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Atene: Lettera di Giannis Naxakis

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Ad un mese dal mio arresto rimango ancora perso nei miei pensieri cercando di trovare momenti di calma e chiarezza, cosi ho potuto prendere la penna e buttar giù qualche parola. Il mio umore cambia alla velocità della luce, va su e giù no stop ed è difficile trovare un punto fermo da cui ripartire. Ciò che è successo a Nea Filadelfia mi fa star male, le nuove conclusioni che vengono fuori mi feriscono, la comprensione di quanto è precisamente successo mi uccide. Ci ricado quando ascolto la noia quotidiana e le discussioni infinite valutando i mesi, gli anni, le accuse e tutto ciò che è rilevante. Sappiamo molto bene perché siamo qui e il motivo non è certo per alcune comuni pratiche criminali come sappiamo che da adesso in poi il tempo non scorrerà necessariamente insieme a noi facendo il conto alla rovescia per uscire.

Quel pomeriggio di Aprile, un dannato nostro errore è stato più che sufficiente per farci rinchiudere e star qui a tormentare i nostri sogni. In un momento l’universo è stato destabilizzato, le lancette dell’orologio sono tornate indietro e il flusso è andato al contrario. Una fottuta regola cospirativa non seguita quel giorno – in una serie di altre seguite – e questo è stato più che sufficiente affinché gli scagnozzi dell’antiterrorismo ci prendessero. In – per quanto sia permesso il terno – un momento insospettabile i bastardi hanno avuto la meglio. Quattro persone, un circolo di anarchici, una cella a Koridallos. Una serie di arresti che è avvenuta negli ultimi anni davanti a noi è stata sufficiente per farci preoccupare ma non per farci capire l’accuratezza chirurgica e la disciplina dei nostri movimenti necessari nell’ambito della sicurezza.

Ciò che si richiede sicuramente in questi casi è l’assetto rigoroso dell’attacco e la sicurezza e ovviamente non sto parlando di fare sconti alla prima parte. Abbiamo visto arresti, numerose indagini arrivare alla gente dal nulla, sapevamo molto bene della sorveglianza discreta e non ma ancora il brutto momento doveva venire. Lasciate che io sia l’ultimo stronzo che finisce catturato, ne sarei felice, lo accetterei come l’onore di riuscire a scrivere l’epilogo di una storia cosi lunga. Ecco perché voi compagni fuori, mentre cospirate i vostri piani, dovete guardarvi e dire: “Faremo meglio di loro. Hanno ottenuto l’impossibile, noi oseremo l’impensabile!” E questa promessa potrebbe garantirvi il biglietto per il cielo… Continue reading Atene: Lettera di Giannis Naxakis

Grecia: Rivendicazione di responsabilità per attacco esplosivo ad Argos, il 12 Giugno 2013

PROGETTO “FENICE” – ATTO SECONDO

La Federazione Anarchica Informale (FAI) – Cospirazione Internazionale per la Vendetta assume la responsabilità per la collocazione di un ordigno esplosivo e l’esplosione della macchina del noto secondino, Argyris Gelbouras, in servizio alle carceri di Nafplio. Questo attacco fa parte del “Progetto Fenice”, che abbia avuto inizio con l’esplosione della macchina della direttrice delle carceri di Koridallos dalla Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

La scelta di attaccare specificamente questa guardia umana non è stata casuale. Argyris Gelbouras (conosciuto anche con lo pseudonimo Rex) è stato a lungo un cane da guardia fedele del potere. È uno dei responsabili delle decine dei pestaggi di detenuti nelle carceri e parallelamente mantiene ottimi rapporti di amicizia con i sbirri in borghese a Nafplio. Spesso usa dei detenuti-suoi infami- per spaventare o colpire altri prigionieri che chiedono i loro “inalienabili” diritti o semplicemente non appartengono al suo circuito di influenza all’interno delle carceri. Argyris Gelbouras è uno falso guappo in uniforme. Se alcune guardie umane insisteranno ad avere comportamenti simili e sfogare i loro complessi e le loro frustrazioni sui prigionieri le visiteremo con intenzioni peggiori. Nulla rimarrà senza risposta. I nemici della libertà hanno un nome e un indirizzo…

Parallelamente con questo attacco, abbiamo voluto rompere il velo di silenzio che avvolge le torture e le condizioni di vita squallide dei prigionieri nelle carceri di Nafplio (e non solo). Le carceri di Nafplio sono una tomba di cemento dove sono stati “sepolti” circa 600 prigionieri (nello stesso momento in cui le “caratteristiche” del fabbricato sono per circa 300). Nelle celle che hanno la capacità di 2-3 persone vivono 6-7 detenuti, e la metà di loro dormono sul pavimento.

Qualche mese, il 4 Marzo 2013, un giovane prigioniero a Nafplio è stato abbandonato a morire per l’indifferenza omicida di alcuni secondini. Questo detenuto in particolare era malato di tubercolosi e si lamentava per giorni che stava male e non si sentiva bene. La risposta del reparto e del medico del carcere è stata la stessa beffarda eco di tutte le carceri della Grecia. “Prendi un Depon (paracetamol), se c’è nel reparto, e stai paziente.” Il “Depon” nelle carceri guarisce tutto… fino la tubercolosi. Continue reading Grecia: Rivendicazione di responsabilità per attacco esplosivo ad Argos, il 12 Giugno 2013

Brema, Germania: Incendiato furgone della Deutsche Telekom e distrutto auto della Siemens

Nella notte dal 29 al 30 di Maggio 2013 abbiamo dato fuoco al parcheggio della Telekom che si trova sulla Mary-Somerville-Str. (Vicino all’università), per bruciare un veicolo della Telekom.

La Deutsche Telekom è solo una delle tante aziende disumane. Ha acquisito rilevanti quote dell’OTE greca già anni fa, e poi ha cacciato 2.000 persone in un tempo che la Telekom stava facendo enormi profitti. Ha anche intrapreso il ruolo di autorità di sicurezza, con diversi tentativi dell’OTE contro Indymedia Atene, fino a quando la connettività del progetto multimediale al suo server è stato spenta nel mese di Aprile 2013 nell’ambito di minacce ed estorsioni. Indymedia Atene è stata una piattaforma importante soprattutto per le rivolte sociali.

Telekom ha anche il suo posto nella cooperazione civile-militare. La società controllata al 100% di T-System svolge un ruolo chiave nella macchina militare, ed è stata responsabile per il settore della tecnologia della difesa per decenni. Inoltre, la T-System fornisce informazioni e tecniche di comunicazione per l’uso di armi, e si prende cura delle reti telefoniche della Bundeswehr (l’esercito tedesco), così come della comunicazione satellitare militare e dei cavi in ​​fibra ottica nelle navi da guerra.

