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Amburgo: Pietre a sedi CDU e Allianz

10 maggio 2018

Nella notte dal 9 al 10 maggio spaccammo a sassate le finestre della sede CDU e dell’ufficio Allianz ad Amburgo/Sasel.
In commemorazione di Sihit Avasin Tekosin (Ivana Hoffman), un’internazionalista che cadde combattendo contro l’IS a Rojava il 7 marzo 2015.

Le ragioni sono la politica disumana della CDU, il suo sostegno con forniture d’armi e rapporti diplomatici alla dittatura turca nella guerra disumana contro Afrin e contro le persone che ci vivevano. E il sostegno finanziario di Allianz a questa guerra condotta in violazione del diritto internazionale.
Non accetteremo la guerra contro Afrin/Rojava come normalità!

Fonte: Indymedia (Tor)

Traduzione dal tedesco mc

[Madrid] Antonio Morillo resterà nella memoria anarchica per sempre

Antonio Morillo, un anarcosindacalista connesso alla sezione pulizia del Metrò di Madrid, è morto a casa propria, non aveva nemmeno 40 anni e lascia una compagna e una figlia di 4 anni.

Vorremmo ricordare il compagno, sempre risoluto e combattivo nella lotta contro i padroni. “Non ci potrà essere pace sociale finché i lavoratori e le lavoratrici non otterranno l’emancipazione”.

Resterà per sempre nella nostra memoria anarchica.

Salute e rabbia.

Fonte: il numero nº8 di “Amotinadxs”, aprile, (paruzione mensile del Local Anarquista Motín, in spagnolo), ricevuto il 9 aprile 2018.

in inglese, portoghese, tedesco

Atene, Grecia: Attacco molotov contro il Ministero della Cultura

Nella notte di lunedì 22 maggio 2017, un gruppo di compagn* ha attaccato Ministero della Cultura a Exarchia con dei cocktail molotov. Quest”azione simbolica è stata compiuta per due ragioni:

onorare la memoria di Mauricio Morales, che ha perso la vita il 22 maggio 2009 a Santiago del Cile, quando la bomba che trasportava per colpire la scuola dei secondini è esplosa prima del tempo.

E per inviare forza all’anarchico Eric King, che sta scontando una condanna  a 10 anni negli Stati Uniti per avere attaccato un edificio governativo a Kansas City con delle molotov, nel settembre 2014. Sosteniamo l’appello internazionale in solidarietà con Eric il 28 giugno.

Memoria combattiva – solidarietà incendiaria!

in inglese, greco, spagnolo

Cile: Settimana di agitazione in memoria di Javier Recabarren, dall’11 al 18 marzo 2017

“Con tutto l’amore sovversivo al giovane e bello ribelle Javier Rekabarren… Vegano/anarchico/contro le prigioni, immensamente cosciente del suo incontenibile desiderio di libertà… Fratellino, ti teniamo nei nostri cuori indomiti!!!”
-Marcelo Villarroel, prigioniero libertario. 05/11/2015

Il ricordo, un’arma nella guerra contro il Potere.

Ci rivendichiamo fino alla morte come nemici dello Stato, ci rivendichiamo fino alle estreme conseguenze come nemici del potere e di tutte le rappresentazioni dell’autorità.

Una volta di più lanciamo un appello aperto all’agitazione e la propaganda a due anni dalla morte del compagno anarchico Javier Recabarren, morto il 18 marzo 2015 dopo essere stato investito da un bus del transantiago a Santiago del Cile.

Le nostre intenzioni sono chiare, portare avanti il ricordo del compagno che a soli 11 anni cominciava a cementare il suo cammino nella lotta antispecista e antiautoritaria, facendosi la propria idea attraverso la propaganda. Partecipando ad attività, saloni del libro, manifestazioni; e senza alcun dubbio è passato all’azione costruendo barricate, attaccando la polizia, incappucciato, per dar vita  allo straripamento dall’anonimato.

Le azioni di Javier sono qui, a portata di mano, tutt* possono leggerle e conoscerle, tutt* possono  sentirsi affin* per poter fare un gesto alla sua memoria ribelle.

Il compagno diffondeva la praxis per la liberazione animale e l’anarchia, e una dannata macchina di questo sistema si è portato via la sua vita, troncando di netto l’esperienza di continuare a conoscere nuove strade, nuove idee e nuove azioni, di conoscere nuovi successi e nuovi errori, di provare felicità e fallimenti, di continuare a contribuire alla forma che voleva dare alla lotta combattiva che lo appassionava. In fin dei conti, di continuare la sua vita ribelle.

Il nostro appello, il secondo, è un piccolo gesto di più di sostegno alla lotta contro il potere, che si materializza stavolta portando il ricordo di un compagno per creare l’agitazione e la propaganda necessarie alle nostre idee e pratiche, che crediamo debbano essere uno strumento importante da usare giorno dopo giorno.

L’appello è un’iniziativa antiautoritaria, che riflette i nostri valori e le pratiche tra complici. In cui l’orizzontale rompe ogni esempio verticale. In cui la solidarietà diventa azione concreta nella lotta multiforme. In cui il sostegno reciproco diventa essenziale tra affini. In cui l’illegalità non tratta con lo statale. In cui l’azione e la propaganda delle idee anarchiche e insurrezionali nelle strade della città schifosa spezzano i ghetti politici.

Ed è per questo che oggi come ieri vogliamo superare ogni barriera di lingua, di bandiere e frontiere per invitare i/le ribelli, rivoluzionar* e anarchic* che si trovano in ogni parte del mondo a rispondere nel modo che ritengono necessario a questo appello tra l’11 e il 18 di marzo. Ricordate che l’immaginazione non ha limiti.

Con il ricordo intatto e il cuore che palpita di emozione.

Compagno Javier Recabarren presente!
Gioventù combattente: Insurrezione Permanente!

Un saluto di libertà ai/lle compagn* Kostas Pappas e Herminia Concha, che sono mort* in circostanze simili qualche anno fa, rispettivamente in Grecia e Cile. Vivono nel nostro ricordo.

PS: Ci aspettiamo che mandiate le vostre iniziative alle pagine di controinformazione, e potete anche mandarle a questo indirizzo: semanadeagitacion02[chiocciola]riseup.net

in spagnolo

Santiago, Cile: Azione 3 anni dopo la morte in combattimento del compagno Sebastián Oversluij

[youtube]https://youtu.be/afXOv26vwxw[/youtube]

Sebastián Oversluij, rivendichiamo la memoria in ogni azione diretta.* Questo 11 dicembre sono già passati 3 anni dalla tua morte in death in combattimento, ricordiamo col fuoco ogni compagn* cadut*.

Libertà per i/le compagn* del caso PDI, per Tamara Sol e tutt* i/le compagn* che sono stat* rapit* e imprigionat* dallo Stato poliziesco.

Fuoco alle prigioni!
Non dimentichiamo, non perdoniamo!
La lotta continua, più forte che mai!

