Category Archives: Repressione

Grecia: Nuovo contatto di posta elettronica per i membri detenuti della R.O. Cospirazione delle Cellule di Fuoco

La email per il contatto con i membri incarcerati della CCF si è spostata al server di riseup.net. D’ora in poi, è possibile comunicare a sinomosiapf@riseup.net

Assemblea di solidarietà con la R.O. CCF
e quelli perseguiti per lo stesso caso / Atene

Dichiarazione pubblica di Ch.T. nei confronti delle pubblicazioni contro di lui in Grecia ed Italia

Scrivo questo comunicato, in quanto continuo la mia vita normalmente e pubblicamente come sempre, non per confutare il contenuto degli articoli mal costruiti, che sono stati pubblicati in questi giorni nei giornali ed internet, dai pappagalli del potere.

Non voglio quindi entrare in nessuna logica di confronto con gli scenari fantasiosi montati dalle autorità, ma mi rivolgo agli amici ed amiche compagni e compagne e per estensione a chiunque abbia l’acume e l’umanità per riconoscere la propria posizione riguardo all’esistente. Il fine è di blindare i miei fondamenti sociali di fronte ai meccanismi repressivi ed alla loro giustizia, nei riguardi dei quali per altro non ho alcuna fiducia, dato che esistono solo per servire gli interessi dei potenti.

Sono uno della moltitudine degli oppressi su questo pianeta. Sono nato in un certo luogo geografico e mi hanno dato l’identità di greco. Mi hanno battezzato cristiano. Sono andato a scuola ed all’unversità del loro sapere sterile e diseducativo. Sono uscito per le strade della metropoli ed ho conosciuto il loro marcio, invischiandomi in “paradisi artificiali”, dai quali sono uscito grazie alla forza del mutuo appoggio. Fin da piccolo, visto che ero diverso, ho cercato di gustare in ogni momento la gioia e il divertimento della vita, delle relazioni e dell’amore, sotto l’occhio vigile e la minaccia del manganello degli sbirri nelle strade, nelle piazze e nei giardini del quartiere.

Sono cresciuto e mi sono reso conto delle dimensioni dello sfruttamento nei quartieri poveri. Dopo mi hanno mandato a servire “mamma patria” ed ho sperimentato direttamente la gerarchia, i rapporti autoritari e tutto il modello di trasformazione dell’individuo in cittadino sottomesso. Nella quotidianità della sopravvivenza ho messo qualche piastrella in qualche marciapiede che calpestate, ho consegnato cibo nelle vostre case, ho scaricato strumentazioni in qualche locale e molto altro.

Le condizioni in cui ho vissuto mi hanno fatto schifare l’organizzazione sociale esistente, che si basa sul profitto, sullo sbranarsi a vicenda e sul “ ognuno per se”.

Ho sempre creduto che gli individui, aiutandosi gli uni con gli altri, possano rompere le proprie catene e creare una realtà sociale differente. Senza servi ne’ padroni. Senza nessun tipo di potere. Ho condiviso questi pensieri con altri ed altre che avevano le stesse tensioni e più di tutto la voglia di cambiamento. Con la lettura di libri e periodici, le discussioni nei circoli e la partecipazione alle vicende sociali le mie esperienze vissute hanno acquisito una base politica prendendo parte attivamente al movimento anarchico ed alle lotte sociali.

Dalle lotte nelle superiori del ’98 a quelle universitarie nel 2006-07. Dalle manifestazioni contro le guerre ed i meccanismi politico-militari, fino alla solidarietà agli obbiettori totali. Dalle lotte nel 2003 a Salonicco contro il totalitarismo globale alla resistenza sociale contro le soffocanti riforme imposte dal FMI. BCE e dallo stato greco. Dai volantinaggi nei mercati rionali in appoggio ai prigionieri in lotta, dagli attacchinaggi di controinformazione sulle varie lotte fino alle assemblee ed alle barricate del dicembre 2008 nella città di Patrasso. Questo ed altro sempre seguendo la rotta della mia coscienza sempre riconoscendo al minimo il mio contributo.

Una coscienza che non riconosce le linee tracciate per dividere i popoli e che trova amici ed amiche compagni e compagne in qualsiasi posto mi porti la mia vita.

Così mi sono trovato a condividere il mio tempo e la mia vita con persone che stimo gli ultimi anni che sono passato in italia. Certo anche lì ho partecipato in minima parte al movimento. Dal primo momento della mia permanenza in italia ho sentito la morsa terrorista dei meccanismi repressivi dello stato. Un regime totalitario che non salva neanche le apparenze. Dalle intercettazioni telefoniche con il proprio compagno e la propria compagna, i pedinamenti, le continue perquisizioni nelle case oltre che a circoli ed occupazioni, i controlli senza motivo per ore nei porti e negli aeroporti, le persecuzioni di militanti indipendentemente dalla loro appartenenza politica con accuse infondate e carcerazioni in base a prove inesistenti fino all’incriminazione di idee e dei rapporti personali. ( forse le volpi delle autorità inquirenti greche stanno studiando questo modello?).

Da una parte l’estensione della repressione e dall’altra il modo con cui riescono ad intromettersi ed infettare tutti gli aspetti della nostra vita sono il risultato del vuoto della resistenza sociale creato dal recupero e la sconfitta dei movimenti degli anni ’70, e l’instaurazione del modello di vita spettacolare contemporaneo. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad operazioni mediatiche in diverse città per tutta la lunghezza della penisola. Decine di persone si trovano , dopo queste campagne mediatiche, perseguitate o sotto minaccia di persecuzione oltre che prigioniere ai domiciliari o nelle carceri. Nello stesso momento in cui il FMI bussa alla porta, con la paura di possibili agitazioni sociali, lo stato italiano si prepara mettendo a punto il proprio armamento operativo, giudiziario e mediatico, con il fine di isolare e criminalizzare le idee e le pratiche più radicali. Pratiche, cioè, antinsurrezionali prima che scoppino le insurrezioni.

In questo momento in grecia, in italia come in tutti gli angoli di questo mondo-prigione, si sviluppano lotte simili contro i progetti del dominio. Oggi le moderne oligarchie collaborano e si sincronizzano per intensificare lo sfruttamento delle classi più povere in nome dell’interesse collettivo e reprimono violentemente ogni voce di resistenza, mentre allo stesso tempo provano a disorientare i popoli riguardo al loro nemico reale, spingendoli a sbranarsi fra di loro in nome di una nazione, di una religione o di qualsiasi altra identità immaginaria. Si presenta più che mai necessario il bisogno di contatto fra gli sfruttati di tutto il mondo affinchè comunichino i propri problemi, bisogni e i desideri per autorganizzare le lotte contro il potere.

Per quanto riguarda il mio coinvolgimento in diversi scenari terroristico-deliranti: diversi pennivendoli sono corsi, seguendo gli ordini delle autorità di polizia, a spargere notizie ed accuse false nei miei confronti, per vendere un po’ di terrorismo un tanto al chilo, violando i miei dati personali. In sostanza siete diventati gli stessi portatori di terrore nei confronti di amici, amiche, compagni e compagne e dei miei familiari. Dovete pensare che la gente sia così idiota da credere che quello che presentate come organizzatore, messaggero, propulsore ed infine soggetto estremista duro e puro, non abbia seguito nessuna regola cospirativa, usando il proprio telefono, viaggiando con i propri documenti e parlando tranquillamente in circoli ed in manifestazioni pubbliche. Sono semplicemente un pezzo del puzzle, l’obbiettivo facile, “l’anarchico greco” che serviva per montare i loro scenari.

Questo scritto non contiene nessuna dichiarazione legalista. Non aspettatevi la condanna di nessuna idea o azione all’interno dell’area antiautoritaria. Il movimento è multiforme, risultato di varie correnti tese tutte quante alla liberazione sociale e individuale. Continuo, dunque, a camminare nelle vie della città in cui vivo, a difendere le mie idee, a incontrare amici ed amiche anche se vivono in altre città, che si chiamino Atene, Napoli, o Guadalupe, quando mi andrà di vederli andrò a trovarli.

Ch.T., 21-09-2012

in greco qui

Mobilitazione di massa nelle carceri greche (dal 13/9) – Rivolta nel carcere di Koridallos (23/9)

Dal 13 Settembre 2012 si conduce l’ennesima mobilitazione di massa dei carcerati in molte prigioni greche, includendo astinenza dal cibo della mensa e altre forme di protesta. In alcuni istituti si effettua uno sciopero totale ai lavori, mentre in altri uno sciopero parziale. Inoltre, in alcune carceri la partecipazione dei detenuti alle manifestazioni è universali, mentre in altre parziale.

La Domenica sera, 23 settembre-poco dopo il raduno di solidarietà e di sostegno da parte di amici, famigliari e solidali che sia stato chiamato alle 17:00 al di fuori della carcere maschile di Koridallos, i prigionieri si sono ribellati, lottando non solo per la loro dignità ma anche per la loro sopravvivenza basilare all’interno di questo inferno. Soprattutto nell’ala E, dove i prigionieri hanno rifiutato almeno fino al 22:00 di entrare nelle loro celle, è stato effettuato l’intervento della polizia antisommossa (MAT) con granate chimiche e bombe di lampo nella “zona morte” (tra il carcere e la zona residenziale).

Nel pomeriggio, circa 50 persone solidali sono rimaste per qualche tempo nel parco di fronte la via Grigoriou Lambraki, e poi sono riusciti a raggiungere la zona esterna dell’ala C della prigione (che vediamo solo da lontano il capodanno). Una volta che i prigionieri hanno realizzato la presenza della gente, hanno cominciato a gridare dei slogan e colpire le barre e le porte, e bruciare degli oggetti per buttare fuori dalle finestre.

[vimeo]http://vimeo.com/50091858[/vimeo]

In particolare, i solidali sono saliti su un vicolo al lato opposto delle carceri femminili, hanno girato a destra e sono usciti dietro dei campi di calcio e della scuola, a soli 50 metri dal muro. La squadra della polizia non è stata in grado di arginare la gente, che abbia marciato in una posizione elevata, il contatto quasi diretto con i detenuti ribelli. I detenuti hanno messo fuoco sui vestiti, lenzuola, coperte, ecc, salutando con pugni alzati dall’interno delle cellule, cantavano e fischiavano forte, per tutto il tempo che i solidali riuniti cantavano dei slogan per la libertà. Si intravedevano 5-6 teste dall’interno di ogni cella (è da chiedere come riescono a dormire o come c’entrano tutti in uno spazio così poco). I solidali sono rimasti nello stesso posto per mezz’ora, e quando si stavano allontanando, i prigionieri bruciavano ancora dei fogli, gridando slogan e salutando con i pugni alzati. Sembrava che avrebbero smantellato le ringhiere con le proprie mani.

