettere la libertà in pratica nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo scindere dai traditori e dai soggetti infidi, perché tradire la lotta anarchica vuol dire inginocchiarsi, mentire, dare la colpa agli altri, causare sedazione con la paura, in teoria, il tradimento è tradire qualcuno che aveva qualcosa a che fare con te ma, in questo caso particolare, il tradimento attraverso la menzogna che sia lo stesso o forse peggio ancora, è tradire se stessi pur avendo un discorso prima, che è rimasto solo in parole.

Ciò che mi rende felice è che, là fuori, si respira la solidarietà, la libertà e lo spirito di lotta, che deve andare avanti a dispetto di queste incarcerazioni. È ora più che mai importante continuare a combattere, dibattere, diffondere, discutere e pubblicare. È abbastanza spiacevole sapere che alcuni si sono distanziati anche se usavano discorsi radicali, ma questo non mi addolora affatto dal momento che sia meglio essere pochi che essere un gregge che segue semplicemente le decisioni degli altri.

Questo è tutto per il momento, esprimo la mia solidarietà a tutti gli ostaggi degli Stati, li mando un sacco di forza, saluti, baci ed abbracci.

L’eco dei solidali in Perù, Ecuador e in altre parti del mondo ha raggiunto questo luogo.

Forza a Tipnis (lotta in difesa della “Fortezza Isiboro Parco Nazionale di Sicurezza e Territorio Indigeno”), anche se non sono d’accordo con la realizzazione della nona (“nazionale indigena”) marcia, guardo tutto ciò che accade da qui dentro, sperando che sagge decisioni saranno prese, perché sappiamo che lo Stato sta per ingannare e seminare la discordia, al fine di imporre le sue leggi pro-capitaliste. La migliore strategia che vedo è quella di combattere sulla scena stessa del conflitto, nella Fortezza Isiboro stessa.

Grazie alla mia famiglia, agli amici, ben noti e sconosciuti ad altri, che mi hanno concesso una visita, ribadisco i miei saluti a tutti coloro che hanno scelto di essere i guerrieri di tutti i giorni che sono stati in grado di affrontare la paura e il terrore.

Henry Zegarrundo
Anarchico anti-autoritario

Fonte: Croce Nera Anarchica del Messico
Alcune informazioni di base al caso: 12

Roma: Undici anni dopo il G8 di Genova, i manifestanti sono stati condannati al carcere

Non perdoniamo, Non dimentichiamo

Secondo un report iniziale sul linksunten.indymedia, il 13 Luglio 2012, la Prima Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione (la più alta corte del sistema giudiziario italiano) ha parzialmente confermato la dura sentenza contro i dieci attivisti accusati.

Processati per le battaglie di strada contro il G8 di Genova nel Luglio 2001, due persone sono state condannate fino a 15 anni di carcere. Tre hanno ricevuto riduzione nelle loro pluriennali pene detentive da nove mesi fino ad un anno, mentre cinque possono appellarsi ancora una volta, visto che per quanto riguarda il resto degli interessati, il giudizio non può più essere impugnato in qualsiasi altro tribunale. Quindi, cinque persone saranno chiuse nella carcere e gli altre cinque dovranno affrontare un nuovo processo.

Tutti i manifestanti sono stati processati e condannati per lo stesso reato,”saccheggio e devastazione” (apparentemente più grave del “reato” di turbare l’ordine pubblico), quindi in realtà il potere giudiziario ha applicato il cosiddetto Codice Rocco, un paragrafo che risale all’epoca del fascismo.

Vi saremmo grati se siete in grado di fornire in prima persona contro-informazione.

Striscione di solidarietà dai compagni anarchici, al cancello di fronte al Politecnico nella Strada Patission, Atene

Leggi anche:
Roma, Italia: Sentenze definitive della Corte Suprema di Cassazione per le forze di polizia coinvolte nel massacro della scuola Diaz al G8 2001 di Genova
Atene, Grecia: Testo dal collettivo anarchico ‘cerchio di fuoco’ in solidarietà con i 10 combattenti processati di Genova

Grecia: Richiami di solidarietà per l’O.R. C.C.F. e all’anarchico Theofilos Mavropoulos- Breve aggiornamento su Olga Ekonomidou

Il manifesto recita:

Il 27 Giugno 2012, i membri del R.O. Cospirazione delle Cellule di Fuoco e l’anarchico Theofilos Mavropoulos verrano processati con l’accusa di “istigazione a commettere atti criminali’, secondo le disposizioni dell’articolo 184 del Codice Penale Greco.

L’accusa si riferisce a tre testi diversi, di cui uno non appartiene nemmeno a quelli implicati in questa accusa, che ripetono la frase “NEMMENO UN MILLIMETRO INDIETRO, 9MM SULLA TESTA DEI SBIRRI”

Al di là della ferocia con cui le autorità persecutorie trattano qualsiasi cosa che abbia a che fare con questa organizzazione, e indipendentemente dal significato penale minore del procedimento specifico rispetto alla orgia di repressione nel caso delle C.C.F… questo processo particolare è di enorme importanza politica in quanto apre la strada per la criminalizzazione dell’espressione e l’oppressione della libertà di esprimersi. Ed è la strada per l’inferno lastricato con le peggiori intenzioni.

Nemmeno un passo indietro
Migliaia di passi in avanti contro il potere e i suoi esponenti.

SOLIDARIETÀ CON L’O.R. COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO
E L’ANARCHICO THEOFILOS MAVROPOULOS

ATENE, MERCOLEDÌ, 27 GIUGNO, 2012
Incontro di solidarietà alla Corte Penale di Evelpidon, alle 9.

