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Bruxelles: 29 settembre – 3 ottobre. Abbasso la maxi-prigione

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Cinque giorni di incontri e discussioni
dal 29 settembre al 3 ottobre 2015 a Bruxelles

Il programma lo trovate qui.

Se lo Stato contava costruire in tutta tranquillità il più grande complesso carcerario della storia belga a Bruxelles si è sbagliato di grosso. Contro questo progetto di maxi-prigione è nata e si è rafforzata una lotta. Una lotta senza concessioni che ha saputo prendere l’iniziativa, che si fa strada senza partiti politici né organizzazioni officiali e che si lancia nell’auto-organizzazione e l’azione diretta contro quello che renderà possibile la maxi-prigione.

Il progetto di costruire una maxi-prigione rientra in un contesto economico e politico ben più vasto. In questo periodo di nuova instabilità poitica ed economica, lo Stato belga, come gli altri Stati, scommette sul rafforzamento della repressione. Da un lato tutto ciò si traduce in leggi più severe,  controlli rafforzati a tutti i livelli, telecamere ovunque, militarizzazione delle frontiere, soldati nelle strade, ristrutturazione urbana per « ripristinare l’ordine », ma esistono anche enormi programmi di costruzione di prigioni di ogni tipo. Perché la prigione sarà sempre una delle minacce utilizzate per cercare di farci rientrare nei ranghi e uno strumento potente dello Stato per tenere in piedi il suo mondo diviso in ricchi e poveri, in potenti ed esclusi, in oppressori e oppressi.

Se l’idea e l’azione devono andare di pari passo, se il pensiero e l’esperienza possono intensificare le lotte che conduciamo, se la costruzione della maxi-prigione non è solo una questione di quattro mura ma forse soprattutto una questione sociale che tocca l’insieme di questa società, allora cinque giorni di incontri sulla lotta contro la maxi-prigione potrebbero essere una preziosa occasione.

Durante questi incontri, dei/lle compagn* di vari angoli del mondo verranno a parlare delle loro esperienze di lotta, portare le loro riflessioni sulla lotta insurrezionalista ed esplorare delle piste per approfondire al lotta contro la maxi-prigione, ma non solo.

in francese, inglese

Grecia: Testo di Evi Statiri per l’ inizio dello sciopero della fame del 14 settembre

Sono passati sei mesi dal giorno in cui mi hanno costretta a guardare il cielo da dietro il filo spinato e a misurare il tempo tra una chiusura e l’altra della porta della mia cella. Il nuovo rifiuto espresso dal consiglio giudiziario riguardo la mia liberazione ha confermato quello che già sapevo fin dai primi giorni in cui mi sono trovata nelle celle della forza antiterroristica. La mia detenzione non è stata semplicemente una questione personale: è il riflesso di una strategia oppressiva totale che ha come scopo la creazione di uno stato di terrore e la soddisfazione di una mania vendicativa dell’apparato persecutivo contro i detenuti politici e i refrattari ai valori della cultura del potere.

Continuo a trovarmi in carcere con come unica prova di “colpevolezza” l’essere la moglie del detenuto politico, membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, Gerasimos Tsakalos.

Continuo a trovarmi in carcere perché non ho “firmato” un certificato di coscienza sociale (*) e non ho rinnegato il mio compagno e il nostro rapporto.

So che il rifiuto fascista del consiglio giudiziario di ridarmi la libertà di cui mi hanno privato è il risultato degli ordini dell’autorità e di procedure poliziesco-giudiziarie che hanno lo scopo di trasmettere un chiaro messaggio intimidatorio.

Chiunque stia vicino ai detenuti politici rischia di trovarsi nella cella a fianco… Chiunque non chini il capo, non abbassi lo sguardo, non zittisca la propria voce di fronte agli idoli autoritari, viene trascinato in manette in guardina, nelle stanze degli interrogatori, nei tribunali…

Però le iniziative di solidarietà dell’ultima settimana mi hanno provato che la paura governa, ma non regna nel cuore e nella mente degli uomini liberi.

Un grande grazie a tutt* quell* che con le loro azioni esorcizzano la dittatura della bugia e dell’ipocrisia della giustizia che si ostina a mantenermi rinchiusa nelle sue celle. Adesso inizia una nuova battaglia…

All’ulteriore sentenza negativa dei giudici non mi resta che rispondere con l’arma ultima della persona prigioniera, lo sciopero della fame per la mia liberazione.

La mia intenzione era di iniziare da domani (8 settembre), visto che vi avevo già fatto riferimento in una lettera precedente nel caso di un nuovo rifiuto alla mia richiesta. Nei giorni successivi all’annuncio della mia decisione tanti compagni, principalmente dalla provincia, mi hanno chiesto di posticiparlo per permettere anche ad altri compagni di ritornare per poter meglio organizzare la lotta solidale. Capendo le difficoltà che ci sono in un periodo pre-elezioni e poiché concepisco la solidarietà come una condivisione di tensioni, desideri e lotte comuni e non come uno strumento da sfruttare, rispettando e in accordo con il pensiero dei compagni per far sì che si possano moltiplicare le possibilità di solidarietà, ho deciso di posporre l’inizio del mio sciopero di una settimana.

LUNEDÌ 14 SETTEMBRE INIZIO LO SCIOPERO DELLA FAME contro la paura e l’ingiustizia.

È una decisione il cui peso può schiacciarmi, però non esistono altre opzioni… Mi rifiuto di accettare il golpe della bugia e dell’ipocrisia di una giustizia che realizza contratti di sterminio della libertà in nome dell’autorità.