Alle 19:30 la rivolta generalizzata nelle carceri di Koridallos era in evoluzione con le ali B e C in fiamme, mentre il fuoco era entrato anche nel cortile dell’ala A. Si sono realizzate alcune trattative iniziali con la gestione ed i prigionieri, ma gli spiriti erano già molto tesi. Poco dopo, sono arrivate nella zona una miriade di forze repressive (squadre antisommossa , unità meccanizzate, pattuglie, camionette , ecc) mentre i poliziotti sono rimasti in allerta per l’intervento- in attesa del procuratore.

Verso le 20:00 l’ala D è chiusa, mentre verso le 21:00 è stata bloccata anche l’ala A, della cui residenti erano rimasti un’ora fuori dalle loro celle, perché l’amministrazione aveva tentato di chiudere un’ora prima del previsto, e molti prigionieri hanno reagito al momento. Alle 21.40 i detenuti delle B e C erano entrati anche loro nelle celle.

Nell’ala E pero i disordini sono prevalsi, con lo sciopero del lavoro che continui. I prigionieri hanno rotto quasi tutto entro tale raggio. I detenuti sono saltati nella “zona morta” ed hanno cominciato a lanciare pietre sulla strada al di fuori del recinto. Decine di guardie umane con bastoni e caschi si precipitarono a sopprimerli. Alle 21.30 l’allarme era già cominciato a suonare. Presto si sono sentiti i rumori degli scatti dei primi lacrimogeni. Squadre dell’antisommossa sono state schierate nella “zona morta” del carcere, scatenando violenti attacchi, al fine di reprimere la rivolta dei prigionieri dell’ala E, dove si dice che ci sono stati tentativi di fuga.

Dalle 23:00 fino alle 01:00 la zona vicina (che era anche annegata dai prodotti chimici) e l’inferno della prigione erano in uno stato d’assedio da parte della polizia, mentre diversi prigionieri gridavano “mettete fuoco…”. Nel perimetro della prigione c’erano tutti i tipi di poliziotti, che non hanno mai smesso di farsi prendere dal panico i residenti: appena vedevano che alcuni vicini di casa uscivano sui balconi, urlavano che i prigionieri sarebbero venuti per ucciderli, che ci sarebbero dei disordini, le loro case sarebbero danneggiate ecc..

Preoccupati, diversi abitanti sono rimasti sui balconi degli edifici vicini. Sono stati ascoltati dei colpi di pistola alle 03.00: le guardie carcerarie esterne di Koridallos hanno sparato circa 10 colpi in aria. (Gli aggiornamenti finiscono qui. La lotta continua…)

Prossimo incontro al di fuori delle carceri di Koridallos
Domenica 30 Settembre alle ore 17.00

Soddisfazione immediata di tutti i requisiti dei prigionieri

Solidarietà agli ostaggi combattenti dello Stato
Libertà per quelli e quelle che sono nelle celle

vedi (in greco) su : i, ii, iii, iv, v, vi, vii

Atene: Manifestazione di solidarietà a coloro che sono perseguitati per la causa della CCF, il 5/10 – Inizio della nuova corte marziale il 8/10

L’inizio del nuovo processo, per il caso della O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco è impostata per l’8 Ottobre, 2012 e riguarderà quattro indagini diverse: l’invio dei pacchi incendiari il 1° Novembre del 2010 (azione per la quale la CCF ha assunto la responsabilità), gli arresti effettuati durante l’operazione antiterroristica nel 4 Dicembre, 2010, gli arresti che sono seguiti, a Volos, il 14 Marzo 2011, e la sparatoria con i poliziotti nel quartiere di Pefki il 18 Maggio, 2011. Diciassette persone affrontano delle accuse, tra cui nove membri della CCF, l’anarchico Theofilos Mavropoulos, i quattro anarchici che furono catturati il 4 Dicembre 2010 (Stella Antoniou e gli incarcerati Giorgos Karagiannidis Alexandros Mitrousias, Kostas Sakkas), l’anarchico Konstantinos Papadopoulos (che è stato arrestato ad Atene nel Marzo 2011, lo stesso giorno che si sono catturate i cinque membri della CCF a Volos, ed è stato rilasciato su cauzione) e i due compagni ricercati Giannis Michailidis e Dimitris Politis.

Contro tutte le autorità
Accanto a combattenti della libertà

L’8 Ottobre un altra corte marziale inizia nella prigione di Koridallos, contro i compagni perseguitati per la R.O. Cospirazione delle Cellule di Fuoco, sia che abbiano assunto la responsabilità politica per la partecipazione in essa o negano qualsiasi rapporto.

1° processo
4 indagini-casi (Volos, Pefki, pacchi, 4 Dicembre)
17 imputati
13 compagni imprigionati

9 membri della CCF: Damianos Bolano, Panagiotis Argyrou, Michalis Nikolopoulos, Giorgos Nikolopoulos, Gerasimos Tsakalos, Christos Tsakalos, Giorgos Polidoros, Harris Hatzimichelakis, Olga Economidou

8 perseguitati: Teofilos Mavropoulos, Ntinos Papadopoulos, Stella Antoniou, Alexandros Mitroussias, Kostas Sakkas, Giorgos Karagiannidis, di cui 2 ricercati: Giannis Michailidis, Dimitris Politis

La dottrina della “tolleranza zero” applicata negli ultimi anni, dimostra la determinazione di distruggere in ogni modo il nemico interno, e in modo più intenso durante la crisi economica e sistemica. Sia quando mira ai membri della O.R Cospirazione delle Cellule di Fuoco, che sono perseguitati, sia per le loro azioni e per le loro posizioni politiche, sfidando attivamente l'”invulnerabile” maschera dello stato “potente” (ad esempio le bombe nel parlamento, nella prigione di Koridallos, presso gli uffici dell’Alba Dorata, nel tribunale di Atene, ecc), o quando mira a gli anarchici perseguitati che sono detenuti per lo stesso caso, chiarendo che tutte le resistenze sociali saranno perseguitate violentemente, e per di più la teoria e la pratica anarchica.

Il percorso della resistenza contro la barbarie capitalista, la strada della lotta per la libertà, passa attraverso la solidarietà con coloro che l’hanno attraversata per primi. Non lascia nessuno solo, non lascia nessuno indietro.

Manifestazione di solidarietà per coloro che sono perseguitati per la causa della O.R CCF Venerdì 5 Ottobre, ore 19.30, Propilea (via Panepistimiou, Atene)

Inizio del processo – Raduno al tribunale delle carceri femminili di Koridallos
Lunedì 8 Ottobre 9,00

Assemblea di solidarietà per la CCF e coloro che sono perseguiti per lo stesso caso / compagne, compagni
saspf.squat.gr

Grecia : L’arresto dell’anarchico Tasos Theofilou puzza di montatura poliziesca

Un caso di rapina, durante il quale è accaduta l’uccisione di un cittadino che aveva attaccato i rapinatori, è stato trasformato dalle forze anti-terrorismo in un caso di “terrorismo”, mentre i pappagalli sono stati addestrati a scrivere di scenari mostruosi, pieni di menzogne, che non hanno niente a che fare con i fatti del fascicolo processuale (come di solito succede quando gli anti-terrorismo inventano un caso).

L’anarchico Tasos Theofilou, che è stato arrestato per questo caso, nega fortemente tutte le accuse fin dal primo momento, mentre il suo avvocato Sp. Fitrakis ha parlato di magre prove nel fascicolo.

Dando un’occhiata al caso (come presentato nei fascicoli e non come presentato dai pennivendoli che prendono ordini dal 12° piano del GADA, quartier generale della polizia di Atene), vediamo salire la puzza di una montatura poliziesca. Pochi giorni dopo la rapina, una persona “anonima” avrebbe presumibilmente chiamato gli sbirri (!) dicendogli che il rapinatore di Paros era seduto sui gradini della stazione metro di Keramikos. Hanno perfino fatto una descrizione. Immediatamente le forze anti-terrorismo si sono recate sul posto e hanno arrestato T. Theofilou.

Che interesse hanno le forze anti-terrorismo in un caso di rapina? Alla stazione di polizia hanno preso con la forza la sua saliva e le sue impronte digitali, per poi annunciare subito dopo che il suo DNA combaciava con il DNA di un capello trovato nel cappello caduto ad uno dei rapinatori a Paros! Nessuna impronta nè niente. Per quanto riguarda il DNA, si possono leggere gli articoli del giornale “Kontra” sulla importante discussione che sta avendo luogo nel corso del processo a Lotta Rivoluzionaria, per rendersi conto di come sia un metodo non solo discutibile, ma completamente inaffidabile.

E’ una coincidenza che prima dell’arresto di Theofilou le forze anti-terroriste dicessero ai pennivendoli di essere sulla buona strada e di avere delle prove? Si può facilmente rendersi conto di chi sia la “persona anonima” che ha riconosciuto il rapinatore (travisato) di Paros sui gradini del metro e ha chiamato la polizia. Le “domande”, comunque, non si fermano qui.

Quando Theofilou si trovava nelle mani delle infami forze di polizia, tre o quattro sbirri ricordarono che era lui la persona che portava avanti il “contropedinamento”, quando sorvegliavano le case di persone connesse alle CCF ad Atene, Pireaus e Agrinio! Questa presunta persona non fu mai arrestata e nemmeno detenuta, ma le sue caratteristiche venivano ricordate due anni dopo! In questo modo, Theofilou fu accusato dell’intera lista di azioni attribuite alla CCF (e alle persone dietro i membri dell’organizzazione) e dovrà affrontare un secondo fascicolo di inchiesta gestito dal procuratore speciale Baltas. Questa costruzione “puzza” davvero.

fonti : a, b

Cile : Lettera del compagno Tortuga sul suo sciopero solitario dagli arresti domiciliari

Nota di Liberación Total: Lo scorso 7 agosto dopo il verdetto contro il compagno Tortuga questo ottiene di uscire dal carcere, come infatti è confermato il 15 con la condanna a 6 anni di “libertà vigilata”. Oggi si trova agli arresti domiciliari in attesa della decisione per il ricorso di annullamento del processo richiesto dalla Procura. Da questo spazio salutiamo il compagno e la sua enorme convinzione nel continuare a lottare.

