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Atene: Striscione solidale con i/le 5 compagnx arrestatx a Barna il 13 novembre

Lunedì, 18 Novembre, alcunx membri di Contra Info hanno appeso uno striscione nella piazza Exarchia (Atene), in solidarietà con i/le cinque compagnx arrestatx il 13 Novembre a Barcellona, accusati con la legge antiterrorista per le azioni dirette rivendicate dal Comando Insurrezionale Mateo Morral.

I/le compagnx, dopo che sono statx spostatx da Barcellona a Madrid, hanno trascorso quattro giorni in isolamento, finché finalmente sono passatx a disposizione giudiziale il 17 Novembre. Dopodiché Rocío Yune, X.X. e Gerardo Formoso sono uscitx in libertà con carichi giudiziali e il ritiro dei passaporti, mentre si è dichiarata la custodia cautelare senza cauzione a Mónica Caballero e Francisco Solar.

Lo striscione recita: “Libertà per x 5 compagnx arrestatx il 13/11 a Barcellona. Solidarietà e azione oltre ogni frontiera”.

Dalla nostra trincea controinformativa, inviamo tutta la nostra forza ai/le 5 compagnx perseguitatx e facciamo un appello perché si moltiplichino i gesti di solidarietà di fatto. Davanti alla repressione poliziesca, interstatale e dei media, non siamo dispostx a fare nessun passo indietro.

Fuoco alle carceri ! Fuoco alle frontiere !

Grecia: Lettera dei compagni prigionieri per il caso di Nea Filadelfia

windowPensiamo sia necessario divulgare alcune informazioni riguardo alla nostra sorveglianza e al conseguente arresto fatto dagli agenti dell’antiterrorismo il 30/4/13 a Nea Filadelfia. La maggioranza delle notizie sono “ufficiali” e prese dalle accuse a nostro carico. Tramite ciò siamo giunti ad alcune conclusioni in merito alla conoscenza degli agenti dei nostri “movimenti” e sui metodi di sorveglianza diretta. Aggiungiamo anche alcune parole sulle conoscenze degli agenti che abbiamo “scoperto”, ma anche sulle loro tattiche. Il ritardo è dovuto all’esitazione e alla valutazione sul pubblicare queste informazioni col rischio di aiutare il futuro lavoro della polizia. L’abbiamo valutato e abbiamo deciso che è più importante, anche se con ritardo di qualche mese, condividere queste informazioni perché è più coscienziosamente “corretto” per noi che i compagni interessati sappiano un minimo come si muove la polizia, piuttosto che restarne ignoranti.

Per molti queste cose suoneranno ovvie, ma siamo convinti che non sarà cosi per tutti. Ovviamente non possiamo fare controproposte qui, solo avvertimenti. In nessun modo vogliamo spaventare qualcuno con l’ampiezza di informazioni e la dinamica del nemico, ma dire a chi sta “cercando” ciò di cui bisogna essere a conoscenza in strada per soddisfare i propri desideri d’attacco. L’”ombra” che molte volte copre i metodi e i movimenti dell’antiterrorismo porta la gente a sopravvalutarlo, quando è vero che oltre certe cose che vengono divulgate, molte altre restano nell’oscurità. Gli agenti stessi quasi mai rivelano i loro metodi. Dall’altro lato, sebbene abbiamo preso delle contromisure, un rischio a livello individuale o collettivo rimarrà sempre in un campo soggettivo. Non importa quanti errori si fanno e continueranno ad essere fatti nella battaglia contro i forti meccanismi d’oppressione. Gli errori che sempre “costeranno” di più vanno comparati agli errori degli agenti che sono “assorbiti”. Le situazioni devono essere valutare di nuovo e gli errori già successi, semplicemente, non dovrebbero ripresentarsi. L’esperienza accumulata in tanti anni va studiata e capita e visto che c’è la tendenza a prepararsi per le battaglie già avvenute e non per quelle che verranno, bisogna essere preparati e molto fortunati…

Per iniziare, diciamo che la nostra sorveglianza è iniziata alle 11:20 con la localizzazione di Grigoris (Sarafoudis) e finita alle ore 16:00 con il nostro arresto a Nea Filadelfia. Abbiamo motivo di credere che la nostra sorveglianza è iniziata in un momento specifico. Poco prima che il nostro compagno entrasse nell’internet cafe Palladium al 48 di Solomou street al confine del quartiere di Exarchia col centro di Atene. Crediamo che tale bar fosse/è sotto sorveglianza, dato che abbiamo saputo che altri compagni in passato sono stati pedinati da agenti in borghese all’uscita dal posto. Un altro motivo che più o meno definisce l’inizio è il fatto che nella prima mattinata il compagno ha fatto un “controllo” per assicurarsi di non essere seguito. Un controllo usuale che facevamo molto spesso e sempre prima di incontrare compagni ricercati o sconosciuti alla polizia, al fine di essere “puliti”. In altre parole, pensiamo che il “brutto momento” sia arrivato quando una persona “pulita” è entrata in un posto “sporco” e dato che era conosciuta dall’antiterrorismo a causa di passate sorveglianze, è stata riconosciuta e sottoposta a sorveglianza discreta. L’incontro di qualche ora dopo con i due compagni ricercati Argiris (Dalios) e Fivos (Harisis) è suonato come un allarme all’antiterrorismo e ha causato un immediato ordine d’arresto. Gli agenti come sempre, al fine di giustificare la sorveglianza, hanno detto nell’accusa che una “chiamata anonima” a loro fatta aveva rivelato che Grigoris ed un altro compagno avevano preso parte alla rapina a Velvedo e spesso transitavano nel quartiere di Exarchia. Cosi, hanno anche cercato di sviare sulla cooperazione dell’internet cafe al fine di non renderlo un obiettivo, infatti hanno scritto di aver trovato Grigoris per caso all’incrocio tra Patision e Solomou, 30 metri più in giù della strada! Sebbene sappiamo che questa storia ridicola della chiamata anonima non è vera, non escludiamo che Grigoris, per qualche motivo, poteva essere già stato tra i sospettati e poi diventato obiettivo dell’antiterrorismo. La storia, più o meno, dopo la visita di Grigoris all’internet cafe “sporco”, continua quando poco dopo in un’altra parte della città incontra il compagno Giannis (Naxakis), che aveva già fatto un “controllo”. I due compagni hanno poi frequentato zone diverse, per rivedersi dopo a Nea Fildelfia al punto di incontro con altri compagni, li la storia finisce poco dopo con l’arrivo dell’antiterrorismo. Durante quelle poche ore, i compagni sotto sorveglianza hanno fatto alcune mosse che da un punto di vista legale potrebbero essere indifferenti, ma comunque, sono riusciti a “nascondere” alcune caratteristiche cospirative di come ci muoviamo.