Allo stesso tempo, nel distretto di Walle, un veicolo appartenente alla compagnia Siemens è stato colpito in un angolo di Brabantstr. con Osterlingerstr., ed è stato reso inutile con bombardamento di vernice.

Siemens è un altro attore nel settore degli armamenti. Ad esempio, ha fatto un contratto con la Bundeswehr e l’IBM al fine di portare in vita il Progetto Ercole. Un aspetto di questo progetto è di sostenere l’esercito tedesco con tecnologie di informazione per la sua attività in materia di amministrazione e di logistica.

Aziende come Deutsche Telekom e Siemens guadagnano profitti con la guerra, la sofferenza, l’estorsione e la soppressione. Questo non sarà accettato.

Siamo solidali con tutte le azioni contro Telekom. Salutiamo i compagni di Atene. Attaccare le corporazioni di armamento e i profittatori di guerra a Brema e ovunque!

LA GUERRA INIZIA QUI – FERMIAMOLA QUI!
gruppi autonomi

Da Santiago ad Atene – “Oltre le frontiere” trasmissione radiofonica

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Lunedì, 17 Giugno dalle 18:00 (17:00 ore italiana) su Radiofragmata

Una conversazione libera con i nostri compagni dal Cile e Brasile su vari diversi argomenti di interesse per gli anarchici, riguardo la situazione in America Latina, Grecia, ecc. La registrazione è stata fatta da Contra Info il 13 Maggio 2013 e l’elaborazione audio è stata completata grazie alla radio internet di Atene, Radiofragmata.

La discussione originale è principalmente in spagnolo, ma la trasmissione inizia con traduzione greca. La registrazione sarà presto disponibile nell’archivio di Radiofragmata.

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco esplosivo contro la macchina della direttrice del carcere maschile di Koridallos, nel quartiere di Dafni, il 7 Giugno 2013

PROGETTO FENICE
LIBERTÀ AGLI ANARCHICI DELLA PRASSI ITALIANI

i. Il ritorno della Cospirazione delle Cellule di Fuoco dalle ceneri

Solo nei momenti in cui la nostra tensione per la libertà si incontra con la prassi riusciamo realmente a vivere l’ anarchia, qui ed ora. Purtroppo il sogno che portiamo nel cuore è troppo grande per non rischiare di scontrarsi contro il mostruoso muro dell’autorità eretto a difesa di stato e capitale. Quando realmente mettiamo in gioco la nostra vita, inevitabilmente finiamo per scontrarci con la durezza insita nella lotta: la morte e il carcere.
Nicola Gai

La Cospirazione delle Cellule di Fuoco – FAI/IRF, in collaborazione con i compagni delle Bande di Coscienza, onorando la nostra vecchia e diacronica amicizia, abbiamo fatto saltare l’auto della direttrice delle carceri maschili di Koridallos, Maria Stefi, come segno di genuina solidarietà verso i nostri dieci imprigionati fratelli e sorella, Giorgos P., Olga, Gerasimos, Christos, Michalis, Giorgos, Haris, Teofilos, Panagiotis, Damiano, che hanno assunto la responsabilità per la loro partecipazione alla Cospirazione.

Dopo quasi due anni di silenzio nel territorio greco, la CCF ritorni. In fronte comune con le Bande di Coscienza, i nuclei della FAI (fronte antifascista, nucleo illeso di vendetta, Lupo Solitario, ecc) e la Setta dei Rivoluzionari, sosteniamo e rafforziamo la cospirazione internazionale della Federazione Anarchica Informale (FAI) – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FRI) .

La bomba piazzata nel veicolo della direttrice delle carceri maschili di Koridallos è la goccia prima della tempesta. Come è stato scritto, inoltre, nell’ultima rivendicazione della CCF contro il ministro della Giustizia… Continue reading Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco esplosivo contro la macchina della direttrice del carcere maschile di Koridallos, nel quartiere di Dafni, il 7 Giugno 2013

Grecia: Testo di Tasos Theofilou in vista del processo

1.
Nel Settembre 2009 cominciano i primi arresti realizzati con il pretesto di “disarticolare” la CCF, inaugurando così il processo di criminalizzare le relazioni personali tra anarchicx e distribuire mandati di arresti come fossero pillole. Una tattica che ha come obiettivo colpire non solo la CCF ma l’ambiente anarchico nel suo insieme. Di fatto, i meccanismi repressivi utilizzeranno specificatamente questa organizzazione come pretesto per attaccare l’intero ambiente anarchico, seminando la paura e l’incertezza al suo interno.

In Ottobre dello stesso anno, il Ministero dell’Ordine Pubblico cambia il suo nome, diventando Ministero di Protezione del Cittadino. Un fatto che, con una certa perplessità, sarà interpretato come un abbellimento. Tuttavia, il momento in cui avviene questo cambio di nome non è per niente casuale. Vale a dire, parliamo di un periodo in cui la classe media perde di colpo i suoi privilegi e i suoi diritti, cadendo di fatto dalla qualità di cittadino a quella di suddito. Il Ministero in questione infatti si incarica di proteggere solo una piccola corporazione di capitalisti e potenti che nemmeno ci pensano a perdere i loro privilegi.

Negli anni che seguono, moltissime cose cambieranno, la più importante sarà il congedo definitivo del modello keynesiano e la trasformazione del lavoro da un diritto a un privilegio. Il Potere del Capitale non è più in posizione di offrire il sogno piccolo-borghese e l’unico che regala è la repressione. Non ci sono sufficienti carote da servire come motivazione e solamente il bastone può offrire la soluzione.
La manifestazione della crisi, che era stata latente già dalla fine degli anni ’70, porta la classe capitalista, nel suo sforzo di mantenere i propri privilegi, alle tattiche dell’accumulazione primaria e della politica colonialista applicata anche all’interno del cosiddetto Mondo Occidentale. Visto che non è capace di ottenere i suoi profitti attraverso il Santo Progresso, si dà al puro saccheggio. In questo modo, il Potere del Capitale si sta militarizzando. Militarizza il lavoro reclutando impiegati.

Militarizza la repressione utilizzando le forze speciali dell’EKAM con qualunque pretesto. Militarizza la Giustizia, applicando le leggi speciali ai settori politici che resistono.

Leggi speciali, che per il momento si applicano all’ambiente anarchico e domani saranno applicate a qualunque variante brechtiana di questo. Leggi speciali secondo le quali basta essere anarchici per vedersi presi di mira dalla Sezione Antiterrorista e poi trovarsi accusati di accuse vuote ma voluminose.