Lo sciopero della fame oltre a una lotta per la mia liberazione è un omaggio a tutt* coloro che hanno lottato prima di me contro la bruttezza dell’autorità e una barricata di resistenza per chiunque il sistema tenterà di incarcerare dopo di me perché vicini ai detenuti politici, perché urleranno per la giustizia e oseranno vivere liberi e non come schiavi.

LOTTA FINO ALLA LIBERAZIONE
LA SOLIDARIETÀ È LA NOSTRA ARMA

Evi Statiri
Carcere di Koridallos 07/09/2015

(*) Certificato di coscienza sociale : dichiarazione in uso nella polizia e nell’esercito greco tra gli anni 1938-1981, istituita dal dittatore Metaxas, che veniva fatta sottoscrivere ai cittadini, in cui garantivano di non avere a che fare con gruppi comunisti e che non ne condividevano le idee. Fu usata ampiamente durante la guerra civile greca, bollando ed escludendo dalla vita pubblica chi non la firmava, impedendo ad esempio l’accesso ad impieghi pubblici come l’insegnamento.

in greco, spagnolo, portoghese

Basilea, Svizzera: Appello alla manifestazione “NoBorder – NoNation – NoConex”

noconex

Venerdì 18 Settembre 2015
19:00, Claraplatz / Basilea, Svizzera

Né frontiere né nazioni. Sabotiamo Conex15.

Dal 16 al 25 settembre 2015 a Basilea e nel nord-ovest della Svizzera si svolgerà un’esercitazione militare federale denominata “CONEX15”. Durante quest’esercitazione, in alcuni punti nevralgici della città come la stazione, le frontiere o il porto, sarà messo in atto un controllo militare reale. Lo scenario su cui si basa questa esercitazione è quello di una situazione di un’Europa post-crash in cui la Svizzera, unica isola sfuggita alla crisi mondiale, deve proteggersi contro e da tutti e tutte, specialmente contro le/i migranti e le/i nemiche/ci intern*.

In settembre venite a Basilea e partecipate alle azioni!
Oppure auto-organizzatevi, fate azioni, poco importa dove e come, contro quell* che si arricchiscono con le espulsioni e la reclusione, contro le istituzioni e le ditte che costruiscono la fortezza Europa, che collaborano con gli eserciti, ecc.

Venerdì 18 settembre, nell’ambito della resistenza contro questa esercitazione militare, si svolgerà la manifestazione “No Border – No Nation – No Conex”, il concentramento è alle 19.00 a Claraplatz a Basilea.

Di seguito l’appello del corteo:

L’esercitazione delle truppe dell’esercito svizzero, “CONEX15”, che si terrà dal 16 al 25 settembre nel nord-ovest della Svizzera, descrive lo scenario di minaccia in questo modo:

“In una fittizia Europa del futuro, con terre e frontiere diverse, domina la crisi economica. Le conseguenze si ripercuotono anche sulla Svizzera: riduzione delle riserve, commercio clandestino, organizzazioni criminali. Delle grosse provviste di olio, di gas e di cereali diventano gli obiettivi di sabotaggi e saccheggi. Inoltre, le tensioni etniche portano ad un aumento dei flussi di rifugiati in Svizzera.”

Nell’ Europa attuale, la crisi economica spinge un numero crescente di persone nella povertà ed i bisogni vitali più essenziali in parte non possono più esser soddisfatti. Per milioni di persone, esiste solo una realtà: dei portafogli vuoti e delle battaglie quotidiane per poter mantenere in un modo o nell’altro la testa fuori dall’acqua.
Nell’Europa attuale come anche in Svizzera, la frontiere sono già militarizzate. Le/i migranti, che fuggono dalla guerra, dall’oppressione e dalla miseria per cercare una vita migliore in Europa, devono far fronte ai sistemi di protezione delle frontiere, si vedono la via sbarrata da aerei, droni, navi e sorveglianza satellitare. Il tutto è ancora più grottesco non appena ci si rende conto del modo in cui gli stati europei sono implicati nello sfruttamento e la “destabilizzazione” di altri paesi.

Quello che aspetta le persone che riescono ad oltrepassare la pericolosa entrata sono i lager (centri di detenzione) e le prigioni dell’ Europa delle democrazie: una vita sotto sorveglianza e sotto controllo, alla merce degli ingranaggi della legge sull’asilo e esposte alla minaccia continua di essere di nuovo espulse.

Allo stesso tempo, la legge del profitto colpisce le persone che vengono sfruttate come mano d’opera a basso costo oppure private di una vita autodeterminata.
Anche in Svizzera un gran numero di aziende come ad esempio ORS, SECURITAS, ecc.. lucrano sulla gestione dei campi, del controllo delle/dei migranti, ecc…

Le domande, gli scenari in soggetto delle quali sono attese delle risposte nel quadro di questa esercitazione militare, sono secondo noi i punti interrogativi dei governanti e di chi possiede il potere in questo sistema capitalista e/o che opera per la sua permanenza: è porsi delle domande sul modo in cui si possano mantenere le posizioni sociali e politiche del potere nel mondo e i guadagni del capitale possano essere assicurati; il modo in cui convincere la gente a farsi sfruttare sempre più; il modo in cui si impedisce ai/le migranti di venire in Europa e in Svizzera; e infine, il modo per zittire chi lotta contro tutto questo o aspira anche solo semplicemente all’auto-emancipazione.
Le loro risposte sono sempre le stesse: rafforzamento delle leggi, sviluppo dell’apparato repressivo con i suoi sbirri e le sue prigioni e quando gli sembrerà necessario, l’utilizzo dell’esercito.

L’esercitazione militare CONEX15 è una panoramica delle strategie e degli obiettivi dei dominanti ed è un esempio di come rispondono ai loro interrogativi.