Quando il fuoco dell’anarchia alimenta i nostri cuori
(Quando nè i confini nè la lingua nè i carceri ci separano)

Scrivo con un po’ di fame, con lo stomaco vuoto ma con il cuore soddisfatto, anche se certo, mai paragonerei il mio sciopero con quello che possono stare passando altrx compagnx. Oggi lunedì 10 settembre 2012, in regime di arresti domiciliari, mi preparo a un digiuno solitario di 48 ore (10 e 11 settembre), credo necessario spiegare il motivo per cui ho scelto 2 giorni per questa misura e anche, ovviamente, perchè ho scelto il digiuno come mezzo di lotta in questa occasione.

Comincio spiegando che ho scelto il digiuno solitario per la semplice ragione che è già un po’ di tempo che desideravo scrivere alcune riflessioni che mi giravano in testa su alcune delle operazioni repressive che vivono gli anarchici e antiautoritari di tutto il mondo, approfittando dell’occasione per solidarizzare con i/le compagnx in sciopero della Fame dell’operazione “Ardire”.

Considero una meschinità esprimere opinione e riflessioni su tematiche che non ci stanno toccando direttamente e prioritariamente, per questo ho deciso di condividere anche se solo per alcune ore lo sciopero dei/delle compagnx repressx, facendogli sentire che sono in ogni momento con loro, che il loro sciopero della fame si ripercuote nel mio cuore timido e che per il destino di trovarmi agli arresti domiciliari mi sono potuto informare molto bene su come stanno andando le cose da quelle parti. Devono sapere che in questi giorni io sono in agitazione per loro, anche se molto minoritariamente, che parlo del loro sciopero della fame e soprattutto della loro voglia di Libertà.

Ho scelto due giorni per digiunare perchè il 10 settembre è esattamente l’ultimo giorno dello sciopero della fame da parte dei compagnx Marco Camenisch (rinchiuso in Svizzera), Sergio Maria Stefani, Stefano Gabriele Fosco e Elisa di Berardo (rinchiusi in Italia), in realtà non so se ci sono altri compagnx in sciopero della fame, i miei saluti anche a loro, ma come dicevo, tuttx questx sono compagnx repressx nella funesta caccia all’anarchico chiamata assurdamente “Operazione Ardire”, che comprende altrx 7 compagnx processati per questa razzìa, che per me principalmente vuole colpire a raffica, ma non alla cieca, le intenzioni anarchiche, che cominciano a essere un cancro molesto per il sistema e le sue logiche nel territorio dominato dagli Stati italiano-svizzero-tedesco.

Trovo importante notare che nello Stato italiano c’è un significativo movimento anarchico/antiautoritario, e non parlo solo quantitativamente, ma in qualità non è da meno, come in Germania e Svizzera ci sono due riconosciuti compagni che nonostante gli anni di isolamento hanno saputo dare contributi alla lotta dentro e fuori dalle prigioni, questo mi sembra importante notarlo perchè è certo, secondo la mia osservazione, che se la “Operazione Ardire” è stato un attacco da folli, non lo è stato in nessun caso alla cieca, non hanno preso i/le responsabilx degli attentati rivendicati dalla Federazione Anarchica Informale (FAI), hanno preso persone che coincidevano con il profilo ideologico (agli occhi dell’autorità) e questo per me merita, se non un dibattito, perlomeno una minima analisi da parte dei/delle compagnx, non solo repressi, ma nella loro totalità, da parte di tutte le persone che compongono il movimento anarchico/antiautoritario, per quanto diffuso e contraddittorio a volte possa sembrare questo movimento, che è anche internazionalista. Lasciando da parte le piccole differenze che possiamo avere riguardo alle nostre posizioni, è importantissimo capire che la frase più banale “Potrebbe succedere a chiunque” è realmente vera, ma qui voglio soffermarmi un po’, bè, quando dico “a chiunque” mi riferisco a chiunque abbia una vita politica di contrasto al sistema e ai suoi valori, indipendentemente dai metodi che utilizza per contrastarlo, che sia un blog di controinformazione o un pacco-bomba diretto a un’ambasciata, la guerra sociale si alimenta di tutto, perchè non possiamo sperare di rovesciare il sistema solo con i proiettili, le azioni illegali vanno bene (a patto che rispettino i minimi requisiti rivoluzionari), ma devono essere necessariamente integrate con altre istanze, momenti di riflessione, da condividere tra compagnx, per amarci, per stare in tensione nel quotidiano e per rimarcare le differenze, gli apprezzamenti e le critiche, in questo modo muovendosi verso la crescita individuale e collettiva. Continue reading Cile : Lettera del compagno Tortuga sul suo sciopero solitario dagli arresti domiciliari

Messico : Lettera del compagno ecoanarchico Braulio Durán dal carcere di Cereso a León

Nota: Il compagno Braulio è detenuto dal 24 settembre 2010 con l’accusa di “danni per incendio doloso” in relazione a un attacco incendiario contro una succursale della banca HSBC, azione avvenuta il 17 settembre 2009 nella città di Léon. Dopo un anno di investigazioni la polizia arresta il compagno che viene incarcerato. Braulio dopo quasi due anni nelle gabbie mantiene ferme le sue convinzioni e pratiche, senza negoziare con il nemico. Inviamo un saluto al compagno, molta forza e incoraggiamento, perchè i muri non saranno eterni.

Ciao a tuttx!

Prima di tutto spero stiano bene tutte quelle persone che in una forma o nell’altra lottano per condurre una vita “migliore”. Ricevono da parte mia un abbraccio con molta forza e rabbia. Ho deciso di scrivere alcune parole come volevo fare da tempo, ma per alcune questioni era più complicato del previsto. Mi piacerebbe chiarire che questo scritto non serve a guadagnare “fama” nè qualcosa del genere, è semplicemente che sento il piacere di esprimere le cose che mi sono successe nella mia vita.Molto probabilmente non si sa molto della mia situazione, mi pare di capire che è difficile cercare di sapere qualcosa perché i mezzi di disinformazione sono responsabili di pubblicare solo merda nei nostri confronti (in realtà non me ne frega niente). E allora tutto diventa un pettegolezzo distorto che fa solo una gran confusione.

Come saprete sono attualmente detenuto in una prigione di stato dove sto scontando quasi quattro anni per il reato di danneggiamento da incendio a due sportelli bancomat.La mia situazione carceraria è ora più “tranquilla”, perché l’unica cosa che rimane è scontare la condanna che mi ha imposto lo Stato. Vorrei sottolineare che non è mai stato facile, perché come tutti sappiamo, non è piacevole essere privati della libertà in un centro di domesticazione come questo, ma in qualche modo è stata un po’ meno dura da quando ho deciso di restare in piedi e affrontare il “tempo”.

E’ chiaro, bisogna mantenere i piedi per terra per poter far fronte a una situazione di carcere, non dico che il costo è solo quello che si è, vivere reclusi porta a conflitti sia fisici che esistenziali, ma per esempio io penso che non ci sia molta differenza tra restare imprigionati qui rispetto a fuori, poiché già la maggioranza delle persone (e mi permetto di generalizzare) sono prigioniere dei loro dogmi e credenze, delle loro paure e delle loro comodità (tra cui la tecnologia e il consumismo).

Molto probabilmente non condividono quello che dico, poiché credono che la differenza sia che io sto tra 4 enormi mura con telecamere che mi controllano in ogni momento, ma non è la stessa cosa di vivere in enormi edifici governativi e muri pieni di telecamere ad ogni angolo? Io non credo ci sia molta differenza, perchè penso che se sei schiavo della tua mente, alla fine sei schiavo di tutto.

Tornando un po’ al tema della mia situazione qui nel fortino, mi piacerebbe sottolineare un po’ come è stata la situazione qui, voglio dire, vivere con 5 persone in una cella di 5×5 m e ottenere un’alimentazione vegana… Bè, dal momento del mio ingresso in questo luogo questa si è trasformato in una folle impresa di sopravvivenza, per superare la pressione delle persone con cui vivevo, sopportando forti dicussioni, dopo i colpi, dopo aver vissuto 9 mesi con queste persone ho deciso di trovare un altro luogo dove pensavo di poter vivere “meglio”, ma no, fu lo stesso film, tanto che nel periodo della mia reclusione ho vissuto in 5 celle diverse che ovviamente stanno in diversi dormitori. Ora mi trovo in un dormitorio più “tranquillo” vivendo con solo un amico che mi ha chiesto di andare a vivere con lui, di dargli una mano poiché sta un po’ “malato”, il punto è che ora vivo solo con lui in una cella di 3×3, con una persona anziana, io sono il più giovane del dormitorio.

E per quanto riguarda la mia alimentazione, per la verità è stato difficile perchè in un primo momento avevo l’appoggio di persone che mi davano una mano su quel fronte, la mia famiglia, ma con il passare del tempo è diventato difficile, perchè come tutto, ci si stufa, ma questo non è stato un motivo per cambiare la mia posizione, anzi per me è stato molto importante consolidare questo punto, per quello che penso è una forma di lotta giorno dopo giorno, non si tratta solo di dire “già non ho niente da mangiare, bè, farò anche quello che non condivido”. Mi piacerebbe riprendere le parole di un compagno che sinceramente condivido, in cui diceva: “sono vegano già da diversi anni, per motivi legati alle idee contro il dominio, lontane da un atteggiamento compassionevole, convinto che nella società tecnologica-industriale essere onnivoro sia una contraddizione per chi è contro l’ordine imposto”. Riprendo questo frammento perchè lo condivido, e perchè è questo che rappresenta la mia vita in prigione, sono un vegan straight-edge. Anche se può sembrare una posizione ben precisa, per me va molto al di là di una posizione/stile di vita, è una forma di lotta contro il dominio.

Bene, cambiando un po’ tema mi piacerebbe approfittare della lettera più che altro per mostrare il mio sincero appoggio al compagno Mario Lopez Hernandez che sfortunatamente sta nella stessa situazione in cui io mi trovo, vorrei dirgli che anche se non posso vederlo sono con lui e può contare sul mio appoggio senza condizioni, certo, non posso fare molto ma quello che è nelle mie possibilità lo farò con piacere e rabbia. Forza compagno! Che non si stanchi l’animo, continuiamo come all’inizio con i piedi ben piantati e la convinzione in fronte.