2.
Il procedimento penale contro la mia persona si realizza in questo contesto politico. Si tratta di una persecuzione penale basata in idionymon* di anarchico e nella tattica di criminalizzare le relazioni politiche e personali.

Un processo penale che in una delle sue parti, quella che ha a che vedere con l’appartenenza alla CCF, si “basa” nel contatto che avevo con un mio amico, il compagno anarchico Kostas Sakkas. Ciò che è interessante è che anche lui stesso nega di essere membro della suddetta organizzazione. Inoltre, l’Antiterrorismo mi sta presentando – e questo non è altro che una menzogna – come qualcuno che “nella stazione degli autobus di Agrinio, con le sue misure di contro-inseguimento, copriva le spalle di un altro accusato nello stesso caso”, il quale, ovviamente, nega anch’egli la sua appartenenza alla CCF.

La seconda parte del processo penale ha a che vedere con il fatto che, secondo le fantasie dell’Unità Antiterrorista, io avrei partecipato alla rapina alla Alfa Bank nell’isola di Paros, che si è conclusa con la morte per colpo di arma di fuoco di un cittadino che cercava di impedire la fuga dei rapinatori. Si tratta di un processo penale in cui l’unica prova è una traccia di DNA in un oggetto (un cappello) che è stato trovato vicino alla banca; vale a dire una prova che in nessun caso implica la mia partecipazione nella rapina. In tutti i modi, ritengo di validità molto dubbiosa le modalità in cui è stata raccolta e analizzata quella prova.

Quindi il 10 Giugno sono citato a presentarmi nel Tribunale Terzo di Crimini Gravi (composto da 3 giudici) situato in via Loukareos di Atene, accusato di appartenenza alla CCF e inoltre perchè “come membro della suddetta organizzazione partecipò alla rapina dell’Alfa Bank nell’isola di Paros”.** Si tratta di accuse che, da parte mia, ho rifiutato fin dal primo momento.

Mi trovo ad affrontare le gravi accuse che formano parte di alcuni atti di accusa voluminosi, che, da una parte sono pieni di supposizioni dell’Unità Antiterrorista sul mio modo di vivere, e dall’altra, risultano completamente vuoti – naturalmente – per quel che riguarda qualunque prova.

3.
I processi non sono rappresentazioni teatrali. Però sono dei rituali. Rituali in cui il Potere del Capitale restituisce quello che definisce come Giusto quando ritiene che questo è stato alterato. Rituali nei quali si cristallizzano le correlazioni sociali. In questo processo in concreto, quello che – tra altre cose – è in gioco, è sia la legislazione della criminalizzazione di ambienti e lotte politiche intere, sia anche la criminalizzazione delle relazioni personali che i lottatori sociali mantengono tra di loro. Il consolidamento di una situazione in cui chi resiste dovrebbe rendere conto al Potere non solo per la sua qualità di “resistente” ma anche per tutti gli aspetti della sua vita sociale. O, detto con altre parole, il consolidamento di una situazione in cui il fatto di essere anarchici già in sé costituisce indizio di colpevolezza.

Manca solo che qualunque amicizia tra anarchici abbia il carattere di appartenenza all’organizzazione terrorista.

Tasos Theofilou

fonti: i, ii

Note di traduzione:
* Legge speciale (delictum sui generis) introdotta in Grecia nel 1929 e il cui obiettivo fu la penalizzazione delle cosiddette “idee insurrezionali”, vale a dire comunismo, anarchismo ma anche sindacalismo radicale.
** Il processo è stato rinviato al 11 Novembre 2013.

Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 42-45

Udienza 42
In questa udienza, tra gli altri testimoni dell’accusa, è anche comparso un poliziotto dell’antiterrorismo. Questo sbirro nello specifico ha dichiarato di servire nel “dipartimento contro gli anarchici”, causando tensione nell’aula. Nella sua testimonianza ha detto inoltre che portava su di sé le foto di alcuni dei ricercati per la CCF (per aiutare a localizzarli) e ha sottolineato che prendeva ordini direttamente dal “quartiere generale” dell’antiterrorismo.

Durante la rassegna del resto dei testimoni, a un certo punto il procuratore ha affermato che sembrava l’attitudine dei/le compagnx della Cospirazione sembrava mostrare che fossero indifferenti rispetto alle accuse, poiché loro stessx hanno rivendicato la responsabilità per le azioni della CCF e parlano della continuazione e intensificazione della guerriglia urbana anarchica.

Udienza 43
Questa udienza è stata rimandata perchè uno dei giudici era malato. La prossima udienza è fissata per il 29 aprile.

Udienza 44
Questa udienza è iniziata con della tensione perchè nei giorni precedenti la carcerazione di un compagno membro della CCF e di un altro compagno accusato è stata prolungata di 6 mesi. Continue reading Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 42-45

Atene: Lettera del compagno Grigoris Sarafoudis arrestato il 30 aprile e accusato di rapine

Riguardo al caso di Nea Filadelfia

Il giorno 30 aprile intorno alle 3.00 di pomeriggio vengo arrestato insieme a 4 altri compagni e dopo un procedimento molto rapido mi portano al 12° piano del Commissariato Centrale di Atene. Una volta lì, iniziano le solite procedure (DNA, impronte digitali), chiaramente senza la nostra autorizzazione, qualcosa comunque di molto comune. Più tardi, la notte, mi informano che sono accusato di “favoreggiamento”, “resistenza contro l’autorità” e “spergiuro”. La mattina del giorno seguente mi informano che a queste accuse si aggiunge anche “gruppo criminale con la finalità di commettere rapine”, e questo senza che esista nessuna rapina in concreto per accusare questo presunto gruppo.

Allo stesso tempo mi informano che oltre a queste accuse, io stesso sono accusato di una rapina a una banca realizzata nella località di Filota vicino alla città di Florina e anche di un’altra rapina, questa volta nella località di Pyrgeto vicino a Larissa. Tutto questo secondo un qualche tipo di identificazione del DNA, senza che mi consegnino l’informativa che corrisponde a questa identificazione. A partire da questo momento, dato che il caso della rapina di Filota, per la sua presunta implicazione nella cosiddetta “cassa rivoluzionaria”, si trova nelle mani del giudice istruttore Nikopoulos, le mie accuse risultano ancora più “ingrassate”, ora anche per l’accusa di “appartenenza a organizzazione terrorista”, nello specifico alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

A questo punto mi piacerebbe mettere in chiaro che ho negato le accuse che mi stanno attribuendo e non sono mai stato membro della CCF. Essendo anarchico solidarizzo, in maniera rivoluzionaria, con l’azione e il contributo dell’organizzazione CCF come anche solidarizzo con gli anarchici rivoluzionari che hanno rivendicato la responsabilità politica di appartenenza a questa organizzazione e per le loro azioni, e con gli anarchici che, in vari momenti, sono stati accusati di appartenere alla stessa organizzazione ma che hanno negato la loro appartenenza.

