All posts by Contra Info

Cile: Azione di vendetta per la morte di Rodrigo Melinao Weichafe

panfleto1

Comunicato:

Il giorno Venerdì, 9 Agosto, circa venti individui affetti per l’omicidio del peñi Rodrigo Melinao per mano di qualche fascista (chiamato paco o colono usurpatore), abbiamo deciso, circa alle 19:00, di interrompere per circa 30 minuti la routine idiota sulla strada del Campus Juan Gómez Millas, dell’Università di Cile, e il libero flusso di auto e autobus che trasportavano gli schiavi per tornare alle loro case, dopo una settimana di sfruttamento, nel punto di intersezione della strada Grecia con quella di Ignacio Carrera Pinto.

Essendo la maggior parte di noi winkas agli occhi dei Mapuche, ci siamo armati con un sacco di bottiglie molotov, che non si fecero aspettare per bruciare un bus dei poliziotti che si trovava nella Av. Grecia sperando che i cuori ribelli e solidali uscissero a manifestarsi come lo richiede la morte di un Weichafe, cioè, violentemente, giacché come anticapitalisti che siamo siamo solidali con la lotta dei popoli indigeni, tra cui i Mapuche.

Poi venne un Guanaco (auto che butta i gas) che ha ricevuto un sacco di bombe per diversi minuti, illuminando la serata con tutta la rabbia che gli abbiamo scaricato. Quando abbiamo finito il materiale per l’attacco ci siamo ritirati tra le ombre, culminando l’azione senza nessùn feriti o arrestato.

Per moltiplicare l’attacco al Capitale in ogni modo possibile! Detenuti sociali, anarchici e Mapuche in strada!

Rodrigo Melinao presente!

panfleto2

fonte

Atene: Resoconto delle ultime udienze del 3° processo alla CCF

slash

Udienza 58

Questa udienza è stata interrotta di nuovo a causa dello sciopero della fame di uno dei compagni accusati che non fa parte della CCF.

Udienza 59

L’udienza è iniziata con delle tensioni. La corte spesso segna le udienze nei giorni in cui i compagni della CCF hanno le ore di colloquio in carcere. Quindi l’udienza inizia con ritardo, dato che i membri della CCF hanno chiarito che non faranno a mano delle ore di colloquio per andare in aula. Per vendetta, i giudici hanno convocato l’ispettore del carcere, al fine di fare fretta ai compagni per essere “in tempo” in aula. Appena l’hanno saputo i compagni, hanno inveito contro i giudici sottolineando che “il ricatto non passerà”, sbraitando contro il presidente della corte. I giudici hanno fatto marcia indietro sulla questione dei colloqui e l’udienza è stata nuovamente rinviata.

Udienza 60

Udienza rinviata a causa dello sciopero della fame.

Udienza 61

Il processo è continuato dopo la decisione della corte d’appello di rilasciare il compagno accusato in sciopero della fame. L’accusa in una delle dichiarazioni ha fatto riferimento al contenuto politico dei
comunicati della CCF riguardo all’invio dei pacchi bomba contro le ambasciate. Dato che c’è una confusione riguardo alla separazione tra responsabilità politica e penale, un compagno della CCF è subito intervenuto, dichiarando che i compagni della CCF supportano ogni parola e azione della Cospirazione, senza distinzioni tra politico e penale.

Udienza 62

Il processo è continuato con l’antiterrorismo che costantemente produce nuova documentazione per gli attacchi della Cospirazione avvenuti tre anni fa.

Udienza 63

In questa udienza si sono presentati gli impiegati della compagnia di consegne come testimoni dell’accusa. Nello specifico una è quello che aprì il pacco (a causa della curiosità poliziesca degli impiegati), è apparsa molto stressata (la compagnia di consegne per la quale lavora è stata attaccata con un ordigno dalla FAI qualche mese fa, come vendetta per la collaborazione). Ha testimoniato di essere stata spinta dai poliziotti dato che non ricordava molte cose e che i poliziotti l’hanno aiutata nella testimonianza scrivendone direttamente loro stessi delle parti.

Udienza 64

Nessuno dei testimoni dell’accusa convocati si è presentato. La corte ha annunciato nuove date, la presidente ha detto di avere già i biglietti per le vacanze, pertanto che c’era bisogno di una pausa di 3 settimane. A questo punto, due compagni della CCF sono intervenuti e tra le urla dirette ai giudici, hanno fatto presente i trasferimenti punitivi a loro carico con la scusa dell’interruzione del processo, il che consiste con la loro separazione in varie prigioni della Grecia.

Udienza 65

Due testimoni dell’accusa si sono presentati, dei quali uno ha testimoniato, mentre l’altro testimonierà in futuro. Il testimone ha riferito della sparatoria tra un membro della CCF e i poliziotti. Ha detto
che i proiettili volavano e quando lei è arrivata ha visto due poliziotti a terra feriti e il compagno che si teneva la gamba ferita. Secondo quanto ha detto, ciò che le ha fatto impressione fu la calma e la serietà del compagno che non parlava o urlava in confronto ai due poliziotti che, come lei ha detto, “piagnucolavano”. La descrizione dei fatti ha fatto ridere i compagni della CCF e imbarazzare i poliziotti.

Udienza 66

Questa udienza è stata breve dato che il testimone era il corriere che consegnò il pacco bomba all’ambasciata bulgara. Non ha detto altro e l’udienza prossima è stata fissata al 27 Agosto.

fonte

Santiago, Cile: Hans Niemeyer inizia lo sciopero della fame

DICHIARAZIONE DELL’INIZIO DELLO SCIOPERO DELLA FAME

“Come una conseguenza del mantenimento dell’ordine interno si rende necessario emettere precetti per garantire il completo e perfetto esercizio di libertà individuali e di tutti i diritti che specialmente garantisce la Costituzione; giacchè senza l’esercizio di questi diritti, l’ordine diventerebbe tirannia e dispotismo”
(Messaggio del codice penale cileno, 29 Ottobre 1873)

“Dite quello che volete, la cosa fondamentale è mantenere e preservare il buon ordine dello Stato”
(Napoleone, Commentari su Il Principe, di Machiavelli)

Venerdì 12 Luglio di quest’anno, il settimo tribunale orale penale di Santiago ha emesso una condanna contro di me per un attentato esplosivo avvenuto nel Novembre del 2011 a 5 anni e 300 giorni di prigionia effettiva, senza diritto ai benefici per la violazione della legge di controllo di armi ed esplosivi e il delitto di danni.

Questa condanna ha suscitato la gioia e gli applausi dalla destra, il governo e il duopolio della stampa, dove anche il giornale El Mercurio si è permesso di dare un giro di chiave in più nel suo sibilino e velenoso stile, mentendo spudoratamente in un articolo della giornalista Leslie Ayala e in un successivo editoriale segnalando che il mio DNA era presente in altri 3 attentati esplosivi per i quali sono stato processato ed assolto. Il Ministro dell’Interno Andrés Chadwick, un fascista di Chacarillas, ha descritto la sentenza come esemplare e ha applaudito furiosamente. Queste reazioni solo mostrano una confluenza delle diverse fazioni del potere nella strategia contro quelli che loro denominano come il nuovo nemico interno, fazioni come UDI, il Ministero dell’Interno, il Dipartimento di Giustizia e la grande stampa, ognuna compiendo la sua missione.

Può essere ignorato il fatto della vendetta da parte dello stato per essere stato quasi cinque mesi latitante, dal 7 Dicembre 2012 fino al 26 Aprile 2013, esercitando il mio diritto alla rivolta e ad evitare il processo sospeso nella Corte Costituzionale che pretendeva di confermare la custodia preventiva, ciò costituiva una situazione arbitraria e illegale che la maggior parte della stampa ignorò. Continue reading Santiago, Cile: Hans Niemeyer inizia lo sciopero della fame

Berlino: Manifestazione in solidarietà con i compagni perquisiti dalla polizia il 14 Agosto

Secondo i primi aggiornamenti, ci sono stati grandi irruzioni della polizia in otto progetti di case, tra cui il Rigaer 94, così come in appartamenti a Berlino questa mattina (14/8). I poliziotti sono presumibilmente alla ricerca di persone responsabili di attacchi contro diversi centri di lavoro (“uffici sociali”) e un recente attacco con molotov contro la polizia che effettuava un raid per droga. Ulteriori notizie appena disponibili.

Di seguito un invito per una manifestazione spontanea:

Questa mattina, 14 Agosto 2013, i poliziotti hanno fatto irruzione a diversi appartamenti nei quartieri di Mitte, Kreuzberg e Neukölln, a Berlino.

In Friedrichshain la polizia ha schierato un centinaio dei suoi mercenari insieme con le truppe speciali della task force per invadere il progetto della casa Rigaer Strasse 94 (il cui edificio era stato preso d’assalto frontale da poliziotti in precedenza, il 2 Agosto).

Il pretesto per queste incursioni sono state azioni contro diversi rami della JobCenter che hanno avuto luogo a Berlino il 2 Maggio, oltre che un atto di solidarietà con il popolo in rivolta in Turchia, dopo lo sgombero di Gezi Park ad Istanbul.

Nel frattempo, ciascuno è invitato a radunarsi oggi, 14/8, alle ore 20.00 per una manifestazione non autorizzata in Spreewaldplatz a Kreuzberg.

La nostra passione per la libertà è più forte di qualsiasi autorità!

Quello che segue è un comunicato di Rigaer 94, una delle case perquisite:

Oggi, poco dopo le 06:00, diverse unità di polizia (13 unità di poliziotti antisommossa, unità tecniche, LKA e l’unità di forze speciali) hanno preso d’assalto la nostra casa ed hanno effettuato una incursione, seguendo due mandati di perquisizione. I poliziotti utilizzato una smerigliatrice angolare per abbattere le porte, tutte le stanze della casa sono state invase e tutti gli occupanti sono stati detenuti per 6 ore.

Sorprendentemente, questa volta si sono trattenuti dal saccheggiare completamente la casa. Una stanza è stata perquisita in relazione ad un’azione di solidarietà con le rivolte in Turchia (un’accusa di tentato omicidio) ed un’altra stanza è stata perquisita in relazione agli attacchi contro lo sfruttamento, la schiavitù salariale e la mania per il lavoro (un’accusa per incendio doloso di un centro di lavoro).

Uno degli imputati è stato costretto a dare il suo DNA. I poliziotti sono stati lì ad annusare in giro un sacco, per conto proprio, ma anche mettendo al lavoro i cani addestrati a fiutare esplosivi e materiali infiammabili. Inoltre, hanno occupato il nostro tetto con un elicottero e con unità di forze speciali (SEK).

Allo stesso tempo, del raid contro la nostra casa, stavano attaccando e perquisendo altri progetti, comunità di vita, e degli appartamenti di compagni. Intorno alle 12:30 i poliziotti sono scomparsi dalla nostra casa di nuovo, ma non prima di riparare le nostre porte con una quantità incredibile di sforzo (e non nel più intelligente o efficiente di modi). Prima di lasciare la nostra casa hanno preso un mucchio di vecchi rifiuti dal nostro attico con l’x-box della casa (il quale chiediamo indietro) – forse stavano cercando di impedirci, durante innumerevoli notti, di distruggere la città con il Grand Theft Auto.

Scherzi a parte, siamo davvero incazzati, vi odiamo, e nessuno di voi è benvenuto! Vediamo questo non come un attacco solo ai nostri progetti, e non dovuto esclusivamente al nostro rifiuto a tutto questo marcio sistema di merda, ma anche come un attacco a tutta la vita autonoma, autogestita e collettiva che è l’antitesi dell’alienazione e dell’isolamento del capitalismo.

Alle 20:00 ci sarà una manifestazione spontanea da Spreewaldplatz tramite X-berg.

Questa manifestazione non sarà legalizzata!
Ci saremo il 14/08/2014 – Vi ricorderete! A.C.A.B!

in inglese

Santiago, Cile: Riapre la biblioteca Sacco e Vanzetti

Con la ferma determinazione delle nostre azioni
Con le convinzioni intatte

Tre anni fa, il potere colpì col suo braccio legale alcuni/e compagni/e antiautoritari/e, cercando di dare una lezione repressiva ad un vasto contesto anarchico. Questa crociata denominata “Operazione Salamandra” si è tramutata nel mediatico caso bombas, finalizzato a identificare e arrestare gli autori di attacchi esplosivi contro il potere.

Il 14 Agosto 2010 vengono perquisite diverse case e centri sociali occupati. Vengono arrestate 14 persone con un imponente dispiego di polizia ad uso soprattutto della stampa. I coltelli erano affilati e risplendevano davanti alle telecamere. Gli/le arrestati/e furono presentati/e come responsabili specifici degli attacchi esplosivi e presentati/e come membri di un’associazione illecita terrorista, con ruoli e compiti precisi.

La polizia, con l’aiuto della stampa, si impegnò negli anni a segnalare le occupazioni come punto di ritrovo di sconosciuti/e autori/trici degli attacchi esplosivi. La tesi dell’accusa dall’inizio ha considerato le occupazioni responsabili degli attacchi esplosivi, sostenendo che “la biblioteca fosse un’attività di facciata” nell’intento di smantellare le attività di alcuni spazi occupati.

Quel giorno alcuni/e di noi vennero presi/e, altri/e subirono la repressione e ci fu anche chi affrontò la clandestinità. Il nostro collettivo e i nostri progetti di diffusione di idee/pratiche antiautoritari vennero attaccati. Il nostro spazio, il Centro Sociale Occupato e Biblioteca Sacco e Vanzetti venne chiuso e parte della nostra biblioteca confiscata dalla polizia. Dopo 9 mesi di prigionia tutti/e vennero liberati/e e dopo 6 di processo si arrivò all’assoluzione completa.

In Agosto 2010 i potenti risero e l’eco delle loro risa cerco di imporsi. Quell’agosto fu il culmine di una grande campagna mediatica-poliziesca che ha cercato il nostro isolamento, arresto, ma soprattutto il nostro sviluppo, mirato a propagare un sentimento di disordine e insubordinazione verso il potere.

Ma noi non rimpiangiamo cosa avremmo potuto fare, non siamo il lascito nostalgico di un tempo che è stato migliore, siamo la forza viva contro ogni forma di dominazione. Siamo parte di una lotta storica contro il potere e continuiamo decisi/e affinché la nostra storia venga scritta dai nostri gesti di lotta e non dalle vicende repressive che provano a rivolgerci. La nostra vita si definisce per le nostre convinzioni e scelte, non per i colpi che possiamo ricevere.

Questo 14 di Agosto, scriviamo un nuovo paragrafo nel libro della nostra scelta di lotta, il nostro colore continua ad essere nero e tiene il morale alto, perché mai ha negato le sue idee, le sue relazioni e le sue scelte. In questo agosto riapriamo le parte di un nuovo spazio, stavolta in un posto affittato, impegnandoci affinché la forza resti nei progetti e non nelle strutture che li ospitano. Cosi diamo vita alle nostre idee con lo stesso animo di sempre, generare lo scambio e la diffusione di libri, esperienze e idee antiautoritarie.

La Biblioteca Antiautoritaria Sacco e Vanzetti torna a funzionare e richiede solo il supporto solidale e l’interesse dei/lle compagni/e, credendo che i libri non sono feticci e che il loro apporto radicale nutre la prospettiva di lotta di ogni compagno/a. Invitiamo chi appoggia le iniziative antiautoritarie, chi solidarizza con biblioteche affini e invitiamo a donare materiale scritto o qualsiasi materiale che sviluppi le idee che negano con la pratica qualsiasi autorità.

Per i/le nostri/e caduti/e, i/le nostri/e guerrieri/e e accusati/e, la nostra lotta va avanti anche per voi.

Continuiamo con il pugno in alto

Biblioteca Antiautoritaria Sacco e Vanzetti

Agosto 2013

Temuco, Cile: Inizia il processo contro 12 comuneros mapuche

juicioturbus

Il 28 Luglio 2009 ci sono stati diversi cortei a Temuco, con barricate incendiarie e sassaiole che hanno bloccato le strade in solidarietà allo sciopero della fame dei comuneros mapuche. Negli scontri presero fuoco 3 camion e un bus della compagnia Turbus.

Il 1° Agosto è iniziato il processo secondo la legge antiterrorista contro 12 comuneros mapuche, con 214 testimoni portati dall’accusa.

Va ricordato che la procura ha “riconvertito” il miserabile Raul Castro Antipan, che dopo aver presumibilmente preso parte agli scontri e in seguito arrestato, ha deciso di collaborare con il potere e usufruire del beneficio della “delazione ricompensata” accettando un processo abbreviato secondo la legge antiterrorista nel Settembre 2012 e condannato ad una pena per “attentato contro un veicolo di trasporto pubblico in servizio” e “minaccia terrorista” contro i conducenti.

Con orgoglio la procura ha detto che Raul ha “collaborato attivamente alle indagini”, già con una sentenza in base alla legge antiterrorista l’accusa parte avvantaggiata per processare a imprigionare i 12 comuneros mapuche che degnamente hanno rifiutato di collaborare.

Si crede che il processo durerà circa 2 mesi e mezzo e che presenzierà – come testimone – il miserabile.

Le udienze hanno luogo al 4° piano del tribunale di Temuco. Diversi familiari, comuneros mapuche e solidali hanno presenziato alla prima udienza e fatto e un corteo fuori dal tribunale per appoggiare gli
accusati.

fonte

Cile: La corte d’appello conferma la sentenza per Ivan e Carla

Il 7 Agosto 2013 la corte d’appello si è espressa sul ricorso di nullità fatto dall’accusa. Ricordiamo che i compagni Carla Verdugo e Ivan Silva sono stati condannati a 6 anni di libertà vigilata in base alla legge sul controllo delle armi, la procura si era appellata per chiedere un nuovo processo dove applicare la legge antiterrorista.

La corte d’appello ha respinto il ricorso dell’accusa, confermando la sentenza emessa secondo la legge sul controllo delle armi. Il compagno Ivan ha 6 anni di libertà vigilata, mentre si attende nei prossimi mesi l’esito di un altro ricorso della procura affinché non venga riconosciuto il “beneficio della libertà vigilata” a Carla.

Salutiamo la decisa attitudine di tutti/e e due che adesso sono liberi.

fonte

Ravenna, Italia: Operazione Thor, chiuse le indagini

Oggi, 14 Agosto 2013, è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari in riferimento all’Operazione Thor portata avanti della Procura di Bologna dai pm Antonio Guastapane e Antonella Scandellari. Sei in tutto i/le compagni/e indagati/e, con l’aggiunta dei compagni Stefano Fosco (attualmente prigioniero nel carcere di Ferrara per l’operazione “Ardire”) e Giuseppe Lo Turco (i quali, ad Agosto 2012, non risultavano indagati per questi fatti). Forse cosi si potrebbe spiegare la “visita informale” ricevuta nel carcere di Ferrare dai due compagni a metà Aprile 2013, proprio da personale della ps di Ravenna. Visita finita chiaramente con un buco nell’acqua da parte degli sbirri.

Il reato contestato a tutti gli indagati è il sempre presente 270bis, in merito alla costituzione di un presunto gruppo aderente alla FAI/FRI. Poi ad alcuni vengono contestati episodi specifici, tra cui:

– La distruzione di un bancomat Unicredit a Ravenna (21 Settembre 2011): rivendicazione

– Il danneggiamento di una decina di veicoli (di ENI, CMC, suv di lusso ecc) a Ravenna (19-20 Novembre 2011): rivendicazione

– L’incendio dell’ingresso di una filiale Unicredit (3-4 Dicembre 2011) a Ravenna: rivendicazione

Solidarietà ai/alle compagni/e indagati/e!

Concepcion, Cile: Assolto il compagno Pablo Toledo

9149080590_cf035f753e_z

Il 31 Luglio è iniziato il processo al compagno Pablo Amador Toledo Sepulveda (21 anni) accusato di aver attaccato con un artefatto incendiario una camionetta lanciagas della polizia il 18 Ottobre 2013 fuori dall’Università di Concepcion.

Alla fine è stato assolto in formula piena:

Attentato contro la sicurezza: Assolto
Porto di artefatto incendiario: Assolto

Pablo ha testimoniato in aula riconoscendo la propria partecipazione travisata nella protesta ma negando il lancio della molotov e le due presunte molotov trovate nel suo zaino.

Il 12 Agosto alle ore 13 si leggerà la sentenza assolutoria per Pablo.

Salutiamo Pablo, che ha affrontato questo processo che rischiava di farlo andare in carcere, annullarlo politicamente per dare un segnale di castigo a chi continua la lotta di strada.

Ci rallegra profondamente saperlo di prima fonte, pur senza conoscerci, e le brevi parole che ha inviato Pablo per commentare la sua assoluzione sono piene di energia e gioia alla faccia delle aspettative deluse della procura.

Rafforzare le reti di solidarietà!

Appoggiare, seguire e solidarizzare con i/le accusati/e della lotta di strada!

fonte

Russia: CCF-Russia incendia un container in un cantiere dell’autostrada

A fine Luglio 2013 vicino Maikop (Adighezia) abbiamo realizzato un’azione ecologista nel cantiere dell’autostrada. Abbiamo scelto una notte senza luna per raggiungere il cantiere di questo abominio e individuato gli obiettivi: sia beni dei lavoratori-schiavi che della compagnia. Con un masso preso da una fossa vicina, abbiamo rotto una finestra e versato della benzina dentro il container mobile (assicurandoci prima dell’attacco che non ci fossero lavoratori dentro). Il resto della benzina è andato sulle ruote. Dopo la fiamma di un fiammifero ha mandato tutto all’inferno. Speriamo che la compagnia segua la sorte di questi veicoli. Il nostro ritiro è stato corredato dalle fiamme (come sempre). Nessuna guardia ci ha fermati (come sempre).

Non aspettare che ti si presenti il momento ottimale prima di passare all’attacco. Solo lo stato del conflitto permanente rafforzerà la tua personalità. Se segui il corso del tempo in attesa di raccogliere soldi e comprare della roba sofisticata per l’azione – stai inconsciamente lasciando la lotta. Nessun camuffamento o stivale stravagante realizzerà l’azione al tuo posto (anche se aiutano). Tutte le cose sono solo oggetti. Vai fuori e lotta adesso! All’inferno le lotte sindacali! La classe lavoratrice è morta cosi come la società attuale. È marcia. È in decadimento. Ancora dovremmo parlare con essa come con Lenin. Fai quello che vuoi nel modo in cui vuoi. Lotta per la tua libertà. Combattete per voi stessi. Per i vostri fratelli e sorelle. Per il futuro dei vostri figli. Nessuno vi darà la libertà tranne che ve la prendiate con la forza per voi stessi. Se adesso non è il momento di superare “la legge”, di guardare oltre agli schermi della consueta “resistenza”, allora scommettiamo che non avrete alcun coraggio quando inizierà la guerra civile. Vi auguriamo buona fortuna.

CCF-Russia 2013

in greco, in inglese

Atene: Comunicato del compagno anarchico Kostas Sakkas

Penso che arrendersi al nemico quando si è attaccati e negare la battaglia quando tocca farla è, semplicemente, una cosa stupida. Dire, nel momento in cui ti stanno attaccando, “non gioco al tuo gioco”, non allevia la sconfitta ma fa correre il rischio di essere sconfitti. Disprezzare il nemico nel momento della battaglia non ti rende superiore.

La mancanza della capacità elementare di capire le cose e l’incapacità di vedere e comprendere ciò che è ovvio, è anche un qualcosa di problematico. L’ossessione per varie scelte e attitudini che si è visto conduce verso la sconfitta è l’ossessione per l’errore. Quando queste scelte e attitudini hanno a che fare con posizioni individuali, di solito, chi ne soffre le conseguenze è chi commette l’errore. Senza dubbio, quando queste scelte si fanno a nome di un collettivo e si diffondono, ad esempio, come rivoluzionarie e, ancor più, come le uniche politicamente “pure” e degne, ci si rende conto che le conseguenze sono anche collettive.

Fin dall’inizio della mia prigionia, ho pensato che lo spazio pubblico dato agli/lle anarchici/che e ai/lle prigionieri/e politici/che, in generale, per esprimere opinioni e posizioni dovrebbe, in qualche modo, essere qualcosa che si guadagna e non qualcosa di dovuto a causa della carcerazione o alla dichiarazione di un’identità o appartenenza ad un’organizzazione. Dall’altro lato, nelle carceri, ci sono diversi/e prigionieri/e considerati/e “comuni” che sono capaci incendiari, rapinatori, abili con l’esplosivo, ecc. Non credo che, come anarchici, possiamo riconoscere alcun valore in questo. Credo che lo spazio politico dovrebbe essere qualcosa che ogni prigioniero/a politico/a si prende, in ogni occasione, con il suo discorso. Ovviamente non mi riferisco alla capacità retorica o di scrittura, ma l’essenza delle posizioni e opinioni. Con ciò che si dice e, naturalmente, con ciò che si fa, si caratterizza l’anarchico/a e il/la rivoluzionario/a, non per le etichette che si hanno.

Il 25 Luglio è stato pubblico un testo di Gerasimos Tsakalos, membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che, almeno per me, rappresenta un uso sbagliato dello spazio pubblico. Secondo la logica del pesce che può essere chiamato carne, quindi un errore, un attacco apolitico e immorale si può chiamare critica! Una serie di errori e bugie, sia riguardo me che il mio sciopero della fame, come anche il movimento anarchico che lo ha appoggiato, non si può, in alcun modo, considerare una critica per chi leggerà il testo.

Non avrei risposto a questo attacco malintenzionato, come neanche ho fatto in passato, senza dubbio, in questo caso, credo che ci sia qualcosa che supera il personale. Non so fino a che punto c’è coscienza di ciò, ma il testo di cui parliamo è una provocazione nuda e cruda, che danneggia la credibilità e il peso politico del movimento anarchico. È sensazionalismo che apre il cammino ai suoi nemici ufficiali. Fa ciò che, fondamentalmente, non hanno osato fare i secondi, ma che hanno usato con piacere (grazie all’articolo del giornale di Alba Dorata su questo testo o attraverso i corvacci giornalisti del regime, ecc). Per questo, credo sia necessario dire qualcosa. Continue reading Atene: Comunicato del compagno anarchico Kostas Sakkas

Atene: Comunicato del compagno anarchico Gerasimos Tsakalos

Ora che il circo è finito…

Credo sia giunto il momento di dire la mia su alcuni eventi accaduti recentemente.

Per iniziare, voglio dire che sono in custodia preventiva da 33 mesi senza avere una condanna da qualsiasi tribunale. Secondo le loro leggi, questo è irregolare, illegale, arbitrario ecc. Il limite di tempo di questa misura cautelare, come si sa bene, è 18 mesi. Tuttavia e attraverso una strategia di nuovi processi iniziati contro la nostra organizzazione, nello specifico contro il compagno Haris Hatzimihelakis, il limite di custodia preventiva è aumentato a 30 mesi ogni volta che uno/a di noi stava per completarlo. Lo stesso è successo a me, cosi come a Giorgos Polydoros e Olga Ekonomidou che compieranno il termine dei 30 mesi a Settembre 2013. Questa misura non è stata applicata a nessun’altra organizzazione anarchica sul territorio greco.

In Aprile 2013, con la giustificazione della mia pericolosità in quanto membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, hanno prolungato di altri 6 mesi la mia custodia, raggiungendo il limite di 36 mesi (3 anni). Da parte loro hanno fatto bene. Se avessero fatto l’”errore” di scarcerare qualunque membro della CCF era chiaro che costui/ei avrebbe utilizzato la propria libertà per continuare l’azione anarchica, fregandosene di qualunque misura cautelare.

Ma, vista l’incertezza del tribunale di finire i processi entro questi tempi, hanno fatto un passo oltre. Il 22 Maggio 2013 mi hanno accusato in un nuovo processo. Questo perché a Maggio 2012, quando c’era la possibilità di uscire dopo i primi 18 mesi di custodia in attesa della fine del processo, ho dato a delle persone delle mie fotografie, affinché falsificassero dei documenti di identità per poter andare direttamente in clandestinità. Queste persone, per impotenza o indifferenza, anche se non sono poi stato scarcerato e non abbiamo tenuto relazioni di amicizia o militanza, hanno ritenuto giusto conservare i miei documenti falsi per circa un anno in uno degli appartamenti che usavano.

Quando ne arrestarono uno per una rapina, e dato che nessuno si era preso la briga di farli sparire, quelle merde dell’antiterrorismo li hanno trovati. E cosi le autorità mi hanno accusato di istigazione di “atti terroristi” per il caso della rapina a Velventòs, Kozani. Cosi ora mi ritrovo in una situazione senza precedenti in Grecia. Arrestato a Novembre 2010, ho processi pendenti fino a Dicembre 2014. Vale a dire 4 anni di prigionia in attesa che si concludano i processi per casi di azione diretta anarchica. E ne arriveranno di processi…

È ovvio che non è colpa dell’incapacità o dell’inesperienza di chi teneva i miei documenti falsi se mi trovo in questa situazione. Sarebbe stupido e limitante crederlo. Se non era per i documenti falsi, avrebbero “scoperto” dell’altro. Però ritengo importante parlare di questo, affinché i/le compas siano più attenti con le tracce che lasciano.

Contro di noi, come organizzazione e corrente del movimento anarchico, applicano e cercano di applicare tutto il cosiddetto “arsenale” legale, in modo da non farci uscire in modo legale. Lo teniamo a mente e agiremo di conseguenza. Non abbiamo rispettato alcuna “civiltà giuridica” né lo faremo ora. Continue reading Atene: Comunicato del compagno anarchico Gerasimos Tsakalos

Carceri italiane: Censura nell’AS2 di Ferrara – Terza parte

Aggiornamenti I & II qui

Quelli che seguono sono i due scritti di Nicola Gai censurati e trattenuti dall’amministrazione penitenziaria, il secondo in particolare, è quello che ha provocato il procedimento per tentata istigazione a delinquere ai danni di Nicola, citando integralmente l’ineguagliabile prosa giudiziaria “per aver compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a istigare appartenenti a organizzazioni anarchiche a compiere atti violenti con finalità di terrorismo in particolare”, utilizzando la corrispondenza di Sergio Stefani, anch’egli detenuto presso la casa circondariale di Ferrara, invitava a seguire l’esempio degli appartenenti alle Cellule di Fuoco Fai/Fri greche che nel giugno 2013 hanno “fatto saltare in aria la macchina del direttore del carcere di Koridallos ad Atene” e indicando come obiettivo il direttore della Casa Circondariale di Ferrara (“informiamoci su dove parcheggia il direttore e agiamo di conseguenza” ) – fatto non verificatosi in quanto la missiva era fatta oggetto di censura in Ferrara nel giugno 2013. In data 29 luglio è stata poi ufficialmente disposta la censura della corrispondenza di Sergio e Stefano.

Per informazioni ed aggiornamenti : nidieunimaitres@gmail.com

UN CONTRIBUTO PER L’ INCONTRO DEL 3 AGOSTO ALLA RIOTTOSA

Care compagne e cari compagni, ho saputo con piacere degli incontri che si stanno tenendo per organizzare una presenza solidale in occasione del nostro processo. Vi invio questo scritto, anche se non pensato specificatamente per tali riunioni, ma penso che possa dare degli ulteriori spunti per la discussione. Sia Alfredo che io abbiamo trovato molto interessante che il documento “A testa alta”, che introduce gli incontri, non sia strettamente incentrato sul nostro caso, ma “usi” questo specifico episodio repressivo per tornare a discutere di temi importanti, quali la solidarietà rivoluzionaria, l’azione anarchica, il rapporto con le lotte sociali, ecc., di cui, purtroppo, ultimamente si ragiona, o meglio, non si ragiona che per frasi fatte. Noi non possiamo che augurarci che tutte queste discussioni non perdano mai di vista l’ aspetto pratico della lotta anarchica, crediamo che tutti i ragionamenti debbano essere indirizzati a rendere più incisiva e concreta la nostra azione. In merito a quello di cui siamo accusati, il ferimento dell’ A.D.di Ansaldo Nucleare, ci pronunceremo più avanti quando inizierà il processo il 30 ottobre.

Forza compagni c’è un intero mondo da demolire! Viva la nuova anarchia!

Nicola Gai
23/07/2013 Ferrara


Ferrara, giugno 2013

SULLA LOTTA ANTICARCERARIA

Da qualche tempo è evidente come sia tornata alla ribalta la lotta anticarceraria, nuove figure di “ribelli sociali” vengono spinte sul palcoscenico dal movimento allora si ricomincia: manifestazioni, presidi e proposte di bollettini per dare spazio alle lamentazioni che vengono dalle segrete di stato. Niente di nuovo all’ orizzonte, ciclicamente la trottola, cui troppo sovente somiglia il nostro movimento, rimbalza su di un diverso aspetto di questo mondo di merda e si rimette a girare. L’ interesse dei compagni si ridesta, si dà vita ad assemblee in cui si sostiene che bisogna approfondire l’argomento, capire quello che succede nei luoghi di tortura…e qual’ è il risultato? Si decide di andare a volantinare ai familiari dei detenuti nei giorni di colloquio e si organizza un presidio che sicuramente sarà un successo, in quanto i prigionieri “risponderanno” numerosi ed entusiasti. A dir la verità ultimamente, si è aggiunto al solito copione un nuovo atto, a dir poco sconcertante : un presidio “determinato e comunicativo” sotto il ministero di Giustizia a Roma. Per quanto ci abbia pensato non sono riuscito a capire cosa ci facciano degli anarchici, incazzati per i pestaggi avvenuti nel carcere di Tolmezzo, sotto il ministero se non sono lì per dargli fuoco.

Per quanto il carcere sia un problema permanente, le “mobilitazioni” contro di esso sono episodi che durano finché l’attenzione dei compagni non è richiamata da qualche altra “emergenza”. O finché l’oggetto delle nostre attenzioni (il ribelle sociale, il proletario recluso, ecc.) non cerca un interlocutore, più o meno istituzionale, che ritiene più adatto a soddisfare le sue necessità. Le mie considerazioni, ci tengo a chiarirlo non sono dettate da qualsivoglia astio personale o pretesa di particolare competenza del settore, ma dal semplice dato anagrafico : ho partecipato a diverse ondate di lotta anticarceraria, tutte nate con premesse simili e smorzatesi nello stesso modo. Mi ricordo molto bene la lotta degli ergastolani, anche in quel caso entusiasmo, assemblee, presidi, un bollettino anticarcerario, poi i protagonisti della protesta, spesso dipinti come ribelli indomiti, decidono di sospendere lo sciopero della fame ed i percorrere strade più istituzionali per risolvere il loro problema : fine di tutto e si riparte con un’altra lotta. Penso che sia necessario fermarsi a riflettere sul perché ciclicamente si ripresentino le stesse situazioni, sempre simili negli esiti. Perché non riusciamo a dare maggior continuità ed incisività al nostro agire? Sono certo che dobbiamo smetterla di farci trasportare dall’ emotività, dall’ emergenza del momento. Giochiamo troppo spesso in difesa, sembra quasi che il compito degli anarchici sia quello di risolvere i problemi dell’ ”oggetto” rivoluzionario di turno :carcerati, immigrati, sfruttati, ecc. Sono convinto che gli anarchici debbano “semplicemente” attaccare, ognuno con i propri metodi e tempi, cercando di vivere la [….], la gioia della distruzione senza cercare il “consenso” fra gli sfruttati di turno. A questo punto qualcuno potrebbe farmi notare che le mie sono enunciazioni di principio, da tutti condivisibili, ma praticamente cosa propongo di fare? Prendiamo spunto da quanto accade attorno a noi. Il carcere è una tale mostruosità che non abbiamo bisogno di conoscere ogni singolo sopruso che vi venga commesso per sapere che vada distrutto. Non impelaghiamoci in più o meno approfonditi studi sulle trasformazioni dell’ apparato carcerario, facciamo come i compagni greci della Cospirazione delle cellule di fuoco-Fai/Fri- Bande della Coscienza-Fai/Irf Cellula Sole-Baleno *: informiamoci su dove parcheggia il direttore ed agiamo di conseguenza. Imitiamo i compagni cileni della Cellula antiautoritaria insurrezionale -“Panagiotis Argirou”-Fai/Irf che il 12 maggio hanno colpito l’Associazione nazionale dei funzionari penitenziari a Santiago del Cile.Oppure prendiamo spunto dagli anonimi compagni che a Trento, alcuni mesi fa, hanno dato fuoco agli automezzi di una ditta che specula sul sopravvitto dei detenuti.

Se siamo tutti concordi che non ci sia niente di più bello che un carcere che bruci, armiamo i nostri desideri e diamoci da fare.

Nicola Gai

* Ai primi di giugno è stata fatta saltare in aria la macchina del direttore del carcere di Koridallos ad Atene. Tale azione è stata la prima del “Progetto Fenice”, è stata poi seguita dall’attacco contro l’auto di un secondino del carcere di Nafplio, sempre in Grecia, ad opera dei compagni della Cospirazione internazionale per la vendetta-Fai/Fri. Il progetto Fenice ha avuto un ulteriore seguito con due azioni, in Indonesia e, nuovamente in Grecia.

Messico: Lettera di Braulio Duran ringraziando per la solidarietà

ai8dn

Saluti compagni, spero tutti vi trovate bene e ciascuno degli individui che rimangono in costante lotta e in continuo conflitto con lo Stato / Capitale ricevano un grande e caldo abbraccio da parte mia, fin dove sono i vostri corpi indisciplinati.

Mi sono preso del tempo, o più che altro, è stata data l’opportunità di condividere con voi alcune lettere. Da qualche tempo già lo volevo fare, ma le circostanze di ogni tipo, fisico-esistenziali non lo permettevano, ma buono, fortunatamente ora si è data l’opportunità.

Con sincerità, ringrazio di cuore a tutti i/le compagnx che hanno preso del tempo per regalarmi alcune parole per continuare a resistere nella situazione in cui mi trovo.

In realtà vorrei dire tante cose, ma la verità è che non c’è molta rilevanza qui. Come sapete, è la stessa merda che imprigiona tutti i giorni, ma buono, in qualche modo qui siamo dando il volto ad ogni situazione.

Sarebbe assurdo dire che questo non mi ha colpito, già che mi è costato lacrime di tristezza, rabbia e disperazione, ma tutto sommato posso dirvi che ora mi sento molto meglio, più pieno e con un enorme desiderio di essere di nuovo con la mia gente.

A volte mi faccio conflitti su quello che potrebbe accadere in un (non) futuro per quanto riguarda la mia lotta e miei affetti, e la verità è molto difficile da affrontare ciò, già che non intendo lasciare le mie lotte, ma né anche allontanarmi dai miei affetti.

Non ho idea se qualcuno di voi è mai stato in un posto come dove sono io, ma sicuramente non c’è bisogno di ciò per capire cosa succede a me.

Beh, speriamo che presto possa trovare la soluzione, così, da poter continuare a camminare.

Come ho già detto qui non c’è molto da dire, quindi preferisco meglio cogliere l’occasione per ringraziare infinitamente ogni personaggio che mi ha dimostrato solidarietà, so che forse nella vita mai ci siamo visti, ma onestamente, non mi interessa; l’unico che può arrivare ad interessare è che siete brave persone che lottano per i vostri sogni e desideri.

Grazie a tuttx, vorrei dire più di mille parole, ma in questo momento si mescolano nella mia testa, quindi voglio solo dire che spero presto di essere con voi per poterci abbracciare e parlare di ciò che ci venga in mente.

Per ora vi lascio, ma non prima di dirvi che vi porto nel mio cuore, vi ricordo in ogni momento.

Abbiate cura di voi e un sacco di forza per tutto.

Come sempre, vi mando abbracci antidominatrici e baci insorti ovunque vi trovate.

Forza e molto Fuoco !

Sinceramente,
Braulio Duran
prigioniero anarchico Straight edge
Per la distruzione del sistema carcerario!

Agosto 2013

fonte

Cile: Per Niko e tutti i nostri fratelli e sorelle

946844_161326400721199_514206542_n

Da circa un mese, el Niko è sequestrato dallo stato cileno a causa della costante criminalizzazione verso chi lotta nelle strade e si ribella. Il nostro compagno e fratello di lotta è da un mese in custodia preventiva con l’accusa di porto di artefatto incendiario e attentato contro gli sbirri. Il costante affanno dello stato per criminalizzare le lotte sociali di strada è ciò che oggi tiene nelle bastarde carceri Niko come anche molti/e altri/e compagni/e di lotta; e senza elencare tutte le azioni dei nostri fratelli e sorelle in prigione, le loro azioni nell’insieme hanno scosso i/le borghesi e ciò è inaccettabile per chi ci molesta ogni giorno, permettendo l’esistenza di un sistema che ha sempre dato benefici alla classe “potente”. Per questo oggi è urgente riprendere la solidarietà attiva, l’essere presenti per i nostri compagni e le nostre compagne di lotta, per dar loro appoggio e sostegno a chi è nostro affine; e anche verso chi ci opprime e reprime per dimostrare che nessuno/a è solo/a.

Inoltre vogliamo precisare il nostro odio profondo verso chi si è riempito la bocca di critiche distruttive verso nostro fratello Niko, intendiamo l’essere umano come un errore nella sua essenza, senza dubbio crediamo di non essere nessuno per fare critiche costruttive verso chi sta nella nostra stessa trincea, considerando questo atto come una mancanza di vicinanza e una totale attitudine bastarda davanti ad una situazione critica come questa; sono i/le nostri/e nemici/che che dobbiamo distruggere e non i nostri fratelli e le nostre sorelle.

Se dovessimo dichiararci colpevoli di qualcosa sarebbe il voler distruggere le ingiustizie fatte dallo stato bastardo e dai suoi sistemi nefasti, insieme al voler contrastare gli sbirri che puniscono ogni giorno chi attiva, non siamo d’accordo con la realtà afflitta dalle evidenti disuguaglianze che a loro volta sono più violente di noi.

Libertà senza condizioni per tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle sequestrati/e dallo stato e distruzione di ogni tipo di carcere. Basta criminalizzazione della lotta sociale di piazza, fine delle accuse nei confronti di coloro che si mobilitano contro le disuguaglianze odierne.

Compagni/e, tutti nelle strade! Compagno Niko speriamo in un tuo pronto ritorno con il desiderio più vivo!

fonte

Bristol, Regno Unito: Attaccato club complice dei fascisti

Unknown

Alle 3 del 6 Agosto è stato attaccato il County Sports Club sulla strada Colston: quattro finestre rotte (ciascuna finestra con due vetri), oltre alla scritta SMASH FASCISM tracciata sul muro. Il 13 Luglio il County Sports Club ha ospitato i Close Shave, una band punk fascista che ha sempre suonato con gli Skrewdriver e per il Rock Against Communism. I loro testi tra le altre cose propagandano la pena di morte per gli stranieri e i gay.

Che sia un monito quando le richieste formali falliscono. Chiunque supporta o promuove il razzismo, l’omofobia e il totalitarismo d’estrema destra (o sinistra) merita questo trattamento.

Per la libertà di movimento e sessuale!
Per la libertà.

fonte

Ercilla, Cile: Ucciso un giovane mapuche

Il werken Luis Melinao conferma che Rodrigo Elicer Melinao Lucan è stato raggiunto da due proiettili di grosso calibro. I comuneros della zona hanno riferito una grande operazione di agenti dei Carabineros e PDI arrivati sul posto, ma i residenti vietano l’ingresso dove sta il corpo per evitare manipolazioni.

Stupore e sconcerto si vivono ora all’interno delle comunità mapuche di Ercilla, dopo che è stata data la notizia della morte del comunero e weichafe Rodrigo Elicer Melinao Lican di soli 26 anni membro della
comunità di Rayen Mapu lof Loloco.

La morte è stata confermata dal werken della comunità e fratello Hugo Melinao, il quale non ha potuto fornire ulteriori notizie dato che si attende il pronunciamento ufficiale della comunità.

Va detto che Rodrigo Melinao Lican era stato condannato insieme a Cristian Levinao lo scorso 24 Luglio a 5 anni e un giorno per incendio forestale e 541 giorni per danni a due bus e un autocisterna, fatti accaduti nel 2011 nella zona di Chiguaihue. Da allora non si sapeva dove fosse, dato che non
aveva presenziato all’udienza.

fonte

Santiago, Cile: Alcune parole per il nostro compagno Hans Niemeyer

file_20120927140133

Da una parte di questa creazione scenica del “progresso borghese” chiamata Cile, abbiamo deciso di dedicarti un paio di righe, che non sono tante, ma sappiamo le apprezzerai. La decisione di assaltare armati di desidero e solidarietà un tempo e uno spazio che abbiamo definito la locomotiva del dominio ci conduce da te attraverso queste parole fraterne. Lo spettacolo moralizzante della “cittadinanza” agisce come una grande gabbia per chi cerca di espandere la critica all’esistente, il primo carceriere che dobbiamo bruciare. Rompere con la caricatura dell’uomo dai comportamenti industrializzati dal potere vuol dire rompere anche con il soffocamento delle nostre peculiarità attraverso la logica dell’abitudine e della “normalità”, insieme ad altre invenzioni della civilizzazione come nostro aguzzino sanguinario. Prima di iniziare queste calde parole per te, dobbiamo dirti che schifiamo ciò che hai schifato, che schifiamo ciò che le cloache “democratiche” assolutiste impongono come organo indispensabile per la vita del tessuto sociale; schifiamo la cittadinanza e le fabbriche “esemplari”! Noi non abbiamo nome, etichette, siamo solo noi.

Circondati da macchine umane che parafrasano i media, che vociferano un ordine che non esiste e annusano alienate la putrefazione del capitalismo e il suo funzionamento schiavizzante, i nostri pensieri e riflessioni si sono universalizzati per fornirti un caldo ululato di fratellanza. Ci dirigiamo verso te, compagno, che in questo preciso istante sei limitato fisicamente dietro le sbarre del potere; il carcere, luogo che sappiamo mai rinchiuderà le tue idee, a meno di non sentire il profondo amore che cerca la libertà. Sicuramente la tua carcerazione ha generato orgasmi per l’autorità, che era decisa a “prenderti” e “giudicarti”, che si masturba con l’idea di danneggiare le tue idee tramite il castigo, cercando col tuo caso di dare un “avviso” a chi si ribella contro i riti e i codici della sottomessa società moderna e i simboli del nefasto sistema carcere/capitale. È evidente che la tua prigionia è stata uno stimolo per i fabbricanti dell’articolazione sociale – concepita come un ordine “naturale”. Hai saputo burlarti di loro, e il tuo tempo in clandestinità gli ha fornito amare espressioni e continue speculazioni, soprattutto perché ti stavi godendo l’amore della tua famiglia. Fatto che non possono concepire possibile per chi viene considerato “terrorista”. Hanno digrignato i denti nel tentativo di rintracciarti; bestie codarde che hanno usato i propri sgherri per arrivare a te!

Tra corpi miserabili ancorati da compiti, una presenza come la tua è incombente. Ogni colpo che inceppa il transito paradossale delle cose è l’essenza minima che teniamo per vivere, qualcosa per cui sorridere e morire. Il nemico cerca di far detonare l’ideologia cannibale della domesticazione. Gli uomini divorano altri uomini. Gli spazi della città sono la piattaforma di una distruzione invisibile. La quale sentiamo nelle mattinate, fino a quando andiamo a dormire la sera. La proprietà è sinonimo di rovina e il nostro affetto per essa è il crollo della nostra essenza emotiva. Non abbiamo distrutto nulla, perché niente è ciò che è stato costruito. Per questo sappiamo che parlano di un ordine, ma sappiamo che non esiste alcun ordine.

In mezzo ad una massa puzzolente e alienata incapace di avere libere riflessioni su cosa indossare ogni giorno e la passività, cercano di far crollare la tua presenza tramite la prigionia, lo desidera il seguito del potere, una squadra di infami con cupole di libri chiamati “leggi”. Nel corso della scorrere dei giorni avanza il nostro amore profondo per il disturbo, il desiderio di presenziare in questa pseudo realtà cresce. Le loro regole toccano le nostre anime per poi essere sputate via!! Governanti, giudici e poliziotti: i figli e le figlie di una libertà conquistata accumulano rabbia tra le ombre della loro voracità!! Amiamo con forza la distruzione del falso equilibrio sociale, il grido degli/lle impavidi/e reclama un fratello, amante e sorridente viandante.

Solidarizziamo con te per le strade e nella negazione del prestabilito. Eri, sei e sarai con noi! Ti salutiamo con amore, compa.

SOLIDARIETÀ ATTIVA CON HANS NIEMEYER!

Individualità anonime

fonte

Angol, Cile: Il DIPOLCAR sequestra illegalmente un prigioniero politico mapuche

img_4371

Il giovane prigioniero mapuche è stato sequestrato dalle forze di polizia e intelligence, in modo completamente irregolare, senza avviso o ordino del tribunale, vale a dire che la procura viola le stessi leggi cilene che dice di difendere. Ciò dimostra – ancora una volta – che la comunità mapuche affronta uno scenario di tipo bellico causato dallo stato cileno alleato con i grandi interessi d’impresa che occupano la Wallmapu.

COMUNICATO PUBBLICO DAL CARCERE DI ANGOL

Informiamo il popolo mapuche e l’opinione pubblica nazionale e internazionale, che ancora una volta il nostro peni Luis Marileo Cariqueo è stato vittima di persecuzione da parte dello stato cileno, come
conseguenza del progetto di recupero territoriale che la comunità Cacique Jose Guinon ha portato avanti negli anni.

Luis Marileo Cariqueo, giovane prigioniero politico mapuche, è in custodia preventiva da 11 mesi nel carcere di Angol, accusato ingiustamente di un delitto non commesso, il 30 Luglio 2013 alle 7 è stato trasferito nella città di Temuco, fortemente sorvegliato e ammanettato mani e piedi per più di 8 ore, nella sede del DIPOLCAR dei Carabineros.

Questo trasferimento a sorpresa è totalmente irregolare, in più non è stato avvisato l’avvocato e neanche c’è stato un ordine del tribunale. Questa situazione irregolare obbedisce agli interessi e ai capricci del giudice antimapuche Luis Chamorro, il quale voleva avere impronte dei piedi e del corpo, cosi gli ha offerto nuove scarpe al posto delle sue che portava, per continuare con le sue montature, che stavolta consistono nel coinvolgere il nostro giovane peni in un attacco incendiario accaduto diversi mesi fa.

Luis Marileo Cariqueo dichiara categoricamente che non permetterà ad alcun organismo dello stato cileno né alla polizia di prendergli impronte digitali o del corpo, sapendo bene che il popolo mapuche è stato
perseguitato e criminalizzato per anni attraverso processi giuridici arbitrati e indebiti, e che la giustizia cilene obbedisce ai suoi padroni delle multinazionali e ai latifondisti.

LUIS MARILEO CARIQUEO
DALLA PRIGIONE DI ANGOL
LIBERTÀ PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE
MARICHIWEW

fonte

Angol, Cile: Chiuse le indagini contro Daniel Melinao, mapuche accusato dell’omicidio di un poliziotto

file_20130425142635-610x443

Il 29 Luglio 2013 si è chiusa l’indagine contro Daniel Melinao accusato di “coautore” dell’omicidio dell’agente del GOPE Hugo Albornoz durante gli scontri in una comunità mapuche di Ercilla nell’Aprile 2012.

Da adesso la procura rappresentata da Luis Chamorro ha 10 giorni per presentare le accuse (prove, testimoni e pena richiesta) per poi realizzare la preparazione del processo orale e poi quello vero e proprio.

Attualmente il comunero mapuche è prigioniero nel carcere di Angol, nel modulo dei prigionieri politici mapuche.

fonte

Cile: Rilasciato Sebastian Saldana

8578162923_849f32f5cc

Il compagno antiautoritario Sebastian Saldana Zapata è stato prigioniero con l’accusa di aver tenuto e lanciato una molotov il 29 Marzo di quest’anno.

Il 1° Agosto 2013 Sebastian è stato rilasciato. A quanto abbiamo saputo avrà un processo con rito abbreviato.

Saluti compagno!

Difendiamo e appoggiamo i prigionieri e gli accusati per gli scontri di piazza!

fonte

Francoforte: Liberata Sibylle S.

Sibylle S. (testimone non cooperativa con le autorità) è rimasta 4 mesi in carcere a causa del suo ripetuto rifiuto di testimoniare come testimone contro Sonja Suder. Il 6 Agosto 2013 è divenuto evidente che la sua detenzione non avrebbe modificato la sua attitudine decisa, cosi è stata rilasciata.

Ma Sonja resta ancora in custodia.

LIBERTÀ E FELICITÀ PER SONJA E CHRISTIAN!

fonti: i, ii

Atene: Striscioni di solidarietà con i tre spazi occupati di Patrasso

Giù le mani dalle occupazioni. Solidarietà all'occupazione Parartima
Giù le mani dalle occupazioni. Solidarietà all’occupazione Parartima
Il fuoco non ci brucia, il fuoco brucia dentro di noi!  Solidarietà a: Parartima, Maragkopouleio e lo spazio autogestito all'interno dei TEI di Patrasso
Il fuoco non ci brucia, il fuoco brucia dentro di noi!
Solidarietà a: Parartima, Maragkopouleio e lo spazio autogestito all’interno dei TEI di Patrasso

Venerdì mattina, 9 Agosto, dei compagni hanno effettuato un intervento di solidarietà con le occupazioni Parartima e Maragopouleio e lo spazio autogestito dei TEI a Patrasso che sono stati preso d’assalto dalle forze dello Stato nelle prime ore del 5 Agosto.

Durante l’intervento, dei striscioni sono stati collocati all’ingresso del sito archeologico di Acropoli, interrompendo l’immagine falsa di una città “rispettabile” di Atene ed hanno attirato l’attenzione dei visitatori.

Abbiamo scelto questa posizione sapendo che la nostra presenza in un “ambiente di primo piano” (vale a dire una delle attrazioni turistiche della città) sarebbe stata una spina che fa male allo Stato.

Nulla rimarrà senza risposta …
Avete seminato il vento, e raccogliete la tempesta.

Anarchicx

Intervista al blog incarcerato “Culmine”

(Tratto da “Aversión”–publicación anarquista, n°8, Maggio 2013)

1.-AVERSIÓN: Negli ultimi anni. Per ragioni che rifuggono da quest’analisi e che hanno a che vedere più che altro con l’indirizzo che sta prendendo il sistema, ma che evidentemente colpiscono la nostra maniera di relazionarci, ci sono nati blog e siti web che hanno rimpiazzato il compito che fino ad ora veniva svolto dalle nostre pubblicazioni. Come credete che ciò influenzi le lotte e la loro percezione?.

-CULMINE: siamo sicuramente convintx che stiamo vivendo un periodo nuovo all’interno dell’anarchismo. I blog ed i siti web permettono la diffusione di comunicati, scritti, elaborazioni in maniera veloce in tutte le parti del pianeta, e permettono lo scambio di idee e proposte tra compagnx che probabilmente non avranno mai la possibilità di incontrarsi fisicamente. Si tratta di una vera e propria rivoluzione all’interno dei rapporti tra anarchicx. Siamo ben consci dei grandi limiti presenti in questo nuovo modo di rapportarsi, sia perché lo strumento utilizzato non è neutro, ma gestito e controllato dal nemico, sia perché i rischi che si corrono sono molto elevati, come è accaduto con “Culmine”, che comunque non ha scelto l’anonimato. Il blog anarchico “Culmine” è stato ingabbiato il 13 Giugno 2012 anche per il suo lavoro di controinformazione.

Piuttosto complesso è il discorso relativo alle lotte ed alla loro percezione. Bisogna partire dal dato di fatto che, attualmente – nel 2013 – , tutti movimenti utilizzano internet: politici, ecologisti, culturali e persino antitecnologici (questo paradosso meriterebbe un approfondimento ma non in questa sede). Anche all’interno dell’anarchismo praticamente tutti i gruppi di qualsiasi tendenza hanno a che vedere con la rete, ma negli ultimi tempi c’è stata l’irruzione delle reti sociali, come twitter o facebook. Con effetti deleteri. Ad ogni modo non abbiamo mai pensato che i blog di controinformazione debbano sostituire le pubblicazioni in cartaceo.

2. A: Sembra che attualmente internet abbracci molti aspetti della nostra esistenza influendo in maniera radicale nelle relazioni umane, contribuendo enormemente all’isolamento, all’atomizzazione e all’alienazione. Non credete che manchino delle posizioni critiche dall’ambiente anarchico su questo strumento?.

-C: sì, è vero che internet è fortemente presente nelle nostre vite esistenti ma noi tuttx, anarchicx compresx, utilizziamo questo strumento nella vita quotidiana anche per viaggiare o leggere un quotidiano. Non ci sono posizioni di forte e dura critica e distacco nei confronti di tale tecnologia e non crediamo bastino alcune analisi di critica e distacco nei confronti della rete, con un atteggiamento di snobismo elitista da parte dei pochi che tutto hanno compreso. Condividiamo l’urgenza del problema, ossia che corriamo il rischio di isolarci sempre più e di rendere virtuale qualsiasi aspetto della lotta, anche il confronto umano, ma al contempo noi non cessiamo di immaginare le potenzialità insite in una diffusione in tutti gli angoli del pianeta delle nostre idee e pratiche iconoclaste. Più che altro manca una doverosa riflessione su come impostare la nostra esistenza totalmente fuori dalla virtualità. Si tratta, in fin dei conti, del dilemma dell’anti civilizzazione, ancora troppo ancorato all’attuale modello della nostra società. A tal proposito “Culmine” più di una volta ha dimostrato di apprezzare questa tematica rimandando però ad un futuro indefinito un proprio scritto di riflessione. Premessa l’attuale estrema difficoltà di poterlo stilare congiuntamente in tempi celeri, non esclude di farlo prossimamente.

3. A: Concretamente, “Culmine” è il primo caso che si sappia di repressione contro un blog anarchico di controinformazione. A cosa credete si debba questo?. Perché “Culmine” e non altri blog e siti?.

-C: in primo luogo la repressione contro “Culmine” ha a che vedere con la legislazione antiterrorista italiana. Erede delle leggi speciali utilizzate nei cosiddetto “anni di piombo”. Bisogna specificare che noi di “Culmine” non siamo solo accusatx di violazione delle leggi sull’informazione o sull’apologia, ma di aver progettato, finanziato ed effettuato materialmente degli attentati esplosivi. Perché “Culmine” e non altri blog?. Perché, a nostro avviso, “Culmine” negli anni della sua esistenza s’è caratterizzato nel non censurare comunicati di azioni dirette da tutto il mondo, dando anche spazio alla voce dex tantx prigionierx anarchicx. Non siamo i soli a farlo, abbiamo visto nascere tanti altri blog o siti con i quali abbiamo condiviso riflessioni ed esperienze. L’ingabbiamento di “Culmine” è un brutto segnale da parte della repressione in quanto rappresenta uno scenario che potrebbe ripetersi anche per altre esperienze simili a livello controinformativo. È significativo, per esempio, che secondo l’accusa riprova della nostra non resipiscenza dopo la perquisizione del 29 Marzo 2012 (che già preannunciava una repressione crescente) sia stata la nostra immediata diffusione di un comunicato per avvertire altri blog dell’accaduto e della violazione dello stesso “Culmine”. Continue reading Intervista al blog incarcerato “Culmine”

Marco Camenisch: Nanotecnologia e trasparenza

nanoargento

Di seguito una traduzione del compagno Marco Camenisch dal lager Lenzburg di Svizzera sulle nanotecnologie e il nano argento. Lasciamo la sintesi, la traduzione e i commenti così come li abbiamo ricevuti:

Dalla WOZ n. 22, 30 Maggio 2013, cultura/scienze, trad. M.C., Lenzburg, Maggio 2013

NANOARGENTO PERICOLO MUTANDE

L’industria produce sempre di più beni di consumo che contengono del nanoargento. Ma la maggior parte di questi beni di consumo non sono né utili né sensati. Semmai sono una minaccia per l’ambiente.
Di Franziska Meister

È calato il silenzio sul clamore attorno alla nanotech. Nuovi materiali con nuove proprietà dovrebbero diffondersi grazie a minuscole nanoparticelle. Molto reattive. Dove sono finiti, questi nuovi materiali?.

La risposta sorprende: i nanomateriali sono approdati nel nostro quotidiano già da tanto tempo, anzi, sono penetrati nella sfera più intima. Per esempio il nanoargento. Con il nanoargento ci laviamo, ci puliamo i denti, lo spalmiamo sotto le ascelle ed in faccia e su tutto il corpo fin nelle zone più intime, e ce ne vestiamo dai calzini fino alla biancheria intima e le scarpe. Lo usiamo per cucinare ed imballare gli alimenti. Poiché il nanoargento disinfetta, uccide i funghi. I batteri ed altri micro-organismi. La carne dura più a lungo sotto una pellicola di nanoargento, sterilizza le stoviglie, i nostri calzini non puzzano – noi non puzziamo.

Con l’igiene si fa buoni affari. A livello mondiale, nessun altro nanomateriale è utilizzato in tanti prodotti di consumo come il nanoargento. Negli anni più recenti, il tasso di crescita del suo utilizzo ha avuto un’impennata mai vista. L’impiego annuo mondiale di nanoargento è valutato più di le trenta tonnellate, in Svizzera ci sarebbe una produzione annua di circa tre tonnellate. Un terzo è lavorato nell’industria tessile. Questo in Europa fa, dopo la Germania, della Svizzera la seconda produttrice di nanoargento per tessili.

Ma l’affare con le nostre esigenze igieniche ha il suo rovescio. Un numero sempre più grande di studi dimostrano che, seppur con velocità diverse, il nanoargento è completamente slavato. Come ha dimostrato l’Empa, l’istituto federale di collaudo e di ricerca dei materiali, per certi tessuti possono bastare pochi lavaggi in lavatrice ed il nanoargento non c’è più. Anche le facciate perdono subito il loro strato anti-putredine che dovrebbe tener lontano i parassiti: secondo uno studio svizzero circa il trenta % del nanoargento entro un anno si ritrovava nello scolo della facciata, dopo due anni e mezzo il nanoargento era assente.

Che succede nell’acqua?

Perciò gran parte del nanoargento proveniente dai beni di consumo finisce nell’acqua: passando per le canalizzazioni finisce negli impianti di depurazione o direttamente nel laghi e fiumi. E questo è un problema. Poiché il principio attivo del nanoargento è basato sul fatto che in soluzione acquosa isola degli ioni d’argento. L’effetto tossico vero e proprio sui batteri viene da questi ioni e non si ferma nemmeno davanti ad altre vite acquatiche. “Abbiamo collaudato delle particelle di nanoargento di diverse misure in diversi rivestimenti” dice una ricercatrice della ETH (politecnico federale), “ il risultato era sempre uguale: gli ioni d’argento delle nanoparticelle hanno un effetto tossico acuto sulle alghe”. E le alghe stanno sempre all’inizio della catena alimentare acquatica.

Nell’ambito del programma nazionale di ricerca “Chances e rischi dei nanomateriali” il suo team esamina in ambiente reale l’effetto delle particelle di nanoargento sulle comunità acquatiche come le alghe, le muffe ed i micro-organismi. “Osserviamo una grande suscettibilità delle alghe verso gli ioni d’argento” dice la ricercatrice. Nelle comunità di alcune muffe e di alcuni funghi nei tempi più lunghi cambiarebbe la varietà dei funghi e dei batteri. Le ricerche di tale complessità sono finora molto rare, come anche gli studi fatti su varie generazioni d’organismi acquatici – mentre senza questi studi non si può valutare la possibile pericolosità ambientale del nanoargento, sottolinea la ricercatrice.

Ma in quale misura il nanoargento penetra davvero l’ambiente?. Anche su questo non esistono dati attendibili, tra l’altro perché è molto difficile rilevare le nanoparticelle nell’ambiente e di misurarne la quantità Tuttavia un collega della ricercatrice ha potuto dimostrare in uno studio recente che gli impianti di depurazione possono ritenere circa il 95% del nanoargento. Già nell’acqua di scarico una parte delle nanoparticelle si trasforma in solfuro d’argento salino. “Grazie a questo la loro tossicità cala molto, poiché non emanano quasi più nessuno ione d’argento” dice il ricercatore. “le nostre preoccupazioni iniziali erano proprio che, tuttora antibatteriche, le particelle di nanoargento danneggiassero il residuato”.

Infatti, vari studi hanno dimostrato che le particelle di nanoargento rimangono attive anche nel residuato. Dove ostacolano il lavoro dei batteri nitrificanti che sono addetti all’eliminazione della sostanza tossica nell’acqua. Se al contrario che in Svizzera, questi residuati non sono bruciati bensì sparsi sui campi come fertilizzante, secondo uno studio USA possono essere addirittura più tossiche ancora. “Facendo questi esperimenti il nanoargento è direttamente versato nel residuato”, dice il ricercatore. “Questi esperimenti non si possono equiparare alle condizioni reali, poiché le nanoparticelle d’argento hanno una storia, e quella inizia già nella canalizzazione”: Continue reading Marco Camenisch: Nanotecnologia e trasparenza