Category Archives: Immigrazione-Antifa

Parigi: Invito per raduno di solidarietà in vista del processo d’appello di Ibrahim El Louar

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Il 18 Gennaio 2013, la corte di Évry ha condannato Ibrahim El Louar a due anni di reclusione e gli ha imposto una multa di 1.200 euro per danni a poliziotti. È accusato di partecipazione alla fuga di cinque persone dal centro di detenzione per migranti di Palaiseau, il 16 Dicembre 2012.

Ibrahim è stato finalmente in grado di appellarsi a questa condanna e sarà processati alla corte d’appello di Parigi, Mercoledì 20 Marzo.

Cerchiamo di essere molti tra il pubblico, invece di lasciarlo solo di fronte alla macchina giudiziaria, e cerchiamo di esprimere la nostra solidarietà, sostenendo sia lui che i fatti per cui è accusato, non importa se è innocente o colpevole.

Appuntamento il 20 Marzo 2013, alle ore 13.30, nella Corte d’appello del Tribunale di prima istanza di Parigi, 2˚ divisione, camera 8

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Francia: Da un carcere all’altro

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Il 16 Dicembre 2012, cinque persone hanno cercato di scappare dal centro di detenzione di Massy-Palaiseau. Quattro ci sono riuscite, ma la quinta persona, Ibrahim, è stato catturato dalla polizia che lo ha picchiato. È stato messo in custodia, è stato tenuto per due giorni e poi è stato portato davanti ad un giudice, accusato di aver aggredito un poliziotto per rubargli il suo passaporto di sicurezza che ha permesso agli altri di scappare. È stato poi rinviato a Fleury-Mérogis fino al 18 Gennaio 2013, il giorno della sentenza del tribunale, quando è stato condannato a due anni di prigione e costretto a pagare 1200€ a due poliziotti che lo avevano accusato di violenza. Fuggire da un centro di detenzione non è un reato; i sbirri e i giudici stavano cercando di premere altre accuse contro di lui.

Ibrahim è attualmente detenuto nel carcere di Fleury-Mérogis. Egli non ha fatto appello la sentenza. Quando uno è isolato, uno straniero che in realtà non parla francese, e non ha alcun avvocato di difesa, è quasi impossibile capire che ci sono dieci giorni di tempo per presentare ricorso. La giustizia è molto più schiacciante per chi sia povero e senza documenti.

Da un carcere all’altro, da un campo di detenzione per stranieri in una prigione del sistema penale, il percorso è stato ben chiarificato, ed in entrambe le direzioni. Il potere approfitta sempre delle rivolte, dei tentativi di fuga, del rifiuto di imbarco per bloccare persone sempre più recalcitranti. E viceversa, ciò che ci aspetta nella maggior parte dei casi dopo il rilascio dal carcere, quando siamo senza documenti è il centro di detenzione ed espulsione.

Quando si è rinchiuso in un centro di detenzione, quando tutti i rimedi giuridici sono esauriti e la deportazione è annunciata, l’unica alternativa è la fuga e la rivolta. Questo è il motivo per cui queste storie si ripetono: un paio di giorni prima della fuga dal campo di Palaiseau, tre persone sono riuscite a fuggire dal centro di detenzione di Vincennes, e speriamo che siano ancora in fuga. A Marsiglia, nel Marzo 2011, i prigionieri hanno dato fuoco alla prigione per gli stranieri in Canet. Da allora, due persone sono sotto sorveglianza giudiziaria in attesa di processo per il loro passaggio attraverso il punto di controllo della prigione.

Per Ibrahim, come per quelli del caso di Marsiglia, è importante essere solidali con loro che si ribellano per la loro libertà, sia che siano “innocenti” o “colpevoli”. Finché ci sono delle prigioni, documenti e confini, la libertà sarà solo un sogno.

FUOCO A TUTTE LE CARCERI! LIBERTÀ PER TUTTI!

Non lasciate che Ibrahim affronta il carcere e la giustizia in isolamento; è possibile scrivere a lui:
Ibrahim El Louar
écrou n° 399815, Bâtiment D4 – MAH de Fleury-Mérogis
7 avenue des Peupliers, FR-91705 Sainte-Geneviève-des-Bois

Non può ricevere soldi per vaglia postale. Potete anche aiutarlo contribuendo donazioni a Kalimero, un fondo di solidarietà per gli accusati della guerra sociale in corso. Il numero di conto per fare un trasferimento è 102780613700020471901 | Key 07.

Se desiderate inviare vestiti o pacchetti, o per qualsiasi ulteriore contatto, potete inviare un e-mail a: evasionpalaiseau@riseup.net

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Atene: Fascisti hanno detonato un ordigno incendiario contro lo spazio anarchico Thersitis

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REAGIREMO AD OGNI ATTACCO

Nelle prime ore del mattino del 7 Febbraio, si è verificato un tentativo di incendio doloso contro lo spazio anarchico Thersitis di Atene. Un ordigno incendiario era stato collocato all’ingresso dell’edificio che, tuttavia, non ha causato danni a parte la rimozione della vernice dalla facciata, che è attualmente in riparazione.

Viviamo in un periodo di tensione permanente e di espansione dell’offensiva dello stato-capitalista. In questo contesto, gli spazi auto-organizzati sono sotto costante attacco da parte dei meccanismi statali e dei loro amici intimi: i fascisti. Noi dichiariamo ancora una volta qualcosa che è stato già detto troppe volte: la paura non può sconfiggere l’intrigo per la libertà, che ha imparato negli anni a combattere contro gli attacchi, le strategie e le macchinazioni del mondo del Potere.

Facciamo richiamo ad un incontro di solidarietà oggi, 7 Febbraio, alle ore 18.00 allo spazio esterno a Thersitis, che si trova sull’incrocio delle Vie Nestoros e Evangelistrias nel sobborgo di Ilion. La solidarietà è la nostra arma.

SCHIACCEREMO TUTTI I LORO BATTAGLIONI DI SICUREZZA

Thersitis, spazio di intrigho e sovversione (A)

Serbia: Il fascismo ha ucciso Dragan Maksimović

I membri del gruppo antifascista di Niš hanno agito per commemorare Dragan Maksimović, morto il 4 Febbraio 2001, dopo essere stato brutalmente picchiato da una banda fascista nel centro di Belgrado il 17 Novembre 2000. I fascisti l’hanno attaccato per la sua carnagione scura, pensando che fosse Roma.

Gli antifascisti hanno coperto le mura di Niš con dei manifesti su qui si legge: L’odio fascista ha ucciso un grande attore. “Il nostro obiettivo era quello di onorare il noto attore e ricordare in che modo ha perso la vita. Di attirare l’attenzione della gente al problema esistente nella società, invece di aspettare che qualcosa di simile accada di nuovo. Riposa in pace, Dragan. Noi non perdoniamo, non dimentichiamo”, sono le parole di uno dei partecipanti all’affissione a blogtipomogo.

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Atene: Azioni antifasciste a Zografou e Halandri – Due spazi auto-organizzati sono stati sotto attacco

"Sì all'amore, non alla vita moscia, sbattere i fascisti dieci volte al giorno" (slogan che fa rima in greco)
“Sì all’amore, non alla vita moscia, sbattere i fascisti dieci volte al giorno” (slogan che fa rima in greco)

Di seguito è riportato un breve riassunto degli eventi in Zografou, sulla base dei primi aggiornamenti che sono stati trasmessi qui:

Nella tarda serata del 2 Febbraio (giorno in cui fascisti hanno commemorato il “conflitto di Imia”, e in particolare il partito Alba Dorata ha tenuto la sua marcia nazionalista annuale), due centri sociali autogestiti sono stati attaccati dai fascisti/poliziotti nel sobborgo di Zografou.