Se facessimo un breve ripasso del passato recente, potremmo osservare facilmente che decine di compagni anarchici sono stati accusati di appartenenza all’organizzazione rivoluzionaria CCF, mentre sia loro che i membri stessi di questa organizzazione lo negavano (visti i disaccordi politici – dall’uno o dall’altro lato – sempre in una cornice di complementarsi dentro al movimento anarchico, e non di rottura tra di noi). Da una parte perchè così piace al sistema legale che in questo modo può accusare più compagni anarchici e aggiungere un tocco di “terrorismo” a ognuno dei casi, e dall’altra parte perchè così rende un miglior servizio al meccanismo dello Stato mettendo sotto un “ombrello” chiamato CCF (una organizzazione rivoluzionaria molto specifica, con un forte agire fuori e dentro il carcere) ogni tipo di azione forte o “violenta” e questo con l’obiettivo di impedire all’anarchico la possibilità di definirsi da sé e dimostrare la multiforme dialettica e proposta che c’è nel movimento anarchico.

Niente è terminato, tutto continua
Solidarietà a tutti i lottatori anarchici dentro e fuori le mura

Grigoris Sarafoudis
Ala A di Koridallos
18/5/2013

fonti : a, b

Atene: Lettera dei prigionieri anarchici Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios

Il 30 aprile 2013 nel quartiere di Nea Filadelfia (Atene) sono stati arrestati 5 anarchici. Due di essi, Fivos Harisis e Argyris Ntalios erano latitanti dal 15 febbraio quando, nella cornice delle indagini legate alla doppia rapina di Velvedo (1 febbraio 2013, terminata con l’arresto di 4 compagni anarchici Giannis Mihailidis, Dimitris Politis, Nikos Romanos e Andreas-Dimitris Bourzoukos), erano stati emessi mandati di cattura contro di loro. Adesso, sia Fivos e Argyris come due degli altri compagni (Giannis Naxakis e Grigoris Sarafoudis) si trovano in carcere accusati di varie rapine in banca, mentre il quinto, Dimitris Hatzivasiliadis, è uscito con accuse minori (resistenza all’arresto, ecc.).

Quella che segue è la lettera che hanno fatto uscire Fivos e Argyris:

“A te che la notte vai a dormire disperato per quanto è vana la lotta, per la repressione che ci sta “rubando” i nostri compagni, case occupate e che travolge al suo passaggio tutto quanto si trovi di fronte a sé. Vestiti, porta con te una decisione e lotta. Che la storia scriva di coloro che lottano fino alla fine, fino a che gli ultimi rivoluzionari si trasformino in polvere al passaggio della repressione tecnologica avanzata. Che la fottuta storia scriva delle grida di rabbia che gli Esseri Umani hanno lanciato prima di essere giustiziati. Sì, a te che la notte conti le stelle e il cui cuore batte più velocemente, più velocemente, sempre più velocemente aspettando pazientemente l’alba per continuare il proposito e la lotta… TUTTO PER TUTTO”

In quel mezzogiorno nella zona di Nea Filadelfia è arrivato alla fine un bel viaggio di libertà che abbiamo iniziato subito dopo che è stata proclamata ufficialmente la nostra clandestinità. Il tempo si è congelato, perfino i secondi sono stati messi sotto vigilanza e il cielo si è nascosto dietro i passamontagna dei nostri persecutori. Siamo caduti nelle loro mani e la sensazione amari della sconfitta che comporta una prigionia ci continuerà a perseguire anche dietro le mura, così come i ricordi della nostra vita in libertà continueranno a rivivere nella nostra memoria. Il viaggio della nostra clandestinità, lotta e libertà non è comunque affatto cominciato a metà febbraio – quando sono stati emessi i mandati di cattura -, e nemmeno è terminato con le manette sulle auto private degli sbirri.

Quello che siamo arrivati a vivere in questi anni in cui abbiamo deciso di prendere una posizione di combattimento nella lotta anarchica, sono stati momenti importanti di scontri, violenza, agitazione e dibattito, di sforzi e di perdite. Ma soprattutto è il sorriso che lascia la sensazione di aver ottenuto qualcosa, quel sassolino che insieme ai nostri compagni abbiamo posto per costruire una vita vera e non schiavizzata. Continue reading Atene: Lettera dei prigionieri anarchici Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios

Atene, Grecia: Striscione in solidarietà con gli ammutinati rappresagliati del carcere di Quatre Camins

Domenica 12 maggio, nel tardo pomeriggio, nel contesto della settimana di azioni decentralizzate contro la tortura e l’impunità (dal 13 al 19 maggio), abbiamo appeso uno striscione all’ingresso della Scuola Politecnica di Atene nella via Patission. Lo striscione recita: “6 maggio, ha iniziato il processo contro i torturatori di Quatre Camins (Barcellona). Solidarietà con i/le detenuti/e in lotta. Giù le mura delle prigioni”.

Da Atene, inviamo saluti e coraggio a quei detenuti degni che non abbassano le loro teste.

Per la fine della società-carcere!
Fuoco alle carceri!

Grecia: Recente azione antifascista

Il 26 Aprile 2013 dei compagni hanno effettuato il loro terzo corteo antifascista motorizzato a Kavala:

Nella città di Igoumenitsa, i neonazisti minacciano regolarmente con porto d’armi, ed alzano bandiere del loro partito per diffondere il loro veleno nella comunità locale. L’8 Maggio, una tale bandiera dell’Alba Dorata / Chrissi Avgi è stata strappata via da alcuni antifascisti che si sono impegnati a bruciarla, inviando anche i loro saluti ai combattivi antifascisti di Agrinio.

Il 3 Aprile 2013, a mezzogiorno nel centro di Agrinio due membri dell’Alba Dorata, Spyros Floroskoufis e Giorgos Koutroubas avevano attaccato un 17enne antifascista usando un bastone estensibile ed una tavola di legno con chiodi.

