Venerdì, 4 Gennaio 2013, circa alle 20.00, il pappone-sindaco di Atene, il seguace che serve lealmente la banda della polizia del ministro del Ordine Pubblico, Dendias, è stato spontaneamente aggredito da un gruppo di persone quando è stato avvistato alla fiera di Natale al museo industriale comunale di Technopolis, nel quartiere di Gazi. Kaminis ha ricevuto solo una piccola dose di quello che si merita veramente. È stato confrontato verbalmente all’inizio, ma poi è stato spinto un paio di volte. I compagni hanno chiarito il motivo dell’aggressione contro il sindaco – o meglio, dalle loro stesse parole, quando qualcuno dice lo slogan “Villa Amalias diventerà la tomba di Kaminis” lo dice sul serio…
All posts by Contra Info
Helsinki: Una visita al centro di detenzione di Metsälä a Capodanno
Quando l’anno stava arrivando alla sua fine un gruppo di circa 20 persone è andato a visitare il centro di detenzione di Metsälä. Abbiamo mostrato il nostro sostegno alle persone all’interno – imprigionate a causa delle loro origini – facendo rumore al di fuori delle recinzioni.
Abbiamo comunicato il nostro messaggio con tamburi, vuvuzele, fuochi d’artificio e le nostre voci. Siamo riusciti a scambiare informazioni di contatto con alcuni imprigionati. Uno di loro ci ha detto che è stato mantenuto in detenzione già per sei mesi senza alcun contatto con l’esterno.
Quando l’anno stava cambiando, la polizia è venuta ad interrompere la comunicazione tra le persone dentro e fuori dalle mura del centro di detenzione. I poliziotti hanno verificato l’identità di tutti i manifestanti e arrestato un compagno che si è rifiutato di collaborare. È stato rilasciato dopo un paio di ore.
Abbiamo lasciato il centro augurando un Anno Nuovo Felice ai carcerati. I nostri auguri si sono ricambiati da dietro le recinzioni dei fili spinati, le finestre e il balcone del centro di detenzione.
Proteste contro le carceri e i centri di detenzione vengono effettuate durante la notte di Capodanno in tutto il mondo.
Solidarietà con i migranti! Senza confini! Senza nazioni!
Ano Petralona, Atene: Invito allo Spazio dei Bambini all’occupazione di PIKPA
Troviamoci questa Domenica, 6 Gennaio, dalle 12:00 allo Spazio dei Bambini all’occupazione di PIKPA, che si trova sull’angolo delle Vie Timodimou e Antoniadou (in prossimità di “Asyrmatos”) nel quartiere di Ano Petralona.
Vogliamo divertirci, giocare e fare costruzioni con i bambini. Più tardi, vogliamo cucinare e mangiare tutti insieme, e se il tempo è buono possiamo godere di una breve passeggiata sulla collina di Filopappou. Soprattutto, vogliamo discutere tra di noi in modo che bambini e adulti possano condividere i propri desideri e vedere come siamo in grado di soddisfare le nostre esigenze collettivamente e in modo creativo. Infine, cerchiamo di proporre e organizzare ulteriori attività per lo Spazio dei Bambini per quest’anno.
Atene, Kessariani : Rivendicazione di responsabilità per un attacco contro un banco di pegni
All’alba il Giovedì 03/01/2013 è stato attaccato il negozio “Mercato Di Oro” a Kessariani.
“Nell’ultimo tempo vediamo continuamente la proliferazione di negozi con i tipici segni tipici che scrivono: “COMPRO ORO”, “CONTANTI ALL’ISTANTE”, ecc. Nel contesto dell’attacco generalizzato da parte dello Stato e dei capi, il cui obiettivo è la miseria della nostra vita e il deprezzamento del nostro potere riproduttivo, alcuni furbacchioni intendono di arricchirsi approfittando di coloro che hanno raggiunto un punto di povertà esasperato. Soprattutto nella situazione sociale che stiamo vivendo, in cui il costo della vita aumenta sempre di più, la tentazione di vendere dei beni per ottenere “contanti immediatamente”.
In questa realtà non concediamo alcun alibi a coloro che soccombono ai ricatti di cui sopra, ma consideriamo che questi dilemmi vengono posti sempre dalla parte del potere e non da coloro che lo subiscono. Dopo aver realizzato la nostra posizione in questa guerra di classe rispondiamo con:
AZIONE COLLETTIVA E ORGANIZZATA “DAL BASSO” CONTRO QUELLI CHE RUBANO LA NOSTRA VITA
NESSUNA TOLLERANZA AGLI CONTEMPORANEI “MAVRAGORITES“*
Questa nostra azione è una piccola risposta parte nostra contro l’attacco sistematico alle occupazioni e gli spazi auto-organizzati.
*”Mavragorites” : Personaggi che si sono arricchiti durante l’occupazione del paese durante la seconda guerra mondiale vendendo dei beni (principalmente cibo) al mercato nero. Questi infami collaboratori hanno strappato interi patrimoni dalle famiglie bisognose che morivano dalla fame.
Atene: Aggiornamento sullo stato della salute del membro della CCF Panagiotis Argirou
Il 3 Gennaio, dei solidali hanno riferito che il compagno ferito Panagiotis Argirou è ancora ricoverato in condizioni critiche.
La sera del Martedì, 1 Gennaio, l’anarchico Panagiotis Argirou è stato trasferito incosciente nell’infermeria del carcere maschile di Koridallos, con l’aiuto del resto dei membri detenuti dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Il compagno aveva perso conoscenza poco dopo che era caduto dal letto a castello della cella della prigione.
Poco dopo, è stato trasferito dall’infermeria del carcere di Koridallos all’ospedale di Tzaneio, a Pireo, dove gli sono stati diagnosticati due ematomi sulla testa. Nelle prime ore di Mercoledì, 2 Gennaio, Panagiotis è stato posto ad un intervento chirurgico. Un ematoma è stato rimosso chirurgicamente, mentre i medici anticipano che l’altro ematoma sarà assorbito dal corpo da solo.
A mezzogiorno di Mercoledì, Panagiotis è stato ammesso al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Thriassio a Elefsina, dove rimarrà in coma farmacologico fino alla settimana successiva. I medici che lo stanno trattando considerano i prossimi due giorni (4-5/1) fondamentali per la sua guarigione.
Questo pomeriggio, Venerdì 4/01/2013, il compagno è stato sottoposto ad un secondo intervento chirurgico per rimuovere dalla sua testa anche il secondo ematoma che è stato causato dalla sua caduta. L’ematoma non poteva essere controllato dai farmaci ed a causa delle complicazioni che erano state avvenute durante la notte doveva essere rimosso chirurgicamente.
