Dal 18 al 25/1/2013 riprendo l’iniziativa, sempre debole ma pur iniziativa, di uno sciopero della fame per interrompere ancora i lunghi silenzi imposti dalla repressione e dall’inazione, per alzare ancora una voce, una voce debole ma almeno voce, di solidarietà, d’apprezzamento e partecipazione alle iniziative di chi continua ad agire e costruire solidarietà e lotta attiva, di chi continua ad osare e ad accrescere continuità fuori e dentro le galere .
-Estratto dal recente comunicato di Marco Camenisch dalla prigione Lenzburg, in Svizzera, contro il prossimo incontro annuale del World Economic Forum in Davos e sempre in solidarietà con i compagni imprigionati o latitanti in lotta, così come per il sostegno delle varie iniziative e gruppi che lottano per la liberazione dei compagni in tutto il mondo.
Il compagno anarchico Marco Camenisch è stato incarcerato per poco più di 21 anni consecutivi, quindi si qualifica per il rilascio condizionale dal momento che ha già scontato i 2/3 della sua condanna. Per questo motivo, dei prigionieri solidali in Italia hanno anche agitato per azioni contro obiettivi-strutture di interessi svizzeri.
Ecco un richiamo mondiale per giorni di azioni decentrate per il 5-6 Febbraio 2013:
“Il prigioniero anarchico Marco Camenisch è stato confinato nelle carceri italiane e svizzere per due decenni. Negli anni ’70 e ’80, ha preso parte alle lotte militanti del movimento anti-nucleare. La prima volta che è stato incarcerato era nel 1981. Dopo essere fuggito dal inferno Regensdorf (vicino a Zurigo), è stato rinchiuso di nuovo in Italia nel 1991. Nel 2002 Marco è stato consegnato alle autorità svizzere dagli infami statalisti italiani. Entro il 2012 aveva scontato due terzi della sua pena detentiva. La pratica abituale in Svizzera è che i prigionieri che hanno esposto una cosiddetti buona condotta vengono rilasciati dal carcere in libertà vigilata dopo aver scontato due terzi della pena. Dal momento che Marco non ha mai cessato di lottare anche in prigione, ed ha fermamente espresso il suo odio nei confronti del sistema dominante così come le sue prospettive anarchiche-ambientali, la sua liberazione dal carcere è stata ripetutamente negata.
Marco è solo uno tra i tanti. Ci sono persone in tutto il mondo in carcere che non sono stati soppressi da queste relazioni di sfruttamento e di dominazione, e continuano a lottare per le proprie idee. E i detenuti sono solo una piccola parte. Ovunque le persone stanno lottando contro l’oppressione delle autorità e delle istituzioni al di fuori delle mura. Insieme con le nostre lotte quotidiane, è sempre importante non dimenticare i nostri compagni che sono dietro le mura e non lasciarli marcire in prigione.
Le prigioni sono l’espressione di una società basata sulla repressione e lo sfruttamento. Sempre più persone che si sono opposti all’ordine costituito sono stati rinchiusi o etichettati come malati mentali. La custodia è lo strumento idoneo nelle mani del potere che dà agli dominatori l’opportunità di sbarazzarsi dalle persone resistenti e mantenere ancora la sua costituzionalità ipocrita.
Non lasciamoci intimidire dalle loro minacce e dagli apparati della repressione!
È chiaro per noi, la libertà deve essere combattuta! Non può essere richiesta dallo Stato!”
Non c’è bisogno di aspettare fino ad allora. Il Febbraio può essere solo il picco delle azioni. C’è una campagna di solidarietà in corso, che ha avuto inizio il Dicembre del 2012 con lo sciopero della fame degli anarchici Gabriel Pombo Da Silva ed Elisa Di Bernardo nelle carceri tedesche e italiane, rispettivamente, così come un’azione di solidarietà in tribunale dal prigioniero anarchico Theofilos Mavropoulos e dei membri dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco in Grecia.
Processo per la Cospirazione delle Cellule di Fuoco, 16º sessione, carcere di Koridallos 28/12/2012
Una volta finita dalla presidente del tribunale la lettura dei nomi degli imputati (nella quale i membri della CCF, volendo screditare il processo rifiutano di rispondere all’appello) i compagni della Cospirazione hanno interrotto il processo, ed uno dei membri ha presentato verbalmente la seguente dichiarazione:
“Tutti in questi giorni abbiamo sentito avvocati e procuratori di citare argomenti di diritto sulla questione del “processo politico”. Abbiamo sentito una lingua per noi estranea, perché non siamo avvocati, siamo guerriglieri anarchici urbani. Quindi parleremmo nella nostra lingua.
La CCF è un armato, insurrezionale, gruppo di guerriglia urbana. La nostra azione è stata, e sarà sovversiva. Questo è evidente, e si vede anche nella lingua utilizzata dal nemico contro di noi. Avete stabilito per noi leggi speciali, procedure speciali, condizioni di detenzione speciali, tribunali speciali, come questo. La stessa prova accusatoria che avete costruita scrive che abbiamo minacciato le strutture politiche, sociali ed economiche del governo. Ma sul verdetto che pubblicherete, o meglio sul verdetto che i vostri supervisori vi hanno dato per trasportare -direte che la Cospirazione non è un gruppo di guerriglia anarchica.
Questo viene fatto per due motivi. In primo luogo, perché il regime segue il principio nazista, in base al quale “il modo migliore per colpire l’avversario è quello di negargli l’identità politica, di svalutarlo e retrocederlo…” La seconda ragione è che l’assunzione da parte del potere che noi, i membri della CCF, siamo guerriglieri anarchici urbani riconoscerà nello stesso tempo che siamo prigionieri di guerra. In questo modo, il potere sarà costretto ad ammettere l’esistenza del nemico interno, l’esistenza della rivolta anarchica, l’esistenza della guerriglia anarchica urbana. Ciò significa che lo stato dovrebbe confessare che all’interno della democrazia esiste una guerra civile tra il regime e le forze minoritarie anarchiche. Ma guardate come il potere sostituisce “bene” le parole e traveste i significati. La guerriglia urbana viene chiamata “terrorismo”, la repressione “protezione civile” e le leggi “libertà”.
Ma badate bene qui: Non siamo venuti qui per reclamare per qualche “diritto” e nemmeno per ottenere una sorta di “riconoscimento politico”. L’unico che ci può giudicare siamo noi stessi e i nostri compagni. Inoltre, non intendiamo di atteggiare come “bravi ragazzi” e inginocchiarsi di fronte al potere per chiedere l’elemosina di una “indulgenza”. Ma perché diversi autoproclamati difensori del “movimento” parlano di tanto in tanto sulla sensibilità degli anarchici, vogliamo dire qualcosa. La vera sensibilità davanti la bruttezza di questo mondo è la sensibilità che ci ha fatto riempire i nostri caricatori con proiettili e minare il territorio nemico con decine di bombe. E per finire con le scuse riformistiche, la vera libertà si trova nella canna di una pistola, nello stoppino della dinamite, nelle parole chiare e nelle decisioni difficili, e non alle mezze parole per ottenere l’indulgenza giudiziaria e nelle legittime manifestazioni-funerali.
Questa sensibilità è quella che ci ha fatto assumere la responsabilità politica per la Cospirazione e rinnegare le vostre attenuanti legali. Sappiamo che scegliamo la strada difficile e solitaria. Come sappiamo che nei successi e le vittorie di un gruppo anarchico ci sono molti “padri”, ma nelle difficoltà della soppressione e nella paura del carcere il gruppo rimane orfano. Noi non abbandoneremo la Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Poiché la sensibilità reale non sta piangendo, si arma.
Sappiamo che la vostra democrazia è una dittatura di velluto che viene imposta con le sue leggi. Leggi che sono state fatte per proteggere coloro che l’hanno costruite e per punire coloro che sfidano la tirannia del potere. Leggi che vendicano coloro che si sono alzati in piedi ed hanno marciato contro le scelte e il silenzio di una folla irragionevole.
Pochi giorni fa, il 18 Dicembre 2012, alla Corte del Pireo esaminava la richiesta di rilascio del prigioniero politico Savvas Xiros per il caso della 17N. È noto il caso di Savvas, che è stato ferito pesantemente quando, dieci anni fa, la bomba che trasportava è stata esplosa. Dieci anni si trova in condizioni di detenzione speciali, che non siano abbastanza sufficienti per soddisfare la furia vendicativa del potere. La richiesta di Savvas è stata respinta. La vera ragione del rifiuto è che Savvas non ha mai ripudiato la lotta.
Parallelamente, il potere, al di fuori dei chilometri che possano intervenire, rimane lo stesso vendicativo. In Svizzera è tenuto prigioniero il nostro compagno e fratello Marco Camenisch. Marco è un anarchico della prassi che è stato accusato di sabotaggio contro impianti industriali di energia, per partecipazione ad una fuga con la ferita di secondini e per collutazione armata con dei soldati ad un posto di blocco dei Carabinieri in Italia. Marco aveva trascorso dieci anni nella clandestinità militante e quando è stato arrestato nel 1991 è stato imprigionato inizialmente in Italia e poi nel 2002 si è trasferito alle prigioni svizzere. Oggi, si trova più di venti anni nelle prigione dello Stato. In tutti questi anni, non ha mai riconosciuto il potere delle autorità giudiziarie e, al contrario, è rimasto un nemico giurato dello Stato. Per rappresaglia, lo Stato ha recentemente respinto la sua richiesta di sospensione della sua detenzione, prolungando la sua carcerazione.
Naturalmente, non aspettiamo nemmeno un millimetro di indulgenza dal nemico, né invochiamo ad una libertà “regalata”. Dopo tutto, la libertà non si regala, si conquista. Diciamo quello che diciamo per trasmettere un messaggio ai compagni al di fuori delle mura delle prigioni. La libertà di Marco Camenisch non si realizzerà né con parole né con preghiere. C’è bisogno di azioni. Lo Stato indica che non dimentica i suoi nemici; la questione è se gli anarchici ricordano i loro compagni. Perché ci sono in molti oggi che parlano di anarchia, ma pochi sono quelli che vivono come anarchici…”
In seguito è intervenuto un’altro compagno della CCF ed ha letto la seguente dichiarazione della Cospirazione:
“Dal 15 Dicembre 2012 dei compagni anarchici effettuano simbolicamente uno sciopero della fame in solidarietà con Marco Camenisch. Inizialmente l’anarchico Gabriel Pombo Da Silva dalle prigioni della Germania e in seguito l’anarchica Elisa Di Bernardo dalle prigioni italiane dimostrano con questa loro azione che gli anarchici della prassi non dimenticano… Provano che la memoria non è spazzatura. Noi, dalla Grecia, stiamo in piedi con tutto il cuore accanto a loro e come un minimo segno di solidarietà con il nostro fratello Marco Camenisch interrompiamo il processo e ci allontaniamo dall’aula. Questo è il nostro modo per partecipare alla campagna di solidarietà internazionale avviata dalla Germania e proseguita in Italia. Perché la solidarietà tra gli anarchici non è solo parole.”
Di conseguenza i compagni della CCF insieme con l’anarchico Theofilos Mavropoulos si sono allontanati dalla corte, ammanettati e con la scorta dei sbirri. Gli altri “imputati” sono rimasti nell’aula. Alla fine, la corte è stata costretta a interrompere la sessione, visibilmente turbata dall’atteggiamento dei compagni della CCF e di Th. Mavropoulos, ed ha annunciato una nuova sessione per il 4 Gennaio 2013.
RadioAzione informa che, a partire dal 15 Dicembre, il compagno imprigionato Gabriel Pombo Da Silva è in sciopero della fame in solidarietà con l’anarchico Marco Camenisch, che si trova ad affrontare ancora un altro procedimento a partire da zero per quanto riguarda la sua richiesta per la libertà condizionale.