*Barricate, striscioni, volantini e attacchi con le molotov contro la polizia in memoria di Sebastián ‘Angry’ Oversluij e per i/le prigionier* politic* fuori dalla UMCE (Università Metropolitana di Scienze dell’Educazione). Ci sono stati anche degli scontri fuori dal campus Juan Gómez Millas (Università del Cile). 07.12.2016

in greco, spagnolo, tedesco

Manifestino: Sebastián Oversluij presente in ogni azione di esproprio e attacco contro il potere

angryhoy-544x783Il mattino dell’11 dicembre 2013 il compagno Sebastián Oversluij si preparava a espropriare una banca nel comune di Pudahue. Il compagno “Angry”, entrando nella suddetta filiale, ha estratto la mitraglietta che nascondeva sotto gli abiti e annunciato la rapina. Il miserabile agente di sicurezza ha fatto fuoco contro il compagno abbattendolo immediatamente, il bastardo in uniforme aveva un addestramento militare e una considerevole esperienza come mercenario ad Haiti e in Irak.

Ci associamo alla decisione del compagno di espropriari i/le ricch*, ci riconosciamo come nemic* del capitale e del sistema di dominazione che genera e diffonde la miseria che viviamo quotidianamente. Incoraggiamo ogni attacco diretto alla proprietà e gli interessi dei/lle ricch*, facciamo parte di questa guerra multiforme contro il potere.

Ricordiamo il compagno per quello che è stato, per la coerenza delle sue azioni, per aver contribuito e aver avanzato in questo processo di attacco costante contro le strutture del potere. La memoria è un esercizio costante e continuo nella nostra storia, per questo onoriamo il compagno che ha deciso di portare la sua pratica rivoluzionaria alle estreme conseguenze.

“È venuta l’ora di riappropriarsi della propria vita, distruggere ogni autorità, aggredire la polizia, attaccare banche, espropriare, disobbedire e distruggere” -Angry-

in spagnolo

Oaxaca, Messico: Attacchi esplosivi contro il Banco Santander e il Prodecon in memoria del compagno Sebastián Oversluij

Comunicato ricevuto il 12 dicembre 2016:

n14673-4_explosiones-5-544x306n14673-2_explosiones-3-544x306n14673-3_explosiones-4-544x306L’11 dicembre 2013, il compagno anarchico Sebastián Oversluij venne ucciso da una guardia di sicurezza nel corso di un tentativo di rapina in una banca cilena.
Oggi abbiamo deciso di attaccare con degli ordigni esposivi una filiale del Banco Santander e un ufficio del Prodecon° (appartenente al Ministero delle Finanze) a Oaxaca.

Lo ricordiamo a tre anni dal fatto non per far di lui un martire né per vittimizzare la sua morte, ma per rivendicare questa e tutte le azioni illegali e clandestine che sono emerse emergono ed emergeranno in questa guerra.

Sottolineamo che noi (B.A.I.B.F. / Brigata d’Azione Informale Bruno Filippi) non abbiamo niente a che fare con questa ondata di pseudo-anarchic* di sinistra che sono alla mercé e difendono gli interessi di organizzazioni sociali e sindacali, e che scegliamo le affinità individuali antagonistiche e informali e la distruzione totale di questa società-prigione e tutte le sue strutture.

Assumiamo la nostra complicità con tutt* i/le compagn* in fuga e con quell* che cospirano e attaccano dalla clandestinità, e questa azione è anche un abbraccio fraterno a tutt* i/le prigionier* detenut* nelle istituzioni carcerali di tutti i maledetti stati.

Brigata d’Azione Informale Bruno Filippi

°Ufficio del procuratore per la difesa del contribuente

in greco, spagnolo

Cile: Racconto antiautoritario alla memoria del compagno Javier Recabarren. A proposito della protesta contro McDonald’s del 18 ottobre 2014

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Il McDonald’s attaccato durante la protesta del 18 ottobre 2014

Il 18 ottobre del 2014, alle 14h, è stata organizzata una protesta animalista contro McDonald’s da piazza Italia fino a Los Héroes.

Un piccolo blocco di punk e anarchic* che si era unito con la voglia di partecipare alla protesta generando una rivolta distruttiva spontanea contro l’industria di cibo di plastica e la morte degli animali camminava tranquillamente. All’arrivo della folla (insieme al blocco) in via Santa Rosa all’angolo con Alameda (dove si trova un McDonald’s) cominciarono le grida degli/lle animalist* e degli/lle schiav* salariat* di quel luogo, che finirono per abbassare le serrande. Nello stesso momento alcun* giovani incappucciat* e altr* a volto scoperto (tra cui il compa Javier Recabarren) cominciarono a dar calci e a lanciare bastoni e tutto quello che trovavano sul loro cammino contro le serrande, riuscendo a incrinarla e creare un buco per entrare. Azione impedita dagli sbirri che arrivarono in quel momento provocando la dispersione dei/lle compagn* tra la folla.

La polizia, in vantaggio numerico han cominciato a dare la caccia agli/lle incappucciat*, nello stesso momento due sbirri afferrano per il collo Javier, altri cercarono di metterlo in salvo, ma gli sbirri  lo impedirono a colpi di manganello, ferendo divers* compa. Quest’azione suscitò ancor più odio tra gli/le incappucciat*  nei confronti della schifosa sbirraglia e ci lanciammo verso lo sbarramento poliziesco (dove si trovava Javier) e il furgone dove c’erano altr* compagn* fermat*. In quel momento gli sbirri non potendo controllare la rivolta si disperarono ed è in quel momento che Javier aprì la portiera della pattuglia e se ne andò di corsa e sfottendo l’autorità, lasciando così i/le bastard* totalmente umiliat*.

Javier corse verso la folla mescolandosi alla gente (che come al solito avanzava vigliaccamente senza prestare attenzione a quello che succedeva dietro) mentre i/le compagn* lasciavano il piccolo blocco senza essere fermati e si disperdevano. Personalmente ho notato che gli sbirri cercavano disperatamente qualcuno nel corteo, e in quel momento Javier e un compagno punk mi si avvicinano. Javier mi disse: “compagn* sono sfuggito alla pattuglia degli sbirri” e a quelle parole gli scappò una risata. Poi mi disse: “…Però mi stanno seguendo, mi stanno cercando, dammi una mano”. Notando che lo seguivano da vicino gli dissi: “Compa, mettiti accanto a me per passare inosservato  e separati dal tuo compa, vi ritroverete poi in una piazzetta”. Ci siamo incamminati tra la folla ed essendo piccolo il compa si è mimetizzato, tra i miei abiti e la folla. La polizia non riuscì a trovarlo.

Javier rideva perché mi raccontava che era stato facile sfuggire agli sbirri, erano stati idioti e avevano lasciato la portiera aperta, ma visto che lo stavano cercando era un po’ di fretta. Poco dopo siamo arrivati nella piazzetta dove dovevamo trovarci e abbiamo visto che il suo amico Punk, che era riuscito anche lui a  sfuggire agli sbirri, lo aspettava.

Il sorriso mattacchione di Javier Recabarren che sfuggiva all’arresto resta un buon ricordo sovversivo e di rivolta contro ogni forma di potere e di autorità.

JAVIER RECABARREN, PRESENTE!!!
…Vivo nel ricordo e nell’azizone per la Liberazione Totale!!!

*Javier Recabarren, di 11 anni, compagno anarchico, vegano e acerrimo difensore della lotta per la liberazione animale, morì il 18 marzo del 2015, dopo essere stato investito da un autobus del Transantiago all’angolo di via Radal con via Alameda a Santiago del Cile. Per saperne di più sulla vita del compagno, ecco la “Publicación a la memoria rebelde e insurrecta de Javier Recabarren[NdT in spagnolo], fanzine che comprende una raccolta di parole e azioni in risposta a un appello a un anno dalla sua morte.

in spagnolo, portoghese

[Cile, Santiago] Villa Portales: Barricate e propaganda in ricordo di Mauricio Morales

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Barricate di lunedì 23 maggio, 7h del mattino

Il 22 maggio 2009 il compagno anarchico Mauricio Morales è morto cercando di azionare un ordigno esplosivo destinato alla scuola di Gendarmeria del Cile [NdT: Si tratta di una scuola per secondini], un’istituzione destinata a formare gente che umilia a tortura chi ha trasgredito la legge dei potenti.
Sette anni dopo la sua morte, abbracciamo le sue idee di libertà e di rifiuto della gendarmeria e/o di ogni istituzione o simbolo di autorità.
Il ricordo dei/lle nostr* compagn* è vitale per continuare la lotta contro questo sistema di dominazione.

PER L’APPROFONDIMENTO DEI CONFLITTI
PER L’ESPANSIONE DEI PUNTI FOCALI D’INSURREZIONE
CHE SI DIFFONDA LA RIVOLTA ANARCHICA
A 7 ANNI DAL NOSTRO COMPAGNO MAURICIO MORALES, CONTINUIAMO A LOTTARE CONTRO OGNI AUTORITÀ E PER L’ANARCHIA.

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Atene: Questi sono i giorni di Alexis!

Verso le 19:15 del 6 dicembre sono cominciati i primi scontri nella zona di Exarchia tra i/le  incappucciat* e le forze dell’ordine. Giovani ribelli, hooligan e gruppi anarchici si sono scontrati per ore con le forze antisommossa e la banda in borghese che avevano occupato tutta la zona intorno a Exarchia, usando pietre, molotov e fumogeni. Gli scontri sono andati avanti fino quasi le 4 del mattino del 7 dicembre, anche se a partire delle 2 avevano perso di intensità.

Circa 500 persone hanno partecipato questa domenica alla lotta di strada, commemorando col fuoco l’assassinio di Alexandros Grigoropoulos da parte del pulotto Korkoneas 7 anni fa. Per quanto riguarda i fermi della giornata, possiamo dire che ce ne sono stati almeno 3 (immaginiamo che siano di più ma non conosciamo il numero esatto).

Di seguito un video con qualche momento degli scontri:

E la foto di una vettura che è stata rovesciata e incendiata in via Soultani:

6dek.soultaniin spagnolo

[Prigioni greche] Per una nuova posizione di lotta dell’insurrezione anarchica – Per un Dicembre Nero

“Odio l’individuo che china il suo corpo sotto il peso di una potenza sconosciuta, di un X qualsiasi, di un Dio. Odio tutti coloro che cedendo ad altri per paura, per rassegnazione, una parte della loro potenza di uomini non solamente si schiacciano, ma schiacciano anche me, quelli che io amo, col peso del loro spaventoso concorso o con la loro inerzia idiota. Li odio, sì, io li odio, perché lo sento, io non mi abbasso sotto il gallone dell’ufficiale, sotto la fascia del sindaco, sotto l’oro del capitale, sotto tutte le morali e le religioni; da molto tempo so che tutto questo non è che una indecisione che si sbriciola come vetro…”
–Joseph Albert (Libertad)

Ci sono momenti nella storia in cui la casualità di alcuni eventi può provocare delle variabili dinamiche in grado di paralizzare quasi interamente lo spazio-tempo sociale.

Era la notte di sabato 06 dicembre 2008 quando in pochi istanti c’è stato il culmine del conflitto tra due mondi. Da un lato la violenza insurrezionale, giovanile, entusiasta, spontanea e impetuosa; dall’altro l’apparato ufficiale e instituzionale dello stato che, legittimamente, reclama il monopolio della violenza attraverso la repressione.

No, non si è trattato di un ragazzino innocente e un poliziotto paranoico che si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma di un giovane compagno ribelle che ha attaccato una pattuglia, in una zona in cui gli scontri con le forze di repressione erano frequenti, e di un poliziotto che pattugliava quella stessa zona e, obbedendo all’idea personale di onore e reputazione della polizia, ha deciso di affrontare da solo gli agitatori. È stato un conflitto fra due forze opposte: da una parte l’Insurrezione, dall’altra il Potere, con i protagonisti principali di questo conflitto che rappresentavano il proprio campo.

L’assassinio di Alexandros Grigoropoulos da parte del poliziotto Epameinondas Korkoneas, e l’ampia sommossa che ne è conseguita, hanno causato un elettrochoc sociale potente, perché l’immagine di “pace sociale” ne è uscita distrutta e l’esistenza di questi due mondi contrapposti è diventata visibile nel modo più evidente, scatenando situazioni da cui non era facile tornare indietro, almeno non senza la creazione e la manifestazione di eventi la cui dinamica nessuno poteva più fingere di non aver notato, di non aver visto, di non aver sentito, di non aver preso in conto.

La rivolta del 2008 ha scosso una società che, per la maggior parte, approfittava ancora della benedizione consumistica e della cultura dello stile di vita occidentale, e ignorava le conseguenze insopportabili dell’incombente crisi economica. Ha causato imbarazzo, torpore e paralisi percettiva, poiché la maggioranza del corpo sociale era incapace di capire da dove saltassero fuori le tante migliaia di rivoltosi che creavano disturbi di tale portata.

All’indomani della rivolta, numerosi intellettuali, analisti politici, professori, sociologi, psicologi, criminologi, e persino artisti, approfittando tutti del loro prestigio e della loro notorietà professionale, hanno partecipato al dibattito pubblico, non solo per interpretare Dicembre ’08, ma anche per privarlo di senso, diffamandolo e condannando allo stesso tempo la violenza, da dovunque venisse, rendendo ben chiaro quale fosse il loro reale ruolo sociale.

C’è molto da dire su Dicembre ’08 e la sua eredità insurrezionale, come è stato manifestato attraverso decine di gruppi di azione diretta che si sono moltiplicati in maniera esplosiva in tutto il paese, creando un fronte di minaccia interna. Un periodo in cui l’azione diretta anarchica ha minato la normalità sociale quasi quotidianamente. Ma quello che vogliamo innanzi tutto è ricordare…

Ricordare cos’è stato Dicembre ’08 e come l’anarchia, assumendo un ruolo da protagonista, ha contribuito all’apparizione di situazioni dinamiche che hanno acquistato risonanza nel movimento anarchico internazionale.

Ricordare il momento in cui l’anarchia ha superato la paura dell’arresto, della prigionia e della repressione violenta, acquisendo così un’enorme fiducia in se stessa, passando ad azioni e gesti che fino ad allora sembravano impossibili; una fiducia che si è manifestata con l’intera gamma di azioni anarchiche multiformi, dai semplici interventi pubblici a ogni tipo di occupazioni, e dalle pratiche conflittuali spontanee alle azioni offensive più organizzate.

Vogliamo ricordare il nostro giovane compagno colpevole della propria spontaneità che ha pagato con la vita. In altre circostanze avremmo potuto essere al suo posto, poiché lo stesso entusiasmo insurrezionale ci pervade da allora, e tra l’altro, TUTT* dovremmo ricordare le nostre origini invece di esorcizzarle.

