Germania e Italia: Prigionieri anarchici conducono uno sciopero della fame in solidarietà con Marco Camenisch, che è ancora detenuto nelle prigioni svizzere

marco

RadioAzione informa che, a partire dal 15 Dicembre, il compagno imprigionato Gabriel Pombo Da Silva è in sciopero della fame in solidarietà con l’anarchico Marco Camenisch, che si trova ad affrontare ancora un altro procedimento a partire da zero per quanto riguarda la sua richiesta per la libertà condizionale.

Gabriel sarà in sciopero nella prigione di Aachen, in Germania, fino al 21 Dicembre. Poi sarà il turno della compagna Elisa Di Bernardo, che è detenuta nel carcere di Rebibbia, in Italia. Lei condurrà uno sciopero della fame nella settimana dal 22 al 29 Dicembre. Si è in attesa della conferma di un terzo turno, che probabilmente includerà uno sciopero dal compagno Sergio Maria Stefani, rinchiuso nel carcere di Alessandria, in Italia.

Come Gabriel abbia già suggerito, lo sciopero di solidarietà può essere proseguito anche nel mese di Gennaio 2013, se altri compagni in prigionia sono disposti e in grado di partecipare a questa protesta per la liberazione immediata di Marco.

Elisa (redattore di Culmine, insieme al prigioniero Stefano Gabriele Fosco) e Sergio sono tra gli otto compagni che sono sottoposti in custodia cautelare nel contesto della “Operazione Ardire” audacia. Questa montatura particolare anti-anarchica è stata avviata dallo Stato italiano nel Giugno 2012, e coinvolge Marco e Gabriele, anche, tra gli altri.

A tutti i compagni al di fuori delle mura della prigione, che vogliono sentirsi vicinanza con Marco e gli altri anarchici detenuti: fate proprio questo; lasciate che la solidarietà con i compagni imprigionati brilli.

Forza ai prigionieri in lotta!

Indonesia: Scarcerato Il compagno anarchico Eat

ultraegoistNei primi di Ottobre 2011, gli anarchici Reyhart Rumbayan (Eat) e Billy Augustan sono stati arrestati con l’accusa di incendio doloso ad un bancomat. Inoltre, un mandato di arresto è stato emesso contro K., che è ancora a piede libero- auguriamo che il compagno rimanga per sempre libero!

Eat e Billy, selvaggi ed orgogliosi membri della Long-Live Luciano Tortuga Cella (Federazione Anarchica Informale-Sezione Indonesia), hanno rivendicato la responsabilità per l’attacco. Poi sono portati in giudizio, e rimasti in carcere per poco più di un anno.

Entrambi i compagni sono tornati sulle strade: Billy è stato rilasciato dal carcere nel mese di Novembre, mentre Eat è stato rilasciato in libertà vigilata nel mese di Dicembre. Gli auguriamo tutto il meglio.

Rio de Janeiro, Brasile: Festa di strada contro il coprifuoco della polizia

Mercoledì 5 Dicembre 2012, gli abitanti della favela Borel (Morro do Borel, occupata dal 1921 a Rio de Janeiro), sono usciti sulle strade in uno sforzo collettivo per rompere il coprifuoco che i poliziotti della UPP locale (“Unità di Pacificazione della Polizia”) hanno imposto nella zona dal 28 Novembre. Questa particolare unità repressiva, che è stata fondata nel Novembre 2008, ha come obiettivo ufficiale il recupero del controllo statale sulle comunità che un tempo erano sotto il controllo dei capi del narcotraffico. È ovvio che questa presunta guerra alla droga non è altro che un pretesto, mentre l’obiettivo è la presenza permanente di bande pesantemente armate in divisa che saccheggiano le favelas e spingono in avanti la gentrificazione urbana e la “pulizia igienico-sanitaria” delle zone occupate, tutto questo a beneficio delle grandi imprese di costruzioni, anche in vista della Coppa Mondiale 2014 della e le Olimpiadi dell’estate del 2016 in Brasile (vedi qui).

Nella lunga lista della violenza dello Stato quotidiana e gli omicidi nei confronti delle persone delle aree degradate, è stato aggiunto di recente l’assassinio a sangue freddo del 18enne Mário Lucas Souza Pereira Vianna. È stato ucciso nella sua casa dai sbirri che hanno fatto irruzione nella all’alba del 26 Novembre. Sono stati identificati come membri del 4°gruppo operativo militare della polizia nel quartiere Fazendinha, che ha invaso il Complexo do Alemão- un gruppo di favelas a nord di Rio de Janeiro, dove le UPP prevalgono pure.

In queste circostanze altamente militarizzate, dove il coprifuoco totale dopo le 21.00 significa che a nessuno è permesso di uscire dalle loro case, dove le feste di strada con musica funk sono state vietate dal Giugno 2010- lo stesso tempo quando la UPP locale è stata stabilita nella favela Borel- i residenti hanno deciso di resistere e sfidare apertamente lo stato di emergenza. Con lo slogan “Occupy Borel” (ispirato al movimento Occupy in tutto il mondo), persone si sono riunite in un primo momento alla Via São Miguel e poi hanno sfilato e ballato attraverso la favela. La loro destinazione finale era il Terreirão, una località in cui tradizionalmente la comunità si riunisce e celebra le sue feste.

I poliziotti erano chiaramente incazzati da questa riappropriazione dello spazio pubblico che il popolo delle favelas e i solidali provenienti da altre parti della città avevano organizzato, ma hanno evitato qualsiasi confronto violento. La tradizione di mobilitazione di primo piano nella comunità di Morro do Borel risale al 2003, quando, dopo l’esecuzione di quattro giovani dagli assassini in divisa della polizia militare brasiliana una serie di azioni si sono svolte, arrivando al culmine con una grande manifestazione per le vie principali di Rio sulla zona settentrionale di Tijuca.

Questo articolo è una sintesi dai comunicati (1, 2), della Rete delle Comunità e dei Movimenti contro la Violenza attraverso Indymedia Brasile.

Barcellona: Testimonianza di Ester Quintana, manifestante che ha perso un occhio dalla brutalità della polizia il 14 Novembre 2012

29 Novembre —premere il tasto cc per attivare i sottotitoli in inglese

Ester Quintana, 42 anni, ha perso un occhio dall’impatto di un proiettile sparato dalla Mossos d’Esquadra (la polizia anti-sommossa Catalana) durante lo sciopero generale del 14 Novembre nella città di Barcellona. La sua versione contraddice frontalmente le dichiarazioni del ministro per gli Affari Interni Catalano, Felip Puig.

Il vostro contributo è molto importante per Ester: Se siete stati nella zona di Passeig de Gràcia tra la Gran Via e da Plaza Catalunya (calle Casp) il 14 novembre dalle 20.30 alle 21.00 circa (ora locale), o avete visto qualcosa di rilevante per il caso da una finestra o dal balcone di un appartamento, siete pregati di contattare Ester, i suoi parenti e gli amici immediatamente a: animsester@gmail.com

Grecia: Assunzione di responsabilità per la distruzione degli uffici dell’Alba Dorata nella città di Volos, 11/12/2012

DISTRUGGETE I FASCISTI

Assumiamo la responsabilità per la distruzione della filiale della compagnia paramilitare “Alba Dorata” in Via Skenderani all’alba di Martedì.

Questo specifico “negozio”, sostenuto e responsabile dinanzi all’amministrazione dello Stato, è il buco in cui i fascisti si sentivano al sicuro con la regolare presenza della polizia.

È ormai inutile analizzare le cause di un attacco all’Alba Dorata. Hanno fatto e faranno il loro lavoro sporco, dove lo Stato ufficiale trova difficoltà, e sono nello stesso tempo gli scagnozzi di una parte della società greca razzista, la quale alimentano con spettacolo. Apertamente sostengono coloro che gli aiutano (proposta dell’Alba Dorata per l’esenzione fiscale degli armatori dal nuovo memorandum).