Assemblea di solidarietà per i combattenti imprigionati e perseguitati / Atene

Assemblea di solidarietà con l’O.R. CCF e quelli perseguiti per lo stesso caso / Atene

Assemblea di solidarietà di Mytilini / Lesvos

Iniziativa degli anarchici di Zacinto

Iniziativa degli anarchici di Cyclades

Spazio autogestito dell’Università del Pireo

Occupazione del Palazzo Kouvelou / Attica

Spazio Degli Arrabbiati dell’Università di Giurisprudenza / Atene

Assemblea di solidarietà di Ioannina

Assemblea di solidarietà per i combattenti imprigionati e perseguitati / Volos

Anarchici solidali da Patrasso

Compagni/e dello spazio autogestito presso l’Università del Politecnico / Atene

Spazio Autonomo di Kavala

__________

Il suddetto articolo 184 prevede che “Chiunque pubblicamente incita in alcun modo o stimola [sic] un altro a commettere un crimine o delitto è punibile con la reclusione fino a tre anni.”

Ironia della sorte o meno, il processo per il caso dell’O.R. Lotta Rivoluzionaria è stato rinviato allo stesso giorno, Mercoledì 27 Giugno, e si svolgerà nella corte marziale delle carceri femminili di Koridallos dove si svolge sempre, quasi dall’altra parte della città.

 

Si deve notare che Olga Ekonomidou, uno dei membri imprigionati dell’O.R. CCF, si trova in stato disciplinare / cella d’isolamento dal 4 Maggio 2012, nelle carceri di Diavata (vicino Salonicco).

Il 22 giugno, ad Atene, durante una sessione del processo per il secondo “caso Halandri”, Damiano Bolano, Christos Tsakalos, Giorgos e Michalis Nikolopoulos hanno insistito ancora una volta per la sospensione del processo, perché la loro compagna e sorella Olga Ekonomidou era ancora in una cella di isolamento, dopo 50 giorni consecutivi! Lì, nella corte marziale delle carceri femminili di Koridallos, dopo l’insistenza dei quattro imputati è stato reso noto che il Comitato Centrale dei Trasferimenti Penitenziari del Ministero della Giustizia si è recentemente convocato per discutere la mozione presentata dall’avvocato di Olga, Frangiskos Ragousis. Il presidente della Corte stesso ha contattato il Ministero della Giustizia per accertare la decisione della commissione, e poi ha annunciato che la richiesta di Olga era stata accettata, e quindi ha chiesto di procedere con il processo. Tuttavia, i quattro compagni hanno rifiutato la richiesta del presidente, affermando che il trasferimento di Olga dalle carceri di Diavata indietro a quelle di Eleonas a Tebe non era stato ancora attuato in pratica. Infatti, il processo per il secondo “caso Halandri” è stato rinviato per Venerdì, 29 Giugno (seguiranno aggiornamenti qui).

Nonostante questa tortura che subisce nella prigione, Olga Ekonomidou deve affrontare un processo presso il tribunale di Evelpidon ad Atene il 27 Giugno, accanto ai suoi fratelli. Vi aggiorneremo più avanti su la sua situazione.

Qui segue una richiesta dell’assemblea di solidarietà per il caso CCF, tradotto ad inglese da boubourAs/Act for freedom now!

Grecia: Grande operazione di repressione a Salonicco

Il 2 Luglio 2012, una vasta operazione di polizia è stata lanciata su tutta la città di Salonicco, con incursioni in due case occupate, perquisizioni domiciliari e massicce detenzioni preventive ( persone che siano state catturate anche nelle loro abitazioni private, e su molte strade, e solo dopo alcune ore sono state rilasciate dai dipartimenti della polizia), e con arresti. Finora sono riportarti 25 arrestati, ed è possibile che saranno accusati di crimini.

In particolare, le forze di polizia hanno preso d’assalto lo spazio anarchico Nadir alle 6:30 circa, detenendo persone all’interno dell’edificio. I sbirri di seguito hanno preso d’assalto anche l’occupazione Orfanotrofio, detenendo anche persone da lì.

I mezzi d’informazione greci hanno immediatamente collegato questa repressione a delle indagini della polizia in merito ad eventi che hanno avuto luogo negli ultimi mesi in questa città del nord della Grecia.

Al diavolo i mercenari della polizia ed i media dominanti… Siamo ben consapevoli del fatto che la magistratura e la polizia serviranno lealmente qualsiasi propaganda dominante, all’interno d’una guerra crescente contro il nemico interno.

Tuttavia, non possiamo evitare di menzionare che questi cosiddetti “eventi degli ultimi mesi” potrebbero realmente far riferimento a dei gravi conflitti tra individui e/o collettivi di Salonicco che sono ( almeno in teoria, o secondo osservatori esterni ) affiliati allo stesso spazio politico, ma hanno adottato tendenze ed approcci diversi, il più delle volte uno contro l’altro (anche con comunicati pubblici in alcuni casi). Ci sono molti fatti deliberatamente lasciati “in silenzio” per quello che riguarda un apparente conflitto interno all’interno degli spazi attivi dell’ampio movimento libertario della città di Salonicco, e questo dibattito potrebbe anche non essere mai analizzato pubblicamente. Ma possiamo riflettere sul pericolo più profondo che si cela dietro tali discordie, ora che la repressione ha colpito duramente, ed apparentemente l’operazione poliziesca colpisce compagni di entrambe le “parti” di questo tipo di conflitto.

Cerchiamo di dimostrare il nostro sostegno non negoziabile per gli arrestati, prima di passare ad una autocritica di fatto. Solidarietà prima e sempre, libertà per tutti i compagni.

