Ricevuto il 13 marzo 2016 da Boston, Massachusetts:
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Madrid: Processo contro Mónica Caballero e Francisco Solar
8 marzo 2016
Riassunto della prima udienza del processo contro Mónica Caballero e Francisco Solar:
Proprio all’inizio del processo, uno degli avvocati della difesa interviene per ricordare in aula che è stato preparato un testo dove si espone la mancanza di imparzialità da parte del tribunale e se ne chiede il cambio. È stata anche sollecitata un’altra forma di processo, in cui gli accusati dichiarino in ultima istanza, dopo tutti i testimoni e i periti. Di fronte al rifiuto del tribunale di entrambe le questioni, il processo inizia con le dichiarazioni di Francisco e Mónica che si rifiutano di rispondere alle domande del Pubblico Ministero e alle accuse specifiche, rispondendo esclusivamente alle domande dei loro avvocati.
Entrambi hanno riaffermato le loro idee anarchiche, hanno negato la responsabilità dell’attacco alla Basilica del Pilar, così come di appartenere ad alcuna organizzazione che, come la stessa teoria poliziesca descrive, è composta da un leader e gerarchie. Francisco ha dichiarato, prima di essere interrotto dalla giudice del tribunale Angela Murillo: “Sì, sono anarchico perché credo che sia la libertà ad evitare ogni costrizione. Penso che la creatività individuale nasca quando non ci sono né autorità né ordini né comandamenti rigidi, che atrofizzano e degradano solamente il comportamento umano. Lo Stato implica subordinazione ed è contrario ad ogni tentativo di libertà, implica anche l’esistenza di usurai e sfruttatori.” E sulle organizzazioni… “opprimono la libertà individuale e limitano l’iniziativa delle persone alle norme di comportamento prestabilite”. E Mónica: “Qualsiasi base gerarchica è incompatibile con la mia ideologia e forma di pensiero, visto che qualsiasi vertice del Potere è dannosa e opprime l’essere umano.” E, rispondendo a una delle domande della sua avvocatessa, approfittò per rivendicare i propri legami di affinità e di solidarietà con altri compagni prigionieri.
Dopo le dichiarazioni dei compagni, è il turno dei testimoni, a cominciare da diversi membri della Polizia Nazionale, nove in tutto, che parteciparono ad alcuni momenti dell’indagine. In queste dichiarazioni si incorre in alcune contraddizioni in merito alla collaborazione e flusso d’informazione che offre lo Stato cileno e in merito a come ciò abbia potuto influire in maniera tale da concentrare le indagini su Mónica e Francisco. In questo senso, uno degli avvocati della difesa ha presentato come prova un articolo di stampa della Direzione Generale della Polizia Nazionale, nella quale, allora, si informava dell’operazione e la si accettava come un successo della collaborazione tra Stati. Nonostante questo, il tribunale non lo ha preso in considerazione. Si è parlato anche della metodologia impiegata per l’identificazione degli accusati e, quindi, della veridicità dei risultati. Successivamente si procede con la dichiarazione dei testimoni presenti al momento dell’esplosione nel tempio religioso. Innanzi tutto, la donna che ha riportato lesioni all’udito ha dichiarato come, mentre pregava, due persone si avvicinarono a lei e una di loro la avvisò di dover lasciare il posto. Nonostante questo, non può confermare nemmeno se si trattasse di due uomini o di un uomo e una donna. Semplicemente vide il profilo di un uomo che non sarebbe in grado di identificare. Gli altri due testimoni sono una guardia di sicurezza e un custode della Basilica del Pilar che, a parte aver descritto il momento dell’esplosione, si sono sforzati di trasmettere la sensazione della grande pericolosità dell’artefatto.
Bisogna anche dire che, giorni prima del processo, il rappresentante della chiesa di Saragoza ha ritirato l’accusa privata.
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9 marzo 2016
Durante il giorno di oggi, mercoledì 9 marzo, si è svolta la seconda udienza del processo contro Francisco e Mónica, compagnx accusatx di appartenenza ad organizzazione terrorista, stragi, lesioni e cospirazione, accuse per le quali il Pubblico Ministero chiede 44 anni di carcere per uno.
Mentre avveniva quest’udienza nell’aula n°4 del Tribunale Nazionale, un gruppo di solidalx si è riunito all’esterno del recinto, gridando slogan d’appoggio che potevano essere sentite dax compagnx dall’interno dell’aula.
Nonostante l’udienza di ieri fosse centrata sulle dichiarazioni di Mónica, di Francisco e dei testimoni (poliziotti e testimoni oculari) che ha presentato il Pubblico Ministero, quella di oggi è iniziata con i testimoni chiamati a dichiarare dalla difesa per passare poi alle dichiarazioni dei periti.
I 4 testimoni che ha presentato la difesa hanno confermato le dichiarazioni che al momento diedero alla polizia, nelle quali nessuna delle caratteristiche che descrissero corrispondono con quelle di Mónica e Francisco.
I testimoni dei periti (tutti poliziotti) che sono stati convocati dal Pubblico Ministero si sono concentrati su vari aspetti:
– Pericolosità dell’artefatto esplosivo: i poliziotti che hanno deposto (nazionale, scientifica e TEDAX) hanno seguito la stessa linea di voler sottolineare la supposta pericolosità dell’esplosione e la possibilità di causare danni alla vita umana. Si è voluto avallare scientificamente questo argomento a partire da uno studio teorico sull’impatto di un artefatto di 3 Kg di polvere da sparo in campo aperto. Questa argomentazione è stata contrastata dalla difesa visto che, sebbene l’inchiesta parli di una carica tra i 2 e i 3 Kg e il comunicato di rivendicazione dell’azione descriva l’utilizzo di 2 Kg di polvere da sparo, i rapporti sono stati fatti in base al criterio teorico di uno di 3 Kg, il che mette in evidenza le intenzioni della polizia.
– Analisi antropometriche: queste relazioni mettono in comparazione le immagini di Francisco e Mónica prese da internet (senza sapere se la polizia le abbia manipolate o no) con le immagini della telecamera di videosorveglianza di Barcellona. Se ne conclude un’alta probabilità di coincidenza nel caso di Francisco e una minore nel caso di Mónica. Bisogna segnalare che nessuno dei testimoni ha titoli relazionati con perizie antropometriche. L’intervento della difesa ha permesso di mettere in evidenza gli handicap del sistema informatico usato, che può solamente dare delle probabilità ma non può stabilire delle identità senza ombra di dubbio.
– Appartenenza a organizzazione terrorista: l’argomentazione poliziesca si basa sul considerare che FAI-FRI, GAC e Comando Insurreccional Mateo Morral fanno parte della stessa organizzazione terrorista. I poliziotti che hanno elaborato la relazione sulla FAI-FRI come organizzazione terrorista segnalavano che così viene considerata in una Disposizione Europea del 2001, però non sapevano che già dal 2009, nella stessa Disposizione, non viene più considerata come organizzazione terrorista. Inoltre citano nei loro rapporti vari processi avvenuti contro la FAI-FRI nei paesi europei. Chiedendo loro quali le fonti consultate per venire a conoscenza di tali processi, hanno palesato di averli presi da fonti aperte (internet, stampa) e in nessun caso da nessun organo ufficiale (tribunale, corpi di polizia, ecc). Per stabilire il legame tra la FAI-FRI e i GAC fanno riferimento al fatto che questi ultimi rispondono all’appello per l’azione diretta, la solidarietà e l’appoggio mutuo che realizza la FAI-FRI. Un altro argomento che espone la polizia per sostenere che i GAC sono un’organizzazione terroristica è la temporalità: segnalano che successivamente al primo testo di presentazione che appare dei GAC si realizza la prima azione coordinata nello Stato Spagnolo. Nella descrizione che fanno del funzionamento dei GAC si segnala l’esistenza di un certo tipo di leadership informale. Si segnalano anche, come indizio di appartenenza di Mónica e Francisco a un’organizzazione terrorista, i differenti comunicati internazionali nei quali si solidarizza con loro, come per esempio quelli che vengono fatti a partire dall’appello per un “dicembre nero”; si menziona anche il testo solidale che Mónica apporta al libro “Mapeando el fuego” mentre erano processati in Cile per il caso Bombas.