Il 7 Maggio nell’ospedale di Agrinio alcuni compagni si sono incontrati con Floroskoufis, un delinquente della sezione locale dell’Alba Dorata, ed hanno immediatamente attaccato questo fascista che ha già perpetrato numerosi attacchi razzisti e parastatali nella regione. Intorno alle 22:00 di quella notte, il membro parlamentare dell’Alba Dorata Konstantinos Barbarousis con la pistola in mano e Spyros Floroskoufis con almeno altri quattro teppisti hanno preso d’assalto ristoranti, bar e caffetterie della città in cerca di antifascisti. Dopo aver disturbato e terrorizzata la gente che si trovava nei negozi al momento, si sono recati al parco comunale, dove hanno iniziato la ricerca con torce nel buio. Si dice che per un certo tempo i fascisti sono stati accompagnati da moto della polizia DIAS e una jeep della polizia delle unità di prevenzione della criminalità OPKE. Tutto questo è accaduto, anche se era noto, in questa città piuttosto piccola, che già un raduno spontaneo di circa 100 antifascisti e giovani era in corso altrove, nella piazza principale Dimadi.

Il 8 Maggio, in risposta al bullismo della feccia dell’Alba Dorata, quasi 150 antifascisti hanno tenuto una manifestazione notturna per le vie principali di Agrinio, tenendo uno striscione con la scritta “Il Fascista Barbarousis è armato e terrorizza la gente” ed hanno cantato dei slogan militanti.

Atene: Quarto processo contro la CCF – Udienza 1

5 aprile 2013: Quarto processo per il caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco; un altro processo per le azioni della CCF è cominciato nel carcere di Koridallos.

Oltre ai membri della Cospirazione, accusati nello stesso caso vi sono anche Dimitris Politis, Giannis Michailidis, Giorgos Karagiannidis, Alexandros Mitrousias, Kostas Sakkas e Stella Antoniou (che sono anche accusati nel terzo processo che sta avendo luogo anch’esso in questo momento), Kostantina Karakatsani e Panagiotis Masouras.

Theofilos Mavropoulos ha letto una dichiarazione comune degli ora 10 membri della CCF, dopo la quale tutti i membri dell’organizzazione hanno lasciato l’aula:

“Come ho già dichiarato in un altro tribunale e in testi pubblici più vecchi, sono stato vicino ai compagni della CCF come anarchico solidale, senza tuttavia essere un membro della Cospirazione.

Dal primo momento del mio arresto dopo la sparatoria con i poliziotti a Pefki, i compagni della Cospirazione mi sono stati a fianco come fratelli. Dentro la prigione abbiamo condiviso preoccupazioni, tensioni comuni e forgiato la nostra passione d’acciaio per la liberazione attraverso il nostro comune tentativo di fuga nel dicembre 2011.

Oggi per me la CCF è un pezzo inseparabile del mio pensiero, dei miei desideri e della mia personale rivolta per l’anarchia. Ecco perchè oggi, qui in questo tribunale, dichiaro che mi unisco alla CCF e condivido insieme ai membri arrestati e non arrestati il corso senza fine dell’insurrezione anarchica.

Essendo parte ora della CCF, leggerò una dichiarazione collettiva per questo processo. Continue reading Atene: Quarto processo contro la CCF – Udienza 1

Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 40-41

Udienza 40

L’intera udienza riguardava la presa in esame dei testimoni che erano o proprietari delle case che la CCF ha preso in affitto come case sicure, o le cui informazioni di identità sono state trovate sulle carte di identità false. Durante il riconoscimento-infamia dei/le compagnx della Cospirazione da parte dei testimoni dell’accusa, ha fatto colpo il fatto che un compagno della CCF sia stato riconosciuto come un inquilino, con una carta d’identità falsa, di una casa sicura, nel tempo in cui si trovava in prigione. E’ da notare che, come è stato provato dalla procedura giuridica, quasi tutte le case sicure della Cospirazione che sono state scoperte fino ad ora, non erano state dichiarate all’ufficio delle tasse, per cui è difficile rintracciarle e verificare le informazioni false. I testimoni seguenti sono stati chiamati a riconoscere i/le compagnx e dire se fossero le stesse persone che avevano realizzato dei fermi di polizia in modo da copiare le informazioni delle loro carte d’identità.

Si ricorda che i/le compagnx della CCF si sarebbero travestiti fingendosi poliziotti, e realizzando falsi blocchi stradali e controlli allo scopo di copiare informazioni reali di identità e usarle su carte d’identità false in modo che risultassero convincenti e di persone esistenti.

La prossima udienza è prevista per il 18 aprile.

Udienza 41

Questa udienza è iniziata con la testimonianza di un avvocato d’ufficio. Molti compagni della CCF a causa del loro rifiuto di qualunque rappresentazione legale hanno avvocati d’ufficio, poiché secondo la legislazione se l’ “accusato” rifiuta di avere un avvocato, allora il tribunale stesso gliene assegna uno. L’avvocato d’ufficio quindi ha testimoniato che qualche giorno fa c’è stato un furto con scasso nel suo ufficio e gli anonimi ladri gli hanno preso i documenti riguardanti il caso della CCF, senza rubargli nient’altro di valore.

C’è stata tensione nell’aula e alla fine gli avvocati d’ufficio sono usciti, il processo continuerà il 22 aprile.

Atene: Due compagni in attesa di giudizio

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Da Febbraio -dopo la carcerazione preventiva dei 4 anarchici che hanno preso la responsabilità della doppia rapina in Velventós, vicino alla città di Kozani (Grecia settentrionale)- dei mandati di cattura sono stati emessi nei confronti di due indagati che erano in fuga, cioè Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios.

Come Actforfreedomnow ha già riportato, il 30 Aprile 2013 sia Fivos e Argyris (insieme ad altre tre persone) sono stati catturati dalla polizia anti-terrorismo nella zona di Nea Filadelfeia, Atene.

I due compagni sono stati rinchiusi nel carcere di Koridallos.

Solidali riferiscono che Venerdì, 3 Maggio, dalle 09:00, Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios saranno portati per un’udienza preliminare ai tribunali di Evelpidon (edificio 10) di Atene, affrontando delle accuse quali l’appartenenza ad una organizzazione criminale con finalità di commettere rapine, falsificazione e resistenza all’arresto.

Grecia: Lettera del prigioniero anarchico Andreas-Dimitris Bourzoukos

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Presentiamo la lettera di A.D.Bourzoukos, uno dei 4 compagni anarchici arrestati il 1 Febbraio 2013 per la doppia rapina realizzata nella località di Velventòs.

Mancava ancora molta luce perchè albeggiasse
Ma io non ho accettato la sconfitta

Mezzogiorno e 25 minuti. L’ultima volta che ho guardato l’orologio. Dietro di noi un’auto pattuglia, dentro nel furgone i miei due compagni, l’“ostaggio” e io. Solo alcune ore prima le nostre emozioni erano totalmente differenti. Per un istante, all’apparenza, tutto andava perfettamente, fino a che hanno arrestato il nostro compagno nell’“ambulanza”. Quindi, di colpo la situazione ci ha abbattuto, ma nonostante tutto questo abbiamo mantenuto la mente lucida, per quanto fosse possibile, e in questo modo siamo riusciti ad assicurare la fuga dei nostri compagni.

