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Atene: Capodanno alle prigioni di Koridallos

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“Il prigioniero nel carcere smette di vivere, sopravvive solamente. Ognuno costruisce il proprio stampo ricorrendo a comportamenti e reazioni standardizzati. (…) diventa solo un altro numero, un altro caso accusatorio sparso su un letto di ferro, una cella stretta. Un numero di meno e chi se ne frega. Oltretutto i prigionieri per il sistema disciplinare non sono nati, sono solamente germogliati così, e così come sono germogliati saranno sradicati.. [Estratto dalla lettera di un compagno dal carcere]

Lunedì, 31 Dicembre 2012 dalle 23.30
Presidio di solidarietà fuori dalle prigioni femminili di Koridallos

Da Santiago a Montreal, e da Salonicco a Chania: 10, 100, 1000 presidi di solidarietà fuori dalle carceri, centri di detenzione per minorili, campi di concentramento di immigrati

Quando tutti gli altri festeggiano, ricordiamo quelli che gli altri vogliono dimenticare
anarchici

Madrid: Presidio davanti al carcere di Navalcarnero in solidarietà con i prigionieri in lotta

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Lunedì, 31 Dicembre: Capodanno Anti-prigione
Presidio di solidarietà con le persone detenute,
Raduno entro le ore 12.00 nel parcheggio del carcere Navalcarnero
(Madrid-IV centro penitenziario, Ctra. N-V, km. 27,7)

Ancora un altro anno di inganni, frodi, impoverimento politico ed economico; di crisi; un altro anno in cui abbiamo espresso il nostro odio e l’indifferenza nei confronti di questo sistema, che ci manipola e ci opprime in tutti i campi della nostra vita. Un altro anno con la tensione per le strade, mobilitazioni, proteste e la solidarietà tra gli sfruttati che sono disgustati da così tante frodi.

Mentre i potenti agiscono secondo la loro volontà con piena impunità, le carceri (strumento sottile dei governi, al fine di tenerci soggiogati sotto la loro imposta legislazione redditizia) sono riempiti sempre con più ostaggi dallo stesso sistema politico che ci opprime per le strade , sul posto di lavoro, le scuole, nei centri medici… Persone che hanno dovuto arrampicarsi per sopravvivere in una società selvaggia, violenta e malata di fronte a un codice penale sempre più duro ed abusivo, gente che ha osato alzare la voce durante le numerose mobilitazioni di protesta ed ora serve come capro espiatorio per il resto delle migliaia dei compagni, che continuano a ribellarsi e passare al di fuori dei loro interessi economici e politici.

Come negli anni precedenti, saremo sempre insieme a questo presidio, al fine di dare il nostro sostegno incondizionato a chi è stato rapito e privato della libertà nelle prigioni di uno Stato, esposto ad ogni genere di abusi, torture, negligenze e violazione dei diritti. La solidarietà deve raggiungere l’ultimo dente di questo sistema, che sta per l’ingiustizia sociale e ci manipola al giorno d’oggi, in modo che i compagni sanno che non sono soli e che noi continueremo a gridare il più forte possibile e con tutte le nostre forze, al fine di penetrare attraverso ogni muro, cancello e barriera che ostacola la nostra strada.

Niente più torture e omicidi nelle carceri
Solidarietà con i prigionieri in lotta

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Seattle, Stati Uniti d’America: Un altro oppositore alla Grande Giuria preso in custodia

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Il 26 Dicembre, Matthew (Maddy) Pfeiffer è stato preso in custodia presso la FDC SeaTac a Seattle.

Maddy è stato riconosciuto colpevole di disprezzo civile, ed è la quarta persona ad essere incarcerata per resistere al Gran Jury federale, che sta indagando anarchici dal nord-ovest del Pacifico apparentemente in relazione al vandalismo del tribunale federale di Seattle Nakamura durante il Primo Maggio.

Matt Duran e KteeO Olejnik sono stati imprigionati da Settembre, mentre Leah-Lynn Plante è stata arrestata e poi rilasciata nel mese di Ottobre (ancora, le ragioni non sono chiare, ma si sospetta che Leah potrebbe aver collaborato con l’FBI).

Continuiamo a sostenere e scrivere lettere a questi imprigionati silenziosi:

Matthew Pfeiffer # 42421-086
Katherine Olejnik # 42592-086
Matthew Kyle Duran # 42565-086

FDC SeaTac, P.O. Box 13900
Seattle, WA 98198 (USA)

Atene: Attacco con vernice contro il vecchio municipio, in solidarietà con l’occupazione di Villa Amalias

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La notte del 24 Dicembre, dei compagni hanno voluto aggiungere un po’ di colore alla miserabile decorazione di Natale che il sindaco di Atene, Giorgos Kaminis, aveva riservato per la città. Abbiamo voluto fargli vedere che i pessimi rapporti politici sulla repressione contro l’occupazione di Villa Amalias non saranno lasciati senza risposta. Pagherà il prezzo corrispondente per la sua scelta di coprire le spalle del Primo Ministro, Antonis Samaras, che ha voluto dimostrare che è altrettanto fascista verso la parte dell’estrema destra dei suoi elettori, che sfilano al partito dell’Alba Dorata per ora.

Questa volta, abbiamo scelto bombe di vernice per attaccare la facciata dell’amministrazione comunale: il vecchio municipio in Via Athinas.

Kaminis dovrà presto pagare il prezzo della sua scelta politica, e questo è qualcosa che anche lui può capire. Questo è anche il motivo per cui la nostra azione è stata completamente messa a tacere dai media tradizionali, e perché agli operai comunali è stato ordinato di salvare la facciata del prestigio del sindaco durante la stessa notte pulendo l’edificio quanto più possibile, e raccogliendo i volantini di solidarietà che sono stati gettati per terra.

SOLIDARIETÀ CON VILLA AMALIAS
GIÙ LE MANI DALLE OCCUPAZIONI

fonte

Germania: Attacco incendiario in una fabbrica di allevamento di polli a Meppen, Bassa Sassonia

(uno dei tre impianti di allevamento che sono stati bruciati)
(uno dei tre impianti di allevamento che sono stati bruciati)

Il 22 Novembre 2012, nella notte, abbiamo dato fuoco a un allevamento di polli nella fabbrica Klein Füllen (a Meppen), che era vacante tra due periodi di nidificazione.

Sotto il capitalismo, quasi tutto è una merce. Il valore di scambio di una cosa determina ciò che deve essere fornito al fine di ottenere qualcosa. Chi ha bisogno di cosa, al fine di poter vivere felice, non è importante.

Alcune persone possono monopolizzare attraverso il possesso di un sacco di cose, che non usano nemmeno, nonostante il fatto che altri sono privi di queste. Le cose non vengono prodotte quando coloro che hanno bisogno di queste non hanno soldi. Se le cose non possono essere vendute bene, spesso vengono distrutte, anche se potrebbero essere necessarie. Quando si trovano in eccesso di offerta non redditizia, ad esempio, i cereali vengono bruciati, in modo che i prezzi non scendano.

Anche gli animali possono essere trasformati in una merce. “Gli animali della fattoria” possono essere mantenuti in vita con un costo minimo ed essere sfruttati: il massimo profitto da una creatura vivente che non può resistere. Nella produzione di carne l’uccisione di animali crea solo il valore aggiunto. In altri prodotti animali la macellazione è la conseguenza economica, una volta che l’esistenza, ad esempio, di vacche da latte o di galline che fanno uova non è più redditizia ad un punto di massimo. Animali umani e non umani sono sfruttati e uccisi. Questo non può in alcun modo essere equiparato, ma respinto in entrambi i casi.

Noi non ci abbassiamo sullo scambio verbale. Questo è importante, ma non basta. Le condizioni attuali sono molto più distruttive da qualsiasi attacco incendiario sulla proprietà. Le condizioni sono estremamente miserabili per la maggior parte degli organismi viventi, e devono essere combattute radicalmente. Non importa quanto buono lo stato sociale ama presentarsi, o quanti centimetri quadrati di carne di pollo o maiale sono a disposizione della gente, questo non cambia il fatto che l’organismo vivente di per sé è visto come niente di più che il suo utilizzo nella creazione di valore aggiunto. In questa fabbrica/fattoria i polli vengono ingrassati per Rothkötter. Rothkötter e Wiesenhof sono le più grandi aziende del settore del pollame in Germania.

Ci sono molte altre fabbriche di allevamento in ​​cui gli animali vengono tenuti.

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Atene: Prossimi eventi di solidarietà per Villa Amalias (occupazione assediata dai sbirri)

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Sul manifesto si legge:

Nessuno ci può privare di ciò che è già nostro

Giovedì, 27 Dicembre
Evento a Piazza Victoria alle 17.00
– Il gruppo teatrale “Tsiritsantzoules” esibirà il Mistero Buffo di Dario Fo
– Proiezioni video da e per l’occupazione Villa Amalias

Sabato, 29 Dicembre
– Manifestazione in solidarietà con Villa Amalias, a partire da Propylea (in Via Panepistimiou) alle 12:00
– Concerto di solidarietà in Piazza Monastiraki alle 16.00 con Waxing Gibbous, Propaganda e Chimeria Narki

Occupazione Villa Amalias PER SEMPRE

RadioAzione: “In ogni caso nessun rimorso”

solidarity is our weaponIn questi ultimi mesi, nonostante le innumerevoli inchieste e processi a danno di tantissimi compagni anarchici in tutto il mondo, la solidarietà verso i compagni detenuti ha fatto un bel salto di qualità. Settimane di azioni e solidarietà si susseguono oramai da mesi e la “solidarietà” inizia a non essere unicamente un termine scritto. Non solo la F.A.Informale, ma tante altre sigle a volte anche momentanee all’azione hanno fatto sentire la loro solidarietà; la loro voce attraverso il frastuono della polvere esplosiva…attraverso il calore delle fiamme che ha visto ardere numerosi cardini, simboli e pilastri degli stati-capitale in tutto il mondo.

Ma, almeno per quanto riguarda l’Italia, tutto questo rumore viene un po’ nascosto, evitato, messo a dovuta distanza da parte di chi redatta giornali, siti e blog. Sarà la paura di essere coinvolti in chissà quale inchiesta futura, sarà per altri motivi, sarà…sarà…sarà che molto spesso è meglio parlare di lotte “lontane” o più “presentabili” che mettere bocca o prestarsi alla divulgazione di scritti, rivendicazioni ed azioni avvenute sul proprio territorio. Alcuni compagni detenuti sembrano essere fondamentali da supportare…altri sembrano tenuti a distanza perchè hanno la “peste”. Almeno per quanto riguarda RadioAzione si preferisce dare la solidarietà a tutti, anche con i meno affini, la complicità con pochi senza aver paura di farsi “appestare”. Se si pensa che si rischia di meno parlare di lotte meno radicali, allora si pensa male(guardare agli anni di carcere appioppati per il G8,ai mesi di arresti cautelari per le manifestazioni contro la T.A.V.).

A Giugno l’inchiesta “Ardire” della Procura di Perugia ha portato all’arresto di molti compagni. Gli intenti erano due:

-Evitare la scarcerazione di Marco Camenisch ed ostacolare il trasferimento di Gabriel Pombo da Silva.
-Mettere a tacere con la galera chi aveva dato eco ad azioni e scritti attraverso un blog.

Che poi vari sostituti procuratori della repubblica se la vogliono raccontare, con tanto di fantasiosi contorni, per far si che vengano firmate decine e decine di custodie cautelari…beh quella è una storia nota, ed onestamente non è lavoro di chi scrive queste due righe di andarlo smontare; in più non interessa entrare nelle teste dei nostri aguzzini. Interessa, invece, non retrocedere di un millimetro ma fare sempre un centimetro in più in avanti!

Il blog di RadioAzione fino a qualche mese fa veniva aggiornato si ma non nella quotidianità che lo si fa da qualche mese a questa parte. Le “Dirette d’Azione”non avevano una frequenza fissa, ma attraverso il blog si faceva sapere agli interessati il giorno e l’ora in cui fossero andate in onda.

L’operazione ”Ardire”,in particolare, ha reso la necessità di cambiare qualsiasi piano e progetto sia per il blog che per le dirette radio. Con mille tripli salti mortali si cerca di tenere aggiornato il blog nella quotidianità costruendo e mantenendo rapporti con tantissimi altri compagni in tutto il mondo; le dirette radio(Dirette d’Azione) da una a settimana sono diventate due, fisse negli stessi giorni e stesse ore. Ma la cosa molto più importante, almeno per chi porta avanti tale progetto, è quella di aver dato voce, fino ad ora e fino alla fine, ai compagni detenuti(ovviamente con scritti più affini), eco alle azioni dirette ed alle sue rivendicazioni alla faccia di qualche “Comodi-no” che vorrebbe diventare un “Comò” ma che alla fine si trasformerà in una scarpiera piena di scarpe da cui prenderà solo calci nel culo.

Quindi RadioAzione continuerà a dar voce e a far eco alle lotte radicali contro l’esistente, senza alcun problema, nessun tarlo, nessuna preoccupazione. Galera, domiciliari e molte inchieste non sono riuscite nell’intento di piegare le mie idee…figuriamoci se ci riesce la”minaccia” che potrebbero ritornare.

E nel caso…? Da quando ho capito cosa voglio ho sempre tenuto in mente una frase:

“In ogni caso, nessun rimorso”.

Solidarietà con tutti i compagni detenuti nel mondo!
Complicità con pochi!
Fuoco Alle Galere, Liberiamoli tutti!
Per l’insurrezione, per l’anarchia!

December 2012 A.M.(After Maya)
RadioAzione

Galles: Militanti di Cardiff agiscono in solidarietà con i compagni in Francia

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Diversi attivisti militanti di Cardiff si sono riuniti il ​​18 Dicembre per mostrare solidarietà con il richiamo per la solidarietà internazionale con le manifestazioni della Giornata dei Diritti Umani in Francia e l’Europa nord-occidentale il 10 Dicembre, e le manifestazioni del Dicembre che continuano nella ZAD (vicino a Nantes , Loire-Atlantique) e nelle principali città francesi come parte della Giornata Internazionale dei Migranti del 18/12. Il blocco di Cardiff proveniva da gruppi tra cui il No Borders Galles del Sud, l’ABC di Cardiff, la nuova rete degli occupanti di Cardiff, e un sito locale di viaggiatori, così come molti gruppi che erano venuti insieme per la Giornata dei Diritti Umani per chiedere la fine sugli attacchi contro i migranti, i Rom e i senza tetto.

I striscioni del ​​gruppo comprendevano dichiarazioni come “Contro la repressione della polizia”, ​​”Nessuno è illegale” e “Noi siamo ingovernabili” e i militanti li hanno usati per bloccare l’ingresso del consolato francese, un’atto simbolico contro le azioni dello stato francese che sta bloccando le normali attività delle persone e dei movimenti (per non parlare dei diritti definiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, inclusi gli articoli 2, 7, 9, 12, 13, 14, 17, 20, 25 e parti di molti altri).

Il gruppo è stato assemblato proprio mentre il sole stava tramontando, al nord-est della capitale gallese, ed ha allegato volantini al cancello del consolato, strappando un simbolo nazionale dalle colonne del cancello. I volantini, che riproducono il richiamo dei compagni francesi dal 10/12 in inglese, francese, arabo e gallese hanno anche mostrato il peggio della repressione francese a Calais e alla ZAD. Erano incluse anche immagini che affermando la nostra solidarietà ai senza documenti e ai militanti che combattono contro l’aeroporto e affrontano la repressione sulle loro case e la lotta alla ZAD.

Dopo aver consegnato alcuni di questi volantini attraverso la cassetta delle lettere del consolato ed aver deciso che il messaggio del gruppo era stato inviato col raduno, abbiamo anche inviare questo messaggio alle autorità a Calais e dovunque le autorità francesi sono state coinvolte nella repressione pesante.

Il mondo sta guardando. Siamo in tanti. Siamo solidali con coloro che fanno il richiamo in Francia, e chiediamo a tutte le autorità di:

– Terminare gli sfratti agli immigranti, i Rom, i senza tetto e gli occupanti

– Reinsediare gli abitanti dei quartieri poveri in termini definiti in consultazione con i residenti, le associazioni e le comunità locali

– Terminare l’uso della violenza della polizia contro le comunità.

in inglese

Genova, Italia: Dopo lo sgombero di Giustiniani 19

giustiniani 19Liberarci tutti!

Mercoledì 12 dicembre 11 compagni hanno ricevuto la notifica di una serie di misure cautelari (4 arresti domiciliari, 7 obblighi di firma giornalieri), nominalmente per atti compiuti durante lo sgombero di Giustiniani 19 avvenuto il 7 agosto. Le misure vengono date non in quanto “sanzione” dei reati commessi, ma come “prevenzione” di reati ancora da compiere: si tratta infatti di misure cautelari preventive, disposte per impedire la reiterazione del reato e per “sorvegliare e punire” coloro che dimostrano di avere un comportamento che non può essere “corretto” altrimenti.

Diciamo “nominalmente” perchè, da una parte, gli atti di cui si parla, gli atti per cui si sottrae la libertà alle persone e si sottraggono le persone ai propri compagni sono… cosa? Si parla di sputi, cori, insulti… addirittura il lancio di pericolose bottigliette d’acqua! Atti criminosi della peggior specie, che rivelano quello che sembra essere il delitto più efferato di tutti: resistere. Resistere allo sgombero, resistere alla polizia, alla violenza dello Stato. Un altro reato ignominioso si profila: ribellarsi, esprimere la propria rabbia e la propria determinazione.

Ma nell’Italia del 2012, in questo terreno che vorrebbero pacificare e sedare, quando prendon vita i semi del dissenso bisogna diserbare: sradicare le persone dalla loro vita e dalle loro pratiche. Dalle loro passioni e dai loro affetti.

Diciamo “nominalmente” anche perchè queste accuse non sono che un chiaro pretesto che maschera, e neanche tanto bene, la realtà che si nasconde dietro questa mossa repressiva. Una realtà espressa senza mezzi termini dalla notifica stessa, che elenca nei minimi particolari i “curricula” delle persone incriminate, tracciando un minuzioso profilo psicologico di quei soggetti che rappresenterebbero una minaccia per il quieto vivere della società.

Digos, questura e magistratura si sono unite di buon grado per questa manovra epuratrice, per questa eugenetica del conflitto: eliminare i devianti, storpiare le lotte, cercare di riuscire finalmente a far tacere le voci dissonanti. Poco importa che l’intera manovra sia stata costruita ad arte, sproporzionata rispetto alle misure cautelari imposte. Quel che conta è colpire e disgregare le realtà che si stanno muovendo nelle varie situazioni di conflitto: occupazioni, Terzo Valico, NoTav, contro tutte le situazioni di oppressione che quotidianamente ci troviamo davanti.

Viviamo in un mondo dove regna il capitale, dove chi non ha non è, dove la scelta è fra morire di fame e morire di lavoro: e chi dice di no, chi si ribella, chi cerca di costruire momenti liberi dalle relazioni quotidiane di sopraffazione che subiamo tutti giorni viene allora colpito drasticamente. Il messaggio è chiaro: accettare la dose di merda giornaliera o subire la punizione. Punizione che viene con grazioso eufemismo chiamata “misura afflittiva”, l'”afflizione” costituendo nella limitazione, più o meno “blanda” (come dicono loro) della libertà. Ma questa libertà non ci viene tutti i giorni negata, limitata… afflitta? Non è questa misura la conferma palese ed esplicita della realtà in cui viviamo, della società carceraria che ci circonda, dove ognuno è rinchiuso nel suo piccolo recinto fatto di lavoro alienante (chi ce l’ha), di affitti da pagare, di lotta per la sopravvivenza…? Noi non vogliamo lottare per sopravvivere, vogliamo lottare per vivere.

Quello che qui si vorrebbe far passare è una spoliazione del valore ideale e materiale del nostro agire: come se la nostra, presunta o meno, commissione di reati si avvicini alla patologia, visto che si giustifica la misura sostenendo che “gli indagati non sono in grado di trattenersi dal delinquere”.

Il problema è che se delinquere è resistere ad uno sgombero (peraltro davvero poco efficacemente), resistere o reagire alla violenza poliziesca, dire “assassini” e “servi” a degli assassini e dei servi, cacciare razzisti e fascisti di varia sorta dai luoghi in cui abitiamo, occupare case per vivere e sottrarsi alla rapina dell’affitto e spazi per incontrarsi e autorganizzarsi, se delinquere é solidarizzare con altri compagni detenuti o con gli immigrati reclusi, bloccare il traffico o le stazioni quando lo Stato occupa militarmente un’intera valle col proposito di violentarla, bloccare fisicamente l’arroganza di chi vuole espropriare case e terreni per opere devastanti….se tutto questo significa delinquere, se resistere significa essere criminali, diciamo chiaramente che i “moniti” punitivi e pseudoeducativi della Procura non serviranno a nulla.

Diciamo chiaramente che continueremo a resistere ma anche che di fronte alla situazione sociale che viviamo, resistere non basta più. Occorre imparare a difendersi e praticare la solidarietà. Occorre immaginare come costruire momenti di rottura e percorsi di liberazione, condividerli, estenderli, generalizzarli. Percorsi dove tutti ed ognuno, in autonomia e libertà, possano trovare il proprio spazio e dare il proprio contributo. Occorre combattere.
Che nessuno si trattenga.

Solidarietà a tutti gli inquisiti.
Libertà per Francesco.
Libertà per Sofia, Enrico, Mattia, Christian.

compagne e compagni solidali

È stato celebrato un presidio solidale lo scorso mercoledì (19 dicembre) in piazza San Lorenzo, Genova

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco incendiario alla filiale dei servizi comunali a Sepolia, in solidarietà con l’occupazione di Villa Amalias

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Nelle prime ore del mattino di Venerdì 21 Dicembre abbiamo posizionato un ordigno incendiario composto da cinque bombole di gas sulla facciata dell’edificio dei KEP (il cosiddetto Centro Servizi dei Cittadini), che si trova all’incrocio delle Vie Dyrrachiou e Amvrakias, nel distretto di Sepolia.

Eravamo armati con rabbia e consapevolezza relativa alle ultime mosse del nemico di classe contro l’ambiente anarchico/antiautoritario, e in particolare dal ministro fascista della Repressione Civile, alias ministro dell’Ordine Pubblico Dendias, e i suoi soci, il Primo Ministro Samaras e il sindaco di Atene Kaminis, che hanno invaso l’occupazione di Villa Amalias.

Con questa azione diretta, abbiamo dimostrato la nostra solidarietà con l’occupazione anarchica di Villa Amalias e gli otto compagni perseguiti, che si sono tenuti nelle segrete infernali del quartier generale della polizia di Atene. Abbiamo preso di mira il KEP perché appartiene alla giurisdizione del comune di Atene, che ha avuto un ruolo di primo piano nel caso dell’evacuazione prevista dell’occupazione.

Avvertiamo coloro che hanno contribuito a questo specifico attacco che questo era solo l’inizio.

RITIRO IMMEDIATO DELLE FORZE DELLA REPRESSIONE DALL’OCCUPAZIONE

Anarchici Infuriati

Santiago, $ile: Conflitti in memoria di Matías Catrileo

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Martedì, 11 Dicembre un gruppo di circa 20 incappucciati sono usciti dall’Università di Arte e Scienze Sociali (ARCIS) per interrompere il traffico sulla Via Libertad, nel centro di Santiago.

Con lo slogan “Matías Catrileo: Ti hanno ucciso lottando, e lottando vendicheremo la tua perdita” e armati con bottiglie di molotov, si sono scontrati con gli organi delle Forze Speciali, vale a dire gli amici di Walter Ramirez, del vigliacco carabiniere della squadra speciale della polizia (Gope) che abbia assassinato Matías Catrileo.

Non dimentichiamo che Matías è stato assassinato a 24 anni, nel corso di una azione di riappropriazione di territori da parte delle comunità Mapuche, e che il 3 Gennaio 2013 si completano cinque dalla morte del compagno in battaglia.

L’azione di quest’anno è stata effettuata, inoltre, dopo il disgusto per la decisione del Segretariato Generale della Repubblica, secondo la quale l’assassino Ramirez possa continuare a servire al corpo dei Carabinieri di Cile.

Un mese fa, il 10 Dicembre, la famiglia di Catrileo e gente solidale hanno effettuato una manifestazione contro l’insabbiamento del caso e l’impunità del poliziotto assassino.

Atene: I 8 arrestati dell’occupazione di Villa Amalias sono stati rilasciati, 24/12/2012

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Striscione di solidarietà a Mytilini (Isola di Lesvos): “Villa Amalias è ognuno di noi. indietro, ruffiani! Avanti compagni!”

I otto compagni, che sono stati arrestati il 20 Dicembre durante il raid della polizia nell’occupazione di Villa Amalias, sono stati rilasciati. Cinque di loro sono stati ordinati di presentarsi in una stazione della polizia locale una volta al mese. Nel raduno di solidarietà presso i tribunali di Evelpidon hanno partecipato quasi 300 solidali. L’occupazione è ancora sotto la guardia della polizia.

Prenderemo Villa Amalias indietro.
Nulla è finito… è solo l’inizio.

fonti: i, ii

Xanthi, Grecia del Nord: Attacco incendiario allo spazio sociale auto-organizzato Xanadu da autori “anonimi”

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Sabato, 22 Dicembre, all’alba, lo spazio sociale aperto Xanadu (operativo dal 2009 nella città di Xanthi) ha subito un attacco fascista.

I fascisti ha tentato di distruggere lo spazio sociale aperto Xanadu con un incendio doloso, causando gravi danni materiali e mettendo in pericolo la vita dei vicini.

Non sono riusciti a distruggere l’edificio. Abbiamo già iniziato i lavori di restauro, in modo che il Xanadu si aprirà presto.

Questo attacco fa parte dell’ampliamento di azioni che mettono nel mirino il Xanadu da parte di specifici agenti parastatali in questo ultimo periodo.

Essi non ci fermeranno, perché non siamo intimiditi da loro.

Continueremo ad essere qui e lottare.

Il Xanadu è composto da tutti noi.

Il collettivo di Xanadu, 22/12/2012

Atene: Brevi aggiornamenti riguardanti la Villa Amalias e gli otto occupanti arrestati

Volantino ritrovato nella città di Livadia: "Solidarietà con Villa Amalias"
Volantino ritrovato nella città di Livadia: “Solidarietà con Villa Amalias”

• Secondo comunicato dei compagni dell’occupazione Villa Amalias, qui

• Breve aggiornamento (in inglese) da una spontanea manifestazione di solidarietà effettuata Giovedì notte (20-21/12) nel centro di Atene, subito dopo l’assemblea anarchica presso l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE), qui

• “Nelle prime ore del mattino (21/12) i sbirri hanno rotto la porta di Villa Amalias in Via Heyden senza la presenza di alcuno dei suoi occupanti. Di solito questo significa che i poliziotti hanno fatto irruzione nel palazzo senza un mandato e stanno ancora violando il locale. Avvertiamo le autorità che qualsiasi danno o compromesso dello spazio occupato sarà risposto immediatamente. Dobbiamo anche ricordare che nessuno ha il diritto di essere all’interno dell’edificio in nostra assenza.”-Villa Amalias

Gli arrestati (sei di origine greca e due di origine tedesca) sono ancora tenuti prigionieri. Oggi, 21/12, sono stati sottoposti a un procedimento preliminare. Gli otto compagni sono arrivati ​​al tribunale di Atene sotto la massiccia presenza della polizia verso le 13.45. Decine di solidali sono stati raccolti presso il tribunale di Evelpidon gli hanno salutati con forti canti e slogan di solidarietà. Per circa due ore, gli otto arrestati sono stati esaminati dal pubblico ministero, che ha proposto che devono essere accusati con il reato della fabbricazione di materiali esplosivi oltre ad alcuni altri delitti. In questo modo, gli imputati sono obbligati di comparire davanti a un giudice istruttore che dovrà decidere il loro rinvio a giudizio. Alle 16.00 è stato riferito che gli otto compagni hanno chiesto più tempo per prepararsi per la loro difesa. La prossima udienza è stata fissata per Lunedì, 24/12/2012 (vigilia di Natale). Fino ad allora, rimarrano rinchiusi nel quartier generale della polizia del Viale Alexandras (GADA).

SONO IN RICERCA DI LEGALITÀ?
UN NATALE NERO È QUELLO CHE AVRANNO!

RILASCIO IMMEDIATO DEGLI OCCUPANTI DI VILLA AMALIAS!

Atene: Comunicato di Villa Amalias 20/12/2012

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IL FUOCO NON CI BRUCIA
IL FUOCO BRUCIA DENTRO DI NOI
SOLIDARIETÀ ALL’OCCUPAZIONE VILLA AMALIAS

 

Oggi, 20/12/2012, la polizia ha invaso la Villa Amalias. Con il pretesto di una denuncia per traffico di droga, con la presenza del procuratore, è stata effettuata una perquisizione. I risultati fanno ridere. Tuttavia il ministro dell’Ordine Pubblico, Dendias, afferma che dagli oggetti ritrovati è dimostrato che la Villa Amalias era un centro di illegalità per 22 anni e, infine, la legge, con la “coraggiosa volontà politica” del Primo Ministro, Samaras, è stata ristabilita.

Con quale acrobazia logica possono essere definite bottiglie di birra vuote “materiali per la fabbricazione di molotov”? In un luogo che contiene sala per concerti di musica e caffè-bar è assurdo che ci sia un gran numero di bottiglie di birra vuote? Cosa vuol dire “materiale infiammabile”? Parlano forse per i liquidi della pulizia della macchina tipografica che funziona nell’occupazione? Possiamo parlare delle maschere antigas, che ogni manifestante che rispetta la sua salute deve avere. Possiamo parlare per i mezzi elementari di autodifesa (petardi, fionde, ecc) in un luogo che è stato più volte attaccato dalle bande paramilitari (incendi dolosi, accoltellamenti, pestaggi), col culmine nel 2008, quando l’allora ministro dell’ordine pubblico Markogiannakis ha visitato i “residenti” di Piazza Pantaleimonas e pochi minuti dopo la sua partenza siamo stati attaccati…

Con il pretesto della perquisizione, tentano di soddisfare un loro costante sogno: l’invasione in uno spazio che per loro è uno dei simboli spaziali di tutti quelli che stanno in piedi con ostilità, verso di tutto quello che rappresenta la sovranità, la dominazione, la sterilizzazione, l’indifferenza, la rassegnazione, la subordinazione. In questo hanno ragione. Questi siamo. Noi e le migliaia dei manifestanti, attivisti, occupanti, scioperanti, i combattenti di strada. Siamo i senza tetto e senza sede, i punk e la gente di strada, i vegetariani e le femministe, quelli che stanno fuori la notte e gli operai, i mendicanti e i sfruttati, le vittime del razzismo e i vendicatori dell’ingiustizia. Il ministro ci ha descritto come uno spazio di illegalità…

E adesso parliamo seriamente. Villa Amalias è una proposta organizzativa che nel periodo del cannibalismo del memorandum ha dovuto essere affrontata. L’attacco del capitale al mondo del lavoro richiede la distruzione di tutte le sue strutture. La svalutazione dei diritti del lavoro ottenuti e dei sindacati, tutte le strutture di solidarietà e di obbedienza, i progetti dell’auto-organizzazione sono nel mirino. L’agenda politica dell’estrema destra che ha prevalso fin dall’inizio della crisi, è iniziata con le dichiarazioni della “bomba sanitaria” del ministro della salute, Loverdos, contro gli scioperanti della fame al palazzo di Ypatias. È continuata con la persecuzione degli immigrati (muro sulla frontiera di Ebros, campi di concentramento, operazione “Xenios Zeus“), il castigo dei tossicodipendenti sieropositivi, assistita dalla violenza dell’estrema destra contro gli immigrati, gli omosessuali, i venditori ambulanti. Le torture contro gli antifascisti del moto-corteo al quartier generale della polizia (GADA) e gli attacchi sulle occupazioni e la repressione brutale di qualsiasi richiesta di lavoro o sociale, non lasciano dubbi sul fatto che l’avversario ha costruito un blocco solido contro il quale dobbiamo resistere.

Siamo per 22 anni in un edificio che era stato abbandonato da decenni. Lo conserviamo e gli diamo vita. Siamo un’occupazione che ha sempre le porte aperte a gruppi, persone e progetti che promuovono la cultura anti-commerciale, la dignità umana, le lotte sociali, antifasciste e di classe. Villa Amalias dà un duro scontro non per proteggere quattro muri, ma i desideri, i sogni e le speranze per una vita più libera per tutti.

Invitiamo tutti coloro che trovano una parte di se stessi nel lungo funzionamento dell’occupazione di dare con noi questa battaglia cruciale.

In questo mulino i boia-Don Chisciotte attaccano, mentre in realtà sono in caccia di idee. Queste sono i spazi dell’illegalità per loro. Sono in caccia di chimere e raccoglieranno incubi.

 RILASCIO IMMEDIATO DEGLI OCCUPANTI DI VILLA AMALIAS

 

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Atene: Annuncio dei compagni dell’occupazione Villa Amalias, 20/12/2012

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Oggi, 20 Dicembre 2012, alle 07:00 del mattino le forze della polizia hanno fatto irruzione all’occupazione Villa Amalias. Il pretesto per questa esibizione del potere oppressivo è stato una “denuncia anonima” alla polizia.

Otto compagni (sei greci e due stranieri) che si trovavano all’interno dell’occupazione sono stati arrestati e portati al quartier generale della polizia del Viale Alexandras (GADA), dove sono tuttora detenuti.

Dei compagni che sono venuti alla zona in solidarietà con gli occupanti sono stati arrestati dalle unità motorizzate della repressione, mentre lo stesso è successo ad altri compagni che sono stati catturati all’interno del Municipio di Atene, in via Liosion, dove erano andati a fare un intervento contro il sindaco della repressione Giorgos Kaminis. (Questi ultimi sono stati rilasciati dopo un po’.)

Dal primo momento dell’operazione, decine di compagni sono stati riuniti fuori dall’occupazione; rimaniamo sulla Via Acharnon fino a questo momento chiamando alla solidarietà.

Sindaci e ministri mettevo bene in testa: nemmeno nei vostri sogni più selvaggi non potete prendere la Villa Amalias da noi.

Tenete le mani giù dall’occupazione!
Liberazione immediata dei nostri compagni!

Occupazione Villa Amalias
Via Acharnon 80 e Via Heyden.

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Fino le 15,30 (GMT +2) l’occupazione non era stata sigillata, e la perquisizione della polizia era in corso in presenza di un pubblico ministero ed un testimone da parte degli anarchici. Circa 200 persone in solidarietà erano ancora riuniti davanti all’occupazione, che ha esistito e resistito già da molti attacchi repressivi nel corso di 22 anni.

La polizia greca ha temporaneamente sfrattato gli occupanti più volte in passato, ma Villa Amalias è sempre stato (ri)occupata. Si deve sottolineare che l’edificio è stato costruito nel 1860 circa, e dal 1990 è stato mantenuto solo grazie all’azione autonoma degli occupanti stessi e di molti solidali. I compagni di Villa Amalias hanno dichiarato in numerose occasioni che sono consapevolmente opposti agli sfruttatori, i seguaci, i protettori e i capi del narcotraffico di qualsiasi nazionalità nei quartieri del centro, lottando costantemente contro la violenza fascista e razzista in modo da promuovere la convivenza interculturale e l’auto-organizzazione.

L’occupazione anarchica più vecchia di Atene, Lelas Karagianni 37, ha fatto un richiamo per solidarietà urgente con Villa Amalias, chiedendo anche l’immediato rilascio di tutti gli arrestati del giorno.

Si ricorda che per accesso più facile al raduno di solidarietà si raccomanda la Via Acharnon, visto che gli squadroni anti-sommossa sono in agguato per le strade circostanti. Inoltre, oggi tutto il personale dei servizi di treni, metropolitana e tram è in sciopero, il che significa che circolano solo i trofei e gli autobus.

Da circa mezzogiorno, annunci di solidarietà riguardanti l’operazione contro Villa Amalias sono stati trasmessi attraverso un sistema audio ad alto volume sulla Via Patission dai compagni dell’occupazione Skaramaga.

Inoltre, dalle prime ore del mattino, molti altri collettivi anarchici, occupazioni e individui in tutta la Grecia hanno inviato il loro appoggio incondizionato a Villa Amalias. Alcune azioni di contro-informazione che si terranno questa sera, entro il 17-18.00, sono annunciate alle città di Salonicco, Veria, Patrasso e Heraklion (Creta), con sicuramente molte di più a seguire…

Tutti sulle strade! Villa Amalias rimarrà!

Un’assemblea è stata chiamata per ore 20.00 presso l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE) sulla Via Patission per ulteriori aggiornamenti e azioni di solidarietà dopo l’invasione della polizia all’occupazione di Villa Amalias.

Russia: Testi anarchici sono stati aggiunti per la prima volta negli elenchi federali per il divieto di materiale estremista

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Nel Novembre del 2012 la lista dello stato per il materiale estremista pubblicato ha incluso 64 nuove registrazioni, tra cui si distingue anche il discorso anarchico sovversivo, per la prima volta nella storia moderna della censura nella Federazione Russa.

Sulle nuove registrazioni dal n° 1513 fino al 1518 si trovano legami del sito anarchico Blackblocg.info, dove sono inclusi richiami verso azioni radicali dirette e descrizioni di alcuni modi per la loro realizzazione.

Tutti questi testi, che risalgono dal 2011, sono stati aggiunti a questo elenco in base ad una decisione del giudice del distretto di Meshchansky di Mosca, che era stata rilasciata il 3 Agosto 2012. Questa è la prima volta che testi anarchici vengono aggiunti alla lista federale dei materiali estremisti vietati a causa del loro contenuto, che contiene per di più riferimenti nazionalisti e islamici – con tutto ciò che questo potrebbe comportare.

Avtonom.org, 15 Dicembre 2012.

fonti: i, ii

[Nuovo processo per il caso CCF] Comunicato dai fuggiaschi Dimitris Politis e Giannis Michailidis

Di seguito è riportato il testo integrale della lettera dei compagni (13/12/2012)

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Parliamo in occasione del processo contro l’organizzazione rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco, perché ci capita di essere ricercati per questo caso.

No, non stiamo facendo alcun appello ai rappresentanti giudiziari del Potere. Non ha senso di indirizzarci ai nostri nemici. Facciamo appello ai nostri compagni, nel senso stretto e più ampio del termine. Cerchiamo di incontrarci con ogni scintilla ribelle nelle anime delle persone che si sentono, proprio come ci sentiamo noi, annegati nei contratti imposti dal sistema.

Vogliamo chiarire in primo luogo che non siamo membri dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco, non per rinunciare a nessuna delle nostre responsabilità legali, ma per evitare l’identificazione del nostro discorso politico con il discorso dell’organizzazione, dato che manteniamo i nostri disaccordi. Naturalmente, restiamo impenitenti sulla la nostra scelta di sostenere e di fatto essere sostenuti dai compagni della CCF, e la nostra scelta di partecipare attivamente alla lotta anarchica.

In ogni caso, siamo nemici della loro giustizia, ed è solo ragionevole che dobbiamo essere trattati come tali.

Come anarchici, siamo ostili al sistema giudiziario e allo Stato nella sua interezza. Quindi, ogni accusa contro di noi è anche un titolo d’onore. Naturalmente, eravamo clandestini ancora prima che lo Stato ci ha dichiarati come tali, siccome avevamo messo in dubbio ed avevamo respinto la validità delle sue leggi molto tempo fa, rompendo con esso apertamente e segretamente. Abbiamo scelto di non rispondere al dilemma della “legalità o clandestinità”. Dopo tutto, l’azione rivoluzionaria non può essere definita come un atto autorizzato dalla legge. Se la legge riuscirebbe ad assimilarlo, perderebbe il suo vero significato. Continue reading [Nuovo processo per il caso CCF] Comunicato dai fuggiaschi Dimitris Politis e Giannis Michailidis

Germania e Italia: Prigionieri anarchici conducono uno sciopero della fame in solidarietà con Marco Camenisch, che è ancora detenuto nelle prigioni svizzere

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RadioAzione informa che, a partire dal 15 Dicembre, il compagno imprigionato Gabriel Pombo Da Silva è in sciopero della fame in solidarietà con l’anarchico Marco Camenisch, che si trova ad affrontare ancora un altro procedimento a partire da zero per quanto riguarda la sua richiesta per la libertà condizionale.

Gabriel sarà in sciopero nella prigione di Aachen, in Germania, fino al 21 Dicembre. Poi sarà il turno della compagna Elisa Di Bernardo, che è detenuta nel carcere di Rebibbia, in Italia. Lei condurrà uno sciopero della fame nella settimana dal 22 al 29 Dicembre. Si è in attesa della conferma di un terzo turno, che probabilmente includerà uno sciopero dal compagno Sergio Maria Stefani, rinchiuso nel carcere di Alessandria, in Italia.

Come Gabriel abbia già suggerito, lo sciopero di solidarietà può essere proseguito anche nel mese di Gennaio 2013, se altri compagni in prigionia sono disposti e in grado di partecipare a questa protesta per la liberazione immediata di Marco.

Elisa (redattore di Culmine, insieme al prigioniero Stefano Gabriele Fosco) e Sergio sono tra gli otto compagni che sono sottoposti in custodia cautelare nel contesto della “Operazione Ardire” audacia. Questa montatura particolare anti-anarchica è stata avviata dallo Stato italiano nel Giugno 2012, e coinvolge Marco e Gabriele, anche, tra gli altri.

A tutti i compagni al di fuori delle mura della prigione, che vogliono sentirsi vicinanza con Marco e gli altri anarchici detenuti: fate proprio questo; lasciate che la solidarietà con i compagni imprigionati brilli.

Forza ai prigionieri in lotta!

Indonesia: Scarcerato Il compagno anarchico Eat

ultraegoistNei primi di Ottobre 2011, gli anarchici Reyhart Rumbayan (Eat) e Billy Augustan sono stati arrestati con l’accusa di incendio doloso ad un bancomat. Inoltre, un mandato di arresto è stato emesso contro K., che è ancora a piede libero- auguriamo che il compagno rimanga per sempre libero!

Eat e Billy, selvaggi ed orgogliosi membri della Long-Live Luciano Tortuga Cella (Federazione Anarchica Informale-Sezione Indonesia), hanno rivendicato la responsabilità per l’attacco. Poi sono portati in giudizio, e rimasti in carcere per poco più di un anno.

Entrambi i compagni sono tornati sulle strade: Billy è stato rilasciato dal carcere nel mese di Novembre, mentre Eat è stato rilasciato in libertà vigilata nel mese di Dicembre. Gli auguriamo tutto il meglio.

Rio de Janeiro, Brasile: Festa di strada contro il coprifuoco della polizia

Mercoledì 5 Dicembre 2012, gli abitanti della favela Borel (Morro do Borel, occupata dal 1921 a Rio de Janeiro), sono usciti sulle strade in uno sforzo collettivo per rompere il coprifuoco che i poliziotti della UPP locale (“Unità di Pacificazione della Polizia”) hanno imposto nella zona dal 28 Novembre. Questa particolare unità repressiva, che è stata fondata nel Novembre 2008, ha come obiettivo ufficiale il recupero del controllo statale sulle comunità che un tempo erano sotto il controllo dei capi del narcotraffico. È ovvio che questa presunta guerra alla droga non è altro che un pretesto, mentre l’obiettivo è la presenza permanente di bande pesantemente armate in divisa che saccheggiano le favelas e spingono in avanti la gentrificazione urbana e la “pulizia igienico-sanitaria” delle zone occupate, tutto questo a beneficio delle grandi imprese di costruzioni, anche in vista della Coppa Mondiale 2014 della e le Olimpiadi dell’estate del 2016 in Brasile (vedi qui).

Nella lunga lista della violenza dello Stato quotidiana e gli omicidi nei confronti delle persone delle aree degradate, è stato aggiunto di recente l’assassinio a sangue freddo del 18enne Mário Lucas Souza Pereira Vianna. È stato ucciso nella sua casa dai sbirri che hanno fatto irruzione nella all’alba del 26 Novembre. Sono stati identificati come membri del 4°gruppo operativo militare della polizia nel quartiere Fazendinha, che ha invaso il Complexo do Alemão- un gruppo di favelas a nord di Rio de Janeiro, dove le UPP prevalgono pure.

In queste circostanze altamente militarizzate, dove il coprifuoco totale dopo le 21.00 significa che a nessuno è permesso di uscire dalle loro case, dove le feste di strada con musica funk sono state vietate dal Giugno 2010- lo stesso tempo quando la UPP locale è stata stabilita nella favela Borel- i residenti hanno deciso di resistere e sfidare apertamente lo stato di emergenza. Con lo slogan “Occupy Borel” (ispirato al movimento Occupy in tutto il mondo), persone si sono riunite in un primo momento alla Via São Miguel e poi hanno sfilato e ballato attraverso la favela. La loro destinazione finale era il Terreirão, una località in cui tradizionalmente la comunità si riunisce e celebra le sue feste.

I poliziotti erano chiaramente incazzati da questa riappropriazione dello spazio pubblico che il popolo delle favelas e i solidali provenienti da altre parti della città avevano organizzato, ma hanno evitato qualsiasi confronto violento. La tradizione di mobilitazione di primo piano nella comunità di Morro do Borel risale al 2003, quando, dopo l’esecuzione di quattro giovani dagli assassini in divisa della polizia militare brasiliana una serie di azioni si sono svolte, arrivando al culmine con una grande manifestazione per le vie principali di Rio sulla zona settentrionale di Tijuca.

Questo articolo è una sintesi dai comunicati (1, 2), della Rete delle Comunità e dei Movimenti contro la Violenza attraverso Indymedia Brasile.

Barcellona: Testimonianza di Ester Quintana, manifestante che ha perso un occhio dalla brutalità della polizia il 14 Novembre 2012

29 Novembre —premere il tasto cc per attivare i sottotitoli in inglese

Ester Quintana, 42 anni, ha perso un occhio dall’impatto di un proiettile sparato dalla Mossos d’Esquadra (la polizia anti-sommossa Catalana) durante lo sciopero generale del 14 Novembre nella città di Barcellona. La sua versione contraddice frontalmente le dichiarazioni del ministro per gli Affari Interni Catalano, Felip Puig.

Il vostro contributo è molto importante per Ester: Se siete stati nella zona di Passeig de Gràcia tra la Gran Via e da Plaza Catalunya (calle Casp) il 14 novembre dalle 20.30 alle 21.00 circa (ora locale), o avete visto qualcosa di rilevante per il caso da una finestra o dal balcone di un appartamento, siete pregati di contattare Ester, i suoi parenti e gli amici immediatamente a: animsester@gmail.com

Grecia: Assunzione di responsabilità per la distruzione degli uffici dell’Alba Dorata nella città di Volos, 11/12/2012

DISTRUGGETE I FASCISTI

Assumiamo la responsabilità per la distruzione della filiale della compagnia paramilitare “Alba Dorata” in Via Skenderani all’alba di Martedì.

Questo specifico “negozio”, sostenuto e responsabile dinanzi all’amministrazione dello Stato, è il buco in cui i fascisti si sentivano al sicuro con la regolare presenza della polizia.

È ormai inutile analizzare le cause di un attacco all’Alba Dorata. Hanno fatto e faranno il loro lavoro sporco, dove lo Stato ufficiale trova difficoltà, e sono nello stesso tempo gli scagnozzi di una parte della società greca razzista, la quale alimentano con spettacolo. Apertamente sostengono coloro che gli aiutano (proposta dell’Alba Dorata per l’esenzione fiscale degli armatori dal nuovo memorandum).

La scelta di far apparire l’Alba Dorata come un fattore della vita quotidiana è stata favorita attraverso i media con la loro promozione quotidiana, sia positiva che negativa, (nella cronaca, alle notizie, ma anche alle trasmissioni pomeridiane di lifestyle per toccare l’interesse di un numero maggiore di bidoni piccoli e medio-borghesi). Come in ogni altro caso in cui c’è una polarizzazione sociale, il sistema democratico giocherà con tutti gli strumenti ed userà le sue riserve fasciste. Inoltre, le agende della maggior parte dei partiti della scena politica centrale non differiscono, il discorso fascista viene espresso dai liberali, dai “socialisti” e da ogni sorta di cagnaccio politico patriottico. Gli attacchi fascisti agli immigrati vengono legittimati alla fine dal discorso istituzionale del Potere e dalla sua espressione pratica, i campi di concentramento.

Parallelamente, la promozione degli albadorati ha aperto il vaso di Pandora per il conservatorismo e il fascismo di un numero sempre più grande di pezzi della società. La legittimità politica che gli è stata data attraverso i risultati elettorali il peggio che può fare è quello di sfatare alcuni pretesti rimanenti. Nel prossimo periodo vedremo ogni depresso vomito razzista/fascista e favorevole alla dittatura di esprimersi. La folla degli elettori e di quelli che applaudano l’Alba Dorata non ha alcun alibi di frustrazione e di inganno, come vuole credere la sinistra (e non solo), indipendentemente dal fatto che le sue motivazioni non sono sempre ideologiche. Chi si discosta dagli standard “ellenici” entra nel mirino tanto con il discorso pubblico dominante e con le azioni repressive della polizia, in compagnia con i fascisti.

La nostra azione antifascista non può essere basata su una richiesta di rispetto alla legalità che viene promossa dalla sinistra, la quale risponde agli attacchi violenti con denunce. È importante per noi di debellare i loro gruppi squadristi dalle strade, perché sono gl’inizio del fascismo, sono quelle che aggiungono prestigio e potenza in una massa vile. In ogni caso abbiamo sempre visto estremisti della destra nel Parlamento, la differenza dell’Alba Dorata è che eccita il suo pubblico con la violenza e col presunto anticonformismo / illegalità, e cerca in questo modo di dominare lo spazio (nelle piazze, nei quartieri, ecc.)

Nella città di Volos non lasceremo nemmeno un centimetro nella propaganda fascista. La ristrutturazione che abbiamo effettuato nella loro baracca non deve essere vista come qualcosa di speciale. È un gesto nobile verso la nostra dignità inferita, un momento nella continuità della guerra. Non vogliamo rispondere politicamente al populismo dei papponi dell’Alba Dorata. Vogliamo sbarazzarsi dalla puzza di questi maiali, di assumere un’azione di attacco, di distruggerli in emulazione di coloro che desiderano DNA ellenici, nazioni pulite, la Grande Grecia e gli imigranti nei campi di concentramento.

PS.1: Il “simpatizzante, ma non membro” Zenon Manthogiannis ha presumibilmente incassato con salari agricoli, secondo le dichiarazioni del suo avvocato, le commissioni che faceva per l’Alba Dorata. Sembra, che la tattica abituale dell’Alba Dorata di neutralizzare i suoi membri per varie ragioni resiste ancora dagli anni ’80, con infiniti “allontanamenti”, informazioni alla polizia e pulizie interne. Il “poveraccio” è stato arrestato con due complici “ignoranti” poco prima di attaccare con bombe molotov una sala di preghiera musulmana. Auguri per le paghette stronzo, ora batti la tua testa contro il muro… per iniziare a abituarti.

P.S.2: Saluti ai combattenti antifascisti a Xanthi, Heraklion, Agrinio, Alimos, Aspropyrgos e in tutto il paese.

Iniziativa per l’apertura di un pozzo [per gettare i fascisti] a Volos

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Prigioni greche: L’anarchico Andrzej Mazurek, che era stato l’ultimo detenuto della rivolta del Dicembre 2008, è stato estradato in Polonia

Testo di solidarietà da altri detenuti in Grecia

Il 7 Dicembre 2012 l’ultimo pezzo dell’azione penale riservata dallo Stato Greco contro l’anarchico Andrzej Mazurek è stato svolto. Andrzej è stato arrestato nel Dicembre del 2008 per il suo coinvolgimento nella rivolta. Dopo quattro anni di prigionia nelle carceri greche, le autorità greche e polacche hanno dimostrato un zelo notevole nelle rispettive procedure e lo hanno consegnato alla Polonia, dove sarà tenuto prigioniero visto che sia stato trovato colpevole di accuse che sono sorte solo dopo il suo arresto ad Atene.

Questi quattro anni di reclusione del compagno sono una applicazione pratica della dottrina anti-insurrezionale che lo Stato greco ha adottato dopo l’esplosivo Dicembre 2008. Il tempo che Andrzej abbia trascorso in carcere era sproporzionato con i termini della sua condanna (la quale è scesa ad otto anni di carcere da quando alla Corte d’Appello), ma anche rispetto al resto delle pene detentive che erano state imposte e scontate dai partecipanti alle rivolte. Tuttavia, questo fatto rivela anche la ricerca ardente del Potere di inviare un messaggio chiaro sia all’interno che all’esterno dei suoi territori. Chi potrà mai dimenticare i proclami del governo e delle sue fogne giornalistiche per quanto riguarda gli “anarchici che vengono dall’Europa per distruggere la Grecia”, dichiarazioni che esprimevano la paura, ma anche la volontà di schiacciare la solidarietà internazionale che era stata sviluppata.

Allo stesso tempo, la storia della prosecuzione contro Andrzej-che ha portato alla sua estradizione con una procedura sommaria, dimostra la coerenza transnazionale repressiva verso il nemico interno. Nello stesso tempo, che gli stranieri rimangono in qualche prigione o qualche centro di detenzione mese dopo mese, in attesa di deportazione dopo la scadenza della loro pena, le autorità polacche e greche sono riuscite a prolungare la carcerazione di Andrzej seguendo una procedura esplicita. Negandoli la prima richiesta di liberazione condizionale -nonostante il fatto che egli aveva di gran lunga completato i 2/5 della sua condanna- guadagnavano tempo settimana dopo settimana al fine di rendere tutte le misure necessarie in modo che egli non sarebbe stato rilasciato dal carcere anche per un solo giorno.

Gli inviamo la nostra solidarietà e i nostri saluti ribelli in Polonia, dove è ora un ostaggio, e ripetiamo le sue stesse parole:

Ci vediamo in giro per le strade, a rompere ancora una volta la vetrina della pace sociale…

Non possiamo lasciare solo nessun compagno nelle mani dei meccanismi repressivi

SOLIDARIETÀ CON ANDRZEJ MAZUREK

Detenuti nelle carceri greche:
Babis Tsilianidis, Alexandros Mitroussias, Kostas Sakkas, Giorgos Karagiannidis, Akim Markegai, Vasilis Karandreas, Nikos Evangelou, Panagiotis Koutsopoulos, Nikos Sakkas, Kostas Faltsetas, Elias Karadouman, Marinos Mitsopoulos, Dimitris Giotsas, Charalambos Avramidis, Panagiotis Georgakopoulos, Christos Tsonaros, Yannis Gelitsas, Makis Gerakis, Mustafa Ergün, Michalis Ramadanoglou, Michail Tzoumas, Konstantinos Mamoutis, Vangelis Kalamaras, Panagiotis Hadjigeorgiou, Mitev Georgi, Georgiev Rishi, Angelos Kostopoulos, Spyros Stratoulis, Rami Syrianos

Testo originale in greco / testi relativi in polacco

Buenos Aires: I Amici della Terra / Federazione Anarchica Informale hanno dato in fiamme più di 100 veicoli di lusso

Segnaliamo che nel corso dell’ultimo mese – Novembre 2012 – più di un centinaio di auto di lusso sono state bruciate nella città di Buenos Aires, in particolare nei quartieri di Recoleta, Palermo, Belgrano, Nuñez, Villa Urquiza e Villa Devoto, a causa di un’azione incendiaria eseguita dalle mani anonime di coloro che si definiscono ‘Amigxs de la Tierra’ (Amici della Terra / FAI).

Un’ulteriore gesto di liberazione per tutti gli esseri di questo mondo che soffrono dall’oppressione e dallo sfruttamento del sistema, che domina tutti noi, è stato anche: l’incendio di una vettura il Sabato, 8 Dicembre alle 02:30 sul Viale Coronel Díaz 1700, così come l’incendio di un veicolo di trasporto pochi minuti dopo che si trovava a cinque isolati di distanza, presso il 21º dipartimento della Polizia Federale Argentina, ma anche l’attacco incendiario contro una concessionaria Volkswagen, Domenica 9 Dicembre alle 03:30 sul Viale San Martín Avenue 6700.

Ci auguriamo che le feste ipocrite e fasciste dei cristiani di merda – che saranno vigili affinché la cosa più importante che hanno ottenuto non scivola dalle loro mani – siano completamente fottute nel mese di Dicembre.

Faremo tutto il possibile in modo da infiammare le vostre auto, banche, stazioni di polizia, ambasciate, e anche voi stessi.

Esortiamo le altre cellule FAI in questa regione di partecipare all’offensiva contro lo Stato e il Capitale, e realizzare l’azione diretta anarchica nel modo che ritengono migliore.

I colpi che i settori distinti del Potere danno contro i nostri compagni non restringeranno le pratiche sovversive che sono diffuse nei cuori rivoluzionari.

Salute e anarchia a tutti i combattenti, soprattutto ai compagni imprigionati in Grecia, Italia, Germania, Spagna, Svizzera, Indonesia, Messico, Cile e Bolivia.

SPARGERE IL CAOS E IL FUOCO LIBERTARIO!

Amici della Terra / Federazione Anarchica Informale