Dunque:

1)   Dopo circa quattro ore di sorveglianza ci hanno visti andare in quattro diversi internet cafe. Il primo è stato il “Paladium” dove è andato Grigoris. Poi il Patision 382 vicino la stazione ferroviaria di Ano Patissia, vicino al negozio “Everest” dove Grigoris e Giannis si sono incontrati. I due poi sono andati al “Gnet” a Marousi (Tsaldari e Aristidou street), mentre l’ultimo è stato il “Bits&Bites” a Nea Filadelfia (Dekelias 138) dove hanno incontrato Argiris e Fivos. Con questi fatti gli agenti hanno creduto che usavamo internet per comunicare tra di noi. Hanno saputo che “scaricavamo” e usavamo Tor (un testo esaustivo verrà diffuso riguardo al funzionamento e alla sicurezza di Tor) un programma per far perdere le tracce dell’indirizzo IP, in modo da navigare più “sicuri”, visto che l’indirizzo IP (che svela la provenienza geografica dell’utente) appare come se fosse localizzato in un’altra parte del mondo. Anche con ciò, gli hacker della polizia greca non hanno l’abilità di “decriptare” la nostra navigazione su Tor perché non è una questione di decifrare ma di vagliare un grande insieme di indirizzi IP. E trovarlo è veramente dispendioso a livello di tempo ed è una procedura complessa che nel nostro caso va fatta a ritroso. Generalmente, con Tor ci siamo sentiti sicuri fino a quando recentemente (il 6 Agosto) gli hacker del FBI hanno “craccato” per la prima volta molte pagine Tor, riuscendo a tracciare ed arrestare una vasta rete di pedofili, fatto che ha creato timori riguardo alla sicurezza. Un errore che abbiamo sicuramente fatto è aver “scaricato” Tor sul pc dell’internet cafe dove eravamo, piuttosto che averlo in una chiavette usb, cosa che può essere vista dal pc centrale del negozio, che teoricamente può avvisare subito i poliziotti, tramite un programma, se c’è un accordo apposito. Riguardo agli internet cafe, ci sono arrivate brutte notizie dato che della gente è stata pedinata da agenti in borghese dopo aver lasciato diversi internet cafe ad Atene (Exarchia, Monastiraki, Neos Kosmos, Kallithea) cosa che ci fa pensare che molti negozi ad Atene sono sotto sorveglianza. Non dimentichiamo che le abilità degli agenti sono sufficienti se consideriamo che solo il DAEEB (antiterrorismo) ha 600 impiegati, come è stato detto da loro stessi durante un processo.

2)   Ci hanno visto al parco Sygrou a Kifissia. Due di noi (Grigoris-Giannis) prima di andare verso Nea Filadelfia hanno fatto sosta al parco, andando verso il campo da calcio, per poi sedersi su una panchina vicino al campo e parlare a lungo.

Da notare che in tutte queste ore siamo stati seguiti, sebbene effettuavamo controlli e teoricamente credevamo di essere puliti, guardandoci le spalle, per abitudine, non abbiamo notato nulla di preoccupante mentre ci muovevamo con diversi mezzi (treno,bus,taxi).

Altre cose che abbiamo imparato e capito dal giorno dell’arresto in merito all’agire della polizia.

Ci hanno veramente sorpreso quando a 80 metri dalla strada del bar a Nea Filadelfia mentre due di noi (Grigoris-Giannis) camminavano, gli agenti del DIAS ci hanno fatto segno per un controllo. Se qualcosa era da aspettarsela di certo non era la presenza del DIAS in un incrocio centrale del quartiere, ma un altro tipo di “assalto”. Dopo il segnale, e dopo essersi avvicinati a piedi, abbiamo visto, qualche secondo dopo, l’arrivo di molti altri agenti che ci circondavano fino a metterci in trappola, qualcosa che ci ha fatto capire che se anche fossimo stati armati avremmo avuto veramente poche possibilità di fuggire. Dall’altro lato, come si sa già, nel bar dove è avvenuta l’operazione qualche minuto dopo, la loro tattica di usare la DIAS come esca non ha dato risultati visto che una persona è fuggita.

Inoltre, qualcosa di cui non eravamo certi, che ora sappiamo, è l’abilità degli agenti di qualsiasi caserma nel paese di confrontare subito i dati di una carta di identità falsa con quelli del vero possessore tramite la fotografia. Giannis, che inizialmente è stato portato alla caserma di Nea Filadelfia, è riuscito a vedere gli agenti digitare i dati del documento falso nel computer e vedere la foto del vero possessore apparire sullo schermo.

E’ importante sottolineare le differenze di base delle tattiche dell’antiterrorismo nel caso dei nostri arresti, a confronto di passate operazioni a danno dei gruppi armati (CCF, LR, gli arresti a Pireo, Nea Smirni, Vironas-Tavros). In tutti questi casi passati la tattica è stata: analizzare prima il profilo e le interazioni dei compagni ricercati con quelli “legali”, poi mettere questi sotto sorveglianza per scovare gli illegali. Ovviamente, l’antiterrorismo non svolge indagini “in un solo senso”, né restano fermi ad uno schema, tramite l’esperienza degli ultimi tre anni abbiamo visto che nonostante differenze occasionali, il nucleo dell’indagine e del suo successo stanno in un modello “semplice”.

Nei precedenti casi, quando il DAEEB “ha scoperto” i compagni ricercati non ha cercato di arrestarli subito, al contrario li ha sorvegliati molti giorni mirando alla ricerca dei “covi” e delle armi dei compagni e in secondo luogo i loro contatti. Gli esempi sono evidenti: nel caso dei compagni arrestati a N. Smirni-Pireo, la sorveglianza, secondo i documenti ufficiali, è durata 17 giorni. Secondo le fonti, l’antiterrorismo ha osservato le abitazioni dei compagni a Salonicco e a Vironas – Tavros cosi come quelle a Volos dove vivano i membri della O.R. CCF… al contrario nel nostro caso l’antiterrorismo ha scelto di arrestarci subito e non di seguirci, per due motivi. Il primo e più importante è che nel passato diversi compagni (tra i quali alcuni di noi) sono sfuggiti ad operazioni dell’antiterrorismo grazie ai metodi di contro sorveglianza applicati. Gli agenti o li hanno persi, o al fine di non far scoprire l’intera operazione, li hanno lasciati andare. Il secondo motivo è che a causa dei moderni strumenti di oppressione (vedi DNA) gli agenti sono più sicuri che in passato e noi saremo imprigionati e condannati anche senza “covi”, “armi” ecc.

Alla fine la conclusione che traiamo è che il nemico si conforma velocemente alle condizioni ed evolve di continuo, ma molte volte il nemico stesso crea le condizioni nelle quali ha l’iniziativa delle azioni. Dal nostro lato non è sufficiente restare nei modi testati e vincenti del passato ma bisogna guardare sempre avanti, essere come dicono loro un passo avanti. Aspettandoci il peggio non possiamo che migliorare sempre. Attraverso questo testo, cerchiamo l’evoluzione dell’azione tramite la condivisione di questa esperienza. Crediamo che tali comunicazioni siano necessarie, anche se in questo modo (il contatto immediato tra interessati è impossibile e pericoloso) e generalmente è essenziale che gli accusati e i prigionieri diffondano tali notizie. Le cose che il nemico sa non dovrebbero essere un segreto nei nostri giri, visto che possono tornare utili. C’è ovviamente il caso in cui alcune informazioni restano segrete per via di una strategia, un piano, o un nuovo attacco a sorpresa ai danni del nemico.