In un primo momento, i neo-nazisti hanno fracassato le finestre anteriori del centro sociale Mperntes, cercando di violare lo spazio. Immediatamente i vicini hanno avvertito le persone che si erano radunati nelle vicinanze, nell’occupazione di Villa Zografou, dove un tentativo di attacco da fascisti in motociclette è seguito. Le fecce sono state respinte con successo dagli antifascisti combattenti, mentre uno degli aggressori fascisti che si sono feriti nello scontro ed è stato ricoverato in ospedale, si dice che sia un poliziotto.

Poco dopo, pesanti forze di polizia hanno fatto la loro presenza, in prossimità di Villa Zografou. Tutti i tipi di poliziotti hanno circondato l’occupazione, assediandola per ore. Circa 500 persone si sono riunite lì in solidarietà attiva e di resistenza, pronti a impedire un raid della polizia nello spazio.

Verso mezzanotte, i squadroni dell’anti-sommossa hanno finalmente lasciato il posto. Una grande assemblea si è svolta a Villa Zografou dopo che la polizia è andata via, mentre delle persone hanno salvaguardato anche il centro sociale Mperntes.

Nella stessa notte, piccoli scontri sono scoppiati tra antifascisti e neo-nazisti nel sobborgo di Halandri. Più di 20 fascisti erano radunati vicino alla stazione della metropolitana di Halandri, ed hanno iniziato a perseguitare un immigrato. Essi furono presto cacciati via da alcuni compagni che si sono accorsi per difendere il quartiere, mentre almeno un fascista è stato picchiato.

Atene, Domenica 03/02.2013: Raduno di protesta a Thissio dopo l’ennesimo omicidio di un immigrato

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Il 1° Febbraio 2013, circa alle 20.30 dei venditori ambulanti immigrati in prossimità di Thissio sono stati inseguiti dalla polizia municipale di Atene che ha intrappolato uno degli immigrati in un angolo appena sopra i binari della stazione della metropolitana di Thissio. Quando la polizia ha tentato di rubare la merce dell’ambulante spingendolo, Babakar Ndiaye (38enne dal Senegal) è caduto sui binari della metropolitana da un’altezza di 7 metri, dove è morto all’instante.

Dopo l’inseguimento omicida della polizia, diversi passanti, amici venditori ambulanti ed altri solidali si sono radunati sul posto in lutto con la perdita di Babakar. Poco dopo, squadre anti-sommossa sono state schierate nella zona in cui hanno attaccato e disperso la folla usando dei lacrimogeni, ecc. Per diverse ore più tardi, nel centro della città, decine di immigrati sono stati catturati dalla polizia. Tutti i detenuti sono stati liberati, tranne due immigrati che continuano di essere tenuti nelle stazioni di polizia. Tuttavia, secondo testimoni oculari, gli assassini in divisa comunale che hanno causato la morte di Babakar a Thissio sono scomparsi subito dopo l’omicidio, senza lasciare alcuna “traccia” finora.

Il giorno dopo, l’Assemblea degli immigrati e solidali di ASOEE ha tenuto una discussione in cui più di 80 immigrati hanno partecipato, e la gente ha condiviso maggiori informazioni circa l’incidente.

Un raduno di protesta con un sistema audio al di fuori della stazione della metropolitana di Thissio è stato quindi deciso di essere tenuto la Domenica del 3 Febbraio alle 13.00, in modo da informare ulteriormente la gente su quest’altro omicidio fascista. Inoltre, il Lunedì il 4 Febbraio alle 17.00 una conversazione aperta si terrà nella facoltà di ASOEE, sulla via Patission, al fine di condividere idee, unire le forze e organizzare azioni da seguire contro la violenza della polizia e del razzismo, in solidarietà con tutti gli oppressi ad Atene e non solo.

Nulla deve essere lasciato senza risposta di fronte agli omicidi statali e parastatali.
Lotte comuni della popolazione locale e degli immigrati.

Assemblea degli immigrati e dei solidali di ASOEE

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“Shehzad Luqman, 27 anni, ucciso a Petralona dai seguaci del partito dell’Alba Dorata. Il silenzio verso gli assalti fascisti è complicità”

– Striscione da parte dello spazio sociale autogestito Stegastro (“Rifiugio”) nel distretto di Galatsi-Lambrini per quanto riguarda il recente assassinio fascista di un lavoratore immigrato pakistano (17/01) ad Ano Petralona, un quartiere adiacente a Thissio

Serbia: Azione antifascista a Niš

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Nella notte del 24 Gennaio 2013 combattenti del gruppo antifa di Niš hanno riempito la città di manifesti contro la riabilitazione del capo Cetnico e criminale di guerra Dragoljub ‘Draza’ Mihailović. Sul manifesto si legge: “Il nazionalismo uccide! L’antifascismo può essere solo internazionale!”

“Questa azione arriva come risposta alla necessità di bloccare i tentativi costanti dello stato di combinare quello che non possa combinato. Il nazionalismo e l’antifascismo non vanno di pari passo. L’antifascismo può essere solo internazionale”, ha detto un partecipante dell’affissione a blogtipomogo.

Zagabria: Azione di solidarietà con le occupazioni e gli antifascisti

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Il 19 Gennaio 2013 nella Piazza delle Vittime del Fascismo a Zagabria si è tenuta una protesta internazionale in occasione di esprimere la solidarietà con gli antifascisti in Grecia che hanno organizzato delle proteste nello stesso giorno contro l’Alba Dorata, il partito parlamentare con la retorica estremista e xenofoba e l’azione politica violenta. Abbiamo anche colto l’occasione per esprimere il nostro sostegno ad alcuni dei centri sociali e dei centri autonomi o comunità che hanno recentemente sperimentato attacchi fascisti o operazioni di sgombero.

Un mondo, una lotta!

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Finlandia: Solidarietà agli antifascisti in Grecia da Helsinki e Tampere

Helsinki, 12/01/2013: Azione presso l’Ambasciata della Grecia in Finlandia, in solidarietà con gli antifascisti e gli occupanti in Grecia

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Tampere, 19/01/2013: “Dire di no al fascismo e al razzismo!” Video dalla manifestazione con sottotitoli in inglese

Cipro: Antifascisti hanno protestato davanti all’ambasciata greca a Nicosia in memoria di Shehzad Luqman, che è stato accoltellato a morte da due neonazisti ad Atene

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Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell’umanità.
-Albert Einstein (1921)

Antifascisti sono riuniti davanti all’ambasciata greca a Nicosia il 21 Gennaio 2013 per protestare contro l’omicidio di un 26enne immigrato dal Pakistan, Shehzad Luqman. Nelle prime ore del mattino di Giovedì, 17 Gennaio, Shehzad è stato accoltellato a morte dai seguaci dell’Alba Dorata nel quartiere di Ano Petralona ad Atene.

I compagni hanno dispiegato uno striscione all’ingresso dell’ambasciata per circa mezz’ora, che scriveva: “Shehzad Luqman, ucciso dalle coltellate fatali dei fascisti dell’Alba Dorata – Disgrazia completa” e poi sono scesi in corteo per le strade principali di Nicosia. La marcia antifascista si è conclusa nei pressi della Via Ledras.

Non ripetiamo gli errori del passato. I fascisti sono sempre stati uno strumento del sistema, cerchiamo di isolarli.

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Lisbona, Portogallo: Solidarietà con Villa Amalias (Atene)

"Da Atene a Lisbona, Rivoluzione adesso"
“Da Atene a Lisbona, Rivoluzione adesso”

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Durante la giornata internazionale di azione antifascista (19/01/2013) dei compagni hanno dimostrato la loro solidarietà con l’occupazione di Villa Amalias Villa e con gli antifascisti in Grecia presso la Piazza centrale di Camões a Lisbona.

Heraklion, Grecia: Pesanti scontri tra i neo-nazisti e compagni

http://www.youtube.com/watch?v=n2NRCwvi2W0

Segue un comunicato di compagni che si sono scontrati con un gruppo di nazisti dell’Alba Dorata nel pomeriggio del Martedì 15 Gennaio nella città di Heraklion dell’isola di Creta.