Vogliamo ricordare la bellezza del paralizzare lo spazio-tempo sociale attraverso corto-circuiti sociali piccoli o grandi.

Vogliamo ricordare quanto può diventare pericolosa l’anarchia, quando vuole…

Vogliamo rivivere i giorni in cui “morte non avrà dominio, i morti nudi saranno uno con l’uomo nel vento e la luna occidentale, e irromperanno nel sole fin che il sole cadrà” (versi parafrasati da un poema di Dylan Thomas).

* * *

“È così che impariamo l’umiltà.
Quante volte la gente è rimasta seduta
a casa e aspettato da sola,
aspettato che i compagni
tornassero?
La battaglia è pianificata
Ogni minuto conta
Ogni persona sa quello che deve fare
Sono state prese tutte le precauzioni.
Stanotte quanti guerriglieri stanno combattendo?
Stanotte la radio annuncia
che la polizia sta cercando di ricacciare
dalle strade centinaia di manifestanti.
Le pietre volano,
puoi sentire i canti, i vetri che si spaccano,
le sirene dietro il chiacchiericcio nervoso del cronista.
Le undici.
Non è ancora finita.
Quanti sono passati prima di noi?
Le linee risalgono
lungo la storia.
Quante ne restano ancora da fare?”
–La tribù dell’Aquila orgogliosa del Weather Underground

Partendo da una semplice osservazione, il bisogno imperativo di tracciare una strategia il cui nucleo sia l’azione anarchica molteplice che si scontri frontalmente col Potere e i suoi esponenti, siamo sicuri che il contributo di un’altra proposta teorica sull’organizzazione anarchica non sarebbe proficuo, se dovesse restare all’interno della struttura ristretta dell’inflessibilità ideologica. Se non tentiamo di sciogliere le nostre contraddizioni quotidiane attraverso azioni che siano complementari della lotta di liberazione nel suo complesso, siamo destinati ad annegare nella marea di introversione che pervade i circoli anarchici.

Crediamo che per elaborare una strategia – sui cui assi si incroceranno gruppi di affinità, lotta multiforme e insurrezione anarchica permanente – dobbiamo mettere alla prova nella pratica le nostre forze, il nostro slancio, le nostre capacità e i nostri limiti. In questo modo saremo in grado di  porre i fondamenti logici basati su reali esperienze di lotta e non su acrobazie teoriche. Viviamo l’inizio della fine del mondo come lo conosciamo.

Il tentativo da parte dello Stato di risolvere pacificamente i conflitti sociali è un lontano ricordo, come lo è la prosperità economica, e i modelli d’interventismo di stato nell’economia sono finiti in pattumiera – dato che ai giorni nostri la dominazione delle multinazionali e la possibilità del Capitale di oltrepassare i confini nazionali senza restrizioni sono state istituzionalizzate dai centri di potere dominanti. La narrazione storica degli stati-nazione che ha servito lo sviluppo capitalista per diversi decenni attraverso le economie nazionali sta collassando, la fascizzazione tecnologica crea infinite possibilità per la gestione delle emozioni umane, la complessità in continua crescita della struttura sociale destabilizza gli automatismi sociali e militarizza la vita sociale delle metropoli, le macchine per la digitalizzazione della vita tolgono vigore al complesso funzionamento critico del pensiero degli esseri umani e creano cimiteri di coscienze, le immagini dell’orrore umano vengono assimilate nella coscienza sociale e cessano di creare sentimenti al di là della sensazione di choc.

Ci troviamo nel processo di un aumento qualitativo della “guerra civilizzata”, in cui la felicità di uno convive col tormento di un altro; in questo nuovo ambiente fa la sua comparsa la specie di umani contemporanei, geneticamente atti ad accettare come ovvio un modo di vita malato, in un mondo degenere da cui ogni selvatichezza della natura è sparita a causa della rigenerazione urbana e le tendenze espansive delle condizioni artificiali della civilizzazione. Viviamo in mezzo a roditori industriali che vivono con una dieta controllata, in un ambiente controllato, e si trasformano in modelli sociali che dobbiamo seguire per sopravvivere.

In questo contesto l’anarchia acquista una possibilità strategica di incendiare tutte le forme di rappresentazione politica e di diventare un fronte di guerra aperta e non convenzionale contro la dominazione, che trasformerà la diversità e il pluralismo delle opinioni all’interno della comunità anarchica in un vantaggio e riunirà gli oppressi che decideranno di spezzare le catene della loro sottomissione ai centri di lotta creati. Spesso le osservazioni più importanti vengono dette nella maniera più semplice. Vogliamo vedere il mondo del Potere distrutto dalle mani armate di uomini e donne ribelli. Quindi superiamo gli schemi teorici, e riportiamo il peso del discorso al punto iniziale, al punto in cui il sasso lascia la nostra mano per finire sulla testa di un poliziotto, il punto in cui decidiamo di spezzare le catene della prigionia, il punto in cui le volontà sovversive si manifestano in maniera combattiva nelle strade, il punto in cui le lancette di un ordigno esplosivo si allineano per far esplodere la nebbia assassina dell’ordine legale.

Invertendoil flusso del dialogo predeterminato, non parliamo in anticipo del modo in cui agiremo, ma proponiamo la coordinazione dell’azione anarchica e una rete informale di progetti anarchici tramite la forza vitale dell’azione multiforme; in questo modo saremo in grado d’individuare i nostri errori e le nostre debolezze misurando allo stesso tempo le nostre capacità di arrivare a una valutazione critica che sarà la base della nostra strategia che favorirà l’azione anarchica frontale contro ogni autorità.

La nostra proposta di scommettere sulla formazione di un fronte anarchico insurrezionale molteplice è semplice; una campagna d’azione col nome di ‘Dicembre Nero’ che sarà il detonatore della ripresa dell’insurrezione anarchica, dentro e fuori le prigioni.

Un mese di azioni coordinate per conoscerci fra noi, uscire in strada e distruggere le vetrine dei grandi magazzini, occupare scuole, università e municipi, distribuire testi che diffonderanno il messaggio di ribellione, piazzare ordigni esplosivi contro fascisti e padroni, esporre striscioni su ponti e strade, sommergere le città di manifesti e volantini, far saltare le case dei politici, lanciare molotov contro la polizia, taggare i muri con slogan, sabotare il flusso tranquillo di merci in pieno periodo natalizio, saccheggiare l’ostentazione di abbondanza, organizzare attività pubbliche e scambiare esperienze e motivazioni su diversi temi della lotta.

Incontrarci nelle strade della città, e dipingere con le ceneri sugli orridi edifici di banche, commissariati, multinazionali, basi militari, studi televisivi, tribunali, chiese, associazioni benefiche.

Sconvolgere in mille modi la mortale normalità sociale delle droghe psicotrope, l’asfissia economica, la miseria, l’impoverimento e la depressione, regolando la nostra esistenza sui ritmi dell’insurrezione anarchica, in cui la vita assume un significato nella battaglia incessante contro la dominazione e i suoi rappresentanti. Incendiare la fragile coesione sociale e uscire in strada per strangolare per prima cosa il mostro dell’economia, prima che ci stermini attraverso i suoi meccanismi burocratici e i suoi killer in giacca e cravatta che riempiono i centri di comando della guerra economica.