I prigionieri per il caso di Nea Filadelfia:
Argyris Ntalios
Fivos Harisis
Giannis Naxakis
Grigoris Sarafoudis

dal inglese, originale in greco

Grecia: Lettera dei compagni accusati per la doppia rapina a Velventos-Kozani

Il 29 Novembre 2013 inizierà il processo per la doppia rapina a Velventos-Kozani. Si terrà nella sezione femminile del carcere di Koridallos (e non -come annunciato all’inizio- nel tribunale sulla via Loukareos). L’aula, sacro bordello della giustizia, è sempre stata lo spazio dove la classe dominante – l’autorità – ha dimostrato il suo dominio sugli “illegali” di questo stato.

Ecco perché la questione della solidarietà è un fastidio permanente, nel caso degli anarchici, e i poliziotti di ogni categoria, antisommossa, in borghese, antiterrorismo, si affrettano a riempire le aule nel tentativo di ostacolarne l’espressione. Comunque visto il fallimento di queste pratiche e con l’evidente interesse di rendere “sicuro” il trasferimento (dal carcere al tribunale) di un nutrito gruppo di anarchici, hanno risolto entrambi i problemi grazie alle aule speciali (due per ora) dentro la sezione femminile. E’ ovvio che il cambio di sede è il risultato di entrambi i motivi. Da un lato il minimo rischio a livello logistico e dall’altro la registrazione di tutti i solidali che vorranno entrare.

Per noi la sede non fa differenza, l’aula è un territorio ostile, che sia in prigione o nei giardini pensili di Babilonia. E se la tattica di registrare ostacola la presenza dei compagni in aula, niente e nessuno può fermare la forza che avremo dal sentire le voci e le urla che entreranno oltre le mura della prigione e i furgoni blindati. Un presidio fuori dal tribunale può rompere l’isolamento che vogliono realizzare.

Inoltre, per noi la solidarietà rivoluzionaria non si limita ad eventi di supporto in occasione delle udienze. La corte non è altro che lo spazio dove il nemico convalida la propria vittoria, è il meccanismo di assimilazione della violenza repressiva nell’ideologia democratica. Soprattutto nel nostro caso non ci sarà la solita “pressione” sui giudici per avere sentenze più favorevoli. Le decisioni sono predeterminate. E questo non ci interessa, dato che abbiamo una condotta ostile verso i giudici non perché ci prendono di mira, ma perché il loro lavoro è distruggere le persone sotto lo stabile dell’autorità statale.

La solidarietà è una relazione continua. Le sue forme di espressione sono varie e trovano concretezza nei momenti d’attacco al sistema e ovviamente un presidio può essere uno di questi momenti per chi vuole farlo, ma non è un presupposto o l’unico momento per la solidarietà. E soprattutto, la solidarietà con i rivoluzionari prigionieri non è una statistica dettata dal momento, è un bisogno, un’emozione, è la realizzazione di una comunità di lotta, con ogni mezzo scelto dai compagni per esprimere la propria solidarietà, sia con la presenza fuori dall’aula o con l’attacco alle rappresentazioni del dominio coinvolte nel nostro processo.

In chiusura, vogliamo chiarire che tutte le RELAZIONI TRA COMPAGNI che ci uniscono, la nostra comune visione della libertà, i sogni che condividiamo non saranno mai incrinati da qualsiasi tipo di divisione riguardo alla gestione del processo o dalle diverse accuse a nostro carico. Il fatto che alcuni di noi avranno gli avvocati ad esempio, mentre altri no, che alcuni rivendicheranno la partecipazione alla rapina ed altri no, non sono motivi per dividere la comunità di lotta che ci tiene uniti dietro le sbarre.

In questo processo l’essenza è nel fatto che lo stato e i suoi meccanismi mettono alla prova gli anarchici avversi del sistema, suoi oppositori. E’ meno importate come essi cercheranno di tenerci prigionieri il più a lungo possibile (vedi le accuse).

Il loro interesse principale è la nostra condanna come NEMICI del sistema. Dal nostro lato non riconosciamo la dicotomia innocente-colpevole (in questo e in qualsiasi processo a carico di combattenti anarchici). Siamo colpevoli per il loro mondo, colpevoli per la loro “innocenza”. I nostri pensieri e i nostri cuori sono vicini ad ogni tentativo che cerca di combattere l’autorità.

RABBIA E CONSAPEVOLEZZA

Fivos Harisis, Argyris Ntalios, Giannis Michailidis, Dimitris Bourzoukos, Dimitris Politis, Nikos Romanos

fonti : i, ii

Istanbul: Dipinti slogans anarchici in turco e greco sulle mura di Sisli

Un gruppo di anarchici ha dipinto slogans sulle mura e sui cartelli pubblicitari intorno alla zona di Mecidiyeköy–Şişli, ad Istanbul, riguardanti l’omicidio di Pavlos Fyssas in Grecia, antifascismo, anarchia, ribellione, il massacro di animali in Romania, liberazione animale e la rivolta di Gezi.

Con quest’azione, che riflette sulla lotta in corso ad Atene, Istanbul ed ogni altra città nel mondo, ricordiamo che la battaglia contro il fascismo, contro lo Stato e il Capitale, dovrebbe essere intensificata ed espansa.

Fonte/Più foto su: sosyal savas (guerra sociale)

Atene: Attaccato covo fascista a Peristeri

Il 13 ottobre, in tarda notte, la palestra-covo fascista di proprietà di Apergis in via Thivon nella zona di Peristeri è stato attaccato con vernice e pietre. Apergis, membro organizzato di Alba Dorata da molti anni, è stato il braccio destro di Panagiotaros, e allenatore della milizia patriota.

ANTIFASCISMO MILITANTE IN TUTTI I QUARTIERI!

Atene: Rivendicato incendio di un mezzo diplomatico

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Nelle prime ore di Venerdi 11 Ottobre 2013, abbiamo bruciato un furgone del corpo diplomatico, con targa DC 93-3, all’incrocio tra Pyrras e Delacroix nella zona di Neos Kosmos, Atene.

L’azione è dedicata con tutto il cuore ai nostri compagni accusati per la doppia rapina a Valventòs e Kozani, processo che inizierà a fine Novembre* ed anche in memoria dell’antifascista ucciso Pavlos Fyssas.

Non dobbiamo farci condizionare dall’idea della paura e della morte. Dobbiamo resistere con ogni mezzo al totalitarismo contemporaneo.

Creiamo le nostre strutture, rafforziamoci ed estendiamo le relazioni tra compagni, facendo spazio all’anarchia e al comunismo. Rivoluzione sociale, l’unica alternativa…

Incendiari consapevoli

*Il processo per la doppia rapina a Velventos è previsto per il 29 Novembre 2013 presso la corte d’appello in Loukareos street ad Atene. I compagni accusati sono: Andreas-Dimitris Bourzoukos, Dimitris Politis, Nikos Romanos, Yannis Michailidis, Fivos Harisis-Poulos, and Argyris Ntalios.

in inglese

Salonicco: Rifiutata sospensione della pena per Babis Tsilianidis

Il 16 Ottobre 2013 i giudici hanno rifiutato la richiesta di interruzione della pena del compagno anarchico Babis Tsilianidis. Circa 30 compagni hanno fatto un presidio davanti al tribunale di Salonicco.

