Cile : Lettera del compagno Tortuga sul suo sciopero solitario dagli arresti domiciliari

Nota di Liberación Total: Lo scorso 7 agosto dopo il verdetto contro il compagno Tortuga questo ottiene di uscire dal carcere, come infatti è confermato il 15 con la condanna a 6 anni di “libertà vigilata”. Oggi si trova agli arresti domiciliari in attesa della decisione per il ricorso di annullamento del processo richiesto dalla Procura. Da questo spazio salutiamo il compagno e la sua enorme convinzione nel continuare a lottare.

Quando il fuoco dell’anarchia alimenta i nostri cuori
(Quando nè i confini nè la lingua nè i carceri ci separano)

Scrivo con un po’ di fame, con lo stomaco vuoto ma con il cuore soddisfatto, anche se certo, mai paragonerei il mio sciopero con quello che possono stare passando altrx compagnx. Oggi lunedì 10 settembre 2012, in regime di arresti domiciliari, mi preparo a un digiuno solitario di 48 ore (10 e 11 settembre), credo necessario spiegare il motivo per cui ho scelto 2 giorni per questa misura e anche, ovviamente, perchè ho scelto il digiuno come mezzo di lotta in questa occasione.

Comincio spiegando che ho scelto il digiuno solitario per la semplice ragione che è già un po’ di tempo che desideravo scrivere alcune riflessioni che mi giravano in testa su alcune delle operazioni repressive che vivono gli anarchici e antiautoritari di tutto il mondo, approfittando dell’occasione per solidarizzare con i/le compagnx in sciopero della Fame dell’operazione “Ardire”.

Considero una meschinità esprimere opinione e riflessioni su tematiche che non ci stanno toccando direttamente e prioritariamente, per questo ho deciso di condividere anche se solo per alcune ore lo sciopero dei/delle compagnx repressx, facendogli sentire che sono in ogni momento con loro, che il loro sciopero della fame si ripercuote nel mio cuore timido e che per il destino di trovarmi agli arresti domiciliari mi sono potuto informare molto bene su come stanno andando le cose da quelle parti. Devono sapere che in questi giorni io sono in agitazione per loro, anche se molto minoritariamente, che parlo del loro sciopero della fame e soprattutto della loro voglia di Libertà.

Ho scelto due giorni per digiunare perchè il 10 settembre è esattamente l’ultimo giorno dello sciopero della fame da parte dei compagnx Marco Camenisch (rinchiuso in Svizzera), Sergio Maria Stefani, Stefano Gabriele Fosco e Elisa di Berardo (rinchiusi in Italia), in realtà non so se ci sono altri compagnx in sciopero della fame, i miei saluti anche a loro, ma come dicevo, tuttx questx sono compagnx repressx nella funesta caccia all’anarchico chiamata assurdamente “Operazione Ardire”, che comprende altrx 7 compagnx processati per questa razzìa, che per me principalmente vuole colpire a raffica, ma non alla cieca, le intenzioni anarchiche, che cominciano a essere un cancro molesto per il sistema e le sue logiche nel territorio dominato dagli Stati italiano-svizzero-tedesco.