La scelta di far apparire l’Alba Dorata come un fattore della vita quotidiana è stata favorita attraverso i media con la loro promozione quotidiana, sia positiva che negativa, (nella cronaca, alle notizie, ma anche alle trasmissioni pomeridiane di lifestyle per toccare l’interesse di un numero maggiore di bidoni piccoli e medio-borghesi). Come in ogni altro caso in cui c’è una polarizzazione sociale, il sistema democratico giocherà con tutti gli strumenti ed userà le sue riserve fasciste. Inoltre, le agende della maggior parte dei partiti della scena politica centrale non differiscono, il discorso fascista viene espresso dai liberali, dai “socialisti” e da ogni sorta di cagnaccio politico patriottico. Gli attacchi fascisti agli immigrati vengono legittimati alla fine dal discorso istituzionale del Potere e dalla sua espressione pratica, i campi di concentramento.

Parallelamente, la promozione degli albadorati ha aperto il vaso di Pandora per il conservatorismo e il fascismo di un numero sempre più grande di pezzi della società. La legittimità politica che gli è stata data attraverso i risultati elettorali il peggio che può fare è quello di sfatare alcuni pretesti rimanenti. Nel prossimo periodo vedremo ogni depresso vomito razzista/fascista e favorevole alla dittatura di esprimersi. La folla degli elettori e di quelli che applaudano l’Alba Dorata non ha alcun alibi di frustrazione e di inganno, come vuole credere la sinistra (e non solo), indipendentemente dal fatto che le sue motivazioni non sono sempre ideologiche. Chi si discosta dagli standard “ellenici” entra nel mirino tanto con il discorso pubblico dominante e con le azioni repressive della polizia, in compagnia con i fascisti.

La nostra azione antifascista non può essere basata su una richiesta di rispetto alla legalità che viene promossa dalla sinistra, la quale risponde agli attacchi violenti con denunce. È importante per noi di debellare i loro gruppi squadristi dalle strade, perché sono gl’inizio del fascismo, sono quelle che aggiungono prestigio e potenza in una massa vile. In ogni caso abbiamo sempre visto estremisti della destra nel Parlamento, la differenza dell’Alba Dorata è che eccita il suo pubblico con la violenza e col presunto anticonformismo / illegalità, e cerca in questo modo di dominare lo spazio (nelle piazze, nei quartieri, ecc.)

Nella città di Volos non lasceremo nemmeno un centimetro nella propaganda fascista. La ristrutturazione che abbiamo effettuato nella loro baracca non deve essere vista come qualcosa di speciale. È un gesto nobile verso la nostra dignità inferita, un momento nella continuità della guerra. Non vogliamo rispondere politicamente al populismo dei papponi dell’Alba Dorata. Vogliamo sbarazzarsi dalla puzza di questi maiali, di assumere un’azione di attacco, di distruggerli in emulazione di coloro che desiderano DNA ellenici, nazioni pulite, la Grande Grecia e gli imigranti nei campi di concentramento.

PS.1: Il “simpatizzante, ma non membro” Zenon Manthogiannis ha presumibilmente incassato con salari agricoli, secondo le dichiarazioni del suo avvocato, le commissioni che faceva per l’Alba Dorata. Sembra, che la tattica abituale dell’Alba Dorata di neutralizzare i suoi membri per varie ragioni resiste ancora dagli anni ’80, con infiniti “allontanamenti”, informazioni alla polizia e pulizie interne. Il “poveraccio” è stato arrestato con due complici “ignoranti” poco prima di attaccare con bombe molotov una sala di preghiera musulmana. Auguri per le paghette stronzo, ora batti la tua testa contro il muro… per iniziare a abituarti.

P.S.2: Saluti ai combattenti antifascisti a Xanthi, Heraklion, Agrinio, Alimos, Aspropyrgos e in tutto il paese.

Iniziativa per l’apertura di un pozzo [per gettare i fascisti] a Volos

fonte

Prigioni greche: L’anarchico Andrzej Mazurek, che era stato l’ultimo detenuto della rivolta del Dicembre 2008, è stato estradato in Polonia

Testo di solidarietà da altri detenuti in Grecia

Il 7 Dicembre 2012 l’ultimo pezzo dell’azione penale riservata dallo Stato Greco contro l’anarchico Andrzej Mazurek è stato svolto. Andrzej è stato arrestato nel Dicembre del 2008 per il suo coinvolgimento nella rivolta. Dopo quattro anni di prigionia nelle carceri greche, le autorità greche e polacche hanno dimostrato un zelo notevole nelle rispettive procedure e lo hanno consegnato alla Polonia, dove sarà tenuto prigioniero visto che sia stato trovato colpevole di accuse che sono sorte solo dopo il suo arresto ad Atene.

Questi quattro anni di reclusione del compagno sono una applicazione pratica della dottrina anti-insurrezionale che lo Stato greco ha adottato dopo l’esplosivo Dicembre 2008. Il tempo che Andrzej abbia trascorso in carcere era sproporzionato con i termini della sua condanna (la quale è scesa ad otto anni di carcere da quando alla Corte d’Appello), ma anche rispetto al resto delle pene detentive che erano state imposte e scontate dai partecipanti alle rivolte. Tuttavia, questo fatto rivela anche la ricerca ardente del Potere di inviare un messaggio chiaro sia all’interno che all’esterno dei suoi territori. Chi potrà mai dimenticare i proclami del governo e delle sue fogne giornalistiche per quanto riguarda gli “anarchici che vengono dall’Europa per distruggere la Grecia”, dichiarazioni che esprimevano la paura, ma anche la volontà di schiacciare la solidarietà internazionale che era stata sviluppata.

Allo stesso tempo, la storia della prosecuzione contro Andrzej-che ha portato alla sua estradizione con una procedura sommaria, dimostra la coerenza transnazionale repressiva verso il nemico interno. Nello stesso tempo, che gli stranieri rimangono in qualche prigione o qualche centro di detenzione mese dopo mese, in attesa di deportazione dopo la scadenza della loro pena, le autorità polacche e greche sono riuscite a prolungare la carcerazione di Andrzej seguendo una procedura esplicita. Negandoli la prima richiesta di liberazione condizionale -nonostante il fatto che egli aveva di gran lunga completato i 2/5 della sua condanna- guadagnavano tempo settimana dopo settimana al fine di rendere tutte le misure necessarie in modo che egli non sarebbe stato rilasciato dal carcere anche per un solo giorno.

Gli inviamo la nostra solidarietà e i nostri saluti ribelli in Polonia, dove è ora un ostaggio, e ripetiamo le sue stesse parole:

Ci vediamo in giro per le strade, a rompere ancora una volta la vetrina della pace sociale…

Non possiamo lasciare solo nessun compagno nelle mani dei meccanismi repressivi

SOLIDARIETÀ CON ANDRZEJ MAZUREK

Detenuti nelle carceri greche:
Babis Tsilianidis, Alexandros Mitroussias, Kostas Sakkas, Giorgos Karagiannidis, Akim Markegai, Vasilis Karandreas, Nikos Evangelou, Panagiotis Koutsopoulos, Nikos Sakkas, Kostas Faltsetas, Elias Karadouman, Marinos Mitsopoulos, Dimitris Giotsas, Charalambos Avramidis, Panagiotis Georgakopoulos, Christos Tsonaros, Yannis Gelitsas, Makis Gerakis, Mustafa Ergün, Michalis Ramadanoglou, Michail Tzoumas, Konstantinos Mamoutis, Vangelis Kalamaras, Panagiotis Hadjigeorgiou, Mitev Georgi, Georgiev Rishi, Angelos Kostopoulos, Spyros Stratoulis, Rami Syrianos

Testo originale in greco / testi relativi in polacco

Buenos Aires: I Amici della Terra / Federazione Anarchica Informale hanno dato in fiamme più di 100 veicoli di lusso

Segnaliamo che nel corso dell’ultimo mese – Novembre 2012 – più di un centinaio di auto di lusso sono state bruciate nella città di Buenos Aires, in particolare nei quartieri di Recoleta, Palermo, Belgrano, Nuñez, Villa Urquiza e Villa Devoto, a causa di un’azione incendiaria eseguita dalle mani anonime di coloro che si definiscono ‘Amigxs de la Tierra’ (Amici della Terra / FAI).