La vita non è facile e ancora meno in prigione, ma non è un motivo per terminarla, tutto il contrario, osservare sempre con intelligenza e fottersene delle forme e norme di imposizione. Alla fine di tutto sia ha sempre una ricompensa che è la libertà totale.

Un’altra cosa che vorrei includere è un ringraziamento a tutti quegli individui che hanno preso il tempo di rivendicare la loro solidarietà con una lettera, una iniziativa e una miriade di cose, grazie moltissime a ognuno/a di voi. Vi invio un bacio enorme in attesa di incontrarci fuori.

Allo stesso modo voglio ringraziare le persone che hanno organizzato cene vegan benefit in Spagna e altre cose in Colombia, Cile, Italia, Grecia, Argentina e nello stesso Messico, un abbraccio fortissimo! Che sentano le mie parole non come un testo di un compagno ma come una qualche lettera sincera, so che molti non condividono lo stesso ma sinceramente non mi importa, io credo nella verà libertà, e non è un capriccio.

Buona fortuna a tutti! Che la lotta non si spenga e ancora meno la voglia di dare una svolta allo stato di cose che ogni giorno governa le nostre vite!

Libertà a Mario López Hernandez e a tutti i prigionieri del Messico
e del mondo!
Forza ai libertari detenuti!
Prigionieri politici liberi!

A presto.
Saluti e anarchia!!!

Sinceramente…
Braulio Durán.

fonte

Messico : Aggiornamenti sul processo di Mario “Tripa” López

30 Agosto 2012
Il primo processo non si è tenuto ed è stato rinviato. Inoltre, il compagno Mario “Tripa” Lopez è già stato spostato dalla “sezione ospedaliera” nonostante il fatto che le sue ferite non sono ancora guarite. Nell’ultima settimana, il “Tripa” è stato spostato per l’udienza preliminare del processo. Tuttavia, per il fatto che il giudice non ha pubblicato l’elenco delle udienze, la prima non si è svolta e sarà riprogrammata. In quei giorni, ai compagni sono state date diverse date per andare alla corte, per sostenere Mario, poterlo vedere e mandargli un saluto attraverso il vetro.

Non c’è dubbio che il ritardo nell’udienza sia una strategia dei giudici per allungare il processo e in questo modo sfiancare il nostro compagno. Il team legale continua con il suo lavoro, con l’intenzione di fermare queste manovre da parte del giudice.

Mario è già stato trasferito nell’ala della prigione di Osservazione e Classificazione, nonostante le sue ferite non siano ancora guarite. Qui dovrà affrontare le tipiche dinamiche della prigione, in cui paghi per tutto, inclusa la possibilità di circolare all’interno dell’area. Come diciamo sempre, ci incontreremo di nuovo in salute e forza, la solidarietà andrà avanti finchè necessario.

Croce Nera Anarchica del Messico (CNA México)

20 Settembre 2012
Le udienze programmate per i giorni 11, 18, 19 e 20 settembre di quest’anno contro e per la difesa di Mario Antonio Lopez, “Tripa”, si sono svolte come previsto.Si possono evidenziare varie questioni che attestano le irregolarità – come già ci si aspettava – nel caso legale del compagno:

1. E’ stata chiara l’intenzione di dare seguito e collegamento tra il processo di Mario Lopez con il caso collegato all’esplosione del 26 Giugno 2012 alla Commissione Federale di Elettricità, questione che era stata distaccata e per la quale non deve essere giudicato.

2. Si sono presentate persone, tra cui poliziotti, richiesti dalla parte accusatoria, che non hanno relazioni con il caso visto che non sono testimoni oculari, e alcuni non conoscevano nemmeno la ragione per cui Mario era sotto processo. Alcuni di essi sono stati convocati per questioni relative a un arresto di Mario Lopez nel 2009 durante una manifestazione contro la corrida, questione che non richiede continuazione, come è ovvio, ma che loro tentano di riportare in luce.

3. Vari dei testimoni “presenziali” non riconoscono le dichiarazioni contenute nel fascicolo, dichiarazione che farebbero menzione del “pericolo” e “terrore” causati presumibilmente dall’azione per cui è processato il compagno. Hanno negato di aver detto quelle parole, argomentando di non aver letto con attenzione quello che hanno firmato.

Tutto questo ha portato al cancellamento di molte delle presunte “prove” presentate contro il compagno da parte del segretario della Cancelleria 32 del Reclusorio Sur, con l’allungamento del processo, cosa comune in questi casi. Infine, lo spettacolo offerto in queste udienze mostra già l’insolenza della manipolazione che hanno cercato di fare del caso del compagno.Facciamo una chiamata a mantenere l’attenzione su quello che succede nei prossimi procedimenti legali in cui sarà imputato il compagno.

Gruppo di avvocati in solidarietà con i prigionieri anarchici

fonti : i, ii

Indonesia : “Lunga Vita al Luciano Tortuga” Cellula-Cospirazione Internazionale per la Vendetta-FAI/FRI attacca una stazione elettrica con un congegno incendiario a Manado

C’è sempre un motivo per dire che la mancanza dei numeri è la ragione principale. Ma per noi l’unico ostacolo è la paura. Teorie, ragionamenti e situazioni sono i muri del labirinto che sempre diventa una ragione per l’ostruzione e la restrizione. Così come le accuse che il rapimento di due membri, dei nostri compagni Billy e Eat, siano una barriera per ulteriori azioni di distruzione.

Il 23 agosto, ad un impianto di energia a Kotamobagu, nord Sulawesi, abbiamo posizionato un congegno incendiario che non si è innescato. Siamo rimasti delusi da noi stessi e dalla capacità di ogni individuo coinvolto nell’attacco. Ma dall’altro lato, abbiamo imparato che nessuno dovrebbe dispiacersi. Questa notte, 31 agosto, abbiamo commesso di nuovo gli stessi “crimini”, lasciando un congegno per bruciare una stazione
elettrica a Ruminting, Manado.

L’obiettivo è chiaro. Siamo arrabbiati! Molto arrabbiati!

Questa azione è anche una risposta alla solidarietà illimitata ricevuta da molti compagni e compagne di ribellione.

Agli incontrollabili e coraggiosi compagni nell’oscurità in Bolivia, Cile, Messico, Grecia, Argentina e Inghilterra così come in altri posti mai menzionati. Ad Olga e ai compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco e a Tasos Theofilou che è stato recentemente arrestato per essere anarchico. Non dimentichiamo nemmeno di menzionare Theofilos Mavropoulos, Gabriel Pombo Da Silva, Rami Syrianos, e Marco Camenisch in sciopero della fame. Tutti voi siete ribelli che ci hanno ispirato, anche se siete imprigionati dietro le sbarre.

A Luciano Tortuga e Mario López, non dimentichiamo nemmeno di menzionare Ivan Silva e Carla Verdugo in Cile. Henry Zegarrundo, Juan Aliste Vega, Freddy Fuentevilla Saa, Marcelo Villarroel Sepúlveda sono anche di ispirazione. Non dimentichiamoci di dissidenti come Felicity Ryder, Nikos Maziotis e Pola Roupa also fino K. il membro latitante della Long Live Luciano Tortuga Cell–FAI/FRI.

Con la faccia piena di vergogna menzioniamo i nostri due compagni di lotta, membri della Long Live Luciano Tortuga Cell–FAI/FRI, Billy Augustan e Reyhard Rumbayan (Eat). Non dimentichiamo il coraggioso di Kulon Progo, Tukijo. A questi mandiamo i nostri saluti con la luce dei fuochi dalle strade. A loro mandiamo il nostro amore.

Queste azioni sono anche una manifestazione di rabbia e delusione. Impazienza per quei ribelli che dopo gli attacchi sono tornati a correre e nascondersi e hanno passato molto tempo in attesa, inclusi noi stessi.

Compagni, è tempo di contrattaccare.
Non aspettate. E’ tempo di fare luce!
Lunga vita all’anarchia!

“Lunga Vita al Luciano Tortuga” Cellula
Cospirazione Internazionale per la Vendetta
Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale
(FAI/FRI)

fonte

Da Zurigo a Atene: La Solidarietà attraversa i confini

Slogan per l’immediata liberazione di Marco Camenisch e in solidarietà con i tre membri della Lotta Rivoluzionaria sono stati scritti nella città di Zurigo.

Ad Atene ha avuto luogo un intervento davanti alla corte marciale del carcere femminile di Korydallos, dove si svolge il processo del caso della Lotta Rivoluzionaria. Nel mese di Settembre, i membri del Soccorso Rosso Internazionale dal Belgio, Italia e Svizzera hanno viaggiato ad Atene per assistere al processo in solidarietà con i tre membri della Lotta Rivoluzionaria e quelli perseguiti per lo stesso caso.

La lotta continua…

Chiamata di solidarietà con gli anarchici bielorussi

È passato parecchio tempo dall’ultima chiamata alla solidarietà con gli anarchici bielorussi. Oggi dobbiamo ammettere che c’è bisogno urgente di una nuova ondata di solidarietà per aiutarli a uscire dal carcere. Ecco perchè vi invitiamo a partecipare alle giornate di azione in solidarietà con i prigionieri politici bielorussi il 22 e 23 settembre (il giorno delle elezioni parlamentari è il 23).

Gli attivisti Ihar Alinevich, Mikalai Dziadok, Artsiom Prakapenka, Pavel Syramolatau, Aliaksandr Frantskievich, Jauhen Vas’kovich che sono in carcere dall’autunno del 2010 e l’inverno del 2011 e poi condannati a pene da 3 a 8 anni nel maggio 2011 per una serie di attacchi contro lo Stato ed i simboli del capitale, stanno terminando il loro secondo anno in carcere. Durante questo tempo i compagni e i loro parenti hanno fatto il loro meglio per farli stare bene e cercare di farli uscire.

Nell’ottobre 2011 sono stati riconosciuti come prigionieri politici da organizzazioni internazionali. Questo fatto gli dà maggiori possibilità di essere liberati il prima possibile, perchè al momento il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, sta subendo pressioni dall’Unione Europea per le richieste di liberare tutti i prigionieri politici e decriminalizzarli. Dall’Agosto del 2011 ne ha già graziati 30, ma a nessuno dei nostri compagni è stata assicurata la libertà. Lukashenko ha detto pubblicamente che grazierà solo quelli che firmeranno la richiesta di grazia, ammettendo quindi la loro colpa e chiedendogli personalmente clemenza. Tutti gli altri rimarranno in prigione, ha detto. Di fatto a tutti i prigionieri anarchici è stato chiesto più volte se volevano firmare questa richiesta. Cinque di loro hanno rifiutato di farlo. Artsiom Prakapenka ha firmato, sotto pressioni, ma si trova ancora in prigione.

Ora ci sono 15 prigionieri politici rimasti in Bielorussia, tra di loro 5 sono nostri compagni e 1, in più, è in carcere per azioni di solidarietà nei loro confronti. Tutti i prigionieri stanno subendo diversi tipi di pressione da parte dell’amministrazione delle carceri in cui sono detenuti, perchè Lukashenko vuole uscire vincitore da questa situazione, come se non fosse a causa dell’Unione Europea che si trova costretto a liberare i prigionieri politici, per paura di sanzioni politiche ed economiche, ma come se fosse a causa del suo buon cuore di graziarli, ma solo se loro lo richiedono.

Ci opponiamo fermamente al fatto che i nostri compagni siano scambiati in cambio di benefici dall’Unione Europea, e condanniamo le pressioni che stanno subendo. Facciamo appello a tutti per protestare contro queste torture e chiedere la liberazione immediata ai prigionieri politici bielorussi, tra cui gli anarchici.

Appoggiamo azioni di solidarietà di QUALUNQUE tipo da questo momento perchè raggiungano un numero considerevole nelle giornate di solidarietà, vi chiediamo di fare azioni di solidarietà almeno una volta al mese e se possibile anche dopo le giornate di solidarietà. In questa situazione abbiamo bisogno di pressione costante sul regime e sui politici dell’Unione Europea.

L’Internazionale delle Federazioni Anarchiche, Agosto 2012.

Per ulteriori aggiornamenti sulla condizione dei compagni e sulle condizioni delle carceri in Bielorussia Continue reading Chiamata di solidarietà con gli anarchici bielorussi

Italia, 14/9: Due compagni arrestati con l’accusa dell’attacco contro Adinolfi

Dopo una lunga estate, durante la quale sono state avviate le operazioni “Ardire”, “Mangiafuoco”, “Ixodidae (Zecca)” e “Thor”, gli anarchici hanno preso il primo posto tra il nemico interno che deve essere sterilizzato per evitare il contagio pericoloso e virulento delle ostilità e della lotta…

Una nuova operazione repressiva, organizzata dal pm di Genova dopo l’azione contro Roberto Adinolfi (il 7 Maggio), l’amministratore delegato della ditta nucleare italiana Ansaldo Nucleare, ha portato le unità del Ros e la DIGOS all’interno dei appartamenti di numerosi compagni, mentre due anarchici torinesi, Alfredo Cospito e Nicola Gai, sono stati arrestati il 14 Settembre. Una terza compagna, Anna Beniamino, è sotto inchiesta, ma non in prigione.

I media del regime parlano di indagini e di incursioni a Torino, Cuneo, Pistoia e Bordighera. Inoltre, secondo i giornalisti, tra gli elementi in possesso degli investigatori ci sono filmati sia con Alfredo e Nicola visti alla stazione ferroviaria di Genova, così come dati dalle telecamere di sorveglianza (attribuzione alle autorità il beneficio del riconoscimento biometrico facciale), ecc.

Alfredo, Anna e Nicola hanno rilasciato pubblicamente delle prove sulla sorveglianza permanente su di loro per mesi, compresi le microspie e le telecamere nelle loro case, il monitoraggio costante della polizia e in seguito il pedinamento (vedi i, ii, iii, iv).

I due compagni stano nel carcere Torino, in attesa della convalida dei loro arresti/detenzioni pre-processuali. Nei prossimi giorni, è possibile che essi saranno trasferiti in un altro inferno. Nel frattempo, è possibile scrivere e inviare telegrammi a loro:

Nicola Gai
Alfredo Cospito

C.C. via Pianezza 300, IT-10151 Torino

Solidarietà con gli arrestati e quelli sotto inchiesta.
Libertà adesso per Nicola e Alfredo!

Aggiornamento: Il GIP ha convalidato l’arresto di Alfredo, mentre ha respinto quello di Nicola, che comunque resta in carcere in seguito ad una nuova ordinanza di custodia cautelare.

Aggiornamenti seguiranno qui: informa-azione.info

Italia: “E’ la scintilla nel vento”

LIBERTÀ PER I/LE COMPAGN* COLPITI/E DALLA REPRESSIONE

Terrorista è lo stato. Libertà per i ribelli del G8 condannati. Il fuoco di Genova brucia ancora… Solidarietà ai/lle compagn* colpit* dalla mano repressiva dell’operazione Ardire (13 giugno), Mangiafuoco (8 agosto), Ixodidae (27 agosto) e Thor (1 settembre).

E’ la scintilla nel vento, ma la scintilla che cerca la polveriera…

Il NeroVeleno

Grecia: Lettera dal compagno anarchico ricercato Giannis Mihailidis riguardo le accuse sull’incidente nell’isola Paros

Il 10 agosto è avvenuta una rapina in una banca nella località di Naousa sull’isola di Paros. Durante la fuga i responsabili hanno ucciso con un colpo un tassista, che nel suo fervore di buon cittadino aveva tentato di ostacolare la loro fuga. Il 18 agosto il compagno anarchico Tasos Theofilou è stato arrestato nel quartiere Kerameikos di Atene. Ha scoperto con sorpresa di essere accusato di aver preso parte a questa rapina, la prova della sua partecipazione sarebbe nel ritrovamento di tracce del suo DNA (preso nel commissariato centrale di Atene dopo il suo arresto) con un cappello ritrovato sul posto dove sono avvenuti i fatti. Tutta la spazzatura giornalistica del paese pubblica le sue foto e tutti i media di comunicazione lo descrivono come “mostro”, “psicopatico terrorista”, ecc. e inoltre segnalano due altri compagni, da più di un anno e mezzo ricercati per l’appartenenza alla CCF, Giannis Mihailidis e Dimitris Politis, come suoi complici. Tasos Theofilou si dichiara anarchico ma nega la partecipazione alla rapina a Paros. E’ stato quindi portato davanti al procuratore K. Baltas incaricato del caso della CCF, perchè la polizia insiste di averlo visto un anno e mezzo fa in compagnia di persone che furono poi arrestate nell’operazione antiterrorista del 4 dicembre 2010 (in cui furono presi Kostas Sakkas, Stella Antoniou, Alexandros Mitrousias e Giorgios Karagiannidis, che negano l’appartenenza alla CCF). Infine i giudici decidono di metterlo in carcerazione preventiva, sia per la rapina e l’omicidio di Paros sia per l’appartenenza alla CCF. Data l’ondata di disinformazione lanciata da stampa, TV, poliziotti e giudici, il compagno latitante Giannis Mihailidis ha pubblicato la lettera che segue.

Una piccola narrazione di una storia di illegalità…

Comincio a scrivere a causa delle accuse mosse a mio carico dai Mezzi di Inganno di Massa (i media), come complice nell’omicidio di un infame durante una rapina a Paros. La principale ragione per cui scrivo è per rompere il monopolio del discorso delle autorità, almeno intorno alla mia persona e alle mie scelte.

Ovviamente fa particolarmente arrabbiare vedere qualunque piccolo viscido giornalista che ha imparato a strisciare e a fare quello che gli dicono i suoi superiori di fare descrivermi come “spietato”. Spietati sono coloro che riproducono le menzogne che potrebbero portare le persone alla distruzione.

Quindi interrompo il silenzio che in uno stato di illegalità pensavo mi avrebbe aiutato a muovermi più con calma, e ho scelto di parlare. Tuttavia non voglio parlare in maniera parziale e creare un’immagine vittimista di me stesso, quindi mi esprimerò in maniera totale.

Per cui parliamo di me… Continue reading Grecia: Lettera dal compagno anarchico ricercato Giannis Mihailidis riguardo le accuse sull’incidente nell’isola Paros

Bristol, UK: Azione diretta contro missionari cristiani

Nelle prime ore di questa mattina, Jesus Kingdom City (parte dei crociati pentecostali della Chiesa Cristiana Redenta di Dio), con base nel centro città e predatori dei quartieri degli sfruttati, alleati con altri missionari in Africa e Asia, hanno visto il loro minibus dato alle fiamme su Beaufort Road, St George, a Bristol.

“Siate fruttuosi e moltiplicatevi, riempite la terra, e sottomettetela; dominate i pesci del mare e gli uccelli del cielo, e ogni cosa vivente che si muove sulla terra”
–Genesi 1:28

“Una donna che ha paura del Signore, deve essere venerata”
–Proverbi 31:30 (dalla pagina principale del sito web di Jesus Kingdom City)

“L’umanità non sarà libera finchè l’ultimo re non sarà strangolato con le budella dell’ultimo prete”
–Denis Diderot

Dalle prime società basate sulla classe sociale, la religione ha significato il rafforzamento della sottomissione, punizione, debito, sacrificio, autodisprezzo e moralismo. Nello specifico, il Cristianesimo è sempre andato per mano con la colonizzazione europea, spesso spianando la strada all’egemonia militare/economica allo scopo di sottomettere e indottrinare le popolazioni potenzialmente scomode. Questo lavoro infame continua oggi nelle missioni, attraverso la logica paternalista dello sviluppo e dell’integrazione, tramite la propagazione della supremazia dell’uomo sulla donna e dell’umano sulla natura.

Vittoria per lo sciopero della fame di Marco Camenisch, a cui si è unitaElisa di Bernardo!

Saluti iconoclasti ai membri della prima fase della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, in particolar modo questa volta a Olga Ekonomidou che ha sostenuto 53 giorni di reclusione in isolamento per la sua continua insubordinazione; al compagno Tortuga; agli elementi informali a Melbourne; e agli eretici anarchici colpiti dalla repressione in Italia.

Questa volta l’obiettivo della nostra negazione è stato il Cristianesimo – nel futuro saranno facilmente altri spettri (religiosi o non) tra coloro che cercano di reprimere e ridurre l’assoluta sovranità delle individualità uniche dentro a categorie, identità e moralità.