Atene: Attacchi incendiari da parte della nuova Cospirazione delle Cellule di Fuoco/FAI-FRI

Questa traduzione del testo dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore che in precedenza era resa pubblica dal Contra Info qui è dedicata ai tutti/e compagni/e in Italia che nell’ultimo periodo vengono pressi di mira per l’ennesima volta da parte delle autorità. La solidarietà è l’arma del popolo!

Assunzione di responsabilità per gli attacchi incendiari da parte dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore (CCF/FAI-FRI)

I lupi non possono essere imprigionati, non possono essere domati

La citazione seguente è dedicata agli rivoluzionari anarchici Giannis Michailidis e Dimitris Politis, che sono ricercati per la partecipazione all’organizzazione rivoluzionaria anarchica CCF e non si arrenderanno mai! Che i nostri incendi vi diano forza e le nostre ceneri nascondino le vostre tracce, fratelli.

“Se mi guardo attorno mi vien voglia di vomitare. Da una parte lo scienziato a cui devo credere per non essere ignorante. Dall’altra il moralista e il filosofo dei quali devo accettare i comandamenti per non essere un bruto. Poi viene il Genio che devo glorificare e l’eroe innanzi al quale devo inchinarmi commosso.

Poi viene il compagno e l’amico, l’idealista e il materialista, l’ateo e il credente e tutta un’altra infinità di scimmie definite e indefinite che vogliono darmi i loro buoni consigli e mettermi, finalmente, sulla buona via. Perché – naturalmente – quella su cui cammino io è una via sbagliata, come sbagliate sono le mie idee, il mio pensiero, il mio tutto.

Io sono un uomo sbagliato. Essi – poveri pazzi – sono tutti pervasi dall’idea che la vita li abbia chiamati ad essere sacerdoti officianti sull’altare delle più grandi missioni, poiché l’umanità è chiamata a dei grandi destini…

Questi poveri e compassionevoli animali deturpati da bugiardi ideali e trasfigurati dalla pazzia, non hanno mai potuto comprendere il miracolo tragico e giocondo della vita, come non hanno potuto accorgersi mai che l’umanità non è affatto chiamata da nessun grande destino. Se qualche cosa avessero compreso di tutto ciò, avrebbero almeno imparato che i cosiddetti loro simili non hanno voglia affatto di rompersi l’osso spinale per cavalcare l’abisso che l’uno dall’altro separa.

Ma io sono quel che sono, non importa cosa.

E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia personale e nobile saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell’umanità e del divenire sociale, qualche cosa che romba al di sopra dei vostri fantasmi?

Udite, udite! È lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su, nell’alto rimbomba!
[Renzo Novatore, con pseud. Brunetta l’Incendiaria]

Innanzitutto vogliamo chiarire che lo scopo di questa analisi non è affatto la formulazione di una teoria. Invece, si sceglie come mezzo per la diffusione della visione rivoluzionaria ed ha come scopo principale il consolidamento pratico e il rafforzamento delle resistenze collettive all’autorità, nello stesso modo in qui essa indebolisce i rapporti personali e priva di significato la vita quotidiana.

Il contesto storico odierno trova il capitalismo in tumulto ed i equilibri interni della società in mutazione. I meccanismi inerenti al sistema per la sua riproduzione ed auto-equilibrio funzionano sempre più intensamente. Così, i Stati, come il meccanismo di base per assicurare il totalitarismo, si impegnano a rafforzare tutti i loro mezzi di sottomissione pratici ed indiretti.

In questa condizione, come previsto, sempre più gruppi sociali entrano in contatto con il lato disgustoso dell’autorità. Questo non significa che le persone elaborano le loro esperienze nello stesso modo. Sono pochi quelli che finora concepiscono la vera natura disumana del capitalismo. La sua anima maliziosa. Ancora più meno sono quelli che hanno le palle per liberarsi nella prassi, anche se brevemente, dai quadri soffocanti del potere. Per questo motivo è assurdo di credere che sia possibile, così semplice, un cambiamento del mondo, una rivoluzione mondiale. Tuttavia, la guerra con il potere esiste ed esisterà per sempre, fino a quando anche un unico uomo si sente limitato ed evaderà dalla sua prigione.

Noi seguiamo il nostro cammino attraverso la rete caotica dell’autorità che si estende nella società. L’obiettivo è l’annullamento con la prassi della più profonda concezione di restrizione che possiamo identificare in qualsiasi situazione. Per raggiungere questo obiettivo scegliamo azioni che per la etica della società sono estreme. La legge della città è rimasta la stessa con la legge della giungla. Dopo quasi 4000 anni di evoluzione della civiltà, l’uomo non è riuscito ancora a superare con la sua logica il gioco contenzioso della dominazione del più forte. Allora attacchiamo furiosamente l’esistente, non per vincere in qualche battaglia di superiorità, ma per distruggerlo completamente. Proclamiamo, con ogni nostra azione, la guerra a qualsiasi cosa rafforzi o rappresenta il potere del cazzo per soddisfare i nostri desideri. Perché abbiamo capito che non c’è altra strada per recuperare la libertà al di là dell’infinita lotta dentro e fuori i confini del sé.