Trovo importante notare che nello Stato italiano c’è un significativo movimento anarchico/antiautoritario, e non parlo solo quantitativamente, ma in qualità non è da meno, come in Germania e Svizzera ci sono due riconosciuti compagni che nonostante gli anni di isolamento hanno saputo dare contributi alla lotta dentro e fuori dalle prigioni, questo mi sembra importante notarlo perchè è certo, secondo la mia osservazione, che se la “Operazione Ardire” è stato un attacco da folli, non lo è stato in nessun caso alla cieca, non hanno preso i/le responsabilx degli attentati rivendicati dalla Federazione Anarchica Informale (FAI), hanno preso persone che coincidevano con il profilo ideologico (agli occhi dell’autorità) e questo per me merita, se non un dibattito, perlomeno una minima analisi da parte dei/delle compagnx, non solo repressi, ma nella loro totalità, da parte di tutte le persone che compongono il movimento anarchico/antiautoritario, per quanto diffuso e contraddittorio a volte possa sembrare questo movimento, che è anche internazionalista. Lasciando da parte le piccole differenze che possiamo avere riguardo alle nostre posizioni, è importantissimo capire che la frase più banale “Potrebbe succedere a chiunque” è realmente vera, ma qui voglio soffermarmi un po’, bè, quando dico “a chiunque” mi riferisco a chiunque abbia una vita politica di contrasto al sistema e ai suoi valori, indipendentemente dai metodi che utilizza per contrastarlo, che sia un blog di controinformazione o un pacco-bomba diretto a un’ambasciata, la guerra sociale si alimenta di tutto, perchè non possiamo sperare di rovesciare il sistema solo con i proiettili, le azioni illegali vanno bene (a patto che rispettino i minimi requisiti rivoluzionari), ma devono essere necessariamente integrate con altre istanze, momenti di riflessione, da condividere tra compagnx, per amarci, per stare in tensione nel quotidiano e per rimarcare le differenze, gli apprezzamenti e le critiche, in questo modo muovendosi verso la crescita individuale e collettiva.

Tutto questo che dico mi fa venire inmediatamente in mente la caccia che fu iniziata contro 4 compagni, che effettivamente allo stesso modo coincidevano con il profilo che cercavano le autorità dopo l’assalto a una banca il 18 ottobre 2007, in cui morì ucciso un poliziotto e un altro rimase ferito nel centro di Santiago, in Cile. Per me non è una coincidenza che cercarono di collegare Juan Aliste Vega con la persona che sparò agli sbirri che cercavano di fermare i rapinatori, poi è risaputo che Juan era già stato prigioniero in passato [ que Juan sí estuvo preso anteriormente por el crimen de un policía] negli anni ’90, coincidenza? Mai! La politica repressiva cerca di sottomettere, se non riesce con la paura e l’inazione (manifestata legalmente o illegalmente), allora tramite la privazione della mobilità mettendoti in carcere, lo stesso è accaduto con Freddy Fuentevilla, Carlos Gutiérrez e Marcelo Villaroel, compagni riconosciuti con una vita politica anticapitalista, allora ci si chiede, perchè ci sono compagnx processatx in Italia-Svizzera-Germania? Per avere un profilo? E se è così, quale dovrebbe essere la nostra posizione di fronte ai fatti?