Walk into the night of chaos…

Associazione del Libero Pensiero/Frazione dei Rinnegati del Genere

Canada: Scontri del G20 a Toronto, Kelly condannata a 15 mesi di carcere

L’anarchica Kelly Rose Pflug-Back di Ontario è comparsa in tribunale il 19 luglio dove ha ricevuto una sentenza di 15 mesi (di cui quattro già scontati), dopo aver scelto un patteggiamento che rifiutava ogni collaborazione con le autorità. Le accuse per cui si è riconosciuta colpevole sono 6 accuse di danneggiamento e una di travisamento con intenzioni criminali. Dopo aver scontato la sentenza, sarà in regime di libertà vigilata per 3 anni. Da oltre un anno si trovava agli arresti domiciliari e sottoposta a varie misure restrittive in attesa della fine del processo.

Kelly è un’attivista da molto tempo, scrittrice, poeta, artista e musicista. Ha collaborato con varie pubblicazioni anarchiche tra cui The Fifth Estate e Iconoclast Magazine. Prima del suo coinvolgimento con il Toronto G20 Black Bloc, Kelly era coinvolta in gruppi come Food Not Bombs e Camas Books collective a Victoria, faceva lavoro di riduzione del danno con SOS in Ontario, ospitava workshop e portava avanti progetti di solidarietà con la gioventù queer, e progetti di solidarietà con le popolazioni Indigene. Kelly segue una dieta vegan che sarà molto difficile mantenere nel sistema carcerario canadese.

La maggior parte dei media mainstream hanno dipinto Kelly come una vandala violenta senza rimorsi per aver terrorizzato degli “innocenti compratori”, oltre alla codardia di aver indossato un passamontagna mentre affrontava la polizia antisommossa, quest’ultima completamente armata e attrezzata, nel contesto di una delle culture più sorvegliate del mondo. I media hanno anche solitamente parlato dei danneggiamenti alle vetrine da parte dei black bloc come azioni violente o addirittura terroristiche. Allo stesso tempo hanno evitato di parlare della violenza della polizia, anche se ci sono stati molti casi di minacce e tentativi di stupro nei confronti di persone di sesso femminile durante i circa 1300 arresti del G20. In un caso molto noto relativo a quegli arresti, la polizia ha strappato la protesi della gamba di un uomo disabile, così come un uomo sordo è stato violentemente atterrato e arrestato. Si tratta del più alto numero di arresti nella storia di questo paese.

I tribunali hanno detto chiaramente che la loro intenzione era di mandare un messaggio con questa sentenza. Dobbiamo rispondere incrementando la resistenza, supportando i nostri compagni in carcere così che ne escano con uno spirito combattivo rinforzato! Attualmente le prigioni di questo stato sono sovraffollate per il doppio della loro capacità, mentre il governo di Harper si sta impegnando a costruirne altre 10 e a passare nuove leggi che includono una carcerazione minima obbligatoria così come il taglio di programmi per i prigionieri. Mentre Kelly, Mandy e gli altri coinvolti nella resistenza al G20 e al capitalismo globale siedono in una cella di prigione, gli uomini responsabili per le politiche che uccidono milioni di persone per la povertà ogni anni vivono nel lusso e con ogni probabilità non vedranno mai da dentro una cella di prigione.

Scriviamo a Kelly, lei ama ricevere lettere e poesie. Scrivere ai prigionieri è un modo per assicurarsi che non saranno mai dimenticati.

Kelly Pflug-Back
Vanier Centre for Women
P.O.Box 1040
655 Martin Street
Milton, Ontario
L9T 5E6 Canada

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Stati Uniti: Anthony Hayne rimosso dalle liste prigionieri dopo aver accettato di testimoniare contro i suoi coimputati nel caso dei Cleveland 5

Come riportato da Denver ABC:

“Abbiamo rimosso dalle nostre liste Anthony Hayne dei Cleveland 5 dopo la notizia che si sarebbe dichiarato colpevole e avrebbe accettato di testimoniare contro i suoi coimputati. Hayne, il più anziano dei cinque, cerca così di evitare una sentenza di ergastolo patteggiando.”

Ricordiamo che i cinque accusati sono stati incastrati da un informatore dell’FBI, che avrebbe anche fornito loro l’esplosivo con cui avevano tentato di far saltare un ponte a sud di Cleveland.

Grecia: Nikos Maziotis e Pola Roupa, membri di Lotta Rivoluzionaria, sono latitanti

Come riportato da ABC Berlino, Nikos Maziotis e Pola Roupa, due membri del gruppo di guerriglia urbana LOTTA RIVOLUZIONARIA – “Epanastatikos Agonas”, sono entrati in clandestinità insieme al loro figlio piccolo, Victor Lambros. Da ottobre dello scorso anno ad Atene è cominciato il processo dei due oltre che di Kostas Gournas, un altro membro di Lotta Rivoluzionaria. Anche altre persone sono accusate dalle autorità di appartenenza al gruppo. Pola, Nikos e Costas rimasero per un anno e mezzo in carcere e furono rilasciati prima del processo, l’11 ottobre 2011, per scadenza termini.

Forza e buona fortuna ai tre fuggiaschi!

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Birmingham, Regno Unito: Sei persone in carcere per imboscata armata contro la polizia durante la rivolta di agosto 2011

Nicholas Francis, Tyrone Laidley, Renardo Farrell, Wayne Collins, Jermaine Lewis e Amirul Rehman

Questi sei ribelli sono stati incarcerati dallo Stato britannico in vendetta per l’imboscata tesa verso la polizia da un gruppo di circa 40 rivoltosi ad Ashton, Birmingham, durante le rivolte dello scorso agosto. Il gruppo di riottosi, sostiene l’accusa, ha dato fuoco ad un pub per attirare la polizia sul posto, e poi attaccarla con diverse armi da fuoco, costringendo gli sbirri, e un loro elicottero, a fuggire.

Il giudice bastardo imparruccato William Davis, riassumendo dopo aver espletato i suoi doveri di carceriere dei nemici dei ricchi e dei potenti, ha dichiarato: “Lo scopo, lo scopo condiviso, era di comportarsi in modo tale da attirare la polizia sulla scena, e poi attaccarla”.

Francis, Laidley, Farrell, Collins e Lewis – tutti ragazzi intorno ai 20 anni – hanno ricevuto sentenze dai 18 anni (per Renardo Farrell) ai 30 anni (per Nicholas Francis), con accuse di sommossa, incendio e possesso di armi da fuoco “con l’intento di mettere in pericolo delle vite”. Il diciassettenne Amirul Rehman è stato condannato a 12 anni.

Questi sei ragazzi si uniscono a migliaia di altri che si sono rivoltati nell’agosto 2011 e sono oggi rinchiusi come ostaggi nel sistema carcerario britannico. Forza a tutti quelli che hanno alzato i pugni contro gli oppressori – che tutti i combattenti possano tornare nelle strade con dignità!

NO JUSTICE NO PEACE – FUCK THE POLICE!

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Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’incendio al quartier generale di Trastor, compagnia di investimenti in beni immobili

FAI/IRF CONTRO OGNI NAZIONE

Siamo testimoni delle più estreme contraddizioni che sono nate e morte in questo mondo di merda. Mentre i calcolatori degli apprendisti stregoni di statistiche economiche stanno contando 23.000 morti in Siria, miliardi di persone guardano infatuate i Giochi Olimpici di Londra; la distanza tra le Olimpiadi e gli spari “reali” nel campo delle operazioni di guerra si situa solo nel semplice premere un bottone su un controllo remoto. Se solo potesse succedere… se tutti questi fiumi di sangue potessero diventare un torrente impetuoso che annega atleti e spettatori. Se solo potesse succedere. Possiamo pensare allo stesso modo a tutte le migliaia di persone senza tetto che “rovinano” l’immagine della città spaventosa, mentre i ricchi si godono i loro comforts di lusso nei giardini di Ekali e Kifissia (due dei quartieri più ricchi di Atene). Società che, nonostante le loro contraddizioni, riescono a riprodurre la puzza disgustosa che emettono, sezionando tutti e tutto, fabbricando centinaia di microcosmi.

Il potere non è una struttura compatta ma un edificio diffuso, situato sulle strutture sistemiche – economiche, istituzionali, ecc. – e sulle relazioni umane. A cominciare dalla divisione sociale in sotto-unità antagoniste le une con le altre, la costante frammentazione continua nella vita quotidiana dell’individuo all’interno del mondo capitalista; in ogni aspetto della vita dell’individuo, in ogni campo di espressione.

A questo punto il sistema completa la sua “onnipotenza”, al punto in cui innalza muri di isolamento perfino nel più triviale dei processi di tutti i giorni. Al punto in cui i paraventi della rassegnazione e dell’indifferenza cadono, lì sale la febbre del più squallido tipo di egoismo, dell’ego più meschino, un senso esaltato di passivo midenismo.

Il risultato pratico della precedente affermazione può essere riscontrato sia nel possesso materiale di illusioni nell’era della prosperità capitalista – casa, auto, crescita rapida della “piccola proprietà” – sia nell’emigrazione per lavorare all’estero in condizioni di crisi economica. E’ la stessa ideologia dello stile di vita moderno con alcune varianti. Dalle illusioni dell’assalto furibondo alla proprietà alla fuga disperata.

“Quando, alla fine della loro vita, la maggior parte delle persone si guardano indietro, troveranno che hanno vissuto per tutta la loro vita ad interim. Saranno sorprese di scoprire che la cosa principale che si sono lasciate sfuggire non apprezzandola e non godendosela è la loro stessa vita. E così un uomo, essendo stato ingannato dalla speranza, danza nelle braccia della morte” (Arthur Schopenhauer).

Come risultato dell’intensità osservata nella macchina sociale vi è il momento della crescita dei fascisti; un fatto che in nessun modo passa inosservato. Stiamo parlando di un cambiamento generale della società e dello Stato verso direttive razziste/fasciste/nazionaliste. Questo può sia riguardare i corpi di donne sieropositive che vengono umiliate dalla collaborazione degli sbirri con il KEELPNO (“Centro Ellenico per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie”) e i mass-media, sia i crescenti pogrom contro gli immigrati e le dozzine di attacchi omicidi contro di loro. Operazioni “legittime” e “illegali” diventano la stessa cosa, sotto il nome ironicamente allegorico di “Xenios Zeus”. Il culmine dell’operazione democratica è stato l’assassinio di un migrante iracheno (su Anaxagora street, ad Omonia) da squartatori identici ai alba d’orati [partito greco nazionalista-fascista].

Quindi, la conclusione è che il meccanismo dello Stato si muove contro i migranti riflettendo una DOMANDA SOCIALE; l’odio razzista di ogni ellenico macho con un’anima di merda si somma alla richiesta di sicurezza. Il coltello dell’insulso pseudo-egoismo del masturbatore dall’animo greco va cercato vicino agli autobus e ai furgoni della polizia e ai campi di concentramento per immigrati, e le costole di qualche immigrato a caso verranno accoltellate alla prima opportunità con quel coltello, seguendo la logica della responsabilità collettiva.

In nessuna circostanza mettiamo in luce questi incidenti da una prospettiva vittimista, e nemmeno ci consideriamo o auto-nominiamo protettori di nessuno; lontani da una retorica che santifica tutti i migranti e li trasforma in un tutto unificato, crediamo negli umani, nelle prese di posizione e nelle scelte, e in base a queste valutiamo gli altri e ci facciamo valutare.

Siamo in guerra con il sistema, e i fascisti non ne sono che una parte, sempre evidenti in specifici periodi storici con obiettivi molto specifici e ruoli distinti. Ecco perchè l’attacco ai fascisti non dovrebbe essere percepito come un colpo contro l’aberrazione “non democratica” – con l’uso di espressioni come “gang” o facendo appelli a rendere Chrissi Avgi/Golden Dawn illegale – ma come un attacco contro la democrazia nel suo insieme e, ovviamente, contro i ciarlatani della sinistra di tutti i tipi e di tutte le tendenze, che acconsentono come stupide vergini e poi si incontrano con il macellaio di palestinesi Peres.

Quindi, la nostra progettualità non può essere che quella del conflitto totale con i fascisti così come con ogni fronte del complesso autoritario. Con i coltelli che ornano i nostri corpi, le nostri armi puntate alle loro teste, le nostre bombole del gas ed esplosivi posizionati nei loro uffici e nelle loro case.

Viaggiando mentalmente ai bordelli delle prigioni in cui i nostri fratelli e le nostre sorelle sono tenuti prigionieri: durante l’ultimo periodo, una lotta molto importante è stata lanciata dagli anarchici ostaggi dentro le prigioni greche; una lotta che è orientata verso il rifiuto della perquisizione delle cavità corporali, il tentativo di offendere la dignità di un prigioniero. I prigionieri anarchici che rifiutano di sottostare a questo processo offensivo vengono trascinati alla tortura fisica e mentale dell’isolamento, che ha raggiunto il suo picco con la rissa nelle prigioni di Domokos tra le guardie e i compagni membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco Panagiotis Argirou e Gerasimos “Makis” Tsakalos, e più recentemente con il caso dell’anarchico Rami Syrianos – che è riuscito a uscire dall’isolamento dopo aver vinto con il suo sciopero della fame – così come il caso dell’anarchica e membro della CCF Olga Ekonomidou. Entrambi hanno pagato, con decine di giorni di isolamento, il prezzo delle loro scelte, per aver rotto con questa misura “penitenziaria”. L’ultimo è stato il caso del compagno anarchico Sokratis Tzifkas: dopo il suo ritorno dall’ospedale (a Thessaloniki), dove era stato ricoverato per motivi di salute, ha rifiutato di spogliarsi per la perquisizione ed è stato torturato dagli sbirri nella prigione di Diavata, dove lo hanno tenuto in isolamento per 10 giorni in condizioni orribili. E’ importante citare il fatto che la nostra compagna Olga Ekonomidou è anch’essa stata torturata con l’isolamento per 54 giorni nello stesso carcere.

Come segnale minimo di solidarietà con l’anarchico Sokratis Tzifkas, così come con tutti gli ostaggi anarchici nelle prigioni che sono stati recentemente torturati con l’isolamento, nella sera di lunedì 13 agosto abbiamo piazzato un congegno incendiario contro Trastor REIC – precedentemente conosciuto come Piraeus REIC, una sussidiaria di Piraeus Bank – al 5° piano dell’edificio di Davaki Street 1 e Kifissias Avenue 116 ad Atene, una compagnia di investimenti immobiliari che partecipa anche in altri affari economici come compravendite, investimenti, ecc.; insomma, una compagnia che può essere un obiettivo come tanti altri.

Solidarietà con i rivoluzionari ostaggi nelle carceri.
Forza ai compagni ricercati in tutto il mondo.

Un pugno alzato per Luciano “Tortuga”; la tua ultima lettera ci ha toccato il cuore.

Con rabbia, andiamo incontro a nuove battaglie contro il nemico e contro gli aspetti deboli di noi stessi.

Guerra contro la civilizzazione!
Lunga vita all’Anarchia!

Federazione Anarchica Informale
Fronte Rivoluzionario Internazionale
Unità “Fuoco alle Aziende Sfruttatrici”

PS. Forse uno dei pochi avvenimenti piacevoli di questa estate è stato la vista di un idiota morto (il civile che ha cercato di fermare i rapinatori durante la loro fuga, ed è morto subito dopo essere stato colpito) sull’isola Paros. La sua stupidità ha raggiunto livelli tali che ha sacrificato la sua stessa vita per qualche migliaia di dollari che erano appena stati rubati da una BANCA! Questo è il futuro che attende i cittadini-infami che vestono le uniformi dei poliziotti e pensano di essere eroi.

in inglese qui

Grecia : Salonicco: Sfrattata l’occupazione Delta

Occupazioni a tempo indeterminato

Intorno alle 07:30 del Mercoledì 12 Settembre, a Salonicco, almeno cinque squadroni della polizia antisommossa (MAT) e due jeep dell’unità repressive speciali dell’antiterrorismo sono arrivate in fila al di fuori dell’occupazione anarchica Delta ed hanno preso d’assalto l’edificio subito dopo.

Dieci persone sono state arrestate all’interno dell’edificio e altri che sono arrivati ​​in solidarietà sono stati arrestati sulla strada. Inoltre, altri solidali che si sono riuniti nei pressi dell’occupazione sono stati circondati e tagliati fuori dalla polizia.

I poliziotti hanno perquisito l’edificio a più piani (occupato dal 2007) ed hanno sequestrato numerosi oggetti personali degli occupanti, comprese le infrastrutture, come computer e dischi rigidi, ma anche dei contanti. Inoltre, la polizia ha ufficialmente rilasciato un filmato con video muto dall’invasione delle forze speciali nell’occupazione. i squadroni dell’antisommossa hanno circondano la zona dove si trova l’edificio, e il suo ingresso anteriore è stato sigillato.

Quelli che erano arrivati ​​in solidarietà e sono stati arrestati sono stati rilasciati.

I dieci compagni che sono stati arrestati all’interno dell’occupazione sono ancora detenuti nella sede della polizia di Salonicco (GADTH); sono dovuti a comparire dinanzi al procuratore o stasera o domani (13/9). Sono accusati di reati minori (per quanto ne sappiamo fino ad ora).

Un’assemblea anarchica d’urgenza per quanto riguarda lo sfratto violento dell’occupazione Delta si è svolta alle 13:00 al Politecnico di Salonicco, dove circa 100 persone in solidarietà, insieme con i membri della collettività dell’occupazione, hanno deciso di fare le seguenti azioni:
i) Raduno di contro-informazione microfonica per oggi, 12/9, in Kamara alle 18.30, in attesa di ulteriori informazioni su i compagni arrestati.
ii) Manifestazione di protesta davanti alla sede della polizia di Salonicco alle ore 21.00, nel caso in cui gli arrestati saranno ancora tenuti prigionieri.
iii) Raduno di solidarietà presso la corte di Salonicco il 13/9, se davvero gli arrestati compariranno davanti al pubblico ministero domani.
iv) Successiva assemblea aperta per organizzare azioni di solidarietà il 13/9 al Politecnico di Salonicco alle ore 18.00.

Raduno di contro-informazione attraverso sistema di audio per oggi:
Tutti in Kamara (centro di Salonicco) alle 18,30!
Nessuna macchinazione repressiva del potere dovrà rimanere senza risposta.
La solidarietà è la nostra arma.

L’occupazione Delta resterà! Giù le mani dalle nostre vite!

Si noti che tutti i proventi del concerto dal vivo organizzato dal gruppo BausMaus questa sera, alle 23.00, al di fuori della Facoltà di Biologia a Salonicco, andrano per le spese legali che si presenteranno per la difesa dei compagni perseguiti dopo l’operazione repressiva contro l’occupazzione Delta.

Fonti: 1, 2, 3, 4

Santiago, Cile: Aggiornamenti dai combattimenti di strada del 9 Settembre

Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione del 9 Settembre 2012 nel Santiago del Cile, 39 anni dopo il colpo di stato dell’11 Settembre 1973, che ha portato al potere il dittatore Pinochet. La marcia in memoria di tutte le persone cadute, uccise, e scomparse in seguito, è stata richiamata dalle associazioni dei parenti dei detenuti scomparsi ed associazioni per i diritti umani, mentre il punto di pre-concentrazione per i gruppi dei manifestanti provenienti da diverse aree politiche è stata la Plaza de Los Héroes / Piazza degli Eroi.

Poco dopo l’inizio della marcia, dei manifestanti incappucciati hanno cominciato i primi scontri. In via San Martin, è stato attaccato con pietre e vernice l’edificio appartenente al Ministero della Pubblica Istruzione, rompendo finestre e danneggiando parte degli interni. Inoltre, una molotov è stata lanciata al primo piano, causando un incendio che è stato spento dal personale del palazzo prima che si diffondesse.

I conflitti e gli attacchi ad i poliziotti sono continuati nella zona della vecchia stazione ferroviaria di Mapocho. In via Recoleta è avvenuto un attacco alla filiale della banca BCI, che è stata saccheggiata e parzialmente distrutta. E stato effettuato anche un tentativo di bruciarla, ma i carabinieri sono riusciti a spegnere le fiamme.

I giovani incappucciati hanno sferrato anche un nuovo attaccato contro le forze repressive a guardia di una pompa di benzina della compagnia Copec, mentre raggiungendo la via Valdivieso, al di fuori del cimitero generale, la gente a attaccato dei giornalisti che sono corsi a nascondersi dietro la polizia. Con pietre, legno, vernice e qualche cocktail di molotov, i manifestanti ribelli si lanciavano contro gli agenti della polizia ogni volta che le barricate sulle strade si rialzavano. Dal parte del nemico sono stati usati lacrimogeni, aure, manganelli e pistole di paintball (video correlato).