Babis è detenuto nel carcere di Koridallos:

Charalambos Tsilianidis
Dikastiki Filaki Koridallou, A Pteryga, 18110 Koridallos, Atene, Grecia

SOLIDARIETÀ SIGNIFICA ATTACCO

Exarchia, Atene: Rivendicazione di responsabilità per attacco incendiario contro autobus della polizia in memoria di Pavlos Fyssas

La vergogna non è un lavoro

Otto ore in piedi nel perimetro di un autobus della polizia in un angolo della Via Charilaou Trikoupi con Via Didotou ad Exarchia, chiedendosi se si sarà attaccato da “bottiglie” e sassaiole. Destinatari di odio e di rabbia che permeano tutto il nostro essere. Per quello che siete. Per quello che siamo. Per coloro che servite. Per cosa stiamo lottando.

Otto ore di fila, e ora è il momento per il turno di notte, alle 22.00, il 19 Settembre 2013. Maiali freschi sono venuti a sostituirvi. Dopo una chiacchierata, si entra nel autobus porcile tutti insieme.

Ma dovete confrontarsi con noi, quando meno ve lo aspettate, quando ci siete seduti col culo su un sedile del bus della polizia, sfiniti da questa sporcizia che si chiama lavoro.

Due isolati di distanza, al bivio di Via Charilaou Trikoupi e Via Dervenion, i compagni aspettano l’autobus della polizia per muoversi. Prendono posizioni, aspettano un po più a lungo, e poi spingono dei cassonetti e bloccano la strada. Le taniche da 10 litri piene di benzina sono a rotazione sotto il veicolo. I poliziotti fanno appena in tempo, e abbandonano il bus prima di guardare la prima luce della Molotov al materiale infiammabile. Hanno paura nei loro occhi.

Un’altra volta, in un altro luogo, vi aspetteremo.

Pavlos vive tra noi.

in inglese

Atene: Resoconto delle ultime udienze del 3° processo alla CCF

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Udienza 58

Questa udienza è stata interrotta di nuovo a causa dello sciopero della fame di uno dei compagni accusati che non fa parte della CCF.

Udienza 59

L’udienza è iniziata con delle tensioni. La corte spesso segna le udienze nei giorni in cui i compagni della CCF hanno le ore di colloquio in carcere. Quindi l’udienza inizia con ritardo, dato che i membri della CCF hanno chiarito che non faranno a mano delle ore di colloquio per andare in aula. Per vendetta, i giudici hanno convocato l’ispettore del carcere, al fine di fare fretta ai compagni per essere “in tempo” in aula. Appena l’hanno saputo i compagni, hanno inveito contro i giudici sottolineando che “il ricatto non passerà”, sbraitando contro il presidente della corte. I giudici hanno fatto marcia indietro sulla questione dei colloqui e l’udienza è stata nuovamente rinviata.

Udienza 60

Udienza rinviata a causa dello sciopero della fame.

Udienza 61

Il processo è continuato dopo la decisione della corte d’appello di rilasciare il compagno accusato in sciopero della fame. L’accusa in una delle dichiarazioni ha fatto riferimento al contenuto politico dei
comunicati della CCF riguardo all’invio dei pacchi bomba contro le ambasciate. Dato che c’è una confusione riguardo alla separazione tra responsabilità politica e penale, un compagno della CCF è subito intervenuto, dichiarando che i compagni della CCF supportano ogni parola e azione della Cospirazione, senza distinzioni tra politico e penale.

Udienza 62

Il processo è continuato con l’antiterrorismo che costantemente produce nuova documentazione per gli attacchi della Cospirazione avvenuti tre anni fa.

Udienza 63

In questa udienza si sono presentati gli impiegati della compagnia di consegne come testimoni dell’accusa. Nello specifico una è quello che aprì il pacco (a causa della curiosità poliziesca degli impiegati), è apparsa molto stressata (la compagnia di consegne per la quale lavora è stata attaccata con un ordigno dalla FAI qualche mese fa, come vendetta per la collaborazione). Ha testimoniato di essere stata spinta dai poliziotti dato che non ricordava molte cose e che i poliziotti l’hanno aiutata nella testimonianza scrivendone direttamente loro stessi delle parti.

Udienza 64

Nessuno dei testimoni dell’accusa convocati si è presentato. La corte ha annunciato nuove date, la presidente ha detto di avere già i biglietti per le vacanze, pertanto che c’era bisogno di una pausa di 3 settimane. A questo punto, due compagni della CCF sono intervenuti e tra le urla dirette ai giudici, hanno fatto presente i trasferimenti punitivi a loro carico con la scusa dell’interruzione del processo, il che consiste con la loro separazione in varie prigioni della Grecia.

Udienza 65

Due testimoni dell’accusa si sono presentati, dei quali uno ha testimoniato, mentre l’altro testimonierà in futuro. Il testimone ha riferito della sparatoria tra un membro della CCF e i poliziotti. Ha detto
che i proiettili volavano e quando lei è arrivata ha visto due poliziotti a terra feriti e il compagno che si teneva la gamba ferita. Secondo quanto ha detto, ciò che le ha fatto impressione fu la calma e la serietà del compagno che non parlava o urlava in confronto ai due poliziotti che, come lei ha detto, “piagnucolavano”. La descrizione dei fatti ha fatto ridere i compagni della CCF e imbarazzare i poliziotti.

Udienza 66

Questa udienza è stata breve dato che il testimone era il corriere che consegnò il pacco bomba all’ambasciata bulgara. Non ha detto altro e l’udienza prossima è stata fissata al 27 Agosto.

fonte

Atene: Comunicato del compagno anarchico Kostas Sakkas

Penso che arrendersi al nemico quando si è attaccati e negare la battaglia quando tocca farla è, semplicemente, una cosa stupida. Dire, nel momento in cui ti stanno attaccando, “non gioco al tuo gioco”, non allevia la sconfitta ma fa correre il rischio di essere sconfitti. Disprezzare il nemico nel momento della battaglia non ti rende superiore.

La mancanza della capacità elementare di capire le cose e l’incapacità di vedere e comprendere ciò che è ovvio, è anche un qualcosa di problematico. L’ossessione per varie scelte e attitudini che si è visto conduce verso la sconfitta è l’ossessione per l’errore. Quando queste scelte e attitudini hanno a che fare con posizioni individuali, di solito, chi ne soffre le conseguenze è chi commette l’errore. Senza dubbio, quando queste scelte si fanno a nome di un collettivo e si diffondono, ad esempio, come rivoluzionarie e, ancor più, come le uniche politicamente “pure” e degne, ci si rende conto che le conseguenze sono anche collettive.

Fin dall’inizio della mia prigionia, ho pensato che lo spazio pubblico dato agli/lle anarchici/che e ai/lle prigionieri/e politici/che, in generale, per esprimere opinioni e posizioni dovrebbe, in qualche modo, essere qualcosa che si guadagna e non qualcosa di dovuto a causa della carcerazione o alla dichiarazione di un’identità o appartenenza ad un’organizzazione. Dall’altro lato, nelle carceri, ci sono diversi/e prigionieri/e considerati/e “comuni” che sono capaci incendiari, rapinatori, abili con l’esplosivo, ecc. Non credo che, come anarchici, possiamo riconoscere alcun valore in questo. Credo che lo spazio politico dovrebbe essere qualcosa che ogni prigioniero/a politico/a si prende, in ogni occasione, con il suo discorso. Ovviamente non mi riferisco alla capacità retorica o di scrittura, ma l’essenza delle posizioni e opinioni. Con ciò che si dice e, naturalmente, con ciò che si fa, si caratterizza l’anarchico/a e il/la rivoluzionario/a, non per le etichette che si hanno.