Gabriel sarà in sciopero nella prigione di Aachen, in Germania, fino al 21 Dicembre. Poi sarà il turno della compagna Elisa Di Bernardo, che è detenuta nel carcere di Rebibbia, in Italia. Lei condurrà uno sciopero della fame nella settimana dal 22 al 29 Dicembre. Si è in attesa della conferma di un terzo turno, che probabilmente includerà uno sciopero dal compagno Sergio Maria Stefani, rinchiuso nel carcere di Alessandria, in Italia.
Come Gabriel abbia già suggerito, lo sciopero di solidarietà può essere proseguito anche nel mese di Gennaio 2013, se altri compagni in prigionia sono disposti e in grado di partecipare a questa protesta per la liberazione immediata di Marco.
Elisa (redattore di Culmine, insieme al prigioniero Stefano Gabriele Fosco) e Sergio sono tra gli otto compagni che sono sottoposti in custodia cautelare nel contesto della “Operazione Ardire” audacia. Questa montatura particolare anti-anarchica è stata avviata dallo Stato italiano nel Giugno 2012, e coinvolge Marco e Gabriele, anche, tra gli altri.
A tutti i compagni al di fuori delle mura della prigione, che vogliono sentirsi vicinanza con Marco e gli altri anarchici detenuti: fate proprio questo; lasciate che la solidarietà con i compagni imprigionati brilli.
Vorrei chiarire subito che mi trovo qui come un nemico dello Stato e della società. Lunga dall’essere una vivace comunità che condivide il benessere sociale e la gioia della vita, quello che viene definito come la società non è altro che l’organizzazione sorda della disuguaglianza e dello sfruttamento attraverso i ruoli sociali e la proibizione. La legge è il filo spinato che tiene tutto a posto, ed è stata interiorizzata a tal punto che essa costituisce la base inconscia, l’abitudine quotidiana e la routine anche per coloro che la applicano. I media formano opinioni per mantenere il consenso e la delegazione della responsabilità individuale a quel organo del terrore istituzionalizzato, lo Stato. Lo Stato, che comprende i suoi soggetti, è alla base di ogni relazione sociale, al momento attuale, compresa questa qui in questo tribunale oggi.
Sono venuta per stare faccia a faccia con il nemico all’interno di questo bastione del terrore dello Stato perché sono stata invitata dai tre compagni della Lotta Rivoluzionaria. Non sono venuta per entrare in dialogo relativamente a questi compagni, o di qualsiasi altro. La mia presenza qui è un atto di solidarietà e di una continuità della mia lotta come un’anarchica. Almeno il presente procedimento giudiziario ha rigettato ogni traccia della finzione democratica, rivelando la vera essenza del potere. È impossibile passare sopra il fatto che questo processo si svolge all’interno di una prigione, il più grande crimine perpetrato dall’uomo sull’uomo, e la vicinanza fisica del giudice con il carceriere è un’insolita se non una dichiarazione non intenzionale della verità. Il giudice non è nulla senza il carceriere. Il carceriere è nulla senza il giudice. Sono uno, portano la stessa responsabilità, pari per le loro azioni. Terroristi e criminali sono i servitori dello Stato e del capitale, non quelli che lottano per sopravvivere o combattono contro un mondo di conflitti, di guerra, di povertà e d’oppressione.
È nel contesto di questa lotta che ho sentito parlare dell’anarchico Nikos Maziotis per la prima volta. Era nella fase estrema e pericolosa di uno sciopero della fame per far rispettare il suo rifiuto di indossare l’uniforme e diventare un assassino al soldo dello Stato. A quel tempo molti anarchici in Italia, dove vivevo, avevano anche loro rifiutato di fare il servizio militare, scegliendo di andare in prigione piuttosto che unirsi alle forze armate che tengono l’umanità divisa in classi e intervengono violentemente per eliminare ogni tentativo di liberazione. Ma anche e soprattutto perché il servizio militare è uno delle armi dello Stato per la costruzione di modelli di cittadini privi di personalità, individualità e del proprio modo di pensare, contro il quale è necessario ribellarsi e rifiutare.
Ero già a conoscenza della lotta anarchica, l’importanza della lotta anarchica in Grecia a fianco degli sfruttati, gli studenti, i conducenti degli autobus, gli insegnanti, la gente dei villaggi di Halkidiki, ecc ed avevo letto dei rapporti ispiranti sulle loro azioni e anche sulla repressione dello Stato contro di loro. Ma era Nikos Maziotis, che senza saperlo, doveva essere l’elemento propulsivo del mio arrivo in Grecia in persona. È stato in occasione del suo processo nel 1999, che sono venuta ad Atene per la prima volta, per essere presente alla corte in solidarietà con lui. È stato allora che ho scoperto la bellezza selvaggia dei compagni anarchici greci, la loro passione per la libertà che trovava espressione immediata in mille modi e non cessa mai di crescere e di intensificarsi, ispirando ed infuocando i spiriti liberi in tutto il pianeta. Due cose in particolare mi hanno colpito in quella occasione. Prima di tutto l’insuperabile coraggio e la dignità di Nikos Maziotis nel affrontare i responsabili del potere e del privilegio. La sua dichiarazione al tribunale, le sue affermazioni come un uomo, un individuo, un rivoluzionario, un anarchico, sono state fatte guardando nella canna della pistola del giudizio, senza alcuna preoccupazione per le conseguenze in termini degli anni che stava rischiando di essere rinchiuso in un cella. Ciò che ha detto quel giorno è un testo classico della teoria anarchica in merito alla necessità del attacco violento contro il nemico di classe in prima persona e personalmente ho contribuito a diffonderlo nella lingua inglese (il testo, voglio dire, si spera anche gli attacchi). Ha ispirato compagni e ribelli in tutto il mondo. Un’altra cosa che mi ha colpito ed ha influenzato la mia vita da quel ora è stata l’immediatezza dell’azione di tanti compagni nella solidarietà, senza mediazioni, senza i tabù sulla cosiddetta violenza che mettono un freno alla giusta rabbia degli sfruttati. Hanno espresso la solidarietà nella sua unica manifestazione autentica, continuando la lotta, l’attacco cosciente sui profitti dei padroni e gli strumenti di repressione, anche e soprattutto quando il nemico di classe era fuori in tutta la sua forza per proteggere la proprietà e l’arroganza dei governanti del pianeta. Ciascuno con i propri mezzi, ognuno con la propria responsabilità. Continue reading Atene, processo per il caso della Lotta Rivoluzionaria: Dichiarazione di Jean Weir nel tribunale, 10.9.2012→
Siamo i seguenti prigionieri in attesa di giudizio:
Dimitris Mamalikopoulos # 1108/12, Panagiotis Baztekis # 908/12, Ioannis Mavrofridis # 906/12, Andreas Ivanidis # 907/12, Kosmas Kalaitzidis # 905/12, Georgios Dimitriou # 1264/12, Vero Doriani # 1265/12, Eleftherios Kartasakis # 1263/12.
Come detenuti in stessa di giudizio nella prigione centrale di Nicosia, Cipro, chiediamo e lottiamo per i nostri diritti legittimi.
In primo luogo, non ci è permesso di uscire nel cortile della prigione.
In secondo luogo, non ci è permesso di guardare la televisione.
In terzo luogo, siamo costretti ad acquistare acqua in bottiglia, perché non ci viene fornita acqua potabile gratuita dall’amministrazione penitenziaria.
In quarto luogo, non ci è consentito di comunicare con le nostre famiglie per telefono per più di 10 minuti a settimana.
In quinto luogo, non ci è data una dieta corretta.
Stiamo rivendicando i nostri diritti legali, chiedendo niente di più dalle disposizioni già contenute nello statuto della prigione, che tutti i detenuti abbiano il diritto di avere.
Pertanto, tutti i prigionieri in attesa di giudizio di cui sopra abbiamo deciso di iniziare uno sciopero della fame, fino a quando i nostri requisiti legittimi non siano soddisfatti.
Siamo consapevoli del fatto che la nostra decisione causerà ulteriori problemi in termini della nostra detenzione preventiva, visto che inevitabilmente saremmo sottoposti a torture e saremmo spostati nel braccio dell’isolamento speciale (anche se quest’ultima misura punitiva è vietata per quanto riguarda i detenuti non condannati nelle prigioni centrali).
Chiediamo per questo sostegno e solidarietà, in particolare attraverso l’ambasciata della Grecia a Nicosia.
La solidarietà è la nostra arma. La passione per la libertà è più forte da qualsiasi prigione.
Il 24 Ottobre, 20 partecipanti allo sciopero dei rifugiati in corso in Germania, hanno deciso di effettuare lo sciopero della fame e posizionare una seconda tenda di campeggio di fronte alla Porta di Brandeburgo, a Berlino, ma la polizia abbia demolito l’accampamento la stessa notte. I poliziotti, inoltre, hanno vietato qualsiasi uso di attrezzature di accampamento. Di seguito è riportato il video dell’evacuazione.
Tra i slogan cantati: “Siamo qui e combatteremo! La libertà di movimento è diritto di tutti”,”Nessuna frontiera, nessuna nazione, fermiamo la deportazione”,”Fuoco e fiamme alle autorità di deportazione! La solidarietà deve essere attiva!”
Il 26 Ottobre, la polizia ha molestato gli scioperanti della fame e gli solidali ancora una volta. Le forze repressive hanno violentemente derubato gli sacchi a pelo e le coperte dei scioperanti. Tre persone, due attivisti e un rifugiato, sono stati arrestati. Quest’ultimo è stato ferito alla gamba da parte della polizia ed abbia dovuto ricoverarsi in ospedale.
Breve racconto di quella notte: “Circa alle 01.45 (ora locale), un sacco di poliziotti sono arrivati alla Porta di Brandeburgo. Hanno detto ai rifugiati in sciopero della fame di mettere da parte i loro sacchi a pelo (i profughi sono in sciopero della fame dal 24 Ottobre, e bevono solo acqua). Alle 02.00, la polizia ha iniziato a confiscare i loro sacchi a pelo ed ha arrestato tre persone: due attivisti ed un profugo. Il rifugiato è stato portato in ospedale perché la sua gamba è stata ferita. Quasi 40 persone sono rimaste alla Porta di Brandeburgo. Anche se la polizia non sia presente in questo momento, c’è sempre il pericolo di nuovi attacchi. Spargete la notizia e unitevi alla lotta.”
La risposta immediata è stata una manifestazione in solidarietà con i tre arrestati, che abbia raggiunto la GESA (centro di detenzione di massa), che si trova sulla via Perleberger, dove sono detenuti gli attivisti rifugiati. Nel frattempo, tutti e tre arrestati sono stati rilasciati. A quell’ora della notte si gelava, con la temperatura al di sotto dei 5 gradi, con pioggia intermittente durante il giorno, con temperature appena sopra lo zero.
Il 29 Ottobre la polizia ha intensificato la repressione. A parte i sacchi a pelo e le coperte in precedenza vietati, il capo degli squadroni della polizia non ha permesso agli attivisti rifugiati di portare zaini e vestiti supplementari. Così, lo sciopero della fame ha perso ogni possibilità di proseguire come un sit-in e rimanere sul posto. Non ci sono aggiornamenti da fonti di contro-informazione circa l’esito finale. Se si dispone di informazioni di prima mano, si prega di inviarle.
L’altro accampamento dei profughi in Oranienplatz a Kreuzberg, Berlino, esiste ancora.