Per ultimo, nella sessione pomeridiana, ha deposto il perito medico che citò le accuse specifiche della donna ferita con le quali si certifica principalmente la sequela psicologica derivate dal vissuto del Pilar. Si è conclusa la giornata con i poliziotti incaricati della perizia relativa a impronte digitali e DNA, che hanno accertato non aver trovato ne l’uno né l’altro nei posti ispezionati a Saragoza (nei resti di esplosivo e nella cabina telefonica dalla quale venne fatta la chiamata di avviso della bomba).
Di fronte a questo processo-farsa, le compagne non sono sole. Fino a quando non saremo tuttx liberx! Solidarietà e lotta!
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10 marzo 2016
Oggi, giovedì 10 marzo, c’è stata la terza e ultima udienza del processo ax nostrx compagnx Mónica e Francisco. Ci sono state principalmente le discussioni finali sia dex avvocatx difensorx sia dell’accusa privata e del Pubblico Ministero.
L’udienza è iniziata con i testimoni delle perizie, convocati a processo dalla difesa, i quali hanno presentato relazioni sullo studio comparativo del DNA tra una serie di oggetti che sono stati rinvenuti dopo l’esplosione, e il DNA di Francisco e Mónica estratti da oggetti prelevati dalle loro celle. Hanno confermato quello già esposto nelle relazioni: non c’è nessun tipo di coincidenza.
Successivamente la giudice ha chiesto se le parti confermavano le proprie conclusioni iniziali, domanda di fronte alla quale l’avvocato dell’accusa privata, la donna che si trovava nel Pilar al momento dell’esplosione, ha manifestato di voler sostenere sì l’accusa di “danneggiamento” e “lesioni”, ma di voler ritirare le accuse di appartenenza e cospirazione, abbassando considerevolmente la richiesta a 12 anni e un giorno per ognunx e sollecitando un indennizzo di 102.000 euro.
Le discussioni conclusive sono iniziate con il Pubblico Ministero che ha mantenuto i 4 reati imputati come nel testo d’accusa: appartenenza, strage, lesioni e cospirazione. Ha mantenuto anche la richiesta di 44 anni di prigione a testa. Nella sua argomentazione ha insistito sul fatto che dopo l’udienza orale e i rapporti degli investigatori, rimane comprovata la partecipazione dex compagnx a un’organizzazione di natura terrorista. Di fronte al discredito dei periti che la difesa aveva avanzato nelle udienze precedenti alludendo alla mancanza di formazione documentata di costoro in relazione a quanto esposto nelle relazioni, il Pubblico Ministero ha voluto convalidare le sue cariche professionali sulla base delle sue conoscenze tecniche e pratiche. Su questa stessa linea, il Pubblico Ministero ha proseguito nella sua esposizione dando per scontata la partecipazione di Francisco e Mónica nell’azione del Pilar e la loro intenzione di attentare al santuario di Montserrat. In merito all’accusa di lesioni, ha fatto riferimento ai rapporti medici che prendono in considerazione le lesioni acustiche e le sequele psicologiche della donna colpita.
Ha proseguito con le esposizioni l’accusa privata, spiegando il perché del cambiamento delle sue conclusioni dopo l’udienza orale, segnalando che, sebbene coincidesse con il Pubblico Ministero in merito all’appartenenza dex compagnx alla FAI-FRI e GAC, non ci sono argomentazioni sufficienti per considerare questa un’organizzazione terrorista. Un argomentazione simile l’ha utilizzata per giustificare il ritiro dell’accusa di stragi: considera che effettivamente la loro visita a Montserrat aveva l’intenzione di attentare contro lo stesso, ma non esistono le prove sufficienti per provarlo. In merito alle accuse sostenute, è importante segnalare che ha cambiato il ruolo di “stragi” in “danneggiamento” con finalità terrorista.
Le esposizioni finali sono toccate alla difesa e sono state forti e categoriche in relazione alla discussione della tesi accusatoria. È stata un’esposizione estesa per cui tratteremo qui gli aspetti centrali dell’argomentazione:
– Mancanza di imparzialità dell’aula del tribunale per aver partecipato alle indagini che spettavano al giudice istruttore. In questo punto si è discusso anche che fosse un segno di imparzialità il fatto che quest’aula sarebbe stata la stessa a decretare l’allungamento della prigione preventiva sostenendo che esistevano “prove” sufficienti per adottare questa misura. Si è discusso anche del fatto che siano stati inclusi nel processo rapporti polizieschi come prove di perizie.
– Mancanza di verità per aver segnalato nelle indagini che Francisco e Mónica erano stati condannati in Cile per il caso Bombas e poi rimessi in libertà per un “errore processuale” visto che sono stati assolti per mancanza di prove.
– Il fatto che l’ordinanza di procedimento giudiziario e il testo dell’accusa fossero un “taglia e incolla” dei rapporti degli investigatori mette in evidenza la mancanza di imparzialità nelle indagini da parte del Pubblico Ministero e nell’istruttoria del caso.
– Con una solida documentazione tecnica, si mette in discussione la rigorosità del sistema utilizzato per ottenere i risultati delle analisi antropometriche, segnalando, per esempio, che non è mai chiaro quali siano le specificità tecniche del programma che è stato applicato; il perché si sia utilizzato questo sistema e non un altro e il fatto che i risultati siano lontani dall’essere affidabili visto che non hanno i minimi requisiti tecnici necessari (distanza della telecamera, angolo, luce, pixel, qualità dell’immagine).
– Si è discusso sull’utilizzo delle fonti “aperte”, cioè, ottenute da internet senza un confronto con fonti originali.
– Viene ribadito che nessun testimone oculare dà una descrizione che coincida con i tratti dex due.
– Il concetto e la pratica di “solidarietà e appoggio mutuo” sono inerenti a tuttx lx anarchicx.
– Nell’aver bisogno di almeno 3 persone per costituire un’organizzazione terrorista, l’indagine poliziesca ha avuto bisogno di vincolare x due con altre persone e gruppi ed è qui che appaiono i GAC nel processo.
– Non esistono indizi sufficienti per metterlx in collegamento con i GAC e in nessun caso si può considerare questa come un’organizzazione terrorista, segnalando che non c’è nessuna azione che si sia rivendicata con questa sigla. Inoltre è stata fatta una revisione dei comunicati dei GAC e del libro “Contro la democrazia”, dimostrando che non c’è nessun aspetto tra i suoi contenuti che possa indicare che si tratti di una organizzazione con finalità terrorista.
– La difesa argomenta che FAI-FRI non corrisponde a nessuna struttura né organizzazione e che è una “firma” con la quale si chiama all’azione dex anarchicx a livello internazionale. Si reitera anche il fatto che dall’anno 2010 non è più identificata come organizzazione terrorista dalla Comunità Europea.