Il 25 Luglio è stato pubblico un testo di Gerasimos Tsakalos, membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che, almeno per me, rappresenta un uso sbagliato dello spazio pubblico. Secondo la logica del pesce che può essere chiamato carne, quindi un errore, un attacco apolitico e immorale si può chiamare critica! Una serie di errori e bugie, sia riguardo me che il mio sciopero della fame, come anche il movimento anarchico che lo ha appoggiato, non si può, in alcun modo, considerare una critica per chi leggerà il testo.

Non avrei risposto a questo attacco malintenzionato, come neanche ho fatto in passato, senza dubbio, in questo caso, credo che ci sia qualcosa che supera il personale. Non so fino a che punto c’è coscienza di ciò, ma il testo di cui parliamo è una provocazione nuda e cruda, che danneggia la credibilità e il peso politico del movimento anarchico. È sensazionalismo che apre il cammino ai suoi nemici ufficiali. Fa ciò che, fondamentalmente, non hanno osato fare i secondi, ma che hanno usato con piacere (grazie all’articolo del giornale di Alba Dorata su questo testo o attraverso i corvacci giornalisti del regime, ecc). Per questo, credo sia necessario dire qualcosa. Continue reading Atene: Comunicato del compagno anarchico Kostas Sakkas

Atene: Comunicato del compagno anarchico Gerasimos Tsakalos

Ora che il circo è finito…

Credo sia giunto il momento di dire la mia su alcuni eventi accaduti recentemente.

Per iniziare, voglio dire che sono in custodia preventiva da 33 mesi senza avere una condanna da qualsiasi tribunale. Secondo le loro leggi, questo è irregolare, illegale, arbitrario ecc. Il limite di tempo di questa misura cautelare, come si sa bene, è 18 mesi. Tuttavia e attraverso una strategia di nuovi processi iniziati contro la nostra organizzazione, nello specifico contro il compagno Haris Hatzimihelakis, il limite di custodia preventiva è aumentato a 30 mesi ogni volta che uno/a di noi stava per completarlo. Lo stesso è successo a me, cosi come a Giorgos Polydoros e Olga Ekonomidou che compieranno il termine dei 30 mesi a Settembre 2013. Questa misura non è stata applicata a nessun’altra organizzazione anarchica sul territorio greco.

In Aprile 2013, con la giustificazione della mia pericolosità in quanto membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, hanno prolungato di altri 6 mesi la mia custodia, raggiungendo il limite di 36 mesi (3 anni). Da parte loro hanno fatto bene. Se avessero fatto l’”errore” di scarcerare qualunque membro della CCF era chiaro che costui/ei avrebbe utilizzato la propria libertà per continuare l’azione anarchica, fregandosene di qualunque misura cautelare.

Ma, vista l’incertezza del tribunale di finire i processi entro questi tempi, hanno fatto un passo oltre. Il 22 Maggio 2013 mi hanno accusato in un nuovo processo. Questo perché a Maggio 2012, quando c’era la possibilità di uscire dopo i primi 18 mesi di custodia in attesa della fine del processo, ho dato a delle persone delle mie fotografie, affinché falsificassero dei documenti di identità per poter andare direttamente in clandestinità. Queste persone, per impotenza o indifferenza, anche se non sono poi stato scarcerato e non abbiamo tenuto relazioni di amicizia o militanza, hanno ritenuto giusto conservare i miei documenti falsi per circa un anno in uno degli appartamenti che usavano.

Quando ne arrestarono uno per una rapina, e dato che nessuno si era preso la briga di farli sparire, quelle merde dell’antiterrorismo li hanno trovati. E cosi le autorità mi hanno accusato di istigazione di “atti terroristi” per il caso della rapina a Velventòs, Kozani. Cosi ora mi ritrovo in una situazione senza precedenti in Grecia. Arrestato a Novembre 2010, ho processi pendenti fino a Dicembre 2014. Vale a dire 4 anni di prigionia in attesa che si concludano i processi per casi di azione diretta anarchica. E ne arriveranno di processi…

È ovvio che non è colpa dell’incapacità o dell’inesperienza di chi teneva i miei documenti falsi se mi trovo in questa situazione. Sarebbe stupido e limitante crederlo. Se non era per i documenti falsi, avrebbero “scoperto” dell’altro. Però ritengo importante parlare di questo, affinché i/le compas siano più attenti con le tracce che lasciano.

Contro di noi, come organizzazione e corrente del movimento anarchico, applicano e cercano di applicare tutto il cosiddetto “arsenale” legale, in modo da non farci uscire in modo legale. Lo teniamo a mente e agiremo di conseguenza. Non abbiamo rispettato alcuna “civiltà giuridica” né lo faremo ora. Continue reading Atene: Comunicato del compagno anarchico Gerasimos Tsakalos

Atene: Quarto processo contro la CCF (26/07/2013) – Cospirazione delle Cellule di Fuoco: Dichiarazione letta alla corte da Christos Tsakalos

Questa dichiarazione è stata letta in una udienza del 4° processo alla CCF (quello dei 250 attacchi).

Prima di dire la mia riguardo alle obiezioni legali sollevate dagli avvocati, voglio chiarire alcune cose. In questo processo ci sono quattro posizioni. Quella dei giudici, degli avvocati, degli accusati innocenti e quella nostra, la parte di chi ha rivendicazione le azioni della rete della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Da parte degli avvocati c’è stata una puntuale risposta in merito alla presentazione delle obiezioni alla corte durante le scorse udienze. Gli avvocati, tra i quali c’è anche il nostro amico personale Franciscos Ragkousis, parlano il linguaggio della legge, non sottolineano solo le contraddizioni del processo ma ne mostrano anche l’ipocrisia.

Stiamo parlando di uno spettacolo che non ha neanche la pretesa di rappresentare uno scenario democratico. Ma questa farsa chiamata processo ci lascia totalmente indifferenti. Spesso i nostri avvocati nominati dalla corte si trovano in un vicolo cieco. Come dicono loro stessi, il modo ostile e deciso con cui affrontiamo questo processo li blocca e azzera delle parti della difesa legale. Cancello la presunzione d’innocenza, le scuse e la linea difensiva cosi come i benefici legali o qualunque attenuante.

Per essere precisi, le vostre leggi per noi sono spazzatura. La nostra visione sulla giustizia sta scritta nella distruzione del tribunale di Salonicco, nell’esplosione della facciata del tribunale di Atene, delle case dei giudici che abbiamo bruciato… Nulla è cambiato solo perché alcuni di noi sono stati catturati. La prigionia non riduce la nostra decisione di lottare contro leggi e istituzioni, neanche di un centimetro.

Allora ci si potrebbe chiedere ragionevolmente perché ci presentiamo alle udienze. La risposta è semplice. Quando eravamo liberi/ricercati i nostri attacchi erano il nostro modo di esprimerci e ora che siamo prigionieri, le nostre parole, anche nelle aule del nemico, rompono il silenzio. Il silenzio non è accettabile per un guerrigliero urbano anarchico. Continue reading Atene: Quarto processo contro la CCF (26/07/2013) – Cospirazione delle Cellule di Fuoco: Dichiarazione letta alla corte da Christos Tsakalos

Atene: Respinte e cacciate squadre di agenti Delta ad Exarhia

Sabato 20 Luglio 2013, gli scagnozzi della “Delta” sono entrati a “Exarhia”, una delle zone più calde di Atene, mentre centinaia di persone prendevano parte a due diversi eventi solidali per l’anarchico K. Sakkas, che ha fatto 38 giorni di sciopero della fame a causa della sua prigionia nell’autoproclamata “democrazia” della Grecia in quanto detenuto da 31 mesi senza un processo.