“Scontro con fascisti a Heraklion nel pomeriggio di 15/01. I fascisti, 20-30 persone, che stavano facendo (la seconda) distribuzione di materiale nazista in una grande strada della città hanno ricevuto un’attacco da circa 50-60 antifascisti/e e dopo cinque minuti di rissa sono fuggiti. Due squadroni della polizia in tenuta antisommossa sono intervenuti, di corsa, giusto nel momento che i nazisti hanno cominciato a correre (mostrando in questo modo la loro previa coordinazione con i sbirri). Dopo l’intervento della polizia con lacrimogeni e granate stordenti i neonazisti gli hanno esortato di cacciarci. Più di cinque fascisti sono finiti in ospedale con punti, rotture, contusioni ecc. e tre compagni con punti dai lanci di pietre.

All’ospedale siamo saliti sia loro che noi insieme con due squadre della polizia antisommossa (!) per proteggerli. Durante l’attesa dei nostri compagni fuori dall’ospedale sono state sgonfiate le gomme di 4 macchine dei fasci.

Da ora in poi ogni distribuzione di materiale dei fascisti sarà accompagnato da poliziotti, ambulanze, punti e teste rotte.

In generale un’intervento piuttosto buono e seguiranno altri migliori.

Un saluto agli compagni antifascisti di Agrinio, Patrasso, Volos e dell’intero pianeta.

VIVA L’ANTIFASCISMO COMBATTENTE

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Grecia: Presentazione della Lega Antifa di Atene

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Nell’era della mercificazione assoluta e dello sfruttamento del calcio, delle squadre-società e dei provocanti stipendi esorbitanti, delle partite fissate e del doping, della continua repressione e del controllo all’interno e all’esterno degli stadi, il divieto delle trasferte degli tifosi “ospiti” e l’ascesa del fascismo negli stadi…, un gruppo di persone che amano lo sport in generale, abbiamo deciso di organizzare un campionato di calcio che soddisfa la necessità di tutti per lo sport e non per il beneficio finanziario, per la competizione e non la concorrenza, che sia organizzato da tutti noi – e per tutti noi. Una lega di calcio alternativa nei quartieri di Atene che capovolge l’attuale modello di calcio, una lega con carattere antifascista senza discriminazioni, lontano da arbitri, da un biglietto o una tariffa obbligatoria, contro la mentalità dei premi, con l’obiettivo dello sport puro e la nostra soddisfazione, la promozione della lotta antifascista.

Crediamo che sia giunto il momento di portare in atto i nostri ideali, senza rimanere solo nelle parole e di passare al contrattacco, costruendo le basi per il calcio che sogniamo. Non crediamo che in questo modo cambieremo il mondo, crediamo però e siamo ottimisti sul fatto che creando delle strutture auto-organizzate ed alternative, facciamo un passo attivo per sensibilizzare ed attivare la società.

Per questo invitiamo coloro che amano il calcio reale, il calcio spettacolare della strada, lontano dalle convenienze, e vogliono sostenere il nostro progetto di entrare in contatto con noi presentando la loro squadra nel antifaleague@espiv.net per realizzare il primo campionato 5×5 ANTIFA ad Atene dall’inizio del nuovo anno. Nostra ambizione è la partecipazione del maggior numero di squadre possibile, da quasi tutte le aree di Atene, in modo tale di rendere il campionato non solo più interessante, ma avere anche più colore e diversità nel torneo.

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Helsinki: Una visita al centro di detenzione di Metsälä a Capodanno

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Quando l’anno stava arrivando alla sua fine un gruppo di circa 20 persone è andato a visitare il centro di detenzione di Metsälä. Abbiamo mostrato il nostro sostegno alle persone all’interno – imprigionate a causa delle loro origini – facendo rumore al di fuori delle recinzioni.

Abbiamo comunicato il nostro messaggio con tamburi, vuvuzele, fuochi d’artificio e le nostre voci. Siamo riusciti a scambiare informazioni di contatto con alcuni imprigionati. Uno di loro ci ha detto che è stato mantenuto in detenzione già per sei mesi senza alcun contatto con l’esterno.

Quando l’anno stava cambiando, la polizia è venuta ad interrompere la comunicazione tra le persone dentro e fuori dalle mura del centro di detenzione. I poliziotti hanno verificato l’identità di tutti i manifestanti e arrestato un compagno che si è rifiutato di collaborare. È stato rilasciato dopo un paio di ore.

Abbiamo lasciato il centro augurando un Anno Nuovo Felice ai carcerati. I nostri auguri si sono ricambiati da dietro le recinzioni dei fili spinati, le finestre e il balcone del centro di detenzione.

Proteste contro le carceri e i centri di detenzione vengono effettuate durante la notte di Capodanno in tutto il mondo.

Solidarietà con i migranti! Senza confini! Senza nazioni!

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Amsterdam: Presidio anti-prigione di Capodanno al campo di deportazione di Schiphol

Foto dal presidio dell'anno scorso
Foto dal presidio dell’anno scorso

Ieri sera un gruppo di persone è andato a fare rumore sulla nuova località della prigione di deportazione di Schiphol (Amsterdam). Si tratta di una tradizione internazionale di Capodanno di andare alle carceri per rompere il silenzio e l’isolamento.

Nella nuova prigione di Schiphol “De Poort” oltre 1.000 persone saranno rinchiuse. Ancora di più celle per un sistema omicida. La scorsa notte, dei messaggi registrati dalla RefugeeChurch -una chiesa occupata abitata da clandestini (senza documenti) ad Amsterdam- sono stati trasmessi per la gente all’interno.

Nei Paesi Bassi ci sono migliaia di persone rinchiuse perché non hanno (i giusti) documenti, in condizioni ancora peggiori rispetto alle prigioni normali. Le persone vengono mantenute per mesi e poi o deportate o cacciate in strada per essere “praticamente non deportabili”, e un paio di mesi dopo, il circo ricomincia. Quelli che decidono su queste “misure” sono quelli pochi che inventano delle leggi in cui tutti dovrebbero piegarsi: sono loro che guadagnano soldi dalla repressione.

L’intero sistema carcerario è basato sulla loro necessità di regolare e controllare la “società”. Le persone vengono rinchiuse solo perché non rientrano in quella società, non contribuiscono a sufficienza in termini economici, o semplicemente per spaventare la gente. Per lo Stato si tratta di proteggere i ricchi e l’ordine, per mantenere lo sfruttamento e repressione.

È per questo che continueremo a tornare per far si che la nostra solidarietà con i prigionieri sia sentita.

Fino a quando ognuno sarà libero, fino a quando i confini e le mura delle prigioni non esisterano più.

Per un Anno Ribelle Nuovo!

Atene: Irruzione alla facoltà di ASOEE, picchiati ed arrestati venditori ambulanti immigrati, confiscate le attrezzature di 98FM dalla polizia

Invasione della polizia e perquisizione presso l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE) sulla Via Patission, 28/12/2012

Fin dall’inizio, questa operazione della polizia è stata usata per reprimere gli spazi politici nella facoltà di ASOEE. Dopo l’invasione all’occupazione di Villa Amalias il 20 Dicembre, lo Stato ha scelto di colpire un altro “spazio di illegalità”, vale a dire uno degli studi così come l’antenna sul tetto della stazione radio libera 98FM sul centro di Atene. Si prega di diffondere la notizia lungo e in largo…

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L’intera operazione della polizia era tutta un remake a basso costo della recente invasione all’occupazione di Villa Amalias. Nel caso di Villa Amalias, una presunta denuncia anonima alla polizia ha preceduto l’invasione. Dal mezzogiorno di Venerdì, 28 Dicembre le forze repressive sono state dispiegate in Via Patission, un viale nel centro di Atene, a seguito di un’altra denuncia anonima, questa volta legata al commercio illegale di merci. Questa denuncia anonima (una presunta telefonata) è stata inoltrata direttamente a un pubblico ministero che è stato chiamato ad intervenire immediatamente.

