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Atene: L’anarchico Dimitris Hatzivasiliadis tra gli ultimi arrestati a Nea Filadelfeia

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Dimitris Hatzivasiliadis è un anarchico che era stato arrestato a metà Febbraio 2011 ad un controllo casuale della polizia casuale ad Atene. Fu rinviato dopo essere stato accusato per “possesso di arma con l’intenzione di fornirlo”, in conformità con la legge anti-terrorista greca. Dimitris è rimasto in detenzione preventiva per dieci mesi con nessuna prova sostanziale di sorta contro di lui, fino a quando è stato finalmente rilasciato su cauzione nel Dicembre 2011.

Compagni riferiscono che egli è uno tra le cinque persone che sono state arrestate a Nea Filadelfeia il 30 Aprile 2013, al fianco di Fivos Harisis-Poulos, Argyris Ntalios, ed altre due persone.

Durante la sua detenzione nel quartier generale della polizia di Atene, Dimitris ha sfidato le guardie umane ed è stato costretto a stare in piedi per 12 ore senza sedersi, mentre era ammanettato 24 ore al giorno, anche nella cella di detenzione. Solo il 2 Maggio fu in grado di contattare un avvocato. Il 3 Maggio è stato inoltre previsto per il compagno di sottoporsi ad una udienza preliminare ai tribunali di Evelpidon, con accuse frivole presentate contro di lui. Nel frattempo, Dimitris ha dichiarato che continua lo sciopero della fame e della sete in risposta alle condizioni della sua detenzione, chiedendo l’immediato rilascio.

Ulteriori aggiornamenti appena disponibili

Atene: Due compagni in attesa di giudizio

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Da Febbraio -dopo la carcerazione preventiva dei 4 anarchici che hanno preso la responsabilità della doppia rapina in Velventós, vicino alla città di Kozani (Grecia settentrionale)- dei mandati di cattura sono stati emessi nei confronti di due indagati che erano in fuga, cioè Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios.

Come Actforfreedomnow ha già riportato, il 30 Aprile 2013 sia Fivos e Argyris (insieme ad altre tre persone) sono stati catturati dalla polizia anti-terrorismo nella zona di Nea Filadelfeia, Atene.

I due compagni sono stati rinchiusi nel carcere di Koridallos.

Solidali riferiscono che Venerdì, 3 Maggio, dalle 09:00, Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios saranno portati per un’udienza preliminare ai tribunali di Evelpidon (edificio 10) di Atene, affrontando delle accuse quali l’appartenenza ad una organizzazione criminale con finalità di commettere rapine, falsificazione e resistenza all’arresto.

Grecia: Lettera del prigioniero anarchico Andreas-Dimitris Bourzoukos

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Presentiamo la lettera di A.D.Bourzoukos, uno dei 4 compagni anarchici arrestati il 1 Febbraio 2013 per la doppia rapina realizzata nella località di Velventòs.

Mancava ancora molta luce perchè albeggiasse
Ma io non ho accettato la sconfitta

Mezzogiorno e 25 minuti. L’ultima volta che ho guardato l’orologio. Dietro di noi un’auto pattuglia, dentro nel furgone i miei due compagni, l’“ostaggio” e io. Solo alcune ore prima le nostre emozioni erano totalmente differenti. Per un istante, all’apparenza, tutto andava perfettamente, fino a che hanno arrestato il nostro compagno nell’“ambulanza”. Quindi, di colpo la situazione ci ha abbattuto, ma nonostante tutto questo abbiamo mantenuto la mente lucida, per quanto fosse possibile, e in questo modo siamo riusciti ad assicurare la fuga dei nostri compagni.

Tornando alla nostra immagine iniziale: noi tre insieme con l’ “ostaggio” nel furgone e un incontro “accidentale” (non è stato per niente accidentale, poiché l’allarme era scattato in tutti i villaggi dei dintorni) con un’auto pattuglia. Gli ultimi minuti della nostra libertà già avevano iniziato il conto alla rovescia. Quello che ci siamo detti nel furgone in questi minuti è poco rilevante per la nostra storia, quello che conta è la nostra decisione finale. Non avremmo aperto il fuoco, non avremmo messo a rischio la vita del medico. Era l’unica scelta che avevamo in quel momento. In ogni caso, l’unica arma che avevamo in quelle condizioni era la nostra passione per la libertà. E la abbiamo spremuta finchè abbiamo potuto. Dopo un inseguimento per le strade di Veria, quasi come fossimo in un film, alla fine siamo rimasti intrappolati da parte di una pattuglia che casualmente passava di lì, in una strada senza uscita. Non so che senso abbia raccontare un’altra volta il resto di questa storia. L’unica cosa che sento di voler mettere in chiaro, poiché questa cosa ha preso dimensioni enormi, è la parte delle torture. So che in gran parte della società l’immagine di una persona che ha ricevuto un pestaggio può generare paura, compassione o dubbi. Ma non in noi, compagni. Quello che posso dire, inoltre, è che lo Stato ha intenzionalmente permesso che si pubblicassero le nostre foto, e questo con l’obiettivo di terrorizzare coloro che pensano di agire come abbiamo fatto noi. Forse è stato anche un “errore” fatto di fretta, a causa dell’automatismo che caratterizza qualunque operazione dell’Unità Antiterrorista. Sia come sia, al momento non mi interessa concentrarmi su questo. Mi piacerebbe esprimere una breve opinione personale su queste ore di pestaggi.