Dallo scorso 27 Settembre, nel secondo braccio nord del carcere di massima sicurezza (CAS) di Santiago del Cile, i detenuti sono in sciopero per protestare contro quello che considerano un trattamento umiliante e degradante con perquisizioni corporali eccessivi sui prigionieri e sui parenti in visita.
La Gendarmeria (guardie carcerarie in Cile), con il pretesto della sicurezza, insistono sulla violazione della dignità delle persone, cercando di spogliare donne, uomini e minorenni. Si tratta di una situazione che è diventata una cosa abbastanza normale, ma non è affatto accettabile.
Come risultato di questa pratica abusiva e la volontà inesistente di fermarla, 22 detenuti hanno deciso di avviare uno sciopero della fame (nutrendosi solo di liquidi) il Mercoledì 17 Ottobre, con l’obiettivo di denunciare pubblicamente questa situazione e finché non ci sarà una sospensione definitiva di essa.
La Gendarmeria, in quanto istituzione carceraria, ha storicamente mantenuto diversi metodi di punizione ed isolamento, trasformando le carceri di questo paese in luoghi in cui la morte è di routine e l’impunità per le guardie umane che vi lavorano è implicita.
Le prigioni sono la vendetta di questa società indolente, che punisce coloro che hanno dovuto commettere un reato a causa delle disparità nelle condizioni di esistenza. Non è un caso che quasi il 98% delle persone imprigionate in Cile hanno un’origine di classe operaia.
Al momento sappiamo che, a Puerto Montt, Valdivia, Valparaíso e Arika aberranti pratiche di tortura vengono effettuate e non c’è quasi alcuna conoscenza di fuori dalle mura della prigione.
Facciamo un richiamo di solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame, per aver denunciato gli abusi e le torture, e contro le guardie umane che applicano questo regime. Chiediamo anche che siano intrapresi solidi passi per procedere in modo chiaro, al fine di rompere con l’impunità dei gendarmi, dei giudici e dei poliziotti, che garantiscono e mantengono questo sistema repressivo.
PER UN TRATTAMENTO DECENTE DELLE PERSONE E DELLE LORO FAMIGLIE
PER LA FINE DEGLI ABUSI DALLA GENDARMERIA NEI CAS ED IN OGNI SINGOLA CARCERE IN QUESTO PAESE
*Persone vicino ai parenti ed ai prigionieri in lotta
Aggiornamento
Tra i prigionieri che erano scesi in sciopero era il compagno Marcelo Villarroel Sepúlveda. Il 19 Ottobre, le guardie della prigione si sono resi conto che 22 prigionieri era scesi in sciopero della fame (nutrendosi solo di liquidi), già da due giorni, ed hanno scatenato un attacco con tutti i mezzi. In particolare, il 20 e 21 Ottobre, 6 detenuti in sciopero sono stati trasferiti al carcere Rancagua, tra varie minacce da parte dell’amministrazione penitenziaria. Questo trasferimento ha lasciato 9 dei 22 prigionieri in sciopero della fame nel CAS di Santiago. Il 23 Ottobre, un incontro di solidarietà con i prigionieri che erano ancora in sciopero (tra cui Marcelo) si è tenuto davanti al CAS. L’incontro ha avuto un forte impulso, ma è stato subito attaccato dalle forze speciali della polizia, catturando cinque compagni. Nessun solidale sia stato picchiato, ma hanno dovuto sopportare gli scherni dei poliziotti e la lunga attesa fino a che non sono stati rilasciati. Mentre questo accadeva, 6 dei 9 prigionieri, che a quel punto erano in sciopero nel CAS, hanno dovuto interrompere perché i stronzi dei gendarmerieri hanno minacciato di vietare la preziosa visita coniugale. Quindi, solo tre detenuti continuato lo sciopero della fame ( nutrendosi solo con liquid), compreso Marcelo ovviamente. L’amministrazione penitenziaria ha imposto la pena massima (trasferimento in una cella di isolamento) contro i tre prigionieri che sono ancora in sciopero e ormai in completo isolamento.
Angol, comunicato dei prigionieri politici mapuche a più di un mese di sciopero della fame
I prigionieri politici della comunità Wente Winkul Mapu del Lof Chekenco, Paulino Levipan Coyan, Daniel Levinao Montoya, Rodrigo Montoya Melinao e il suo portavoce Eric Montoya Montoya, desideriamo comunicare all’opinione pubblica nazionale e internazionale quanto segue:
Oggi 23 Settembre vogliamo rendere noto che ci siamo sollevati con una voce piena di forza. Che abbiamo lottato per recuperare la terra che ci hanno tolto, per essere figli degni di questo popolo che con orgoglio e sangue la ha difesa attraverso la storia.
Nonostante la discriminazione e il trattarci come “indios ignoranti”, dobbiamo dire che prima che loro arrivassero, noi eravamo. Era la nostra cultura, era la nostra lingua, era la nostra religione, la nostra forma di sopravvivenza, non non aveva niente a che vedere con la sottomissione e lo sfruttamento degli altri.
Ci chiamano ignoranti perchè la loro avarizia ed egoismo gli ha impedito di conoscere, sapere e rispettare un popolo diverso dal loro.
Vogliamo dire che sebbene ci abbiamo privati della libertà, continua a scorrere nelle nostre vene il sangue guerriero che non sconfiggeranno mai. Che le catene che portiamo non ci intimidiscono.
Vogliamo ripetere che nonostante i disagi di questo sciopero, e il fatto che due di noi abbiano la tachicardia, continueremo a difendere il nostro diritto con la vita e riteniamo responsabile lo Stato cileno, con a capo il presidente Piñera, di negarci il diritto a un giusto processo, alla presunzione di innocenza e al rispetto degli accordi internazionali che hanno firmato per la protezione del nostro popolo.
Continueremo con la resistenza per difendere il nostro diritto, perchè non è solo il diritto nostro, ma quello dei figli e delle generazioni di mapuche a venire, per continuare a lottare per la terra di cui ci hanno spogliato.
Perchè nè il carcere, nè la morte fermeranno la nostra lotta per la libertà e il territorio del nostro popolo-nazione mapuche.
Prigionieri politici mapuche Wente Winkul Mapu
Angol. Prigioniero mapuche in sciopero della fame trasferito in ospedale
Il 26 Settembre 2012 Daniel Levinao Montoya, da più di 30 giorni in sciopero della fame, è stato trasferito dal carcere di Angol all’ospedale della stessa città. Dopo aver presentato pulsazioni deboli, gli è stato fatto un elettrocardiogramma che ha riportato come risultato una drastica diminuzione del suo ritmo cardiaco.
Il resto dei prigionieri politici mapuche in sciopero ancora non hanno presentato problemi di salute pur essendo la loro condizione delicata.
Solidarietà con i mapuche in sciopero della fame!
STATO DI SALUTE DI TUTTI I PRIGIONIERI IN SCIOPERO DELLA FAME (23 settembre)
Peso iniziale ——> Peso attuale
Paulino Levipan: 67.800 -59.000
Rodrigo Montoya: 64.100 -56.300
Erick Montoya: 65 .400 -58.400
Daniel Levinao: 63. 700-53. 800
Collipulli. Arrestato mapuche accusato di tentato omicidio a un poliziotto e incendio.
Il 27 Settembre è stato arrestato il mapuche Cristián Pablo Levinao Melinao (30 anni) accusato di diversi crimini legati al recupero delle terre e al controllo territoriale. Tra questi, l’incendio a dei fondi e lo scontro con le forze speciali dei sottocommissari di Chiguayhue appostati come guardie private dei latifondisti.
Di nuovo il procuratore Luis Chamorro porta la causa, sollecitando e ottenendo la carcerazione preventiva contro Cristián sequestrandolo nel carcere di Temuco.
URGENTE: Supportiamo Amazon, del collettivo Gender Anarky e la prigioniera Catarina all’8° giorno di sciopero della fame per chiedere la fine della situazione di cella singola per le donne trans, nel carcere RJ Donovan.
Amazon, una ribelle trans anti-civilizzazione, legata al collettivo Gender Anarky nel sistema carcerario CA, e la sua compagna Catarina LaPre sono all’ottavo giorno di sciopero della fame contro l’ingiusto trattamento verso le donne trans all’interno del carcere di R.J. Donovan della contea di San Diego. I funzionari della prigione rifiutano di togliere Amazon e Cat dall’isolamento della cella singola a causa della loro identità di genere. In una lettera di Amazon leggiamo:
“questa è una lettera di emergenza riguardo alla situazione delle ragazze trans qui… sto cercando di rompere il regime di isolamento e farmi mettere in cella con Cat. L’avvocato d’ufficio doveva cominciare il procedimento due mesi fa ma è una femminista e ci odia, e non vuole farlo. Per questo siamo entrate in sciopero della fame per forzare la questione. Siamo in sciopero della fame dal 21 settembre, quel giorno non abbiamo mangiato la cena e da allora non abbiamo più mangiato. Questo è l’ottavo giorno… hanno cercato di farci mangiare ma non cederemo. Oggi Cat ha cominciato a sentirsi male e a vomitare acqua….
Per cui abbiamo bisogno di qualche azione diretta di supporto, perchè la prigione ci metta in celle da due, e di chiamare il direttore qui… riguardo alla discriminazione che fanno verso le donne trans… Gender Anarky e militia affrontano direttamente l’oppressore e lasciano un segno forte. Per cui mostriamo a questi stronzi cosa sanno fare le puttane!”.
Supportiamo Amazon and Cat!
Chiamiamo Warden Paramo the Richard J. Donovan Correctional Facility: (619) 661-6500
Eva Contreraz (C-45857)e Catarine LaPre (K-67313) perchè mettano fine alla politica discriminatoria verso le persone trans nel carcere Donovan.
Atacco!:
Gender Anarky ha sempre attaccato, senza compromessi, la violenza transfobica all’interno del sistema carcerario, e ha costantemente fatto appello all’attacco diretto contro i sistemi di dominio che rendono le condizioni di vita delle donne trans, sia dentro che fuori le prigioni, un inferno vivente. Attaccare le istituzioni che mantengono il triste sistema di genere, in solidarietà con Gender Anarky e lo sciopero della fame.
E’ possibile scrivere ad Amazon e Cat.
Fate loro sapere che supportate la loro lotta contro l’amministrazione carceraria. I loro indirizzi sono:
Eva Contreraz C-45857
PO Box 799003 (C15-223)
San Diego, CA 92179-9003
USA
Catarina LePre K-76313
PO Box 799003
San Diego, CA 92179-9003
USA
Mercoledì 5 settembre alle 23.00 ci siamo trovati di fronte alla facciata dell’Istituto Leloir situato su J. de Ibarborou e Patricias Argentinas, per dimostrare con il nostro gesto solidarietà con Marco Camenisch in sciopero della fame, così come con tutti quelli che rischiano e intraprendono l’offensiva contro gli Stati del mondo. Il nostro obiettivo non era a caso, si tratta di un posto dove stanno promuovendo lo sviluppo delle disgustose nanotecnologie, il presente e il futuro del sistema tecnologico di controllo.
Lì abbiamo appeso uno striscione in cui salutavamo il nostro compagno, e abbiamo lanciato pietre e bombe di vernice piene del nostro odio liberatore.
Pochi minuti sono stati sufficienti per il nostro gesto di amore anarchico per tutti quelli che innalzano il conflitto permanente contro l’apparato del dominio e i suoi esecutori.
Con questo gesto mandiamo un saluto ai nostri compagni imprigionati in tutto il pianeta, così come a quelli che si trovano indagati o rinchiusi per le diverse operazioni di polizia, specialmente in Italia.