Dovunque ti trovi, scava in profondità.
La sorgente è là sotto.
Non ti preoccupare, se la gente
cupa griderà: “C’è l’inferno, là sotto!”
[Friedrich Nietzsche]

Nella notte di Sabato, 12 Maggio, ad Atene, abbiamo scelto di colpire un veicolo delle Poste Elleniche (ELTA) che era parcheggiato nella Piazza Cyprou nel quartiere di Holargos con un semplice ordigno incendiario di 1,5 litro di benzina, e la chiesa di Aghios Ioannis (San Giovanni) all’incrocio di Via N.Dimitrakopoulou e Petmeza nel quartiere di Makrygiannis (vicino alla collina Filopappou) con 3,5 litri. Il furgone delle Poste Elleniche è distrutto completamente mentre nella casa di Dio sono stati causati danni ingenti. Queste azioni sono state “nascoste” da parte dei media. Per quanto riguarda se sono state fatte, è testimoniato dalle ceneri che abbiamo lasciato nei posti in questione. Quando effettuiamo azioni di questo genere o quando infrangiamo altre leggi, quando rompiamo gli imperativi sociali dissolvendo i confini predeterminati tra di noi per creare relazioni oneste, siamo felici perché siamo liberi. La cosa più importante è la consistenza naturale alle nostre azioni. Parallelamente consideriamo come dato di fatto che vi sia la necessità di dichiarare pubblicamente le nostre azioni rivoluzionarie, come anche il nostro modo di vivere, le nostre pratiche e il codice dei valori che abbiamo creato il quale ci “detta” di seguire questa strada personale verso la realizzazione del sé. Per il massimo livello di coscienza del Potenziale umano.

Il dubbio è fonte di conoscenza. Attraverso il dubbio, l’uomo può realizzare la miseria dell’esistente. Ma per incarnarsi e diventare un’arma utile contro il nemico questo dubbio, ha bisogno di persone decenti, coraggiosi e combattivi con progetti pertinenti. La violenza rivoluzionaria che viene esercitata da queste persone può, nelle circostanze esistenti, essere considerata l’esercizio più diretto ed efficace. Questo perché le “sane” posizioni politiche per noi non sono una mera conciliazione con il nemico, ma una guerra in cui, invece di dialogare con il tuo nemico, lo pugnali.

Infine, vogliamo l’intensificazione delle situazioni. Vogliamo avere contro di noi i padroni del mondo. Conosciamo il potere del nemico e non ci aspettiamo da lui compassione o comprensione. Lo vogliamo nemico, persecutore ovvio. Così, attraverso la nostra posizione pubblica per quello che riguarda le nostre azioni, ogni persona che lo desidera può trovare ragioni chiare per i nostri atti. Non desideriamo coalizioni ed unioni con chiunque indegno che nega il suo stesso potere personale. Non facciamo compromessi, non passiamo la nostra vita come miserabili. Vogliamo che i possessori ci chiamano ladri pisciando nei loro pantaloni.

Dentro e fuori le mura, la solidarietà tra gli anarchici della prassi esiste e si trova nell’intenzione comune delle nostre azioni: per indirizziarsi con passo fiammeggiante verso il culmine nelle nostre idee.

Pertanto, questa lettera di assunzione di responsabilità è dedicata specificamente al Rami Syrianos, il quale ha effettuato un sciopero della fame vittorioso dal 15 al 21 Maggio chiedendo la rimozione del regime speciale di detenzione imposto dai secondini delle carceri di Nigrita a Serres, come anche a tutti i prigionieri decenti.

Continuare a tenere forti, compagni, sempre coerenti. Abbiamo ancora molte esplosioni da dedicarvi.

COSPIRAZIONALITÀ – DIGNITÀ – SODALIZIO

Viva la Cospirazione delle Cellule di Fuoco
Viva l’Internazionale Nera

PS.1: Dobbiamo informare la cellula dei membri imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che l’oscurità la quale abbiamo scelto per il periodo precedente è dovuta alla ricerca di tecniche e infrastrutture. Restiamo sempre coerenti alle nostre scelte e alla ricerca di nuovi complici.

PS.2: Per quanto riguarda Roberto Adinolfi, direttore della società energetica Ansaldo Nucleare, controllata dal gigante dell’industria aerospaziale e della difesa, Finmeccanica, gli auguriamo delle belle passeggiate con la sedia a rotelle e le stampelle. Ora avrà tempo sufficiente per pensare ai risultati delle sue scelte.

Nucleo Olga, ti ringraziamo!

FAI/FRI
COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO
GRUPPI RIVOLUZIONARI PER LA DISPERSIONE DEL TERRORE

Italia: Federico Buono in solidarietà ai arrestati ed indagati

Il testo qua presente è stato vergato nei giorni convulsi del mio processo per furto aggravato. Non ho mai voluto sapere nulla, e non ho chiesto aiuto a nessuno per sapere l’esito.

Nella mia esperienza il mio modo d’agire e un tentativo di negare il diritto e viverlo nell’incertezza -ha reso queste parole più forti… Parole che dedico al mio affine Maurizio e a tutti quelli che nell’indagine messa in piedi dalla suora Manuela Comodi-sceglieranno un modo antigiuridico.