Quindi, per ordine del pubblico ministero, gli squadroni anti-sommossa insieme ad altri sbirri come le unità motorizzate DIAS ed altre fecce sono stati inviati alla facoltà di ASOEE per dare la caccia a coloro che presumibilmente condannano la Grecia per un lungo periodo di tempo al declino economico: i immigrati venditori ambulanti e i rifugiati provenienti dall’Africa che vendono CD musicali pirati e statuine di animali in legno. Questa scena viene ripetuta troppo spesso: alcuni immigrati hanno trovato rifugio nel cortile della ASOEE mentre i feroci cannibali della polizia greca hanno usato con l’odio razzista i manganelli contro i venditori ambulanti e li hanno cacciati via con le moto della polizia dalla zona.

Ma questa volta c’era anche un procuratore. Ha ordinato l’invasione immediata della polizia nei locali universitari, così i poliziotti sono riusciti ad arrestare 16 persone all’interno. Tuttavia, i poliziotti stavano per condurre pure una perquisizione.

Quindi, porta la facoltà è stata aperta e, dai cinque piani dell’edificio, il pubblico ministero ha scelto… il piano sotterraneo, dove i luoghi di ritrovo (spazi occupati autogestiti) dei gruppi studenteschi ed altri gruppi possono essere trovati. Non a caso, la polizia ha rotto le porte e invaso gli spazi anti-autoritari nello stesso luogo, in cui hanno trovato 5-10 bottiglie vuote di birra, alcune bandiere / striscioni e maschere antigas utilizzate per le manifestazioni. E quello era il momento in cui la polizia ha scoperto il segreto gelosamente custodito del ASOEE: sì, in effetti, uno studio radiofonico gestito nell’edificio. La polizia ha agito sorpresa, come se non lo sapesse già. Le apparecchiature tecniche della radio sono state probabilmente considerate un prodotto del commercio illegale di idee, così sono state prese dai sbirri.

L’antenna radio con un trasmettitore audio e le macchine sono state smantellate e confiscate. È chiaro alle autorità che questa stazione radio pirata commette illegalità con la sua diffusione non autorizzata. Tuttavia, i mass media cominciano a chiedersi: C’era veramente una stazione radio tutta all’interno dei locali universitari… Come mai qualcosa ancora viene trasmesso alla banda dei 98FM?

Ora che il ministro dell’Ordine Pubblico, Nikos Dendias, ha smantellato lo studio della radio 98FM nella cantina e la sua antenna sul tetto è stata pressa dall’edificio del ASOEE, i giornalisti non dovrebbero sentire un po’ di interferenze radio, non dovremmo tutti avere problemi di ricezione?

Possiamo ancora sentire una trasmissione alla stessa frequenza. È forse una stazione di radio “legale”? Ma naturalmente non. Quello che si può sentire forte e chiaro è il Free FM invece! La sua diffusione non autorizzata è abilitata per la trasmissione dal parco statale delle antenne radio sulla montagna di Ymittos, ad Atene. Free FM non è altro che la stazione radio che è stata istituita 7 anni fa (con la benedizione di diversi politici, ideologi del totalitarismo), al fine di “passare sopra” la frequenza in cui la radio libera 98FM andava in onda dal 2002.

Questo per quanto riguarda la loro ipocrisia. E ora a tutti gli effetti: non siamo affiliati ad alcuna autorità politica o economica. Non abbiamo alcun beneficio finanziario dalla gestione della nostra stazione radio. Noi non esprimiamo la tendenza di un particolare vettore o associazione, ma diamo voce solo a coloro che accettano il minimo accordo politico della stessa stazione radio libera. In questo contesto, tutti possono co-gestire la stazione radio, e possono parlare nel suo microfono. Noi non obbediamo ad alcun “consiglio nazionale di radiodiffusione” o qualsiasi altro ente analogo formale o informale.

Questo è il motivo per cui vogliono chiuderci la bocca. Ma non ci riusciranno. Come in ogni epoca, le idee, la libertà di parola e le opinioni minoritarie trovano la loro strada per uscire allo scoperto. E la statura di Mr. Dendias, ed ogni Dendias, è troppo piccola per lanciare qualsiasi ombra a queste parole.

La stazione radio continuerà a trasmettere sui 93.8fm e online.

Tentate di seppellirlo, ma dimenticate che si tratta di un seme.
La contro-informazione non può essere messa a tacere.

Radiozone di Espressione Sovversiva
93.8FM | 98.0FM (?) | radio98fm.org

Galles: Militanti di Cardiff agiscono in solidarietà con i compagni in Francia

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Diversi attivisti militanti di Cardiff si sono riuniti il ​​18 Dicembre per mostrare solidarietà con il richiamo per la solidarietà internazionale con le manifestazioni della Giornata dei Diritti Umani in Francia e l’Europa nord-occidentale il 10 Dicembre, e le manifestazioni del Dicembre che continuano nella ZAD (vicino a Nantes , Loire-Atlantique) e nelle principali città francesi come parte della Giornata Internazionale dei Migranti del 18/12. Il blocco di Cardiff proveniva da gruppi tra cui il No Borders Galles del Sud, l’ABC di Cardiff, la nuova rete degli occupanti di Cardiff, e un sito locale di viaggiatori, così come molti gruppi che erano venuti insieme per la Giornata dei Diritti Umani per chiedere la fine sugli attacchi contro i migranti, i Rom e i senza tetto.

I striscioni del ​​gruppo comprendevano dichiarazioni come “Contro la repressione della polizia”, ​​”Nessuno è illegale” e “Noi siamo ingovernabili” e i militanti li hanno usati per bloccare l’ingresso del consolato francese, un’atto simbolico contro le azioni dello stato francese che sta bloccando le normali attività delle persone e dei movimenti (per non parlare dei diritti definiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, inclusi gli articoli 2, 7, 9, 12, 13, 14, 17, 20, 25 e parti di molti altri).

Il gruppo è stato assemblato proprio mentre il sole stava tramontando, al nord-est della capitale gallese, ed ha allegato volantini al cancello del consolato, strappando un simbolo nazionale dalle colonne del cancello. I volantini, che riproducono il richiamo dei compagni francesi dal 10/12 in inglese, francese, arabo e gallese hanno anche mostrato il peggio della repressione francese a Calais e alla ZAD. Erano incluse anche immagini che affermando la nostra solidarietà ai senza documenti e ai militanti che combattono contro l’aeroporto e affrontano la repressione sulle loro case e la lotta alla ZAD.

Dopo aver consegnato alcuni di questi volantini attraverso la cassetta delle lettere del consolato ed aver deciso che il messaggio del gruppo era stato inviato col raduno, abbiamo anche inviare questo messaggio alle autorità a Calais e dovunque le autorità francesi sono state coinvolte nella repressione pesante.

Il mondo sta guardando. Siamo in tanti. Siamo solidali con coloro che fanno il richiamo in Francia, e chiediamo a tutte le autorità di:

– Terminare gli sfratti agli immigranti, i Rom, i senza tetto e gli occupanti

– Reinsediare gli abitanti dei quartieri poveri in termini definiti in consultazione con i residenti, le associazioni e le comunità locali

– Terminare l’uso della violenza della polizia contro le comunità.

in inglese

Genova, Italia: Dopo lo sgombero di Giustiniani 19

giustiniani 19Liberarci tutti!

Mercoledì 12 dicembre 11 compagni hanno ricevuto la notifica di una serie di misure cautelari (4 arresti domiciliari, 7 obblighi di firma giornalieri), nominalmente per atti compiuti durante lo sgombero di Giustiniani 19 avvenuto il 7 agosto. Le misure vengono date non in quanto “sanzione” dei reati commessi, ma come “prevenzione” di reati ancora da compiere: si tratta infatti di misure cautelari preventive, disposte per impedire la reiterazione del reato e per “sorvegliare e punire” coloro che dimostrano di avere un comportamento che non può essere “corretto” altrimenti.