– In merito al rapporto di pericolosità dell’artefatto esplosivo, partendo dalla convinzione che non sono statx loro x responsabilx del fatto, viene segnalato che chi ha commesso l’azione del Pilar non aveva intenzione di provocare danni alle persone viste le caratteristiche dell’artefatto, l’ora in cui esplose e l’avviso telefonico effettuato.
Il processo si è concluso con Francisco e Mónica e il loro diritto a un’ultima parola con cui hanno approfittato per riaffermare le loro idee come anarchicx. Successivamente a ciò la giudice ha ordinato lo sgombero dell’aula tra le grida di appoggio dex compagnx presentx al processo.
Concludiamo questo riassunto citando le parole dex compagnx con le quali hanno concluso le loro dichiarazioni e che riflettono la forza e la coerenza delle loro convinzioni:
MORTE ALLO STATO E VIVA L’ANARCHIA!!!
Montreuil, Francia: Attacco a un architetto della dominazione, in solidarietà a Mónica e Francisco
Nella notte tra l’8 e il 9 marzo 2016, con l’aiuto di cassonetti della spazzatura e di prodotti infiammabili, abbiamo dato fuoco alla facciata dello studio di architetti Archi 5 in rue Voltaire nel centro di Montreuil-sous-Bois.
Sul suo sito Archi 5 si vanta di aver realizzato, o di essere in procinto di farlo, oltre a delle costruzioni banali, la lista dei seguenti progetti macabri:
i centri penitenziari di Bourg en Bresse, Draguignan, Mont de Marsan, Rennes, le prigioni di Condé-sur-Sarthe e Vendin le Veil, il Polo della Polizia giudiziaria di Cergy-Pontoise, il commissariato di Clichy-sous-Bois, il Tribunale civile di Chartres, il centro di detenzione della Polinesia francese a Tahiti.
Dedichiamo quest’azione a tutte le persone che si battono per la libertà e contro ogni autorità, in particolare al/lla compagn* anarchic* Monica Caballero e Francisco Solar che sono tra le grinfie dello Stato spagnolo e che pur rischiando delle pesanti pene di prigione non rinnegano neanche una parola di quello che pensano né di quello che sono.
Fuoco alle prigioni.
Fuoco a chi le costruisce.
in inglese
[Francia] Lottare contro la legge sul lavoro: nessuno dovrebbe lavorare!
«Siamo sfruttati come gli altri e vogliamo farla finita, subito, con lo sfruttamento».
Ai ferri corti con l’Esistente
La legge sul lavoro (come tutte les leggi) non avvantaggerà che poch*, mentre schiaccerà tutt* gli/le altr*, molto più numeros*. Quest* ultim*, gli/le sfruttat*, per una volta non hanno aspettato i sindacati per organizzarsi e chiamare allo sciopero. Hanno perfettamente ragione. C’è agitazione da ogni parte: i/le liceali invocano a bloccare i licei, gli/le studenti/esse a occupare le università, i/le non-sindacalist* allo sciopero generale. Quanto a noi, finché si tratterà di lottare contro lo sfruttamento e la dominazione, ci saremo.
Potremmo restare a distanza dal movimento accontentandoci di affermare che il lavoro non deve essere né elemosinato né trasformato ma distrutto; stavolta preferiamo partecipare alla lotta, per diffondere la critica a tutte le forme di dominazione. Per noi, non può prescindere da un discorso contro lo Stato e il capitalismo. Non contate su di noi per difendere il diritto del lavoro. Con o senza di lui, è sempre Servizio Obbligatorio del Lavoro.
Negli anni 80 Bob Black, un anarchico americano scriveva già: «Un lavoratore è uno schiavo a part-time. È il padrone che decide a che ora dovete arrivare al lavoro e a che ora potete tornare a casa – e quello che farete nel mentre. Vi dice quale mole di lavoro dovete effettuare e a che ritmo. Ha il diritto di esercitare il suo potere fino agli estremi più umilianti. Se ne ha voglia, può regolamentare tutto: la frequenza delle vostre pause pipì, il modo in cui dovete vestirvi, etc. A parte qualche salvaguardia giuridica molto variabile, può licenziarvi per un motivo qualsiasi – o senza la benché minima ragione». E appunto, la legge sul lavoro riduce in briciole queste salvaguardie. Per noi si tratta di farla finita col lavoro senza aspettare altro. Ci uniamo a Black quando dichiara: «Alcuni sinistroidi blaterano in favore del pieno impiego. Io aspiro alla piena disoccupazione, come i surrealisti – solo che io non scherzo».
Se gli/le studenti/esse continuano a studiare, gli/le operai* e gli/le impiegat* a lavorare, gli/le disoccupat* a preoccuparsi di trovare un lavoro, nessun cambiamento è possibile. A noi piacerebbe che la lotta tendesse a una paralisi della normalità, che si moltiplicassero le offensive, gli scioperi selvaggi, i sabotaggi, le distruzioni fisiche dei simboli dell’economia. Allora avremo il tempo e lo spazio necessari per riprendere in mano le nostre vite e per l’emancipazione di tutt*. A volte nelle lotte sociali di rivendicazione si sviluppano dei metodi più interessanti dei loro obiettivi… Qualche anno fa degli operai che durante uno sciopero generale portavano uno striscione su cui era scritto «Non chiediamo niente» avevano ben capito che la sconfitta risiede nella rivendicazione in se stessa.
Finché ci saranno persone che vanno a lavorare non per il piacere di fare qualcosa di socialmente utile, ma per «guadagnarsi da vivere» faremo appello allo sciopero generale illimitato. Finché ci saranno poliziotti e prigioni, banchieri e supermercati, eletti ed elezioni, ricchi e poveri… faremo di tutto perché cambi, qui e ora.
Viviamo in un mondo di merda, non accettiamolo!
Ci resta la rivolta, esprimiamola !
Volos, Grecia: Azione diretta in solidarietà col prigioniero anarchico Panos Aspiotis
Uscita del n. 1 di «Rizoma», pubblicazione aperiodica
RIZOMA
Nuovo bollettino anarchico in sostegno alle lotte contro l’ingegneria genetica e il mondo che la produce
Gennaio 2016 – numero 1 – pubblicazione aperiodica disponibile in tre lingue: italiano, tedesco e francese
Con questo bollettino vogliamo diffondere delle informazioni teoriche e pratiche sulla lotta contro gli OGM e il mondo che li produce, far conoscere e creare legami tra i diversi atti di resistenza contro le tecnologie di morte, favorizzare lo scambio, il dibattito e la critica sui mezzi d’azione e gli eventi che hanno luogo nel movimento. Per il fatto di vivere vicino a dei campi di sperimentazione sugli OGM, di centri universitari e di ricerca, di industrie agrochimiche, di società di commercio di materie prime, ci sentiamo tiratx in causa da vicino, per esserne toccatx direttamente e in solidarietà con le esistenze distrutte altrove sul pianeta.
Vogliamo nutrire un movimento ricco di tutte le forme di lotta emancipatrici e di tutti i mezzi necessari contro gli OGM e il loro mondo. Vogliamo una vita e delle modalità d’azione autonome e indipendenti dallo stato, dalle istituzioni e dagli/dalle espertx di ogni tipo, perché vogliamo un mondo liberato da ogni dominio e sfruttamento, ora.
Per scaricare il PDF cliccare qui.