L’attacco Nichilista

Mi muovo nell’ombra.Sento la percezione di un eventualità come il non percorso. Vaghi ricordi.L’insicuro incedere scalfisce la strada in verticale davanti a me stesso.
Sento i miei passi in una frenetica convulsione nel non sapere.
Ricalco il mio spazio essenziale e pongo un cerchio concentrico tra me e la stanzialità temporale.
Divengo l’uno e io in solitudine.
Inseparabile in un assunto continuo nel divenire che annienta il remissivo redimere stanziale dell’evento.
L’evento e in me o davanti a me?
L’immediabilità muove attorno in me individuo.
La mia ombra arma il suo desiderio misantropico ed espone nel proiettarsi in una luce dai continui riflessi:la luce della passività ama la mia ombra.Io mi armo contro di essa.
Esco da un interstizio.Sento delle voci:percepisco,vogliono il mio desiderio nell’affermarmi.Lontano da tutto sono anche accanto in un angolo nascosto nelle arterie maleodoranti delle necropoli  della società umana.
Ho scelto,tengo lontano i ricordi,la passività espande la sua luce e vuole masticare la mia essenza.
Io sono sospinto  contro di essa.Ho deciso di non cedere al “certo”  che completa l’avvicendarsi delle regole della società umana.
Ogni giorno è un momento diverso e lo spazio che racchiude la mia avidità di affermazione tende in un proteso distruggere il passato di un istante prima.
L’istante negato distrugge la normalità..
Ad ogni angolo nascosto sono la mia ombra ed essenza volitiva.
Mi pongo al centro spezzando la speranza di ricordi insignificanti.
Il Tempio della profezia-catalizzatore di eventi ed esperienze-mi richiama e il Demiurgo aspetta un cenno di disperazione.
Non cedo e non l’ho fatto fin dall’inizio.
Il potere Egoista attacca e frammenta a  brandelli la morale,nè vuole il cadavere ancora caldo-per bruciarlo e farlo cenere..
In questo giorno esco allo scoperto-geloso della mia ombra-e dedico queste poche parole ai miei fratelli di sangue e affini inquisiti dalla suora Manuela Comodi.
L’attacco Nichilista non abdica e si rivendica in un continuo incedere delle proprie pulsioni vitali!

Dal mio Inferno Personale
Federico Buono

Italia, Edizioni Cerbero: “Il trionfo del Genio Distruttore”

Ah! l’odore e la puzza si mescolano.

Per scalare il vertice ci vogliono unghie affilate e mani pronte alle ferite più dolorose.

Mentre si scala il vertice di un’umanità decadente, cadono, cadono le rocce che si sgretolano sotto le dita…

Ardire! Osare! Ecco scatenarsi i timori popolari mescolati al Ressentiment verso la nostra sovranità dell’individuo

I sogni e gli incubi di Filippi mi vengono incotro…

Un diavolo indomito si erge sopra le moltitudine nate dal caso.

Un diavolo che non accetta di essere messo a giudizio dalla vostra autorità prossima alla fine…

Dalle vostre chiese ortodosse avete emesso mandati di arresto contro noi, vagabondi del pensiero e dell’azione, noi diavoli del terrore, coloro che sputano e vomitano sopra le vostre statue sacre… noi diavoli del terrore, gli iconoclasti, i nichilisti illegalisti e i rivoluzionari senza un nome…

Tutto quello che nasce è giusto che rovini! Tuonava dalla sua vetta il Goethe!

La vostra unione dei Deboli che chiamate Stato e Società non è immune a questa legge delle cose…

Il Trionfo del Genio Distruttore è quello che vi aspetta…

Non basteranno le scomuniche e i roghi allestiti dai servi di suor.Manuela Comodi…

“Una risposta dello Stato” è stato detto… un riso sacrilego rimbomba nelle celle, per ogni arrestato ci sarà un nuovo rivoluzionario nichilista pronto ad attaccare.

Il fuoco non ci brucia, veniamo da un posto molto più caldo e ci siamo allenati per l’inferno.

Saluto gli affini, i compagni dell’Internazionale Nera i senza nome e gli arrestati e indagati nell’operazione “Ardire”.

Omertà totale e nessuna delega.
Per l’Anarchia e il trionfo dell’Io.

Il trionfo del Genio Distruttore – Maurizio De mone

contatti: VerticeAbisso(chiocciola)distruzione.org

Italia: Niente di cui stupirsi (sull’inchiesta “Ardire” ed i porci Comodi)

L’ennesima inchiesta, portata avanti dall’ennesima procura, contro i compagni anarchici non ci stupisce minimamente perché era nell’aria.

Tutto era stato annunciato specialmente negli ultimi mesi sulle pagine dei media nazionali che stendevano il tappeto rosso per la passerella del pm di turno. A sfilare sotto i riflettori questa volta , e per l’ennesima volta, è la pm Manuela Comodi, sostituto procuratore della Procura di Perugia, già nota sia da molti compagni anarchici sia dagli assidui telespettatori di alcune trasmissioni “tribunali”televisive per quanto riguarda l’omicidio di Meredith Kercher e per cui aveva mandato dietro le sbarre un ragazzo dello Zaire, Patrick Lumumba, giusto perché era di pelle “nera”.

Erano mesi che l’inquisitore di turno mandava “veline” alla stampa cercando di preparare bene l’evento che l’avesse portata sul piedistallo, o al massimo su una poltrona di “Porta a Porta” o “Matrix”.

Il 13 giugno, alle ore 04:00, sotto richiesta della stessa pm Comodi venivano arrestati 8 compagni; perquisiti circa 40 compagni in tutta Italia, in Svizzera, Germania e Grecia e un totale di 24 indagati tutti per 270bis, tranne i compagni arrestati che vengono accusati anche per reati specifici.

Tutti indagati nell’inchiesta “Ardire” contro la Federazione Anarchica Informale.

L’operazione ha avuto la collaborazione dei R.O.S. (reparto operativo speciale dei carbinieri) guidati dal noto comandante Gianpaolo Ganzer (o semplicemente “Escobar”. Il capo caramba gestiva alcuni spostamenti nel traffico di droga e per questo era stato anche condannato a 14 anni).

Nelle prime ore del pomeriggio, dello stesso giorno, gli inquisitori erano già davanti alle telecamere a decantare la loro impresa per aver messo fine alla storia della Federazione Anarchica Informale.