Diciamo “nominalmente” perchè, da una parte, gli atti di cui si parla, gli atti per cui si sottrae la libertà alle persone e si sottraggono le persone ai propri compagni sono… cosa? Si parla di sputi, cori, insulti… addirittura il lancio di pericolose bottigliette d’acqua! Atti criminosi della peggior specie, che rivelano quello che sembra essere il delitto più efferato di tutti: resistere. Resistere allo sgombero, resistere alla polizia, alla violenza dello Stato. Un altro reato ignominioso si profila: ribellarsi, esprimere la propria rabbia e la propria determinazione.

Ma nell’Italia del 2012, in questo terreno che vorrebbero pacificare e sedare, quando prendon vita i semi del dissenso bisogna diserbare: sradicare le persone dalla loro vita e dalle loro pratiche. Dalle loro passioni e dai loro affetti.

Diciamo “nominalmente” anche perchè queste accuse non sono che un chiaro pretesto che maschera, e neanche tanto bene, la realtà che si nasconde dietro questa mossa repressiva. Una realtà espressa senza mezzi termini dalla notifica stessa, che elenca nei minimi particolari i “curricula” delle persone incriminate, tracciando un minuzioso profilo psicologico di quei soggetti che rappresenterebbero una minaccia per il quieto vivere della società.

Digos, questura e magistratura si sono unite di buon grado per questa manovra epuratrice, per questa eugenetica del conflitto: eliminare i devianti, storpiare le lotte, cercare di riuscire finalmente a far tacere le voci dissonanti. Poco importa che l’intera manovra sia stata costruita ad arte, sproporzionata rispetto alle misure cautelari imposte. Quel che conta è colpire e disgregare le realtà che si stanno muovendo nelle varie situazioni di conflitto: occupazioni, Terzo Valico, NoTav, contro tutte le situazioni di oppressione che quotidianamente ci troviamo davanti.

Viviamo in un mondo dove regna il capitale, dove chi non ha non è, dove la scelta è fra morire di fame e morire di lavoro: e chi dice di no, chi si ribella, chi cerca di costruire momenti liberi dalle relazioni quotidiane di sopraffazione che subiamo tutti giorni viene allora colpito drasticamente. Il messaggio è chiaro: accettare la dose di merda giornaliera o subire la punizione. Punizione che viene con grazioso eufemismo chiamata “misura afflittiva”, l'”afflizione” costituendo nella limitazione, più o meno “blanda” (come dicono loro) della libertà. Ma questa libertà non ci viene tutti i giorni negata, limitata… afflitta? Non è questa misura la conferma palese ed esplicita della realtà in cui viviamo, della società carceraria che ci circonda, dove ognuno è rinchiuso nel suo piccolo recinto fatto di lavoro alienante (chi ce l’ha), di affitti da pagare, di lotta per la sopravvivenza…? Noi non vogliamo lottare per sopravvivere, vogliamo lottare per vivere.

Quello che qui si vorrebbe far passare è una spoliazione del valore ideale e materiale del nostro agire: come se la nostra, presunta o meno, commissione di reati si avvicini alla patologia, visto che si giustifica la misura sostenendo che “gli indagati non sono in grado di trattenersi dal delinquere”.

Il problema è che se delinquere è resistere ad uno sgombero (peraltro davvero poco efficacemente), resistere o reagire alla violenza poliziesca, dire “assassini” e “servi” a degli assassini e dei servi, cacciare razzisti e fascisti di varia sorta dai luoghi in cui abitiamo, occupare case per vivere e sottrarsi alla rapina dell’affitto e spazi per incontrarsi e autorganizzarsi, se delinquere é solidarizzare con altri compagni detenuti o con gli immigrati reclusi, bloccare il traffico o le stazioni quando lo Stato occupa militarmente un’intera valle col proposito di violentarla, bloccare fisicamente l’arroganza di chi vuole espropriare case e terreni per opere devastanti….se tutto questo significa delinquere, se resistere significa essere criminali, diciamo chiaramente che i “moniti” punitivi e pseudoeducativi della Procura non serviranno a nulla.

Diciamo chiaramente che continueremo a resistere ma anche che di fronte alla situazione sociale che viviamo, resistere non basta più. Occorre imparare a difendersi e praticare la solidarietà. Occorre immaginare come costruire momenti di rottura e percorsi di liberazione, condividerli, estenderli, generalizzarli. Percorsi dove tutti ed ognuno, in autonomia e libertà, possano trovare il proprio spazio e dare il proprio contributo. Occorre combattere.
Che nessuno si trattenga.

Solidarietà a tutti gli inquisiti.
Libertà per Francesco.
Libertà per Sofia, Enrico, Mattia, Christian.

compagne e compagni solidali

È stato celebrato un presidio solidale lo scorso mercoledì (19 dicembre) in piazza San Lorenzo, Genova

Atene: Comunicato di Villa Amalias 20/12/2012

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IL FUOCO NON CI BRUCIA
IL FUOCO BRUCIA DENTRO DI NOI
SOLIDARIETÀ ALL’OCCUPAZIONE VILLA AMALIAS

 

Oggi, 20/12/2012, la polizia ha invaso la Villa Amalias. Con il pretesto di una denuncia per traffico di droga, con la presenza del procuratore, è stata effettuata una perquisizione. I risultati fanno ridere. Tuttavia il ministro dell’Ordine Pubblico, Dendias, afferma che dagli oggetti ritrovati è dimostrato che la Villa Amalias era un centro di illegalità per 22 anni e, infine, la legge, con la “coraggiosa volontà politica” del Primo Ministro, Samaras, è stata ristabilita.

Con quale acrobazia logica possono essere definite bottiglie di birra vuote “materiali per la fabbricazione di molotov”? In un luogo che contiene sala per concerti di musica e caffè-bar è assurdo che ci sia un gran numero di bottiglie di birra vuote? Cosa vuol dire “materiale infiammabile”? Parlano forse per i liquidi della pulizia della macchina tipografica che funziona nell’occupazione? Possiamo parlare delle maschere antigas, che ogni manifestante che rispetta la sua salute deve avere. Possiamo parlare per i mezzi elementari di autodifesa (petardi, fionde, ecc) in un luogo che è stato più volte attaccato dalle bande paramilitari (incendi dolosi, accoltellamenti, pestaggi), col culmine nel 2008, quando l’allora ministro dell’ordine pubblico Markogiannakis ha visitato i “residenti” di Piazza Pantaleimonas e pochi minuti dopo la sua partenza siamo stati attaccati…

Con il pretesto della perquisizione, tentano di soddisfare un loro costante sogno: l’invasione in uno spazio che per loro è uno dei simboli spaziali di tutti quelli che stanno in piedi con ostilità, verso di tutto quello che rappresenta la sovranità, la dominazione, la sterilizzazione, l’indifferenza, la rassegnazione, la subordinazione. In questo hanno ragione. Questi siamo. Noi e le migliaia dei manifestanti, attivisti, occupanti, scioperanti, i combattenti di strada. Siamo i senza tetto e senza sede, i punk e la gente di strada, i vegetariani e le femministe, quelli che stanno fuori la notte e gli operai, i mendicanti e i sfruttati, le vittime del razzismo e i vendicatori dell’ingiustizia. Il ministro ci ha descritto come uno spazio di illegalità…

E adesso parliamo seriamente. Villa Amalias è una proposta organizzativa che nel periodo del cannibalismo del memorandum ha dovuto essere affrontata. L’attacco del capitale al mondo del lavoro richiede la distruzione di tutte le sue strutture. La svalutazione dei diritti del lavoro ottenuti e dei sindacati, tutte le strutture di solidarietà e di obbedienza, i progetti dell’auto-organizzazione sono nel mirino. L’agenda politica dell’estrema destra che ha prevalso fin dall’inizio della crisi, è iniziata con le dichiarazioni della “bomba sanitaria” del ministro della salute, Loverdos, contro gli scioperanti della fame al palazzo di Ypatias. È continuata con la persecuzione degli immigrati (muro sulla frontiera di Ebros, campi di concentramento, operazione “Xenios Zeus“), il castigo dei tossicodipendenti sieropositivi, assistita dalla violenza dell’estrema destra contro gli immigrati, gli omosessuali, i venditori ambulanti. Le torture contro gli antifascisti del moto-corteo al quartier generale della polizia (GADA) e gli attacchi sulle occupazioni e la repressione brutale di qualsiasi richiesta di lavoro o sociale, non lasciano dubbi sul fatto che l’avversario ha costruito un blocco solido contro il quale dobbiamo resistere.

