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Lima, Perù: Il collettivo anarchico MareaRebelde si unisce alla campagna mondiale di azioni dirette, dal 2 al 12 Febbraio 2013

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Da Lima, ci uniamo alla campagna di solidarietà internazionale, anche se crediamo in essa su base giornaliera. Di conseguenza, stiamo preparando una attività informativa sulle occupazioni e gli spazi liberati che resistono dai colpi dell’autorità in Grecia e nel mondo. Come alcuni compas del Sud hanno fatto presente, “la solidarietà più rivoluzionaria è quella di continuare la lotta in ciascuna delle nostre regioni.”

Per ogni progetto distrutto, due nuovi dovrebbero sorgere in tutto il mondo.
Per ogni compagno imprigionato, le nostre azioni devono parlare.

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La Paz, Bolivia: Comunicato da Henry Zegarrundo, che viene tenuto in detenzione preventiva nel carcere di San Pedro

Il terrore cerca di imporsi attraverso la persecuzione, la repressione e la carcerazione per tutti noi che rompiamo la sua ideologia della paura, un’ideologia rafforzata dalle media della “comunicazione”, un’ideologia rinforzata da coloro che servilmente l’accettano anche se non sono d’accordo.

Il Potere cerca la MORTE SOCIALE attraverso il carcere, cerca di diminuire un individuo attraverso l’ANNIENTAMENTO MORALE. Ma fino ad ora non ho provato nessuno di questi due “fenomeni” disegnati da parte dello Stato, l’unica cosa che sono riusciti a fare è farmi sentire più libero che mai nonostante fossi rinchiuso dietro queste mura spesse.

Il più delle volte pensiamo che il Potere è un unico nemico, ma abbiamo altri nemici mascherati da anarchici; tali nemici sono quelli che formano accuse o false asserzioni sulla base di supposizioni contro quelli di noi che siamo imprigionati; poi questi soggetti senza etica rilasciano dichiarazioni di sostegno e negano di aver fatto dichiarazioni contro di me, in modo di accontentare tutti, continuando a mentire ed inventare storie per salvare il loro culo sporco, sporco come la loro stessa esistenza.

Nina e io siamo stati accusati da Renatto Vincenti (che è uno tra gli arrestati del 29 Maggio e membro) dei OARS (“Organizzazione Anarchica per la Rivoluzione Sociale”), il quale ha persino promesso di continuare a “collaborare” con l’inchiesta, mentre la cosa peggiore di tutto ciò è che i funzionari dello Stato lo credono ciecamente. Alla fine, tutti hanno disperatamente optato per le dichiarazioni basate su ipotesi; sono stati sconfitti senza aver mai combattuto. Spero che Vico non sia entrato in questo gioco di paura.

Voglio chiarire una cosa: politicamente, mi sono sempre distanziato da organizzazioni gerarchiche, patriarcali, speciste e organizzazioni di attivisti (tipiche dei partiti politici). Io non credo nei dogmi, nei martiri o nei eroi, quindi non faccio parte dell’OARS, io non faccio parte del RED VERDE (“Rete Verde”), come quelli al Potere piace credere, sulla base di quanto affermato nella sua dichiarazione Renatto, dal momento che i membri dell’OARS partecipano anche in RED VERDE. Che contraddizione, giusto?

Conosco solo FAI-FRI attraverso i comunicati che rilasciano. Sicuramente, però, la scrittura con ‘x’ (un uso del linguaggio inclusivo in spagnolo) rimarrà come un’ulteriore prova contro di me, una volta che gli investigatori leggeranno questo comunicato.

L’anarchia non si tratta di mantenere se stessi in isolamento teorico, è di mettere la libertà in pratica nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo scindere dai traditori e dai soggetti infidi, perché tradire la lotta anarchica vuol dire inginocchiarsi, mentire, dare la colpa agli altri, causare sedazione con la paura, in teoria, il tradimento è tradire qualcuno che aveva qualcosa a che fare con te ma, in questo caso particolare, il tradimento attraverso la menzogna che sia lo stesso o forse peggio ancora, è tradire se stessi pur avendo un discorso prima, che è rimasto solo in parole.

Ciò che mi rende felice è che, là fuori, si respira la solidarietà, la libertà e lo spirito di lotta, che deve andare avanti a dispetto di queste incarcerazioni. È ora più che mai importante continuare a combattere, dibattere, diffondere, discutere e pubblicare. È abbastanza spiacevole sapere che alcuni si sono distanziati anche se usavano discorsi radicali, ma questo non mi addolora affatto dal momento che sia meglio essere pochi che essere un gregge che segue semplicemente le decisioni degli altri.