In più, si tratta di sapere quale effetto psicologico questa esercitazione avrebbe sulla popolazione: è stata evocata come se la minaccia venisse dall’ “esterno” e allo stesso tempo studiata come “dobbiamo difendere la democrazia e la sua economia”. La militarizzazione e la repressione verrebbero quindi legittimate: la gente deve abituarsi alla presenza di soldati per strada e quindi al fatto che delle persone vengano rinchiuse nei campi.

Noi non chiediamo una democrazia più diretta o un capitalismo più giusto. Perché la democrazia stessa è soltanto una forma di governo che serve a controllare, a gestire le persone nel sistema capitalista, a scoraggiare il pensiero individuale e ad agire mentre ci si fa ingannare dalla co-gestione. La democrazia, lo Stato-Nazione, il capitalismo seguono la stessa identica logica: il servilismo ed il controllo delle persone. Continuando con questa logica, le frontiere, i campi, le prigioni e le espulsioni continueranno ad esistere…

Noi non abbiamo alcuna risposta riguardo a queste domande all’interno di quest’ordine e questo sistema. La nostra unica risposta è la rabbia verso questo mondo con i suoi muri e le sue frontiere, e la solidarietà verso tutti coloro che spariscono nei campi e nelle prigioni di questo sistema, il quale non prevede un posto per loro.

Per un mondo senza frontiere né nazioni!
Per un mondo senza lager né prigioni!
Blocchiamo e sabotiamo CONEX15 e il regime migratorio nel suo insieme!

Per maggiori informazioni: NoConex

in inglese, tedesco

Melbourne, Australia: Striscione in solidarietà con i/le prigionier* anarchic*

Ricevuto il 30 agosto:

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Solidarietà ribelle con i/le prigionier* anarchic*

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Melbourne, Australia: Nelle prime ore di domenica 30 agosto abbiamo appeso uno striscione a un cancello fuori dalla stazione ferroviaria di Richmond, nel centro di Melbourne, come espressione minima della nostra partecipazione alla Settimana Internazionale di Solidarietà con i/le Prigionier* Anarchic* di quest’anno.

SOLIDARIETÀ RIBELLE CON I/LE PRIGIONIER* ANARCHIC*!
FUOCO ALLE PRIGIONI E ALLA SOCIETÀ CHE CONTINUA A COSTRUIRLE!

– degli/lle anarchic*

in inglese

Da Berlino a Copenhagen

39752Saluti a Nørrebro dalla ribelle Rigaerstrasse

Abbiamo saputo della campagna di terrore della polizia contro il vostro progetto abitativo Bumzen e tre altri appartamenti. La ragione dell’attacco della polizia è stata un’azione «Riprendiamoci la strada», durante la quale erano state lanciate pietre e molotov contro i pulotti e una banca era stata devastata. Ci piace che vi siate ripresi le strade e il modo in cui l’avete fatto è formidabile.

Vi hanno obbligato a dare il DNA, quindi abbiamo dato da fare anche ai nostri specialisti di laboratorio.

In un gesto di solidarietà, due autovetture degli sbirri hanno di nuovo perso alla “Roulette di Rigaer”. Abbiamo attaccato i pulotti con pietre e fiale puzzolenti e siamo stati informati dalla stampa che la polizia ha mandato dei campioni in laboratorio. Non vediamo l’ora di conoscere il risultato delle analisi, se gli sbirri lo pubblicheranno.

Hanno anche scritto che 20 pietre hanno colpito le macchine degli sbirri. Siate certi che fintanto che i vostri colleghi daranno sui nervi ai nostri amici o che ve ne andrete a passeggio nelle nostre belle strade sarete in pericolo!

La roulette di Rigaer è alla prossima mossa.

Bumzen non si muove!
Solidarietà con tutte le lotte anti-autoritarie

Copenhagen, Danimarca: A proposito della recente repressione

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Alle 5.30 del mattino di giovedì 13 agosto il collettivo anti-autoritario Bumzen è stato attaccato da una banda di poliziotti mascherati dell’unità anticrimine. Erano seguiti da un esercito di poliziotti in tenuta antisommossa che hanno ammanettato tutt* i/le presenti nell’edificio in quel momento. La scusa fornita è che cercavano dei/lle partecipant* a una manifestazione selvaggia di *Riprendiamoci la strada* svoltasi il fine settimana precedente. Eppure per noi è evidente che si è trattata di un’operazione politica contro le infrastrutture del movimento radicale.

Nonostante durante l’irruzione fossero presenti circa 25 persone, a nessuna delle quali è stato permesso di sorvegliare la polizia mentre questa perquisiva a fondo le camere e le loro cose. La polizia ha scelto gli/le individui che hanno ufficialmente residenza a Bumzen, e li ha portati al commissato con accuse che rientrano nel paragrafo 134a, participazione a una sommossa.
Nella stessa mattinata ci sono state delle irruzioni in tre altri posti. Due diciassettenni sono stati arrestati e piazzati in custodia cautelare, accusati di aver sfasciato la vetrina di una banca a Østerbro, nonostate il fatto che siano minorenni e che l’accusa di vandalismo sia piuttosto grave.

Sabato 15 agosto si è svolta una manifestazione da Blågårds Plads fino a Bumzen, dove c’era la cucina. I fondi raccolti vengono donati ai prigionieri.

Contro la repressione e la violenza della polizia
Solidarietà con i prigionieri

in inglese

Grecia: Lettera di Andrea ed Errol, compagni arrestati nella penisola Calcidica il 23 agosto

AGGIORNAMENTI DA SKOURIES, CALCIDICA : QUANDO PER LO STATO NON VA TUTTO LISCIO…

In questo momento in cui i territori vengono dissanguati sempre più, in nome del profitto di chi si trova ai piani alti della società capitalistica, diverse lotte autoorganizzate e dal basso sono nate e cresciute in contrasto a questi progetti devastatori.