Come appare nel video, gli agenti della “Delta” in moto hanno iniziato ad intimidire e inseguire i passanti – senza motivo e quando la gente si è riunita per reagire alle loro tattiche terroriste, gli agenti hanno lanciato grante flashbang, lacrimogeni, razzi e anche bottiglie di vetro vuote.

Centiana di persone si sono riunite all’angolo per mandarli via e li hanno circondati, mentre i residenti buttavano acqua dai loro balconi per costringerli ad andarsene, visto il disastro che avevano provocato.

Affrontati da cosi tanta gente, i bastardi, insieme ad una squadra antisommossa chiamata a rinforzo, sono stati costretti a ritirarsi e lasciare la zona.

fonte

Grecia: Lettera di un compagno accusato per i fatti del 5 Maggio 2010

Giugno 2013

29 Aprile 2011 : la storia inizia con degli arresti inaspettati; il mio e di altri due compagni. Inaspettati perché non basati su prove o testimonianze oculari, ma piuttosto su “resoconti anonimi” molto “convenientemente” consegnati nelle mani della polizia greca, i quali fanno il mio nome e quello di altri due compagni, citando i nostri numeri di telefono e indirizzi.

Pertanto siamo stati arrestati in un clima di terrore creato dalle forze di sicurezza statali e dai mass media. Perquisizioni domiciliari per presunte “prove” sono arrivate poco dopo, cosi come il mio arresto, e poi ammanettato per diverse ore nella stazione di polizia di Atene. Nel frattempo, per due giorni, siamo stati dati in pasto ai media, i pappagalli della sicurezza statale, che falsamente hanno parlato di “arresto degli incendiari della banca Marfin”. Poi le autorità mi hanno preso e fatto fare una “visita guidata” per i piani della stazione di polizia, fino a portarmi in una stanza designata per l’identificazione dei sospetti, dove vari “testimoni” sono passati uno dopo l’altro, presumibilmente per identificarmi. Dopo quella sera, siamo stati convocati – casualmente il 5 Maggio 2011! – per testimoniare presso la sede del servizio di sicurezza statale – senza fare giuramenti o dare impronte, ecc – riguardo al tragico incidente della filiale della banca Marfin e l’attacco alla libreria Ianos [entrambe in Stadiou street, nel centro di Atene] avvenuto un anno prima, durante lo sciopero del 5 Maggio 2010. Continue reading Grecia: Lettera di un compagno accusato per i fatti del 5 Maggio 2010

Atene – Caso Lotta Rivoluzionaria: È stata ordinata la scarcerazione dell’anarchico Vaggelis Stathopoulos

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Lunedì, 15 Luglio 2013, è stato ordinato il rilascio dell’anarchico Vaggelis Stathopoulos dalla prigione con condizioni restrittive (2000€ di cauzione monetaria, obbligo di presentarsi due volte al mese alla stazione di polizia più vicina alla sua residenza, divieto di uscire dal paese).

Solidarietà con l’anarchico Kostas Gournas, imprigionato membro della Lotta Rivoluzionaria, e tutti i compagni condannati nello stesso processo.

Libertà per tutti i prigionieri in lotta!

Atene: È stata ordinata la scarcerazione dell’anarchico Kostas Sakkas – 30.000€ devono essere sollevati per la sua cauzione

Giovedì, 11 Luglio 2013, di consiglio dei giudici d’appello ha deciso di concedere la liberazione dell’anarchico Kostas Sakkas. Il compagno ha completato 38 giorni di sciopero della fame, e si trova ancora nell’ospedale Nikaia.

Le condizioni restrittive imposte sono:
– Una cauzione monetaria di 30.000 euro (deve pagare questa somma per uscire dalla prigione),
– Il divieto di lasciare il paese,
– Il divieto di lasciare la regione dell’Attica,
– L’obbligo di presentarsi ogni Lunedì presso la stazione della polizia più vicina,
– L’obbligo di risiedere solo nella casa che ha dichiarato come residenza permanente,
– Il divieto di comunicare o di incontrarsi con qualsiasi dei suoi coimputati nel caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco (questo ordine è stato imposto, nonostante il fatto che il compagno è attualmente sta affrontando due processi per lo stesso caso).

Questa sera, alle 19.00, c’è ancora un’altra assemblea di solidarietà con Kostas Sakkas nell’Università del Politecnico di Atene (ingresso da Via Stournari) per organizzare questa grande raccolta di fondi, visto che il compagno deve pagare la cauzione per uscire dalla prigione.

Fonti: i, ii, iii

Fuoco alle carceri!

Atene: Rivendicato attacco al Ministero della Cultura in solidarietà con Kostas Sakkas

“Non riesco più a sentire l’odore delle medicine, né il tanfo dell’infermeria, – i garofani fioriranno, – sia benedetto il tempo – E se finisci in prigione? – Non piegarti! Questo è tutto. Non ci sono altre raccomandazioni.” Nâzım Hikmet

Ieri 2 Luglio abbiamo attaccato il ministero della Cultura dalla parte da via Zaimi (Exarchia). I compagni hanno scavalcato il cancello, e dato alle fiamme tutti i veicoli del ministero nel parcheggio per poi andar via insieme al resto del gruppo.

Un’azione di solidarietà e supporto alla lotta dell’anarchico Kostas Sakkas, che sta mettendo il proprio corpo in prima linea, avendo già fatto 1 mese di sciopero della fame per la propria liberazione immediata.

Kostas Sakkas è in prigione da ormai 30 mesi senza essere stato condannato. La battaglia che fa al suo sterminio fisico e politico è una parte della più ampia resistenza contro la ristrutturazione capitalista e il regime di emergenza imposto dal dominio nazionale e internazionale in Grecia e nel mondo. Le risposto all’attacco del nuovo totalitarismo sono date in molti modi e ovunque: dagli attacchi da Atene a Skouries (Halkidiki) alle città in fiamme della Turchia, Brasile, Egitto, Cile.

Se il compagno non verrà rilasciato subito, gli attacchi saranno aumentati al massimo livello.

Tutto continua.

PS1. In merito agli arresti che abbiamo saputo dai media, seguiti al nostro attacco dopo un’operazione di polizia ad Exarchia, chiariamo che noi siamo andati e tornati con successo e secondo i piani, pertanto gli arresti non hanno nulla a che fare con noi e l’azione.

PS2. Solidarietà agli arrestati antifascisti degli scontri a Patrasso.

fonte

Atene: Aggiornamento sulle condizioni dell’anarchico Kostas Sakkas in sciopero della fame

Rilascio immediato di scioperante della fame Kostas Sakkas! Viva l’anarchia!

Il 4 Luglio, dopo 31 giorni di sciopero della fame per Kostas Sakkas, la dottoressa che lo abbia seguito per tutto questo tempo ha detto, tra le altre cose, che ha perso 13 kg (15% del suo peso iniziale) e che sia in condizioni molto critiche. Lo stesso medico curante dall’ospedale generale di Nikaia ha sottolineato che “é matematicamente certo che la continuazione di uno sciopero della fame totale lo condurrà a morte certa”.