NONOSTANTE LE INTENZIONI DI QUELLI CHE CI IMPONGONO LA MISERIA O TENTANO DI ESTINGUERE IL NOSTRO FUOCO, IL CAOS CONTINUA A ILLUMINARE LE NOTTI!
Il 20 Aprile, nella corte marziale speciale della prigione femminile di Koridallos dove ha avuto luogo un’altra sessione del processo del secondo “caso Halandri”, Michalis Nikolopoulos ha letto la sua richiesta per il rinvio del processo e successivamente un’altra dichiarazione di Christos Tsakalos and Damiano Bolano (entrambi I compagni erano assenti dalla corte a causa del loro sciopero della fame). Dopo, l’avvocato della difesa di Gerasimos Tsakalos ha posto al giudice una lettera scritta da Athena Tsakalou, madre di Christos e Gerasimos Tsakalos. La stessa era presente nell’aula della corte, ma ha rifiutato di testimoniare. La lettera non è stata letta in corte, e il giudice che presiedeva ha semplicemente aggiunto che “la lettera verrà aggiunta al transcritto”.
La lettera completa è la seguente:
ALLA CORTE
18/04/2012
“Ogni atto di ribellione esprime nostalgia per l’innocente e un appello all’essenza dell’essere”
[Albert Camus]
Sto chiedendo a me stessa: perchè I genitori degli anarchici-rivoluzionari della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono stati chiamati a comparire al processo? Perchè ho ricevuo un mandato di comparizione? Lo stanno facendo in modo da chiedermi se sò qualcosa rigurdante l’organizzazione? Per rivolgermi domande sulla vita personale dei miei figli, per abbozzare il loro ‘profilo psicologico’ o per farsi un’opinione sulla loro ‘vita familiare’? O per chiedermi se sono d’accordo con le azioni dei miei bambini e, in generale, quelle dell’organizzazione? Per farmi stare in piedi in fronte alla corte, supportata da questo piccolo libro, e farmi giurare su questo dio che voi avete messo al servizio del potere? Per far sentire gli anarchici rivoluzionari in imbarazzo mentre ai loro genitori vengono chieste una grande quantità di fastidiose domande? O è cosi che voi stessi potete gioire nuovamente al pensiero che ci avete fatto credere che siamo noi coloro che devono dare le risposte e fare le scuse?
Io dichiaro, ancora una volta, che in nessun caso andrò a rispondere positivamente al vostro invito. E dal momento che, come dimostrato da tutto quello che stà succedendo, una serie di simili processi sono disposti ad inziare, io vi dico che non ne vale la pena tentare di mandarmi altri mandati di comparizione, dato che la mia posizione continuerà ad essere la stessa. Sotto nessuna circostanza attenderò a questo processo. Non risponderò a nessuna delle vostre domande. L’azione dei miei bambini e dei loro compagni era ed è chiaramente politica, anarco-rivoluzionaria, ed è pertanto non necessario investigare I parametri delle loro vite personali. L’organizzazione, appartenenza alla quale essi hanno ammesso rivendicando la responsabilità politica, ha formulato la sua stessa posizione con totale chiarezza, precisione e audacia. Nessuna cosa che io possa dire vuole essere leggera e insignificante. E dal momento che vorrei lasciare certe cose chiare e potenti come lo sono già e dato che non voglio dare a nessuno la soddisfazione di rovinare tutto con stupide ed eccessive questioni, io scelgo la positione di assenza.
In riferimento a me stessa in questo processo, io non voglio autorizzare certe frasi- una che è continuamente ripetuta con ottimo zelo ed enfasi- a stare appese in aria come un potenziale schermo di temerarietà ed onestà. Mi sto riferendo alla frase: “Noi stiamo provando il caso esaminandolo in profondità” ; che significa che voi passerete al giudizio basato sull’evidenza, e non sulla conclusiva circostanziale o in accordo con la logica della responsabilità collettiva.
E se ho menzionato questa frase non è perchè io improvvisamente mi aspetto il miracolo, ma perchè ad un certo momento- specialmente nei casi che hanno a che fare con individui dell’azione rivoluzionaria- le parole devono essere prese con importanza e responsabilità; a discapito del fatto che, fino ad ora, questo processo giudiziario ha indicato niente del genere. Ogni obbiezione basata sulla logica comune, come quella che riconosce I Prigionieri come prigionieri politici- esattamente come è definita dalla vostra costituzione e nello stesso modo come è anche menzionata nelle accuse è stata rigettata incontrollatamente, senza nessuna logica. Il concetto di assunzione politica della responsabilità è stata scambiata come responsabilità criminale, e questo è ovviamente dovuto non ad ignoranza o all’occasione. Per tanto, io evidenzio questa frase e alla fine del processo noi saremo capaci di vedere infatti quanto voi siete seri rispetto a quello che dite.
È vero che, fin dall’inizio della persecuzione degli anarchici rivoluzionari contemporanei, io ho scoperto ed ho prestato un’attenzione particolare ad un dipindo: il dipinto di Bruegel intitolato “La caduta di Icaro”. Il volo di Icaro ha a che vedere con i desideri degli esseri umani di scappare dalla terra della presa, di volare; di prevalere anche l’aria e camminarci anche su…
È orgoglio, arroganza, disobbedinza e desiderio di mostrare che anche gli esseri umani sono capaci di qualsiasi cosa. E ora il pittore piazza nel prevalente primo piano il contadino- dedicato all’aratura , alla terra, nient’altro ha importanza per lui- e nel fondo il pastore- che è un pò più curioso, ma anche lui sta guardando nella direzione sbagliata. Ancora più lontano sul fondo c’è la nave imponente continuante il suo stesso viaggio, e là, nell’angolo c’è il disegno del povero, piccolo piede di Icaro. Non ho mai visto prima una tale deposizione del progetto di Icaro. E probabilmente questo non è una coincidenza- non conosco la filosofia del pittore-, ma forse il significato è che la gente che sono contemporari con un esperiemento audace, sono troppo bloccati nelle loro stesse abitudini, troppo spaventati del cambiamento, non temerari nel riconoscere o provare qualcosa di nuovo.
Guardando al dipinto, Io non accetto questa deposizione. Ora che, in questo paese, la gente è soggetta al processo per osare ancora credere che se c’è qualcosa in questa vita che vale la pena fare è il progetto di Icaro- non importa quanta pena loro potrebbero sopportare, non importa quanta incarcerazione o quante condanne possono essergli imposte- Io voglio mantenere la speranza e la convinzione che ad un certo punto, coloro che sono contemporanei con questi ribelli, possono essere posti in primopiano e riconoscere la necessiatà del volo.
PS. Se sto mandando questa nota è perchè l’insistenza della corte in merito alla mia apparizione è peculiare e al di sopra di tutto perchè io non mi autorizzo al silenzio. Il silenzio corrisponde solo ai deceduti, e nei nostri tempi è stato applicato durante questi processi da coloro che sono completamente soggiogati dal comando del Potere.
E se voi in verità volete capire chi state provando, andate avanti, leggete I loro discorsi, guardate alle loro posizioni. Christos Tsakalos, Gerasimos Tsakalos e Panagiotis Argirou sono al dodicesimo giorno di sciopero della fame, e loro hanno dichiarato : “Le tigri di collera sono più selvaggie dei cavalli di istruzione” [William Blake]…”Quando uno non muore per l’altro, allora noi siamo già morti” [Tasos Livaditis]… Nel 17 Aprile Giorgos Polidoros, Damiano Bolano, Haris Hadjimihelakis hanno iniziato lo sciopero della fame in supporto ai loro compagni, mentre il resto dei menbri imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco seguiranno a date determinate.
“La solidarietà tra gli anarchici della prassi non è solo parole. Nelle nostre decisioni non-negoziabili di rovesciare la nostra vita quoidiana in revoluzione attraverso l’azione diretta e l’assistenza della guerriglia urbana anarchica, noi abbiamoincominciato un corso che ha un punto di inizio ma che non ha un punto di fine.”
Così, come il Teocintle(1) che malignamente corrode i campi di mais addomesticati; la Frazione Anti-Civilizzazione del Fronte di Liberazione della Terra affine con la Federazione Anarchica Informale ha attentato all’alba del 4 settembre del 2012, incendiando ancora a Toluca, in Messico, la fiamma selvaggia e caotica, a base di tre litri di benzina posizionata in una camionetta tipo “van”, di proprietà del Centro Internazionale di Miglioramento del Mais e del Grano (CIMMYT), questo veicolo si utilizzava ogni giorno per trasportare scienziati internazionali dall’hotel in cui pernottano al Centro di Investigazione Scientifica; oltre a queste attività, il centro svolge il Programma Modernizzazione Sostenibile dell’Agricoltura Tradizionale (MASAGRO), confabulando con lo stato messicano tramite la Segreteria dell’agricoltura, Ganaderia, Sviluppo Rurale, Pesca e Alimentazione (SAGARPA) e organismi come la Banca Interamericana dello Sviluppo (IDB); il cui lavoro è quello di promuovere tra i piccoli produttori l’uso di sementi geneticamente modificati o “migliorati” per incrementare la produzione/domesticazione del mais e del grano, anche per provare a contrastare lo stesso problema che queste tecnologia hanno creato (erosione del suolo, carenza di acqua…).
Alla FA/FLT/FAI non le importa se i bio-tecnici hanno 28,000 campioni di semi custoditi in una banca del mais, per preservare la millenaria biodiversità, o se gli alimenti transgenici si etichettano, si “controllano” o si perfezionano, ai fini della perpetua e monolitica civilizzazione questo sarebbe il trucco più ingegnoso del sistema (2). La lotta è per la libertà di tutta la terra (e questa include gli animali umani) senza mendicare, né riformare, né chiedere niente alle autorità, semplicemente incendiando la domesticazione e vivendo i nostri istinti e capricci, come esseri unici, incontrollabili e imprevedibili. Se i danni materiali di un sabotaggio e poche righe di questo testo non sono sufficienti per distruggere la civilizzazione al meno lo siano per solidarizzare iconoclasticamente sempre con i ribelli!
SOLIDARIETA’ DIRETTA E MOLTA FORZA AL FRATELLO GABRIEL POMBO DA SILVA! SOLIDARIETA’ E SALUTI A MARCO CAMENISH PER IL SUO RECENTE SCIOPERO DELLA FAME!
UN SALUTO INSURREZIONALE E COMPLICE AGLI/ALLE AMICI/CHE DELLA TERRA/FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE!
GUERRA SOCIALE E VIVA L’ANARCHIA!
Frazione Anti civilizzazione
del Fronte di Liberazione della Terra
Affini con la Federazione Anarchica Informale (FA/FLT/FAI)
Note: 1- Zea perennis o Teocintle è una specie silvestre di mais c in alcune aree del Messico, è visto dai produttori di mais come un’erba nociva. 2- Si riferisce al testo di Theodore Kaczinsky, il trucco più ingegnoso del sistema.
Nota di Liberación Total: Lo scorso 7 agosto dopo il verdetto contro il compagno Tortuga questo ottiene di uscire dal carcere, come infatti è confermato il 15 con la condanna a 6 anni di “libertà vigilata”. Oggi si trova agli arresti domiciliari in attesa della decisione per il ricorso di annullamento del processo richiesto dalla Procura. Da questo spazio salutiamo il compagno e la sua enorme convinzione nel continuare a lottare.
Quando il fuoco dell’anarchia alimenta i nostri cuori (Quando nè i confini nè la lingua nè i carceri ci separano)
Scrivo con un po’ di fame, con lo stomaco vuoto ma con il cuore soddisfatto, anche se certo, mai paragonerei il mio sciopero con quello che possono stare passando altrx compagnx. Oggi lunedì 10 settembre 2012, in regime di arresti domiciliari, mi preparo a un digiuno solitario di 48 ore (10 e 11 settembre), credo necessario spiegare il motivo per cui ho scelto 2 giorni per questa misura e anche, ovviamente, perchè ho scelto il digiuno come mezzo di lotta in questa occasione.