Questo è tutto per il momento, esprimo la mia solidarietà a tutti gli ostaggi degli Stati, li mando un sacco di forza, saluti, baci ed abbracci.

L’eco dei solidali in Perù, Ecuador e in altre parti del mondo ha raggiunto questo luogo.

Forza a Tipnis (lotta in difesa della “Fortezza Isiboro Parco Nazionale di Sicurezza e Territorio Indigeno”), anche se non sono d’accordo con la realizzazione della nona (“nazionale indigena”) marcia, guardo tutto ciò che accade da qui dentro, sperando che sagge decisioni saranno prese, perché sappiamo che lo Stato sta per ingannare e seminare la discordia, al fine di imporre le sue leggi pro-capitaliste. La migliore strategia che vedo è quella di combattere sulla scena stessa del conflitto, nella Fortezza Isiboro stessa.

Grazie alla mia famiglia, agli amici, ben noti e sconosciuti ad altri, che mi hanno concesso una visita, ribadisco i miei saluti a tutti coloro che hanno scelto di essere i guerrieri di tutti i giorni che sono stati in grado di affrontare la paura e il terrore.

Henry Zegarrundo
Anarchico anti-autoritario

Fonte: Croce Nera Anarchica del Messico
Alcune informazioni di base al caso: 12

Perù: Azione di solidarietà verso i compagni del CCF (Grecia) e per Mauri (Chile)

La Federazione Anarchica Informale/Circolo di Azione Iconoclasta ha fatto questi graffiti in solidarietà con i membri detenuti del R.O. Cospirazione delle Cellule di Fuoco che sono incarcerati nelle prigioni dello Stato greco, e in memoria del rivoluzionario anarchico Mauricio Morales.

Estratto del comunicato della Federación Anarquista Informal/Circulo de Acción Iconoclasta: “Un altro motivo della nostra azione è stato quello di solidarizzare con i compagni imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che continuano a resistere dalle prigioni della capitale e per mantenere viva la memoria del combattente Mauricio Morales”.

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Perù: La polizia uccide almeno sei manifestanti durante una manifestazione nella città di Juliaca

Il 24 giugno 2011, la polizia peruviana ha ucciso almeno sei manifestanti e ne ha ferite oltre 30 durante una manifestazione contro la contaminazione del fiume Ramis da parte delle miniere della regione di Juliaca nel Perù meridionale.

Verso le 11 del mattino, i residenti hanno bloccato la strada che porta all’aeroporto della città e hanno cercato di rompere il suo perimetro. Le forze armate repressive della polizia nazionale, e in particolare il commando di DINOES (unita’ per operazioni speciali) hanno aperto il fuoco contro la folla.

Verso le 12 i primi colpi fatali sono stati esplosi durante la sparatoria da parte degli assassini in uniforme e sono continuati fino al tardo pomeriggio, uccidendo Víctor Campos Huanca, Felix Edwin Irpanoca Turpo, Raúl Cancapa Huaricallo, Petronila Coa Huanca, Gregorio Huamán Mamani e un’ altra persona che non è stata identificata.

Gli scontri tra poliziotti e locali e continuato fino a tarda sera, quando un gran numero di manifestanti si sono riuniti nel centro di Juliaca e hanno attaccato i centri commerciali e gli altri simboli capitalisti.

Il fondato timore degli abitanti è che i corpi di altri dimostranti uccisi siano stati fatti scomparire ancora una volta dalla polizia peruviana, e che il numero totale dei morti sia più alto.

I media del regime hanno cercato di giustificare i poliziotti ed i loro referenti politici, presentando i manifestanti come fuorilegge e violenti. La verità pero’ è altrove. Lo Stato ed i suoi carnefici peruviani sono colpevoli di innumerevoli crimini contro la natura e l’umanità. Nel contesto di una buona cooperazione con le multinazionali del petrolio, dei minerali e del gas, così come i mega-contraenti per progetti infrastrutturali per il presunto sviluppo dell’America Latina, lo Stato peruviano persegue sistematicamente la distruzione dell’Amazzonia, l’avvelenamento delle persone che vivono sul territorio peruviano e l’espulsione e l’annientamento delle più isolate comunità indigene dalle loro terre d’origine.

Gregorio Huamán Mamani (56)

I convenienti omicidi dei manifestanti servono al saccheggio dell’Amazonia e delle sue risorse naturali ed umane sempre che tali non siano realizzate mediante scavi e perforazioni.

fonti: 1, 2