In più, l’assemblea di solidarietà di Atene all’anarchico Kostas Sakkas in sciopero della fame ha rilasciato la seguente comunicazione:

“Negli ultimi giorni ci sono state molte false voci in merito alle condizioni di salute del compagno Kostas Sakkas, cosi come annunci su vari siti che non hanno nulla a che fare con la realtà. Ogni sviluppo in merito alla salute del compagno sarà annunciato attraverso bollettini medici ufficiali. In più, ad ogni assemblea che si tiene regolarmente, diamo aggiornamenti riguardo alla sua salute.”

Nel frattempo, il processo a Koridallos è stato rinviato perché Kostas Sakkas, in qualità di uno tra gli accusati, è ovviamente impossibilitato a presenziare.

Il compagno attende risposta alla sua seconda richiesta di immediato rilascio, e continua la lotta. L’udienza d’appello dovrebbe pronunciarsi la settimana prossima. Un presidio solidale è stato convocato per Lunedi 8 Luglio, alle 12 all’esterno della corte d’appello in via Loukareos ad Atene.

Atene: Aggiornamento sulla situazione del prigioniero anarchico Kostas Sakkas, in sciopero della fame dal 4 Giugno

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Il 25 giugno, il Consiglio dei giudici d’appello ha respinto la mozione di Kostas Sakkas. Allo stesso tempo, che i giudici hanno ratificato la sua carcerazione preventiva prolungata per altri 6 mesi, un medico di trattamento dall’ospedale generale di Nikaia ha riferito che il scioperante della fame anarchico ha perso 10 kg di peso.

Una manifestazione per la liberazione immediata di Kostas Sakkas è stata convocata per Sabato 29 Giugno, dalle 11.30, a Piazza Monastiraki ad Atene. Il manifesto dell’assemblea di solidarietà recita: “2,5 anni imprigionato senza processo. Il compagno mette il suo corpo in prima linea per resistere al moderno totalitarismo dello Stato e del Capitale. La sua lotta è una lotta di tutto il movimento, una lotta di tutti gli oppressi”.

Atene: Lettera di Giannis Naxakis

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Ad un mese dal mio arresto rimango ancora perso nei miei pensieri cercando di trovare momenti di calma e chiarezza, cosi ho potuto prendere la penna e buttar giù qualche parola. Il mio umore cambia alla velocità della luce, va su e giù no stop ed è difficile trovare un punto fermo da cui ripartire. Ciò che è successo a Nea Filadelfia mi fa star male, le nuove conclusioni che vengono fuori mi feriscono, la comprensione di quanto è precisamente successo mi uccide. Ci ricado quando ascolto la noia quotidiana e le discussioni infinite valutando i mesi, gli anni, le accuse e tutto ciò che è rilevante. Sappiamo molto bene perché siamo qui e il motivo non è certo per alcune comuni pratiche criminali come sappiamo che da adesso in poi il tempo non scorrerà necessariamente insieme a noi facendo il conto alla rovescia per uscire.

Quel pomeriggio di Aprile, un dannato nostro errore è stato più che sufficiente per farci rinchiudere e star qui a tormentare i nostri sogni. In un momento l’universo è stato destabilizzato, le lancette dell’orologio sono tornate indietro e il flusso è andato al contrario. Una fottuta regola cospirativa non seguita quel giorno – in una serie di altre seguite – e questo è stato più che sufficiente affinché gli scagnozzi dell’antiterrorismo ci prendessero. In – per quanto sia permesso il terno – un momento insospettabile i bastardi hanno avuto la meglio. Quattro persone, un circolo di anarchici, una cella a Koridallos. Una serie di arresti che è avvenuta negli ultimi anni davanti a noi è stata sufficiente per farci preoccupare ma non per farci capire l’accuratezza chirurgica e la disciplina dei nostri movimenti necessari nell’ambito della sicurezza.

Ciò che si richiede sicuramente in questi casi è l’assetto rigoroso dell’attacco e la sicurezza e ovviamente non sto parlando di fare sconti alla prima parte. Abbiamo visto arresti, numerose indagini arrivare alla gente dal nulla, sapevamo molto bene della sorveglianza discreta e non ma ancora il brutto momento doveva venire. Lasciate che io sia l’ultimo stronzo che finisce catturato, ne sarei felice, lo accetterei come l’onore di riuscire a scrivere l’epilogo di una storia cosi lunga. Ecco perché voi compagni fuori, mentre cospirate i vostri piani, dovete guardarvi e dire: “Faremo meglio di loro. Hanno ottenuto l’impossibile, noi oseremo l’impensabile!” E questa promessa potrebbe garantirvi il biglietto per il cielo… Continue reading Atene: Lettera di Giannis Naxakis

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco esplosivo contro la macchina della direttrice del carcere maschile di Koridallos, nel quartiere di Dafni, il 7 Giugno 2013

PROGETTO FENICE
LIBERTÀ AGLI ANARCHICI DELLA PRASSI ITALIANI

i. Il ritorno della Cospirazione delle Cellule di Fuoco dalle ceneri

Solo nei momenti in cui la nostra tensione per la libertà si incontra con la prassi riusciamo realmente a vivere l’ anarchia, qui ed ora. Purtroppo il sogno che portiamo nel cuore è troppo grande per non rischiare di scontrarsi contro il mostruoso muro dell’autorità eretto a difesa di stato e capitale. Quando realmente mettiamo in gioco la nostra vita, inevitabilmente finiamo per scontrarci con la durezza insita nella lotta: la morte e il carcere.
Nicola Gai

La Cospirazione delle Cellule di Fuoco – FAI/IRF, in collaborazione con i compagni delle Bande di Coscienza, onorando la nostra vecchia e diacronica amicizia, abbiamo fatto saltare l’auto della direttrice delle carceri maschili di Koridallos, Maria Stefi, come segno di genuina solidarietà verso i nostri dieci imprigionati fratelli e sorella, Giorgos P., Olga, Gerasimos, Christos, Michalis, Giorgos, Haris, Teofilos, Panagiotis, Damiano, che hanno assunto la responsabilità per la loro partecipazione alla Cospirazione.

Dopo quasi due anni di silenzio nel territorio greco, la CCF ritorni. In fronte comune con le Bande di Coscienza, i nuclei della FAI (fronte antifascista, nucleo illeso di vendetta, Lupo Solitario, ecc) e la Setta dei Rivoluzionari, sosteniamo e rafforziamo la cospirazione internazionale della Federazione Anarchica Informale (FAI) – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FRI) .

La bomba piazzata nel veicolo della direttrice delle carceri maschili di Koridallos è la goccia prima della tempesta. Come è stato scritto, inoltre, nell’ultima rivendicazione della CCF contro il ministro della Giustizia… Continue reading Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco esplosivo contro la macchina della direttrice del carcere maschile di Koridallos, nel quartiere di Dafni, il 7 Giugno 2013

Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 42-45

Udienza 42
In questa udienza, tra gli altri testimoni dell’accusa, è anche comparso un poliziotto dell’antiterrorismo. Questo sbirro nello specifico ha dichiarato di servire nel “dipartimento contro gli anarchici”, causando tensione nell’aula. Nella sua testimonianza ha detto inoltre che portava su di sé le foto di alcuni dei ricercati per la CCF (per aiutare a localizzarli) e ha sottolineato che prendeva ordini direttamente dal “quartiere generale” dell’antiterrorismo.

