Messico : Lettera del compagno ecoanarchico Braulio Durán dal carcere di Cereso a León

Nota: Il compagno Braulio è detenuto dal 24 settembre 2010 con l’accusa di “danni per incendio doloso” in relazione a un attacco incendiario contro una succursale della banca HSBC, azione avvenuta il 17 settembre 2009 nella città di Léon. Dopo un anno di investigazioni la polizia arresta il compagno che viene incarcerato. Braulio dopo quasi due anni nelle gabbie mantiene ferme le sue convinzioni e pratiche, senza negoziare con il nemico. Inviamo un saluto al compagno, molta forza e incoraggiamento, perchè i muri non saranno eterni.

Ciao a tuttx!

Prima di tutto spero stiano bene tutte quelle persone che in una forma o nell’altra lottano per condurre una vita “migliore”. Ricevono da parte mia un abbraccio con molta forza e rabbia. Ho deciso di scrivere alcune parole come volevo fare da tempo, ma per alcune questioni era più complicato del previsto. Mi piacerebbe chiarire che questo scritto non serve a guadagnare “fama” nè qualcosa del genere, è semplicemente che sento il piacere di esprimere le cose che mi sono successe nella mia vita.Molto probabilmente non si sa molto della mia situazione, mi pare di capire che è difficile cercare di sapere qualcosa perché i mezzi di disinformazione sono responsabili di pubblicare solo merda nei nostri confronti (in realtà non me ne frega niente). E allora tutto diventa un pettegolezzo distorto che fa solo una gran confusione.

Come saprete sono attualmente detenuto in una prigione di stato dove sto scontando quasi quattro anni per il reato di danneggiamento da incendio a due sportelli bancomat.La mia situazione carceraria è ora più “tranquilla”, perché l’unica cosa che rimane è scontare la condanna che mi ha imposto lo Stato. Vorrei sottolineare che non è mai stato facile, perché come tutti sappiamo, non è piacevole essere privati della libertà in un centro di domesticazione come questo, ma in qualche modo è stata un po’ meno dura da quando ho deciso di restare in piedi e affrontare il “tempo”.

E’ chiaro, bisogna mantenere i piedi per terra per poter far fronte a una situazione di carcere, non dico che il costo è solo quello che si è, vivere reclusi porta a conflitti sia fisici che esistenziali, ma per esempio io penso che non ci sia molta differenza tra restare imprigionati qui rispetto a fuori, poiché già la maggioranza delle persone (e mi permetto di generalizzare) sono prigioniere dei loro dogmi e credenze, delle loro paure e delle loro comodità (tra cui la tecnologia e il consumismo).

Molto probabilmente non condividono quello che dico, poiché credono che la differenza sia che io sto tra 4 enormi mura con telecamere che mi controllano in ogni momento, ma non è la stessa cosa di vivere in enormi edifici governativi e muri pieni di telecamere ad ogni angolo? Io non credo ci sia molta differenza, perchè penso che se sei schiavo della tua mente, alla fine sei schiavo di tutto.

Tornando un po’ al tema della mia situazione qui nel fortino, mi piacerebbe sottolineare un po’ come è stata la situazione qui, voglio dire, vivere con 5 persone in una cella di 5×5 m e ottenere un’alimentazione vegana… Bè, dal momento del mio ingresso in questo luogo questa si è trasformato in una folle impresa di sopravvivenza, per superare la pressione delle persone con cui vivevo, sopportando forti dicussioni, dopo i colpi, dopo aver vissuto 9 mesi con queste persone ho deciso di trovare un altro luogo dove pensavo di poter vivere “meglio”, ma no, fu lo stesso film, tanto che nel periodo della mia reclusione ho vissuto in 5 celle diverse che ovviamente stanno in diversi dormitori. Ora mi trovo in un dormitorio più “tranquillo” vivendo con solo un amico che mi ha chiesto di andare a vivere con lui, di dargli una mano poiché sta un po’ “malato”, il punto è che ora vivo solo con lui in una cella di 3×3, con una persona anziana, io sono il più giovane del dormitorio.

E per quanto riguarda la mia alimentazione, per la verità è stato difficile perchè in un primo momento avevo l’appoggio di persone che mi davano una mano su quel fronte, la mia famiglia, ma con il passare del tempo è diventato difficile, perchè come tutto, ci si stufa, ma questo non è stato un motivo per cambiare la mia posizione, anzi per me è stato molto importante consolidare questo punto, per quello che penso è una forma di lotta giorno dopo giorno, non si tratta solo di dire “già non ho niente da mangiare, bè, farò anche quello che non condivido”. Mi piacerebbe riprendere le parole di un compagno che sinceramente condivido, in cui diceva: “sono vegano già da diversi anni, per motivi legati alle idee contro il dominio, lontane da un atteggiamento compassionevole, convinto che nella società tecnologica-industriale essere onnivoro sia una contraddizione per chi è contro l’ordine imposto”. Riprendo questo frammento perchè lo condivido, e perchè è questo che rappresenta la mia vita in prigione, sono un vegan straight-edge. Anche se può sembrare una posizione ben precisa, per me va molto al di là di una posizione/stile di vita, è una forma di lotta contro il dominio.

Bene, cambiando un po’ tema mi piacerebbe approfittare della lettera più che altro per mostrare il mio sincero appoggio al compagno Mario Lopez Hernandez che sfortunatamente sta nella stessa situazione in cui io mi trovo, vorrei dirgli che anche se non posso vederlo sono con lui e può contare sul mio appoggio senza condizioni, certo, non posso fare molto ma quello che è nelle mie possibilità lo farò con piacere e rabbia. Forza compagno! Che non si stanchi l’animo, continuiamo come all’inizio con i piedi ben piantati e la convinzione in fronte.

La vita non è facile e ancora meno in prigione, ma non è un motivo per terminarla, tutto il contrario, osservare sempre con intelligenza e fottersene delle forme e norme di imposizione. Alla fine di tutto sia ha sempre una ricompensa che è la libertà totale.

Un’altra cosa che vorrei includere è un ringraziamento a tutti quegli individui che hanno preso il tempo di rivendicare la loro solidarietà con una lettera, una iniziativa e una miriade di cose, grazie moltissime a ognuno/a di voi. Vi invio un bacio enorme in attesa di incontrarci fuori.

Allo stesso modo voglio ringraziare le persone che hanno organizzato cene vegan benefit in Spagna e altre cose in Colombia, Cile, Italia, Grecia, Argentina e nello stesso Messico, un abbraccio fortissimo! Che sentano le mie parole non come un testo di un compagno ma come una qualche lettera sincera, so che molti non condividono lo stesso ma sinceramente non mi importa, io credo nella verà libertà, e non è un capriccio.

Buona fortuna a tutti! Che la lotta non si spenga e ancora meno la voglia di dare una svolta allo stato di cose che ogni giorno governa le nostre vite!

Libertà a Mario López Hernandez e a tutti i prigionieri del Messico
e del mondo!
Forza ai libertari detenuti!
Prigionieri politici liberi!

A presto.
Saluti e anarchia!!!

Sinceramente…
Braulio Durán.

fonte

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