La lotta contro la miniera d’oro a Skouries è stata da anni caratterizzata dalla sperimentazione di nuove tecniche di controllo e repressione, come il prelievo del DNA, a volte con l’uso della violenza, le restrizioni come quella di stare ad almeno a 4 km di distanza dal cantiere o come il rastrellamento dei MAT nel villaggio di Ierissos nella primavera 2013.

Il 23 Agosto si è avuta una manifestazione nelle montagne di Skouries con una presenza massiccia e numerosa che ha portato a lunghi tentativi di avvicinarsi al cantiere difeso da centinaia di divise. Al termine del corteo, un pullman che era appena partito per tornare al campeggio di Ierissos è stato bloccato dalle forze dell’ordine, che ancora una volta hanno confermato il loro ruolo sbattendo per tera una manifestante e rompendole una gamba a manganellate. Dopodichè ci hanno sottoposto a tutt* e 78 present* allo stato di fermo, portandoci tutt* in questura e rilasciando un* ad un* i 74 dopo aver scattato foto segnaletiche, dopo aver preso le impronte digitali e dopo aver notificato la denuncia per aver partecipato a un corteo violento.

Avendo rifiutato di dare le impronte digitali in 4 tra i fermati e in 2 anche le generalità, siamo stat* tratt* definitivamente in arresto, in attesa della direttissima del giorno seguente.

La giornata di resistenza del 23 Agosto sulle montagne di Skouries sono momenti di lotta che mettono in discussione i piani capitalistici di multinazionali e padroni che arricchiscono le loro tasche distruggendo i territori; questo tipo di progetti hanno un’importanza così vitale per il capitalismo che chiunque oppone resistenza dal basso viene punito in maniera forte e decisa.

Allo stesso modo lo stato ha pugno duro contro chi si ribella alla società di controllo, come quando per esempio ci si rifuta a dare le impronte digitali e il DNA.

È in questo contesto che rientra la sentenza di oggi, 24 Agosto, per direttissima dove il giudice ci ha dato 17 mesi di reclusione con pena sospesa e le due detenute 18 mesi di reclusione, al quale poi si è aggiunta la richiesta della polizia di applicarci la deportazione e interdizione di territorio per tutti e 4.

Abbiamo deciso di non dare le nostre impronte digitali perché rifiutiamo la schedatura che il sistema vorrebbe applicarci e non vogliamo sottometterci ai loro procedimenti di controllo.

Combattiamo contro questo sistema che espelle tanto coloro che non sono utili per il raggiungimento dei suoi scopi, quanto chi non sottomette la sua vita al capitale e alle sue regole.

Solidarietà a tutti quelli lottano, che sono rinchiusi al confine o in qualsiasi luogo in attesa di espulsione.

Che i momenti di ribellione e di resistenza possano moltiplicarsi ovunque.

Due compagni anarchici, stazione di polizia di Polygyros, 24 agosto 2015

 

Aggiornamento:
I compagni Andrea ed Errol sono stati scarcerati il 2 settembre sera. Tuttavia il tribunale di prima istanza di Salonicco ha ordinato l’espulsione dal paese in un lasso di tempo di 30 giorni. La lotta continua fino all’annullamento di questo ordine di espulsione.

in greco

Modena-Parma: Perquisizioni e misure cautelari per attacco a sede fascista

All’alba di venerdì 27 agosto due compagni di Modena e uno di Parma hanno subito una perquisizione abitativa da parte dei ROS di Parma e in seguito sottoposti agli arresti domiciliari con l’accusa di aver incendiato nell’aprile del 2014 un abitazione nel parmense nella quale alcuni simpatizzanti di Casapound avevano organizzato un’iniziativa denominata “The Revolution Party”.

I capi di accusa sono incendio, violazione di domicilio, porto di arma da guerra e porto di oggetti atti a offendere. Non ci interessa sapere chi sia stato ma non possiamo che rallegrarci se le sedi dei fascisti vanno a fuoco. Seguiranno aggiornamenti

Andrea, Tommi e Pippo liberi!
Tutti/e liberi/e

Compagni e compagne solidali

A proposito delle automobili incendiate nelle ultime settimane a Berlino…

siemens

wisag
Per Mónica Caballero, Nikos Romanos, Francisco Solar, Nikos Maziotis e tutt* i/le prigionier* ribelli, per chi brucia i veicoli dell’impresa costruttrice di prigioni Vinci nelle vie di Parigi e ha celebrato la festa del 14 luglio a modo suo, per gli intoccabili che hanno ancora una volta lanciato μολότοφ [Molotov] e pietre nelle vie di Atene e non si sono lasciati ingannare da Syriza… e per noi stessi.

Ecco perché abbiamo dato alle fiamme un veicolo della società di sorveglianza Deutsche Telekom nel quartiere di Wedding a Berlino l’11 giugno 2015 ; abbiamo bruciato un furgone del produttore d’armi Siemens sulla penisola Stralau il 13 luglio 2015 e ridotto in ceneri un veicolo dell’azienda di sicurezza WISAG in Paul-Junius-Straße il 17 luglio 2015.

La Fortezza Europa crollerà soltanto quando la tempesta che infuria ai suoi confini esterni si unirà alle sovversioni interne e locali, e quando queste lotte saranno in correlazione le une con le altre.

in francese, greco, inglese, portoghese

Messico: Solidarietà esplosiva con lo sciopero della fame della Coordinazione Informale di Prigionieri in Resistenza

Comunicato ricevuto il 27 luglio.