Parole già sentite dagli inquisitori romani qualche anno fa, per quanto riguardava l’inchiesta “Operazione Cervantes”, e nella consecutiva inchiesta contro i compagni che all’epoca erano redattori di “Croce Nera Anarchica”.

Quindi niente di nuovo… se non che a veder negata la propria libertà fisica oggi sono altri compagni e che dall’operazione Cervantes in poi la F.A.Informale si è sparsa come un tumore nei corpi degli stati mondiali e man mano colpisce qualche organo.

Fortunatamente mai nessuna inchiesta ha spento il fuoco di ribellione che vive dentro qualsiasi anarchico che lotta per la distruzione dell’esistente e per una società libera.

In passato c’erano compagni come Bresci, Severino Di Giovanni e Sante Caserio, oggi c’è la Federazione Anarchica Informale e moltissimi altri individui che, anche se non condividono alcuni contenuti della F.A.I., portano avanti l’azione diretta contro gli stati e le loro istituzioni mondiali con i propri contenuti.

Quindi “ad ognuno il suo”; il necessario è che l’azione diretta diventi sempre di più una pratica quotidiana e che un po’ di libri di teorie sull’insurrezione vadano in soffitta insieme ai loro teorici.

SOLIDARIETÀ E COMPLICITÀ CON I COMPAGNI ARRESTATI!
SOLIDARIETÀ CON TUTTI GLI INDAGATI E PERQUISITI!
PER L’AZIONE DIRETTA “COL FATTO”, PER L’ANARCHIA

RadioAzione

Italia: Lettera di Tomo sull’operazione “ardire”

Il caos è alle porte… (sull’operazione “ardire”)

E’ la stessa storia che si ripete.

Nel contesto di una maxi-operazione (“Operazione Ardire”… ma che nome del cazzo è?) contro anarchici ed incendiari della pace sociale, alle 4.00 della notte tra il 12 ed il 13 giugno, subisco una perquisizione domiciliare da parte dei ROS di Perugia e di Bologna, oltre ad un paio di carabinieri locali (anche se con esito negativo, a differenza dell’ultima). Cercavano le stesse cose dell’altra volta: computer, materiale esplodente, ecc.

Questa volta, però, con una simpatica sorpresa: i signori in divisa, per ordine dell’ormai nota suor M. Comodi, mi informano del fatto che è stata aperta un’indagine nei miei confronti, per il solito articolo 270bis.

Voglio comunque chiarire che, sebbene mi sia stato assegnato al momento un avvocato d’ufficio, revocherò ogni difesa legale, poiché nego il diritto e non riconosco nessuna autorità, giudiziaria o meno.

Voglio anche specificare che, come individuo in guerra con la società, supporto la pratica dell’azione diretta e che, quindi, supporto le azioni della FAI.

In ogni caso, una classica retata in grande stile, per la quale, tra l’altro, sono in custodia cautelare una decina di anarchici e sono sotto indagine più di una ventina di persone, tra cui anche alcuni/e compagni/e della CCF, ma è ancora presto per avere un quadro generale della situazione.

Che dire? Sarebbe ripetitivo sottolineare che, nonostante tutti gli anni di galera sotto i quali possono seppellirci, l’incendio che portiamo dentro è ormai inarrestabile. Esso si espande, fiero, ed incontra le fiamme degli affini di ogni dove, coloro che, in un mondo come questo, accettano un’unica posizione: quella dell’attacco.

Questi straordinari compagni, il cui odio brucia come mille soli che splendono nel cielo, sono gli amici ed i fratelli con cui condividiamo rabbia e dolore, lacrime e sorrisi, dubbi e passioni che pesano come macigni e fischiano come piombo; sono coloro che minacciano la società, le sue leggi ed i suoi difensori con la loro stessa esistenza; sono quei ribelli indomiti che illuminano le notti e dipingono le città coi colori della distruzione e della rivolta.

Anche da dietro le sbarre delle carceri o all’interno dei tribunali, i loro sguardi, le loro parole ed i loro pensieri sono armi pericolose e si fanno lime affilate per l’evasione, benché giudici e PM tentino di soffocare in loro qualsiasi barlume di potenza individuale.

Ma questi scarti umani non possono fermare la furia iconoclasta che si sta diffondendo come un virus.

Noi siamo l’infezione… e non c’è nessuna cura. Né per i “padroni”, né per i “servi”.

Il caos è alle porte…

Un gigantesco, incandescente, complice abbraccio di fuoco a voi, compagni.

SOLIDARIETA’ TOTALE CON I RIBELLI ARRESTATI ED INDAGATI

PER LA DISTRUZIONE DELLA SOCIETA’

CHE IL RUGGITO DELLE POLVERI SQUARCI IL SILENZIO DELLA PACE SOCIALE

VIVA L’ANARCHIA!

Tomo, 13 giugno, dal mio Nulla.

maggiori informazioni/aggiornamenti: i, ii

Londra: Complicita’ con gli scioperanti della fame nelle prigioni Greche

Nel pomeriggio del 21 Aprile, diversi individui, spinti dal desiderio di esprimere solidarieta’ verso i nostri compagni anarchici in sciopero della fame nelle prigioni greche, hanno portato alcuni striscioni e volantini in alcune vie di Londra per celebrare i valori della dignita’ e della lotta per la liberta’.

Abbiamo anche distribuito il foglio illustrativo “Dove c’e’ dignita’ c’e’ rivolta – Solidarieta’ verso gli scioperanti della fame nelle prigioni Greche” – leggete il pdf.

L’area, Peckham, sud di Londra, e’ stata teatro di una forte ribellione nei tumulti dell’Agosto 2011, una lotta che noi e molte delle persone che abbiamo incontrato desiderano valorizzare ed estendere. La polizia ed i media hanno lavorato assiduamente per spegnere le passioni ribelli e creare un clima di sottomissione e di sospetto, condannando i ribelli e premiando gli infiltrati, portando a migliaia di arresti e secoli di carcere, sotto una fabbricata facciata pubblica approvata dai cittadini.

Uscendo da quel pomeriggio piovoso abbiamo trovato la conferma di cio’ che gia’ siamo convinti – che una cospirazione di cuori ribelli esiste, le cui infinite aspirazioni di liberta’ va al di la’ di tutte le carceri e strutture di controllo. A volte degli incontri fugaci bucano il sudario dell’isolamento urbano, rovesciando la terra del cimitero dell’abitudine per rivelare scorci della possibilita’ di una collusione futura di spiriti ribelli.

Non abbiamo bisogno di aspettare l’assassinio che fara’ il prossimo poliziotto per armare la nostra rabbia e puntare contro il nemico.

DA LONDRA ALLA GRECIA – COMBATTI LA POLIZIA

Solidarieta’ rivoluzionaria  non sono solo parole

Complicita’ con gli scioperanti della fame

Per la distruzione dell’esistente

Atene/Pireo: Dimostrazioni di solidarieta’ Venerdi, 27 Aprile, all’esterno delle carceri di Koridallos

“guerra ad oltranza…la nostra liberazione dal carcere dev’essere costruita da noi stessi e dai nostri compagni”

Christos Tsakalos, 18 Aprile (registrazione di Radio 98fm)

Realizzazione immediata delle richieste degli anarchici in sciopero della fame nelle prigioni di Koridallos.

Kostas Sakkas, Alexandros Mitroussias, che sono in sciopero della fame dal 16/04/12 e che chiedono l’immediato rilascio dell’anarchica Stella Antoniou per motivi di salute, cosi’ come la revoca delle nuove accuse e delle loro nuove incarcerazioni preventive; i compagni sono accusati dei 250 attacchi rivendicati dalla R.O. CCF, anche se negano di avere alcuna partecipazione all’organizzazione…

I membri delle CCF Gerasimos Tsakalos, Panagiotis Argirou, che sono in sciopero della fame dal 08/04/12 chiedeno il loro definitivo trasferimento  dalle prigioni di Domokos a quelle di Koridallos, dove si trovano al momento; altri membri delle CCF sono scesi in sciopero della fame, chiedendo il trasferimento dei loro compagni.

Liberta’ per i perseguiti del caso CCF

Lotta per la dignita’ e la liberta’ dentro e fuori le prigioni

Dimostrazione Venerdi, 27/04/12, alle 18.00 in Piazza Eleftheria, Koridallos

Assemblea di solidarieta’ per i combattenti imprigionati e sotto accusa

safa.espiv.net

Prigioni greche: alcuni aggiornamenti sul sciopero della fame dei compagni (in corso)

Dieci compagni sono in sciopero della fame fino ad oggi. Puoi leggere brevi note precedenti qui.

Con un testo pubblicato la sera del 25 Aprile, Giorgos Nikolopoulos, membro delle CCF, dichiara anche lui la sua adesione allo sciopero della fame, dal 26 Aprile, in solidarietà con i suoi compagni e con le loro richieste.

Inoltre, la sera del 25 Aprile, il compagno Kostas Sakkas che si trova nel 20º giorno di sciopero della fame è stato trasferito all’ “ospedale” di Koridallos a causa di complicazioni alla sua salute dovute allo sciopero. Più tardi della stessa sera è stato trasferito all’ospedale Statale “Attikon” di Atene.

Nella serata di Lunedi, 23 Aprile, il prigioniero anarchico Giorgos Karagiannidis è stato spostato all’ ‘ospedale’ delle carceri di Koridallos, a causa delle gravi complicazioni alla sua salute, dopo 18 giorni di sciopero della fame (dal 6 aprile). Poco dopo la mezzanotte, il 24 aprile, il compagno è stato trasferito d’urgenza all’Ospedale Statale Generale di Nikaia, dove finora viene trattato, essendo custodito in una speciale camera-cella dell’ospedale.

Nonostante i rischi per la sua salute, Giorgos Karagiannidis ha rifiutato di mettere una flebo e continua lo sciopero della fame, insieme con gli anarchici imprigionati Alexandros Mitroussias e Kostas Sakkas, chiedendo la revoca delle loro nuove vendicative incarcerazioni in attesa di giudizio, nonché l’immediato rilascio della compagna anarchica Stella Antoniou per motivi di salute.

Il 21 Aprile è stato annunciato che i membri  imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco (CCF ) Haris Hadjimihelakis, Giorgos Polidoros e Damiano Bolano hanno perso 8, 7 e 6 chili , rispettivamente. I tre compagni si sono uniti allo sciopero della fame il 17 aprile, a sostegno dei loro fratelli Panagiotis Argirou, Gerasimos Tsakalos e Christos Tsakalos che sono in sciopero della fame dal 8 Aprile, chiedendo il trasferimento definitivo di Panagiotis Argirou e Gerasimos Tsakalos nelle carceri di Koridallos dall’inferno delle carceri di Domokos .