Dicembre Nero non cerca semplicemente di trasformarsi in qualche giorno di rivolta; quello che vogliamo creare invece – attraverso l’azione anarchica multiforme e multilivello – è una piattaforma di coordinazione informale sulla cui base confluiscano gli impulsi sovversivi; un primo tentativo di coordinazione informale dell’anarchia, al di là del quadro predeterminato, che aspira a creare quest’esperienza di lotta per mettere in moto proposte sovversive e strategie di conflitto.

Questa nostra proposta è legata allo stesso tempo con eredità di lotta corrispondenti al di là dei nostri confini geografici; qualche mese fa, in Messico, un gruppo di compagn* ha attaccato l’istituto nazionale elettorale con un ordigno esplosivo, e chiamato a una campagna anti-elettorale multiforme e dinamica per un Giugno Nero, appello che è stato raccolto da una parte significativa del movimento anarchico. Seggi elettorali e ministeri sono stati travolti dalle fiamme, scontri con la polizia sono nati nelle strade delle città, sono state tenute riunioni pubbliche, e testi di propaganda anarchica contro le elezioni sono stati distribuiti. Un mosaico di attività molteplici, con riferimenti politici e punti di partenza diversi, con cui l’anarchia ha risposto al circo elettorale della democrazia, avendo come strumenti i principi di orizzontalità, coordinazione informale e insurrezione perenne; tali esperienze di lotta, in cui l’immaginazione collettiva e la determinaione creano fuochi di guerra liberatori nel nuovo ordine dele cose, dimostrano chiaramente che esiste una prospettiva per l’abolizione effettiva della nota pseudo-polarità tra legale e illegale, e allo stesso tempo rende la progettualità anarchica opportuna attraverso i fuochi dell’insurrezione.

La scommessa della sovversione rimane aperta; il destino di questa proposta si trova nelle mani dei/lle compagn* di tutto lo spettro di lotta che sceglieranno se vale la pena metterla in movimento.

“La prima notte in cella, pensieri della sua vita libera viaggiavano a velocità vertiginosa nei neuroni del suo cervello. Sapeva che la prigionia è la conseguenza logica dello scontro con un nemico che possiede una potenza di fuoco superiore a tutti i livelli.
Per chi ha sabotato i binari del treno del terrore appartenente a una realtà sociale che elimina in ogni modo possibile coloro che lo mettono in questione, le sbarre della prigione saranno una realtà; ma naturalmente questo non significa che questa realtà verrà accettata senza lottare.

Con questi pensieri in testa, chiuse gli occhi e sognò non che gli sarebbe piaciuto vivere fuori dalle mura ma l’incubo di molti anni di inerzia, attesa e corruzione dei propri istinti.

Il mattino seguente, affrontando per la prima volta la monotonia di una routine carcerale quotidiana e ripetitiva, era già stanco di essere paziente; l’aveva visto viaggiare senza scopo attraverso il labirinto della tolleranza nei primi segni di una vigliaccheria nascosta. Rinchiuse l’odio nella valigia delle emozioni intatte accanto all’amore per la libertà, e passò la chiave a un compagno, chiedendogli di lasciarla acanto alle tombe dei/lle compagn* assassinat* che sono caduti in battaglia contro il nemico.

Gli anni sono passati e l’unica cosa che la prigione è riuscita a fare è stato riempirlo di rabbia, renderlo impaziente per il dopo, fargli cercare un modo di applicare praticamente la guerra anarchica; a quel momento aveva realizzato che l’unica alleanza fattibile è col mondo delle possibilità.

Poche possibilità per convincere la maggioranza delle persone in questa società che la sua scelta non si trova tra la follia e un’impasse, ma abbastanza perché valga la pena scommetterci  per la grandiosa idea di distruzione. La grandiosa idea di una collisione frontale con il mondo delle ombre e i suoi sottomessi. La porta della prigione si apre, e ora sa cosa fare; tenere viva la memoria, non lasciare spazio all’oblio, non dimenticare mai i compagni lasciati indietro, riprendere il filo dell’insurrezione dove si era spezzato, versare il veleno dell’insubordinazione nelle reti riproduttive della società capitalista.

Per un’insurrezione anarchica permanente!
Nessuna tregua col Potere e i suoi burattini!”

Per un Dicembre Nero!

Per l’offensiva anarchica contro il mondo del Potere!

PS. L’11 dicembre di due anni fa il nostro fratello Sebastián ‘Angry’ Oversluij ha perso la vita durante l’espropriazione armata di una banca in Cile, ucciso dal tiro di un servo in uniforme del sistema. Crediamo che questo Dicembre Nero sia l’occasione per onorare la memoria del nostro fratello anarchico, unendo la memoria anarchica e abolendo di fatto confini e distanze.

Nikos Romanos

Panagiotis Argirou, membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco – FAI/IRF

in greco, inglese, spagnolo, portoghese

Appello internazionale per un Dicembre Nero

Noi, compagn* di origini geografiche e cammini di lotta diversi, che condividiamo lo stesso desiderio di diffondere l’offensiva anarchica, ci uniamo all’appello per un Dicembre Nero pubblicato dai fratelli prigionieri nelle carceri della democrazia greca.

Chiamiamo a ravvivare la memoria nera dei/lle nostr* mort* e tutt* quell* che sono caduti nella lotta per l’anarchia e la libertà.

Chiamiamo ad attivare la solidarietà combattiva con i/le compagn* che vivono l’esperienza dell’incarcerazione come consequenza del loro inflessibile atteggiamento di scontro con ogni forma di Potere, e con quell* che hanno intrapreso la difficile via della clandestinità.

Chiamiamo alla fine della fragmentazione dei nostri sforzi, che – da trincee diverse della stessa guerra – possono colpire il nemico dove più fa male.

Dalle attività di controinformazione alle azioni di propaganda col fatto, facciamo di questo mese un’opportunità per incontrarci, cospirare e sincronizzare le nostre forze in maniera informale, internazionale e insurrezionale, contro il mondo del Potere. Un’opportunità per sottolineare i punti che abbiamo in comune, ma anche le nostre diverse opinioni, in uno spirito di fratellanza e rispetto reciproco.

CON LA MEMORIA NERA DEI/LLE NOSTR* MORT* PER ACCOMPAGNARE I NOSTRI PASSI RIBELLI

COMPLICITÀ SOLIDALE CON I/LE COMPAGN* PRIGIONIER* E FUGGITIV*

GUERRA CON TUTTI I MEZZI CONTRO LA DOMINAZIONE

Anarchic* fuori dalle mura per un Dicembre Nero

in greco, inglese, spagnolo, portoghese, francese, tedesco

Santiago: Barricate e scontri fuori dell’Università Usach il 19 maggio

Con barricate date alle fiamme, abbiamo ancora una volta ricordato la morte di Mauricio Morales, caduto in combattimento con la deflagrazione del dispositivo esplosivo che portava con sé in direzione della scuola della gendarmeria.

L’incendio scatenato oggi si espande come i tuoi frammenti di libertà!

“Oggi attraverso il fumo nero dei nostri pneumatici, il calore bruciante delle nostre barricate e l’insolenza insurrezionale della nostra azione, ricordiamo la tua irriducibile vita, il tuo eterno amore per la libertà e il tuo bel desiderio che l’ordine stabilito cada.

Per la distruzione dell’ultimo baluardo della società carceraria!

Mauricio Morale morto in azione il 22 Maggio 2009”

in spagnolo

[Stato spagnolo] Scritto del compagno Francisco Solar Dominguez a cinque anni dopo la morte del anarchico Mauricio Morales in combattimento

Ancora si respirava il fumo dei lacrimogeni nelle strade di Valparaiso dopo le proteste che hanno cercato il discorso presidenziale quell’anno.

Il pneumatici già spenti segnalavano la fine di una giornata di lotta che ritorna con nuove energie il prossimo anno.

L’Armata s’inebria con i suoi festeggi, passate le ore, già di notte i giovani cominciando a divertirsi cercando di dimenticare una settimana in più di noia del lavoro e studiantile, schierato tutto il loro ingegno per realizzare il suo scopo di trascorrere un tempo gradevole.

Ma uno c’era che ha anche voluto liberare i propri sogni, ma di un’altra forma, a suo modo. Per lui, il confronto non aveva iniziato o finito quel pomeriggio nel porto. Tutto continuava.

Sarà necessario realizzare questa azione? Il rischio lo meritarà tanto? Quali conseguenze può avere? Queste discussioni sterili erano fuori della sua testa non le importavano più, il suo sguardo non si spostava del obiettivo, ma qualcosa falli.

La carogna giornalistica dimenticò i dettagli della verbosità presidenziale, dando una copertura speciale a quello che è successo. Hanno fatto il festino con il tuo corpo.

La polizia ha pensato di aver finalmente dato con i responsabili delle azioni che da anni si riproducono ripetutamente nella capitale chilena e cominciò:

Invasioni, persecuzioni, arresti, risposte, solidarietà, convinzione, collaborazione, confronto, dissociazione, claudicare e senza fine.

Sono passati cinque anni, molta acqua è passata sotto i ponti. I socialisti ritornano ad amministrare lo stato con la signora Bachelet alla testa e la nostra memoria che è principalmente presente, continuava intatta sapendo che solo l’oblio è la morte.

Mauricio Morales è in ogni anti-autoritario. Non voglio usare qui parole come onore e gloria che penso sono piene di senso autoritario e religioso che poco o nulla hanno che fare con noi.

Manifesto tutto il mio rispetto e riconoscimento a Mauricio Morales Duarte per aver dato il meglio di se nel confronto contro il potere, per la sua costante messa in discussione, per cercare di tradurre in atto le proprie idee, la sua convinzione che solo con l’audacia nemica di tutte le regole e disciplina imposti può lo stato essere superato è quella di molte e molti.

Con i nostri morti nella memoria
per l’anarchia.

fonti : 1, 2

[Stato spagnolo] Disegno della compagna Mónica Caballero a 5 anni della morte in combattimento del compagno Mauricio Morales

La compagna Mónica Caballero si trova in prigione dal 13 di Novembre 2013 accusata di diversi attacchi esplosivi contro chiese nello stato spagnolo. Cercando di apportare al presente di lotta, la compagna invio questo disegno a 5 anni della morte in combattimento del anarchico di azione Mauricio Morales, il 22 Maggio del 2009 attaccando la scuola della gendarmeria. I colori i tratti realizzati per la compagna attraversano distanze e distruggono amnesie.

fonte : machorka

[Cile] 22 Maggio: Giornata del Caos – Cinque anni dopo la caduta in combattimento del punky Mauri

Cinque anni dopo la caduta in combattimento del compagno Mauricio Morales che è morto il 22 Maggio 2009 attaccando la scuola della gendarmeria con un ordigno esplosivo. Attraverso questa propaganda vogliamo contribuire all’espansione della memoria dei/le nostrx compagnx anarchici/che, sabotando la macchina dell’amnesia funzionale solamente alla cultura del dominio.

Facciamo un richiamo alla proliferazione dei gesti contro il potere, affrontando tutte le forme di autorità.

Ricordiamo l’irriducibile vita del compagno, il suo grande sorriso, i suoi desideri di libertà e le sue contraddizioni, che denotano la prassi insurrezionale.

Claudia, Jhony, Mauri, Angryvivono nella rivolta.
LA NOSTRA MEMORIA È NERA, IL NOSTRO CUORE ANCHE.

Maggio 2014.

Sul manifesto si legge:

Per l’espansione del caos e dell’anarchia.
Per la propagazione del fuoco come la peggiore morte nera!

Il 22 Maggio 2009 il compagno anarchico Mauricio Morales si dispose per attaccare la miserabile scuola della Gendarmeria del Cile. Un malfunzionamento del artefatto esplosivo che trasportava abbia innescato la detonazione anticipatamente, uccidendolo sul posto immediatamente e inaspettatamente. Il messaggio anarchico è chiaro: chi fa della tortura sistematica un mestiere semina odio e raccoglierà tempeste. Perché sostenere questo ordine di morte ha un prezzo; nessun debito sarà cancellato, e nessuno rimane dimenticato. Tranquillità nelle loro tane? Pace sociale? Noi sosteniamo che la vendetta e lo scontro saranno permanenti, affinando l’obiettivo e alzando gli scenari del conflitto fino ad un punto di non ritorno.

Spero ridendo la morte tagliente con il petto duro e pieno di vita;
che l’insorto fuoco illumini le notti cupe di Maggio.

Un altro manifesto qui.

Atene, Grecia: Lettera di Kostas Gournas in ricordo di Lambros Foundas

ONORE ETERNO A LAMBROS FOUNDAS

Quattro anni fa, il respiro di un grande combattente si è fermato, il mio compagno di Lotta Rivoluzionaria, Lambros Foundas. E’ stato ucciso durante una sparatoria, quando i membri dell’organizzazione stavano cercando di rubare un veicolo a Dafni (Atene).

Lambros è cresciuto politicamente nell’ultimo periodo della transizione politica dopo la giunta e si era unito al movimento antiautoritario. Aveva preso parte agli scontri sociali del periodo caratterizzati da quello spirito speciale del dopo giunta che faceva innalzare la tradizione militante, la memoria collettiva di un popolo assetato di libertà.

Era cresciuto politicamente all’alba del nuovo millennio, li dove il movimento radicale cercava di trovare una connessione col passato tramite le rovine del periodo post giunta al fine di affermarsi nel nuovo periodo di privatizzazione e consumismo. Quando – come ora – lottiamo per capire i grandi cambiamenti nella società greca, cambiamenti che comparati al presente, si sono dimostrati indolori. Dopo ha fatto parte di Lotta Rivoluzionaria e dalle sue fila ha dato l’ultima battaglia della sua vita.

Lambros se ne è andato insieme a tutto un periodo. In questi quattro anni dalla sua assenza, il paese ha sperimentato una doppia bancarotta, politica ed economica. Il sistema bipartitico dell’autorità che è stato il pilastro dello stato dopo la giunta è collassato insieme ad ogni credibilità del suo staff politico. Allo stesso tempo è crollata l’intera struttura economica fondata sull’entrata del paese nella comunità europea. Il paese adesso è colonizzato dall’elite finanziaria del nord europa e la produzione è svenduta dai suoi locali amministratori. Oggi, il fascismo non è alle porte, è già qui. Nei ragazzi arrabbiati, nei disoccupati, nella disperazione, nelle squadracce, nel terrorismo di stato…

Oggi, quattro anni dopo la morte di Lambros Foundas, la battaglia di Lotta Rivoluzionaria, la battaglia del movimento radicale per la libertà e la giustizia sociale è presente più che mai perché abbiamo fatto in modo di essere dove dovevamo essere prima della tempesta, prima di entrare nell’oscurità, in lotta contro il fascismo neoliberale.