Atene: Azione davanti all’ambasciata dell’Uruguay nel quartiere di Kifissia
Venerdì pomeriggio, 26 febbraio 2016, un’iniziativa di individui dello squat Themistokleous 58 a Exarchia e di compagn* solidali – quasi una ventina di persone in tutto – si è radunata davanti all’ambasciata dell’Uruguay a Kifissia (uno dei quartieri agiati nel nord di Atene) in risposta all’appello internazionale per una settimana di azioni contro l’espulsione del centro sociale autonomo La Solidaria a Montevideo. Abbiamo spiegato uno striscione, lanciato volantini e cantato degli slogan in diverse lingue, interrompendo anche solo in maniera simbolica la normalità borghese di Kifissia, e chiarito ai funzionari dello Stato uruguaiano che i/le nostr* compagn* di Montevideo non sono sol*.
Forza a chi difende lo squat La Solidaria!
Lotta anarchica ovunque!
Montevideo, Uruguay: Manifestazione contro lo sgombero dello squat La Solidaria
Mercoledì sera, 24 febbraio 2016, un gran numero di persone si sono riunite in piazza Libertad nel contesto della settimana internazionale di azione contro l’espulsione del centro sociale autonomo La Solidaria. Dopo le 19h, compagn* che scandivano “No all’espulsione della Solidaria” e tenevano diversi striscioni in difesa degli spazi autonomi hanno cominciato a manifestare nelle strade di Montevideo e sono avanzati fino all’angolo tra viale Fernández Crespo e via Cerro Largo, dovì’è situata La Solidaria.
Davanti la porta dello squat è stato letto un testo che finiva con queste parole:
“Non un solo passo indietro!
Non trattiamo niente, vogliamo tutto!
Oggi e sempre: contro ogni autorità!
La Solidaria resiste!”
Altre foto della manifestazione qui.
Atene: Sentenze del secondo processo contro Lotta Rivoluzionaria
Il 3 marzo 2016, la corte della prigione di Koridallos ha emesso la sentenza per tutti gli accusati nel secondo processo contro Lotta Rivoluzionaria a proposito dell’attacco con un’autobomba contenente 75kg di esplosivo contro la Direzione di Vigilanza della Banca di Grecia nel centro di Atene il 10 aprile 2014; della sparatoria a Monastiraki il 16 luglio 2014 (in cui il compagno Nikos Maziotis venne ferito e ricatturato dalla polizia); e l’espropriazione di alcune agenzie bancarie.
Il membro di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis è stato condannato all’ergastolo più 129 anni e una multa di 20.000 euro.
Il membro (latitante) di Lotta Rivoluzionaria Pola Roupa è stata condannata a 11 anni di prigione per reati minori (se arrestata, dovrà affrontare un processo con accuse più gravi).
Antonis Stamboulos è stato condannato a 13 anni di prigione.
Giorgos Petrakakos è stato condannato a 36 anni di prigione più una multa di 9.000 euro.
in inglese
Philadelphia, USA: Solidarietà con la ZAD di Notre-Dame-Des-Landes
Ricevuto il 27 febbraio:
Oggi, 27 febbraio, abbiamo attaccato dei manifestini nel centro di Philadelphia in risposta all’appello per una mobilitazione generale contro il progetto d’aeroporto a Notre-Dame-Des-Landes. I manifesti spiegano cos’è la ZAD e la lotta contro l’aeroporto. Li abbiamo incollati principalmente nei parcheggi e le strutture LAZ. LAZ è di proprietà di Vinci, la stessa compagnia responsabile della costruzione dell’aeroporto a Notre-Dame-Des -Landes.
Contro l’aeroporto e il suo mondo!
in inglese
Atene: Percosse al prigioniero anarchico Panos Aspiotis per aver rifiutato il prelievo del DNA
L’anarchico Panagiotis (Panos) Aspiotis era ricercato dal marzo 2013 con l’accusa di possesso di armi da fuoco (“violazione della legge sulle armi”). Nell’ottobre 2015 si è presentato spontaneamente alle autorità. È stato inviato in custodia preventiva in una prigione lontana da Atene (sua precedente residenza). Durante i mesi passati in prigione ha rifiutato di fornire alla polizia un campione di DNA.
Sabato 6 febbraio 2016, Panos Aspiotis è stato trasferito dalla prigione di Nafplion ad Atene, dove era previsto che comparisse lunedì 8 davanti al giudice istruttore Eftichis Nikopoulos (giudice della corte d’appello speciale contro il terrorismo). Il compagno doveva essere condotto alla prigione di Koridallos, invece è stato portato alla Divisione per i prigionieri in attesa di trasferimento. È stato separato dagli altri prigionieri e messo in una cella senza telecamere di sorveglianza dove è stato aggredito da poliziotti incappucciati dell’unità anti-terrorismo che hanno cercato di prelevare con la forza un campione di DNA. Ha ricevuto colpi e calci in testa, nelle costole e in tutto il corpo. Il compagno ha resistito al primo tentativo ingoiando il tampone per il prelievo. I poliziotti hanno continuato a picchiarlo anche dopo aver ottenuto con la forza il campione DNA.
SOLIDARIETÀ COL PRIGIONIERO ANARCHICO PANOS ASPIOTIS.
in inglese, portoghese
[Italia]: Manifesto in solidarietà con alcuni compagni
Berlino: Azioni contro l’inasprimento del diritto all’asilo
Nella notte dal 31 gennaio al 1° febbraio 2016, durante un ennesimo inasprimento del diritto all’asilo, sono stati marchiati vari obiettivi a Berlino. Tutti gli obiettivi sono connessi a chi nella SPD lavora nell’amministrazione della miseria.
Vorremmo così “ricordagli” il loro operato politico in materia, il quale produce quotidianamente degli effetti letali, tra l’altro con i suoi inasprimenti del diritto all’asilo e con l’aumento dell’isolamento della “fortezza Europa”. Mentre chi sobilla e governa della CDU, e – ovviamente – del partito di coalizione SPD, si scaglia contro le esternazioni dei fascisti in doppiopetto della AfD e chiede di far osservare questo partito dalla tutela costituzionale (sic!), lx ministrx degli interni dei governi dei Länder governati dalla SPD chiedono adesso (per esempio Sigmar Gabriel) come prima che i movimenti migratori devono essere sottoposti a una limitazione. Anche la ministra federale del lavoro Nahles (SPD, ma chi l’avrebbe pensato…) continua a muoversi verso destra: parlando dell’obbligo di soggiorno e minacciando di ridurre i contributi, continua ad accattivarsi le simpatie della feccia di destra.
Più reazionario ancora… quasi impossibile!
Uguale se nei gremiti locali oppure nel parlamento federale, lx parlamentari non sono che una maschera caratteriale apparentemente democratica di condizioni letali e di sfruttamento nelle realtà del capitalismo e dello Stato nazionale.
Il cosiddetto “Pacchetto Asilo II” non è solo un altro passo, ancora, verso l’eliminazione degli ultimi residui del diritto all’asilo ma, in più, anche una concessione alla pressione sociale verso destra (naturalmente anche nel contesto europeo). Nel settembre 2016 ci sono le elezioni per la camera dei deputati di Berlino. Perciò è particolarmente importante dire un no risoluto al parlamentarismo e alla sua manovalanza razzista e sfruttatrice.
Specialmente in vista delle vicine elezioni del 2016 e di quelle federali nel 2017, si deve dimostrare che una prospettiva solidale è fattibile, e non solo con le azioni militanti creative ma anche creando un tessuto concreto tra colleghx e vicinx.
Se diciamo “del sangue sulle vostre mani” non è affatto inteso solo simbolicamente, ma anche come dichiarazione di guerra ai padroni per ricordargli che né le loro case né le loro sedi di partito possono proteggerli quando si tratta del prezzo da pagare per la loro politica mortifera. Diventate attivx – e non solo in vista dell’inasprimento del diritto all’asilo e delle imminenti campagne elettorali. Strappare la copertura a chi amministra la miseria! Facciamogliela pagare più spesso, a chi approfitta di questo sistema capitalista. Dimostrando:
…che la loro illusione di sicurezza privata è finita!
*Abitazione nella Torfstrasse [Berlino-Wedding], dex politicx SPD Peer Steinbrück e Eva Högl, imbrattata di vernice e sul tetto uno striscione con scritto: “Frontex, inasprimento dell’asilo, isolamento: sangue sulle vostre mani!”
*Ufficio di partito del politico SPD Lars Oberg, Hauptstrasse 8 [Berlino-Schöneberg], ricoperta di vernice
*Ufficio di partito del politico SPD Joschka Lengenbrink, Kranoldstrasse 14 [Berlino-Neukölln], ricoperta di vernice
*special: persone solidali hanno marchiato anche l’ufficio di partito della politica dei verdi Antje Kapek, Reichenberger Strasse 138 [Berlino-Kreuzberg]
#Germania brutto pezzo di merda!
Fonte: Linksunten
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, febbraio 2016
Berlino: Studio cosmetico di Madlen Lück sventrato
Chi vuole fare dell’attività antifa non deve necessariamente viaggiare, perlomeno non fino al prossimo fine settimana. Anche a Berlino abbondano le strutture fasciste che attendono ancora di essere visitate. Fino a questa mattina fu il caso anche per lo studio cosmetico di Madlen Lück nella Wichertstrasse 45 a Pankow.
Madlen Lück è la partner di Alexander-Willibald Bahls che nel 1994 fondò il brand “Spreegeschwader”, che oltre a “Landser” era lungo il gruppo rock di destra più noto di Berlino. E in più tentava di aprire dei negozi neonazi a Berlino – per ultimo nel 2006 il negozio “Parzifal” a Treptow-Köpenick. Nel 2006, con altri due neonazi, Bahls attaccò il gestore di un negozio nazi a Wismar con un’accetta e gli estorse del denaro. Per questo e per la sua partecipazione al gruppo nazi “D.S.T.” s’è dovuto fare un periodo maggiore di galera. Ora, insieme a Madlen Lück, Bahls ha aperto una nuova idea d’affari.
Gestiva (nel frattempo ha di nuovo chiuso) il fashionstore “Herz und Seele” nella Hellersdorfer Promenade 18 (Berlino Hellersdorf), un negozio con le marche alla moda YAKUZA e “Mafia & Crime”. Sulla relativa pagina internet si vedono Alexander Bahls e, come collaboratore e fotomodello, l’appartenente all’ambiente terroristico di destra Dennis Casper nonché la compagna di Bahls – Madlen Lück. Altri neonazi sono ritratti sulle foto dell’inaugurazione e sulle foto del team. Dopo vari tentativi falliti a Berlino di fare dei soldi con dei vestiti esplicitamente neonazi, Bahls ora ci prova con altre marche indirizzate a un pubblico più vasto. Le due marche piacciono a un pubblico più indirettamente politico, vale a dire agli ambienti sportivi e del fitness. Per contro puntano sulle rappresentazioni della violenza, della virilità e della criminalità. Ci sono evidenti intersezioni con la marca alla moda “Label23”, fondata da un neonazi di Brandenburgo. “Label23” e Yakuza condividono alcuni negozi, tra l’altro a Berlino-Weissensee.
Si deve suporre che l’ambiente del rock di destra attorno a Alexander Bahls non paga le tasse sugli introiti delle loro varie attività e che per lavare questo denaro usano dei commerci tipo il salone di cosmetica di Madlen Lück. Con i profitti finanziano poi le azioni e la propaganda nazi.
Nella nostra visita odierna abbiamo distrutto i vetri dello studio cosmetico di Madlen Lück e lasciato un veloce cenno alla sua clientela: Madlen Lück maiala nazi.
Come antifa lanciamo l’appello alla partecipazione alla demo del 6 febbraio per difendere le strutture ribelli, creare dei vicinati solidali prevista a Friedrichshain. I nazi fanno sempre parte della strategia statale nelle cosiddette zone di pericolosità.
Chi in questo giorno malgrado questo vuole andarsene in giro in altre città: buon esito nella caccia alla peste marrone!
Più info su Lück, Bahls e Casper:
https://linksunten.indymedia.org/de/node/143178
Fonte: Linksunten
Berlino: Incendiato furgone di ditta immobiliare
“Un chilometro d’Anarchia” – BZ – Ci lavoriamo. Nella notte da lunedì a martedì nella Wildenbruchstrasse abbiamo incendiato un furgone del gruppo Mähren. Attualmente la politica e gli organi di repressione lavorano a diversi livelli per smantellare l’ultimo vicinato resistente a Berlino. Già da tanto, oltre alla repressione fisica e giuridica, esibiscono un attacco discorsivo contro la resistenza, l’utopia e la militanza.
Così lx attivistx in totale adesione alla terminologia AfD sono definitx come “fascisti verniciati di rosso” (ex ministro degli interni del Land, Körting) e RBB (Radio di Berlino) diffonde contributi che distorcono le cause e gli effetti della città capitalista servendo alla fine solo alla diffamazione della politica che va oltre lo spettacolo. Tutto questo è fiancheggiato da sempre nuove capriole della gentricazione, con nuove costruzioni e affitti da usura. Nel tutto colpisce che in tutto il mondo gli organi di repressione puntano su mezzi simili, da Bristol ad Atene.
Ma non con noi. Il gruppo Mähren lo abbiamo scelto per essersi distinto già in passato come attore contro le lotte contro gli affitti, come nell’occupazione del “Cafe Diesseits” nell’Heinrichsplatz o nell’occupazione della Schlesische Strasse 25. Questo piccolo atto di dissenso lo collochiamo, perciò, in questi giorni dell’inasprimento attorno alla ZAD Dorfplatz, alla Friedel 54 e M99, coscientemente nel contesto del recente appello a un milione di Euro nell’occasione di uno sgombero. Abbiamo bisogno di questi spazi della Zone à défendre (Zona da difendere) – ZAD, per conoscerci e per sempre ripartire per nuovi lidi!
Per una, due tre – molte piazze di paese – ZAD a Berlino!
Friedel 54 & M99 devono rimanere!
Venite alla demo del 06 febbraio “Difendere le strutture ribelli, creare vicinati solidali” a Berlino!
Fonte: Linksunten
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, febbraio 2016
Berlino: Vernice a dieci stabili
Berlino, 24 dicembre 2015 – 24 gennaio 2016
Nel mese passato tra il 24 dicembre e il 24 gennaio abbiamo marchiato con il colore dieci stabili. Lx proprietarx contribuiscono tuttx a titolo diverso alla gentrificazione di Berlino. Che siano nuove costruzioni di lusso, case di proprietà o case ristrutturate poi care: tuttx causano il continuo aumento degli affitti e lo sfollamento di persone da dove vivono. Se si chiedono degli affitti come 500 euro/30 m², se si vendono solo case in proprietà o si sgomberano i progetti di sinistra, non possono stupirsi della nostra rabbia.
Lontano dai vicinati dell’ambiente, dove tutto è tranquillo, dove le persone e gli sbirri si sentono sicuri, abbiamo marchiato i seguenti obiettivi:
*Schönhauser Alle 22
*Sredzkistraße 57 Ecke Rykestraße
*Sprengelstraße 33
*Gerichtstraße 17
*Kleine Rosenthaler Straße 9 (ex Linienhof)
*Christinen Straße 1 (alte Baiz)
*Bernauer Straße 49
*Bernauer Straße 50
*Dolzigerstraße 4
*Schliemannstraße 10
Dopo il lavoro, prima della birra serale o sulla via verso casa, in settimana o nel fine settimana: gli obiettivi di merda abbondano per scaricare la frustazione per le condizioni vigenti.