Nè al principio né in qualunque momento mi sono sentito una vittima, e ovviamente non voglio che altri mi vedano così. Durante quelle quattro ore di continui pestaggi, naturalmente una delle cose che pensavo erano i possibili scenari su quale “finale” avessero in mente quelle merde codarde e spacconi. Non la paura né il dolore, solo la rabbia. Nonostante quanto faccia male la verità, prendi quello che “vuoi” per i capelli e lo metti in ginocchi. Per tutto il tempo in cui continuava il pestaggio e non si fermava, mi si confermavano tutti questi anni durante i quali avevo scelto di scontrarmi con questo sistema marcio. Tutte le mie scelte, tutti i miei pensieri si sono fatti carne e ossa. Può darsi che alla fine sia bastato anche solo un minuto con le mani legate. Forse alla fine questi momenti di tortura sono il sigillo che conferma il marciume di questo sistema.

Ma parliamo ora del denaro. Denaro che fluisce abbondantemente (anche nei tempi di crisi in cui viviamo) nelle succursali bancarie, negli uffici di proprietà pubblica, e in tutti i tipi di investimenti del gran capitale (come Cosco). Il sangue del capitalismo.

Il mio rifiuto di situarmi come un ingranaggio ben oliato in più in questo sistema è una delle tante ragioni per cui ho scelto la rapina (personalmente la definisco come “esproprio”) in banca. Con questo voglio dire che non ho mai avuto voglia di essere un altro “pedone” in più su questa terra, uno che ha un lavoro “normale”, una vita “normale”. Non ci ho messo molto a rendermi conto che il lavoro aveva come unico obiettivo la strumentalizzazione dell’essere umano con il fine del beneficio del “Capitale” di turno. Un accumulo permanente del capitale per sempre meno persone. Qualcosa che non ha tardato di mostrare i suoi effetti secondari. Più o meno a questo punto anch’io mi sono posto i miei interrogativi. Continue reading Grecia: Lettera del prigioniero anarchico Andreas-Dimitris Bourzoukos

Bolivia: 29 Maggio, Giornata Internazionale di Solidarietà

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!Assoluzione Caso 29 Maggio!

No alla strada per TIPNIS! Libertà per tutti i prigionieri!

Il 29 Maggio 2012, la polizia ha arrestato 13 persone a La Paz, Bolivia, con l’accusa di terrorismo e di tentato omicidio, per una serie di incendi, attentati e sabotaggi che avvenivano in quella città.

Le prove su cui l’accusa sostiene detta accusazione sono nulle e si basano sulle dichiarazioni di alcuni detenuti e detenute, dove troviamo a cinque di loro che hanno collaborato con la polizia, fornendo informazioni e infamando dei compagni. Solo un compagno é rimasto in silenzio ed ha rifiutato di testimoniare davanti alla polizia. Come risultato di questo, due persone rimangono in carcere in custodia cautelare, possono rimanere fino a tre anni in attesa di giudizio.

Questo è chiaramente un tentativo di criminalizzare la lotta anarchica e generare il rifiuto della società verso i compagni, etichettandoli di terroristi. Il governo aveva precedentemente represso il movimento, anche picchiando e arrestando agli integranti della ottava marcia indigena in difesa del TIPNIS, nel Settembre 2011.

Questo 29 Maggio 2013, si compie un anno da gli arresti. Per questo convochiamo questo giorno come un giorno di solidarietà internazionale per esigere l’assoluzione di tutte le persone coinvolte nel caso 29 di Maggio, per mostrare la nostra opposizione alla strada bioceanica e di tutti i progetti di sviluppo capitalista (in particolare quei progetti travestiti dei governi socialisti ), per mostrare la nostra solidarietà con i popoli indigeni che difendono le loro terre nella foresta TIPNIS, e per chiarire che non smetteremo di lottare mentre una persona rimanga in carcere.

Tiriamo della corda, usciamo alla strada per dimostrare a tutti i governi del mondo che i nostri compagni non sono soli e non ci fermeremo fino a quando non li vediamo per strada.

!Assoluzione Caso 29 Maggio! No alla strada TIPNIS! Libertà per tutti i prigionieri!

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Cile: Hans Niemeyer arrestato

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Alle ore 9:00 del 26 Aprile la polizia delle indagini ha arrestato a Hans Niemeyer, il compagno era latitante da quattro mesi, quando aveva deciso rompere gli arresti domiciliari accusato sotto la legge antiterrorista per presunta collocazione e fabbricazione di ordigni esplosivi.

A quanto pare, come espresso da Hans agli avvocati della difesa e da quello che la stessa polizia ha riferito non ci sono state né scontri né i soliti pestaggi della polizia con i detenuti. Hans è stato arrestato in un appartamento in Villa Portales, comuna di Estacion Centrale.

L’intelligence della polizia? ancora non ha detto né comentato, come è stato che hanno trovato il luogo di ubicazione tra vari mesi in clandestinità.

Hans è stato trasferito dalla sede del dipartimento di polizia investigativa al centro di giustizia dove si é convalidato l’arresto alle ore 14:00. Il capo della fiscalia sud, Raul Guzman ha commentato: “Questo non è una vittoria specificamente per l’accusa, ma per le istituzioni cilene dove una persona deve affrontare sia i suoi diritti come i suoi doveri, e nel caso di Niemeyer, il suo dovere era presentarsi alla giustizia “.

L’accusa ha cercato di interferire nel processo giudiziario richiedendo come data il 24 Giugno, mentre che la difesa aspettava che si realizzara il 6 Maggio (data precedentemente imposta prima di essere latitante). Infine, il tribunale fisso la data del 17 Giugno.