Durante la rassegna del resto dei testimoni, a un certo punto il procuratore ha affermato che sembrava l’attitudine dei/le compagnx della Cospirazione sembrava mostrare che fossero indifferenti rispetto alle accuse, poiché loro stessx hanno rivendicato la responsabilità per le azioni della CCF e parlano della continuazione e intensificazione della guerriglia urbana anarchica.

Udienza 43
Questa udienza è stata rimandata perchè uno dei giudici era malato. La prossima udienza è fissata per il 29 aprile.

Udienza 44
Questa udienza è iniziata con della tensione perchè nei giorni precedenti la carcerazione di un compagno membro della CCF e di un altro compagno accusato è stata prolungata di 6 mesi. Continue reading Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 42-45

Atene: Lettera del compagno Grigoris Sarafoudis arrestato il 30 aprile e accusato di rapine

Riguardo al caso di Nea Filadelfia

Il giorno 30 aprile intorno alle 3.00 di pomeriggio vengo arrestato insieme a 4 altri compagni e dopo un procedimento molto rapido mi portano al 12° piano del Commissariato Centrale di Atene. Una volta lì, iniziano le solite procedure (DNA, impronte digitali), chiaramente senza la nostra autorizzazione, qualcosa comunque di molto comune. Più tardi, la notte, mi informano che sono accusato di “favoreggiamento”, “resistenza contro l’autorità” e “spergiuro”. La mattina del giorno seguente mi informano che a queste accuse si aggiunge anche “gruppo criminale con la finalità di commettere rapine”, e questo senza che esista nessuna rapina in concreto per accusare questo presunto gruppo.

Allo stesso tempo mi informano che oltre a queste accuse, io stesso sono accusato di una rapina a una banca realizzata nella località di Filota vicino alla città di Florina e anche di un’altra rapina, questa volta nella località di Pyrgeto vicino a Larissa. Tutto questo secondo un qualche tipo di identificazione del DNA, senza che mi consegnino l’informativa che corrisponde a questa identificazione. A partire da questo momento, dato che il caso della rapina di Filota, per la sua presunta implicazione nella cosiddetta “cassa rivoluzionaria”, si trova nelle mani del giudice istruttore Nikopoulos, le mie accuse risultano ancora più “ingrassate”, ora anche per l’accusa di “appartenenza a organizzazione terrorista”, nello specifico alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

A questo punto mi piacerebbe mettere in chiaro che ho negato le accuse che mi stanno attribuendo e non sono mai stato membro della CCF. Essendo anarchico solidarizzo, in maniera rivoluzionaria, con l’azione e il contributo dell’organizzazione CCF come anche solidarizzo con gli anarchici rivoluzionari che hanno rivendicato la responsabilità politica di appartenenza a questa organizzazione e per le loro azioni, e con gli anarchici che, in vari momenti, sono stati accusati di appartenere alla stessa organizzazione ma che hanno negato la loro appartenenza.

Se facessimo un breve ripasso del passato recente, potremmo osservare facilmente che decine di compagni anarchici sono stati accusati di appartenenza all’organizzazione rivoluzionaria CCF, mentre sia loro che i membri stessi di questa organizzazione lo negavano (visti i disaccordi politici – dall’uno o dall’altro lato – sempre in una cornice di complementarsi dentro al movimento anarchico, e non di rottura tra di noi). Da una parte perchè così piace al sistema legale che in questo modo può accusare più compagni anarchici e aggiungere un tocco di “terrorismo” a ognuno dei casi, e dall’altra parte perchè così rende un miglior servizio al meccanismo dello Stato mettendo sotto un “ombrello” chiamato CCF (una organizzazione rivoluzionaria molto specifica, con un forte agire fuori e dentro il carcere) ogni tipo di azione forte o “violenta” e questo con l’obiettivo di impedire all’anarchico la possibilità di definirsi da sé e dimostrare la multiforme dialettica e proposta che c’è nel movimento anarchico.

Niente è terminato, tutto continua
Solidarietà a tutti i lottatori anarchici dentro e fuori le mura

Grigoris Sarafoudis
Ala A di Koridallos
18/5/2013

fonti : a, b

Atene: Lettera dei prigionieri anarchici Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios

Il 30 aprile 2013 nel quartiere di Nea Filadelfia (Atene) sono stati arrestati 5 anarchici. Due di essi, Fivos Harisis e Argyris Ntalios erano latitanti dal 15 febbraio quando, nella cornice delle indagini legate alla doppia rapina di Velvedo (1 febbraio 2013, terminata con l’arresto di 4 compagni anarchici Giannis Mihailidis, Dimitris Politis, Nikos Romanos e Andreas-Dimitris Bourzoukos), erano stati emessi mandati di cattura contro di loro. Adesso, sia Fivos e Argyris come due degli altri compagni (Giannis Naxakis e Grigoris Sarafoudis) si trovano in carcere accusati di varie rapine in banca, mentre il quinto, Dimitris Hatzivasiliadis, è uscito con accuse minori (resistenza all’arresto, ecc.).

Quella che segue è la lettera che hanno fatto uscire Fivos e Argyris:

“A te che la notte vai a dormire disperato per quanto è vana la lotta, per la repressione che ci sta “rubando” i nostri compagni, case occupate e che travolge al suo passaggio tutto quanto si trovi di fronte a sé. Vestiti, porta con te una decisione e lotta. Che la storia scriva di coloro che lottano fino alla fine, fino a che gli ultimi rivoluzionari si trasformino in polvere al passaggio della repressione tecnologica avanzata. Che la fottuta storia scriva delle grida di rabbia che gli Esseri Umani hanno lanciato prima di essere giustiziati. Sì, a te che la notte conti le stelle e il cui cuore batte più velocemente, più velocemente, sempre più velocemente aspettando pazientemente l’alba per continuare il proposito e la lotta… TUTTO PER TUTTO”

In quel mezzogiorno nella zona di Nea Filadelfia è arrivato alla fine un bel viaggio di libertà che abbiamo iniziato subito dopo che è stata proclamata ufficialmente la nostra clandestinità. Il tempo si è congelato, perfino i secondi sono stati messi sotto vigilanza e il cielo si è nascosto dietro i passamontagna dei nostri persecutori. Siamo caduti nelle loro mani e la sensazione amari della sconfitta che comporta una prigionia ci continuerà a perseguire anche dietro le mura, così come i ricordi della nostra vita in libertà continueranno a rivivere nella nostra memoria. Il viaggio della nostra clandestinità, lotta e libertà non è comunque affatto cominciato a metà febbraio – quando sono stati emessi i mandati di cattura -, e nemmeno è terminato con le manette sulle auto private degli sbirri.

Quello che siamo arrivati a vivere in questi anni in cui abbiamo deciso di prendere una posizione di combattimento nella lotta anarchica, sono stati momenti importanti di scontri, violenza, agitazione e dibattito, di sforzi e di perdite. Ma soprattutto è il sorriso che lascia la sensazione di aver ottenuto qualcosa, quel sassolino che insieme ai nostri compagni abbiamo posto per costruire una vita vera e non schiavizzata. Continue reading Atene: Lettera dei prigionieri anarchici Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios