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Stato Spagnolo: Aggiornamento sui compagni arrestati il 13 novembre 2013

In 17 Novembre, a seguito della decisione dell’Udienza Nazionale a Madrid, è stata disposta la custodia cautelare (molto probabilmente FIES) per Mónica Caballero e Francisco Solar. Mentre i compagni Gerardo Formoso, X.X e Rocío Yune sono stati scarcerati dopo 5 giorni di detenzione in isolamento, il passaporto gli è stato ritirato e rimangono con l’obbligo di firma periodica nei tribunali.

I reati per i quali sono stati accusati sono :
– appartenenza ad un’organizzazione terroristica,
– attentati terroristi (collocazione dell’artefatto a Saragozza),
– cospirazione per la commissione di attentati terroristi (presunti progetti per un attentato al monastero di Montserrat a Barcellona).

Ricordiamo che la compagna Mónica è vegana (rimanendo tale anche durante la sua carcerazione in Cile nel 2010) ed è un punto da tenere presente nella sua quotidianità, dovunque si trovi.

Compagn* non dimenticate e non lasciamoli soli!
Libertà per Monica e Francisco!

Aspettiamo maggiori informazioni.

Santiago, Cile: Presidio solidale con Monica Caballero e Francisco Solar

mitin3 mitin2 mitin1Davanti all’ambasciata spagnola in Cile alle 13:00 del pomeriggio di Sabato, ci siamo trovati in circa 20 compagn* con striscioni e urla per il rilascio di Monica Caballero e Francisco Solar, prigionieri dello Stato spagnolo.

Prima di tutto ci hanno controllato l’identità e l’appartenenza. Siamo stati ricevuti da un contingente che aumentava sempre più, 3 posti di blocco mobili oltre a poliziotti in moto. Quando stavamo per andandarcene sono arrivati gli antisommossa portandoci via lo striscione e dopo un ordine si sono scagliati contro tutti per arrestarci. 14 compagn* sono stati trattenuti alla stazione di polizia 19 per poi essere trasferiti al 33 di  Nuñoa “perchè lì ci sono le celle di sicurezza”. Tre compagn* sono stat* duramente picchiat* e uno è stato investito da una moto, per fortuna senza subire gravi danni. Alle 7 di sera sono scesi in piazza con un avviso di sanzione per la violazione del codice della strada. Un compagno è stato arrestato per precedenti ed è stato portato oggi (domenica) in tribunale. Siamo in attesa di notizie, forse verrà rilasciato oggi.

Con tutto questo sfoggio di potere e di repressione sproporzionata non fanno altro che confermare che è tutto uno spettacolo e che inoltre la nostra complicità in strada li disturba, come il nostro boicottaggio alla manipolazione dei media che vogliono imporci. Tutto questo non fa altro che rafforzare i nostri legami fraterni.

Perchè la nostra solidarietà è spontanea, espressa in mille modi. Perchè la solidarietà è la nostra arma ed è in strada.

Solidarietà e Libertà per Monica Caballero e Francisco Solar

in spagnolo

Solidarietà con i/le 5 anarchic@ arrestati in Barcelona per l’attacco contro la Basilica del Pilar di Saragoza

Il 13 novembre alle 2:45 del mattino, a Barcellona, la Polizia Nazionale ha irrotto in casa di 4 compagn@ anarchic@, arrestandone un’altra nelle vicinanze di casa sua, in mattinata, con la accusa di aver collocato un ordigno scoppiato il 2 ottobre nella Basilica del Pilar a Saragozza. Tutt@ loro sono stati detenuti mediante la legge antiterrorista e deporranno nei prossimi giorni a Madrid, all’Audiencia Nacional, dove passeranno a diposzione giudiziale del giudice Eloy de Velasco.

Già dalle prime ore del mattino si mette in moto il dispositivo mediatico. La Polizia Nazionale fornisce le immagini del loro arresto e della perquisizione del loro domicilio. Automaticamente vengono diffuse le loro identità. Il ministro degli Interni, Fernandez Dias, appare trionfante in tutti media, orgoglioso degli arresti e dando per scontato il trionfo della legge dello stato spagnolo, che prova a incarcerare dentro le mura del carcere i/le nostr@ compagn@, sforzandosi di portare a termine la vendetta che lo stato $ileno non aveva potuto concludere attraverso la sua logica di giustizia e diritto.

L’apparato giuridico e mediatico da mesi prepara il terreno per sferrare un attacco repressivo a coloro che considera i/le più pericolos@ dentro i movimenti sociali.

In questo modo si additano gli/le antisistema e le/gli anarchic@ como i/le sol@ responsabil@ della rabbia di una manifestazione, in un tentativo di circoscrivere quella rabbia che a tratti esce dagli schemi.

Costruito il contesto, di nuovo si giocano le vecchie carte: il famoso “triangolo anarchico” dette di che parlare nella stampa galiziana, così come l’ordigno esplosivoche teoricamente sarebbe stato collocato in una sede bancaria italiana a Barcellona e a Valencia. Di nuovo riaffiorano le teorie cospiranoiche che tanto piacciono alla stampa e a molt@ lettor@. Qualche mese fa perquisirono una sede della CNT di Sabadell e arrestarono 5 anarchc@ per ipotetiche rivendicazioni su internet e possesso di materiale incendiario. Dopo 4 mesi rinchiusi in regime di alta sorveglianza (FIES-3), sono stati rilasciati con carichi pendenti. Questi ultimi arresti a Barcellona lasciano totalmente chiaro la volontà di attacco contro il movimento anarchico.

A noi non interessa giudicare se i/le nostr@ compagn@ sono colpevoli o innocenti, perchè questo è il linguaggio del potere, il linguaggio della democrazia. Non entreremo nel gioco del silenzio, né del vittimismo, nè in quello della sconfitta. Ci rattrista profondamente che i/le nostr@ compagn@ si trovino in questa situazione, ma tutt@ noi sappiamo che, prima o poi, quando si fanno concreti il nostro pensare e il nostro agire, dovremo scontrarci con la parte più reale del sistema.

Contro la collaborazione tra gli Stati, solidarietà senza frontiere con l@ compagn@!

Abbasso i muri dello Stato!
Salute e Anarchia!
Li rivogliamo tra di noi!

fonte

Italia: Sentenza nei confronti di Alfredo Cospito e Nicola Gai

prison-gateGenova, 12 novembre 2013

È stata emessa stamattina la sentenza nei confronti di Nicola Gai ed Alfredo Cospito, primo grado in rito abbreviato, per il ferimento Adinolfi, da loro rivendicato in aula nella scorsa udienza del 30 ottobre, i compagni non hanno partecipato a quest’udienza. Queste le condanne:

– 10 anni ed 8 mesi ad Alfredo
– 9 anni e 4 mesi a Nicola

Per attentato con finalità di terrorismo, art. 280, con reato ostativo (impossibilità di avere accesso a benefici, domiciliari, semilibertà, ecc. viste riconosciute le finalità di terrorismo). La valutazione del risarcimento richiesto dalle parti civili (Stato Italiano, Ansaldo Nucleare ed Adinolfi stesso) è stata rimandata ad una eventuale causa civile. La gup Giacalone si è dimostrata completamente asservita alle tesi della procura secondo cui sussistono le finalita di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico visto che, nella persona di Adinolfi, amministratore delegato Ansaldo Nucleare, è stata colpita la Finmeccanica, azienda di stato, con interessi mondiali nella produzione di sistemi di controllo e difesa.

Nella certezza di dove realmente alberghino i reali produttori di terrore indiscriminato e morte, un forte abbraccio solidale a Nicola, ad Alfredo, a quanti non si piegano alle logiche del terrore proprie del dominio.

per scrivere ai compagni
Nicola Gai 
Alfredo Cospito
C.C.Ferrara Via Arginone 327. 44122 Ferrara

più d’informazione: nidieunimaitres@gmail.com

Genova: Resoconto udienza processo contro Alfredo e Nicola

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Poiché la società ha distrutto tutta avventura possible, la sola possibile avventura è distruggere la società FAI/FRI

30 ottobre

Tribunale di Genova blindato, ingresso ‘’preferenziale’’ sul retro per accedere direttamente all’ aula Coco, non più di 24 per volta, secondo la capienza massima dell’ aula scelta per ordine della Procura, per motivi di ordine pubblico. L’ accesso dei solidali, in un ‘aula già colma di pennivendoli e sbirri in borghese, è ulteriormente rallentato dai controlli: perquisizioni, metal detector, fotocopia dei documenti. La maggior parte dei solidali, 200 secondo i media di regime, rimane all’ esterno dell’ aula, di fronte alle guardie in tenuta antisommossa.

Alfredo e Nicola- portati in mattinata direttamente dal carcere di Ferrara- vengono fatti sedere nelle prime fila, non nella gabbia perché troppo vicini al pubblico, all’ ingresso del giudice si rifiutano di alzarsi, appena la gup Annalisa Giacalone inizia a parlare, Alfredo la interrompe affermando di non riconoscere quel tribunale e di aver intenzione di leggere un documento, senza aspettare i tempi ed i riti processuali. Inizia a leggere tra le urla di incitamento dei solidali e le lamentele della Giacalone. Dopo pochi minuti viene allontanato, con Nicola, a forza, dall’ aula: i compagni lanciano gli scritti nelle loro mani contro il giudice tra le urla dei solidali che, non appena Nicola ed Alfredo escono abbandonano a loro volta l’ aula.

Un corteo spontaneo abbandona il tribunale ed occupa un’ aula universitaria, più tardi verrà affisso nel centro di Genova uno striscione ‘’Solidali con Nicola ed Alfredo, Finmeccanica fabbrica morte’’. Nel frattempo vengono resi pubblici gli scritti di Nicola ed Alfredo in cui rivendicano, con orgoglio ed ironia, di essere gli autori del gesto e la loro identità di anarchici, sottolineano le responsabilità mortifere di Ansaldo e Finmeccanica, rendono pubbliche le modalità dell’ azione e l’ urlo di Adinolfi al momento del ferimento “…so chi vi manda…”, più tardi i media di regime ricameranno su queste affermazioni.

Il pm Silvio Franz ed il procuratore aggiunto Nicola Piacente chiedono, subordinati al rito abbreviato, 12 anni per Alfredo, 10 per Nicola (richieste iniziali di 18 e 15 anni ), in base all’ accusa di 280 bis, il ministero dell’ interno costituitosi parte civile (Gianmario Rocchittta, avvocato dello stato) un milione di euro di risarcimento. La prossima e conclusiva udienza, con le repliche e la sentenza, si terrà il 12 novembre, i compagni hanno già fatto sapere di non aver intenzione di presenziarvi.

più d’informazione: nidieunimaitres@gmail.com

Cile: Rifiutata la libertà vigilata per il compagno Hans Niemeyer

La Corte d’Appello di Santiago ha discusso la richiesta della difesa in merito all’ottenimento della “libertà vigilata” per il compagno Hans Niemeyer.

Hans è stato condannato il 12 Luglio 2013 a 5 anni e 1 giorno + 300 giorni di carcere per porto di artefatto esplosivo e danneggiamento, dopo un processo e un’indagine basati sulla legge antiterrorista per l’esplosione di un artefatto in una filiale della BCI. Dopo questa sentenza, la difesa ha richiesto un nuovo processo o la modifica della sentenzia. Il 25 Settembre 2013, la Corte Suprema ha rifiutato la possibilità di svolgere un nuovo processo, cosi la difesa ha fatto un nuovo ricorso chiedendo la libertà vigilata.

Il 29 Ottobre, la Corte d’Appello con decisione unanime ha rifiutato la richiesta, confermando i quasi 6 anni di carcere da scontare. La sentenza fascista della Corte ha tenuto, tra le altre cose, conto delle posizione della gendarmeria.

Atene: Aggiornamento sul processo alla CCF

Udienza 67. Nell’udienza si è parlato di ammettere i vertici dell’antiterrorismo che non hanno già testimoniato nel caso della CCF.

Udienza 68. L’udienza è stata rinviata a causa dell’assenza dell’accusa.

Udienza 69. E’ stata sentite una poliziotta della caserma di Kallithea che è stata testimone dell’accusa per un altro degli imputati che non ha relazioni con la CCF. E’ stato dimostrato che la sua testimonianza era falsa e basata sulla sua fantasia. L’accusa ha parlato in merito alla questione di presentare i vertici dell’antiterrorismo dicendo che la loro presenza non ha nulla di speciale da offrire visto che i membri della CCF hanno rivendicato la propria partecipazione e hanno dichiarato che non hanno interesse per l’aspetto legale. Al contrario, ha aggiunto, il resto degli accusati non ha chiarito la propria posizione. Hanno risposto che chiariranno le proprie posizioni durante le dichiarazioni.

Udienza 70. La corte ha deciso che i vertici dell’antiterrorismo non saranno convocati, visto che molti hanno già testimoniato in passato.

Udienza 71. La testimonianza di due agenti che hanno preso parte all’arresto dei compagni della CCF è stata annullata. Avevano già testimoniato in precedenti udienze.

Udienza 73. L’udienza comincia in ritardo e finisce con la lettura del materiale inerente alle prove trovate nell’abitazione a Kallithea.
Vestiti, un documento di identità falso, manuali per armi ed esplosivi, libri anarchici. In questa casa durante il blitz nessuno è stato arrestato dato che gli occupanti avevano notato i movimenti polizieschi e pertanto lo avevano abbandonato in tempo.

Udienza 74. L’udienza comincia con la dichiarazione dei compagni della Cospirazione. Affermano di voler leggere i documenti dell’antiterrorismo in modo analitico, parola per parola, punto per punto. E inoltre: “E’evidente che oltre alla nostra rivendicazione di partecipazione che abbiamo fatto, gli inquirenti hanno scarse prove contro di noi. Nonostante tutto non cerchiamo attenuanti o clemenza. Al contrario dei nostri oppositori di Alba dorata recentemente arrestati, noi abbiamo la forza di difendere le nostre idee ed azioni. Per noi rivendicare è un atto di guerra in condizioni di prigionia. Ma non vogliamo in alcun caso per la nostra condotta e ostile indifferenza facilitarvi il lavoro e cosi far arrestare individualità irrilevanti come gli altri accusati che sono in aula oggi.

Ovviamente non siamo avvocati, tantomeno individui cosi come altri accusati implicati nel caso della CCF che non sono nostri compagni e non condividono i nostri stessi valori, ma ciò non significa che non parleranno o difenderanno la nostra organizzazione. Inoltre, i trucchi comunicativi dell’antiterrorismo e dei giudici sono ben noti.

Producete migliaia di pagine di inutili informative al fine di creare un mega calderone che vi torni utile, dalla guerriglia urbana anarchica ad individualità irrilevanti.

E se lasciassimo questo metodo senza risposta, un accumulo di sconfitta verrebbe creato e faciliterebbe l’oppressione per colpire domani i veri compagni solidali.

Ecco perché tramite la lettura dettagliata e analitica dei documenti, sarà dimostrato che le tesi dell’antiterrorismo sono state create per tentare di includere individui irrilevanti nel gruppo anarchico della Cospirazione delle Cellule di Fuoco”.

L’udienza è continuata con la lettura di documenti riguardanti il blitz dell’antiterrorismo nell’abitazione a Kallithea.

dal inglese, in greco

Messico: Lettera di Mario González 27 Ottobre 2013

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Mario González: in sciopero della fame. Sequestrato il 2 ottobre 2013, detenuto nel carcere Oriente

A tutte le persone che non abbandonano mai i suoi istinti di libertà,

Vi mando saluti dal carcere Preventivo varonile d’Oriente, sto per compiere un mese di reclusione e 20 giorni di sciopero della fame, nonostante ciò voglio dirvi che il mio stato di salute è ancora stabile, e vado a continuare fino ad avere la mia libertà.

Questo Lunedì 28, c’è la udienza pubblica in Sullivan 133 del processo nel cuale mi colpano di attacchi contro la quiete pubblica, senza prova alcuna ci puniscono per mezzo di istituzioni senza credibilità, supportate da sfruttatori professionali. Ma anche se accusano di essere criminali o vandali per esprimere la nostra rabbia, no conformità e odio di ciò che ci rende schiavi tutti sappiamo bene che la delinquenza è commessa da la propria autorità, mentre permitiamo che esista continuerà a sottometterci.

Spero che possano sommarsi alle prossime azioni che si svolgeranno questa settimana per esigere la mia libertà assoluta e che si mantengano informati sulla situazione dei detenuti e processati.

Né carceri né prigionieri possono continuare ad esistere.

Mario González, 27 Ottobre 2013

Rio de Janeiro: Poliziotti uccidono un ragazzo di 18 anni

Nelle prime ore del 17 ottobre 2013, Paulo Roberto Pinho de Menezes, 18 anni, è stato pestato a morte da ufficiali dell’Unità di Pacificazione della Polizia (UPP) nella favela Manguinhos di Rio de Janeiro. I poliziotti hanno immobilizzato il ragazzo e lo hanno portato in un vicoletto oscuro, dove lo hanno fieramente picchiato fino ad ucciderlo. Le circostanze esatte del suo assassinio non sono ancora chiare. Tuttavia, sua madre e altri residenti hanno verificato che Paulo Roberto era tra un gruppo di giovani quando i poliziotti della UPP sono arrivato per un controllo nella favela.

Nel tardo pomeriggio del 17 ottobre giovani in rivolta hanno attaccato i poliziotti con pietre, inferociti dall’assassinio di Paulo Roberto. La violenza brutale delle forze di repressione è aumentata perfino oltre, quando i poliziotti hanno utilizzato veri proiettili ferendo diversi individui. Una ragazza di 17 anni è stata colpita alla gamba da un proiettile della polizia e trasportata all’ospedale. Gli sbirri non hanno esitato nemmeno a minacciare la sorella di Paulo Roberto, puntandole una pistola alla testa.

Il funerale per il ragazzo era previsto per venerdì 18 ottobre, giornata in cui era in programma anche una protesta mattutina per denunciare l’ennesimo omicidio per mano della polizia.

Si può leggere un approfondimento sul ruolo esatto della Unità di Pacificazione della Polizia nella “pulizia” delle favelas, in nome della preparazione per i Mondiali del 2014 in Brasile e delle Olimpiadi d’Estate del 2016 qui. Un video con sottotitoli in inglese su un altro omicidio nella favela di Manguinhos, nel marzo 2013, è visibile qui.

Temuco, Cile: Assolta la compagna Roxana Marín

La compagna Roxana Marín è stata arrestata il 28 Marzo a seguito di un’operazione simultanea nella città di Temuco. La polizia la accusava di fabbricazione e collocazione di artefatti esplosivi in base alla legge sul controllo delle armi, trasferendola poi nel carcere femminile di Temuco insieme a Yaritza e Ariadna.

Il 2 Maggio la compagna ha ottenuto i domiciliari a causa dell’avanzata gravidanza (6° mese) mentre il processo era ancora in corso. In questo contesto è nato il figlio, tra controlli di polizia a casa, fascicoli, montature e tentativi di mediazione da parte della procura.

Dopo la condanna di Yaritza e Ariadna, avvenuta il 3 Settembre tramite giudizio abbreviato dove le due hanno rivendicato il possesso e la collocazione di artefatti esplosivi, la compagna Roxana Marin ha rifiutato la proposta della procura continuando a rigettare le accuse.

Il 3 Ottobre la compagna è stata prosciolta definitivamente da tutte le accuse. Salutiamo Roxana, la sua forza, suo figlio e la sua condotta ostile alle proposte della procura.

fonte

Bolivia: Nuovo rinvio del processo in cui è convolto Henry Zegarrundo

burdenIl 16 Ottobre l’udienza fissata per il caso nel quale è coinvolto il nostro compagno Henry è stata nuovamente rinviata. Non tutti/e gli/le imputati/e erano presenti, e il giudice ha rinviato ancora una volta l’udienza, stavolta al 5 Novembre.

Tralasciando i discorsi giuridici, sottolineiamo ciò che questo comporta per chi si ritrova sequestrato/a o sottoposto a misure restrittive.

L’indiscutibile ritardo della “giustizia” provoca una situazione difficile per chi affronta il sistema carcerario. Qualsiasi aspettativa di cambio della situazione, di caduta della montatura, svanisce lentamente a causa di tali meccanismi burocratici. Anche a livello economico, questi processi comportano la presenza costante di un avvocato e questo è impossibile per alcuni/e. Cosi la difesa perde efficacia e tutto il sistema giudiziario si sostenta a spese dell’accusato/a. Queste sono le strategie del potere, fastidiose e ingiustificabili per chi mantiene una condotta e una vita anarchica.

In sostanza per noi il sistema giudiziario è totalmente disprezzabile. Cosi come lo è chi lo forma da dentro e da fuori. Questa è una lotta lenta e tesa, e che abbiamo iniziato con la solidarietà costante e combattiva, l’informazione permanente, e soprattutto l’appoggio anarchico al nostro compagno.

Come gruppo solidale vogliamo inviare coraggio a Henry per affrontare tutto ciò che comporta questa montatura che cercano di tenere su con questi strategemmi. E salutare con grande dignità i/le prigionieri/e antiautoritari/e del pianeta che affrontano situazioni di sequestro o persecuzione per la lotta contro il dominio.

Forza compagno Henry, ti aspettiamo presto libero!
Fino alla liberazione totale!
Per la distruzione dei carceri!

Solidaridad Negra

Perugia, Operazione “Shadow”: Tutti assolti e Sergio Maria Stefani condannato per furto d’auto

Oggi 22/10/13, presso il tribunale di Perugia, è stata emessa la sentenza di primo grado in merito alla cosiddetta operazione “Shadow”. L’impianto accusatorio è crollato interamente, tutti/e i/le compagni/e sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Fa eccezione Sergio Maria Stefani, condannato a 3 anni e 3 mesi per furto d’auto. Adesso la PM Comodi, distintasi come al solito per i suoi deliri in aula, stavolta prontamente contrastati dal compagno Sergio che ha partecipato al processo (istantaneamente denunciato da lei per oltraggio), ha 90 giorni per impugnare la sentenza e presentare ricorso in appello.

Sergio resta prigioniero nel carcere di Ferrara in custodia cautelare per via dell’operazione “Ardire” (partorita sempre dalla Comodi). Mentre il 6/11/13 ci sarà, sempre al tribunale di Perugia, l’udienza preliminare dell’operazione “Ardire” relativa al troncone perugino.

Solidarietà ai/lle compagni/e indagate!

Messico: Sulla situazione di Mario González, prigioniero del 2 di ottobre in sciopero della fame‏

Il compagno anarchico Mario González García, è stato arrestato il passato 2 ottobre, mentre andava alla marcia per commemorare il 45º anniversario del massacro del 1968. Anche se il giudice aveva ordinato una cauzione, questa non è stata accettata e attualmente il compagno si trova detenuto nel carcere Oriente, circondato dalle già conosciute e ricorrenti irregolarità del suo caso.

Dal 7 ottobre, Mario ha deciso di fare lo “sciopero della fame”, decisione che sarà supportata ugualmente per vari dei suoi compagni e profesorx, a partire da questo lunedì 14 ottobre fuori dal tribunale di Sullivan 133, nella città del Messico.

facciamo un appello a tuttx i/le nostrx compagnx anarchici/che e afini a manifestare mostre di solidarietà con il compagno questo mercoledì 16 ottobre, a manifestarci e combattere il sistema carcerario e a disprezzare tutti i muri visibili e invisibili di questo sistema di putrefazione che si basa nella morte.

Inoltre vi invitiamo a partecipare e diffondere la camminata di questo mercoledì 16 ottobre alle 16:00 dalla Estela de Luz al Palazzo del Governo di Città del Messico, per esigere la libertà immediata e incondizionata di tuttx i/le compagnx detenutx il 2 ottobre.

Giù le mura delle prigioni!

2octubre_marcha_disturbios8Primo comunicato di Mario González, dove dichiara lo sciopero della fame

Al popolo in generale,

Sono Jorge Mario González García e mi trovo rapito, nel Carcere Preventivo maschile Oriente, dal governo. Mi accusano di attacchi alla la pace pubblica, il quale è un crimine fabbricato contro di me, come parte della repressione contro il movimento studentesco e di lotta sociale, già che le ragioni della mia detenzione non sono del tutto legali, ma politiche.

Ora, dall’interno del carcere invio un abbraccio ai/le compagnx che sono liberi. Questa è una sperienza irripetibile che dovrebbe servirci per renderci più forti e non permettere che riempiano i nostri cuori di paura.

Dopo il nuovo mandato di detenzione emesso contro di me, ho iniziato uno sciopero della fame come misura per esigere la mia preziosa libertà di forma immediata. Questo maledetto governo cerca di punire esemplaremente a tutti coloro che non credono in esso. E inoltre criminalizza l’anarchismo etichettandolo di ” porrismo ” in modo che così l’idea più pura e sincera dell’umanità sia male vista per l’ignoranza.

Voglio esprimere il mio ringraziamento a tuttx quellx che da ogni dove hanno mostrato la loro solidarietà nei miei confronti. Ritorna la repressione diretta, gli ” apañones ” , la sorveglianza, la polizia militare, lo spionaggio, la prigionia, esiste una persecuzione a livello nazionale e internazionale contro gli/le anarchici/che. Dalle trincee di questa prigione alzo la voce per gridare la mia rabbia e mostrare il mio disprezzo per i poliziotti maiali, che sono sottomessi al sistema capitalistico autoritario e brutale. Quando sarò libero, il mio disprezzo si farà sentire per le strade e dove mi porti il movimento studentesco.

Un saluto sincero a coloro che resistono e non dimenticano ai/le detenutx.

Il nostro bene più prezioso è la libertà, per questo bisogna lottare  con fede e valore. Saluti a tuttx i/le detenutx per lottare in tutto Messico e nel mondo. Che la solidarietà non si fermi mai !
Distruggeremo le loro gabbie !

Combattivamente,
Jorge Mario González García.
10 de octubre del 2013

2deoctubre021013_g_0comunicato 2:

Per il popolo solidale,

Il 2 ottobre del 1968, lo Stato ha ucciso moltissime persone che si manifestavano contro la repressione del governo e in difesa della loro libertà, in questo 2 ottobre del 2013, lo Stato mostra che ci sta uccidendo lentamente, riempiendo le nostre vite di reclusione.

E’ il mio quinto giorno di sciopero della fame, spero che la gente lì fuori lo conosca, esigo giustizia, perché ogni giorno in carcere è un giorno in più di lento annientamento. Il più grande crimine che ho visto è il fatto che, come prigionierx, le nostre vite sono depositate nelle mani di coloro che si sentono con la capacità di giudicarci e che finiranno dettando ” con il tempo ” se siamo innocenti o non. Maledetti assassini complici di un progetto infame in cui ci viene insegnato sempre a perdere e a rasegnarci. L’obiettivo dell’apparato di “giustizia” è prenderci la vita, perché hanno paura che questa vita divente giusta per tuttx.

Questo sistema non ha ragione di essere, finiamo con esso fino a quando non vi è un minimo di memoria di ciò che è stato, faccio ciò che serve per vivere in quel mondo nuovo che tanto sogniamo e abbiamo bisogno, dove non ci siano prigioni, dove non ci sìa la morte quotidiana, e dove finalmente il sole sorge per tutti, perchè è meglio la morte per essere liberi che vivere come uno schiavo.

Morte allo Stato e Viva l’anarchia,
Mario González García

Atene: Rivendicato incendio di un mezzo diplomatico

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Nelle prime ore di Venerdi 11 Ottobre 2013, abbiamo bruciato un furgone del corpo diplomatico, con targa DC 93-3, all’incrocio tra Pyrras e Delacroix nella zona di Neos Kosmos, Atene.

L’azione è dedicata con tutto il cuore ai nostri compagni accusati per la doppia rapina a Valventòs e Kozani, processo che inizierà a fine Novembre* ed anche in memoria dell’antifascista ucciso Pavlos Fyssas.

Non dobbiamo farci condizionare dall’idea della paura e della morte. Dobbiamo resistere con ogni mezzo al totalitarismo contemporaneo.

Creiamo le nostre strutture, rafforziamoci ed estendiamo le relazioni tra compagni, facendo spazio all’anarchia e al comunismo. Rivoluzione sociale, l’unica alternativa…

Incendiari consapevoli

*Il processo per la doppia rapina a Velventos è previsto per il 29 Novembre 2013 presso la corte d’appello in Loukareos street ad Atene. I compagni accusati sono: Andreas-Dimitris Bourzoukos, Dimitris Politis, Nikos Romanos, Yannis Michailidis, Fivos Harisis-Poulos, and Argyris Ntalios.

in inglese

Salonicco: Rifiutata sospensione della pena per Babis Tsilianidis

Il 16 Ottobre 2013 i giudici hanno rifiutato la richiesta di interruzione della pena del compagno anarchico Babis Tsilianidis. Circa 30 compagni hanno fatto un presidio davanti al tribunale di Salonicco.

Babis è detenuto nel carcere di Koridallos:

Charalambos Tsilianidis
Dikastiki Filaki Koridallou, A Pteryga, 18110 Koridallos, Atene, Grecia

SOLIDARIETÀ SIGNIFICA ATTACCO

Perugia: Inchiesta “Shadow”, chieste pene dai 4 ai 10 anni

In data 9/10/13, presso la corte d’assise di Perugia, la PM Manuela Comodi ha chiesto le seguenti condanne per i/le compagni/e accusati nel cosiddetto processo “Shadow”:

Sergio Maria Stefani – 10 anni e 1200 euro di multa
Alessandro Settepani – 8 anni
Alfredo Cospito, Anna Beniamino e Stefano dal Moro – 5 anni e 6 mesi
Maria Ludovica Maschietto – 4 anni

Il 16 Ottobre sono previste le repliche della difesa, mentre la sentenza è programmata per il 22 Ottobre.

Solidarietà a tutti i/le compagni/e accusati!

Cile: Aggiornamento sulla situazione di Marcelo Villarroel

Il compagno Marcelo Villarroel ha avuto un’udienza il 26 Settembre 2013, in merito al chiarimento della sua situazione dal 15 Dicembre 2009 fino al trasferimento dal carcere argentino a quello cileno dopo che era stato in clandestinità dall’ottobre 2007.

Dopo più di 12 anni di carcere, Marcelo è uscito nel Dicembre 2003 usufruendo dei “benefici carcerari” e in questo contesto la polizia e la stampa lo indicano come uno degli autori della rapina al Banco Security, viste le minacce di morte divulgate dalle cariche della polizia, Marcelo entra in clandestinità, “rompendo” cosi il beneficio.

Il tribunale di garanzia dopo circa 3 anni e mezzo, ha dichiarato che tutto il tempo trascorso da Marcelo in carcere vale sia come “pena scontata” che “custodia preventiva”.

Condannato da tribunali militari e civili tramite il ministro Arnoldo Dreyse, il fine pena sarebbe nel 2043 per via delle accuse di attacco all’ambasciata spagnola, associazione illecita, esproprio e distribuzione di alimenti alle persone, scontro armato con la scorta del sindaco Luis Pareto e attacchi armati a furgoni di polizia a Cerro Navia y Conchali.

Se Marcelo verrà condannato per il “caso security” verranno sommati alle condanne precedenti altri 18 anni, dai quali verranno tolti quelli di “custodia preventiva” (dal trasferimento in Cile fino al giorno della sentenza). Dall’altro lato se Marcelo venisse assolto per la rapina, gli anni scontati “in preventiva” varrebbero come sconto della pena precedente e starebbe alla gendarmeria stabilire l’eventuale accesso ai “benefici carcerari”.

Perché la nostra solidarietà metta in ridicolo gli anni con cui pretendono di seppellire Marcelo: Non dimentichiamo nessun/a prigioniero/a della Guerra Sociale!

fonte

Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

4 Settembre 2013

“Alcuni senza pensarci seguono i percorsi imparati una volta per tutte, verso il loro lavoro e la loro casa, verso il loro futuro prevedibile. Per loro il dovere è già diventato una abitudine, e l’abitudine un dovere. Essi non vedono la carenza della loro città. Ritengono che la carenza delle proprie vite sia naturale. Noi vogliamo rompere questo condizionamento, (…) alla ricerca di nuove passioni.”
Guy Debord

Una breve cronaca del mio arresto

Nella notte di Giovedi 11 Luglio 2013, gli agenti dell’unità antiterrorismo hanno fatto nuovamente irruzione nello squat anarchico Nadir, a Salonicco. Sono stato arrestato e subito trasferito agli uffici dell’antiterrorismo ad Atene dove mi è stato detto che, tre ore prima del mio arresto, era stato catturato fuori dalla sua abitazione nel quartiere di Stavroupoli a Salonicco il mio compagno e amico Andreas Tsavdaridis. Mi è stato chiesto di dare le impronte, un campione di DNA e le foto ma mi sono rifiutato, cosi le hanno avuto con la forza. Poco dopo, mi hanno notificato l’accusa in merito al Progetto Fenice (azioni #1#2#3#4). Mi sono rifiutato di firmare qualunque cosa o di dire nulla. Sei giorni dopo, ho potuto comunicare con Andreas, che mi ha raccontato le stesse cose che erano successe a me. In più, la polizia ha annunciato che i dieci membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono accusati come istigatori del Progetto Fenice.

Operazione “Gioia Armata”

Dal trasferimento ad Atene fino alle prime ore del giorno dopo, gli agenti hanno perquisito il Nadir… Hanno confiscato i server dello squat, tra le altre cose. Comunque, si sono concentrati sulla libreria, dove hanno “scoperto” il testo “La gioia armata” con una pistola raffigurata in copertina (edizione in greco di La gioia armata di Alfredo M. Bonanno stampata dallo squat Nadir in Giugno 2013, i cui ricavati erano benefit per gli anarchici prigionieri). Cosi c’è stata una grande perquisizione, nella libreria e nel resto dello squat. Hanno preso impronte, cicche di sigarette per il dna, bottiglie di birra vuote e altri piccoli oggetti dalla libreria, nel tentativo di cercare la stessa pistola raffigurata sulla copertina del libro…

“Sorveglianza discreta”

Il Progetto Fenice è iniziato il 7 Giugno 2013. È stato un appello della Cospirazione delle Cellule di Fuoco/Bande di Coscienza/Nucleo Sole–Baleno/FAI-FRI per l’intensificazione dell’azione guerrigliera urbana. Da quel giorno fino al 12 Luglio (giorno della mia formale accusa), varie cellule della rete FAI-FRI hanno rivendicato attacchi.

In questo stesso periodo, sono stato sorvegliato dagli agenti dell’antiterrorismo. Questa infame “sorveglianza discreta” dell’antiterorrismo era tutto tranne che segreta. Ben prima del mio arresto, gli agenti avevano “avvertito” i miei compagni del Nadir che “la polizia era sulle loro tracce”, “ditelo a Spyros”, eccetera. Come dato di fatto, durante una sorveglianza “discreta” nella centrale strada Aghiou Dimitrou a Salonicco, gli agenti hanno bloccato più di cinque veicoli per farmi sapere che avevano scoperto “cosa volevo fare”, insinuando cose e mostrando quanto volevano mettermi fuori gioco. Questo è stato dimostrato anche da un altro evento. A metà Giugno sono andato ad Atene per far visita al membro della CCF Christos Tsakalos nella prigione di Koridallos. Il ministero della giustizia è intervenuto e mi ha vietato la visita, con una decisione dell’ultimo minuto. Da quel momento la sorveglianza è stata ancora più stretta, e spesso ho notato agenti in borghese proprio fuori dal Nadir.

Sto dando rilievo a questi eventi per dimostrare che per una persona che agisce pubblicamente (in quel periodo uscivo spesso per attacchinaggi, ho parlato a presentazioni librarie, e altro) ed è monitorata cosi da vicino (come gli stessi agenti hanno ammesso) sarebbe quasi impossibile prendere parte a quattro attacchi esplosivi. Sia la pista accusatoria che il senso comune implicano che ciò non può accadere. Inoltre, il giorno dell’invio del pacco incendiario a Chorianopoulos (1 Luglio 2013) io ero ad Atene per il colloquio a Koridallos. Il fatto che la mia custodia preventiva sia stata decisa senza lo straccio di una prova non mi sorprende, né dovrebbe sorprendere qualcun altro. Lo stato riconosce una guerra tra due parti e agisce di conseguenza, e noi dobbiamo essere consapevoli che esso conduce la guerra senza alcuna moralità. È l’altro lato che deve ancora capirlo. Io non voglio che il mio caso venga presentato come è stato fatto con altri, con prigionieri etichettati come “combattenti innocenti”. Mi riferisco ovviamente ai casi nei quali il cosiddetto movimento fa qualunque cosa necessaria per il rilascio di un compagno innocente, tralasciando chi ha rivendicato le proprie azioni ed è ostaggio dello stato. Continue reading Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

Grecia: CCF rivendica pacco bomba contro il procuratore Mokkas

Progetto Fenice: Atto Sesto
Attaccare i giudici

Ancora una volta ci incontriamo nel fuoco con vecchi/ie compagni/e, decisi/e a far crollare le considerazioni poliziesche che vorrebbero mettere il capitolo finale di una storia finita. Senza dubbio, la Cospirazione delle Cellule di Fuoco non è terminata per niente. È la fiamma interiore che arde dentro di noi, è la Fenice che risorge ancora una volta dalle sue ceneri… È il fuoco della Negazione e del Nichilismo che grida: “Non riesco a smettere, non posso bruciarmi, nulla può spegnermi…”

Circa un mese fa, i nostri due fratelli Andres e Spyros sono stati arrestati a Salonicco, accusati dell’invio del pacco esplosivo all’ex comandante dell’unità antiterrorista. Le parole vengono meno. Fratelli, voi sapete che il sole continuerà a sorgere ancora per tutti/e noi, la cui unica patria è la nuova anarchia. La Fenice rinasce dalle proprie ceneri e ride della tranquillità dei/lle codardi/e, offrendo il fuoco di Prometeo agli/lle eterni/e insorti/e. Cosi, l’invio del pacco bomba all’inquisitore Mokkas è una prima risposta minima e riflessiva: l’unica via d’uscita è dar fuoco alle tesi riformiste della difensiva ed essere i/le primi/e ad attaccare.

Inoltre, Olga Ekonomidou, Damianos Bolano, Charis Chatzimichelakis, Giorgos Polydoros, Panagiotis Argirou, Theofilos Mavropoulos, Christos Tsakalos, Gerasimos Tsakalos, Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos, vale a dire i dieci fratelli della CCF che sono in cattività con doppie, triple e quadruple custodie preventive superiori ai 36 mesi (quando il limite è 18), e ora sotto processo per vari casi, stavolta, accusati anche di istigazione.

Dimitris Mokkas è l’unico responsabile per i casi di terrorismo in Grecia. Ovvero, esclusivamente della nostra organizzazione. La carriera di questo infame non differisce molto da quella di un qualsiasi funzionario di giustizia: omuncoli senz’anima, che diventano giudici per soddisfare i propri complessi. Questo pagliaccio concretamente si è solo mostrato più efficace degli altri vermi del tribunale d’appello nel tornare la palla ai suoi superiori. Il suo desiderio di far carriera è stato esaudito. Ora è responsabile di cento mandati di comparizione, interrogatori e custodie preventive, sempre col sorriso vendicativo sulle labbra. Il culmine della sua disprezzabile condotta e vigliaccheria è stata l’estensione della custodia preventiva al nostro compa della CCF, Gerasimos Tsakalos, un’ora prima della sua fine, mentre il compa era a letto e stava al 23° giorno di sciopero della fame.

Per tutto ciò che ha fatto, abbiamo scelto di inviargli il nostro regalo di vendetta. Naturalmente, non è stato inviato alla torre di vetro del tribunale d’appello, dove firma, dalla sua scrivania, i fascicoli giudiziari di merda contro i nostri fratelli e le nostre sorelle, con l’attitudine del magistrato, ma l’abbiamo inviato a casa sua, dove si sente sicuro. Sappiamo che stronzi come Mokkas, dopo aver svolto il loro compito sacro di incarcerare decine di persone, tornano al calore di casa, fingendosi bravi sposi e buoni padri. Cosi, puntato l’obiettivo, abbiamo trovato la casa e inviato il pacco a quell’indirizzo. Ecco qual è il risultato delle nostre indagini, firmate dalla Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Continue reading Grecia: CCF rivendica pacco bomba contro il procuratore Mokkas

Canada: Rivendicato sabotaggio di una linea d’alta tensione

lioness

Una linea principale del potere è stata sabotata. È successo circa un mese fa (oggi è il 3 Ottobre 2013), durante una piacevole notte nella campagna da qualche parte nel Canada occidentale, mentre tutti gli schiavi addomesticati preparavano felicemente i propri figli per un nuovo livello di lavaggio del cervello e condizionamento sociale, con poliziotti che ora li controllano a scuola, cosi da prepararli al mondo galera.

Tirandomi fuori dalla disperazione e dall’isolamento di questo incubo sociale, sono uscito di notte per un’azione di sabotaggio contro una High Voltage Direct Current (HVDC) linea elettrica, svitando alcuni bulloni dai due dei quattro pilastri di questi colossi d’acciaio dell’asservimento tecnologico che fornisce corrente in oltre il confine, grazie solo ad una grossa chiava inglese, e un tubo di metallo per fare da leva supplementare. Anche se avrei apprezzato molto la compagnia e il lavoro di squadra di altri insorti, non ho avuto tempo o energia per coinvolgerli. Ma vi assicuro che mi sono impegnato ad ogni costo, sudandomela molto, e non è stato cosi difficile. Come dicono, è facile attaccare. Entrare e
uscire dal posto è sempre più difficile.

Ho fatto ciò per Jerry Koch, Marie Mason, Maddy Pfeiffer, cosi come per i milioni di ignoti che marciscono nelle celle di cemento di un capitalismo bandito che regna negli USA e nell’occidente in generale. Voglio abbattere questo fottuto sistema di porcilaie aziendali, e pensare letteralmente di
abbattere la spina dorsale del sistema, un bullone alla volta, sembra una tattica favorevole.

L’ho anche fatto con rabbia profonda contro i porci neonazisti di RCMP per aver arrestato e deportato alcune famiglie rom nel corso degli ultimi due anni, grazie ai cittadini-spie e a quei vermi grassoni che siedono, mentono, si masturbano, calunniano e spiano dall’altro delle loro torri d’avorio dei media polizieschi di stato, gli stessi che vomitano bugie che lodano e sostengono concretamente la repressione poliziesca. L’intero confine USA/Canada, soprattutto per come viene monitorato da ogni tipo di sorveglianza e controllo, è la prova di come i despoti di stato possono andare lontano per rafforzarsi sul piano puramente teorico, gli schizofrenici confini per la “piccola gente”, pur preservando tutte le
libertà per l’alta casta dominante capitalista, che compra interi paesi tramite enormi prestiti.

Gli agenti di stato che mantengono l’ordine sociale sono tutti dei codardi, perché dalla sicurezza (percepita) dei loro uffici e dietro le loro scrivanie, difendono i privilegi concessi semplicemente per via del luogo di nascita; tutto a danno delle persone che percorrono grandi distanze in condizioni dure e rischiano vite e libertà affinché i propri figli abbiano un futuro migliore. E contro questi scagnozzi omicidi dietro al Blackstone Group. C’è ancora gente li fuori che resiste ai loro bei progetti, come la linea elettrica HVDC che passa sotto il Lago Champlain, recentemente benedetta dalla regina dei porci del Quebec Marois. Alla luce dei recenti avvenimenti, la gente nell’Ontario sud e Quebec sa molto bene come questi stronzi capitalisti possono intossicare l’ambiente a scapito delle vite di molti proletari per poi gettarle via. Fermiamo gli sviluppi di questi parassiti, devastiamoli, fino a quando non saranno impiccati con le loro cravatte in pubblica piazza.

Qui sta il trucco: dove e quando è accaduto… quale interruzione di corrente è stata provocata – come il recente blackout durato alcuni giorni del treno proiettile Amtrak tra Boston e New York – o quale ci sarà presto… questo devono scoprire i porci federali e le compagnie elettriche da entrambi i lati del confine, mostrando se la loro tecnologia merita davvero i grandi finanziamenti. Non hanno avuto molto successo nel cercare e reprimere le persone dietro i sabotaggi elettrici della scorsa estate in Quebec, proprio come quelle responsabili del famoso blackout del 2004.

Perché anche la tirannia deve pagare un prezzo … io sto addebitando tutti i costi di questo sabotaggio sul conto degli inquisitori del Grand Jury e dei loro porci, perché cospirano contro jerry e Maddy, cosi come i burocrati codardi che rafforzano la tortura amministrativa inflitta a Marie Mason, una madre amorevole, amante e paladina delle vite animali che semplicemente non possono proteggersi da sole nei confronti degli stupratori ambientali. Il coraggio di questi prigionieri è ciò che mi ha dato la volontà e l’energia per andare fino in fondo. E se loro stanno ancora resistendo alla vostra tirannia nelle celle di cemento, io ed altri attaccheremo ancora.

Una manciata di disperati idealisti come noi che, forse, crede nella remota possibilità che altri in altri posti – che come noi sentono lo stesso verso questa società vomitevole di baroni pasciuti in armatura e i loro amati paesaggi intossicati- agiscano e usino lo stesso tipo di tattiche contro la società, superando le distanze, lontano dalle bolle socioculturali, per distruggere concretamente la società totalitaria. Ma io odio gli ideali, specialmente quelle utopie della casta superiore che si trasformano sempre in una distopia più dura per molti altri. Un’utopia distopica, consentita grazie allo sviluppo enorme di linee elettriche e antenne in ogni posto, che supportano la sottomissione insensata e
massiccia dei proletari al lavoro, al consumo, alla produzione di rifiuti tossici e sempre più distruzione dei viventi.

Una tale società merita solo di essere distrutta.

Non possiamo costruire un mondo libero, uno fatto di responsabilità, amore, comprensione, dignità, razionalità e vera comunità, senza rompere (e lasciare) la vecchia e marcia routine dell’oligarchia capitalista dominante, ovvero una società funzionante che si mantiene da se. Questa società non è altro che una fabbrica a cielo aperto, una macchina quasi invisibile di sfruttamento di massa attraverso la conformità, dove l’individuo diventa un fastidio, se non il nemico finale, cosi come la natura. La società è guerra.

Ci sono molte possibilità per noi di combattere le infrastrutture del potere a danno delle masse, resistendo contro quelle invasive, gli sviluppi distruttivi della grande finanza, dove e quando possiamo, nel maggior numero che riusciamo ad avere. E se sono stato cosi stupido da andare da solo e fare ciò che ho fatto (non ho dubbi sul fatto di esserlo stato) allora dimostratemi che sono in torto, ignoti complici e amici…

Verso la selvatichezza!

In solidarietà con i combattenti della FAI/FRI, con gli oppositori anti-MAT in Catalogna, in memoria del guerriero Mohawk “Spitting the Sky”

fonte

Oregon, Stati Uniti: Rivendicato sabotaggio contro impresa casearia

Dairy-Industry

16 Settembre, un’altra azione diretta a Portland

Continuando l’impulso d’azione diretta contro impresa speciste di Portland, abbiamo bucato varie ruote di furgoni dell’impresa Sunshine Dairy Foods, al 801 NE 21st Avenue. Ci rallegra vedere l’aumento di azioni illegali a Portland. La lotta continua.

Fino alla distruzione di ogni prigione, per esseri umani e non.

FAI-OREGON

Argentina: Cellula FAI rivendica allarme bomba all’ambasciata greca

fear

La nostra rivolta è già cominciata ed è chiaro che necessita di tutto, ma sappiamo distinguere tra diari, libri, riflessioni e blasfemie; e poi veleni, armi, esplosivi, pugnali e incendi. L’unica questione interessante non è come mescolarli se non sappiamo differenziarli.

Con questo comunicato, la sezione Occasionalmente Spettacolare del Nucleo di Artigiani/e Fuochi e Affini-FAI, rivendica l’allarme bomba all’ambasciata greca in argentina, lo scorso 1 Ottobre.

Distinguiamo in base ai nostri criteri cosa sono azioni e cosa atti. Azioni sono state l’attacco incendiario alla concessionaria FIAT o l’artefatto esplosivo davanti casa di un poliziotto. L’allarme bomba all’ambasciata greca è stato solo un atto, come può esserlo delle vernice o uno striscione. Un atto, senza dubbio, che porta la stessa convinzione di sempre. Lo abbiamo già detto nel nostro primo comunicato “sappiamo che la nostra guerra non si basa solo sui risultati ma sulla convinzione con la quale si fanno le cose”.

Non ci inganniamo e non pensiamo di fare una lode all’allarme bomba. Non stiamo a dire il denaro usato dal potere per mobilitare gli artificieri. Vogliamo farla finita con termini rivoluzionari che non significano nulla. Non abbiamo fatto ciò perché non abbiamo gli strumenti, il coraggio o le conoscenze. Queste le abbiamo dimostrate in altre occasioni. Abbiamo semplicemente fatto ciò che ci andava.

Chiarito questo, dedichiamo l’atto al compagno Andreas Tsavdaridis: fratello, per ora questo, domani bruceremo di nuovo, con più intensità.

Salutiamo le cellule e le individualità della Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale, soprattutto la Cospirazione delle Cellule di Fuoco / FAI-FRI in Grecia; la Cospirazione Internazionale per la Vendetta / FAI-FRI in Indonesia e gli Amici/che della Terra / FAI in Argentina.

Forza al guerriero anarchico Andreas Tsavdaridis!
Viva la FAI-FRI!

Cooperativa Nucleo di Artigiani/e Fuoco e Affini (Occasionalmente Spettacolare)
Federazione Anarchica Informale

in spagnolo

Bolivia: Aggiornamento sulla situazione di Henry Zegarrundo

Oggi, 25 Settembre 2013, era in programma un’udienza chiesta dalla procura per richiedere ulteriore tempo di indagini affinché non si chiuda il caso in cui è coinvolto il compagno Henry.

L’udienza è stata nuovamente sospesa, a causa dell’assenza dell’accusa -recentemente rimpiazzata- e di due dei cinque imputati, quelli che hanno misure restrittive.

È il terzo rinvio per questa udienza. La prossima data è il 16 Ottobre 2013.

Inviamo il nostro appoggio al compa Henry che resta fermo e deciso davanti ai giudici e alla burocrazia giudiziaria. Speriamo che presto cada questa montatura repressiva.

Forza e animo Henry!

Continueremo ad aggiornarvi sul caso.

Solidaridad Negra

Saragozza, Stato Spagnolo: Rivendicata azione contro la chiesa del Pilar

Inoltre, ho tutto il diritto di lasciare il teatro quando la commedia mi risulta odiosa e anche di sbattere la porta nell’uscire, correndo il rischio di scuotere la tranquillità di quelli soddisfatti.
– Émile Henry

L’autorità, principio basico della società, esercita il suo dominio tramite varie istituzioni; la chiesa è una delle più importanti a causa della sua storica complicità con lo Stato-Capitale col compito di perpetrare l’attuale stato di oppressione patriarcale ed eteronormativa. La Basilica del Pilar è uno dei templi importanti per i detentori del potere. Visitata da Franco in varie occasioni e anche da Papa Giovanni Paolo II nel 1982 e 1984, è uno dei simboli principali e punto di incontro del fascismo. La Vergina del Pilar è la patrona e la regina dell’identità spagnola, all’interno vengono tenuti come trofeo le bandiere di tutti gli stati che dominano il territorio latinoamericano. Facendo mostra dello sterminio provocato dalla civilizzazione, al lato della basilica c’è la Piazza del Pilar che è simbolo della spagna che disegna la mappa del continente centro e sudamericano.

Nel settembre 1864 venne nominata patrona del collegio delle giovani guardie e nel 1913 la Vergina del Pilar viene nominata patrona degli assassini al soldo della Guardia Civil. La nomina venne firmata da Alfonso XIII, lo stesso che fu bersaglio dell’azione dell’anarchico che da nome al nostro gruppo e che abbiamo fatto rivivere nello scorso febbraio con un attacco contro un simbolo del potere. I compagni caduti in azione rivivono solo grazie all’azione.

Dopo il trionfo del fascismo nel 1939, la chiesa viene promossa a tempio nazionale e santuario della razza. Diventa un luogo privilegiato per Franco e il suo seguito, diventa centrale nella presa di Saragoza e nella vittoria contro il Fronte d’Aragona. In questo tempio c’è il cadavere dell’impresario e cardinale Juan Soldevila, ucciso dai Los Solidarios nel 1923 per essere stato un finanziatore dei pistoleros dei padroni. Questo nocivo personaggio è stato rilevante nella storia di questa località e viene ricordato in ogni celebrazione ufficiale del potere, come ogni 12 ottobre la festa dove i nostri nemici celebrano con preghiere e orazioni la loro espansione colonialista viene festeggiata in tutta calma in questo luogo.

Ma il 2 Ottobre 2013 la solita calma è stata scossa. Intorno alle 13:15, abbiamo collocato un artefatto esplosivo fatto da una bombola di gas butano riempita con 2 kg di polvere nera, e un timer. Questa azione non voleva danneggiare turisti o fedeli, ecco perché abbiamo dato avviso al giornale El Periódico (Saragozza) e El Heraldo, e anche alla Basilica del Pilar con 10 minuti di anticipo prima dell’esplosione al fine di evacuare la chiesa.

Questa azione ha lo scopo di far capire che posti fascisti come questo non sono e non saranno mai sicuri.

Comando Insurrecional Mateo Morral

in spagnolo

Cile: Nuove lunghe condanne per due comuneros mapuche

Dopo una settimana di processo, il tribunale orale penale di Angol ha stabilito nuove condanne in merito al conflitto mapuche:

Fernando Millacheo Marin: 15 anni e un giorno, rapina con intimidazione reiterata
Cristian Pablo Levinao Melinao: 10 anni e 1 giorno, rapina con intimidazione.
Guido Bahamondes Gallardo: Assolto

I comuneros mapuche sono stati accusati da diversi procuratori “antimapuche” di assalti a latifondisti accduti il 16 Giugno 2012 a Ercilla. Ricordiamo che il comunero Cristian Pablo Levinao Melinao è il fratello di Rodrigo Melinao (26 anni), ucciso il 6 Agosto da ravvicinati colpi di fucile, Rodrigo era clandestino dal 24 Luglio 2013 a seguito di una condanna insieme al fratello di 5 anni più 541 giorni per fatti inerenti alla lotta mapuche.

fonte