Ancora non si sa in quale carcere e modulo lo Stato deciderà rapire Hans sino al processo sotto la legge anti-terrorista

Da qui, salutiamo su degna posizione davanti a questa nuova caccia all’uomo e gli inviamo un forte saluto rivoluzionario pieno di energia e di incoraggiamento per tutto il procedimento legale-teatrale che si avicina.

Fine della legge antiterrorista

(… Presto speriamo di aggiornare e integrare ulteriori informazioni)

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Nota di sviluppo …

Il compagno Hans Niemeyer che era ricercato dalla polizia $hilena da quattro mesi è stato arrestato.

Questa mattina il compa è stato arrestato in un domicilio del Belloto nella comuna di Stazione Centrale, regione metropolitana. Oggi alle ore 14 Hans passara per la convalida dell’arresto nel centro di (in)giustizia. Al momento del suo arresto il compa era solo e l’arresto è avvenuto all’interno di un appartamento. Per ora non c’è chiarezza sugli eventi, ma ci sono incroci di versioni tra il pubblico ministero e l’avvocato difensore.

Mantendremo l’aggiornamento di informazioni durante il corso della giornata.

Saluti e forza per il compagno.

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Atene: Sbirri hanno arrestato dei compagni durante un’azione di solidarietà con Atene IMC e la stazione radio 98FM

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La mattina del 24 Aprile, nell’ambito delle azioni di solidarietà con i media di contro-informazione che sono stati recentemente imbavagliati dallo Stato Greco con l’aiuto del rettore dell’Università Tecnica Nazionale di Atene, Simos Simopoulos, un grande striscione è stato messo a Propilea sul Viale Panepistimiou nel centro di Atene, che recita: “Alza la tua voce – Lotta contro la censura di Stato – Athens.indymedia.org & Radio98fm.org”, mentre una bandiera rossa e nera si è innalzata sul palazzo, sostituendo la loro bandiera nazionale greca.

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Un paio di ore più tardi squadroni dell’antisommossa (MAT) e sbirri motorizzati hanno circondato l’edificio. Più di 30 compagni che hanno partecipato all’intervento di solidarietà sono stati arrestati e trasferiti al quartier generale della polizia, al Viale Alexandras.

C’è un richiamo per raduno di solidarietà fuori dal quartier generale della polizia di Atene.

Aggiornamento, 15.30: Un totale di 69 prigionieri sono detenuti nel quartier generale della polizia di Atene (tra cui due turisti che sono stati catturati in precedenza dalla polizia mentre stavano passando dal sito dell’intervento anarchico). Quasi dieci prigionieri sono attualmente detenuti in celle di detenzione, mentre il resto è conservato al 7° piano. Così, i detenuti non sono tutti insieme, e non sono stati in grado di parlare con gli avvocati finora. Circa 200 persone in solidarietà sono riuniti davanti alla sede della polizia, del Viale Alexandras.

Aggiornamento, 21:00: Gruppi di detenuti vengono gradualmente rilasciati dalla questura, e si accolgono da solidali che restano al di fuori. Tuttavia, sei dei catturati a Propilea sono stati separati dagli altri detenuti che attendono il loro rilascio. I poliziotti continuano a eseguire controlli di identificazione del gruppo rimasto, ma questi sei compagni sono ancora dispersi. Il restante gruppo di detenuti sta scrivendo un comunicato collettivo affermando che nessuno andrà via finché tutti possono andare via, in solidarietà con i sei compagni che possono affrontare delle accuse.

Aggiornamento, 22.30: É stato riferito che 63 persone sono state rilasciate dal quartier generale della polizia di Atene. Tuttavia, i sei compagni saranno tenuti in celle di detenzione per tutta la notte, si trovano ad affrontare accuse di infrazione (ad esempio, sono accusati di insultare l’emblema nazionale), e domani mattina, 25/4, si presenteranno alla procura.

Aggiornamento dai tribunali (25/4): I 6 compagni sono stati rilasciati, l’udienza è stata rinviata al 8 Maggio.

Atene IMC e la stazione radio libera 98FM richiamano ad una manifestazione di solidarietà:
Giovedì 25 Aprile 18:00, Monastiraki, Atene

Prigione svizzere: Aggiornamenti su Marco Camenisch

camenish-liberoCH – 4. Update noniberazione (società a rischio zero);

Premessa: è tuttora pendente il ricorso (5 marzo 2013) in 2. istanza contro la 2. negazione (5/2/2013) in 1. istanza (dipartimento amministrazione penitenziaria ZH) della mia liberazione condizionale. In questa seconda negazione il DAP ZH richiede a Lenzburg una presa di posizione sulla mia liberazione condizionale da inoltrare per dicembre 2013.

22. marzo 2013: confermando le sue previe dichiarazioni orali – e l’esistenza, perlomeno, di una certa contraddizione interna agli apparati repressivi -, la direzione Lenzburg ha inviato, anzitempo, al DAP ZH competente  un rapporto di conduzione con richiesta di trasferimento in quest’estate 2013 in un carcere “aperto”.  Velocemente i responsabili di Lenzburg e di ZH organizzano la riunione d’oggi  28 marzo 2013. La richiesta di Lenzburg è categoricamente respinta dai responsabili di zurigo per “alto rischio di pericolosità”, per la quale non potrebbero assumersi la responsabilità. Le loro condizioni per degli “allentamenti esecutivi” rimangono che mi dissocio ed accetto la psichiatrizzazione della lotta rivoluzionaria/radicale e della relativa lotta armata e “visione del mondo”. Incontrando, naturalmente, il mio ennesimo deciso rifiuto. Seguiva la dichiarazione di Lenzburg di non continuare, a queste condizioni, l’esecuzione della mia pena oltre l’estate 2013. Questo significa in pratica il mio imminente trasferimento di ritorno nel lager d’annientamento Pöschwies, Regensdorf, Zurigo.

+ BREVI (società del rischio);

Ieri il governo federale comunica al pubblico di affidare alle multinazionale dell’estrazione e del commercio delle materie prime con sede in Svizzera (Glencore/Xstrata ecc.) – che globalmente detengono la maggior parte di questo sporco affare assassino che dalla Svizzera si possono gestire, in sostanza, liberi da “regolamentazioni” e tasse – un miglioramento “etico” volontario delle loro pubblicamente sempre più discusse pratiche globali di estrazione e commercio…

Oggi il tribunale federale concede al quarantenne reattore nucleare rottame ad alto rischio di Mühleberg (canton di Berna), molto contestato dopo Fukushima, l’autorizzazione al funzionamento illimitato e capovolge così la sentenza marzo 2012 del tribunale amministrativo federale che per il 2013 dispose la chiusura  transitoria della vecchia centrale nucleare rottame per motivi di pericolosità, fino alla “rimozione” delle sue carenze di sicurezza.

marco camenisch, lager Lenzburg, Svizzera, 28 marzo 2013

Grecia: Resoconti dal processo contro la CCF (udienze 34-39)

Udienza 34
21 Marzo
In questa udienza è apparso ancora il capo delle forze Anti-terroriste che aveva organizzato la maggioranza delle operazioni repressive contro la CCF. A un certo punto della sua testimonianza ha menzionato che ci sono scritti che prendono di mira lui e membri della sua famiglia, per questo motivo ha chiesto i verbali del processo per poter sporgere denuncia. Inoltre ha menzionato ancora una volta che la CCF è un network di cellule autonome di azione diretta. Più nello specifico ha detto che ogni cellula può consistere di 4-5 persone, riferendosi ad un’azione recente (l’esplosione di un bancomat allo scopo di espropriarlo), la cui responsabilità è stata rivendicata dalla cellula FAI “Lupo Solitario”.

Udienza 35
22 Marzo.
In questa udienza il capo dell’antiterrorismo ha testimoniato riguardo agli arresti di Pireus, Nea Smirni e Kallithea, riguardo alle armi e agli esplosivi. Continue reading Grecia: Resoconti dal processo contro la CCF (udienze 34-39)

Regno Unito, Bristol: Incendio e danneggiamenti contro veicoli di Mitie a Bristol

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Durante il weekend abbiamo attaccato 2 diversi furgoni di Mitie. Dietro il pub “Bush”, a 5 minuti da Templemeads, in una serata soleggiata durante le ore di punta abbiamo colto l’opportunità per bucare due gomme e gettare dello sverniciatore sul veicolo. Possiamo essere statx vistx, ma non importa, buon per loro, siamo uguali a tantx altri.

Abbiamo scelto di non spingere la nostra lotta nelle ore di oscurità, riconoscendo che la nostra rabbia espressa, se qualcuno ne fosse stato testimone, avrebbe potuto lasciare qualche interrogativo nella sua mente. In questa occasione abbiamo deciso che il rischio valeva la pena. Abbiamo anche incendiato un furgone Mitie a Bristol Est, dandogli fuoco di notte.

Mitie è una delle aziende che hanno tratto enorme profitto dalla privatizzazione iniziata dalla Tatcher negli anni ’80. La gestione private delle carceri per immigrati come Campsfield è stato un primo passo nella costruzione di un impero che oggi include carceri, istituti per minori, servizi di libertà vigilata, e si estende agli alloggi e alle fonti di energia “sostenibile”. Non chiediamo una versione controllata dallo Stato di quanto citato sopra. Ma facciamo appello al fuoco verso tutte le prigioni – per immigrati, minorili o di altro tipo.

In quanto a “centri di detenzione”, Mitie gestisce ora 6 diverse carceri – tra cui 2 istituti penali minorili. Sono soci dell’organizzazione per il controllo dei confini UK e con il Servizio Carcerario. L’anno scorso i lavoratori di Mitie di Londra sono entrati in sciopero dopo che una lavoratrice incinta era stata maltrattata duramente, ed è finita in ospedale mentre lavorava per Mitie.

In tutto il paese, persone di tutte le età sono messe alle “cure” di Mitie e pestate e private della loro libertà. Queste piccole azioni sono in solidarietà con loro, e con chiunque era nelle strade questo weekend.

Mitie sostiene di supportare le persone ma la loro entrata nell’energia e negli alloggi non cambia in nulla il fatto che il loro intento è trarre profitto da ogni aspetto della vita.

Fuoco alle prigioni!
Brucia all’inferno Maggie!

fonte

Russia: Arrestate due persone accusate di 25 anni di sabotaggi ai gasdotti

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La polizia russa ha arrestato due sospetti eco-guerriere a Krasnodar. Sono accusati di avere posizionato bombe sui gasdotti e di avere incendiato attrezzature da costruzione. Secondo la polizia la loro attività è cominciata nel 1988 (!!!). Sembra che gli sbirri vogliano provare ad accusarli di tutte le azioni di eco-sabotaggio avvenute nella zona dalla fine del XX° secolo.

I media di stato hanno rivelato che almeno uno dei due arrestati si considera un ecologista radicale e ha già scontato diverse condanne in passato per reati simili.

È incredibile che solo ora, dopo gli arresti, i media e la polizia scelgano di ammettere che le azioni di eco-sabotaggio come le 3 diverse esplosioni dirette contro i gasdotti sotto a Sochi siano mai successe (una nel 2007, 2 nel 2012, nessuno è rimasto ferito dalle esplosioni). O il fatto che qualcunx abbia sabotato con successo mezzi pesanti, attrezzature e impianti dell’olio per circa 25 anni sotto il naso del progetto Olimpiadi-2014. Sfortunatamente tutte queste azioni non sono mai uscite sulla stampa ecologista o anarchica, quindi questo caso risalta come esempio lampante del fatto che le azioni non parlano da sole. Il governo russo è stato molto efficiente nell’ammutolire questa resistenza fin dal principio. Con l’aiuto di “compagnx” dalla parte legale del movimento di protesta, ovviamente.

Aspiranti “leaders ecologisti” di Krasnodar hanno già scelto la parte di Giuda sostenendo che gli arrestati non appartengono al movimento ecologista, che le azioni dirette sono un crimine agli occhi degli ecologisti legali, una pratica abbandonata molto tempo fa. Un VAFFANCULO di cuore va all’eco-clown ed eco-turista Rudomaha. A proposito, egli ama frequentare le proteste anti-nucleare in Germania, giusto perchè lo sappiate…

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Grecia: Udienza d’appello per i compagni G. Mihailidis, D. Politis e N. Romanos riguardo alla loro partecipazione alla CCF

VIVA L'ANARCHIA BRUTTI STRONZI
VIVA L’ANARCHIA BRUTTI STRONZI

È stato organizzato un presidio di solidarietà per i compagni G. Mihailidis, D. Politis e N. Romanos che sono comparsi davanti al giudice speciale Mokkas per essere interrogati riguardo la loro partecipazione nell’organizzazione rivoluzionaria CCF. I compagni anche se non hanno avuto un rinvio, non hanno risposto alle domande di Mokkas.

Da un punto di vista legale, in base all’accusa che è stata messa insieme, un’impronta di N. Romanos è stata trovata nella casa di Volos dove sono stati arrestati i cinque membri della Cospirazione (D. Bolano, G. Nikolopoulos, O. Economidou, G. Polydoras, C. Tsakalos). Inoltre, Mokkas aprirà un secondo caso di accusa, il cui contenuto ancora non conosciamo. L’accusa di Kozani è stata aggiornata per Mihailidis, Politis e Romanos poiché è stato aggiunto il reato di contraffazione (più nello specifico “contraffazione con uso continuativo allo scopo di preparazione di reati, l’inclusione e la partecipazione in un’organizzazione terrorista).
D.Politis non è stato arrestato per il caso di Velventòs perchè non c’è ragione per un secondo arresto, visto che si trova di già in carcere.
Dimitris Bourzoukos che è apparso di fronte al giudice per l’interrogatorio Giovedì, ha avuto un rinvio all’11/04.

In vicinanza con degni compagni anarchici, con rabbia e consapevolezza.

Solidali

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Cile: Lettera di José Miguel Sánchez a tuttx i/le compagnx e gruppi di azione clandestina nel mondo

venganza

Alle menti consapevoli che lottano nelle strade di tutto il globo…

È così ingenuo pensare adn una ribellione generalizzata quando quello che i poveri hanno fatto per secoli è stato di sottomettersi alle norme ed essere passivi schiavi salariati, con corpi passivi, rendendo la classe dominante più ben fornita che mai; costoro dettano norme e leggi fatte solo per arricchirsi con il consenso di un popolo abituato ad essere remissivo fino alla stupidità, sempre speranzoso di avere una briciola di pane in cambio della loro sottomissione.

Dove sono i ribelli?… In comunità, quartieri, università, scuole superiori, ecc. Quanti sono pronti ad assumersi la lotta in tutti i suoi aspetti? … sempre molto pochi. Quello di cui c’è bisogno è crescere in determinazione e convinzione, poiché sappiamo che la borghesia è e sarà un nemico forte e potente. Nella lotta di classe siamo molti di più, ma loro possono contare sull’autorizzazione e protezione dello Stato, quindi possiedono la tecnologia, la protezione servile dei leccapiedi della polizia e hanno tutto a loro disposizione. Loro controllano e proteggono i loro possedimenti con le unghie e con i denti, ma noi dovremmo usare ogni mezzo per demolirli.

Noi abbiamo la ragione più importante per sconfiggerli, ed è il desiderio di essere davvero liberi, di non avere alcuna autorità a cui sottometterci. Questo è più grandioso di ogni altra cosa. Se abbiamo la convinzione di essere in una guerra di classe, dovremmo prepararci a tutto, essere pronti per l’uso di tutti gli elementi e le azioni per sconfiggere la classe privilegiata e il suo Potere. Ognuno dovrebbe anche essere cosciente dei pericoli che porta l’azione con sé, come il carcere o la morte, ognuno di noi dovrebbe essere un’entità cosciente e agire di conseguenza.

Nessun Dio, nessuna legge, nessuna nazione.
Ogni uomo un Esercito,
nessuno che ubbidisce a nessun altro.
Nessun altare, nessuna autorizzazione, nessuna bandiera
per gli schiavi
a cui legarsi…”

Un verso recitato da Catalina Solís Gutiérrez, 90 anni (2012), figlia di Osvaldo Solís Soto, anarco-sindacalista assassinato dai poliziotti il 27 dicembre 1932.

José Miguel Sánchez

fonte: vivalaanarquia via 325.nostate

Università del Politecnico di Atene: Primi aggiornamenti dalla azione di protesta al campus di Zografou

15-21 Aprile 2013: Settimana di azione decentrata di solidarietà internazionale con Atene IMC e stazione radio 98FM

Dalla mattina del 15 Aprile, dei compagni sono raccolti presso il campus di Zografou ad Atene a sostegno fattuale con Indymedia Atene, che attualmente sta trasmettendo da indirizzi temporanei via tor, e Radiozone di Espressione Sovversiva 98FM, che attualmente sta trasmettendo solo la radio (a 93,8 FM).

– I manifestanti hanno occupato gli uffici amministrativi presso il campus del Politecnico nel quartiere di Zografou, mentre lo stesso rettore (Simos Simopoulos, che ha tagliato l’accesso a Internet ad Atene IMC e alla stazione radio 98FM, in primo luogo), è scomparso nel nulla…chiamandosi in malattia per la giornata.

– I compagni hanno ottenuto la connessione ad internet all’interno degli uffici occupati ed hanno rilanciato Radio 98FM sul web, in tal modo la trasmissione è andata on-line in tempo reale per un po’.

– Su rappresaglia per l’azione diretta, le autorità statali hanno ordinato l’arresto completo ad internet presso le strutture accademiche: questa volta, hanno scollegato da internet tutto il campus dell’Università del Politecnico di Atene a Zografou. In altre parole, non solo i due progetti auto-organizzati, ma i servizi dell’intero campus sono stati lasciati senza internet a partire da quel ora (16.00 ora locale). Il provider di Internet nel campus non è altro che l’organismo di telecomunicazioni OTE, che è di proprietà della Deutsche Telekom e delllo Stato Greco.

Grecia: Chiamata alla solidarietà internazionale con Indymedia Atene e Radiozone di Espressione Sovversiva 98FM

Dal 11 Aprile, Atene IMC e la stazione radio 98FM sono sotto la repressione da parte dello Stato. In particolare, il rettore del Politecnico di Atene, Simos Simopoulos, ha scollegato la loro connettività ad internet, disabilitando così l’accesso ai server ospitati nei locali universitari. Mentre le autorità insistono su questo bavaglio, il progetto auto-organizzato di Atene IMC e la stazione radio 98FM rivendicano il loro diritto politico di trasmettere liberamente attraverso il campus del Politecnico.

In una grande assemblea il Sabato 13/4 ad Atene, ambedue i collettivi hanno informato le persone sui sviluppi più recenti, e si è deciso di chiamare per una settimana di azioni a livello nazionale ed internazionale di solidarietà con Atene IMC e la stazione radio 98FM, dal 15 al 21 Aprile 2013.

Inoltre, ad Atene, un raduno di protesta è stato fissato per Lunedì 15/4 dalle 09:00 presso la piazza centrale della città universitaria di Zografou.

Diffondere questo messaggio a chiunque sia disposto ad agire in difesa delle infrastrutture antagoniste e della libertà di espressione. Questo è un attacco politico e sarà risposto di conseguenza.

Spot di solidarietà da Radiofragmata, radio online qui
Accesso temporaneo a Atene IMC qui

Grecia: Annunzio dell’assemblea di gestione di athens.indymedia.org

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La censura nell’era della dittatura dei memorandum e del capitalismo…
Non riuscirà a sopprimere la contro-informazione!

La storia è vecchia… Gli sforzi della censura e della repressione anche…

A partire dalle questioni dei fascisti nel Parlamento, passando per le minacce fino agli rinvii a giudizio dall’ OTE (Compagnia delle Telecomunicazioni Ellenica)… a volte in modo spudoratamente repressivo e a volte di nascosto e in modo sotterraneo con black-out durante il fine settimana e prima delle grandi mobilitazioni… Tutti questi anni dal 2008 fino ad oggi, non sono riusciti E NEMMENO OGGI RIUSCIRANNO a chiudere athens.indymedia.

Questa volta si fanno avanti un “uomo d’affari” e un rettore. Un spietato cacciatore di denaro che con inimmaginabili truffe ha fatto una grande fortuna (Alafouzos) e un tipo casuale e transitorio che consente la svendita della sapienza a vantaggio dei padroni. Un “accademico” che per salvare il suo stipendio e i suoi privilegi non esita ad eludere ogni senso di difesa della libertà di parola, della libera circolazione delle idee, che sono appunto gli elementi che costituiscono l’asilo sociale, il quale lo difenderemo a qualsiasi costo. Questo impiegato spudorato si associa adesso con gli assassini di un intero popolo e diventa pioniere della messa a tacere di qualsiasi richiesta sociale e lavorativa, ignorando ostentatamente il supporto dei collettivi degli studenti verso i mezzi della contro-informazione. Supporto che ha preso anche la forma di risoluzioni specifiche da parte degli studenti… Sia degno, allora, il suo salario.

– Oggi, quindi, più che mai, è evidente la necessità dello Stato di mostrare i suoi denti, di sopprimere tutte le forme di lotta e resistenza (dalla soppressione delle lotte operaie, delle azioni ambientali locali, degli spazi occupati auto-gestiti) e di censurare tutto ciò che non è soggetto al suo appetito o pubblica l’umiliazione sociale che tutti noi viviamo attualmente, con la finalità della schiavitù totale di una intera società.

– Ora più che mai è indispensabile per il potere, per i padroni, per il governo e gli altri portavoce della troika e dei memorandum di far prevalere l’orrore della propaganda del regime-governo espressate dalla televisione, la stampa e le radio del regime.

– Oggi per lo stato è più che necessario mettere a tacere ogni libera espressione, ogni libertà di movimento delle idee radicali e sovversive, sperando di fermare la resistenza di coloro che non accettano in silenzio il destino che li aspetta.