Comincio spiegando che ho scelto il digiuno solitario per la semplice ragione che è già un po’ di tempo che desideravo scrivere alcune riflessioni che mi giravano in testa su alcune delle operazioni repressive che vivono gli anarchici e antiautoritari di tutto il mondo, approfittando dell’occasione per solidarizzare con i/le compagnx in sciopero della Fame dell’operazione “Ardire”.
Considero una meschinità esprimere opinione e riflessioni su tematiche che non ci stanno toccando direttamente e prioritariamente, per questo ho deciso di condividere anche se solo per alcune ore lo sciopero dei/delle compagnx repressx, facendogli sentire che sono in ogni momento con loro, che il loro sciopero della fame si ripercuote nel mio cuore timido e che per il destino di trovarmi agli arresti domiciliari mi sono potuto informare molto bene su come stanno andando le cose da quelle parti. Devono sapere che in questi giorni io sono in agitazione per loro, anche se molto minoritariamente, che parlo del loro sciopero della fame e soprattutto della loro voglia di Libertà.
Ho scelto due giorni per digiunare perchè il 10 settembre è esattamente l’ultimo giorno dello sciopero della fame da parte dei compagnx Marco Camenisch (rinchiuso in Svizzera), Sergio Maria Stefani, Stefano Gabriele Fosco e Elisa di Berardo (rinchiusi in Italia), in realtà non so se ci sono altri compagnx in sciopero della fame, i miei saluti anche a loro, ma come dicevo, tuttx questx sono compagnx repressx nella funesta caccia all’anarchico chiamata assurdamente “Operazione Ardire”, che comprende altrx 7 compagnx processati per questa razzìa, che per me principalmente vuole colpire a raffica, ma non alla cieca, le intenzioni anarchiche, che cominciano a essere un cancro molesto per il sistema e le sue logiche nel territorio dominato dagli Stati italiano-svizzero-tedesco.
Trovo importante notare che nello Stato italiano c’è un significativo movimento anarchico/antiautoritario, e non parlo solo quantitativamente, ma in qualità non è da meno, come in Germania e Svizzera ci sono due riconosciuti compagni che nonostante gli anni di isolamento hanno saputo dare contributi alla lotta dentro e fuori dalle prigioni, questo mi sembra importante notarlo perchè è certo, secondo la mia osservazione, che se la “Operazione Ardire” è stato un attacco da folli, non lo è stato in nessun caso alla cieca, non hanno preso i/le responsabilx degli attentati rivendicati dalla Federazione Anarchica Informale (FAI), hanno preso persone che coincidevano con il profilo ideologico (agli occhi dell’autorità) e questo per me merita, se non un dibattito, perlomeno una minima analisi da parte dei/delle compagnx, non solo repressi, ma nella loro totalità, da parte di tutte le persone che compongono il movimento anarchico/antiautoritario, per quanto diffuso e contraddittorio a volte possa sembrare questo movimento, che è anche internazionalista. Lasciando da parte le piccole differenze che possiamo avere riguardo alle nostre posizioni, è importantissimo capire che la frase più banale “Potrebbe succedere a chiunque” è realmente vera, ma qui voglio soffermarmi un po’, bè, quando dico “a chiunque” mi riferisco a chiunque abbia una vita politica di contrasto al sistema e ai suoi valori, indipendentemente dai metodi che utilizza per contrastarlo, che sia un blog di controinformazione o un pacco-bomba diretto a un’ambasciata, la guerra sociale si alimenta di tutto, perchè non possiamo sperare di rovesciare il sistema solo con i proiettili, le azioni illegali vanno bene (a patto che rispettino i minimi requisiti rivoluzionari), ma devono essere necessariamente integrate con altre istanze, momenti di riflessione, da condividere tra compagnx, per amarci, per stare in tensione nel quotidiano e per rimarcare le differenze, gli apprezzamenti e le critiche, in questo modo muovendosi verso la crescita individuale e collettiva. Continue reading Cile : Lettera del compagno Tortuga sul suo sciopero solitario dagli arresti domiciliari→
Il 20 Agosto, il prigioniero eco-anarchico, Marco Camenisch, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il nuovo montaggio della polizia nei suoi confronti (è accusato di istigazione per “azione terroristica” dalla sua cella a causa della redazione di testi di solidarietà e di lotta) e contro l’abuso di cui esso sia soggetto al carcere Lezburg, in Svizzera.
Il 29 Agosto, abbiamo dipinto sulla facciata della rappresentanza svizzera in prossimità dell’Unione europea (Piazza Luzemburgo 1, Bruxelles), un appello per la liberazione di Marco. Questa piccola iniziativa si unisce alle decine di tante altre in tutto il mondo in solidarietà con Marco.
Libertà per Marco! Libertà per tutti i prigionieri revoluzionari!
Dal 20.8 al 10.9.2012 dichiaro lo sciopero della fame seppur simbolico tuttavia di contributo al cammino di solidarietà e di lotta che dentro e fuori percorriamo, in ordine sparso, all’unisono, a voci e in maniere unite e diverse, in zone e con genti diverse. Ma sempre contro nemico comune e per un obiettivo comune. Il nemico comune è la guerra di conquista, lo sfruttamento, la schiavittù e la repressione, la distruzione capillare e totale. II nemico comune oggi si chiama sistema tecnoscientifico globale, patriarcale, terrorista e totalitario delle multinazionali e degli Stati imperialisti ed è all’apice del suo potere e della sua diffusione ma anche nella sua più mortifera ed irreversibile crisi. E l’obiettivo comune è l’abbattimento di questo sistema e d’ogni sfruttamento e schiavitta, per un mondo libero, sano e giusto per ogni sua espressione e suo elemento naturale, come base imprescindibile di vita e per una sua e perciò nostra continuità.
È un contributo di lotta e di solidarietà possibile anche da dentro e anche con quest’ennesima canicola come ennesimo segno del pianeta morente che rende difficile persino pensare e scrivere e più ancora se pure sigillati/e in chiuse bare di mattoni e di cemento sempre alla mercede del nostri boia ed aguzzini.
Voglio chiamare l’iniziativa “operazione Fukushima”. Un nome d’attualità. Un altro nome per civiltà e progresso. Un nome per l’immane sofferenza e l’annientamento somministrati alla vita dai pochi padroni e molti lacché della civilizzazione e del progresso per il potere e la ricchezza del pochi. Potrebbe anche chiamarsi Chernobyl, Mühleberg, Beznau, Lucens, Hiroshima, uranio impoverito, IBM, Trino Vercellese, Superphönix, Ansaldo, Bio- e Nanotecnologia, Amianto, Cancro, Deep Water Horizon, Xstrata, Monsanto, TAV, Energia Alternativa, KKKapitalismo Verde, Belo Horizonte.
Un nome anche per ricordare, con le parole della cellula FAI/FRI Olga (grazie, grazie di cuore, fratelli e sorelle della Cellula Olga, grazie di cuore ad ogni sorella e fratello e gruppo e popolo in azione insurrezionale e rivoluzionaria!), che… è solo una questione di tempo e un Fukushima europeo mieterà dei morti nel nostro continente!
“Operazione Fukushima”, un nome per contrapporre i terribili termini reali, anche dell’irreversibile crisi sociale, economica ed ambientale, al ridicolo della persecuzione controinsurrezionale e delle stupide denominazioni delle “brillanti operazioni antiterrorismo” come “Ardire”, “Tramonto”, “Mangiafuoco”, “Blackout”, “ORAI”, “Cervantes”… dei Don Quichote del vigili urbani in versione italiana dell’imperialismo globale, che non riuscendo a fermare i segni della tempesta se la prendono con le voci solidali e le prigioniere ed i prigionieri dell’insorgente cammino della solidarietà e della lotta.
Un nome anche per ripetere con forza: il terrorismo, il male e il crimine assoluto e “l’altissima pericolosità sociale”, la brutalità e la vilta, la menzogna e l’aggressione assassina sono del sistema dominante e di chi lo difende; la legittimità e la forza della ragione, l’urgenza vitale e l’umanità, l’assunzione, più urgente che mai nella storia, di una responsabilità individuale e collettiva genuina ed autentica per la società umana, il monde ed il loro futuro sono di noi autenticamente insorti e rivoluzionarie che questo sistema lo combattiamo davvero.
Allora un nome, un piccolo contributo, anche per affermare quanto è stolta questa misera banda assassina e criminale dei padroni e servi loro (politici, scienziati, sbirri, magistrati, pennivendoli, cultura e religione ed opinionisti aizzatori d’ogni risma e travestimento anche nelle nostre fila di movimento “ufficiale”…) se pensa che anche le sue più devastanti e più infime persecuzioni e rappresaglie in miglior continuità nazifascista possano fermare le nostre lotte e voci da dentro e quelle da fuori su questo cammino della solidarietà e della lotta CON OGNI GRINTA NECESSARIA, CON OGNI MEZZO NECESSARIO!
SOLIDARIETÀ ED AMORE, marco camenisch, lager Lenzburg, svizzera, 19 agosto 2012
INFO N. 2 SULLA RECENTE MONTATURA (veramente ardita…) ANTIANARCHICA ROS (ef)-NON BRUTTI (MA CALZA) MA… COMODI (CALZANO PURE) E DINTORNI
Nel frattempo ho ricevuto una lettera d’Elisa e ieri una di Stefano ambedue dopo circa 10 giorni. Come saprete erano tuttora in “isolamento giudiziario” e sottoposti alla censura, in attesa del “riesame” e/o trasferimento in altra struttura. Probabilmente allungano i tempi per la mancanza, a Pisa, di struttura AS e perciò “giustificazione” di un isolamento totale meno giustificabile/gestibile che in una struttura AS. In ogni caso, come segnala Stefano e per quanto ho visto nelle patrie (italiche) galere, è un periodo d’isolamento d’accanimento (antianarchico…) particolare. E oggi ricevo il comunicato del 9 luglio d’Elisa che mi illumina il cuore!
Tuttora non ho avuto alcunché di notifica o altra notizia “ufficiale” del mandato d’arresto mentre i pennivendoli di regime locale verso fine giugno in tedesco mi hanno “onorato” insieme a Gabriel e la compagna Andi del SRI di un paginone scandalistico di difficile equilibrismo tra devozioni professionali al regime e dolorose constatazioni della vacuità dell’ordinanza (incautamente esposta in rete…) e non mancando di ri-sbandierare lo spettro delle possibili liberazioni di Gabriel e del sottoscritto. Da parte del lager Lenzburg non manca una “strana” sequela di misere provocazioni, perquisizioni e minacce di sanzioni attorno e dopo la “grande notizia”. “Puntuale” è appena arrivato anche il rigetto di seconda istanza della mia “liberazione condizionale”.
Mi sono organizzato per un’iniziativa non rivendicativa (sciopero della fame, più o meno 20 giorni) di solidarietà (riferimento e motivazione principe la repressione e non per ultimo l’ardita ROS(ef)-… Comodi) e di partecipazione e questa volta con appendice denuncia dei “giri di vite” generalizzati attuati in questo ed altre carceri svizzeri, che inizialmente avevo previsto più o meno inizio-metà agosto ma che con questa vi informo che con la massima probabilità attuerò nelle due ultime settimane d’agosto (a partire dal 20 agosto) un po’ causa “buco” estivo, poi per una eventuale migliore coincidenza con l’organizzazione d’iniziative esterne e, anche se questa non è una proposta per un’iniziativa collettiva da dentro, una migliore informazione e valutazione previa delle compagne prigioniere e dei compagni prigionieri.
Vi prego perciò di divulgare questa “Info n. 2”.
Gratamente, con Solidarietà e Amore,
Marco, lager Lenzburg, 18 luglio 2012
Qui segue una trascrizione incompleta, con l’obiettivo fondamentale di diffondere la notizia brevemente:
L’ondata di scioperi è iniziata a Würzburg (Baviera) il 19 Marzo 2012, quando i rifugiati provenienti da diversi parti dell’Iran sono scesi in sciopero della fame per richiamare l’attenzione sulla situazione disumana che stano soffrendo troppo a lungo.
Dopo il suicidio di Mohammad Rahsepar, un rifugiato iraniano che viveva a Würzburg, la regione ha visto un’ondata di proteste da parte dei richiedenti asilo ed altri rifugiati, i quali hanno trovato il coraggio di reagire a questa situazione, con tutti i mezzi e la forza che avevano. La battaglia di queste persone, che inizialmente hanno scelto di rimanere in strada, infine ha contribuito nel far crescere la speranza e la motivazione tra i rifugiati.
Finora, Luglio del 2012, la protesta si è diffusa in molte altre città, come pure (Regensburg, Aub, Bamberg, Düsseldorf, Osnabrück, ed i rifugiati di Lipsia hanno già dichiarato che seguiranno a far parte anche loro se la loro situazione non migliorerà).
Campi di protesta si svolgono in quelle città, e gli scioperanti si trovano sotto la repressione enorme da parte dello Stato. Alcuni di loro si trovano ad affrontare processi giudiziari per violazione della legge relitto dal regime nazista, la Residenzpflicht “dovere di residenza”, che permette allo straniero di muoversi solo entro una certa area.
Il presente regolamento fascista si applica ai rifugiati con una domanda in corso per asilo o ai cosiddetti “tollerati” (Geduldete) rifugiati a cui l’asilo è stato negato, ma che non possono essere espulsi per vari motivi (senza documenti, la situazione instabile nel loro paese d’origine, ecc.). In breve, questa legge obbliga i rifugiati a rimanere entro i confini dello stato federale in cui hanno fatto richiesta d’asilo. In realtà, la maggior parte dei rifugiati hanno problemi ad ottenere i permessi che gli consentono d’uscire dalle vicinanze dei campi profughi, nei cui vivono alcune famiglie per decenni, in attesa di una decisione definitiva per quanto riguarda il loro stato in Germania. Inoltre, i richiedenti asilo ricevono la maggior parte della loro indennità mensile finanziaria sotto forma di voucher, limitando e regolando il tipo dei beni di consumo che possono comprare.
La maggior parte delle persone che hanno preso atto alle azioni provengono dall’Iran, ma tra loro ci sono anche Afgani, Arabi ed altri. La lotta per i loro diritti e la dignità umana non fa alcuna distinzione tra le varie religioni, il luogo di nascita o il colore della pelle.
Dopo oltre cento giorni di sedute di protesta e sciopero della fame, i profughi a Würzburg sono ora sul loro terzo sciopero. Due di loro hanno addirittura cucito le labbra e uno è sceso in uno sciopero della fame e della sete per due giorni. Recentemente (11/7) hanno pubblicato una lista di richieste comuni. Di seguito è riportato un estratto dal loro ultimo comunicato stampa:
“Abbiamo di recente sottolineato le nostre rivendicazioni generali riguardanti il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i rifugiati in Germania:
– Drastica riduzione del tempo che l’Ufficio per l’Immigrazione ed i Rifugiati dello Stato Federale necessita per elaborare le proposte in materia di asilo e gli appelli.
– Abolizione del sistema delle strutture ricettive (rifugi di massa condivisi).
– Abolizione della regolamentazione del “dovere di residenza”.
– Abolizione della pratica attuale della distribuzione di pacchi alimentari.
– Introduzione del diritto di ogni richiedente asilo di avere un avvocato e un interprete certificato, che lo supporterà sin dall’inizio in tutte le fasi della procedura della richiesta d’asilo.
– Introduzione del diritto di tutti i richiedenti asilo di frequentare corsi professionali di lingua tedesca dal primo giorno.
– Possibilità di assicurare il loro sostentamento attraverso il lavoro.
– Semplificazione e riduzione dei tempi per la procedura della richiesta per ottenere un permesso di studio.
E ricordiamoci che il No Border Camp 2012 a Colonia / Düsseldorf ha iniziato il 13 Luglio e durerà fino al 22 Luglio. Leggete tutto qui: nobordercamp köln/düsseldorf
Questa traduzione del testo dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore che in precedenza era resa pubblica dal Contra Info qui è dedicata ai tutti/e compagni/e in Italia che nell’ultimo periodo vengono pressi di mira per l’ennesima volta da parte delle autorità. La solidarietà è l’arma del popolo!
Assunzione di responsabilità per gli attacchi incendiari da parte dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore (CCF/FAI-FRI)
La citazione seguente è dedicata agli rivoluzionari anarchici Giannis Michailidis e Dimitris Politis, che sono ricercati per la partecipazione all’organizzazione rivoluzionaria anarchica CCF e non si arrenderanno mai! Che i nostri incendi vi diano forza e le nostre ceneri nascondino le vostre tracce, fratelli.
“Se mi guardo attorno mi vien voglia di vomitare. Da una parte lo scienziato a cui devo credere per non essere ignorante. Dall’altra il moralista e il filosofo dei quali devo accettare i comandamenti per non essere un bruto. Poi viene il Genio che devo glorificare e l’eroe innanzi al quale devo inchinarmi commosso.
Poi viene il compagno e l’amico, l’idealista e il materialista, l’ateo e il credente e tutta un’altra infinità di scimmie definite e indefinite che vogliono darmi i loro buoni consigli e mettermi, finalmente, sulla buona via. Perché – naturalmente – quella su cui cammino io è una via sbagliata, come sbagliate sono le mie idee, il mio pensiero, il mio tutto.
Io sono un uomo sbagliato. Essi – poveri pazzi – sono tutti pervasi dall’idea che la vita li abbia chiamati ad essere sacerdoti officianti sull’altare delle più grandi missioni, poiché l’umanità è chiamata a dei grandi destini…
Questi poveri e compassionevoli animali deturpati da bugiardi ideali e trasfigurati dalla pazzia, non hanno mai potuto comprendere il miracolo tragico e giocondo della vita, come non hanno potuto accorgersi mai che l’umanità non è affatto chiamata da nessun grande destino. Se qualche cosa avessero compreso di tutto ciò, avrebbero almeno imparato che i cosiddetti loro simili non hanno voglia affatto di rompersi l’osso spinale per cavalcare l’abisso che l’uno dall’altro separa.
Ma io sono quel che sono, non importa cosa.
E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia personale e nobile saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell’umanità e del divenire sociale, qualche cosa che romba al di sopra dei vostri fantasmi?
Udite, udite! È lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su, nell’alto rimbomba!”
[Renzo Novatore, con pseud. Brunetta l’Incendiaria]
Innanzitutto vogliamo chiarire che lo scopo di questa analisi non è affatto la formulazione di una teoria. Invece, si sceglie come mezzo per la diffusione della visione rivoluzionaria ed ha come scopo principale il consolidamento pratico e il rafforzamento delle resistenze collettive all’autorità, nello stesso modo in qui essa indebolisce i rapporti personali e priva di significato la vita quotidiana.
Il contesto storico odierno trova il capitalismo in tumulto ed i equilibri interni della società in mutazione. I meccanismi inerenti al sistema per la sua riproduzione ed auto-equilibrio funzionano sempre più intensamente. Così, i Stati, come il meccanismo di base per assicurare il totalitarismo, si impegnano a rafforzare tutti i loro mezzi di sottomissione pratici ed indiretti.
In questa condizione, come previsto, sempre più gruppi sociali entrano in contatto con il lato disgustoso dell’autorità. Questo non significa che le persone elaborano le loro esperienze nello stesso modo. Sono pochi quelli che finora concepiscono la vera natura disumana del capitalismo. La sua anima maliziosa. Ancora più meno sono quelli che hanno le palle per liberarsi nella prassi, anche se brevemente, dai quadri soffocanti del potere. Per questo motivo è assurdo di credere che sia possibile, così semplice, un cambiamento del mondo, una rivoluzione mondiale. Tuttavia, la guerra con il potere esiste ed esisterà per sempre, fino a quando anche un unico uomo si sente limitato ed evaderà dalla sua prigione.
Noi seguiamo il nostro cammino attraverso la rete caotica dell’autorità che si estende nella società. L’obiettivo è l’annullamento con la prassi della più profonda concezione di restrizione che possiamo identificare in qualsiasi situazione. Per raggiungere questo obiettivo scegliamo azioni che per la etica della società sono estreme. La legge della città è rimasta la stessa con la legge della giungla. Dopo quasi 4000 anni di evoluzione della civiltà, l’uomo non è riuscito ancora a superare con la sua logica il gioco contenzioso della dominazione del più forte. Allora attacchiamo furiosamente l’esistente, non per vincere in qualche battaglia di superiorità, ma per distruggerlo completamente. Proclamiamo, con ogni nostra azione, la guerra a qualsiasi cosa rafforzi o rappresenta il potere del cazzo per soddisfare i nostri desideri. Perché abbiamo capito che non c’è altra strada per recuperare la libertà al di là dell’infinita lotta dentro e fuori i confini del sé.
Dovunque ti trovi, scava in profondità. La sorgente è là sotto. Non ti preoccupare, se la gente cupa griderà: “C’è l’inferno, là sotto!” [Friedrich Nietzsche]
Nella notte di Sabato, 12 Maggio, ad Atene, abbiamo scelto di colpire un veicolo delle Poste Elleniche (ELTA) che era parcheggiato nella Piazza Cyprou nel quartiere di Holargos con un semplice ordigno incendiario di 1,5 litro di benzina, e la chiesa di Aghios Ioannis (San Giovanni) all’incrocio di Via N.Dimitrakopoulou e Petmeza nel quartiere di Makrygiannis (vicino alla collina Filopappou) con 3,5 litri. Il furgone delle Poste Elleniche è distrutto completamente mentre nella casa di Dio sono stati causati danni ingenti. Queste azioni sono state “nascoste” da parte dei media. Per quanto riguarda se sono state fatte, è testimoniato dalle ceneri che abbiamo lasciato nei posti in questione. Quando effettuiamo azioni di questo genere o quando infrangiamo altre leggi, quando rompiamo gli imperativi sociali dissolvendo i confini predeterminati tra di noi per creare relazioni oneste, siamo felici perché siamo liberi. La cosa più importante è la consistenza naturale alle nostre azioni. Parallelamente consideriamo come dato di fatto che vi sia la necessità di dichiarare pubblicamente le nostre azioni rivoluzionarie, come anche il nostro modo di vivere, le nostre pratiche e il codice dei valori che abbiamo creato il quale ci “detta” di seguire questa strada personale verso la realizzazione del sé. Per il massimo livello di coscienza del Potenziale umano.
Il dubbio è fonte di conoscenza. Attraverso il dubbio, l’uomo può realizzare la miseria dell’esistente. Ma per incarnarsi e diventare un’arma utile contro il nemico questo dubbio, ha bisogno di persone decenti, coraggiosi e combattivi con progetti pertinenti. La violenza rivoluzionaria che viene esercitata da queste persone può, nelle circostanze esistenti, essere considerata l’esercizio più diretto ed efficace. Questo perché le “sane” posizioni politiche per noi non sono una mera conciliazione con il nemico, ma una guerra in cui, invece di dialogare con il tuo nemico, lo pugnali.