I sacchetti di vernice sono semplici, silenziosi e veloci da maneggiare. O uova con la vernice, palline per l’albero di natale o sacchetti per congelatore, tutto si può convertire velocemente a mano in un oggetto frizzante di lancio
(Istruzioni: https://reclaimyourcity.net/content/workshop-farbeier-aus-wachs – workshop uova alla vernice di cera).
Le continue vessazioni nelle zone pericolose e gli attacchi da parte dei porci ai nostri spazi liberi non devono rimanere senza risposta! Portate le rabbia nei vicinati il 06 febbraio e anche in ogni altra notte.
Ci rallegriamo dei tanti gruppetti minori che fanno buon uso del riposo serale. Perché non visitare semplicemente i vecchi progetti sgomberati oppure la vicina costruzione di lusso?
Autonome Gruppen
Fonte: Linksunten
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, febbraio 2016
Exarchia, Atene: Striscione appeso in solidarietà con Klinika a Praga
Exarchia, Atene: Aggiornamenti sul primo mese operativo dello squat Themistokleous 58
(Potete leggere il primo annuncio dello squat qui)
Nell’ultimo mese, lo squat Themistokleous 58 Squat ha partecipato a una serie di azioni/manifestazioni:
Il 16 gennaio 2016, siamo scesi in strada per la prima volta con un blocco separato di circa 30 individui in fondo alla manifestazione in ricordo di Shahzad Luqman, nel quartiere ateniese di Petralona. Sono stati gridati e taggati slogan in diverse lingue, e un bancomat è stato vandalizzato lungo il percorso. Dopo la fine della manifestazione, l’insegna all’entrata degli uffici locali del partito di governo SYRIZA ad Ano Petralona è stata tolta.
Il 23 gennaio abbiamo partecipato alla manifestazione in solidarietà con la detenuta migrante Sanaa Taleb, partita da piazza Vittoria, nel centro di Atene. Tra gli altri slogan, abbiamo scandito i seguenti: Lotte comuni di locali-migranti; espropriamo le ricchezze borghesi // Strutture di solidarietà, nuclei di rivolta, guerra contro la guerra di chi detiene il Potere // Alerta, alerta, antipatriota // Ascoltate, miserabili patrioti: daremo fuoco ai confini nazionali // Cucine collettive, autopattuglie bruciate, lotta multiforme per la libertà // I saldi di gennaio non sono abbastanza; espropriamo in massa // La bandiera [nazionale] è bella quando brucia // Libertà per chi è in prigione // L’unità nazionale è una trappola; noi, gli esclusi, non abbiamo patria // Sanaa, tieni duro fino alla libertà, etc.
Il 30 gennaio abbiamo partecipato con un blocco di circa 40 individui (squatter e persone solidali) in difesa dell’angolo in basso a sinistra della piazza Vittoria, per fare in modo che la piazza non venisse investita dagli accoltellatori di Alba Dorata. Siamo rimasti sulla piazza dalle 18:00 alle 23:30. Poi siamo andati via in maniera coordinata, con il resto delle formazioni/collettivi che avevano partecipato alla difesa della piazza e con la maggior parte dei/lle migranti che erano presenti, marciando tutt* insieme verso Exarchia. Riconoscendo la nostra co-responsabilità nello spostamento di un gruppo di quasi 50 individui senza documenti da piazza Vittoria a Exarchia, su iniziativa di alcuni individui dello squat abbiamo investito la sede del Politecnico di Atene in modo che le persone potessero passare la notte lì senza essere minacciate dai teppisti in uniforme della polizia greca o dai gruppi di nazisti che davano loro la caccia. Il mattino seguente, i/le 50 migranti circa hanno lasciato il Politecnico e sono tornat* in piazza Vittoria.
Il 4 febbraio abbiamo preso parte al gruppo difensivo del Black Bloc Anarchico che ha partecipato allo sciopero generale ad Atene. Come nelle altre occasioni, il gruppo di squatters e persone solidali che sono scese in piazza era internazionale e multirazziale.
Il 10 febbraio abbiamo esposto uno striscione fuori dallo squat in solidarietà con il centro sociale autonomo Klinika a Praga, che è stato recentemente attaccato dai fascisti.
L’11 febbraio, alcuni di noi hanno partecipato alla manifestazione in solidarietà con lo squat Vancouver Apartman con uno striscione che diceva: “Gli squats sono una lotta per la vita.”
Complementariamente all’attività sopra citata, dichiariamo la nostra solidarietà con le strutture e i progetti auto-organizzati che sono stati minacciati dalla repressione o colpiti dallo Stato e/o i fascisti in quest’ultimo periodo.
Per quanto riguarda l’operatività dell’edificio, gli spazi comuni dello squat (sala assemblee & cucina a piano terra) aprono tutti i giorni alle 08:30 (tranne la domenica, quando aprono alle 10:00), e le porte dello squat chiudono imperativamente a mezzanotte. Per il momento la casa è piena, e stiamo mettendo in piedi un modo di vita comune auto-organizzato ed efficace. L’uso di droga e alcool così come fumare non è permesso all’interno degli spazi dello squat. Questo specifico accordo tra tutt* i/le partecipant* allo squat corrisponde al nostro bisogno di essere alloggiati in un ambiente abitativo senza risse e che sia sicuro per tutte le persone implicate nel progetto, a prescindere dalla loro età. Sottolineamo il fatto che lo squat non ha i requisiti per alloggiare persone con gravi handicap motori, problemi di salute mentale e dipendenza. Il ‘negozio free’ al piano terra (uno spazio dove dare e prendere per scambiare vestiti e altri oggetti) è aperto tutti i giorni dalle 12:00 alle 20:00. L’assemblea aperta dello squat si tiene ogni lunedì alle 20:00 nella stanza al piano terra, le persone solidali possono discutere di diversi temi relativi allo squat, partecipare ai diversi gruppi di lavoro, e suggerire delle idee per migliorare il funzionamento del progetto.
Qui di seguito una lista delle cose di cui abbiamo bisogno in questo momento:
Questioni tecniche/riparazioni: vernice, palette/prodotti di legno, doni per lavori di idraulica
Cucina: mini-frigoriferi, mini-forni, bombole di gas da cucina, forchette/coltelli/cucchiai, vassoi, tazze/bicchieri
Cibo: olio d’oliva (bisogno prioritario), alimenti base (riso, pasta), latte, frutta e verdura
Prodotti per la pulizia: detersivo, sapone, carta igienica
Prodotti per il giardino: terra, semi, vasi & sottovasi
Bisogni generici: caloriferi, oggetti di cartoleria/attività manuali, macchina da cucire.
Per finire vorremmo ringraziare tutt* coloro che hanno finora sostenuto il progetto. La lotta continuerà, fino alla distruzione totale degli Stati e dei loro confini.
Themistokleous 58 Squat
th58[chiocciola]riseup.net
Parigi, La Discordia : Scarabocchio ha scarabocchiato – bis repetita placent
Avremmo preferito non seccarvi ancora con peripezie di questo genere… Ma non avevamo fatto i conti col nostro amico scarabocchio, che ha colpito ancora una volta.