A 30 giorni dall’inizio dello sciopero della fame della Coordinazione Informale di Prigionieri in Resistenza

Salutiamo col fuoco l’iniziativa di lotta dei compagni della Coordinazione Informale di Prigionieri in Resistenza, a 30 giorni dall’inizio del loro sciopero della fame, che ci dimostrano che la lotta frontale contro lo Stato-Capitale continua anche all’interno della prigione, e che non fa che assumere un’altra forma.

Domenica 26 luglio un pacco esplosivo è scoppiato nella succursale della Banamex sull’avenida Revolucion, tra le vie Mixcoac e Barranco del muerto, e con quest’azione rivendichiamo la lotta dei nostri compagni. La critica-pratica del capitale nel suo insieme riveste forme diverse, dalla lotta all’interno della prigione, al sabotaggio diffuso, alle barricate che dei/lle compagn* innalzano in diverse regione del territorio controllato dallo Stato messicano per difendere la Terra, la vita stessa e le molteplici forme che conosce l’associazionismo proletario nella lotta di strada, la solidarietà e la lotta in tutte le sue forme.

Mandiamo un forte abbraccio di combattimento ai compagni Julian Barron Lopez, Jose Santiago Hernandez e Fernando Barcenas. Ci ricordiamo anche del compagno Luis Fernando Sotelo, le azioni di solidarietà dovranno continuare su tutti i fronti.

Fino alla distruzione totale delle prigioni!
Per l’appropriazione della vita umana!
Guerra allo Stato-Capitale!

Prole
27/07/15

in francese, spagnolo

Amburgo: dal 3 al 9 agosto 2015 – Settimana di mobilizzazione e propaganda

breitestrasseDal 3 al 9 agosto 2015: Settimana di mobilizzazione e propaganda in solidarietà con gli/le imputat* del “Caso Breite Straße”.

Infrangiamo la legge!

Il 27 agosto 2014 una casa venne occupata in Breite Straße ad Amburgo. Quando arrivò la polizia per liberare l’edificio, vennero accolti da una resistenza forte e degna, facendosi attaccare dagli/lle occupant* con fuochi artificiali, vernici, e molti altri oggetti. Nel momento in cui la polizia riuscì a entrare nella casa non c’era più nessuno. Diverse ore dopo sei persone vennero arrestate fuori dalla casa con l’accusa di aver partecipato all’azione, sono state messe in custodia cautelare e sono uscit* un mese dopo.

A fine agosto di quest’anno comincia il processo contro di loro. Sono accusat* di tentato omicidio a causa degli attacchi contro la polizia al momento dell’espulsione. Tutto è orchestrato dal potere, i mezzi di comunicazione e la polizia furiosa che cercano di spaventare, zittire e sradicare qualsiasi seme di ribellione.

Noi non resteremo a guardare mentre il potere dispone sadicamente delle loro vite. Sappiamo che una settimana di solidarietà serve solo perché esista una forte propaganda, agitazione e una forma de comunicazione tra chi si oppone a qualsiasi forma di autorità.

La solidarietà non conosce orari, settimane, calendari né frontiere!

NESSUN RIBELLE NELLE MANI DELLO STATO!

Contro ogni dominazione e ogni autorità!

Per la liberazione totale!

in inglese, spagnolo, tedesco, portoghese

Francia, Mosa: Attacco di un sito tecnico dell’ANDRA

mosaNon lontano da Bure, un sito di analisi dell’ANDRA è stato attaccato da qualche nottambul* determinat*.

A Bure, nella Mosa, il potere tenta con ogni mezzo di far accettare un progetto di interramento di scorie nucleari 500 metri sottoterra.
Anche se ufficialmente il progetto non ha ancora visto la luce e le scorie nucleari non arriveranno prima del 2025, le installazioni dell’ANDRA (Agenzia Nazionale per la gestione dei rifiuti radiattivi, responsabile del progetto d’interramento) pullulano già nei dintorni.
Una notte, verso il 25 giugno, un sito comprendente diverse installazioni elettriche e un pozzo destinato ad analizzare lo stato della roccia e della nappa freatica è stato devastato.
Il pozzo è stato forzato e cementato, e tutti i quadri sono stati scassinati e distrutti dalla rabbia di chi non vuole aspettare di aver esaurito tutti i ricorsi legali per attaccare questo progetto.
Attacchiamo le infrastrutture del potere ovunque si trovi, nella Mosa come altrove.

Contro Cigéo e il suo mondo, resistenza e sabotaggio!

in inglese

[Italia] Rinviati a giudizio Billy, Costa e Silvia

Il 17 Luglio a Torino si è svolta l’udienza preliminare contro Silvia Guerini, Costantino Ragusa e Billy Bernasconi. Sono stati rinviati a giudizio per: “art.110, 280 c.p. … perchè in concorso tra loro, a nome dell’ELF-Earth Liberation Front, movimento ispirato all’ecologismo radicale, per finalità di terrorismo, compivano atti diretti a danneggiare cose mobili o immobili altrui, mediante l’uso di dispositivi esplosivi o comunque micidiali”, art.110, 81,61 c.p. … perché in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso… illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico, trasferendo dalla Valchiusella a Bergamo e quindi in Svizzera il seguente materiale esplosivo atto all’impiego… art.110, 648 c.p. … perché in concorso tra loro… conoscendone la provenienza delittuosa, ricevevano da soggetti rimasti ignoti il materiale per ordigni esplosivi… prevento di sottrazione illecita ai danni di una delle imprese rimasta non identificata che, autorizzata all’utilizzo di esplosivi.” Tutte le accuse contengono l’aggravante della finalità di terrorismo.