Siamo per 22 anni in un edificio che era stato abbandonato da decenni. Lo conserviamo e gli diamo vita. Siamo un’occupazione che ha sempre le porte aperte a gruppi, persone e progetti che promuovono la cultura anti-commerciale, la dignità umana, le lotte sociali, antifasciste e di classe. Villa Amalias dà un duro scontro non per proteggere quattro muri, ma i desideri, i sogni e le speranze per una vita più libera per tutti.

Invitiamo tutti coloro che trovano una parte di se stessi nel lungo funzionamento dell’occupazione di dare con noi questa battaglia cruciale.

In questo mulino i boia-Don Chisciotte attaccano, mentre in realtà sono in caccia di idee. Queste sono i spazi dell’illegalità per loro. Sono in caccia di chimere e raccoglieranno incubi.

 RILASCIO IMMEDIATO DEGLI OCCUPANTI DI VILLA AMALIAS

 

fonte

Grecia: Assunzione di responsabilità per la distruzione degli uffici dell’Alba Dorata nella città di Volos, 11/12/2012

DISTRUGGETE I FASCISTI

Assumiamo la responsabilità per la distruzione della filiale della compagnia paramilitare “Alba Dorata” in Via Skenderani all’alba di Martedì.

Questo specifico “negozio”, sostenuto e responsabile dinanzi all’amministrazione dello Stato, è il buco in cui i fascisti si sentivano al sicuro con la regolare presenza della polizia.

È ormai inutile analizzare le cause di un attacco all’Alba Dorata. Hanno fatto e faranno il loro lavoro sporco, dove lo Stato ufficiale trova difficoltà, e sono nello stesso tempo gli scagnozzi di una parte della società greca razzista, la quale alimentano con spettacolo. Apertamente sostengono coloro che gli aiutano (proposta dell’Alba Dorata per l’esenzione fiscale degli armatori dal nuovo memorandum).

La scelta di far apparire l’Alba Dorata come un fattore della vita quotidiana è stata favorita attraverso i media con la loro promozione quotidiana, sia positiva che negativa, (nella cronaca, alle notizie, ma anche alle trasmissioni pomeridiane di lifestyle per toccare l’interesse di un numero maggiore di bidoni piccoli e medio-borghesi). Come in ogni altro caso in cui c’è una polarizzazione sociale, il sistema democratico giocherà con tutti gli strumenti ed userà le sue riserve fasciste. Inoltre, le agende della maggior parte dei partiti della scena politica centrale non differiscono, il discorso fascista viene espresso dai liberali, dai “socialisti” e da ogni sorta di cagnaccio politico patriottico. Gli attacchi fascisti agli immigrati vengono legittimati alla fine dal discorso istituzionale del Potere e dalla sua espressione pratica, i campi di concentramento.

Parallelamente, la promozione degli albadorati ha aperto il vaso di Pandora per il conservatorismo e il fascismo di un numero sempre più grande di pezzi della società. La legittimità politica che gli è stata data attraverso i risultati elettorali il peggio che può fare è quello di sfatare alcuni pretesti rimanenti. Nel prossimo periodo vedremo ogni depresso vomito razzista/fascista e favorevole alla dittatura di esprimersi. La folla degli elettori e di quelli che applaudano l’Alba Dorata non ha alcun alibi di frustrazione e di inganno, come vuole credere la sinistra (e non solo), indipendentemente dal fatto che le sue motivazioni non sono sempre ideologiche. Chi si discosta dagli standard “ellenici” entra nel mirino tanto con il discorso pubblico dominante e con le azioni repressive della polizia, in compagnia con i fascisti.

La nostra azione antifascista non può essere basata su una richiesta di rispetto alla legalità che viene promossa dalla sinistra, la quale risponde agli attacchi violenti con denunce. È importante per noi di debellare i loro gruppi squadristi dalle strade, perché sono gl’inizio del fascismo, sono quelle che aggiungono prestigio e potenza in una massa vile. In ogni caso abbiamo sempre visto estremisti della destra nel Parlamento, la differenza dell’Alba Dorata è che eccita il suo pubblico con la violenza e col presunto anticonformismo / illegalità, e cerca in questo modo di dominare lo spazio (nelle piazze, nei quartieri, ecc.)

Nella città di Volos non lasceremo nemmeno un centimetro nella propaganda fascista. La ristrutturazione che abbiamo effettuato nella loro baracca non deve essere vista come qualcosa di speciale. È un gesto nobile verso la nostra dignità inferita, un momento nella continuità della guerra. Non vogliamo rispondere politicamente al populismo dei papponi dell’Alba Dorata. Vogliamo sbarazzarsi dalla puzza di questi maiali, di assumere un’azione di attacco, di distruggerli in emulazione di coloro che desiderano DNA ellenici, nazioni pulite, la Grande Grecia e gli imigranti nei campi di concentramento.

PS.1: Il “simpatizzante, ma non membro” Zenon Manthogiannis ha presumibilmente incassato con salari agricoli, secondo le dichiarazioni del suo avvocato, le commissioni che faceva per l’Alba Dorata. Sembra, che la tattica abituale dell’Alba Dorata di neutralizzare i suoi membri per varie ragioni resiste ancora dagli anni ’80, con infiniti “allontanamenti”, informazioni alla polizia e pulizie interne. Il “poveraccio” è stato arrestato con due complici “ignoranti” poco prima di attaccare con bombe molotov una sala di preghiera musulmana. Auguri per le paghette stronzo, ora batti la tua testa contro il muro… per iniziare a abituarti.

P.S.2: Saluti ai combattenti antifascisti a Xanthi, Heraklion, Agrinio, Alimos, Aspropyrgos e in tutto il paese.

Iniziativa per l’apertura di un pozzo [per gettare i fascisti] a Volos

fonte

Atene: Attacco esplosivo agli uffici dell’Alba Dorata

Rivendicazione di responsabilità per l’ordigno esplosivo che è stato esploso nella sede locale del partito nazionalista ad Aspropyrgos nelle prime ore del 4 Dicembre 2012:

Il Fronte Antifascista-Federazione Anarchica Informale (FAI) rivendica la responsabilità per il collocamento dell’ordigno esplosivo presso gli uffici dell’Alba Dorata dell’Attica Occidentale ad Aspropirgos al 17°km della strada statale Atene-Corinto. L’urbanistica della zona (si tratta di una zona con poco traffico specialmente nelle ore serali) ci ha offerto vantaggio per mettere un ordigno esplosivo, senza dover effettuare chiamate di avvertimento per telefono (che forse avrebbero spinto i poliziotti ad disattivare il meccanismo con l’orologio che abbiamo dovuto usare, per proteggere gli uffici dei loro amici e soci albadorati).

Oltretutto i compagni che hanno fatto esplodere l’ordigno esplosivo avevano controllato perimetricamente la zona a quel ora, in modo da non ferire qualche passante casuale. Per quanto riguarda i danni causati al negozio di costruzione di insegne al piano terra, non erano nelle nostre intenzioni visto che l’obiettivo era solo la sede dell’Alba Dorata. Ma dobbiamo rendere noto che quelli che tollerano la co-operazione con i fascisti trasferiscono i problemi alla loro porta. Che chiedano pure un risarcimento a loro vigliacchi vicini neonazisti.