Il loro fine ultimo, ma anche la loro vana speranza, è quello di soffocare e disorientare ogni tentativo di discussione, di visione e di azione verso l’organizzazione ed espressione della società in modo diverso e combattivo.

Non ci riusciranno, però, come non ci sono riusciti in tutti i loro precedenti sforzi disperati.

Athens.indymedia è costituito dai suoi utenti, da tutti coloro che informano e vengono informati sulla guerra sociale di classe condotta nelle società capitalistiche in tutto il mondo. Per quanto possano provare non riusciranno metterlo a tacere.

La censura e la repressione non ci intimidiscono, ma al contrario ci rafforzano.

Come gruppo di gestione di athens.indymedia, facciamo tutto il possibile per mantenere gli sforzi della diffusione e della promozione delle lotte e delle resistenze sociali. Per ora, e fino ad uscire normalmente su internet ci sono modi alternativi per accedere alla contro-informazione tramite il sito http://indymedia.squat.gr/ e anche attraverso la rete Tor all’indirizzo gutneffntqonah7l.onion

Continuiamo i nostri sforzi, e fra poco tempo, athens.indymedia.org funzionerà di nuovo normalmente, continuando a chiedere il diritto di utilizzare la rete pubblica credendo fermamente che tutto ciò che sia pubblico appartiene alla stessa società e non al potere, allo stato o al capitale. Non li lasceremo gioire della repressione. Non li permetteremo di depredare per sempre le risorse pubbliche che ci appartengono! Non rimarremo a guardare restando inattivi, stando in silenzio e non soccomberemo alla repressione e alla censura anche se ciò significa che dovremo andare in “esilio” e trovare terreno fertile in altri luoghi di ospitalità!

La contro-informazione non si imbavaglia, non si censura non si sopprime!

Le lotte sociali di classe non si fermano dagli impiegati svenduti e dai meccanismi della repressione!

Gruppo di Gestione di Athens.Indymedia.org

Atene: Indirizzo di contatto dei tre prigionieri anarchici che sono stati condannati nel caso della Lotta Rivoluzionaria

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L’anarchico Kostas Gournas, membro della Lotta Rivoluzionaria, così come i anarchici Vaggelis Stathopoulos e Christoforos Kortesis sono detenuti nella prigione di Koridallos.

Attualmente ricevono lettere al seguente indirizzo:

Kostas Gournas
Vaggelis Stathopoulos
Christoforos Kortesis
Dikastiki Filaki Koridallou, Parartima Gynaikeion Filakon Koridallou (Π.Γ.Φ.Κ.), Solomou 3-5, 18110 Koridallos, Athens, Greece

La solidarietà è la nostra arma – Nessun compagno sarà lasciato solo
Libertà per tutti i combattenti imprigionati

Compagni in solidarietà

Gothenburg, Svezia: “La solidarietà internazionale è la nostra unica arma”

"Fermate le torture contro i prigionieri politici - Abbasso il fascismo - Solidarietà con i compagni in Grecia"
“Fermate le torture contro i prigionieri politici – Abbasso il fascismo – Solidarietà con i compagni in Grecia”

La mattina del 28 Marzo, nella parte centrale della città di Goteborg, uno striscione è stato messo all’ingresso di un edificio in cui, tra l’altro, si trova il consolato Greco di Svezia, come azione di solidarietà alla lotta dei nostri compagni ma anche come un tentativo di informazione diffusa e resistenza. L’azione è il risultato del nostro bisogno di unire la nostra voce con la voce dei nostri compagni che danno la loro lotta quotidiana in Grecia.

Stiamo attraversando un periodo caratterizzato dalla repressione a tutti i livelli, come la risposta politica selezionata verso ogni forma di reazione ed ogni voce di resistenza in qualità di opposizione alle decisioni sistemiche deliberate, che si risolvono in un ulteriore distruzione dell’economia e del tessuto sociale della società. Un periodo durante il quale i tentativi dell’inganno e della manipolazione provenienti dall’alto portano all’isolamento e all’attacco di qualsiasi forma di libero arbitrio, espressione di critica e di ogni conseguente tentativo di rovesciare l’attuale struttura politico-economica. La soppressione degli spazi autonomi, la soppressione degli scioperi, i arresti lascivi, la tortura dei prigionieri politici, i tentativi di mettere a tacere la libertà di parola e della cultura, e le pratiche dell’attacco vendicativo generalizzato da uno stato fascista – e dei suoi lacchè – contro ogni forma di resistenza, servono solo a radunare noi e la nostra rabbia.

L’auto-organizzazione è l’unico modo che abbiamo; la solidarietà internazionale è la nostra unica arma.

Compagni da Gothenburg

Grecia: Solidarietà all’anarchico rivoluzionario Theofilos Mavropoulos

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Riteniamo importante intervenire, ovviamente non per la difesa legale poichè non ci riguarda nemmeno un po’, per affermare una volta di più la nostra solidarietà all’anarchico rivoluzionario Theofilos Mavropoulos, arrestato il 18/05/2011 dopo uno scontro armato che ha lasciato a terra feriti due poliziotti, e che purtroppo ha causato il suo stesso ferimento, fattore che ha portato al suo arresto. Vedere le testimonianze dei poliziotti (Leontopoulos, Drosos) che si lagnavano con i giudici del dolore che hanno provato e dei tentativi di darsele a gambe visti i colpi di Theofilos, può solo portare un sorriso a un anarchico, vedendo come facilmente cambiano i ruoli e come dei produttori di schiavitù, umiliazione, protezione delle istituzioni, dei pestaggi degli immigrati e dei marginalizzati, protettori dello stato e del capitale, del traffico di droghe, della riproduzione di relazioni autoritarie, soggiogazione e non libertà, si trasformino in vittime nelle mani di un anarchico che lotta per la vita, la dignità e la libertà.