Infine, vogliamo l’intensificazione delle situazioni. Vogliamo avere contro di noi i padroni del mondo. Conosciamo il potere del nemico e non ci aspettiamo da lui compassione o comprensione. Lo vogliamo nemico, persecutore ovvio. Così, attraverso la nostra posizione pubblica per quello che riguarda le nostre azioni, ogni persona che lo desidera può trovare ragioni chiare per i nostri atti. Non desideriamo coalizioni ed unioni con chiunque indegno che nega il suo stesso potere personale. Non facciamo compromessi, non passiamo la nostra vita come miserabili. Vogliamo che i possessori ci chiamano ladri pisciando nei loro pantaloni.
Dentro e fuori le mura, la solidarietà tra gli anarchici della prassi esiste e si trova nell’intenzione comune delle nostre azioni: per indirizziarsi con passo fiammeggiante verso il culmine nelle nostre idee.
Pertanto, questa lettera di assunzione di responsabilità è dedicata specificamente al Rami Syrianos, il quale ha effettuato un sciopero della fame vittorioso dal 15 al 21 Maggio chiedendo la rimozione del regime speciale di detenzione imposto dai secondini delle carceri di Nigrita a Serres, come anche a tutti i prigionieri decenti.
Continuare a tenere forti, compagni, sempre coerenti. Abbiamo ancora molte esplosioni da dedicarvi.
COSPIRAZIONALITÀ – DIGNITÀ – SODALIZIO
Viva la Cospirazione delle Cellule di Fuoco
Viva l’Internazionale Nera
PS.1: Dobbiamo informare la cellula dei membri imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che l’oscurità la quale abbiamo scelto per il periodo precedente è dovuta alla ricerca di tecniche e infrastrutture. Restiamo sempre coerenti alle nostre scelte e alla ricerca di nuovi complici.
PS.2: Per quanto riguarda Roberto Adinolfi, direttore della società energetica Ansaldo Nucleare, controllata dal gigante dell’industria aerospaziale e della difesa, Finmeccanica, gli auguriamo delle belle passeggiate con la sedia a rotelle e le stampelle. Ora avrà tempo sufficiente per pensare ai risultati delle sue scelte.
Nucleo Olga, ti ringraziamo!
FAI/FRI
COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO GRUPPI RIVOLUZIONARI PER LA DISPERSIONE DEL TERRORE
Nel pomeriggio del 21 Aprile, diversi individui, spinti dal desiderio di esprimere solidarieta’ verso i nostri compagni anarchici in sciopero della fame nelle prigioni greche, hanno portato alcuni striscioni e volantini in alcune vie di Londra per celebrare i valori della dignita’ e della lotta per la liberta’.
Abbiamo anche distribuito il foglio illustrativo “Dove c’e’ dignita’ c’e’ rivolta – Solidarieta’ verso gli scioperanti della fame nelle prigioni Greche” – leggete il pdf.
L’area, Peckham, sud di Londra, e’ stata teatro di una forte ribellione nei tumulti dell’Agosto 2011, una lotta che noi e molte delle persone che abbiamo incontrato desiderano valorizzare ed estendere. La polizia ed i media hanno lavorato assiduamente per spegnere le passioni ribelli e creare un clima di sottomissione e di sospetto, condannando i ribelli e premiando gli infiltrati, portando a migliaia di arresti e secoli di carcere, sotto una fabbricata facciata pubblica approvata dai cittadini.
Uscendo da quel pomeriggio piovoso abbiamo trovato la conferma di cio’ che gia’ siamo convinti – che una cospirazione di cuori ribelli esiste, le cui infinite aspirazioni di liberta’ va al di la’ di tutte le carceri e strutture di controllo. A volte degli incontri fugaci bucano il sudario dell’isolamento urbano, rovesciando la terra del cimitero dell’abitudine per rivelare scorci della possibilita’ di una collusione futura di spiriti ribelli.
Non abbiamo bisogno di aspettare l’assassinio che fara’ il prossimo poliziotto per armare la nostra rabbia e puntare contro il nemico.
“guerra ad oltranza…la nostra liberazione dal carcere dev’essere costruita da noi stessi e dai nostri compagni”
Christos Tsakalos, 18 Aprile (registrazione di Radio 98fm)
Realizzazione immediata delle richieste degli anarchici in sciopero della fame nelle prigioni di Koridallos.
Kostas Sakkas, Alexandros Mitroussias, che sono in sciopero della fame dal 16/04/12 e che chiedono l’immediato rilascio dell’anarchica Stella Antoniou per motivi di salute, cosi’ come la revoca delle nuove accuse e delle loro nuove incarcerazioni preventive; i compagni sono accusati dei 250 attacchi rivendicati dalla R.O. CCF, anche se negano di avere alcuna partecipazione all’organizzazione…
I membri delle CCF Gerasimos Tsakalos, Panagiotis Argirou, che sono in sciopero della fame dal 08/04/12 chiedeno il loro definitivo trasferimento dalle prigioni di Domokos a quelle di Koridallos, dove si trovano al momento; altri membri delle CCF sono scesi in sciopero della fame, chiedendo il trasferimento dei loro compagni.
Liberta’ per i perseguiti del caso CCF
Lotta per la dignita’ e la liberta’ dentro e fuori le prigioni
Dimostrazione Venerdi, 27/04/12, alle 18.00 in Piazza Eleftheria, Koridallos
Assemblea di solidarieta’ per i combattenti imprigionati e sotto accusa
Dieci compagni sono in sciopero della fame fino ad oggi. Puoi leggere brevi note precedenti qui.
Con un testo pubblicato la sera del 25 Aprile, Giorgos Nikolopoulos, membro delle CCF, dichiara anche lui la sua adesione allo sciopero della fame, dal 26 Aprile, in solidarietà con i suoi compagni e con le loro richieste.
Inoltre, la sera del 25 Aprile, il compagno Kostas Sakkas che si trova nel 20º giorno di sciopero della fame è stato trasferito all’ “ospedale” di Koridallos a causa di complicazioni alla sua salute dovute allo sciopero. Più tardi della stessa sera è stato trasferito all’ospedale Statale “Attikon” di Atene.
Nella serata di Lunedi, 23 Aprile, il prigioniero anarchico Giorgos Karagiannidis è stato spostato all’ ‘ospedale’ delle carceri di Koridallos, a causa delle gravi complicazioni alla sua salute, dopo 18 giorni di sciopero della fame (dal 6 aprile). Poco dopo la mezzanotte, il 24 aprile, il compagno è stato trasferito d’urgenza all’Ospedale Statale Generale di Nikaia, dove finora viene trattato, essendo custodito in una speciale camera-cella dell’ospedale.
Nonostante i rischi per la sua salute, Giorgos Karagiannidis ha rifiutato di mettere una flebo e continua lo sciopero della fame, insieme con gli anarchici imprigionati Alexandros Mitroussias e Kostas Sakkas, chiedendo la revoca delle loro nuove vendicative incarcerazioni in attesa di giudizio, nonché l’immediato rilascio della compagna anarchica Stella Antoniou per motivi di salute.
Il 21 Aprile è stato annunciato che i membri imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco (CCF ) Haris Hadjimihelakis, Giorgos Polidoros e Damiano Bolano hanno perso 8, 7 e 6 chili , rispettivamente. I tre compagni si sono uniti allo sciopero della fame il 17 aprile, a sostegno dei loro fratelli Panagiotis Argirou, Gerasimos Tsakalos e Christos Tsakalos che sono in sciopero della fame dal 8 Aprile, chiedendo il trasferimento definitivo di Panagiotis Argirou e Gerasimos Tsakalos nelle carceri di Koridallos dall’inferno delle carceri di Domokos .
Gerasimos Tsakalos e Panagiotis Argirou si trovano attualmente nella prigione di Koridallos, e lottano per non essere ricondotti a Domokos, e per rimanere lì. Va precisato che entrambi hanno più volte cercato di essere spostati dalle carceri di Domokos attraverso numerosi atti di insubordinazione, che imporrebbe alle autorità carcerarie di ordinare il loro trasferimento disciplinare. Tuttavia, questi sforzi non hanno avuto buon esito. È sempre meglio per i combattenti di iniziare lo sciopero della fame al centro di detenzione in cui preferiscono rimanere, invece di iniziare uno sciopero presso il carcere dal cui vogliono essere trasferiti. Inoltre, il trasferimento di detenuti da un carcere ad un altro mentre stanno conducendo uno sciopero della fame è fuori questione. Così, Gerasimos e Panagiotis hanno deciso di iniziare lo sciopero della fame dopo il loro spostamento da Domokos alla prigione di Koridallos in seguito al trasferimento di emergenza causato dai nuovi interrogatori e dalle azioni penali per i 250 attacchi incendiari ed esplosivi delle CCF. Tutto questo è stato ben spiegato da Tsakalos Christos in un messaggio audio registrato e trasmesso di recente da radio98fm.
Spyros Dravilas è anche lui un detenuto delle carceri di Domokos, attualmente detenuto nell”ospedale’ delle carceri di Koridallos, conducendo lo sciopero della fame dal 4 Aprile. Il 20 Aprile, durante il suo 16 ° giorno di sciopero della fame, è stato riferito che abbia perso un totale di 10 chili, mentre i suoi livelli di zucchero nel sangue sono scesi troppo in basso (36). Il Consiglio delle Carceri di Domokos, in modo vendicativo, gli ha negato il congedo temporaneo dal carcere per cinque giorni di cui ha diritto da 2 anni e mezzo ormai. Lo sciopero della fame è l’ultimo mezzo di lotta di Spyros per protestare contro questi respingimenti arbitrari, che sono direttamente correlati all’accusa del suo presunto coinvolgimento nella fuga in elicottero dalla prigione di Vassilis Palaiokostas.
A parte il messaggio audio registrato e trasmesso dalla radio libera di Atene, radio98fm, e l’aggiornamento di Tsakalos Christos da dentro le mura sullo sciopero della fame dei membri delle CCF il 18 Aprile, numerosi testi significativi e combattivi sono stati pubblicati ma non sono stati diffusi in altre lingue ancora, come la lunga proclamazione di Sakkas, Mitroussias e Karagiannidis dalla prigione di Koridallos il 19 Aprile, la dichiarazione alla Corte di Christos Tsakalos e Damiano Bolano il 20 Aprile (entrambi i compagni erano assenti dall’ultima seduta del tribunale a causa del loro sciopero della fame in corso, così Michalis Nikolopoulos ha letto il loro testo), nonché la dichiarazione di Athena Tsakalou (madre di Christos e Gerasimos Tsakalos) per quanto riguarda la sua netta negazione di dare alcuna testimonianza davanti ai giudici della stessa udienza, e infine l’annuncio delle richieste poste da Sakkas, Karagiannidis e Mitroussias, per le quali la difesa dei loro avvocati insieme con dei loro sostenitori convocheranno una conferenza di stampa Mercoledì, 25 Aprile, alle ore 13.00, presso la sede dell’Unione dei giornalisti dei quotidiani di Atene (ESIEA) nel centro di Atene.
Il 24 aprile, alle ore 17.00, oltre 50 compagni sono riuniti nella Piazza Kapnikarea, nella via pedonale dello shopping di Atene, via Ermou (vicino a Monastiraki) per la realizzazione dell’incontro di solidarietà ed informazione previsto, a favore dei scioperanti della fame anarchici imprigionati. È stato un incontro vivace, dove migliaia di volantini sono stati gettati e più di 1.500 testi contro-informativi sono stati distribuiti alle persone. Inoltre, compagni hanno incollato manifesti propagando la manifestazione di solidarietà che si terrà il 27 aprile all’esterno delle carceri di Koridallos (vedi qui foto dall’azione). Poche ore più tardi della stessa sera, verso le 20,00, un incontro di solidarietà con gli scioperanti della fame detenuti ha avuto luogo nel centro della città di Salonicco, nei pressi della Rotonda di San Giorgio.