E tutto ciò che rimane, Lambros, è rispondere alla domanda eterna, le tue ultime parole, “E ora che facciamo?…” E io lascio che la tua domanda assordante metta le radici nel presente e nel futuro, nelle anime spaventate e nelle stanze dei ragazzi. Non abbiamo altro cammino meritevole di essere seguito se non quello della resistenza. Il cammino di Lambros, il cammino della vita.

*

Dall’introduzione di Nikos Kazantzakis in “Capitano Michalis”:

“Molti di quelli che leggono Capitano Michalis pensano che questi ragazzi – come degli ometti, come diciamo a Creta – non sono mai esistiti, neanche uomini cosi forti fisicamente e mentalmente, che amano la vita cosi tanto da guardare alla morte con tale disprezzo. Come può il non credente credere ai miracoli che crea la fede? Dimenticano che l’anima di una persona diventa onnipotente quando reca una grande idea. Fa paura quando, dopo duri processi, capisci che dentro di noi c’è una forza che può soverchiare la forza di un umano. Ti spaventi, perché dal momento che capisci che questa forza esiste non puoi trovare più scuse per i tuoi atti inutili o codardi, in merito alla perdita della tua vita, all’accusare gli altri. Adesso sai che tu, non la fortuna, non il fato, non chi ti circonda, solo tu hai, non importa cosa fai, non importa cosa diventi, la responsabilità. E allora ti vergogni di ridere, ti imbarazzi nel prendere in giro se un’anima fiammeggiante ti chiede l’impossibile.

Capisci molto bene ora che questo è il valore dell’umano, chiedere e sapere che il suo chiedere l’impossibile ed essere sicuro che lo raggiungerà, perché sa che se darà tutto, se non darà retta a ciò che comanda la logica, ma tratterrà la sua anima coi denti e continuerà ad aver fede, nella testardaggine di inseguire l’impossibile, allora il miracolo accadrà, quello che la mente comune priva d’ali non poteva pensare: L’impossibile diventa possibile.”

Kostas Gournas
Prigione di Koridallos

10 marzo 2014

Bath e Bristol, Inghilterra: Cellula FAI rivendica sabotaggi di suv

Troppi elegantoni di città che giocano a fare quelli di campagna, guidando status symbol, in un sogno dove il carburante non termina mai, “caspita è cosi stressante parcheggiare la Land Rover quando porto i figli a scuola” allora perché non prendere una macchina più piccola, andare in bici, prendere il bus, usare le gambe o ancora meglio farsi una lobotomia…

A metà Dicembre dello scorso anno a Bristol, nelle zone Sneyd Park e Bathwick Hill di Bath, circa 20-25 suv 4×4 hanno subito il taglio delle gomme tramite vari squarci, non c’era un pò di fango in nessuna gomma! Se abbracciamo un ampio raggio di aspetti anarchici allora possiamo sentirci meglio, più in sintonia e bilanciati come un insieme col nostro essere, tentando di affrontare le questioni al massimo comprendendo che non poi solo prendere e scegliere il meglio che si abbina con ciò che è ritenuto confortevole. Per conoscere la sfida da affrontare e portare la torcia per un miglio in più, prima di tutto per noi stessi e per i nostri amici cari, ricordando che ci sono spiriti splendenti che brillano e sanno in loro stessi di aver subito troppa della merda che c’è in giro, vedendo che generalmente le cose sono un pò peggiori intorno ai confini ma eccitanti nei momenti e nei giorni potenzialmente pericolosi. La passione va verso tutti i nostri amici in armi e quelli che si rifiutano di arrendersi e anche a quelli che sono prigionieri loro malgrado (non dimenticando Danny-boy che citeremo in seguito). Abbiamo messo un bastone negli ingranaggi della ruota della macchina, cosi da ostacolare il ritmo frenetico della vita quotidiana (solo con un pò di freno). E’ già stato fatto in passato, il fine non è cercare l’originalità totale, ma questo potrebbe arrivare tramite esperimenti e tentativi per trovare soluzioni, concentrandosi sul disegno più grande piuttosto che restare su se stessi. Speriamo di non avervi annoiato con queste parole dato che sappiamo che risultano banali quando escono dalla bocca, il meglio di oggi è il banale di domani, consumato, inutile e riciclato, ma dovete farvi la domanda, c’è qualcosa di particolarmente unico? Oh Danny-boy, ci hai lasciati andare troppo presto, dovunque tu sia speriamo che questo atto di sfida ti possa raggiungere, mentre scrivo questo la tua assenza è cosi chiara, affoga in ciò che davvero non vediamo abbastanza di te, mi fa uscire le lacrime. Altri ed io ti ricorderemo per il tuo totale disprezzo per l’autorità e per chiunque cercasse di imporre il suo volere su di te “fanculo, non farò ciò che dici” : r.a.t.m, cosi in modo teppista e poco alla moda abbiamo fatto questo, sperando ci dia la tua benedizione, sentendo che tu probabilmente ti relazioni a questo come se fossi ancora in giro, con un sorriso oblique sulle tue guance, questa azione di classe è per te fratello, firmata adesso, ava rage x

the bureau of radical adjustment, ava rage cell/fai

Istanbul: Dipinti slogans anarchici in turco e greco sulle mura di Sisli

Un gruppo di anarchici ha dipinto slogans sulle mura e sui cartelli pubblicitari intorno alla zona di Mecidiyeköy–Şişli, ad Istanbul, riguardanti l’omicidio di Pavlos Fyssas in Grecia, antifascismo, anarchia, ribellione, il massacro di animali in Romania, liberazione animale e la rivolta di Gezi.

Con quest’azione, che riflette sulla lotta in corso ad Atene, Istanbul ed ogni altra città nel mondo, ricordiamo che la battaglia contro il fascismo, contro lo Stato e il Capitale, dovrebbe essere intensificata ed espansa.

Fonte/Più foto su: sosyal savas (guerra sociale)

Santiago, Cile: Rivendicata barricata in solidarietà ad Hans Niemeyer e in ricordo di Carlo Giuliani

Solidarizziamo tramite delle barricate realizzate la scorsa domenica (28/7) al calar del sole all’incrocio di General Bulnes con Bulmaceda, vicino al Parque Los Reyes. Continuiamo la propaganda in solidarietà con Hans Niemeyer, sequestrato dallo stato cileno, e per un nuovo anniversario della morte del compagno Carlo Giuliani uccido dai cani da guardia dello stato italiano nel 2001. Senza dimenticare i nostri compagni caduti e chi si ritrova prigioniero, senza arrendersi mai. Non scordiamo gli 81 compagni del centro di tortura San Miguel, Freddy, Marcelo, Juan, Carla, Ivan, Diego e tanti altri.

Rompiamo le regole con il fuoco, partecipi e complici della distruzione, non ci fermeremo fino alla distruzione dell’ultima gabbia.

fonte

Tlalnelpantla, Messico: Attività in memoria del Punky Mauri

mauri copyRICORDANDO LA TUA MEMORIA A 4 ANNI DALLA TUA PARTENZA

Domenica 26 maggio, inizio alle 5 pm.