Lunedì 8 febbraio, arrivando alla biblioteca per la permanenza settimanale, abbiamo avuto la «sorpresa» (oddio, relativa!) di trovare dei nuovi messaggi. Stavolta hanno gettato un po’ di vernice sulle finestre e fatto due scritte per terra. Una diceva “Racistes Go Home” e l’altra era un’enigmatica firma (?) “La Fraction”. I nostri timidi artisti hanno anche scarabocchiato le A cerchiate dell’ultima volta (almeno le cose sono chiare!). Beninteso il tutto è stato ancora una volta pulito in poco tempo, e tutto il quartiere pensa ancora a un attacco dell’estrema destra (ma è davvero sbagliato?).
Scarabocchio può essere fiero di lui, il suo disegno è stato appeso nella prima elementare della scuola di fronte!
Stavolta quest’atto coraggioso è stato realizzato da tre individui, molto lenti, evidentemente poco esperti, e per niente attenti a quello che accadeva intorno a loro… Queste persone hanno (mal) utilizzato una pratica che non è insignificante, dato che si tratta di una pratica asimmetrica (la porta-aerei Charles de Gaulle non fa scritte sulle vetrine). Lungi da noi l’idea di cristallizzare o fare di certe pratiche un feticcio, ricordiamo comunque che i rivoluzionari, nel corso dei secoli, hanno riservato questo genere di pratiche al nemico, ai fascisti, al potere, al clero. E parliamo delle pratiche dell’asimmetria, non di questa stronzata banale e senza importanza che farà sensazione per tre ore nella vita dei nostri artisti, e che ne è l’espressione più patetica. I rivoluzionari, quando non sono d’accordo, si spiegano, non si mettono anonimamente della cacca nella buca delle lettere.
Tre individui che si sono dimostrati :
1- Incapaci di venire alla famosa discussione dei loro incubi (o in qualunque altro momento pubblico alla Discordia o altri luoghi anarchici e anti-religiosi della capitale) per esprimere il punto di vista della Frazione (Fraction Hexagone?) sull’islamofobia, oppure per difendere la loro indulgenza nei confronti dei gruppi islamici (UOIF, CCIF, PSM, etc.). Ma forse pensano che il dialogo col nemico non serva a niente? Allora perché «attaccare» una biblioteca anarchica invece che una banca, un luogo di culto, un commissariato o la permanenza di un partito? (anche stavolta nessun’altra degradazione è stata compiuta dai nostri tre intellettuali).
2- Incapaci di scrivere la minima critica argomentata di quello che li infastidisce tanto nel nostro pensiero imberbe. In effetti ancor oggi non abbiamo trovato la minima traccia di una critica fondata delle nostre posizioni anarchiche anti-religiose (o di quelle di altri rivoluzionari anti-religiosi). Non una sola, soltanto qualche minaccia di morte su internet, qualche provocazione anonima su twitter o facebook (ognuno ha i media che merita…) o dei commenti anonimi di un tenore mai incontrati nella vita reale, considerato anche non siamo dei clandestini e che discutiamo con un sacco di gente del giro, eppure: NIENTE! Come se la critica della critica del concetto d’islamofobia in realtà non esistesse che su internet (e debolmente) o tra mezzanotte e le quattro del mattino nel XIX° arrondissement di Parigi. Tutti potranno quindi concludere che queste degradazioni non sono che un’ammissione d’incapacità a difendere come si deve una posizione (tramite una critica argomentata o il confronto fisico con degli individui, non dei muri).
Gettando tre poveri barattoli di vernice sulla biblioteca, avete soltanto dimostrato la vostra debolezza teorica e analitica intrinseca. Per dirla in un linguaggio che capirete meglio: siete delle merde umane incapaci di difendere le vostre posizioni reazionarie con dignità e intelligenza. Ne concludiamo, cari bambini perduti del post-modernismo, che vi vergognate di voi stessi e delle vostre azioni (di cui non riuscite nemmeno ad assumervi la responsabilità pubblicamente, né a rivendicare o anche solo a spiegare). Le nostre posizioni le portiamo a volto scoperto, con nomi e indirizzi per accettarle pubblicamente. Un decimo di questo coraggio abbellirebbe la vostra mancanza di fantasia.
Gli stalinisti davano dei fascisti a tutti coloro che non erano d’accordo con loro, questi amici degli autoritari religiosi ci danno dei «razzisti», a noi che diciamo chiaramente tutto il nostro odio per ogni razzismo, ogni religione, ogni autorità. Le vecchie abitudini sono iscritte nei geni politici di questa gioventù confusa e incapace di sviluppare il minimo pensiero critico o rivoluzionario?
Continueremo a bestemmiare contro gli pseudo-radicali confusi e teo-compatibili, così come contro ogni dio e i profeti, a proposito dei quali citeremo ancora e sempre la canzone del Père Duchesne :
«Coupe les curés en deux Nom de Dieu / Fout les églises par terre Sang Dieu / Et l’bon dieu dans la merde Nom de Dieu… »
(NdT: Taglia i curati in due, per Dio / Abbatti le chiese, sangue di Dio / E il buon Dio nella merda, per Dio)
Approfittiamo di questa seconda meschinità per ringraziare tutt* coloro che si sono schierati dalla parte della Discordia, che in questo caso equivale a portare avanti una chiara posizione rivoluzionaria contro la compiacenza nei confronti della religione, qualsiasi religione, e in tutte le regioni del mondo. A chi ha ridacchiato, mantenuto un silenzio di comodo o manifestato delle scuse improbabili per distogliere lo sguardo va tutto il nostro disprezzo.
Ancora e sempre, contro ogni forma di potere,
contro ogni religione e ogni razzismo,
viva la rivoluzione e viva l’anarchia!
Alcun* bibliotecar* della discordia.
ladiscordia.noblogs.org
ladiscordia@riseup.net
Aachen, Germania: Vernice a due posti di polizia
Aachen, 29 gennaio 2016
Nella notte dal 28 al 29 gennaio abbiamo riverniciato due caserme degli sbirri, una nel centro di Aachen e una nel quartiere di Frankenberg. Questo poiché arrabbiatx per le infinite rappresaglie contro lx attivistx che occupano la foresta di Hambach. Lottano con ogni mezzo contro il disboscamento del residuo di un bosco di 4000 anni come anche contro la produzione nel bacino Renano e in tutto il mondo di energia elettrica con la lignite, che è dannosa per il clima.
Nei blocchi della ferrovia di Hambach, nelle occupazioni delle grande ruspe o in situazioni quotidiane attorno all’occupazione del bosco si reiterano gli attacchi fisci da parte degli impiegati del servizio d’ordine messo in campo da RWE, il tutto in stretta collaborazione con gli sbirri (negli sgomberi di blocchi, nell’uso congiunto dell’infrastruttura, nell’arresto dex attivistx deportatx dalla sicurezza) che quando non partecipano direttamente coprono le spalle ai primi.
Un altro triste culmine della violenza era il tentativo di un collaboratore del servizio di vigilanza aziendale di investire varx attivistx che volvano impedire il disboscamento di un pezzo di bosco occupato. Gli sbirri reagirono con l’arresto, senza alcune cure mediche, della persona ferita dalla sicurezza. Inoltre, una persona dell’ambiente dell’occupazione è stata arrestata per poi subire il ricovero coatto in psichiatria. Ci dichiariamo solidali con lx arrestatx e tuttx lx attivistx della foresta di Hambach.
System change not climate change!
Libertà per Fledermaus e Joy!
Fonte: Linksunten
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, febbraio 2016
Berlino: Vernice ad appartamento per le vacanze
Berlino, 27 gennaio 2016
Nelle prime ore della mattina abbiamo marchiato vari obiettivi della lista di Berlino. Con sacchetti alla vernice e tofu marcio abbiamo lasciato delle belle sorprese. Questa volta sono stati colpiti degli immobili accessibili solo a pochissimi di questa società. Prima c’erano delle case in affitto accessibili che furono poi sanate e vendute ai ricconi che ora le affittano come appartamenti per le vacanze.