Gli attacchi della polizia hanno portato gli incappucciati all’interno del cimitero, dove le barricate sono risorte. Gli scontri nelle strade del cimitero sono continuate fino a circa le 15.00.

Durante la protesta, la polizia ha arrestato 13 persone, tra cui tre accusati del saccheggio della banca in via Recoleta, mentre due sedicenni per possesso di molotov. I due minorenni, che sono stati arrestati presso l’intersezione della via Recoleta con il viale Perù, avendo presumibilmente in possesso una scatola con 6 cocktail di molotov ed una borsa con maschere antigas, sono stati presentati al procuratore del ministero Lunedì mattina. Come detto dall’avvocato dei diritti umani che gli rappresenta i giovani hanno trovato la scatola e la borsa abbandonate ad un cero punto, apparentemente lasciate lì dai carabinieri per arrestare chiunque le avrebbe preso. Tuttavia, il giudice ha deciso di mettere ambedue sotto il controllo dell’Agenzia Nazionale dei Minorenni (SE.NA.ME.), per tutta la durata delle indagini. Ciò significa che, anche se non sono in stato di detenzione, quest’agenzia gli può imporre una serie di misure restrittive, come, tra l’altro, la supervisione dagli assistenti sociali.

Su gli altri arrestati non ci sono aggiornamenti più recenti, ad eccezione del fatto che nessuno sia stato detenuto.

fonte e più foto: liberación total

[$ile] Appello per solidarietà internazionale con i compagni imprigionati e processati in tutto il mondo

Leggi il testo completo (in italiano e inglese) dell’appello per 10 giorni di mobilitazione e di solidarietà internazionale, dal 21 al 30 settembre, qui: 1, 2

Sul manifesto si legge:

CON TUTTA L’ENERGIA NECESSARIA!
CON TUTTI I MEZZI NECESSARI!

“Loro non risparmiano “forme o mezzi”. Perché noi dovremmo? La nostra morale non è la loro morale, la nostra violenza non è la loro violenza. Non abbiamo intenzione di violentare uomini/donne, né di uccidere bambini, persone o intere popolazioni. Noi non stiamo andando ad inquinare l’aria, il mare, né la madre terra…

La violenza? Terrorismo?

Sono gli Stati che veramente praticano il terrorismo (psicologico, fisico, morale, intellettuale) esercitano ed hanno il monopolio della violenza.

La nostra violenza è solo una risposta naturale alla loro violenza.”
-Gabriel Pombo Da Silva, prigioniero di guerra sociale nello Stato della Germania

“Armarsi e sia violento, splendidamente violento, fino a quando tutto esplode. Perché ricordi che qualsiasi azione violenta contro questi promotori della disuguaglianza è del tutto giustificata attraverso i secoli di violenza infinita che ci sono stati sottoposti da loro…”
-Mauricio Morales (Punky Mauri), anarchico caduto in azione il 22 Maggio 2009

Sul manifesto si legge:

Giorni di agitazione e di solidarietà per i prigionieri della guerra sociale: Settembre 21-30, 2012

Questo è un’appello ad esprimere con azioni multiformi e strumenti distinti che i nostri compagni imprigionati non sono dimenticati. Le nostre azioni di solidarietà eludono qualsiasi torre di sorveglianza e attraversano chilometri di oceani per abbracciare tutti gli uomini ostinati che si posizionano nella lotta dentro e fuori le carceri!

Discussione: Martedì, 25 Settembre, alle ore 19.00
La solidarietà e le conseguenze dei scioperi repressivi;
dal un punto di vista NON legalista
Centro Culturale Cueto 993, all’angolo delle vie Cueto & Ande,
nel centro di Santiago

Marzo: Giovedì 27 Settembre alle ore 19.00
Piazza Brasile, stazione della metropolitana Cumming, quartiere Yungay

FINO ALLA DISTRUZIONE DELL’ULTIMO BALUARDO
DELLA SOCIETÀ PRIGIONE!

Atene, Radio Libera 98FM: Striscione in solidarietà con Indymedia Atene

Lo Stato ha scatenato un attacco frontale alla società con tutte le armi a sua disposizione, imponendosi alla società col crescente impoverimento e col tentativo sistematico di incorporare i nuovi argomenti ideologici fabbricati dal Dominio.

Allo stesso tempo, c’è una battaglia in corso per reprimere e mettere a tacere le voci di tutti coloro che resistono e si oppongono a questa realtà. L’orientamento metodico e diretto contro Indymedia Atene, orchestrato dagli ambienti fascisti, è ancora un’altra parte di questa operazione repressiva.

Siamo solidali con Indymedia Atene dal momento che crediamo e sosteniamo attivamente la necessità d’una comunicazione libera e non mediata.

QUELLI CHE ODIANO LA LIBERTÀ REPRIMONO LA SUA ESPRESSIONE
LA CONTRO-INFORMAZIONE NON PUO ESSERE TACITA
GIÙ LE MANI DA INDYMEDIA

Radio zone d’espressione sovversiva
98FM – 93.8fm
radio98fm.org

Exarchia, Atene: Testo dell’anarchico Yannis Dimitrakis (3/8)

Il 2 Agosto, circa 45 poliziotti di diverse unità della polizia hanno preso d’assalto la piazza Exarchia, ed hanno detenuto l’anarchico Yannis Dimitrakis da un caffetteria di via Tsamadou, dove stava prendendo il caffè, per trasferirlo poi al quartier generale della polizia d’Atene. Dopo diverse ore, il compagno è stato rilasciato. Questo è il testo che ha scritto il giorno dopo in riguardo alla sua detenzione: 

L’incidente che viene descritto di seguito sicuramente non coglierà di sorpresa molte persone – dal momento che questo tipo d’incidenti sono diventati parte della vita di tutti i giorni che è piena di eventi simili.

Naturalmente mi riferisco solo ad un altro episodio di violenza e repressione, piuttosto aggressivo verso di me, un risultato dell’accelerate attività delle bande fasciste / DELTA e DIAS (unità di moto della polizia) nel centro di Atene, ma anche la dove il lungo braccio della legge possa arrivare.

La storia ha intense caratteristiche vendicative visto che il mio sequestro, da una caffetteria in piazza Exarchia il 2 Agosto 2012, è stato presumibilmente una semplice detenzione “tipica” preventiva ed una verifica d’identità – come essi stessi hanno affermano – ma alla fine quando ci siamo trasferiti lontano dai sguardi familiari e scesi sotto alcuni vicoli poco frequentati della zona, la questione dei debiti è stata sollevata. Non una data quantità di denaro a loro dovuta, ma a quanto pare una sorta di prezzo peculiare che ho dovuto pagare per il fatto che io sono un anarchico e per di più – secondo loro – uno che spara contro agenti della polizia.

In questo modo, esercitando i loro insulti e minacce più volgari, il branco dei Tagmatasfalites contemporanei [il nominativo delle persone che erano stati reclutati ai battaglioni della sicurezza dei collaborazionisti durante la seconda guerra mondiale], sempre sostenuti da parte dello Stato, sono stati risolti in un angolo di via Vassileos Irakleiou e via Bouboulinas in attesa di un veicolo di trasferimento per portarmi al quartier generale della polizia (GADA), sotto la protezione della polizia anti-sommossa (MAT), squadra che di regola campi in questo punto tutti i giorni.

Anche se fino a questo punto la procedura si svolgeva in un contesto più o meno noto, l’uso della violenza fisica estesa in dosi massicce durante le mie tre ore di detenzione nei corridoi della sede della polizia, mentre le mie mani erano legate dietro la schiena, ha fatto catapultare questa sceneggiata in uno stato di cannibalismo violento degno della fama che accompagna i battaglioni della sicurezza (Tagmata Asfalias).

Eppure se si usa spesso il riferimento a queste specifiche -e non solo- forze repressive col termine “battaglioni di sicurezza”, questo non lo faccio perché ho l’intenzione di eccitare gl’impulsi emotivi di alcune persone, recuperando immagini dalle atrocità del passato, ma perché in realtà agiscono in modo analogo di quei soggetti aberranti e, in parte, perché sono stati loro stessi a reintrodurre il tema della guerra civile nel 1946-49 con le loro battute.

Ha sfilato davanti a noi il 9° battaglione (LOK) dell’Esercito Nazionale, una divisione responsabile per vari massacri contro i partigiani ed altri durante il periodo 1946-1949. Grammos e Vitsi sono stati denominati come luoghi di sconfitta schiacciante dell’Esercito Democratico [due montagne nel nord della Grecia, dove l’Esercito Democratico della Grecia (DSE) ha subito pesanti perdite nel 1949 durante le battaglie e il resto delle forze del DSE dovette fuggire in Albania, mentre la Guerra Civile Greca era finita in termini militari]. Riferimento è stato anche fatto con grande orgoglio per il loro ruolo parastatale e la loro azione sponsorizzata-e quindi non veramente incontrollabile-, ecc.

Dettagli stupidi, che tuttavia riflettono la situazione di crescente polarizzazione che esiste oggi nella società, ma anche come questa polarizzazione -naturalmente, senza escludere il fattore soggettivo- conduce saldamente alla formulazione di chiare linee di demarcazione e di campi, dove ognuno deve scegliere un lato.

In conclusione, vorrei sottolineare che nessuno avrebbe bisogno di fare riferimento a un tale evento, che si è verificato per l’ennesima volta, per dimostrare il ruolo della polizia e delle sue risorse umane usa e getta, e in nessun modo personalmente penso che sia stato un incidente oltre la logica, per non parlare della legalità.

Questo elenco di circostanze ha lo scopo di informare e non di protestare o denunciare la forma di conflitto che si terra in un futuro a breve termine tra coloro che combattono per il rovesciamento e la rivoluzione e quelli che usano i loro artigli e denti per difendere i propri interessi e privilegi nel regime esistente.

Personalmente, non ho nessun’altra risposta da dare al bullismo e alle minacce dei battaglioni di sicurezza in uniforme ed i loro superiori, diversa da quella di continuare a lottare imperterrito e più dinamico per la sconfitta totale e travolgente dei dominatori di questo mondo.

NEMMENO UN PASSO INDIETRO

Yannis Dimitrakis
3 Agosto 2012

fonte