Presentazione documentale: Mauri l’offensiva non ti dimentica
Espressioni artistiche
Cibo vegano
Rap anarchico: voci clandestine; Tleyotl; Irracionalmente logiko; Agorafobia; Cronopio.

Nel CSO Casa Naranja, Av. Tlalnepantla, 154. Col Olivo, 2.

in spagnolo

Madrid: Cronaca della concentrazione anti-carceraria in memoria di Xosé Tarrío

xose tarrio
Nella tua memoria, Xosé Tarrío, perché la dignità non conosce muri.
Prigioneri alla strada

Xosé Tarrío era una delle tante persone che, nascendo in una famiglia povera e umile di un quartiere di La Coruña, è stato vittima della esclusione di classe di una società ipocrita che costruisce la sua moralità sulla base della disuguaglianza e l’ingiustizia, la violenza e la miseria che derivano dall’arricchimento di coloro che legiferano ogni aspetto della vita sociale reprimendo qualsiasi differenza o dissenso e riempiendosi poi la bocca parlando di democrazia, libertà e rispetto.

Spinto alla delinquenza, passa più volte tanto per centri minorili come per le prigioni, dove insieme al suo rifiuto della figura autoritaria sviluppa, nel corso del tempo, una coscienza anarchica. Queste posizioni, insieme ad un senso di dignità di fronte agli abuso e maltrattamento dei carcerieri, istituzioni etc. le fanno stare sotto il punto di mira dei potenti.

Per maggiori informazioni sulla vita e la lotta di questo compagno che ha trovato la sua fine atroce tra i freddi muri del carcere di Teixeiro (A Coruña, Galizia) potete guardare la notizia precedente di questo blog (qui) dove ho postato una breve biografia del compagno. Suggerisco anche di leggere il libro “Huye, hombre, huye: Diario di un prigioniero FIES”, scritto da lui stesso.

Ieri, Sabato 18 maggio 2013, ancora un altro anno, alcune individualità solidali ci concentriamo nella piazza di Xosé Tarrío, che si trova all’incrocio della strade Ministrales e Calvario nel quartiere Lavapiés di Madrid, e alla quale il comune si sforza di far precipitare nell’oblio. L’obiettivo era quello di onorare e ricordare a Xosé Tarrío e agli altri detenuti e detenute morti in prigione.

Durante la concentrazione, breve ma commovente, si hanno scandito slogan come “i ricchi non entrano mai, i poveri non escono mai!”, “signor giudice, signor giudice alla cella va lei”, o la solita “giù le mura delle prigioni “. Inoltre, si ha letto un comunicato e Pastora, madre di Xosé Tarrío, insieme ad altri/e solidali e compagni/e arrivati dalla Galizia, cantavano una poesia sulla libertà, originale del coro “Fuxan os ventos”.

Dopo aver completato l’atto, nel Centro Sociale Okkupato La Gatonera si è realizzato un pranzo vegano solidario, e alla sera si realizzò un discorso di mano di Pastora, alla quale personalemente non ho potuto partecipare, visto che non ho il dono dell’ubiquità e perché avevo già pensato di andare all’iniziativa tenutasi alla Magdalena sull’esperienza della comunità di Oakland e il suo significato per le lotte di allora e di oggi, svolte da una compagna proveniente da lì.

Segnalo anche che la piazza è apparsa questo anno piena di graffiti con slogan anti-prigioni come ” chiamate reintegrazione alle più crudeli delle vendette” o “non ci ruberete la nostra libertà”, per la gioia dei presenti e hanno creato un ambiente che ha riempito la concentrazione insieme ad uno striscione fatto da alcuni partecipanti con la scritta “Xosé Tarrío nella tua memoria, perché la dignità non capisce di muri – detenuti alla stada e liberi”

Che le nostre ali nere prendano il volo sopra le mura, e che il suo battere rompa le sbarre e i ferri che ci isolano, per lasciare libera la solidarietà ei legami che ci uniscono, un sentimento di comunità e di desideri condivisi che si traducano in azioni e iniziative contro ogni carcere e autorità.

fonte

Santiago, Cile: Giornate in memoria per il Punky Mauri

punk mauri(1)“Perché quando nel cuore la libertà, l’amore e l’anarchia accompagnano i loro battiti, l’anarchia non muore in bocca, prevale nelle mani attive”
-Punky Mauri

MaterialAnarquista: Non possiamo essere indifferenti davanti a questa situazione, già che si avicina, ancora un’altra volta, quel giorno 22 maggio, dove quattro anni fa (2009) abbiamo visto partire un compagno, un guerriero, un incrollabile, Mauricio Morales Duarte, il Punky Mauri. Dimenticarlo sarebbe un’incoerenza da parte nostra, perché ricordare ai/le nostri/e compagni /e caduti/e nella lotta è un atto di onore con i nostri principi, è un atto di orgoglio che, nella pratica, dichiara querra al potere che pretende cancellarci la memoria. Mai permetteremo che ci tolgano ai/le nostri/e compagni/e e per nessùn motivo lasceremo che il potere getti nel fango dell’oblio la lotta rivoluzionaria di questi / e. Da qui ci facciamo presenti nella memoria e l’onore del compagno Mauricio Morales Duarte.

“La memoria come un arma è rifiutare la resignazione di essere derubati di compagni/e e spazi mentre noi guardiamo come spettatori.”
-Gabriela Curilem

Nel manifesto:
Giornate in memoria per il PunkyMauri
Fino a distruggere l’ultimo bastione della società carceraria
Mauricio Morales morto in azione il 22 maggio 2009

20 maggio: ore 19.00, diverse espressioni artistiche. Testi dei compagni. Cibo vegano. CSOA La makina Libereco.
22 maggio: ore 19.00, atto di commemorazione in memoria di Punky Mauri. L’unica forma di morire è l’oblio. Ventura la Valle/ Sierra Bella.
26 maggio: ore 15.00, passacaglie da Cueto/ Andes. Ore 16.30, musica, feria di propaganda, murales, pagliaci, pannelli informativi. Piazza Yungay/ Santiago Centro.

fonte

Francia: Quattro anni fa è morta Zoé

Quattro anni. Difficile sapere se quattro anni già o se solo appena quattro anni. Quattro anni e un lungo duello che non ha potuto iniziare fino a diversi anni dopo la sua morte, dopo che quellx a chi la giustizia stimò che dovevano essere punitx direttamente per l’incidente che ha ucciso Zoé finissero le pene di carcere che gli/le sono state assegnate, dopo che quellx che sono statx lasciatx fuori della prigioni hanno finito di essere ascoltatx, raccolte le impronte, fotografatx, registratx, intimiditx. In ogni caso, questa storia è finita. Dopo di chi pensa che vedere morire ad un’amica non è sufficiente, siano stati soddisfatti con il nostro dolore, siano stati saziati con la nostra tristezza e siano rimasti con la pancia piena e la testa alta, orgogliosi di aver riportato l’ordine e la giustizia. Questo ordine e questa giustizia che hanno tenuto ai/alle nostrx amici/che e i nostri amori, e che cerca di distruggerli, perchè sono tra le altre cose, di dove nascono i nostri desideri e le nostre possibilità di creare una situazione migliore in cui poter crescere e svilupparsi. Senza passione, le teorie no sono altro che parole morte. E il cinismo non ha niente di rivoluzionario. Continue reading Francia: Quattro anni fa è morta Zoé