Un altro caso simile è l’operazione “Salamandra”, dove furono perquisite e sgomberate case occupate e spazi autonomi, dove subirono violenze moltx compagnx, dove furono processatx per “associazione terrorista illecita”, per la collocazione di più di una ventina di bombe in diversi punti della capitale del Cile, e per finanziamento della pratica terrorista, 14 compagnx anarchicx e antiautoritarx, i quali codardemente furono segnalati, accusati, incarcerati e sottoposti a un processo assurdo e nefasto, che pretendeva non solo di eliminare questx compagnx dalla lotta, ma in più di lasciare una densa scia di paura e panico nell’aprire/ gestire uno spazio contrario a quello imposto dal dominio, a intrecciare relazioni con persone conosciute e schedate dal sistema, o ancora peggio, portare a riprodurre riprodurre il discorso del nemico per giustificare la repressione, quindi, per me a questo punto l’ondata repressiva rivela alcune cose tra le righe. Non si cerca di incarcerare gli/le autori delle bombe, degli assalti alle banche o i/le compagnx che hanno realizzato gli attentati della F.A.I., in questo questa pratica è solo il riflesso propagandista e violento di una vita
ribelle all’autorità, si cerca di punire e mostrare che assumendo un determinato modo di vivere finirai nella mira della polizia, della stampa, dei cittadini al servizio del potere, ma se scegli una vita normale, allora puoi andare tranquillx. Tranquillx? Tranquillx di cosa? Che ti schiaccino giorno per giorno in una routine di merda che ti toglierà le forze per portare avanti un’esistenza che valga la pena? Se per alcuni questo è vivere tranquillamente, allora preferisco vivere stupidamente una vita libertaria. L’operazione “Salamandra”, l’operazione “Ardire” o le accuse agli imputati e al fuggitivo del “caso Security” non hanno alcuna differenza, forse ci sono contrasti nei modi di agire del nemico, che in alcuni casi segnala persone che vivono/frequentano certi spazi, altre che comunicano dall’interno della prigione e danno il loro apprezzamento sotto forma di lettere e comunicati, o altre su cui semplicemente pesa il loro passato sovversivo, in tutti i casi c’è un fattore comune, che è la necessità urgente della lotta, questa energia che scorre incrollabile di fronte alle ingiustizie, e questa volontà di cui parlo la sentiamo in molte, moltissime persone, quindi bisogna capire che ieri sono statx alcunx occupantx e compagnx con precedenti combattivi in Cile, oggi sono alcuni blog e individualità riconosciute in guerra contro l’autorità in Italia-Svizzera-Germania, ma domani può essere chiunque da qualunque parte, lo stiamo vedendo in Bolivia con i compagnx accusatx di terrorismo Henry Zegarrundo e Mayron Gutiérrez, che si trovano in carcere per la delirante collaborazione di esseri infami, lo stiamo vedendo in Grecia con il caso del compagno Tasos Theofilou che è arrestato per essere anarchico, questo è il suo crimine, lo stiamo vedendo paradossalmente e più volte in Italia dove ci sono state più di 4 operazione repressive contro il dissenso sociale, allora compagnx miex, credo nella urgente necessità di apprendere lezioni da tutto questo: a cosa punta veramente il nemico? Personalmente credo che punti al terrore, a farci credere che perchè diamo vita a uno spazio occupato ti cadrà addosso la repressione, che se rispondi a lettere da dentro un carcere ti indicheranno come leader di un gruppo terrorista, che se mantieni attiva una pagina di controinformazione sarai l’ideologo di un gruppo armato, che se parlerai dei mali di questo mondo di merda i collaboratori della polizia ti consegneranno su un piatto d’argento alle autorità, che se solidarizza con questa o quest’altra persona parleranno di reti per la cospirazione, quindi attraverso la paura pensano di paralizzarci.

Forse moltx avevano già fatto queste riflessioni, ma io l’ho vista, l’ho sentita la paura poco tempo dopo l’incarcerazione di varie persone per il “caso bombas”, in compagnx che potevano perfettamente arrivare a queste conclusioni preferivano fare un concerto o un’iniziativa in un parco piuttosto che in qualcuno dei pochi spazi occupati che ancora rimanevano, ragioni per autoingannarsi si trovano sempre, quel che è certo è che perlomeno in Cile il potere è riuscito (fino a un certo punto) nella sua missione di colpire il 14 agosto, e credo che riprodurre quello che il potere desidera sia soltanto un atto di tradimento, perlomeno un atto di codardia, vogliono isolarci? Bè, io rispondo precisamente: che si fottano! Mi scriverò con i prigionieri che voglio. Non vogliono spazi di ribellione nelle loro città monotone? Creeremo ancora più occupazioni. Vogliono reprimere i blog di controinformazione? Hackereremo internet intero se necessario, questa penso dovrebbe essere la risposta dopo i colpi repressivi, solidarizzando con gli oppressi e gridando ai quattro venti le nostre grida di libertà. Credo importante condividere queste riflessioni e giudizi sui colpi repressivi che stiamo vivendo a livello internazionale, dando in questo modo più che un impulso emozionale, affettivo e sentito al Fronte Rivoluzionario Internazionale (FRI), ma anche una capacità analitica a una realtà che evidentemente ci minaccia, che è la repressione nelle sue varie dimensioni e angolazioni.