Il Gup Silvia Graziella Carosio ha accettato la tesi portata avanti dal sostituto procuratore Enrico Arnaldi Di Balme e ha trovato irrilevante che siano già stati processati e condannati nella Confederazione Elvetica.
Il 15 Aprile 2010 Billy, Costa e Silvia vennero fermati e arrestati dalla polizia elvetica che, perquisendo la loro auto, aveva trovato materiali esplosivi e incendiari e dei volantini che rivendicavano un imminente sabotaggio a firma “Earth Liberation Front Switzerland” (Fronte di liberazione della Terra) contro un centro di ricerche, in fase di realizzazione, sulle nanotecnologie di IBM, a Ruschlikon. Processati con l’accusa di atti preparatori d’incendio, trasporto illegale e occultamento di materiale esplosivo, erano stati condannati il 22 Luglio 2011, Costa a 3 anni e 8 mesi, Billy a 3 anni e 6 mesi e Silvia a 3 anni e 4 mesi.

L’inizio del processo sarà il 13 Gennaio 2016 a Torino.

RILANCIAMO LA LOTTA ALLE NOCIVITA’

In vista del processo ci troviamo a sostenere numerose spese legali, chiediamo a tutte e tutti supporto con iniziative benefit e donazioni al conto corrente postale intestato a Marta Cattaneo codice IBAN: IT11A0760111100001022596116, dall’estero: Codice BIC BPPIITRRXXX
specificare la causale: solidarietà a Silvia Billy Costa

Per contatti: info@resistenzealnanomondo.org
resistenzealnanomondo.org, silviabillycostaliberi.noblogs.org

[America Latina] Giornata internazionale di lotta per la chiusura di tutti gli zoo

La necessità di intensificare le lotte per chiudere definitivamente gli zoo del mondo intero ci porta a fare questa chiamata: una giornata internazionale di lotta nella quale ogni collettivo/gruppo/coordinamento/individui portino avanti una mobilitazione in base alle proprie possibilità e alla necessità di ogni regione.

Allo stesso tempo, consideriamo estremamente necessario stringere i legami tra le lotte a livello internazionale per rinforzare l’appoggio e la solidarietà.

Da ogni regione ci focalizziamo sull’obiettivo specifico dello zoo della rispettiva zona mediante le azioni che formano parte delle lotte che portiamo avanti costantemente, se fosse per un solo giorno non avrebbe senso. Scegliamo il 24, il 25 e il 26 luglio per collegare le lotte che da ogni luogo cercano di porre fine a questi monumenti al dominio e la mercificazione della vita.

Se nella tua regione si porta avanti una lotta per frenare la reclusione in alcuni zoo e volete partecipare a questa giornata internazionale, non aspettare a scriverci: jornada_internacional@mail.com

Collettivo Animalista “Alza Tu Voz” (Santiago, regione cilena).

Coordinamento per la Liberazione Animale (San José, regione costaricana).

Autoconvocatx per la chiusura dello Zoo (Buenos Aires, regione argentina).

Coordinamento per la chiusura definitiva dello zoo “Villa Dolores” (Montevideo, regione uruguayana).

espagnol // greco

Grecia, Salonicco: espropriazione in un supermercato

thessalonikiVinciamo la paura. Prendiamo le redini delle nostre vite.

Da anni ormai sperimentiamo un quotidiano dominato sempre di più dalla miseria e l’estremo sfruttamento. A causa della nostra impotenza a sovvenire alle nostre necessità, una conclusione intemporale diventa evidente: la nostra vita non è determinata da noi stess*, ma dalle regole del mercato e della produzione di profitto dei padroni greci e stranieri. Da anni vediamo come il sistema ha sferrato un attacco frontale per proteggere i propri interessi. La polizia si è trasformata in esercito di occupazione delle città, mentre la paura e il terrore si sono trasformati nella propaganda principale dei mezzi di comunicazione di massa. Sotto un regime di minaccia permanente, i padroni invitano alla tregua e alla passività, che sia per mezzo di decisioni prestabilite, o con metodi più sporchi che ci offrono l’illusione di poter scegliere, come per esempio col referendum.

Vinciamo l’inerzia e la paura, al di là dei dilemmi del Potere.

Non deleghiamo la soluzione dei nostri problemi a chi li crea.

Noi oppress* dobbiamo prendere in mano le redini delle nostre vite.

Davanti al dilemma del memorandum dei creditori o quello di SYRIZA, rispondiamo con l’auto-organizzazione e la rottura, sia con i patroni stranieri, sia con i padroni greci e i suoi eserciti.

Davanti alla legalità degli sfruttatori che ci mantengono schiav*, rispondiamo con l’AZIONE DIRETTA degli/lle oppress* e l’auto-organizzazione delle vite e della lotta.

Rifiuto di obbedire agli ordini dei padroni.

Rifiuto di pagare (biglietti, fatture, debiti alle banche, tasse).

Creazione di strutture per soddisfare collettivamente le nostre necessità (occupazioni, cucine collettive).

Solidarietà tra gli/le oppress* e creazione di comunità.

Recuperiamo ai padroni tutto quello che abbiamo prodotto con sudore e sangue.

Espropriazione della ricchezza accumulata.

Armare le nostre comunità per organizzare l’autodifesa e l’attacco contro i nostri oppressori.

Sabato 11 luglio un gruppo di compagn* ha espropriato un negozio della catena di supermercati Afroditi nella circoscrizione di Martiou, nella parte est di Salonicco. I prodotti di prima necessità (olio, pasta, verdura) espropriati sono stati in seguito distribuiti nel mercato popolare vicino. La gente ha reagito positivamente, prendendo i prodotti e applaudendo l’azione.

in spagnolo

Berlino: Attaccate due agenzie di banca

berlin

Trasformiamo la nostra crisi nella loro.
Nelle notti del 14 maggio e del 16 giugno abbiamo attaccato due banche nella zona di Friedrichshain-Kreuzberg. Abbiamo spaccato i vetri di un’agenzia della Sparkasse in via Boxhagener e quelli dell’agenzia di via Heinrich-Heine. La ragione è la nostra opposizione all’accettazione silenziosa della routine capitalista. Siamo persone che come la maggior parte della gente, lottiamo giorno dopo giorno, incluso, a volte, per la nostra “sopravvivenza”. Non vogliamo semplicemente accettarlo. Attraverso le nostre azioni rendiamo almeno un po’ visibile
l’“interruzione” della silenziosa monotonia del capitalismo.
Speriamo che accada di nuovo. Per l’anarchia, la lotta continua.