L’intervento chirurgico, rende di nuovo il giorni successivi critici per il percorso della salute del compagno.
Maggiori informazioni appena disponibili.
[Italia] Edizioni Sole Nero: “Mai più disarmato” – Dichiarazione politica di Haris Hadjimihelakis
L’opuscolo “Mai più disarmato” contiene la dichiarazione politica del compagno Haris Hadjimihelakis, membro incarcerato della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Inoltre, include il testo “Anch’io sono nichilista” di Renzo Novatore, che il compagno Haris ha incluso nella sua dichiarazione.
Cile: Solidarietà con Hans Niemeyer per la sua fuga dalla condizione di sequestrato dal Potere
Hans Niemeyer era stato arrestato il 30 novembre 2011 nelle vicinanze di una banca BCI di Santiago, dopo la detonazione di un congegno esplosivo.
Solidarietà con Hans Niemeyer per la sua fuga
dalla condizione di sequestrato dal Potere!
Diversi mezzi della stampa e televisione hanno informato con una settimana di ritardo riguardo il fatto che Hans Niemeyer non si è presentato nel momento di tornare in carcere preventivo, così come decretato per la terza volta dalla Corte di Appello di Santiago. Hans si trova quindi ora in situazione di “latitante dalla giustizia” e sono stati rilasciati ordini di cattura internazionale nei suoi confronti.
Quello di cui non si informa con la stessa enfasi è quanto segue:
1. Hans Niemeyer era in carcere da circa un anno, e due volte il Tribunale di Garanzia aveva ritenuto che, non trattandosi di un crimine terrorista secondo la legislazione vigente, era meglio sostituire il carcere preventivo con una misura cautelare meno pesante. In entrambe le occasioni la Corte d’Appello di Santiago aveva revocato la decisione, obbligandolo a restare in carcere preventivo in attesa di giudizio, e in entrambe le occasioni Niemeyer si presentò immediatamente al tribunale, che lo mise a disposizione della Gendarmeria per trasferirlo al Carcere di Alta Sicurezza.
2. Questa terza volta in cui è stato decretato l’arresto domiciliare il Tribunale di Garanzia ha preso in considerazione come fondamento la sentenza della Corte d’Appello che rifiutò l’annullamento del processo contro Luciano Pitronello, sviluppando in dettaglio l’idea che nell’ordinamento giuridico cileno la collocazione di esplosivi può essere un crimine comune (danneggiamento), un crimine speciale (infrazione alla legge di Controllo delle Armi ed Esplosivi), e solamente se viene provato che il fatto è stato causato con la finalità diretta di causare nella popolazione il timore giustificato di essere vittima di crimini della stessa specie, si tratterebbe di crimini terroristi.
3. Questa interpretazione, lontana dall’essere insensata, va a braccetto con le modifiche effettuate nell’anno 2010 all’art.1 della Legge sulle Condotte Terroriste su proposta dell’Esecutivo, e permette di razionalizzare quello che in altro modo sarebbe un’aperta banalizzazione del concetto di terrorismo, per poterlo applicare ad altri tipi di violenza politica e sociale che non hanno niente a che vedere con l’intimidazione della popolazione tramite attacchi massicci e indiscriminati, che sarebbero precisamente la caratteristica che definisce il terrorismo propriamente detto.
4. Nonostante sia palese la sentenza che ha posto termine per la terza volta al carcere preventivo di Hans Niemeyer, la Terza Sala della Corte di Appello di Santiago ha accolto i ricorsi intrapresi dal pubblico ministero, il ministro degli interni e la fondazione Jaime Guzman, adducendo semplicemente che “non sono cambiate le circostanze”, “fatta salva la qualificazione giuridica che in definitiva viene data a questi fatti”. Inoltre, è stato segnalato che il fatto che la polizia non sia andata a supervisionare il compimento degli arresti domiciliari nei 9 giorni in cui la misura cautelare era in vigore, era “contraddittorio con i fini di privazione o restrizione della libertà perseguiti dal Ministero Pubblico”.
Quest’ultima cosa risulta sorprendente, poiché sebbene questa contraddizione è evidente e dimostrativa del fatto che il processo ad Hans può andare avanti senza necessità della sua permanenza in carcere, i ministri della Corte hanno risolto, in definitiva, lasciando cadere su Hans il peso di errori imputabili agli organi dello Stato, non ad un imputato!
5. Il processo contro Niemeyer, che dovrebbe essere già cominciato in queste date, si trova fermo da due mesi su richiesta del Ministro dell’Interno e della Sicurezza Pubblica, in virtù di una richiesta presentata da Rodrigo Hinzpeter di fronte al Tribunale Costituzionale, in cui si deciderà se lo Stato in quanto querelante ha o meno le stesse facoltà dello Stato in quanto persecutore, concretamente in relazione alla possibilità di fare appello contro il decreto di apertura del giudizio orale, che le leggi vigenti concedono solo al Ministero Pubblico. ( . . . )
6. Per tutte queste ragioni la non presentazione di Hans Niemeyer a compiere per la terza volta la misura di prigione imposta in queste condizioni deve essere vista come un atto di dignità e ribellione, che allo stesso tempo mette in evidenza la qualità ed efficacia precaria della polizia, chiama l’attenzione su un sistema penale e legale che per quanto dichiari di basarsi su delle garanzie, su un processo giusto e sui diritti fondamentali delle persone, nella pratica è progettato come uno spettacolo repressivo che deve demoralizzare gli imputati e fargli chinare la testa.
La sua azione dev’essere vista come una protesta contro meccanismi come quello che si intende applicare, che il Potere repressivo usa per non portare una persona a processo in una scadenza ragionevole ma facendo in modo che si perde in un ginepraio di azioni ritardanti con l’unico obiettivo di applicare una pena maggiore, anche se risulta apertamente illegale perfino per le stesse leggi che si è dato lo Stato e che loro sono i primi a violare.
Un avvocato illegalista
Nota di Liberación Total: Solidarizziamo con il compagno Hans per aver preso la difficile decisione di passare alla clandestinità, poiché il vivere in questa situazione non deve essere inteso come se i/le compagnx profughx siano in “vacanza”. Loro non hanno scelto questo cammino, lo hanno deciso perchè è stato posto un prezzo sulle loro teste (carta di Gabriel dove in un paragrafo si riferisce al decidere o scegliere). La clandestinità è anche una delle conseguenze del conflitto, dove stanno anche il carcere e la morte. Ad Hans inviamo la nostra forza e complicità in questo nuovo cammino da affrontare. Saluti compagno, che mai ti trovino quei bastardi difensori del Potere! E’ a causa della fuga di Hans che abbiamo anche cancellato tutte le foto inserite su LT dove era identificabile la sua faccia, sappiamo che il nemico fa affidamento anche sulle immagini per cercarlo, e non vogliamo collaborare con il riconoscimento fisico. Invitiamo anche gli altri siti a non diffondere immagini del compagno così come quella di nessunx compagnx latitante.
Bolivia: Aggiornamenti sulla situazione di Henry Zegarrundo, compagno anarchico prigioniero
Il 29 maggio 2012 sono state arrestate 13 persone nella cornice dell’investigazione che stava portando avanti la FELCC (“Forza Speciale di Lotta Contro il Crimine”) riguardo ad alcuni attacchi contro simboli del Potere. La maggior parte degli arrestati viene rilasciata dopo qualche ora o nei giorni seguenti per aver collaborato con le investigazioni. Di queste 13 persone ne restano 3 detenute, tra queste Henry Zegarrundo.
Henry è stato arrestato il 29 maggio all’uscita dal lavoro, quello stesso giorno perquisiscono la casa dei suoi genitori e il giorno seguente il suo domicilio (dopo aver chiesto a lui stesso l’indirizzo). Il 30, il ministro di governo presenta gli/le arrestatx e le prove ottenute nelle perquisizioni di fronte alle telecamere della stampa. Le prove mostrate in questo spettacolo sono ridicole e vanno da toppe, fanzines, bandiere, striscioni, cartelli fino ad un revolver calibro 22 (proprietà di un’altra persona che è stata rilasciata nei primi giorni). Le immagini di quel linciaggio pubblico vengono riprodotte dal canale statale della televisione.
Henry si trova recluso da quel 29 maggio nel carcere penale di San Pedro nella città di La Paz, Bolivia. Le accuse che pesano contro di lui sono “terrorismo” e “tentato omicidio”, con il rischio di una pena di 20 anni di carcere. Lo accusano di “terrorismo” facendolo responsabile di una serie di attacchi esplosivi/incendiari contro bancomat, accaduti nella città di La Paz dal 2011 e rivendicati dalla FAI/FRI. Il “tentato omicidio” si basa su un attacco con fumogeni subito dal Viceministero dell’Ambiente nel 2011.
Le cellule della FAI/FRI che hanno eseguito questi attacchi hanno messo in chiaro che lo Stato stava colpendo la gente sbagliata, nonostante questo Henry viene mantenuto in “prigione preventiva”. Lo stesso ha espresso di conoscere solo la FAI/FRI tramite i comunicati che hanno pubblicato sulle diverse pagine internet.
Attualmente l’avvocato di Henry sta cercando di cambiare il “carcere preventivo” con gli “arresti domiciliari”, ma si trova ostacolato dalle ripetute sospensioni delle udienze (a causa del fatto che la maggioranza delle volte non è presente alcun pubblico ministero, la mancanza del plico delle investigazioni, o di una delle parti). La 4° udienza è stata sospesa a causa del cambio di tribunale richiesta da unx dei/le detenutx, mentre la 5° è stata sospesa dalla stessa difesa per la mancanza di un atto.
Sono state 7 le udienze sospese finchè nell’ottava, che ha avuto luogo il 29 novembre, sono stati negati ad Henry gli arresti domiciliari. Attualmente la difesa di Henry cerca di ottenere una nuova udienza per tornare a chiedere il cambio di misura cautelare.
Ulteriori aggiornamenti giuridici su Henry
Il caso giuridico del compagno Henry è stato nuovamente ricusato, questo vuole dire che cambia dal primo tribunale al secondo, nel quale sarà un nuovo giudice a farsi carico del caso.
Questa ricusazione ha una procedura che dura almeno due settimane, per cui la prossima udienza di Henry, per insistere sugli arresti domiciliari, probabilmente si realizzerà il 15 gennaio 2013.
Continueremo con gli aggiornamenti non appena ci saranno novità…
Solidaridad Negra
Exarchia, Atene: Azione diretta contro una macelleria
Domenica 30 dicembre 2012, all’alba, è stata rotta la vetrata di una macelleria situata in via Kalidromiou, nel quartiere di Exarchia, così come un furgone appartenente alla stessa. Inoltre, sono state lanciate bombe di vernice e si è scritto con spray lo slogan “La carne è assassinio”.
Contro ogni forma di sfruttamento e oppressione, fino all’anarchia.
Messico: Lettera del compagno Mario López “Tripa” dopo l’uscita dal carcere
Saluti a tuttx!
Compagnx, già dopo 6 mesi sono potuto uscire dal carcere, il che non sarebbe stato possibile senza la solidarietà e l’appoggio di tuttx voi. Alla fine, come già è stato diffuso, è stata fatta una modifica alla legge dei potenti che rende il crimine di “Attacchi alla pace pubblica” come non grave, per cui i/le compagnx avvocati del GASPA si sono mossi rapidamente per sollecitare la libertà su cauzione o condizionale. All’inizio pensavamo che questo non sarebbe stato possibile per l’aggravante rispetto all’esplosivo e la premeditazione del fatto, ma già il giorno venerdì alle 3:30 del pomeriggio il segretario ci ha notificato la libertà condizionale. Dopo una pesante giornata di attesa finalmente all’1.00 di mattina ho attraversato la porta del carcere verso l’uscita del centro di sterminio, dopo già mi aspettavano compagnx e amicx così come mia madre. Alla fine abbiamo pagato 70.000 pesos [circa 4.000 euro –ndT] all’assicurazione che siamo in procinto di recuperare.
Al momento questo è tutto, senz’altro voglio ringraziare nella maniera più sincera tuttx i/le cumpas che mi hanno appoggiato e hanno solidarizzato in tutte le forme possibile, dalle loro posizioni, convinzioni e possibilità. E anche inviare un saluto di forza alla compagna Felicity, dovunque si trovi la lotta continua, perchè non è un’occasione specifica, un momento isolato delle nostre vite, ma la nostra vita stessa! Salute e forza per i/le prigionierx in Italia, per il compagno Gabriel e Marco.
Solidarietà con i/le prigionierx anarchicx!
L’anarchia è inevitabile!
Con amore e rabbia
Mario López Hdz.
Messico d.f., 31 dicembre 2012.
Catalogna: Liberazione di 22 anatre da un allevamento per la produzione di foie gras
Il 27 dicembre 2012 un gruppo di attivisti per la liberazione animale hanno salvato 22 anatre che erano destinate alla produzione di foie gras in Cataluña.
Questa erano immobilizzate in gabbie nelle quali erano forzate a mangiare mais fino a produrre loro una dolorosa malattia al fegato. Entro pochi giorni sarebbero state mandate al macello.
L’obiettivo di questa azione, oltre a procurare la libertà a questi animali, voleva essere far ragionare le persone sull’utilizzo degli animali per il beneficio umano. Non solo per produrre foie gras, ma per qualunque altro prodotto di origine animale.
Utilizzare animali per i nostri vestiti, il nostro intrattenimento
o alimentazione non è etico né necessario.
Atene: Membro della CCF Panagiotis Argirou è stato riferito in carcere e ricoverato in ospedale
Dopo una conversazione telefonica con un parente dell’anarchico Panagiotis Argirou, dei solidali hanno riferito che il compagno è caduto dal letto a più piani durante la notte del 1° Gennaio, e gradualmente ha cominciato a perdere coscienza. È stato evacuato dalle carceri di Koridallos all’ospedale di Tzaneio del Pireo, e potrebbe essere necessario di ricoverarsi in un’altro ospedale al più presto. Il suo infortunio sembra essere piuttosto grave, con ematoma sulla testa.
Maggiori informazioni appena disponibili.
Germania – Italia – Grecia: Solidarietà con l’anarchico Marco Camenisch
Processo per la Cospirazione delle Cellule di Fuoco, 16º sessione, carcere di Koridallos 28/12/2012
Una volta finita dalla presidente del tribunale la lettura dei nomi degli imputati (nella quale i membri della CCF, volendo screditare il processo rifiutano di rispondere all’appello) i compagni della Cospirazione hanno interrotto il processo, ed uno dei membri ha presentato verbalmente la seguente dichiarazione:
“Tutti in questi giorni abbiamo sentito avvocati e procuratori di citare argomenti di diritto sulla questione del “processo politico”. Abbiamo sentito una lingua per noi estranea, perché non siamo avvocati, siamo guerriglieri anarchici urbani. Quindi parleremmo nella nostra lingua.
La CCF è un armato, insurrezionale, gruppo di guerriglia urbana. La nostra azione è stata, e sarà sovversiva. Questo è evidente, e si vede anche nella lingua utilizzata dal nemico contro di noi. Avete stabilito per noi leggi speciali, procedure speciali, condizioni di detenzione speciali, tribunali speciali, come questo. La stessa prova accusatoria che avete costruita scrive che abbiamo minacciato le strutture politiche, sociali ed economiche del governo. Ma sul verdetto che pubblicherete, o meglio sul verdetto che i vostri supervisori vi hanno dato per trasportare -direte che la Cospirazione non è un gruppo di guerriglia anarchica.
Questo viene fatto per due motivi. In primo luogo, perché il regime segue il principio nazista, in base al quale “il modo migliore per colpire l’avversario è quello di negargli l’identità politica, di svalutarlo e retrocederlo…” La seconda ragione è che l’assunzione da parte del potere che noi, i membri della CCF, siamo guerriglieri anarchici urbani riconoscerà nello stesso tempo che siamo prigionieri di guerra. In questo modo, il potere sarà costretto ad ammettere l’esistenza del nemico interno, l’esistenza della rivolta anarchica, l’esistenza della guerriglia anarchica urbana. Ciò significa che lo stato dovrebbe confessare che all’interno della democrazia esiste una guerra civile tra il regime e le forze minoritarie anarchiche. Ma guardate come il potere sostituisce “bene” le parole e traveste i significati. La guerriglia urbana viene chiamata “terrorismo”, la repressione “protezione civile” e le leggi “libertà”.
Ma badate bene qui: Non siamo venuti qui per reclamare per qualche “diritto” e nemmeno per ottenere una sorta di “riconoscimento politico”. L’unico che ci può giudicare siamo noi stessi e i nostri compagni. Inoltre, non intendiamo di atteggiare come “bravi ragazzi” e inginocchiarsi di fronte al potere per chiedere l’elemosina di una “indulgenza”. Ma perché diversi autoproclamati difensori del “movimento” parlano di tanto in tanto sulla sensibilità degli anarchici, vogliamo dire qualcosa. La vera sensibilità davanti la bruttezza di questo mondo è la sensibilità che ci ha fatto riempire i nostri caricatori con proiettili e minare il territorio nemico con decine di bombe. E per finire con le scuse riformistiche, la vera libertà si trova nella canna di una pistola, nello stoppino della dinamite, nelle parole chiare e nelle decisioni difficili, e non alle mezze parole per ottenere l’indulgenza giudiziaria e nelle legittime manifestazioni-funerali.
Questa sensibilità è quella che ci ha fatto assumere la responsabilità politica per la Cospirazione e rinnegare le vostre attenuanti legali. Sappiamo che scegliamo la strada difficile e solitaria. Come sappiamo che nei successi e le vittorie di un gruppo anarchico ci sono molti “padri”, ma nelle difficoltà della soppressione e nella paura del carcere il gruppo rimane orfano. Noi non abbandoneremo la Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Poiché la sensibilità reale non sta piangendo, si arma.
Sappiamo che la vostra democrazia è una dittatura di velluto che viene imposta con le sue leggi. Leggi che sono state fatte per proteggere coloro che l’hanno costruite e per punire coloro che sfidano la tirannia del potere. Leggi che vendicano coloro che si sono alzati in piedi ed hanno marciato contro le scelte e il silenzio di una folla irragionevole.
Pochi giorni fa, il 18 Dicembre 2012, alla Corte del Pireo esaminava la richiesta di rilascio del prigioniero politico Savvas Xiros per il caso della 17N. È noto il caso di Savvas, che è stato ferito pesantemente quando, dieci anni fa, la bomba che trasportava è stata esplosa. Dieci anni si trova in condizioni di detenzione speciali, che non siano abbastanza sufficienti per soddisfare la furia vendicativa del potere. La richiesta di Savvas è stata respinta. La vera ragione del rifiuto è che Savvas non ha mai ripudiato la lotta.
Parallelamente, il potere, al di fuori dei chilometri che possano intervenire, rimane lo stesso vendicativo. In Svizzera è tenuto prigioniero il nostro compagno e fratello Marco Camenisch. Marco è un anarchico della prassi che è stato accusato di sabotaggio contro impianti industriali di energia, per partecipazione ad una fuga con la ferita di secondini e per collutazione armata con dei soldati ad un posto di blocco dei Carabinieri in Italia. Marco aveva trascorso dieci anni nella clandestinità militante e quando è stato arrestato nel 1991 è stato imprigionato inizialmente in Italia e poi nel 2002 si è trasferito alle prigioni svizzere. Oggi, si trova più di venti anni nelle prigione dello Stato. In tutti questi anni, non ha mai riconosciuto il potere delle autorità giudiziarie e, al contrario, è rimasto un nemico giurato dello Stato. Per rappresaglia, lo Stato ha recentemente respinto la sua richiesta di sospensione della sua detenzione, prolungando la sua carcerazione.
Naturalmente, non aspettiamo nemmeno un millimetro di indulgenza dal nemico, né invochiamo ad una libertà “regalata”. Dopo tutto, la libertà non si regala, si conquista. Diciamo quello che diciamo per trasmettere un messaggio ai compagni al di fuori delle mura delle prigioni. La libertà di Marco Camenisch non si realizzerà né con parole né con preghiere. C’è bisogno di azioni. Lo Stato indica che non dimentica i suoi nemici; la questione è se gli anarchici ricordano i loro compagni. Perché ci sono in molti oggi che parlano di anarchia, ma pochi sono quelli che vivono come anarchici…”
In seguito è intervenuto un’altro compagno della CCF ed ha letto la seguente dichiarazione della Cospirazione:
“Dal 15 Dicembre 2012 dei compagni anarchici effettuano simbolicamente uno sciopero della fame in solidarietà con Marco Camenisch. Inizialmente l’anarchico Gabriel Pombo Da Silva dalle prigioni della Germania e in seguito l’anarchica Elisa Di Bernardo dalle prigioni italiane dimostrano con questa loro azione che gli anarchici della prassi non dimenticano… Provano che la memoria non è spazzatura. Noi, dalla Grecia, stiamo in piedi con tutto il cuore accanto a loro e come un minimo segno di solidarietà con il nostro fratello Marco Camenisch interrompiamo il processo e ci allontaniamo dall’aula. Questo è il nostro modo per partecipare alla campagna di solidarietà internazionale avviata dalla Germania e proseguita in Italia. Perché la solidarietà tra gli anarchici non è solo parole.”
Di conseguenza i compagni della CCF insieme con l’anarchico Theofilos Mavropoulos si sono allontanati dalla corte, ammanettati e con la scorta dei sbirri. Gli altri “imputati” sono rimasti nell’aula. Alla fine, la corte è stata costretta a interrompere la sessione, visibilmente turbata dall’atteggiamento dei compagni della CCF e di Th. Mavropoulos, ed ha annunciato una nuova sessione per il 4 Gennaio 2013.
Amsterdam: Presidio anti-prigione di Capodanno al campo di deportazione di Schiphol
Ieri sera un gruppo di persone è andato a fare rumore sulla nuova località della prigione di deportazione di Schiphol (Amsterdam). Si tratta di una tradizione internazionale di Capodanno di andare alle carceri per rompere il silenzio e l’isolamento.
Nella nuova prigione di Schiphol “De Poort” oltre 1.000 persone saranno rinchiuse. Ancora di più celle per un sistema omicida. La scorsa notte, dei messaggi registrati dalla RefugeeChurch -una chiesa occupata abitata da clandestini (senza documenti) ad Amsterdam- sono stati trasmessi per la gente all’interno.
Nei Paesi Bassi ci sono migliaia di persone rinchiuse perché non hanno (i giusti) documenti, in condizioni ancora peggiori rispetto alle prigioni normali. Le persone vengono mantenute per mesi e poi o deportate o cacciate in strada per essere “praticamente non deportabili”, e un paio di mesi dopo, il circo ricomincia. Quelli che decidono su queste “misure” sono quelli pochi che inventano delle leggi in cui tutti dovrebbero piegarsi: sono loro che guadagnano soldi dalla repressione.
L’intero sistema carcerario è basato sulla loro necessità di regolare e controllare la “società”. Le persone vengono rinchiuse solo perché non rientrano in quella società, non contribuiscono a sufficienza in termini economici, o semplicemente per spaventare la gente. Per lo Stato si tratta di proteggere i ricchi e l’ordine, per mantenere lo sfruttamento e repressione.
È per questo che continueremo a tornare per far si che la nostra solidarietà con i prigionieri sia sentita.
Fino a quando ognuno sarà libero, fino a quando i confini e le mura delle prigioni non esisterano più.
Per un Anno Ribelle Nuovo!
Cardiff, Galles: Presidio Anti-prigione di Capodanno
Ieri sera, nell’ambito del richiamo internazionale per le manifestazioni di rumore al di fuori delle prigioni e dei centri di detenzione, un gruppo di anarchici e antiautoritari si è riunito nella prigione di Cardiff, dove alcune persone hanno acceso fuochi d’artificio e buttato centinaia di volantini dalla cima del multi parcheggio coperto di fronte al carcere (che è visibile da molte delle celle della prigione), mentre altri suonavano con una sirena, sbattendo tamburi, gettando fuochi d’artificio oltre il muro del carcere ed hanno partecipato in canti contro la prigione e contro la polizia insieme con i prigionieri, che hanno fatto tutto il possibile per comunicare con la folla radunata fuori.
Sui volantini si legge: “La solidarietà è la nostra arma – Libertà ora” su un lato e “Fuoco alle prigioni, fuoco ai confini, e fuoco a coloro che proteggono il sistema che ci sta uccidendo tutti. A.C.A.B.” dall’altro.
Il gruppo iniziale ha fatto un ritiro rapido e tattico dopo aver notato l’avvicinamento della “sporcizia” accompagnata da un camion dei pompieri in direzione del carcere. Circa un’ora dopo, un piccolo gruppo è tornato per accendere l’ultimo fuoco d’artificio e gridare ancora un po’ a sostegno di coloro che sono dentro.
-Alcuni anarchici.
Goa, India: Striscione di solidarietà per l’occupazione Villa Amalias Villa ad Atene
Il 28 Dicembre 2012 alcuni compagni a Goa hanno alzato uno striscione in solidarietà con Villa Amalias che è sotto sfratto dai guardiani in uniforme del regime. Il nostro scopo era la contro-informazione a livello internazionale.
SOLIDARIETÀ CON VILLA AMALIAS
10, 100, MIGLIAIA DI OCCUPAZIONI
Lettera di Felicity Ryder dalla clandestinità sul recente rilascio condizionale di Mario López dalle prigioni messicane
Al mio fratello Mario,
Sono passati sei mesi da quando sei stato rapito quella notte per sfortuna, dal momento che sei stato torturato e minacciato, da quando la tua famiglia e gli amici sono stati molestati. Per sei mesi hanno provato di tutto per rompere il tuo spirito acratista – hanno rinchiuso il tuo corpo all’interno di quattro mura e innumerevoli barre, lontano dalle foreste selvagge in cui appartieni, ma non sono riusciti a penetrare la tua mente in ogni momento che sei stato vicino ai tuoi compagni di affinità in tutto il mondo. Ti hanno fatto subire il dolore, ma la tua volontà di combattere ha sempre vinto.
Hanno cercato di ostacolare i tuoi sostenitori in affinità, al fine di impedirli di esprimere la loro solidarietà con te, senza rendersi conto che un paio di uomini stranieri in agguato nell’ombra dell’alba ed alcune vuote minacce di morte non sarebbero in grado di fermare coloro che sono disposti per combattere al tuo fianco. Hanno mandato i loro prigionieri-infammi di farti del male, ma la solidarietà che è stata seminata si è sempre dimostrata più forte. In questi mesi hai deriso il nemico, sopportando il dolore, l’incertezza e la tortura del confinamento di un individuo selvaggio, ed ogni secondo del tempo ti sei aggrappato stretto alle proprie convinzioni. Hai usato tutta la tua energia esplosiva per propagare la libertà in ogni passo, riuscendo anche in un luogo così sterile di continuare l’analisi della tua lotta insurrezionale, senza mai smettere di lottare, nemmeno per un secondo, per la libertà e l’anarchia.
Oggi, quando uscirai sulla strada di nuovo, devi sapere che non sei mai stato effettivamente privato della libertà – per tutto questo tempo eri libero, perché, nonostante tutto quello che hanno tentato, non sono mai stati e non saranno mai in grado di togliere la libertà che scorre nelle tue vene, nelle nostre vene. So molto bene che questo è tutt’altro che finito – siamo tutti consapevoli degli inganni e delle vendette che consistono l’essenza stessa dello Stato – ma mi rendo conto che i tuoi compagni stanno accanto a te, e il tuo spirito indomito per l’anarchia può solo crescere ancora più forte.
Proprio come te, vorrei che tutti i nostri compagni che sono o prigionieri o fuggiaschi in Messico, Italia, Cile, Grecia, Bolivia, Germania, Spagna, Svizzera e in tutto il mondo possano anche loro camminare per le strade oggi, entrare nelle proprie case ed abbracciare i loro cari. E anche se con orgoglio sopportano la detenzione e l’incertezza, sono anche con noi in ogni momento.
Avanti, compagno; c’è ancora tanto da fare…
Tua sorella di affinità,
Felicity
29/12/2012
Atene : Presidio di solidarietà fuori dalle prigioni di Koridallos, 2012/2013
[vimeo]http://vimeo.com/56571167[/vimeo]
Atene: Rivendicazione di responsabilità dagli “Illegali” per l’attacco incendiario alla Corte distrettuale di Halandri
Il nuovo periodo di repressione, che è stato lanciato con l’invasione della polizia in Villa Amalias e seguito dall’invasione nello spazio autogestito di ASOEE, dovrebbe segnare inizio della fine per il terrorismo di Stato. Samaras, Dendias, Kaminis, i primi cappucci cadranno insieme con le vostre teste. Avete cacciato i nostri compagni della loro casa, avete preso le macchine da stampa, avete rubato l’attrezzatura della radio; pagherete caro.
Nulla è finito, è solo l’inizio.
Abbiamo piazzato un ordigno incendiario alla corte distrettuale di Halandri (periferia nord di Atene) solo per riscaldarci. L’atto principale seguirà presto.
L’OCCUPAZIONE DI VILLA AMALIAS NON LA PRENDERETE MAI.
Grecia: Gesti di solidarietà in corso per l’occupazione di Villa Amalias
Le immagini sono solo indicative: Un grande striscione è stato immesso sul Castello di Patrasso in solidarietà con Amalias Villa, un altro striscione a Mytilini, sull’isola di Lesvos, si legge “Solidarietà con l’occupazione di Villa Amalias” (mentre sullo slogan dietro, sul muro, si legge “lo Stato e il Capitale sono gli unici terroristi”), e l’ultima foto viene da Salonicco, dove compagni hanno dipinto messaggi di sostegno del tipo “Non prenderete la Villa Amalias, neppure nei vostri sogni…”
Grecia, Trikala: Un’altra lettera dall’imprigionato Vaggelis K.
Sabato, 29 Dicembre 2012 dei solidali hanno diffuso un testo del compagno Vaggelis Koutsibelas in occasione del suo imminente processo. Si trova in custodia cautelare dal 5 Aprile 2012, accusato di aver commesso una serie di attacchi incendiari con bombole di gas nella città di Trikala. Qui di seguito la sua breve lettera dal braccio D2 del carcere di Trikala
La data del processo è stata fissata per il 6 Marzo 2013, un processo con giuria mista che si terrà a Larissa.
Poliziotti e magistrati in tutto il loro splendore: chiameranno otto testimoni alla corte, tra cui due poliziotti in borghese ed uno della squadra della polizia motorizzata (DIAS). Tra i testimoni dell’accusa fila anche l’infame Giorgos Zafiris (una marionetta dei sbirri, che ha fatto la spia sulla metà della popolazione di Trikala solo per avere la sua dose di eroina, può vendere la propria madre per la droga). Non si è vergognato di chiamarmi “SUO AMICO”! Lo attenderò nell’aula anche lui, solo per vedere quando esattamente sia il suo coraggio.
Altri due testimoni dell’accusa che affermano di essere stati testimoni oculari e sono venuti faccia a faccia con l’autore, non sono mai stati chiamati a testimoniare prima di questo momento. Soprattutto la seconda testimone che ha detto ai poliziotti che era venuta faccia a faccia con il sospetto, ed ha descritto l’uomo come segue: “Aveva un’altezza media, e aveva una moto”. Per cominciare, la mia moto è stata confiscata dalla polizia pochi giorni prima dell’indagine su tali incidenti, perché non avevo i documenti di licenza necessari su di me durante un posto di blocco della polizia. Quando sono riuscito a riprendere la mia moto dalla questura, aveva vari danni ed era impossibile di guidarla per un po’. Fino ad ora, questa testimone particolare non è mai stata chiamata a testimoniare in mia presenza, durante il controinterrogatorio.
Sono stato riconosciuto colpevole da entrambi i poliziotti e giudici, che hanno ordinato la mia detenzione preventiva mediante una procedura rapida. Durante i primi giorni della mia cattività, non hanno mi hanno nemmeno lasciato andare in ospedale o mandarmi ad un medico legale per esaminare le mie ferite sanguinanti, causate dalle percosse ripetute che ho ricevuto mentre ero sotto custodia. I miei aguzzini in borghese avevano la completa assistenza dei giudici preliminari. Mi viene ancora da ridere con le parole che la procuratrice mi ha detto in faccia allora: “Ha 42 anni, e ora vi siete ricordati di portarmelo davanti? Rinchiudetelo, rinchiuderlo!”
Da parte mia, ho negato tutte le accuse e gli incendi dolosi che sono attribuiti a me, l’unica cosa che ho accettato sono stato i testi che sono stati pubblicati su internet. Ho presumibilmente incitato (attraverso i miei testi) il popolo di Trikala a sollevarsi e dare fuoco alla prefettura e al comune, come se stiamo costringendo chiunque di leggere e assimilare tali comunicati!
Non importa; tutto sarà chiarito in tribunale. Ho anche chiamato sei testimoni di difesa, e, naturalmente, i giovani del mio villaggio a sostenermi. Purtroppo non ho un reddito, e se il “misericordioso” Stato ellenico non prevederà per un avvocato d’ufficio, allora sarò costretto a difendermi per conto mio. Questo è tutto quello che avevo da dire sul processo imminente.
LA LOTTA CONTINUA…
Vaggelis Koutsibelas
Braccio D2, Carcere di Trikala
Atene: Intervento presso stazioni dei mezzi pubblici, e agitazione per lo sciopero di “Non lavorare mai di Domenica”
Sabato, 29 Dicembre persone dalle assemblee aperte e altri gruppi sono intervenuti nelle stazioni della metropolitana e del tram mettendo dei striscioni e distribuendo materiale informativo per il diritto alla libera circolazione, nel trasporto pubblico e non solo. I partecipanti hanno iniziato da diversi punti della città fino a raggiungere la stazione della metropolitana di Piazza Syntagma, dove hanno tentato di avvicinarsi ai passeggeri e diffondere la necessità di non convalidare i biglietti nelle apposite macchine, come forma di protesta.
Un testo dai “Proletari negazionisti del debito” e la “Assemblea Aperta del quartiere di Elliniko-Argyroupoli” (periferia sud di Atene) è stato distribuito ai passeggeri e passanti, che ha avuto inizio con lo slogan: “Invece di non dimenticare di convalidare il biglietto, non dimenticare di attaccare lo Stato che saccheggia la tua vita!”
L’azione è stata sostenuta anche dai membri del Sindacato di Base dei lavoratori del Attica nel settore del libro-giornale, che hanno informato in modo intermittente le persone sullo sciopero a livello nazionale nel settore del commercio sotto lo slogan “Non lavorare mai di Domenica”, che è stato dichiarato per il 30 Dicembre contro l’apertura di negozi commerciali e contro il lavoro per ogni Domenica
Su questo volantino che è stato distribuito dai «Lavoratori disoccupati e precari da diversi quartieri di Atene”, si legge:
Trasporto gratuito per i lavoratori, disoccupati, studenti e pensionati
Diciamo di no alla privatizzazione dei mezzi di trasporto pubblici
I servizi di trasporto sono un bene pubblico
Discussione per ulteriori azioni Giovedì, 10 Gennaio 2013, ore 18.00, presso l’Università Politecnica di Atene (ingresso da Via Stournari)
Collettivi di lavoratori, disoccupati, studenti, quartieri per un trasporto gratuito
Messico: L’anarchico Mario López rilasciato dalla detenzione preventiva
In data 29 Dicembre, verso le 01:00, il nostro compagno Mario López “Tripa” è uscito per le strade di nuovo. Con l’aiuto di solidali, Mario ha pagato la cauzione che è stata fissata per il suo rilascio, così ora è in attesa di processo in “libertà”.
Grazie mille a tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno sostenuto questa lotta. Abbiamo ancora bisogno di prendere molti compagni fuori delle carceri. Libertà per Braulio Duran, che sia detenuto in León!
Abbasso le mura delle prigioni!
Forza a tutti i compagni che sono in carcere o in fuga!
VIVA L’ANARCHIA!
ABC Messico & Solidaridad Mario
Messico: ELF-FAI rivendica incendio di una macchina della polizia
“… rifiutiamo l’idea dell’apparente innocenza della società. Il silenzio non è mai innocente. Odiamo sia la mano che impugna la frusta, sia la spala che passivamente la subisca.”
—Cospirazione delle Cellule di Fuoco / Theofilos Mavropoulos
Nel contesto della Giornata Internazionale di Azione Diretta in solidarietà con il compagno Mario López “El Tripa”:
“Siamo l’etere che le nebulose liberano dal loro tessuto”
Abbiamo deciso di uscire e dimenticare la paura, siamo coscienti dei pericoli e tuttavia restiamo dispost* a continuare a camminare, detonando nell’oscurità, rubando la quotidianità al tempo, e così con la nostra eccitata respirazione turbiamo il silenzio. Ci sommiamo ai passi inconformi che trasporta il vento, alla passione costante di tutto il verde che anche sotto l’asfalto rifiuta di morire, a quella bellissima vegetazione selvaggia che insolente e incontenibile fa fermare gli sguardi nei suoi piccoli germogli che spaccano il cemento. Abbiamo rifiutato la storia sintetica, quella in cui si adorano le macchine che avvolgono tutto con sottili e corrosivi strati di plastica. Siamo luddisti palpitanti con la terra e abbiamo deciso di rinominare la realtà.
Compagn*, oggi condividiamo con voi la breve cronaca di un’azione inconclusa, per il fatto che il dispositivo ritardante posizionato sul nostro congegno incendiario ha fallito – congegno collocato il giorno 20 dicembre 2012, sotto una pattuglia municipale appartenente allo Stato del Messico (EdoMex) – è necessario sottolineare che sono stati curati i dettagli di sicurezza e se le maledette forze poliziesche hanno nelle loro mani questo congegno, non potranno trovarvi una sola pista, niente. E’ importante comunicare gli errori, così come si comunicano gli attacchi riusciti, perchè questi possano servire come metodo di sviluppo all’interno dell’informalità; siamo fiduciosi che questa azione avrà comunque qualcosa di utile, servendo come avvertimento, come promemoria del fatto che continuiamo a restare in guerra in qualunque parte del mondo. I non conformi, i selvaggi continuano ad irrompere, questa azione non è più che un obiettivo necessario da conseguire.
Ora sentiamo la necessità di comunicare con tutt* i/le compagn* sequestrat* nelle carceri, siamo fiduciosi del fatto che queste righe arriveranno a tutt* loro e che li faranno sentire meno sol*, siamo ansiosi che sappiano che siamo accanto a loro. Fuori e dentro le celle esiste l’amore insistente per la lotta contro quanto è imposto. Speriamo di vederl* lontano dalle prigioni e nottambuli li nominiamo. Tutt* insieme e riparati dalla notte, assaporeremo lo spettacolo che milioni di scintille ci offrono, formando fasci di stelle che esplodono e illuminano gli sguardi.
La lotta è contro tutta la realtà esistente e imposta!
Solidarietà con tutt* i/le nostr* compagn* imprigionat* nei diversi reclusori del mondo!
Forza Mario López, Nicola Gai, Alfredo Cospito, Carla, Iván, Henry, Elisa Di Bernardo, Gabriel Pompo Da Silva, Marco Camenisch e tutt* i/le compagn* sequestrat* dallo Stato!
Gioia per sapere lontani dalle sbarre Eat e Billy!
Amore e Rabbia!
La vita selvaggia e incontenibile, non sparirà… mai arres*, mai sol*, stupendamente violent* e collericamente forti!
Frazione Anticivilizzazione
del Fronte di Liberazione della Terra
Affine alla Federazione Anarchica Informale
(FA/FLT/FAI)
Atene: Irruzione alla facoltà di ASOEE, picchiati ed arrestati venditori ambulanti immigrati, confiscate le attrezzature di 98FM dalla polizia
Invasione della polizia e perquisizione presso l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE) sulla Via Patission, 28/12/2012
Fin dall’inizio, questa operazione della polizia è stata usata per reprimere gli spazi politici nella facoltà di ASOEE. Dopo l’invasione all’occupazione di Villa Amalias il 20 Dicembre, lo Stato ha scelto di colpire un altro “spazio di illegalità”, vale a dire uno degli studi così come l’antenna sul tetto della stazione radio libera 98FM sul centro di Atene. Si prega di diffondere la notizia lungo e in largo…
L’intera operazione della polizia era tutta un remake a basso costo della recente invasione all’occupazione di Villa Amalias. Nel caso di Villa Amalias, una presunta denuncia anonima alla polizia ha preceduto l’invasione. Dal mezzogiorno di Venerdì, 28 Dicembre le forze repressive sono state dispiegate in Via Patission, un viale nel centro di Atene, a seguito di un’altra denuncia anonima, questa volta legata al commercio illegale di merci. Questa denuncia anonima (una presunta telefonata) è stata inoltrata direttamente a un pubblico ministero che è stato chiamato ad intervenire immediatamente.
Quindi, per ordine del pubblico ministero, gli squadroni anti-sommossa insieme ad altri sbirri come le unità motorizzate DIAS ed altre fecce sono stati inviati alla facoltà di ASOEE per dare la caccia a coloro che presumibilmente condannano la Grecia per un lungo periodo di tempo al declino economico: i immigrati venditori ambulanti e i rifugiati provenienti dall’Africa che vendono CD musicali pirati e statuine di animali in legno. Questa scena viene ripetuta troppo spesso: alcuni immigrati hanno trovato rifugio nel cortile della ASOEE mentre i feroci cannibali della polizia greca hanno usato con l’odio razzista i manganelli contro i venditori ambulanti e li hanno cacciati via con le moto della polizia dalla zona.
Ma questa volta c’era anche un procuratore. Ha ordinato l’invasione immediata della polizia nei locali universitari, così i poliziotti sono riusciti ad arrestare 16 persone all’interno. Tuttavia, i poliziotti stavano per condurre pure una perquisizione.
Quindi, porta la facoltà è stata aperta e, dai cinque piani dell’edificio, il pubblico ministero ha scelto… il piano sotterraneo, dove i luoghi di ritrovo (spazi occupati autogestiti) dei gruppi studenteschi ed altri gruppi possono essere trovati. Non a caso, la polizia ha rotto le porte e invaso gli spazi anti-autoritari nello stesso luogo, in cui hanno trovato 5-10 bottiglie vuote di birra, alcune bandiere / striscioni e maschere antigas utilizzate per le manifestazioni. E quello era il momento in cui la polizia ha scoperto il segreto gelosamente custodito del ASOEE: sì, in effetti, uno studio radiofonico gestito nell’edificio. La polizia ha agito sorpresa, come se non lo sapesse già. Le apparecchiature tecniche della radio sono state probabilmente considerate un prodotto del commercio illegale di idee, così sono state prese dai sbirri.
L’antenna radio con un trasmettitore audio e le macchine sono state smantellate e confiscate. È chiaro alle autorità che questa stazione radio pirata commette illegalità con la sua diffusione non autorizzata. Tuttavia, i mass media cominciano a chiedersi: C’era veramente una stazione radio tutta all’interno dei locali universitari… Come mai qualcosa ancora viene trasmesso alla banda dei 98FM?
Ora che il ministro dell’Ordine Pubblico, Nikos Dendias, ha smantellato lo studio della radio 98FM nella cantina e la sua antenna sul tetto è stata pressa dall’edificio del ASOEE, i giornalisti non dovrebbero sentire un po’ di interferenze radio, non dovremmo tutti avere problemi di ricezione?
Possiamo ancora sentire una trasmissione alla stessa frequenza. È forse una stazione di radio “legale”? Ma naturalmente non. Quello che si può sentire forte e chiaro è il Free FM invece! La sua diffusione non autorizzata è abilitata per la trasmissione dal parco statale delle antenne radio sulla montagna di Ymittos, ad Atene. Free FM non è altro che la stazione radio che è stata istituita 7 anni fa (con la benedizione di diversi politici, ideologi del totalitarismo), al fine di “passare sopra” la frequenza in cui la radio libera 98FM andava in onda dal 2002.
Questo per quanto riguarda la loro ipocrisia. E ora a tutti gli effetti: non siamo affiliati ad alcuna autorità politica o economica. Non abbiamo alcun beneficio finanziario dalla gestione della nostra stazione radio. Noi non esprimiamo la tendenza di un particolare vettore o associazione, ma diamo voce solo a coloro che accettano il minimo accordo politico della stessa stazione radio libera. In questo contesto, tutti possono co-gestire la stazione radio, e possono parlare nel suo microfono. Noi non obbediamo ad alcun “consiglio nazionale di radiodiffusione” o qualsiasi altro ente analogo formale o informale.
Questo è il motivo per cui vogliono chiuderci la bocca. Ma non ci riusciranno. Come in ogni epoca, le idee, la libertà di parola e le opinioni minoritarie trovano la loro strada per uscire allo scoperto. E la statura di Mr. Dendias, ed ogni Dendias, è troppo piccola per lanciare qualsiasi ombra a queste parole.
La stazione radio continuerà a trasmettere sui 93.8fm e online.
Tentate di seppellirlo, ma dimenticate che si tratta di un seme.
La contro-informazione non può essere messa a tacere.
Radiozone di Espressione Sovversiva
93.8FM | 98.0FM (?) | radio98fm.org