Abbiamo scelto di colpire gli uffici dell’Alba Dorata perché riteniamo che devi colpire i fascisti prima che loro colpiscano te. Non staremo con le braccia incrociate a guardare la schiusa del serpente. Rifiutiamo la passività delle denunce pubbliche e il ruolo della vittima eterna che ha paura di scontrarsi apertamente con i fascisti. Odiamo l’ipocrisia umanitaria e il perbenismo professionale dei politici e dei giornalisti che demonizzano l’Alba Dorata santificando la democrazia della demagogia. Ci fanno arrabbiare le invocazioni della legalità costituzionale e le ridicole suppliche per “mettere fuori legge l’Alba Dorata.”

La questione per noi non è che l’Alba Dorata sia messa fuori legge, ma fuori vita. Allora, Elias Kasidiaris, questo ragazzo affemminato con i mille tic nervosi [sic], capirà che quando afferma [come esponente del partito] che “l’Alba Dorata non si fermerà né con proiettili né con bombe” commette un grosso errore. Oltretutto i grandi paroloni non hanno mai aiutato nessuno.

Naturalmente oggi sappiamo che a parte di alcune decine di polpettoni rasati con il cervello di un radicchio, l’Alba Dorata possiede un apparato di partito organizzato (con sussidi governativi di milioni di euro) ed un ampio consenso popolare da una parte della società. Inoltre sappiamo che le migliaia dei suoi elettori non sono tutti neo-nazisti. Si tratta di un pittoresco mosaico di gente conservatrice, di fossili nostalgici della monarchia e della dittatura, ragazzini codardi che ammirano lo stile di vita militarista degli albadorati, democratici delusi abbagliati dal presunto atteggiamento forte e dal populismo della destra, neo-poveri la qui cui unica proprietà rimasta sono le loro fantasie nazionaliste, spaventati piccoli borghesi che hanno trasformato i loro impasse finanziari in odio verso gli stranieri ed altre decine di caricature sociali che sostituiscono la loro miseria e la viltà con il falso atteggiamento forte dell’Alba Dorata.

Questa moltitudine di elettori non sono neo-nazisti, ma questo non significa che sono innocenti. Sono solo la coda del serpente. Certamente non c’è un’immunità per loro, ma quello che viene primo per ora è la testa.

L’Alba Dorata utilizza spesso una retorica anti-sistemica per mantenere la sua coda. L’Alba Dorata anti-sistemica è l’Alba Dorata degli contributi statali, quella che ha come presidente un membro del ex Servizio Statale di Informazioni (KYP) –che era nel libro paga ufficiale dell’agenzia segreta greca per i suoi servizi–, quella degli infami che denunciano gli ex esponenti di spicco [caso Haris Kousoumvris [che ha pubblicato un libro sotto il titolo “Demolendo il mito dell’Alba Dorata”] e collaborano con la polizia (informazioni sul reclutamento di nuovi membri per mappare lo “spazio dell’estrema destra”). È anche noto che l’Alba Dorata al di là degli apparenti tafferugli che causa con i sbirri, mantiene ottimi rapporti di amicizia con la polizia, dalla quale deriva una larga fetta dei suoi elettori. Così con le spalle dei sbirri continua indisturbata alle sue azioni di pseudo-forza dando calci a cartoni vuoti di immigrati e accoltellando…

Nell’apparente antipoda i professionisti giullari della sinistra cercano di coprire col luccichio magico dell'”umanesimo” la questione degli immigrati. Ma l’immigrazione non è un’attenuante per nessuna azione di cannibalismo sociale. Non ci sono alibi per chi (sia “greco” o “immigrato”) stupra, né alcuna pietà per chi lega e tortura altre persone per rubarli pochi soldi, invece di andare a rapinare una banca. Così la retorica della difesa della sinistra e degli anarchici che viene espressa con vaghe generalizzazioni “di assoluzione” come “Siamo tutti immigrati” aumenta il conservatorismo e l’accelerazione sociale del fascismo.

L’etnia e la diversità in quanto tale non può essere un criterio di colpevolezza, non può essere una presunzione di innocenza. Ogni uomo è valutato dalle proprie scelte e azioni e non dalla sua razza o colore.

Oggigiorno i albadorati e i loro seguaci, trovano rifugio nella codardia del patriottismo. È il tempo della coesione di quelli che hanno paura. Il Fronte Antifascista – Federazione Anarchica Informale combatte contro il regime della paura. Lontano da piattaforme burocratiche passiamo dalla difesa all’attacco. Non aspettiamo niente e nessuno. Non ci sono scuse. Basta con la passività e il disfattismo. Attacchiamo i fascisti con ogni mezzo-con il legno, con i coltelli, con le cacciavita, col fuoco, con esplosioni, con pallottole.

Facciamo la cartografia degli albadorati e gli facciamo agguati, gli spacchiamo alle botte, bruciamo le loro motociclete e gli “ritiriamo” dalle loro false azioni di forza. Meglio di sdraiare alcuni di loro adesso, prima di credere di poter alzare la testa. Non c’è bisogno di qualche specializzazione militarista, serve solo coscienza, coraggio e determinazione… Non servono neanche amicizie pericolose e l’avventurismo di alleanze opportunistiche effimere “contro la minaccia del fascismo” che mostrano l’Alba Dorata come il rivale della democrazia, assolvendo parallelamente la dittatura parlamentare.

Il fascismo più pericoloso non sono i caratteristici rasati bomboloni dell’Alba Dorata, ma il fascismo che non sia visibile. Il fascismo che si nasconde dietro le gentilezze di velluto del totalitarismo democratico. Il fascismo legale dei padroni, delle multinazionali, dei tribunali, del carcere, dell’esercito, della polizia, della conoscenza sterile della scuola, della chiesa, della legge, delle pubblicità, del controllo di tutti i giorni, della noia e della solitudine che regnano nei moderni campi di concentramento della metropoli. Tutti questi tiranni della nostra vita quanto più si nascondano dietro un muro di uniformi e armi da fuoco saranno sempre nel mirino del Fronte Antifascista-Federazione Anarchica Informale.

L’attacco all’Alba Dorata costituisce parallelamente (anche se prematuramente, prima delle date annunciate) un saluto ed una partecipazione attiva all’appello fatto dalla Frazione Anti-civilizazzionista del Fronte di Liberazione della Terra (FAI) in Messico attraverso il doppio attentato effettuato, invitando ad una Settimana Internazionale di Azione Diretta per il nostro fratello anarchico Mario Lopez che sia imprigionato lì.

Saluti ribelli a tutti i nostri fratelli che fanno la Federazione Anarchica Informale, realtà…

Che possa la nostra rivolta per la libertà di infuocare i nostri cuori.

PENSARE RIVOLUZIONARIAMENTE – AGIRE OFFENSIVAMENTE

Fronte Antifascista – Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI – IRF)

PS: Inviamo, inoltre, i nostri saluti cospirativi a tutti loro che da Veria fino a Patrasso e Creta e da Agrinio fino a Xanthi, attaccando i fascisti. Ogni picchiata ad un albadorato ed ogni distruzione dei loro uffici è parte del fronte antifascista. Il fascismo si distrugge con i fatti e non con le parole…

fonte: in greco, in inglese

Berlino: Aggiornamento dalla 20º manifestazione commemorativa per l’uccisione dello squatter antifascista Silvio Meier (1965-1992)

L’anti-autoritario Silvio Meier è stato accoltellato a morte dalle fecce neo-naziste il 21 Novembre 1992 presso la stazione metropolitana di Berlino Samariterstraße.