Solidarietà con tutt* quell* che lottano contro la repressione e lo sfruttamento… nello stato spagnolo, in Grecia e ovunque.

in spagnolo

Santiago: Sabotaggio incendiario contro l’industria PROQUIMSA

“La vita è un viaggio in paracadute, e non quello che tu vuoi credere. Stiamo cadendo, cadendo dal nostro zenit al nostro nadir, e lasciamo l’aria sporca di sangue affinché si avvelenino coloro che verranno domani a respirarla. Dentro te stesso, fuori di te stesso, cadrai dallo zenit al nadir, perché questo è il tuo destino, il tuo miserabile destino. E quanto più alto sarà il punto da cui cadrai, tanto più alto sarà il rimbalzo, tanto più lunga la tua permanenza nella memoria della pietra. Siamo saltati dal ventre di nostra madre o dal bordo di una stella, e stiamo cadendo. Ah, il mio paracadute, l’unica rosa profumata dell’atmosfera, la rosa della morte, precipitata fra gli astri della morte. Avete sentito? Questo è il rumore sinistro dei petti chiusi. Apri la porta della tua anima ed esci a respirare all’aperto. Puoi aprire con un sospiro la porta che l’uragano ha chiuso.” [Vicente Huidobro, Altazor]

Martedì 9 giugno, secondo uno dei molti calendari della dominazione. I nostri polsi contraddittori portano orologi che indicano che mancano dieci minuti alle due del mattino, l’aria è gelida, ma siamo ben attrezzati. Lunghi minuti di marcia per penetrare nell’area esterna della zona industriale Lo Boza, nel comune di Pudahuel – un territorio considerevolmente appassito a causa dell’avanzare incontrollato del sistema tecno-industriale e la complicità attiva della popolazione sottomessa, affascinata da questo regime di odio e morte. “Dove le acque si incontrano” era una volta una terra fertile e colorata; oggi come oggi è un deposito di rifiuti umani, zombi ben disciplinati che arrivano al lavoro al mattino presto. L’aria è squarciata da centinaia di aerei che atterrano impunemente sul cemento ad alta densità dell’aeroporto internazionale Arturo Merino Benitez, la terra sporcata dalle industrie che spuntano come funghi nella foresta valdiviana, l’acqua viene “mal-trattata” da alcuni dei più grandi impianti di trattamento delle acque del Sud America.

Il nostro obiettivo sono le strutture dell’industria PROQUIMSA, sperimentatrice specista, torturatrice dei nostri fratelli e sorelle. Forniscono materie prime alle industrie chimiche, nel suo spettro più ampio di orrore produttivo.

Abbiamo sabotato uno dei numerosi “quadri di distribuzione elettrica” che alimentano questi spazi di morte; il fuoco è stato il nostro elemento distruttore, due ordigni incendiari ad attivazione chimica che hanno rischiarato un po’ la notte. Non hanno ottenuto l’effetto desiderato, ma il gesto ci serve come prova per un miglioramento qualitativo delle nostre azioni. Colpiremo ogni volta più forte! In un modo o nell’altro, pensavamo che bruciare uno di quei “quadri” causasse ampi blackout nell’industria, ma non è stato così – il danno materiale è stato minore. Studieremo più a fondo la rete di alimentazione e distribuzione elettrica di queste zone; crediamo di aver toccato soltanto i circuiti locali corrispondenti all’illuminazione esteriore della ditta.

I nostri piani, volontà e risorse avanzano furtivamente, ma senza mettere piede al freno. La nostra lotta a morte contro il sistema di dominazione non conosce pause strategiche, ancor meno revisioni teoriche.

Azione autonoma nel senso più ampio!

Siamo capaci; abbiamo gli strumenti a portata di mano. Intelligenza, amore, convinzione! Mentre i nostri fratelli e sorelle muoiono in diversi tipi di gabbie non possiamo far altro che agire – non ci sono scuse.

L’azione contro di noi è qui e ora. L’azione contro i/le nostr* nemic* è qui e ora. L’azione contro chi difende e finge di criticare il patriarcato è proprio sotto il nostro naso. Acuire il conflitto, superare i nostri ego negativi!

“Mese per la Terra” – “Giugno nero” fanno parte di una delle tante proposte di coordinazione e attacco efficace. Per noi contiene ogni tipo di contraddizioni e tensioni, ma vengono perfettamente gestite, digerite, sputate, accolte, scartate, blindate, vomitate, godute. Crediamo che sia uno strumento per la proliferazione di certe discussioni e disposizioni tattiche/pratiche, casini teorici, e magari qualche sintesi di queste esperienze. Facciamo parte di questo appello come parte complementare della nostra costruzione integrale di tensione costante. Contro la società di dominazione!

Con Mauricio Morales, Spyros Dravilas, Pelao Angry e i/le tant* compagn*  che hanno lasciato il piano fisico.

Saluti affettuosi a tutti i fratelli e le sorelle ingabbiat* in tutto il mondo, clandestin* “in latitanza” qui e là – forza nei vostri cuori e nei vostri corpi!

Saluti al gruppuscolo Consiglio dell’Uehuetlatolli di Reazione Selvaggia.

Contro la Civilizzazione! Per la difesa di tutto quello che stiamo perdendo!