Diciamo chiaramente: lo spazio per abitare non è una merce!
Venite a Friedrichshain il 6 febbraio e aggregatevi alle proteste contro il dislocamento.
Cari saluti,
Autonome Falken
27/01/2016 Berlino
Fonte: Linksunten
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, febbraio 2016
Berlino: Bruciate due Porsche
La Friedel 54 è minacciata di sgombero esattamente come il M99 e il Köpi, una piazza per le case su quattro ruote. Nei giorni scorsi, le case nella Rigaer Strasse e Liebigstrasse furono attaccate dagli sbirri. Dietro ci sta una strategia di figuri come Tom Schreiber, che vorrebbero rendere impensabile una vita oltre la normalità. Invece, i nostri sforzi degli ultimi anni di forzare un’auto-liberazione dell’individuo in una forma collettiva d’organizzazione e di vita ha avuto poco successo; eravamo occupatx quasi solo con le lotte di difesa.
Queste ci sono ora imposte di nuovo nella forma di una resa dei conti dello Stato di polizia con i sopra menzionati progetti. Non parliamo per nessuno di questi progetti e incitiamo, malgrado le differenze di contenuto e personali e solo in base a una certa affinità, a rispondere a ogni attacco e a ogni sgombero provocando danni materiali per 1 milione di Euro.
Anche se in questo conflitto siamo solidali con tutte le forme di resistenza nonviolenta e legale, ci pare che in retrospettiva il danno materiale di allora in seguito allo sgombero della Liebig 14 sia stato l’unica cosa che ha fatto impressione ai funzionari dell’immiserimento capitalista.
Per illustrare la serietà del nostro appello, come contributo al milione dovuto per l’attacco alle case tra Liebig- e Samariterstrasse, la notte scorsa abbiamo incendiato due Porsche del valore di 220.000 Euro a Friedrichshain e Neukölln.
Questo appello è diretto a livello federale a tutti i contesti e agli individui, nella speranza di non dover attivarci per la Friedel 54, il M99 e la piazza Köpi per le case su quattro ruote.
Autonome Gruppen
Fonte: Linksunten
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, febbraio 2016
Jena, Germania: Vernice contro l’abitazione di Wiebke Muhsal (AfD)
La notte scorsa abbiamo attaccato con la vernice l’abitazione della funzionaria AfD Wiebke Muhsal. La prossima occasione per noi sarà la manifestazione dell’AfD Turingia del 20 gennaio, con la quale vuole spargere il suo aizzamento razzista anche a Jena. Non lo vogliamo accettare senza commenti. Con quest’azione diamo un segnale contro una politica populista che proprio con l’associazione di destra del Land di Turingia diretta da Björn Höcke fa assumere all’ala populista/razzista di destra della AfD dei connotati quasi fascisti.
Ancora di più che in altre contrade, a Turingia non esiste nessuna delimitazione nei confronti dei neonazi organizzati e predisposti alla violenza. Appena settimana passata, in occasione dello spettacolo settimanale nazionalista AfD e delle contro-proteste, c’è stato un altro brutale attacco dei fasci contro dex antifa alla stazione centrale di Erfurt. Lo stesso giorno sono stati pestati due profughi a Jena Winzerla.
Mentre lx antifa sono sempre più criminalizzatx e delegittimatx, i fasci possono agire così indisturbati come da tempo non succedeva più. L’alleanza tra i discorsi d’aizzamento in parlamento e la violenza fascista nelle strade quasi non potrebbe essere più perfetta. La AfD è da criticare e combattere in generale in modi diversi. Ma questo, inoltre, vale anche per la politica razzista del governo in generale, che si fa trascinare dai populisti di destra e si mette in mostra con esternazioni razziste e autoritarie e legislazioni sempre più estreme.
Questo non vale di meno per il governo del Land Turingia che impone la stessa politica di espulsioni, fa criminalizzare le proteste di sinistra e che pare non avere nessunissima intenzione e capacità di cambiare qualcosa di tutto questo. Con determinazione ci rivolgiamo contro il Partito dex Linken che è patria politica di strategie trasversali come quelle di Sahra Wagenknecht – per nominare solo un esempio di rilievo. La parlamentare dell’associazione circondariale Wiebke Muhsal non è estranea a tutto questo, bensì è, come presidente della “Giovane Alternativa”, in prima linea quando si tratta di servire i risentimenti e di aizzare in ogni occasione contro lx profughx. Il modo tutto acqua e sapone di presentarsi della Muhsal non può nascondere che concorre nel spandere voci, nel servire i pregiudizi, nell’accennare all’impiego della violenza e a dare una presunta voce agli idioti totali razzisti. Per queste ragioni speriamo anche noi di sputare nella sua minestra il 20 gennaio, e anche in quella della sua associazione razzista di merda. – Ma il tutto con una prospettiva autonoma – senza il partito di merda dex Linken.
Fonte: Linksunten
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, febbraio 2016
Berlino: Spaccati i vetri d’ufficio SPD
Schreiber, merda che sei, ti sei divertito un mondo quando i tuoi porci hanno sfondato le case della Rigaer Strasse.
La notte passata ci siamo divertiti distruggendo i vetri dell’ufficio SPD a Wedding, Bellermannstrasse. Abbiamo anche lasciato un messaggio all’altezza delle tue capacità linguistiche.
Era una nottata davvero fredda, ma per te questo e altro!
Ora puoi di nuovo twitterare come sono scemi gli autonomi. Ma noi speriamo che ancora più gente distrugga qualcosa collegandolo a te, finché, beh, ti ritiri da tutte le funzioni.
Poiché tu non sei affatto un politico bensì un tipo selfie, che non la spunterà con noi.
Autonomes Response Team
Fonte: Linksunten
Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, febbraio 2016
[22-28 Febbraio]: Settimana internazionale di agitazione contro lo sgombero del centro sociale La Solidaria
La Solidaria è un centro sociale autonomo aperto dal 2012, momento in cui è stato occupato per costruire uno spazio che servisse come strumento per praticare la nostra propria autonomia e lo sviluppo della lotta sociale.
A fine ottobre dell’anno scorso è arrivata la minaccia di sfratto, invitandoci a lasciare il posto, ma come quando ci hanno provato nel 2013, non sarà così facile…
Abbiamo difeso e difenderemo il posto, non per l’importanza dello spazio edilizio, ma perché da lì promoviamo codici e valori opposti a quelli che impongono lo Stato ed il Capitale. Promuoviamo invece rapporti basati sulla solidarietà, l’autogestione, l’orizzontalità e l’azione diretta. Ci consideriamo parte dal conflitto sociale, parte degli sforzi più ampi di trasformare la realtà, finirla col mondo basato sul denaro, e creare un mondo basato sulla solidarietà e la libertà.
La stampa s’è già messa al servizio dello stato e degli speculatori, che hanno acquistato la casa, per propiziare lo sgombero. Siamo in momenti decisivi, l’ultima settimana di febbraio si prenderà una decisione sullo sgombero.
Ecco perché chiediamo una settimana di azione in solidarietà con lo spazio, una settimana di agitazione contro lo sgombero del centro sociale autonomo La Solidaria.
Ogni colpo ci rassicura nel nostro cammino e ci rende più forti. Di fronte alle minacce di sgombero: più resistenza e più azione!
La solidarietà non conosce frontiere, giù le mani dai nostri centri sociali!
Assemblea del centro sociale autonomo La Solidaria.
lasolidaria@mail.com