Un’ulteriore gesto di liberazione per tutti gli esseri di questo mondo che soffrono dall’oppressione e dallo sfruttamento del sistema, che domina tutti noi, è stato anche: l’incendio di una vettura il Sabato, 8 Dicembre alle 02:30 sul Viale Coronel Díaz 1700, così come l’incendio di un veicolo di trasporto pochi minuti dopo che si trovava a cinque isolati di distanza, presso il 21º dipartimento della Polizia Federale Argentina, ma anche l’attacco incendiario contro una concessionaria Volkswagen, Domenica 9 Dicembre alle 03:30 sul Viale San Martín Avenue 6700.

Ci auguriamo che le feste ipocrite e fasciste dei cristiani di merda – che saranno vigili affinché la cosa più importante che hanno ottenuto non scivola dalle loro mani – siano completamente fottute nel mese di Dicembre.

Faremo tutto il possibile in modo da infiammare le vostre auto, banche, stazioni di polizia, ambasciate, e anche voi stessi.

Esortiamo le altre cellule FAI in questa regione di partecipare all’offensiva contro lo Stato e il Capitale, e realizzare l’azione diretta anarchica nel modo che ritengono migliore.

I colpi che i settori distinti del Potere danno contro i nostri compagni non restringeranno le pratiche sovversive che sono diffuse nei cuori rivoluzionari.

Salute e anarchia a tutti i combattenti, soprattutto ai compagni imprigionati in Grecia, Italia, Germania, Spagna, Svizzera, Indonesia, Messico, Cile e Bolivia.

SPARGERE IL CAOS E IL FUOCO LIBERTARIO!

Amici della Terra / Federazione Anarchica Informale

Grecia, Atene : Assunzione di responsabilità dalla Minoranza Combattente/Comando Alexandros Grigoropoulos 07/12/2012

Assumiamo la responsabilità per l’attacco incendiario alla casa dell’ex ministro delle Finanze e della Difesa Giannis Papantoniou. Siamo arrivati ​​davanti alla porta della sua villa in via Olimpias a Kifissia ed abbiamo dato fuoco alle due auto che usa lui e la sua “moglie” Roula Kourakou per i loro trasporti inutili. La guardia personale che mantiene il maiale non ha potuto garantirli la sicurezza di cui chiede. Al di Fuori del fatto che i nostri pensieri hanno sempre flirtato con l’immagine della villa in fiamme e del terrorizzato Papantoniou e la sua “moglie” in cerca di vie di fuga, avevamo escluso a priori tale prospettiva visto che all’interno della villa era il loro piccolo bambino il quale non volevamo mettere ad alcun rischio.

Lontano da una retorica populista rileviamo al volto di Giannis Papantoniou un ufficiale del potere. Non ci interessa di elencare gli affari loschi anche se certamente ne ha fatti molti. In ogni modo, incorruttibili o corrotti, i funzionari del governo, indipendentemente dal fatto che mantengono le proprie posizioni nell’apparato statale sono un permanente bersaglio per le dignità ribelle. Abbiamo effettuato il nostro attacco la stessa notte che quattro anni prima i sbirri hanno uccisi il compagno Alexandros Grigoropoulos. Quattro anni fa qualcuno ci ha lasciato presto, un urlo di morte che ha scatenato la rivolta e gli eventi che tutti conosciamo, quattro anni dopo quel giorno, un grande fuoco e alcune esplosioni al di fuori della casa di un nemico dichiarato risvegliano il nostro odiano e scatenano il terrore nella direzione desiderata.
Attraverso gli attacchi personali desideriamo di irrompere le zone territoriali di sicurezza nelle loro vite. Nelle loro case, nelle loro auto, nella loro vita dissoluta.

Pensieri dall’abisso, dedicati dal nostro cuore a coloro che si immettono con rabbia nel proprio abisso…

Volti oscuri, con i caratteri che si nascondono sotto un cappuccio, con l’interni che bruciano. Bruciano dalla loro passione per una libertà che deve essere vissuta, per una morte che forse si avvicina, per un evento inatteso che ha cambiato la loro vita.

Per una attimo si illuminano per interi sui fuochi accesi delle barricate e sulle merci bruciate delle metropoli, con gli occhi che brillano da una speranza, per l’impossibile che deve essere raggiunto a tutti i costi, per la contraddizione che è stata appena armata ed ha preso il proprio posto di battaglia nella camera di scoppio. E l’arma punta verso entrambi i nemici e le nostre teste. Una roulette russa che porta alla follia. E questa follia, bella e pericolosa travolge ogni muscolo del nostro corpo, ogni neurone del nostro cervello, diventa pietra sulla testa dei sbirri, bombe nelle sede centrali dell’ordine costituito, pallottole nei corpi dei nostri aguzzini. E ritornando alla base, la contraddizione armata fa fuoco, si converte in una domanda eterna che ronza e urla dentro di noi, un pianto che si versa per il cambiamento che si allontana sempre di più, un grido che rompe la notte di pietra degli schiavi moderni per informarli del nostro arrivo.

“Bastardi vi fotterò, tutti, oggi ho toccato la fine come voi toccate la vostra moglie o il vostro marito, che procedura standard per voi, così come prendete il cibo dal forno, che cosa nuova per noi ogni volta una nuova esperienza e un nuovo senso, un nuovo sentimento che nasce destinato a morire accanto a noi in qualche luogo buio di riflessione, figli di puttana, fanculo il vostro dio, potessi tirare una linea e sparare in aria come colui che da l’inizio ad una gara, di sapere che correrò come un matto attraverso laghi, foreste e montagne, ma alla fine avrò ottenuto un segno di vincitore o perdente, fanculo al vostro dio”.

E quando il sole tramonterà portando con sé verso l’ignoto pozzo significati e scopi, sfide e deposizioni, questi volti sconosciuti emergono dallo stesso punto sconosciuto che coloro che l’abbiano cercato sono stati persi nel pellegrinaggio trascendentale, ma ora sono felici, sorridenti con un po di felicità prestata dalla creatività distruttiva che preparano per disperdere, decisi che questa volta toccheranno il cielo allungando le mani fino a quando gli fanno male i loro bordi.

Vogliamo un po di tempo in più, giusto per riuscire a mettere i nostri pensieri caotici in un cosiddetto ordine, per definire la variabile della nostra vita che soffoca nei sotterranei sporchi della vita priva di significato del mondo moderno e raggiungere la superficie per un respiro. Solo un respiro che durerà abbastanza a lungo per correre, per innamorarsi, per piangere, abbracciare i nostri amici e i nostri genitori, fare una forte risata, amare i nostri affini e odiare i nostri nemici, a contemplare l’orizzonte, l’universo dell’infinite possibilità. E nel momento che il soffocamento ci affermerà indosseremo di nuovo i nostri cappucci e ci armeremo per l’ultima volta, e quest’ultima volta la parola vendetta prenderà le dimensioni terrificanti che abbiamo sempre sognato, bruceremo i portatori del disprezzo umano e dell’oppressione accumulata, poliziotti e giudici, funzionari governativi e politici, la tempesta autoritaria che ci spaccia diventerà cenere. E in quel esatto momento in cui abbiamo messo a punto una danza favolosa sui cadaveri di tutti loro, realizziamo che la gioia della vittoria non ha alcun significato, non ce la fai, cerchi di prendere un altro respiro, di vivere nel mondo che per tanti anni costruivi con la plastilina della fantasia anarchica nella tua testa, inizi ad avere vertigini, un respiro cazzo, solo un respiro, ma hai già fatto i tuoi accordi quando stringevi la mano con l’aria che ti aveva sussurrato con un reclamo triste, “hai solo un respiro fratello”. Chi se ne frega, questo era tutto, se il tempo era una persona reale l’avrei certamente ammazzata con piacere, succhi con gli occhi spalancati che le ultime immagini e gli odori, pensi con ritmi febbrili, sai che segue l’eternità del nulla e per questo devi pensare molto. Piano piano, inizi lentamente a perdere il contatto, dopo un po’ si era spento tutto.

Siamo nella ricerca del momento fatale…

Il momento che avremo eliminato qualsiasi voglia di rinviare per assumere posizioni assolute, punti di vista, pratiche, qualsiasi approccio etico deterrente ai movimenti distruttivi con l’unico obiettivo l’integrazione del istante vissuto, i desideri implacabili, gli istinti più violenti. Il momento che il pensiero e l’azione si innamoreranno uno con l’altra con passione, cominciando una magica danza illegale di passione e rischio sotto la luce delle stelle. Il momento che ogni paura sarà un’altra occasione per rompere i confini e vivere al di fuori di questi. Al di fuori di ogni legge ci comanda, ogni società che ci soggioga, ogni compromesso che ci annuisce con sornione. Per vivere al di fuori della loro realtà, costruendo focolai diffusi di caos e illegalità per ogni fuorilegge del pensiero e dell’azione. Chiamando tutti i disadattati di questo mondo di profanare qualsiasi morale, tutti i radicali di sanguinare ogni mediocrità, tutti i pazzi di uccidere qualsiasi cosa logica.

Imponendo il demone irrazionale che custodiamo per anni nelle nostre viscere.

Per portare in esecuzione la potenza della maggioranza!

Viva il nulla creatore!

Viva l’anarchia!

Onore per sempre tutti i morti della lotta della liberazione anarchica.

Minoranza Combattente/Commando Alexandros Grigoropoulos

fonti: greco, inglese

Spagna: Appello contro i circhi che usano animali dall’Assemblea Anti-speciesta di Madrid

Raduno per la fine dei circhi con animali

Perché la libertà e la dignità degli altri animali vale più della ricreazione di alcuni e dei profitti degli altri

Domenica 16 Dicembre, alle ore 18.00 (GMT +1) di fronte al Circo Americano, in Via Antonio López 109, Madrid

Terminare ogni circo con animali adesso!

Assemblea Anti-speciesta di Madrid

maggiori informazioni in spagnolo qui

Svezia: Incendio contro una compagnia di sicurezza di Vinci a Malmo

L’8 novembre un’auto della compagnia di sicurezza Skånsk larmtjänst è stata data alle fiamme a malmö, sweden. Skånsk larmtjänst è una parte dell’enorme compagnia di costruzioni Vinci. L’attacco è stato realizzato in solidarietà con la ZAD, un progetto contro l’aereoporto vicino a Nantes, in Francia, dove lo stato francese e Vinci stanno cercando di costruire un grande aeroporto. E’ stata anche fatta in odio alla società e in amore all’anarchia.

VINCI DEGAGE! 

fonte: 325

Cile: Rivendicazione dell’attacco contro il simposio di vivisezione nell’Università di Concepción

Ognunx dovrebbe essere integro per riuscire a farsi carico della propria salute, quando non è così, non ci sono scuse per delegare all’esterno la responsabilità di conoscere il proprio corpo, niente giustifica la vivisezione come metodo di “cura”.

Niente giustifica la superiorità autoconcessa e presuntuosa con la quale l’essere umano dispone di altri animali, dei loro corpi, delle loro vite, del loro tempo, anche se fosse in maniera igienica, arieggiata, sofisticata, anestetizzata o più sicura possibile.

Che contraddizione che si faccia soffrire e si uccida per ottenere la salute, persona che credono di fare del bene, quando perpetuano solo la decadenza umana. Scienziati che giorno dopo giorno provocano malattie negli animali, molti dei quali transgenici, per poi applicare i loro rimedi sugli umani, per migliorarlo, renderlo ogni volta più immortale, più perfetto. Migliorare la razza umana, sono nazi in camice bianco! Torturatori pagati dallo Stato e dalle industrie farmaceutiche.

Abbiamo attaccato il Simposio Internazionale Sui Modelli nell’Investigazione Biomedica [il 14 novembre] poiché lì si riunivano prestigiosi sfruttatori di animali sia nazionali che internazionali. Lo abbiamo fatto con 2 congegni incendiari esplosivi, uno collocato sotto un furgone di proprietà dell’Università di Concepción, per la precisione nell’area di ricerca e l’altro collocato sotto il furgone del dottor Fidel Castro, pioniere latinoamericano nella creazione di animali transgenici ed esperto in clonazione animale, è di fatto il primo ad aver clonato una mucca in Cile, ma lasciamo che sia lui stesso a spiegare a cosa si dedica:

“… da lì nascono le biofabbriche, a quello mi dedicavo a Cuba, a generare biofabbriche di animali che producevano droghe per uso medico e questo è quello che vogliamo fare qua (…) se modifichiamo questi animali perchè geneticamente il loro latte contenga farmaci introdotti attraverso l’ingegneria genetica, il costo si abbasserebbe e la disponibilità aumenterebbe…”

Queste, oltre alla realizzazione di un nuovo centro di torture per animali (bioterio) con a capo la dottoressa Roxana Pincheira e i suoi lacchè, che presto inizierà ad essere costruito nell’Università di Concepción, sono le motivazioni del nostro agire.

Perchè quelli che lucrano con la sofferenza animale e l’artificializzazione della vita sappiano che siamo vicino e non ci riposeremo.

Quella mattina il ricordo di Barry Horne ci ha protetto e la sua forza ci ha accompagnato.

Libertà per tutti gli animali imprigionati e torturati.

Saluti pieni di amore e rabbia ai guerrieri Nicola Gai e Alfredo Cospito, a Braulio Durán Gonzáles, a Henry Zegarrundo e specialmente a Marco Camenisch. La distanza ci separa ma la lotta ci unisce.

Fronte di Liberazione Animale

$antiago, Cile: Rivendicazione dell’incendio di un autobus a Villa Francia

Il giorno di venerdì 30 novembre, del presente anno, noi, agitatori/ici luddistx ci siamo dati il piacere di veder bruciare una delle loro macchine, prendendoci gioco della loro paura e delle costanti minacce del Potere le abbiamo viste tranquillamente alla televisione, mentre sorridevamo.Piuttosto che le loro “27 ore di amore”*, preferiamo 5 minuti di distruzione, piuttosto che la loro carità preferiamo la solidarietà violenta.

A distanza abbiamo potuto vedere come la 509 bruciava in Av.5 de Abril, sperando che questa azione sia come un segnale di fumo che si spande e abbracci ogni fratello e sorelle in carcere.

Individualidades bacanes (Individualità fantastiche)

* Il riferimento è a un patetico programma televisivo “27 ore di solidarietà per Teleton”, in cui gli spettatori inviano donazioni per la ricerca scientifica.

Atene: Attacco esplosivo agli uffici dell’Alba Dorata

Rivendicazione di responsabilità per l’ordigno esplosivo che è stato esploso nella sede locale del partito nazionalista ad Aspropyrgos nelle prime ore del 4 Dicembre 2012:

Il Fronte Antifascista-Federazione Anarchica Informale (FAI) rivendica la responsabilità per il collocamento dell’ordigno esplosivo presso gli uffici dell’Alba Dorata dell’Attica Occidentale ad Aspropirgos al 17°km della strada statale Atene-Corinto. L’urbanistica della zona (si tratta di una zona con poco traffico specialmente nelle ore serali) ci ha offerto vantaggio per mettere un ordigno esplosivo, senza dover effettuare chiamate di avvertimento per telefono (che forse avrebbero spinto i poliziotti ad disattivare il meccanismo con l’orologio che abbiamo dovuto usare, per proteggere gli uffici dei loro amici e soci albadorati).

Oltretutto i compagni che hanno fatto esplodere l’ordigno esplosivo avevano controllato perimetricamente la zona a quel ora, in modo da non ferire qualche passante casuale. Per quanto riguarda i danni causati al negozio di costruzione di insegne al piano terra, non erano nelle nostre intenzioni visto che l’obiettivo era solo la sede dell’Alba Dorata. Ma dobbiamo rendere noto che quelli che tollerano la co-operazione con i fascisti trasferiscono i problemi alla loro porta. Che chiedano pure un risarcimento a loro vigliacchi vicini neonazisti.

Abbiamo scelto di colpire gli uffici dell’Alba Dorata perché riteniamo che devi colpire i fascisti prima che loro colpiscano te. Non staremo con le braccia incrociate a guardare la schiusa del serpente. Rifiutiamo la passività delle denunce pubbliche e il ruolo della vittima eterna che ha paura di scontrarsi apertamente con i fascisti. Odiamo l’ipocrisia umanitaria e il perbenismo professionale dei politici e dei giornalisti che demonizzano l’Alba Dorata santificando la democrazia della demagogia. Ci fanno arrabbiare le invocazioni della legalità costituzionale e le ridicole suppliche per “mettere fuori legge l’Alba Dorata.”

La questione per noi non è che l’Alba Dorata sia messa fuori legge, ma fuori vita. Allora, Elias Kasidiaris, questo ragazzo affemminato con i mille tic nervosi [sic], capirà che quando afferma [come esponente del partito] che “l’Alba Dorata non si fermerà né con proiettili né con bombe” commette un grosso errore. Oltretutto i grandi paroloni non hanno mai aiutato nessuno.

Naturalmente oggi sappiamo che a parte di alcune decine di polpettoni rasati con il cervello di un radicchio, l’Alba Dorata possiede un apparato di partito organizzato (con sussidi governativi di milioni di euro) ed un ampio consenso popolare da una parte della società. Inoltre sappiamo che le migliaia dei suoi elettori non sono tutti neo-nazisti. Si tratta di un pittoresco mosaico di gente conservatrice, di fossili nostalgici della monarchia e della dittatura, ragazzini codardi che ammirano lo stile di vita militarista degli albadorati, democratici delusi abbagliati dal presunto atteggiamento forte e dal populismo della destra, neo-poveri la qui cui unica proprietà rimasta sono le loro fantasie nazionaliste, spaventati piccoli borghesi che hanno trasformato i loro impasse finanziari in odio verso gli stranieri ed altre decine di caricature sociali che sostituiscono la loro miseria e la viltà con il falso atteggiamento forte dell’Alba Dorata.

Questa moltitudine di elettori non sono neo-nazisti, ma questo non significa che sono innocenti. Sono solo la coda del serpente. Certamente non c’è un’immunità per loro, ma quello che viene primo per ora è la testa.

L’Alba Dorata utilizza spesso una retorica anti-sistemica per mantenere la sua coda. L’Alba Dorata anti-sistemica è l’Alba Dorata degli contributi statali, quella che ha come presidente un membro del ex Servizio Statale di Informazioni (KYP) –che era nel libro paga ufficiale dell’agenzia segreta greca per i suoi servizi–, quella degli infami che denunciano gli ex esponenti di spicco [caso Haris Kousoumvris [che ha pubblicato un libro sotto il titolo “Demolendo il mito dell’Alba Dorata”] e collaborano con la polizia (informazioni sul reclutamento di nuovi membri per mappare lo “spazio dell’estrema destra”). È anche noto che l’Alba Dorata al di là degli apparenti tafferugli che causa con i sbirri, mantiene ottimi rapporti di amicizia con la polizia, dalla quale deriva una larga fetta dei suoi elettori. Così con le spalle dei sbirri continua indisturbata alle sue azioni di pseudo-forza dando calci a cartoni vuoti di immigrati e accoltellando…

Nell’apparente antipoda i professionisti giullari della sinistra cercano di coprire col luccichio magico dell'”umanesimo” la questione degli immigrati. Ma l’immigrazione non è un’attenuante per nessuna azione di cannibalismo sociale. Non ci sono alibi per chi (sia “greco” o “immigrato”) stupra, né alcuna pietà per chi lega e tortura altre persone per rubarli pochi soldi, invece di andare a rapinare una banca. Così la retorica della difesa della sinistra e degli anarchici che viene espressa con vaghe generalizzazioni “di assoluzione” come “Siamo tutti immigrati” aumenta il conservatorismo e l’accelerazione sociale del fascismo.

L’etnia e la diversità in quanto tale non può essere un criterio di colpevolezza, non può essere una presunzione di innocenza. Ogni uomo è valutato dalle proprie scelte e azioni e non dalla sua razza o colore.

Oggigiorno i albadorati e i loro seguaci, trovano rifugio nella codardia del patriottismo. È il tempo della coesione di quelli che hanno paura. Il Fronte Antifascista – Federazione Anarchica Informale combatte contro il regime della paura. Lontano da piattaforme burocratiche passiamo dalla difesa all’attacco. Non aspettiamo niente e nessuno. Non ci sono scuse. Basta con la passività e il disfattismo. Attacchiamo i fascisti con ogni mezzo-con il legno, con i coltelli, con le cacciavita, col fuoco, con esplosioni, con pallottole.

Facciamo la cartografia degli albadorati e gli facciamo agguati, gli spacchiamo alle botte, bruciamo le loro motociclete e gli “ritiriamo” dalle loro false azioni di forza. Meglio di sdraiare alcuni di loro adesso, prima di credere di poter alzare la testa. Non c’è bisogno di qualche specializzazione militarista, serve solo coscienza, coraggio e determinazione… Non servono neanche amicizie pericolose e l’avventurismo di alleanze opportunistiche effimere “contro la minaccia del fascismo” che mostrano l’Alba Dorata come il rivale della democrazia, assolvendo parallelamente la dittatura parlamentare.

Il fascismo più pericoloso non sono i caratteristici rasati bomboloni dell’Alba Dorata, ma il fascismo che non sia visibile. Il fascismo che si nasconde dietro le gentilezze di velluto del totalitarismo democratico. Il fascismo legale dei padroni, delle multinazionali, dei tribunali, del carcere, dell’esercito, della polizia, della conoscenza sterile della scuola, della chiesa, della legge, delle pubblicità, del controllo di tutti i giorni, della noia e della solitudine che regnano nei moderni campi di concentramento della metropoli. Tutti questi tiranni della nostra vita quanto più si nascondano dietro un muro di uniformi e armi da fuoco saranno sempre nel mirino del Fronte Antifascista-Federazione Anarchica Informale.

L’attacco all’Alba Dorata costituisce parallelamente (anche se prematuramente, prima delle date annunciate) un saluto ed una partecipazione attiva all’appello fatto dalla Frazione Anti-civilizazzionista del Fronte di Liberazione della Terra (FAI) in Messico attraverso il doppio attentato effettuato, invitando ad una Settimana Internazionale di Azione Diretta per il nostro fratello anarchico Mario Lopez che sia imprigionato lì.

Saluti ribelli a tutti i nostri fratelli che fanno la Federazione Anarchica Informale, realtà…

Che possa la nostra rivolta per la libertà di infuocare i nostri cuori.

PENSARE RIVOLUZIONARIAMENTE – AGIRE OFFENSIVAMENTE

Fronte Antifascista – Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI – IRF)

PS: Inviamo, inoltre, i nostri saluti cospirativi a tutti loro che da Veria fino a Patrasso e Creta e da Agrinio fino a Xanthi, attaccando i fascisti. Ogni picchiata ad un albadorato ed ogni distruzione dei loro uffici è parte del fronte antifascista. Il fascismo si distrugge con i fatti e non con le parole…

fonte: in greco, in inglese

[Germania / E in tutto il mondo] Raduni di rumore fuori dalle prigioni a Capodanno

Un manifesto anti-prigione è stato incollato in molte città tedesche, che recita:

Capodanno davanti alle carceri!
Ovunque, dai centri di espulsione fino agli istituti penali!

I raduni di rumore di fronte carceri durante il Capodanno sono una tradizione in corso in vari punti di questo mondo per ricordare coloro che sono tenuti prigionieri da parte dello Stato, un modo per esprimere la solidarietà con le persone imprigionate.

Sia che i nostri raduni avvengono al di fuori delle carceri o i centri di espulsione, dove i prigionieri devono affrontare la deportazione perché hanno documenti falsi o sono privi, vogliamo riunirsi con loro e di rompere la solitudine e l’isolamento.

Il sistema carcerario non è riformabile, perché è sbagliato dalle sue fondamenta, qui e in tutto il mondo. Non forma persone migliori o contribuisce alla risoluzione dei conflitti sociali. La coesistenza prevalente, basata sul pensiero competitivo e sulla ingiustizia, rinchiude le persone o li deporta, da un lato per sbarazzarsi di tutto ciò che ritiene problematico, e dall’altro per intimidire e fare un esempio a coloro che sono alla disperata ricerca di libertà.

Se le persone sono in carcere perché hanno probabilmente rubato o distrutto alcune proprietà, o anche perché hanno oltrepassato le regole, o sono seduti in carcere perché hanno abbandonato il proprio paese d’origine a causa della mancanza di prospettiva o nella paura di essere perseguitati penalmente – tutto questo resti in un solo e medesimo fatto: l’esistenza di norme prevalenti che determinano ciò che è sbagliato e ciò che è giusto, ciò che deve essere protetto e ciò che deve essere penalizzato. Leggi e le regole che sono decise da pochi, tutti gli altri a loro volta devono soggiogare ad esse. Dobbiamo rompere questa logica della penalizzazione e del conseguente confinamento. Ecco perché, per noi, l’abolizione di ogni istituzione coercitiva è possibile solo all’interno di un processo che deve rovesciare l’esistente attuale nella sua interezza, al fine di consentire un mondo senza sfruttamento e oppressione.

Indipendentemente da dove ci si trova, incontratevi tra di voi la notte di Capodanno di fronte alle carceri, fate rumore e scendete in piazza per esprimere l’idea di un mondo libero dal dominio e dal coercizione. Vogliamo utilizzare la nostra solidarietà e l’aiuto reciproco per abbattere tutti questi muri mattone per mattone.

Vogliamo un mondo senza muri e confini.
Combatteremo insieme: FINCHÈ TUTTI SONO LIBERI!

individui e gruppi autonomi anarchici

Atene: Assalto violento della polizia il 6 Dicembre

Il 9 Dicembre, è stato segnalato un altro tentato omicidio da parte dei poliziotti nel centro di Atene:

Giovedì, 6 Dicembre 2012, poco prima della manifestazione commemorativa serale per l’uccisione di Alexis Grigoropoulos, un assalto della polizia estremamente violento ha avuto luogo presso Propilea, in Via Panepistimiou.

Verso le 19.00, durante il raduno di protesta, in primo luogo i poliziotti della unità della polizia motorizzata DELTA e poi gli squadroni antisommossa hanno attaccato la folla ed hanno iniziato a molestare ogni persona sulla quale potevano mettere le mani su. Molta gente ha cercato di evitare di essere picchiata. Il risultato è stato che i blocchi dei manifestanti sono stati dispersi per alcuni momenti. Un manifestante che non sia riuscito a scappare è stato messo alle strette dai sbirri, che lo hanno gettato per terra e picchiato senza sosta, con calci nello stomaco e alle costole. Ha evitato l’arresto quando si è alzato e se ne è andato, ma gli assassini in divisa avevano già rubato la sua borsa, che conteneva anche la sua carta d’identità.

Dopo circa tre ore, i suoi amici lo hanno spinto ad andare in un ospedale di turno, perché si sentiva ancora un dolore addominale insopportabile. I medici hanno detto che l’uomo aveva alcune costole rotte, ma soffriva anche di emorragia interna, per cui era a rischio di perdere la sua vita ed è stato portato immediatamente alla chirurgia. Quando i suoi compagni sono andati in ospedale, l’hanno trovato in una condizione relativamente stabile dopo l’operazione. Tuttavia, a causa della violenza della polizia, il manifestante ferito è stato costretto a subire la rimozione della milza.

Austria e Germania: Azioni in memoria di Alexandros Grigoropoulos

Lipsia

A Lipsia, una stazione della polizia è stata attaccata con pietre e vernici. Il comunicato è il seguente:

“Durante la notte dalle 6/12/ al 7/12/2012 abbiamo attaccato con vernici e pietre i sbirri della stazione che si trova a Via Weissenfelser nel quartiere di Plagwitz, a Lipsia. In tal modo vogliamo ricordare Alexandros Grigoropoulos, ucciso dalla polizia il 6/12/2008 ad Exarchia, Atene.

Vogliamo dimostrare che ci sono persone a Lipsia che non dimenticheranno alcun omicidio della polizia, né tutte le vittime della repressione da parte dello Stato.

Libertad (A)”

Gli Antifa Mainz hanno srotolato il loro striscione ed hanno tenuto un picchetto in memoria di Alexandros di fronte alla vecchia università locale, mentre volantini sono stati distribuiti ai passanti per le strade dello shopping della città di Magonza (Mainz), suscitando un certo interesse e discussioni spontanee.

Lo stesso giorno i compagni hanno effettuato un’altra azione a Magonza, con uno striscione alzato per commemorare l’omicidio di Stato ad Exarchia. Sul comunicato dei compagni si legge tra l’atro: “Oggi, quattro anni dopo l’inizio della rivolta, manifestazioni, rivolte e occupazioni si sono svolte ancora una volta, in ricordo della morte di Alexis. Anche qui, in Germania. Anche a Magonza. Sentiamo la stessa rabbia contro il sistema, come i nostri compagni in Grecia, Spagna, Italia… e i nostri pensieri e azioni si uniscono con loro. Con questa azione facciamo un piccolo contributo di solidarietà mondiale per la lotta delle rivolte sociali.

Amburgo

Ad Amburgo anche, uno striscione di solidarietà è stato sollevato: “Alexis; questo è stato un omicidio – Resistenza in ogni luogo”.

Compagni di Vienna, Austria, hanno messo uno striscione nell’occupazione Pizzeria Anarchia, al fine di inviare il proprio messaggio:

Per ricordare cosa significa rivolta.

riassunto in greco

Londra: Azione in solidarietà con i compagni perseguitati per il caso Lotta Rivoluzionaria

Sabato pomeriggio del 01/12/2012, vari compagni anarchici da vari sparsi punti della metropoli grigia si sono incontrati a sud di Londra per inviare un messaggio di solidarietà ai perseguitati e perseguitate per il caso di Lotta Rivoluzionaria ad Atene

Un striscione gigante che scrive “SOLIDARIETÀ PER IL CASO LOTTA RIVOLUZIONARIA” è stato appeso fuori dall’ottavo piano del London College of Communication (LCC). Inoltre hanno distribuito molti volantini alla gente, contenenti le parole dei tre membri della Lotta Rivoluzionaria -un segnale di solidarietà alle persone che stano sotto processo alla corte del terrore di Korydallos- e pensieri contro il terrorismo di stato in Grecia e in tutto il mondo.

Segue uno dei testi distribuiti dai compagni:

LA SOLIDARIETÀ È LA NOSTRA ARMA

“[…] Che cosa significa esprimere la solidarietà rivoluzionaria? Fondamentalmente la risposta non è così difficile.

La solidarietà si trova nell’azione. Azione che affonda le sue radici nel proprio progetto che viene portato avanti anche con coerenza e con orgoglio, soprattutto nei momenti in cui potrebbe essere pericoloso anche di esprimere le proprie idee pubblicamente. Un progetto che esprime solidarietà con gioia nel gioco della vita che prima di tutto rende noi stessi liberi, distrugge l’alienazione, lo sfruttamento, la povertà mentale, aprendo spazi infiniti dedicati alla sperimentazione e alla continua attività della propria mente in un progetto finalizzato alla realizzazione di sé nell’insurrezione.

Un progetto che non è specificamente legato alla repressione che ha colpito i nostri compagni, ma che continua ad evolversi e far crescere le tensioni sociali, fino al punto di farle esplodere così forte che le mura della prigione cadranno da sole.

Un progetto che è un punto di riferimento e di stimolo per i compagni imprigionati, i quali a loro volta sono il punto di riferimento per questo. La solidarietà rivoluzionaria è il segreto che distrugge tutti le mura, esprimendo amore e rabbia al tempo stesso della propria insurrezione nella lotta contro il Capitale e lo Stato.”
Daniela Carmignani

È tempo di organizzarci, per attaccare e liberarci!

LA LOTTA E UNICA: CONTRO IL NEMICO COMUNE!

Toluca, Messico: Doppio attacco esplosivo contro una filiale della banca Banorte ed un ufficio di pagamento delle bollette della società di telecomunicazioni Telmex

“Siamo tutti Cospirazione delle Cellule di Fuoco. la CCF non è un’organizzazione o semplicemente un gruppo. Al contrario, è l’espressione antagonista della rabbia e il disprezzo nei confronti del potere e delle sue strutture. Per afferrare* ciò che è la CCF in realtà, tutto ciò che serve è la benzina, i fiammiferi e la voglia di lottare per la liberazione totale.”
CCF-Mexico/FAI

Nel profumo della terra bagnata abbiamo trovato i processi inesauribili di resistenza che germinano il fiore selvatico dell’anarchia. Nel calore delle altre specie abbiamo scoperto il valore irriducibile di ogni individuo che nega l’ordine istituito e si stacca dalla paura e dall’immobilità. Nell’informalità abbiamo trovato il piacere della rivolta individuale che è in grado di trasformarsi in una piaga di spontaneità.

Rivendichiamo di essere violenti, rabbiosi, selvaggi, asessuati; siamo Cospirazione delle Cellule di Fuoco dando la guerra sociale, arrabbiati espropriatori dell’individualità. Assumiamo la responsabilità per i due ordigni esplosivi che sono stati esplosi all’alba del 29 Novembre 2012 nella città messicana di Toluca, il primo in una filiale della banca “Banorte” e ​​il secondo in un ufficio di pagamento delle bollette di “Telmex”.

Senza molto di più da scrivere, lasciamo che siano le azioni stesse il lubrificante della solidarietà; facciamo appello così per una settimana internazionale di azione diretta in solidarietà con il sempre inflessibile Mario Antonio López “Tripa” dal 15 al 22 Dicembre; che la solidarietà tra gli acratisti possa essere espressa in un modo polimorfico.

Per un Natale Nero!
Per la distruzione della società della prigione!

Frazione Anti-civilizazzionista del Fronte di Liberazione della Terra
Affine alla Federazione Anarchica Informale
FA / FLT / FAI

fonte

* La FA / FLT / FAI ha scritto “entendre” (capire, afferrare) invece di “extender” (estendere, spredere) che compare nelle versioni note della stessa citazione.

Atene: Manifestazione anarchica-antispecista è stata ferocemente attaccata dalla polizia

Sabato, 8 Dicembre alle 12:00, anarchici e anti-specisti hanno effettuato un raduno a Piazza Syntagma contro l’industria della pelliccia e la macchina dello sfruttamento degli animali. Alle 13.30 hanno iniziato un corteo di protesta al centro della città.

Un blocco di manifestanti relativamente piccolo, con circa 150 partecipanti, hanno scandito con intensità slogan camminando sulla via Mitropoleos. Di seguito hanno continuato verso la Via Pandrosou, nella zona turistica di Plaka. I compagni hanno effettuato azioni dirette, con graffiti e stencil sui muri, e gettando colori sulle vetrine dei negozi di commercio di pellicce che si trovano nella zona.

La manifestazione è stata ferocemente attaccata quando i compagni hanno cercato di tornare a Monastiraki, in mezzo ad una folla consumistica e indifferente. Quando si avvicinarono a Via Aiolou, le forze repressive hanno bloccato in anticipo l’accesso a Via Ermou, che è il principale centro della zona dello shopping. In particolare, i poliziotti hanno disperso il blocco degli anti-specisti con un uso eccessivo di lacrimogeni, granate stordenti e violenza fisica.

I fascisti in divisa hanno inseguito la gente per le strade circostanti. Diversi manifestanti sono stati aggrediti selvaggiamente dalla polizia. Nessuna detenzione è stata segnalata, tuttavia alcuni compagni sono stati picchiati così pesantemente che sono stati ricoverati in ospedale, mentre almeno tre manifestanti hanno subito lesioni alla testa.

Lo Stato / Capitale non mostra pietà, né sulle persone, né sugli animali, ed ancora una volta i suoi mercenari hanno protetto gli interessi degli sfruttatori.

Scuoianno tutti noi, ogni essere vivente, per riscaldare le tasche dei nostri assassini.
Siamo in guerra su tutti i fronti.

Carceri di Koridallos: Testo in solidarietà con Savvas Xiros

7 Dicembre 2012

Il 18 Dicembre 2012 la Corte di Pireo esaminerà il ricorso / mozione che è stato presentato da Savvas Xiros, che chiede di nuovo il suo rilascio dal carcere per motivi di salute e di ospedalizzazione domiciliare.

Le sue condizioni di salute presentano sintomi multi-fattoriali, dai suoi occhi (praticamente è cieco), le orecchie (è quasi sordo), il sistema circolatorio (soffre dal gonfiore delle gambe causato da insufficienza venosa), il sistema nervoso (soffre di vertigini, instabilità, incidente vascolare cerebrale, è all’inizio della sclerosi multipla), e l’amputazione della mano destra.

In altre parole, abbiamo a che fare praticamente con un uomo al limite della sopravvivenza. Dopo vari rifiuti da parte dei consigli dell’amministrazione penitenziaria, Savvas ha ricevuto un ordine positivo dal giudice che gli ha permesso di essere ammesso all’ospedale di AHEPA a Salonicco, nell’estate del 2012, e di essere ricoverato in ospedale per cinque mesi (inutile dire che era costantemente sorvegliato). L’unità antiterrorismo è intervenuta nel procedimento ed ha interrotto il trattamento entro nove giorni. Savvas è stato quindi nuovamente trasferito nel pollaio che viene chiamato ospedale per detenuti di Koridallos. Anche in questo caso -come accade sempre con i guerriglieri che vengono catturati feriti- il personale medico e infermieristico ha lasciato il campo libero per le forze della polizia; infatti, il personale ha apertamente collaborato con i sbirri che hanno imposto i loro propri termini sull’ospedalizzazione.

Questo approccio repressivo è in accordo con l’isolamento fisico e politico in corso che le autorità hanno messo in vigore dopo i arresti del 2002 nel caso dell’organizzazione rivoluzionaria 17 Novembre (17N).

Soprattutto per quanto riguarda Savvas il potere sta facendo un ulteriore passo in avanti, puntando al suo sterminio fisico. Le autorità attendono il momento in cui il suo stato di salute sarà diventato irreversibile (che è già avvenuto nella maggior parte degli aspetti) per liberarlo dalla prigione; e anche allora lo avrebbero liberato solo per evitare che la politica annichilente del sistema carcerario sia collegata alla sua morte.

Questa non è una novità per Stato Greco in particolare, visto che la morte lenta di guerriglieri/combattenti pesantemente feriti o gravemente malati è una linea di azione internazionale del totalitarismo democratico-ad esempio Joëlle Aubron in Francia (membro di Action directe; nata nel 1959, morta nel 2006, due anni dopo che le è stata finalmente concessa la scarcerazione per motivi di salute).

La situazione di Savvas non riguarda solo la sua persona. Ricorda ed avverte parallelamente di ciò che il destino riserverà a coloro che scelgierano di rispondere con la violenza alla violenza del regime.

Per questo motivo, consideriamo il caso di Savvas, deve essere reclamato non in qualche modo umanitario, ma in termini di solidarietà rivoluzionaria.

Dobbiamo reclamare la sua liberazione dal carcere, come un combattente e guerrigliero ferito, e non dobbiamo lasciare spazio all’oblio.