Gruppo Kapybara FAI/FRI

in inglese | greco

Finlandia: Macchinari ancora distrutti su un sito di costruzione nucleare

In un qualche momento durante la terza settimana di giugno, dei macchinari sono stati ancora sabotati sul sito di costruzione della Fennovoima a Hanhikivi, nella Ostrobothnia settentrionale.

Una scavatrice e un bulldozer hanno subito dei danni costosi, grazie alla distruzione dei cavi. Chi ha compiuto l’azione non rappresenta nessuna rete, gruppo od organizzazione.

Solidarietà con chi resiste alla costruzione nucleare a Pyhäjoki e ai/lle compagn* che resistono ovunque.

in francese, inglese, spagnolo

Parigi: Camminata notturna

Nella notte tra il 21 e il 22 giugno delle ruote sono state bucate nel 19° arrondissement, a Pantin e ai Lilas.

È estate, e per invogliare burocrati, ex poliziotti, sfruttatori, borghesi etc a fare un po’ di movimento e approfittare così delle belle giornate invece di perdere tempo col culo sul sedile della propria auto, abbiamo deciso di far riposare un po’ le loro macchine.

Le vetture le cui ruote riposano ormai in pace sono le seguenti:

– 22 autolib’ (car sharing parigino).

– 1 vettura con un adesivo di un’associazione di pensionati della gendarmeria.

– 1 della GDF Suez.

– 1 della ERDF (azienda elettrica francese).

– 1 del consiglio generale della Seine Saint-Denis.

– Una decina di belle automobili borghesi.

Vandal* a piedi

Galles: Azione contro la costruzione di un mega-carcere a Wrexham

Domenica 17 Maggio 2015:

La notte scorsa si è svolta un’azione sul sito della seconda più grande prigione europea in costruzione nella zona industriale di Wrexham in Galles del Nord. Il mega-carcere, se costruito, ingabbierà più di 2100 esseri umani contemporaneamente.

Il motore di diverse ruspe di grandi dimensioni e attrezzi di costruzione sono stati distrutti. Degli slogan sono stati verniciati sui recinti della prigione mezzo costruita, tra cui ‘Fanculo Lend Lease’ e ‘Fuoco alle prigioni’.

È un avvertimento per ogni azienda piccola o grande coinvolta nel Progetto di Carcere del Galles del Nord, o in qualunque altro piano di costruzione di carcere che lo stato intraprenda. Siete un bersaglio e sentirete reagire l’odio delle classi operaie.

Quest’azione è dedicata a ogni polso tagliato, ogni tentativo di suicidio, ogni famiglia distrutta e ogni comunità oppressa danneggiati dal sistema carcerario.

*

Nota di Contra Info: Il contratto per il mega-carcere di Wrexham è stato ottenuto da Lend Lease, una multinazionale basata in Australia.

Finlandia: Azione di solidarietà per l’11 Giugno a Pyhäjoki

Gli attivisti che lottano contro il progetto di impianto nucleare della Fennovoima hanno espresso i loro calorosi saluti ai/lle prigionier* anarchic* ed ecologist* durante la giornata d’azione internazionale dell’11 Giugno.

Non siete soli. Non vi dimentichiamo.

La passione per la libertà è più forte di ogni prigione!

Santiago, Cile: Lotta di strada per i/le compagn* imprigionat* o cadut* [maggio 2015]

Giovedì 14 maggio un’ampia manifestazione di studenti si è svolta nel centro di diverse città cilene. A Santiago gli scontri con la polizia si sono prolungati per diverse ore nelle strade e nelle università. Queste richieste legaliste e riformiste non ci interessano, ci interessa invece contribuire alla lotta di strada al termine di ogni protesta, iniettandogli un nuovo dinamismo. Ecco perché ci siamo introdotti nel campus dell’USACH per creare agitazione per i/le compagn* Juan, Nataly e Guillermo, che sono in sciopero della fame dal 13/14 aprile [finalizzato il 5/6], e per ricordare i/le compagn* cadut*, specialmente Punky Mauri, all’avvicinarsi di un nuovo anniversario della sua morte in azione.

Mentre gli scontri erano già in corso, siamo usciti a combattere le forze dell’ordine con più di venti Molotov, e quando le abbiamo esaurite ci siamo ritirati in un modo che erano anni che non si vedeva più (almeno, nelle università), sparando un colpo di pistola contro il contigente delle forze speciali; è stato uno sparo simbolico, niente di che, la vita dei poliziotti non è stata messa in pericolo; ciò nonostante, abbiamo avvertito il nemico e attirato l’attenzione dei/lle nostr* compagn*. D’ora in avanti, nelle proteste pubbliche, dai settori anarchici non arriveranno solo pietre e Molotov.

Solidarietà antiautoritaria con Juan, Nataly, Guillermo ed Enrique.

22 maggio, giorno del Caos: cerchiamo di far vivere l’anarchia.

Claudia López, Jhonny Cariqueo, Mauricio Morales, Sebastián Oversluij
Vivono in ogni azione contro il Potere e ogni Autorità.

in spagnolo | inglese, greco

Grecia: Evi Statiri ancora in prigione perché compagna di un anarchico della guerriglia urbana incarcerato

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Il 14 luglio 2015 si è saputo che l’ultima richiesta di rilascio sottoposta da Evi Statiri (la compagna di Gerasimos Tsakalos, appartenente alla CCF, in carcere) è stata respinta dal consiglio giudiziario competente.

Nonostante Evi non abbia mai fatto parte della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, e che non fosse implicata in alcun modo nel piano di evasione della CCF, scoperto nel gennaio 2015, viene comunque tenuta in reclusione predibattimento nella prigione di Koridallos dal 2 marzo.

in inglese