Tornando alla nostra immagine iniziale: noi tre insieme con l’ “ostaggio” nel furgone e un incontro “accidentale” (non è stato per niente accidentale, poiché l’allarme era scattato in tutti i villaggi dei dintorni) con un’auto pattuglia. Gli ultimi minuti della nostra libertà già avevano iniziato il conto alla rovescia. Quello che ci siamo detti nel furgone in questi minuti è poco rilevante per la nostra storia, quello che conta è la nostra decisione finale. Non avremmo aperto il fuoco, non avremmo messo a rischio la vita del medico. Era l’unica scelta che avevamo in quel momento. In ogni caso, l’unica arma che avevamo in quelle condizioni era la nostra passione per la libertà. E la abbiamo spremuta finchè abbiamo potuto. Dopo un inseguimento per le strade di Veria, quasi come fossimo in un film, alla fine siamo rimasti intrappolati da parte di una pattuglia che casualmente passava di lì, in una strada senza uscita. Non so che senso abbia raccontare un’altra volta il resto di questa storia. L’unica cosa che sento di voler mettere in chiaro, poiché questa cosa ha preso dimensioni enormi, è la parte delle torture. So che in gran parte della società l’immagine di una persona che ha ricevuto un pestaggio può generare paura, compassione o dubbi. Ma non in noi, compagni. Quello che posso dire, inoltre, è che lo Stato ha intenzionalmente permesso che si pubblicassero le nostre foto, e questo con l’obiettivo di terrorizzare coloro che pensano di agire come abbiamo fatto noi. Forse è stato anche un “errore” fatto di fretta, a causa dell’automatismo che caratterizza qualunque operazione dell’Unità Antiterrorista. Sia come sia, al momento non mi interessa concentrarmi su questo. Mi piacerebbe esprimere una breve opinione personale su queste ore di pestaggi.

Nè al principio né in qualunque momento mi sono sentito una vittima, e ovviamente non voglio che altri mi vedano così. Durante quelle quattro ore di continui pestaggi, naturalmente una delle cose che pensavo erano i possibili scenari su quale “finale” avessero in mente quelle merde codarde e spacconi. Non la paura né il dolore, solo la rabbia. Nonostante quanto faccia male la verità, prendi quello che “vuoi” per i capelli e lo metti in ginocchi. Per tutto il tempo in cui continuava il pestaggio e non si fermava, mi si confermavano tutti questi anni durante i quali avevo scelto di scontrarmi con questo sistema marcio. Tutte le mie scelte, tutti i miei pensieri si sono fatti carne e ossa. Può darsi che alla fine sia bastato anche solo un minuto con le mani legate. Forse alla fine questi momenti di tortura sono il sigillo che conferma il marciume di questo sistema.

Ma parliamo ora del denaro. Denaro che fluisce abbondantemente (anche nei tempi di crisi in cui viviamo) nelle succursali bancarie, negli uffici di proprietà pubblica, e in tutti i tipi di investimenti del gran capitale (come Cosco). Il sangue del capitalismo.

Il mio rifiuto di situarmi come un ingranaggio ben oliato in più in questo sistema è una delle tante ragioni per cui ho scelto la rapina (personalmente la definisco come “esproprio”) in banca. Con questo voglio dire che non ho mai avuto voglia di essere un altro “pedone” in più su questa terra, uno che ha un lavoro “normale”, una vita “normale”. Non ci ho messo molto a rendermi conto che il lavoro aveva come unico obiettivo la strumentalizzazione dell’essere umano con il fine del beneficio del “Capitale” di turno. Un accumulo permanente del capitale per sempre meno persone. Qualcosa che non ha tardato di mostrare i suoi effetti secondari. Più o meno a questo punto anch’io mi sono posto i miei interrogativi. Continue reading Grecia: Lettera del prigioniero anarchico Andreas-Dimitris Bourzoukos

Germania: Due eventi di solidarietà ed informazione con Contra Info a Berlino

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Mercoledì 8 Maggio, alle ore 19:00 a New Yorck 59 im Bethanien

Sabato 11 Maggio, alle ore 20:00 in K19 Café
La serata si concluderà con una sessione open mic
(DIY jamming e canto) ed una cucina di solidarietà

In Grecia più di venti anarchici sono attualmente rinchiusi nelle carceri, e ancora molti compagni sono indagati o accusati di reati penali, affrontando la persecuzione dello Stato nella loro vita quotidiana. Nel contesto del tour Europeo di Contra Info, vogliamo darvi una panoramica in inglese sui vari casi degli anarchici incarcerati nelle prigioni greche e discutere insieme i modi per estendere e rafforzare la solidarietà concreta con i prigionieri in lotta. Traduzione in tedesco sarà inoltre disponibile su richiesta. Tutti i fondi raccolti andranno ai prigionieri anarchici in Grecia.

Ingresso gratuito – Donazioni benvenute

Grecia: La contro-informazione non può essere imbavagliata o soffocata…

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Non importa cosa fa il potere statale per soffocare la nostra voce, non importa quanto duramente si cerca di sopprimere e mettere a tacere la contro-informazione, non ci riusciranno… Continueremo a lottare per un mondo senza confini, senza patrie, senza bandiere nazionali, senza alcuna prigione, senza sbirri, senza giudici, senza dei o demoni, e diventeremo noi stessi i demoni che li perseguiranno nei loro più oscuri e profondi sogni stregati…

Continueremo a lottare con le nostre armi, che consistono della nostra voce, le nostre trasmissioni e il nostro discorso che può emettere forte come una bomba a megatoni dentro le orecchie ed esplodere mentre sale nei loro minuscoli cervelli quasi inesistenti…

Solidarietà con Athens Indymedia e 98FM! E ricordate, compagni: non sarete mai soli in questa lotta… Davvero, le nostre idee non possono essere imbavagliate, soppresse, o sfrattate; stanno in piedi con orgoglio e in violazione con la legge contro la legittimità della sottomissione e dello sfruttamento.
“Iera Exetasi (Santa Inquisizione)” show radiofonico | Radio Revolt, Salonicco

Fonte: Atene IMC– di nuovo on-line dal rettorato occupato al campus di Zografou, Atene

Amburgo, Germania: Manifestazione in solidarietà con le lotte in Grecia e in tutto il mondo

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Dimostrazione il 27/03/2013, a partire dalle 15.00 da Achidi-John-Platz, Rote Flora, ad Amburgo

Per la rivolta sociale! Solidarietà con le lotte auto-organizzate in Grecia e in tutto il mondo! Per la distruzione del Potere!