Non dimentichiamo la lotta; non stiamo solo a guardare i suoi ostaggi cadere nell’oblio.

Prigionieri anarchici di guerra:
Alexandros Mitroussias
Giorgos Karagiannidis
Kostas Sakkas
Babis Tsilianidis
Dimitris Dimtsiadis
Sokratis Tzifkas

PS. Questo testo è stato strutturato attraverso processi collettivi della scorsa settimana, ed è stato dato per la pubblicazione, mentre i ultimi due compagni erano ancora in prigione.

fonte

Grecia: Duri Scontri nella città di Agrinio in ricordo di Alexis Grigoropoulos (1993-2008)

Ad Agrinio, circa 350 studenti delle scuole hanno organizzato una manifestazione commemorativa per Alexandros Grigoropoulos, che è stato assassinato dalla polizia il 6 Dicembre 2008.

Quando il corteo contro la repressione ha raggiunto il municipio, i giovani hanno preso d’assalto la squadra motorizzata della polizia DIAS che sorvegliava l’edificio. Bombe incendiarie e pietre sono state lanciate contro le fece terrorizzate della polizia, che si sono nascosti dietro un chiosco.

Poco dopo, gli studenti hanno combattuto con i poliziotti del gruppo OPKE della prevenzione della criminalità e repressione nella zona di Syntrivani (Fontana). Scontri testa a testa sono scoppiati tra i manifestanti e gli squadroni dell’anti-sommossa in Piazza Dimadi, dove la polizia ha tentato di circondare la zona.

La gente del posto stava imprecando verso i poliziotti, che non hanno esitato a sparare lacrimogeni su diversi negozi commerciali e al mercato della città. È da notare che un ufficiale di polizia ha tirato fuori la pistola contro gli studenti, con alcuni passanti intorno a lui che gli fischiavano contro.

Due reporter-spie hanno cercato di avvicinarsi alla manifestazione ed effettuare riprese video a distanza ravvicinata, ma sono stati picchiati dai manifestanti in loco. Inoltre, il veicolo del sindaco è stato attaccato.

Non c’è stato alcun arresto o di detenzione in Agrinio finora. Tuttavia, durante le mobilitazioni del mattino in altre città greche, i poliziotti hanno riferito molti manifestanti arrestati.

La maggior parte delle persone in tutta la Grecia è scesa per le strade la sera per commemorare la morte del 15enne Alexandros.

Seguiranno aggiornamenti.

Italia, Palermo : Presidio di solidarietà con Maddalena Calore al carcere di Palermo

Presidio di solidarietà per Madda e contro il carcere.


PRESIDIO PALERMO, SABATO 8 DICEMBRE, PIAZZA VERDI DALLE ORE 16



MADDA LIBERA! TUTTI LIBERI!

SOLIDARIETÀ A TUTTI I COMPAGNI SEQUESTRATI DALLO STATO!

SOLIDARIETÀ A TUTTI I RIBELLI COLPITI DALLA REPRESSIONE!

L’indirizzo di Madda:


Maddalena Calore


Casa circondariale di PALERMO – Pagliarelli


Piazza Pietro Cerulli, 1

90129 –
PALERMO

per maggiori informazioni sulle condizioni di Madda nel carcere di palermo vedi qui

Atene: Aggiornamento sugli imprigionati anarchici Tsilianidis, Tzifkas, Dimtsiadis e Fessas, noti come “i 4 di Vyronas”

Il 5 Dicembre era l’ultimo giorno del processo contro i quattro anarchici in custodia cautelare Babis Tsilianidis, Sokratis Tzifkas, Dimitris Dimtsiadis e Dimitris Fessas per il caso degli arresti nei distretti di Atene Tavros e Vyronas nel Gennaio 2011.

Le accuse di partecipazione ad un’organizzazione terroristica anonima e la fornitura di armi da fuoco verso gruppi terroristici sono state ritirate, e i compagni invece sono stati condannati per “cospirazione” e “possesso non autorizzato di armi da fuoco”.

La corte ha accettato la proposta del pubblico ministero, senza riconoscere circostanze attenuanti, ed ha condannato i quattro anarchici a 4 anni di reclusione, mentre il loro ricorso ha effetto sospensivo. Inoltre, hanno ricevuto una multa di €3.000 ciascuno per il possesso illegale di armi. Il giudice ha imposto condizioni restrittive a tutti i compagni (che dovranno firmare in una stazione di polizia locale due volte al mese, anche quando saranno liberi per le strade).

Da un lato, ci si aspetta dai compagni Sokratis Tzifkas, Dimitris Dimtsiadis e Dimitris Fessas di presentare una richiesta d’appello presto, in modo di ottenere il rilascio dalla prigione.

D’altra parte, il compagno Babis Tsilianidis rimarrà in custodia cautelare nel carcere di Koridallos in attesa di processo, perché è ancora accusato per una rapina a mano armata che si è svolta presso il dipartimento della contabilità dell’ospedale AHEPA a Salonicco nel Luglio 2010. Dopo tre rinvii consecutivi, il suo processo è previsto per il 22 Gennaio 2013, alle 09:00 ai tribunali di Salonicco.

La lotta contro l’esistente continua.
Rabbia e coscienza.

Grecia: “Non dire che siamo pochi; basta dire che siamo determinati”, dall’O.R. CCF e Theofilos Mavropoulos

Contributo dei nove membri detenuti dell’O.R. CCF e il prigioniero anarchico Theofilos Mavropoulos ad una riunione anarchica internazionale convocata in merito alla prospettiva insurrezionale (Zurigo, 10-13 Novembre 2012)

“Non dire che siamo pochi… Basta dire che siamo determinati…”

La questione non è se siamo più o meno poveri, ma che viviamo in un modo che non ci contiene. Non vogliamo ripetere cose che sono già state dette.

Abbiamo bandito dalla nostra mente l’idea di una autorità centrale, e non crediamo nelle leggende del fantasma del proletariato. Non abbiamo contro di noi uno Stato isolato che dai suoi palazzi del potere dà i comandi, né una società che è in attesa di essere risvegliata per la rivolta. Oggi la società è un diffuso impianto sociale di comportamenti, di valori, di morale, d’etica.

Funziona come una macchina sociale di morte che divora il tempo, lo spazio, le emozioni e le coscienze. Il centro dello Stato e il cuore del sistema sono sparsi in milioni di piccole e grandi rappresentazioni del potere all’interno della nostra quotidianità. Sono situati nella lingua che parliamo, nelle immagini delle pubblicità, nell’architettura delle città, nella realtà virtuale della tecnologia, nella cultura centrata all’uomo, nelle armi dei sbirri, nei simboli nazionali dei fascisti, nelle serrature della proprietà, negli ideali con cui ci innamoriamo, nelle mura delle carceri.

Non ci sono innocenti. Facciamo tutti parte della macchina sociale del potere. La questione è se siamo l’olio o la sabbia nei suoi ingranaggi. Pertanto rifiutiamo l’idea dell’apparente innocenza della società. Il silenzio non è mai innocente. Odiamo sia la mano che impugna la frusta, sia la spala che passivamente la subisca.

Oggi la macchina sociale si trasforma. La crisi economica che si sta diffondendo sulle società privilegiate occidentali e crea la necessità di trasformare la gestione del potere. Un nuovo Stato esercito-poliziesco, in collaborazione con la dittatura della tecnologia, protegge ormai il Potere. Nuove forze di sicurezza della polizia, campi di concentrazione per immigrati, la ricomparsa dell’esercito nelle strade, lo sviluppo dei sistemi di sicurezza, banche di dati DNA, esperimenti di controllo genetico minano sempre di più i domini della nostra vita.

Parallelamente la massa sociale passa dall’epoca della frenesia consumistica al periodo della deposizione delle promesse economiche e la prolungata agonia. Continue reading Grecia: “Non dire che siamo pochi; basta dire che siamo determinati”, dall’O.R. CCF e Theofilos Mavropoulos