Gerasimos Tsakalos e Panagiotis Argirou si trovano attualmente nella prigione di Koridallos, e lottano per non essere ricondotti a Domokos, e per rimanere lì. Va precisato che entrambi hanno più volte cercato di essere spostati dalle carceri di Domokos attraverso numerosi atti di insubordinazione, che imporrebbe alle autorità carcerarie di ordinare il loro trasferimento disciplinare. Tuttavia, questi sforzi non hanno avuto buon esito. È sempre meglio per i combattenti di iniziare lo sciopero della fame al centro di detenzione in cui preferiscono rimanere, invece di iniziare uno sciopero presso il carcere dal cui vogliono essere trasferiti. Inoltre, il trasferimento di detenuti da un carcere ad un altro mentre stanno conducendo uno sciopero della fame è fuori questione. Così, Gerasimos e Panagiotis hanno deciso di iniziare lo sciopero della fame dopo il loro spostamento da Domokos alla prigione di Koridallos in seguito al trasferimento di emergenza causato dai nuovi interrogatori e dalle azioni penali per i 250 attacchi incendiari ed esplosivi delle CCF. Tutto questo è stato ben spiegato da Tsakalos Christos in un messaggio audio registrato e trasmesso di recente da radio98fm.

Spyros Dravilas è anche lui un detenuto delle carceri di Domokos, attualmente detenuto nell”ospedale’ delle carceri di Koridallos, conducendo lo sciopero della fame dal 4 Aprile. Il 20 Aprile, durante il suo 16 ° giorno di sciopero della fame, è stato riferito che abbia perso un totale di 10 chili, mentre i suoi livelli di zucchero nel sangue sono scesi troppo in basso (36). Il Consiglio delle Carceri di Domokos, in modo vendicativo, gli ha negato il congedo temporaneo dal carcere per cinque giorni di cui ha diritto da 2 anni e mezzo ormai. Lo sciopero della fame è l’ultimo mezzo di lotta di Spyros per protestare contro questi respingimenti arbitrari, che sono direttamente correlati all’accusa del suo presunto coinvolgimento nella fuga in elicottero dalla prigione di Vassilis Palaiokostas.

A parte il messaggio audio registrato e trasmesso dalla radio libera di Atene, radio98fm, e l’aggiornamento di Tsakalos Christos  da dentro le mura sullo sciopero della fame dei membri delle CCF il 18 Aprile, numerosi testi significativi e combattivi sono stati pubblicati ma non sono stati diffusi in altre lingue ancora, come la lunga proclamazione  di Sakkas, Mitroussias e Karagiannidis dalla prigione di Koridallos il 19 Aprile, la dichiarazione alla Corte di Christos Tsakalos e Damiano Bolano il 20 Aprile (entrambi i compagni erano assenti dall’ultima seduta del tribunale a causa del loro sciopero della fame in corso, così Michalis Nikolopoulos ha letto il loro testo), nonché la dichiarazione di Athena Tsakalou (madre di Christos e Gerasimos Tsakalos) per quanto riguarda la sua netta negazione di dare alcuna testimonianza davanti ai giudici della stessa udienza, e infine l’annuncio delle richieste poste da Sakkas, Karagiannidis e Mitroussias, per le  quali la difesa dei loro avvocati insieme con dei loro sostenitori convocheranno  una conferenza di stampa Mercoledì, 25 Aprile, alle ore 13.00, presso la sede dell’Unione dei giornalisti dei quotidiani di Atene (ESIEA) nel centro di Atene.

Il 24 aprile,  alle ore 17.00, oltre 50 compagni sono riuniti nella Piazza Kapnikarea,  nella via pedonale dello shopping di Atene, via Ermou (vicino a Monastiraki) per la realizzazione dell’incontro di solidarietà ed informazione previsto, a favore dei scioperanti della fame anarchici imprigionati. È stato un incontro vivace, dove migliaia di volantini sono stati gettati e più di 1.500 testi contro-informativi sono stati   distribuiti alle persone. Inoltre, compagni hanno incollato manifesti propagando la manifestazione di solidarietà che si terrà il 27 aprile all’esterno delle carceri di Koridallos (vedi qui foto dall’azione). Poche ore più tardi della stessa sera, verso le 20,00, un incontro di solidarietà con gli scioperanti della fame detenuti ha avuto luogo nel centro della città di Salonicco, nei pressi della Rotonda di San Giorgio.

Siamo lieti di constatare che sta diventando davvero difficile tenere traccia di quante azioni di solidarietà dedicate agli scioperanti della fame hanno avuto luogo e sono ancora programmate per essere tenute in Grecia, ma anche in altre parti del mondo. Abbiamo intenzione di indicare i riferimenti relativi e ulteriori aggiornamenti il più presto possibile, ma per mantenersi completamente aggiornati, occorre verificare regolarmente anche in ActForFreedomNow e ThisIsOurJob .

Piena e ardente solidarietà , con tutti i prigionieri nelle carceri della democrazia e con i perseguitati ed oppressi dallo Stato greco.

Perché le parole degli anni scorsi non hanno mai suonato più forte…

“È mio dovere di non accettare mai il ruolo del perseguitato, ma solo dell’attaccante.
 Attaccante verso la società
Attaccante nella clandestinità
E rimarrò attaccante anche all’interno della prigione.”
Damiano Bolano ( Maggio 2011 )

Incendio e fuoco per ogni prigione

Il corrente posizionamento dei combattenti sotto persecuzione e dei solidali contro il terrorismo di Stato è una fase della guerra secolare. La civiltà del Potere è la prigione. I ribelli sono già liberi e difendono la loro libertà attraverso la continuazione delle loro lotte. L’unica via d’uscita per i governanti ed i loro mercenari è la loro sconfitta. 

LA SOLIDARIETA’ VINCERA’ !

Piccolo estratto dal messaggio intitolato “Contro il clero e le prigioni della democrazia” (16 Settembre, 2011) dell’anarchico Dimitris Hadjivasiliadis, imprigionato al tempo nelle prigioni di Koridallos.

Dimitris fù rilasciato su cauzione nel Dicembre del 2011.