Corteo contro la crisi economica del sistema, l’ascesa del neo-fascismo, l’aumento della repressione dello Stato, lo sgombero dei centri sociali e la repressione contro gli immigrati… ma anche in solidarietà con le lotte auto-organizzate e gli attacchi contro lo Stato, in solidarietà con i compagni che continuano a combattere con tutti i mezzi per distruggere la civiltà del Potere.

Sosteniamo i progetti auto-organizzati, le occupazioni, i compagni imprigionati, e le lotte contro lo Stato, il Capitale e tutte le autorità. Quando guardiamo alla Grecia, ciò che condividiamo sono le idee contro ogni forma di dominio, nonché la passione per la libertà. Vogliamo rompere la monotonia e la normalità opprimente che prevale in queste parti, e combattere insieme verso la liberazione dal Potere. Nostro scopo non è l’espressione sterile di solidarietà con le lotte che si svolgono a 2.000 chilometri di distanza da qui. Il nemico è comune. Nostro obiettivo è quello di attaccare le strutture che alimentano questo sistema violento e decaduto, il nostro obiettivo è una rivolta sociale che rovescierà il sistema.

Maggiori informazioni in tedesco: i, ii

Madrid: Serata di Contra Info al CSO La Gatonera

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Lunedì, 22 Aprile, dalle ore 19.00 presso La Gatonera

Evento in solidarietà con i prigionieri anarchici in Grecia
con la partecipazione di compagni da contrainfo.espiv.net
e l’intervento in diretta di compagni imprigionati
della Cospirazione delle Cellule di Fuoco

compresi caffè e tapas bar-donazioni libere

All’interno del nostro tour di informazioni di solidarietà ci siamo incontrati presso lo spazio anarchico Magdalena il Venerdì 19! Ci vediamo al centro sociale occupato La Gatonera il Lunedì il 22 Aprile…

La passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni

Grecia: Resoconti dal processo contro la CCF (udienze 34-39)

Udienza 34
21 Marzo
In questa udienza è apparso ancora il capo delle forze Anti-terroriste che aveva organizzato la maggioranza delle operazioni repressive contro la CCF. A un certo punto della sua testimonianza ha menzionato che ci sono scritti che prendono di mira lui e membri della sua famiglia, per questo motivo ha chiesto i verbali del processo per poter sporgere denuncia. Inoltre ha menzionato ancora una volta che la CCF è un network di cellule autonome di azione diretta. Più nello specifico ha detto che ogni cellula può consistere di 4-5 persone, riferendosi ad un’azione recente (l’esplosione di un bancomat allo scopo di espropriarlo), la cui responsabilità è stata rivendicata dalla cellula FAI “Lupo Solitario”.

Udienza 35
22 Marzo.
In questa udienza il capo dell’antiterrorismo ha testimoniato riguardo agli arresti di Pireus, Nea Smirni e Kallithea, riguardo alle armi e agli esplosivi. Continue reading Grecia: Resoconti dal processo contro la CCF (udienze 34-39)

Grecia: Udienza d’appello per i compagni G. Mihailidis, D. Politis e N. Romanos riguardo alla loro partecipazione alla CCF

VIVA L'ANARCHIA BRUTTI STRONZI
VIVA L’ANARCHIA BRUTTI STRONZI

È stato organizzato un presidio di solidarietà per i compagni G. Mihailidis, D. Politis e N. Romanos che sono comparsi davanti al giudice speciale Mokkas per essere interrogati riguardo la loro partecipazione nell’organizzazione rivoluzionaria CCF. I compagni anche se non hanno avuto un rinvio, non hanno risposto alle domande di Mokkas.

Da un punto di vista legale, in base all’accusa che è stata messa insieme, un’impronta di N. Romanos è stata trovata nella casa di Volos dove sono stati arrestati i cinque membri della Cospirazione (D. Bolano, G. Nikolopoulos, O. Economidou, G. Polydoras, C. Tsakalos). Inoltre, Mokkas aprirà un secondo caso di accusa, il cui contenuto ancora non conosciamo. L’accusa di Kozani è stata aggiornata per Mihailidis, Politis e Romanos poiché è stato aggiunto il reato di contraffazione (più nello specifico “contraffazione con uso continuativo allo scopo di preparazione di reati, l’inclusione e la partecipazione in un’organizzazione terrorista).
D.Politis non è stato arrestato per il caso di Velventòs perchè non c’è ragione per un secondo arresto, visto che si trova di già in carcere.
Dimitris Bourzoukos che è apparso di fronte al giudice per l’interrogatorio Giovedì, ha avuto un rinvio all’11/04.

In vicinanza con degni compagni anarchici, con rabbia e consapevolezza.

Solidali

fonte

Grecia: Annunzio dell’assemblea di gestione di athens.indymedia.org

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La censura nell’era della dittatura dei memorandum e del capitalismo…
Non riuscirà a sopprimere la contro-informazione!

La storia è vecchia… Gli sforzi della censura e della repressione anche…

A partire dalle questioni dei fascisti nel Parlamento, passando per le minacce fino agli rinvii a giudizio dall’ OTE (Compagnia delle Telecomunicazioni Ellenica)… a volte in modo spudoratamente repressivo e a volte di nascosto e in modo sotterraneo con black-out durante il fine settimana e prima delle grandi mobilitazioni… Tutti questi anni dal 2008 fino ad oggi, non sono riusciti E NEMMENO OGGI RIUSCIRANNO a chiudere athens.indymedia.

Questa volta si fanno avanti un “uomo d’affari” e un rettore. Un spietato cacciatore di denaro che con inimmaginabili truffe ha fatto una grande fortuna (Alafouzos) e un tipo casuale e transitorio che consente la svendita della sapienza a vantaggio dei padroni. Un “accademico” che per salvare il suo stipendio e i suoi privilegi non esita ad eludere ogni senso di difesa della libertà di parola, della libera circolazione delle idee, che sono appunto gli elementi che costituiscono l’asilo sociale, il quale lo difenderemo a qualsiasi costo. Questo impiegato spudorato si associa adesso con gli assassini di un intero popolo e diventa pioniere della messa a tacere di qualsiasi richiesta sociale e lavorativa, ignorando ostentatamente il supporto dei collettivi degli studenti verso i mezzi della contro-informazione. Supporto che ha preso anche la forma di risoluzioni specifiche da parte degli studenti… Sia degno, allora, il suo salario.