Siamo lieti di constatare che sta diventando davvero difficile tenere traccia di quante azioni di solidarietà dedicate agli scioperanti della fame hanno avuto luogo e sono ancora programmate per essere tenute in Grecia, ma anche in altre parti del mondo. Abbiamo intenzione di indicare i riferimenti relativi e ulteriori aggiornamenti il più presto possibile, ma per mantenersi completamente aggiornati, occorre verificare regolarmente anche in ActForFreedomNow e ThisIsOurJob .
Piena e ardente solidarietà , con tutti i prigionieri nelle carceri della democrazia e con i perseguitati ed oppressi dallo Stato greco.
Perché le parole degli anni scorsi non hanno mai suonato più forte…
“È mio dovere di non accettare mai il ruolo del perseguitato, ma solo dell’attaccante. Attaccante verso la società Attaccante nella clandestinità E rimarrò attaccante anche all’interno della prigione.” Damiano Bolano ( Maggio 2011 )
L’ODDY ( Agenzia di Gestione dell’Attività Pubblica S.A.) conduce una vasta gamma di aste ed è responsabile per la liquidazioni di autovetture, motocicli e di molti altri beni recuperati dalla polizia o dalle dogane. Rami Syrianos ha rivendicato la responsabilità di un furto all’ODDY, dopo un’asta a Salonicco il 31 Gennaio, 2011, affermando che è un’anarchico e che ha tentato una rapina a mano armata nel contesto del suo rifiuto al lavoro. Ha anche messo in chiaro fin dall’inizio che il co-imputato Kleomenis Savvanidis non ha assolutamente alcuna relazione con questo caso. Kleomenis fù liberato, ma è ancora sotto accusa. Rami è da allora incarcerato, ed è tra le poche persone che hanno mantenuto una posizione dignitosa all’interno delle mura, rifiutandosi costantemente di sottoporsi alle perquisizioni corporali carcerarie.
Il processo contro entrambi i compagni è ancora in sospeso ed è stato rifissato per il 21 Maggio, 2012. L’ultima volta, Rami è stato trasferito presso la corte di Salonicco per il processo ( fissato per il 26 Marzo, dopo numerosi rinvii). E’ ora trattenuto in cella d’isolamento a causa del rifiuto di sottoporsi alla tortura della perquisizione corporale al rientro dalla corte.
In particolare, il 28 Marzo il compagno è stato punito con una misura disciplinare di trasferimento dopo l’ordine del procuratore. Nonostante il fatto che i prigionieri debbano essere tenuti dentro una cella del braccio in attesa di subire i trasferimenti disciplinari, in questa circostanza le autorità giudiziarie hanno verbalmente annunciato a Rami che sarebbe stato tenuto in isolamento per un “periodo indeterminato”, finche il processo del suo trasferimento fosse stato attivato (ciò potrebbe richiedere mesi) o fintanto che egli si fosse sottoposto all’umiliante perquisizione corporale. A causa delle continue cancellazioni del processo, questa è la quarta volta che Rami si trova di fronte a questa situazione.
Martedi sera, 3 Aprile, un presidio microfonico si è svolto fuori la porta del carcere di Nigrita ( nel distretto regionale di Serres), come solidarietà d’emergenza verso Rami. Abbiamo partecipato alla manifestazione fuori la prigione di Serres in dozzine di compagni, provenienti da diverse parti del nord della Grecia – principalmente da Salonicco, dove era stato organizzato un pullman per il trasporto.
Abbiamo intonato slogan in sostegno al compagno imprigionato e per la distruzione di tutte le prigioni, come “La bomba di Nigrita è stata solo l’inizio; esplosioni e fuoco per ogni prigione” e “La nostra passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni”. Inoltre, sono stati lanciati fuochi d’artificio e petardi e un di avviso per le prigioni è stato scritto sull’asfalto del viale che porta all’inferno. Un testo di solidarietà per Rami Syrianos e tutti i prigionieri politici è stato letto più volte attraverso l’impianto audio. Anche se Rami non ha potuto sentire cosa stava succedendo fuori, dal momento che è tenuto in isolamento, i compagni sapevano che era consapevole della loro presenza ed ha ricevuto il nostro sostegno, amore e rabbia.
Dopo quasi un’ora e mezza, il presidio, si è trasformato in una piccola manifestazione ler le strade della città di Nigrita, con più slogan, ditribuendo volantini e facendo graffiti richiedenti il rilascio di Rami (le foto realizzate sono qui).
Dall’11 Aprile Syrianos Rami si astiene dal prendere il cibo del carcere in solidarietà con tutti compagni imprigionati che sono in sciopero della fame.
Libertà ora per Rami Syrianos! Giù le mura delle prigioni!
dai nostri fratelli e dalle nostre sorelle a New York:
“Eravamo un piccolo ma vivace gruppo di circa 20 anarchici riuniti fuori il Consolato Greco ieri sera (19/04).
Avevamo due striscioni, ed abbiamo distribuito volantini per porre attenzione circa la corrotta questione dei detenuti politici Anarchici in sciopero della fame e le cattive condizioni e le detenzioni preventive.
Siamo solidali e lottiamo accanto a loro per provocare la caduta dello stato capitalista e l’abbattimento di tutte le prigioni, in quanto sono dei campi di concentramento dello Stato fascista.
Fuoco alle carceri, Amore nei parchi! Anarchia per un’umanità libera!
[…Senza farsi fermare da qualsivoglia “contenitore sociale” la Cospirazione delle Cellule di Fuoco, spezza e destabilizza l’esistente del quietismo reazionario. È lo fa anche nel cosidetto movimento anarchico in tutti le latitudini, dando la “strada”, ma non insegnando niente, perché “niente vuole”… Prorompe in questo modo una nuova forma di guerriglia antisociale e nichilista che non accetta di farsi immagazzinare in un stereotipo di finto sentimento rivoluzionario, dai saccenti professori universitari dell’anarchismo ufficiale, e dai cultori del militantismo fine a se stesso. Una guerriglia che determina in ambito rivoluzionario la propria propulsione distruttrice e che “affonda” ogni concetto di sociale…] Federico Buono
Rispetto-Onore-Solidarietà agli orgogliosi combattenti rivoluzionari della nuova guerriglia urbana, membri dell’Organizzazione Rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco.
Solidarietà ai scioperanti di fame Gerasimos Tsakalos, Panagiotis Argirou, Christos Tsakalos, che continuano con coerenza e determinazione la loro lotta multiforme contro la cultura del potere a della sottomissione, nonostante le condizioni della prigionia. Compagni, forza fino la libertà.
4 Aprile : Testo di dichiarazione di sciopero della fame da Spyros Dravilas (prigioniero di Carcere di Domokos, attualmente all’interno dell’Ospedale di Carcere di Koridallos) col titolo “Lo Stato e le sue istituzioni vendicano coloro che non soccombono al Sistema, privandoli del loro diritto acquisito di uscire temporaneamente dal carcere”. Le autorità negano a Spiros Dravilas l’uscita temporanea dal carcere di cui ha diritto da due anni e mezzo ormai.
6 Aprile : Dichiarazione di sciopero della fame da Giorgos Karagiannidis, Alexandros Mitrousias e Kostas Sakkas – “A partire da oggi 6/4 scendiamo in sciopero della fame chiedendo la revoca della nostra arbitraria e vendicativa custodia cautelare e l’immediato rilascio della nostra coimputata Stella Antoniou per motivi di salute”. (S. Antoniou attualmente sta protestando con astensione dall’assunzione dal cibo del carcere.)
6 Aprile : Dichiarazione di sciopero della fame dai membri carcerati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco (CCF), Panagiotis Argirou e Gerasimos Tsakalos, che chiedono il loro trasferimento definitivo e rimanente nel Carcere di Koridalos, in modo di porre fine ai ripetuti trasferimenti vendicativi nei quali vengono sottoposti nell’ambito di una guerra fisica e psicologica contro di loro.
7 Aprile : Astensione dall’assunzione dal cibo di carcere in segno di solidarietà dall’anarchico Vaggelis Kailoglou (uno dei quattro arrestati del 12 Febbraio rimasti ancora in prigione in custodia cautelare)
7 Aprile : Astensione dall’assunzione dal cibo del carcere dai prigionieri combattenti anarchici Sokratis Tzifkas (Carcere di Diavata), Giannis Skouloudis (Carcere di Avlona), Babis Tsilianidis e Dimitris Dimtsiadis (Carcere di Koridallos)
8 Aprile : Dichiarazione di sciopero della fame da Christos Tsakalos, membro imprigionato della CCF, in solidarietà con i due compagni della CCF che sono già in sciopero della fame.
8 Aprile : Astensione dall’assunzione dal cibo del carcere da parte di 130 detenuti del Primo Braccio del Carcere maschile di Koridalos, in segno di solidarietà
9 Aprile : Assemblea di solidarietà all’Università Politecnico di Atene, nel palazzo Ghini, con l’intervento telefonico da parte dei scioperanti della fame all’interno delle prigioni
9 Aprile : Il resto dei membri imprigionati della CCF e l’anarchico rivoluzionario Theofilos Mavropoulos, dichiarano la loro graduale adesione allo sciopero della fame dei loro fratelli Panagiotis Argirou, Gerasimos Tsakalos e Christos Tsakalos.
11 Aprile : Dichiarazione di Stella Antoniou sugli sviluppi recenti : Le autorità della persecuzione penale non hanno ordinato il rinnovo della custodia cautelare di Stella, tuttavia, hanno ordinato il rinvio di Sakkas, Mitroussias e Karagiannidis, sulla base delle accuse fabbricate contro di loro riguardanti la loro partecipazione ai 250 attacchi incendiari della CCF. Alla luce di questi fatti, e in accordo con i suoi tre compagni, Stella ha spiegato che interromperà lo sciopero della fame e nonostante i suoi problemi di salute si asterrà dall’assunzione dal cibo del carcere finchè le loro richieste non saranno accolte.
11 Aprile : Astensione dall’assunzione dal cibo del carcere dal carcerato anarchico Rami Syrianos.
11 Aprile : L’assemblea di solidarietà con G.Karagiannidis, A.Mitroussias, K.Sakkas e S.Antoniou tra l’altro ha rilasciato la seguente notizia : “Attualmente i tre compagni Karagiannidis, Mitroussias e Sakkas sono stati accusati per il caso dei 250 attacchi esplosivi della CCF e chiamati in appello da parte dei esperti interrogatori Mokkas e Baltas, i quali hanno ordinato che tutti e tre così come i membri dell’O.R. CCF dovranno rimanere detenuti in custodia cautelare, ancora una volta. Stella Antoniou è stata accusata per lo stesso caso, ma non è stata rimandata in custodia cautelare di nuovo, e così dovrebbe essere rilasciata alla fine del periodo dei 18 mesi della sua detenzione preventiva (nel Giugno del 2012), mentre alla sua quinta richiesta di rilascio per motivi di salute non è ancora data risposta”. Ricordiamo che Stella è tenuta in detenzione preventiva per 16 mesi ormai, con unica prova contro di lei il possesso di una carta d’intensità falsa.
14 Aprile : Notizie sui tre compagni della CCF imprigionati dopo una settimana in sciopero della fame
15 Aprile : Tre compagni imprigionati della CCF, Haris Hadjimihelakis, Damiano Bolano e Giorgos Polidoros, scenderanno in sciopero della fame dal 17 Aprile.