Lo Stato ha cercato di “deviare” l’omicidio, presentandolo come se si trattasse di una rissa comune tra dei giovani in un bar. Inoltre, la polizia tedesca e i media tradizionali hanno diffuso menzogne sulla base di false dichiarazioni da parte dei neo-nazisti, che hanno sostenuto che Silvio gli aveva attaccato per primo con un coltello, e lo avrebbero pugnalato per legittima difesa. Inizialmente i tre compagni di Silvio, che sono sopravvissuti dall’attacco, hanno affrontato delle accuse e sono stati interrogati dalla polizia, anche in ospedale (due di loro hanno riportato gravi ferite). La polizia ha cercato di tenerli responsabili per la morte del loro stesso amico.*

Solo grazie agli enormi sforzi collettivi di amici e compagni, queste accuse sono crollate ed è diventato noto al pubblico che Silvio è stato effettivamente aggredito e ucciso da neonazisti nella metro, e in tal modo lo Stato è stato costretto ad indagare sul caso. Due eventi commemorativi annuali sono emersi da questi sforzi: il “raduno Silvio Meier” alla stazione Samariterstraße della metropolitana, così come la manifestazione commemorativa per Silvio Meier. Quest’ultima è una delle più grandi manifestazioni antifasciste annuali a Berlino, accompagnata da vari slogan. Lo slogan di quest’anno, che segna il 20° anniversario della morte di Silvio, era “Il ricordo significa combattere: Attacca, distruggi, sospendi i nazisti, lo Stato e l’agenzia di intelligence Verfassungsschutz”

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La manifestazione della serata del 24 Novembre è iniziata con un ritardo di quasi due ore, in attesa del ritorno dei compagni antifascisti dalla mobilitazione di contro-azioni ad una marcia dei neo-nazisti nel quartiere berlinese di Rudow, che è stata chiamata nei confronti della programmazione di un centro di accoglienza per immigratti.

Approssimativamente circa 5.000 persone hanno partecipato alla manifestazione commemorativa per Silvio Meier, e quasi dall’inizio i manifestanti erano terrorizzati dall’innumerevoli forze di polizia, che hanno preso diversi ostaggi (anche con l’accusa di presunto travestimento per le maschere da teatro che portavano!). Alcuni arresti sono stati effettuati con violenza brutale, dal momento che i poliziotti hanno attaccato la manifestazione per entrarci.

La marcia di protesta abbia dovuto tornare al quartiere di Friedrichshain e terminare presso la stazione ferroviaria di Frankfurter Allee. Tuttavia, probabilmente a causa della persecuzione della polizia, gli organizzatori hanno deciso di sciogliere la manifestazione di fronte alla stazione ferroviaria di Lichtenberg (nonostante il fatto che tutta la zona di Lichtenberg è una roccaforte dei neo-nazisti).

Quando la manifestazione finì nel quartiere di Lichtenberg, i poliziotti hanno quasi completamente circondato la piazza ed inizialmente hanno bloccato tutti gli accessi alla stazione dei treni e della metropolitana per pura provocazione. Poco dopo, la polizia ha aperto le porte della metropolitana, ma poi ha iniziato ad attaccare coloro che hanno scelto di rimanere nella piazza. È riportato che la polizia ha preso la maggioranza degli ostaggi lì, ed ha spruzzato con spray di pepe un vagone del treno. Il numero totale dei fermi è arrivato a 22 persone, ma non ci sono ulteriori aggiornamenti sui possibili arresti (25/11).

Tuttavia, i manifestanti sono stati in grado di attaccare un punto di incontro dei neo-nazisti nella loro roccaforte, il quartiere di Lichtenberg. Colori, pietre, bottiglie e petardi sono stati gettati sul negozio neo-nazista a Lückstraße, che era ben sorvegliato da poliziotti. Petardi volavano periodicamente anche durante l’intera manifestazione.

Durante l’azione, dei slogan sono stati cantati ad alta voce, tra cui dei slogan anarchici / anti-autoritari in diverse lingue, e il famoso “Poliziotti, Maiali, Assassini” è stato sentito anche un paio di volte.

* Informazioni riguardo la storia di Silvio Meier in tedesco: i, ii

Grecia, 18 novembre: Scontri con la polizia e azioni contro i neonazisti di Alba Dorata

Ad Agrinio, una città di dimensioni media di circa 100.000 abitanti, ha visto gli scontri più gravi mai avvenuti nella sua storia durante la serata del 18 novembre.

Mentre il partito nazi Alba Dorata ha ufficialmente aperto una sua nuova sede nella città, giusto di fronte alla locale stazione di polizia, centinaia di sbirri e membri di Alba Dorata sono giunti dalle città vicine (ma anche da Atene, lontana circa 280 km). Allo stesso tempo, gli antifascisti locali sono scesi per le strade della città, per manifestare e scontrarsi con la presenza nazi. Almeno 20 antifascisti sono stati detenuti dalla polizia (e almeno due di loro accusati).

Fino alle 22.00, gli scontri sono proseguiti.

Un video degli scontri dalla stampa:

Anche nella città di Xanthi si è svolta una manifestazione contro Alba Dorata, in seguito alla quale gli antifascisti hanno distrutto gli uffici locali del partito neo-nazi.

Video dell’azione dalla stampa:

Spagna, Madrid: Allarme antifascista contro i bastardi dell’Alba Dorata

L’11 del mattino del 18 Novembre, Nick V.H., responsabile del partito nazista Alba Dorata per le relazioni con l’esterno, prevede di tenere un discorso al Hotel Madrid Centro.

L’Alba Dorata è un partito nazista che riceve il pieno appoggio del governo e della polizia per agire, dal momento che è parte del sistema politico greco, visto che dopo le ultime elezioni, è riuscita ad eleggere parecchi parlamentari, con tutto ciò che questo possa comportare ( impunità totale, legittimità di agire in qualsiasi modo, ma anche il sostegno politico e finanziario per sostenere campagne di propaganda, ed altre azioni).

Uno dei suoi membri ha programmato di venire a Madrid per dare un discorso riguardo il suo partito, perciò il movimento antifascista della città suona l’allarme antifascista, chiamando le persone di stare in piedi contro di loro di attaccarli.

In Madrid non li permetteremo di tenere l’evento, o almeno non in normalità. Rendiamo chiaro che non sono benvenuti. Richiamo per raduno in alle ore 11 del mattino il 18 Novembre di fronte l’Hotel Madrid Centro, lungo la Calle Mauricio Legendre 16.

Organizzati diffondi il richiamo!
Madrid ora e per sempre Antifa!

fonte

Grecia, Patrasso: Messaggio da un gruppo di immigrati

10 novembre 2012

Siamo un gruppo di immigrati, quelli illegali, che sono riusciti ad evitare l’arresto durante le operazioni “Xenios Zeus” che hanno avuto luogo a Patrasso il 1° Ottobre. Durante questa operazione molti dei nostri amici sono stati arrestati ed ora sono detenuti senza per motivo nei campi di concentramento (carceri). La ragione per la scrittura di queste parole è perché il nostro augurio sia che il nostro messaggio raggiungerà tutti coloro che vivono in Grecia in modo da chiarire certe cose, perché lo Stato ha modellato un’immagine molto distorta di noi.

La maggior parte delle persone che l’operazione “Xenios Zeus” mira costituiscono una parte della società greca ed hanno vissuto nel paese dal 2008. Ciò significa che sono stati qui prima della crisi.

Chiediamo allo Stato greco e dalla polizia di permettersi di mangiare spazzatura dai bidoni in pace, invece di imprigionarci in campi di concentramento.

Chiediamo la solidarietà di tutti, in modo che possiamo mettere fine all’operazione “Xenios Zeus”, in modo da poter chiedere la liberazione dei nostri amici che sono tenuti nei campi.

La scopa* è qualcosa di inventato per spazzare rifiuti e non le persone, e siamo sicuri che in questo paese le persone non sono felici quando gli altri vengono trattati come spazzatura.

Il denaro speso per mantenere gli immigrati nei campi, potrebbe essere usato per fornirci dei documenti in modo da poter decidere se restare o immigrare verso altri paesi, la stessa cosa che i greci stanno facendo ora a causa della crisi.

Vi ringraziamo per il vostro tempo.

fonte

“Xenios Zeus”: il nome eufemisticamente concesso dallo Stato a fini della sua propaganda per le operazioni di polizia in corso rivolte conte gli immigrati / rifugiati. Secondo la mitologia, Zeus era il dio patrono dell’ospitalità e ogni accusa contro gli stranieri, i viaggiatori, gli immigrati costituiva un grave reato.

*le operazioni di arresto di massa si chiamo “scopa della polizia”