– Oggi, quindi, più che mai, è evidente la necessità dello Stato di mostrare i suoi denti, di sopprimere tutte le forme di lotta e resistenza (dalla soppressione delle lotte operaie, delle azioni ambientali locali, degli spazi occupati auto-gestiti) e di censurare tutto ciò che non è soggetto al suo appetito o pubblica l’umiliazione sociale che tutti noi viviamo attualmente, con la finalità della schiavitù totale di una intera società.

– Ora più che mai è indispensabile per il potere, per i padroni, per il governo e gli altri portavoce della troika e dei memorandum di far prevalere l’orrore della propaganda del regime-governo espressate dalla televisione, la stampa e le radio del regime.

– Oggi per lo stato è più che necessario mettere a tacere ogni libera espressione, ogni libertà di movimento delle idee radicali e sovversive, sperando di fermare la resistenza di coloro che non accettano in silenzio il destino che li aspetta.

Il loro fine ultimo, ma anche la loro vana speranza, è quello di soffocare e disorientare ogni tentativo di discussione, di visione e di azione verso l’organizzazione ed espressione della società in modo diverso e combattivo.

Non ci riusciranno, però, come non ci sono riusciti in tutti i loro precedenti sforzi disperati.

Athens.indymedia è costituito dai suoi utenti, da tutti coloro che informano e vengono informati sulla guerra sociale di classe condotta nelle società capitalistiche in tutto il mondo. Per quanto possano provare non riusciranno metterlo a tacere.

La censura e la repressione non ci intimidiscono, ma al contrario ci rafforzano.

Come gruppo di gestione di athens.indymedia, facciamo tutto il possibile per mantenere gli sforzi della diffusione e della promozione delle lotte e delle resistenze sociali. Per ora, e fino ad uscire normalmente su internet ci sono modi alternativi per accedere alla contro-informazione tramite il sito http://indymedia.squat.gr/ e anche attraverso la rete Tor all’indirizzo gutneffntqonah7l.onion

Continuiamo i nostri sforzi, e fra poco tempo, athens.indymedia.org funzionerà di nuovo normalmente, continuando a chiedere il diritto di utilizzare la rete pubblica credendo fermamente che tutto ciò che sia pubblico appartiene alla stessa società e non al potere, allo stato o al capitale. Non li lasceremo gioire della repressione. Non li permetteremo di depredare per sempre le risorse pubbliche che ci appartengono! Non rimarremo a guardare restando inattivi, stando in silenzio e non soccomberemo alla repressione e alla censura anche se ciò significa che dovremo andare in “esilio” e trovare terreno fertile in altri luoghi di ospitalità!

La contro-informazione non si imbavaglia, non si censura non si sopprime!

Le lotte sociali di classe non si fermano dagli impiegati svenduti e dai meccanismi della repressione!

Gruppo di Gestione di Athens.Indymedia.org

Portogallo: Due eventi con Contra Info in solidarietà con i prigionieri anarchici in Grecia

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Nel contesto della diffusione della solidarietà di fatto con i prigionieri anarchici nelle segrete greche, il Sabato 27 Aprile, 2013, ci incontriamo presso il Centro de Cultura Libertária, uno spazio anarchico in Cacilhas, Almada, dalle 16:00, dove ci sarà una discussione ed una cucina vegana di beneficenza.

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Lunedì, 29 Aprile, dalle 9 di sera, ci riuniamo presso l’occupazione COSA nella città di Setúbal, dove si terrà un altro evento di beneficenza.

Per la distruzione di tutte le carceri
e del sistema che le mantiene!

Grecia Setetrionale: Manifesto in solidarietà con i “4 di Kozani”

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ULTIME NOTIZIE: Doppia rapina a Velventos vicino a Kozani

BENE…

Alcune persone sono andate ad espropriare un po’ da quello che le banche ci rubano ogni giorno, dagli oppressi, dai proletari, dagli esclusi. Queste istituzioni “caritatevoli” hanno lasciato tanti oppressi senza riparo o cibo, ed hanno spinto molte persone al suicidio.

Loro che rimpiangono qualsiasi rapina in banca e sostengono il diritto delle banche, stano accanto agli assassini degli oppressi. D’altra parte, stiamo consapevolmente accanto agli espropriatori anarchici che attaccano il Capitale; Siamo solidali con i nostri compagni e approviamo le loro parole:

SBIRRI, GIUDICI, POLITICI, NON AVETE ALCUN MOTIVO PER DORMIRE TRANQUILLI!
ABBIAMO PERSO UNA BATTAGLIA MA NON LA GUERRA! VIVA L’ANARCHIA…

Solidarietà con Dimitris Politis, Nikos Romanos, Andreas-Dimitris Bourzoukos e Yannis Michailidis

Anarchici da Xanthi
(Febbraio 2013)

Gothenburg, Svezia: “La solidarietà internazionale è la nostra unica arma”

"Fermate le torture contro i prigionieri politici - Abbasso il fascismo - Solidarietà con i compagni in Grecia"
“Fermate le torture contro i prigionieri politici – Abbasso il fascismo – Solidarietà con i compagni in Grecia”

La mattina del 28 Marzo, nella parte centrale della città di Goteborg, uno striscione è stato messo all’ingresso di un edificio in cui, tra l’altro, si trova il consolato Greco di Svezia, come azione di solidarietà alla lotta dei nostri compagni ma anche come un tentativo di informazione diffusa e resistenza. L’azione è il risultato del nostro bisogno di unire la nostra voce con la voce dei nostri compagni che danno la loro lotta quotidiana in Grecia.

Stiamo attraversando un periodo caratterizzato dalla repressione a tutti i livelli, come la risposta politica selezionata verso ogni forma di reazione ed ogni voce di resistenza in qualità di opposizione alle decisioni sistemiche deliberate, che si risolvono in un ulteriore distruzione dell’economia e del tessuto sociale della società. Un periodo durante il quale i tentativi dell’inganno e della manipolazione provenienti dall’alto portano all’isolamento e all’attacco di qualsiasi forma di libero arbitrio, espressione di critica e di ogni conseguente tentativo di rovesciare l’attuale struttura politico-economica. La soppressione degli spazi autonomi, la soppressione degli scioperi, i arresti lascivi, la tortura dei prigionieri politici, i tentativi di mettere a tacere la libertà di parola e della cultura, e le pratiche dell’attacco vendicativo generalizzato da uno stato fascista – e dei suoi lacchè – contro ogni forma di resistenza, servono solo a radunare noi e la nostra rabbia.

L’auto-organizzazione è l’unico modo che abbiamo; la solidarietà internazionale è la nostra unica arma.

Compagni da Gothenburg