Non trarremo niente dal pensare/condividere certe riflessioni o analisi se poi non le interiorizziamo, è necessario fare del nostro discorso una pratica, un pensiero ribelle, un essere ribelle! Fortunatamente in queste terre a poco a poco è possibile recuperare la sicurezza di andare in un centro sociale occupato /autonomo, per intavolare discussioni con persone schedate dalla polizia, o iniziare qualunque progetto antagonista al potere, ma continuo a pensare che ci sia ancora strada da percorrere, mi risulta strano che la idea di aprire una biblioteca in uno spazio pubblico risulti quasi una follia, o che ci creda assurdamente che se ti relazioni con determinate persone ti cadrà addosso la repressione, arrivando al punto di indicare quellx che sopportano questo stigma di essere i responsabili dei futuri arresti, perfino. Ho anche scelto il giorno 11 settembre per fare il digiuno perchè credo sia importante lottare per una memoria forte, che non dimentica, che non perdona, che non negozia, perchè 39 anni fa l’11 settembre cominciò un’epoca dittatoriale delle più crudeli nell’America latina, con l’inquisitore Augusto Pinochet al capo di una macchina militare spietata al servizio dei ricchi, non dobbiamo dimenticare tuttx quellx che morirono per mano della dittatura, non dobbiamo dimenticare i/le detenutx scomparsx (in virtù di qualunque regime, che si chiami dittatura o democrazia), non dobbiamo dimenticare che sono questi episodi che fanno sì che alcune persone alzino la voce nuovamente.

Ho scelto questa festa perchè non posso evitare di ricordare che fu sempre un 11 di settembre, del 1998, quando viene uccisa alle spalle la compagna anarchica Claudia López, per mano della coraggiosa figura in uniforme dei Carabinieri del Cile nella frazione di La Pincoya, la Claudita ora forse sarebbe con noi, sarebbe di quelle compagne con molto da portare in quanto ad esperienza sulle lotte minoritarie e di strada, poi ricordiamo che lei partecipava agli scontri tra polizia e “incappucciati” nel cosiddetto “Cordón Macul”, quella era Claudia, una compagna che si gettava nella danza e nella barricata, e quei bastardi maledetti al servizio del potere ce la portarono via per sempre, per questo, per la frustrazione di non aver potuto condividere niente con lei a causa di un miserabile che l’ha assassinata, ecco perchè l’11 settembre starò in digiuno.

Ho scelto l’11 settembre anche perchè in questo giorno comincerà il processo giudiziario contro un anarchico ferito in Messico, contro un compagno d’azione a cui è esplosa una bomba incendiaria prima del previsto, incidente simile al mio, Mario Lopez fratello: Sto con te, forza!

Queste parole sono accompagnate da una dedica speciale a tuttx quellx che ho menzionato, ai/le compagnx repressx in Italia-Svizzera-Germania per l’operazione “Ardire”, per l’operazione “Mangiafuoco”, per l’operazione “Oxididae” e per l’operazione “Thor”, a tuttx gli/le altrx compagnx repressx in Italia, ai/le compagnx incriminatx nell’operazione Salamandra e ai compagni accusati nel “caso Security” in Cile e con molto affetto al compagno anarchico Mario Lopez arrestato in Messico.

Con dedica alla memoria di tuttx e ognunx dei/le combattenti cadutx nella lotta antidittatoriale contro il regime di Pinochet e della successiva democrazia, soprattutto in onore a Claudia López.

Colgo questa occasione anche per ringraziare tutte quelle persone che mi hanno accompagnato in questa dura e difficile tappa della mia vita, fisicamente e non, non importa, loro sanno a cosa mi riferisco, ma sono loro molto grato.

Per me la lotta continua fuori e dentro le carceri!
Nessun minuto di silenzio!
Tutta una vita in combattimento!
Settembre nero!

Luciano Pitronello Sch.
Ex Prigioniero Politico Insurrezionalista

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