Non stavamo aspettando la testimonianza dei poliziotti per difendere le scelte dei nostri compagni. Theofilos Mavropoulos dal primo momento del suo arresto si è preso la piena responsabilità delle sue azioni sottolineando che le avrebbe rifatte se necessario. Aprire il fuoco sui nemici della libertà ha dato la possibilità al suo compagno di fuggire con la stessa macchina degli sbirri. Un’azione che mostra come diamo significato al termine SOLIDARIETÀ con tutti i mezzi e FINO ALLA FINE. Solidarizziamo quindi con il compagno Theofilos Mavropoulos e affermiamo che gli rimarremo vicino. THEOFILOS MAVROPOULOS È NOSTRO FRATELLO, IN PRIGIONE UN GUERRIGLIERO, NELLE STRADE NOSTRO COMPAGNO**, uno slogan sentito ad una manifestazione di solidarietà in occasione al terzo processo CCF che ha avuto inizio l’8 Ottobre.

Assemblea di solidarietà alla CCF e a quellx perseguitx per lo stesso procedimento

fonti: i, ii

Grecia, Patrasso: Per gli eventi all’esterno dell’occupazione Maragkopouleio e l’assalto comune di sbirri e fascisti

Sbirri e Nazi-Amore per Sempre
Sbirri e Nazi-Amore per Sempre

La sera del Lunedì, 8 Aprile, un gruppo di compagni che si trovava sulla piazza di Psila Alonia è stato aggredito da un gruppo di fascisti frequentatori del ristorante “Psitalonia” (proprietà dell’albadorato Sipsas) col pretesto di una maglietta con un simbolo antifascista che indossava uno dei compagni. I fascisti hanno assaltato i compagni con pietre, bottiglie e sedie dall’interno del locale. I compagni hanno resistito e poi si sono diretti verso l’occupazione di Maragkopouleio dopo aver respinto i fascisti, anche se mancavano numericamente. I neo-nazisti sono diretti verso l’occupazione dove sono stati respinti una seconda volta in modo efficace. L’intervento dei poliziotti è stato immediato, rafforzativo e di salvaguardia per i parastatali, i quali stavano deliberatamente provocando danni ai veicoli parcheggiati. Nelle prossime ore e in coordinamento perfetto tra di loro, i sbirri hanno attaccato i compagni riuniti lanciando gas lacrimogeni e bombe assordanti sulle teste di coloro che erano all’ingresso dell’occupazione, fornendo copertura nello stesso tempo ai neonazisti, che scagliavano al cortile dell’occupazione pietre e razzi dal vicolo laterale. Per 2 ore l’occupazione di Maragkopouleio era sotto assedio dalle forze della polizia antisommossa (MAT) nel tentativo di escludere lo spazio da due manifestazioni spontanee che tentavano di accederla. L’atteggiamento massiccio e intransigente dei 200 e passa compagni/e presenti ha impedito ulteriori attacchi, fino a quando, in un primo momento i fascisti e poi i poliziotti se ne sono ritirati.

L’attacco di eri sera dei MAT-Alba Dorata all’occupazione di Maragkopouleio non è altro che la continuazione delle mosse repressive dello stato contro le occupazioni e gli spazi auto-organizzati, contro il mondo della lotta che resiste con forza ai disegni antisociali, al tentativo dell’imposizione dell’impoverimento e del cannibalismo sociale. Nonostante i costanti pronunciamenti di questa organizzazione neonazista sul suo carattere anti-sistemico, ancora una volta la loro concomitanza con le forze repressive ha mostrato ciò che realmente siano: i cani fedeli dello stato pronti ad aiutare in qualsiasi modo nel suo lavoro.

Nonostante gli sforzi disperati dei principali media del regime per presentare gli eventi come un conflitto tra “estremi”, la presenza massiccia e diversificata di un certo numero di attivisti e militanti di fuori dello spazio dell’occupazione ha provato che la memoria sociale e di classe è ancora viva e arma con determinazione un intero mondo, pronto a difendere con tutte le sue forze le strutture e le opere della lotta, il mondo della resistenza e della libertà.

Ancora una volta, dopo il loro ennesimo tentativo in data 11 Ottobre 2012, i fascisti dell’Alba Dorata si sono ritirati con la coda tra le gambe e con la scorta amichevole della polizia greca.

INDIETRO FASCISTI, AVANTI COMPAGNI
LA LOTTA PER LA LIBERAZIONE SOCIALE GLI PASSERÀ SOPRA

compagni/e
Patrasso, 9 Aprile 2013

Nota: Un compagno è stato arrestato durante gli scontri.

fonte

Atene: Breve aggiornamento sull’anarchico rivoluzionario Theofilos Mavropoulos

ccf

Due processi contro l’O.R.. Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono attualmente in corso nell’aula speciale del carcere femminile di Koridallos. Theofilos Mavropoulos è una delle persone accusate in ambedue i processi in corso contro la stessa organizzazione.

Nella 1° seduta del quarto processo CCF, Theofilos Mavropoulos ha chiarito che, “come ho già affermato in un precedente procedimento giudiziario e nei vecchi comunicati, sto in piedi accanto ai compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco come anarchico solidale ma senza essere un membro della Cospirazione me stesso… “. Poi, ha dichiarato davanti ai giudici che dal 5 Aprile 2013 egli aderisce alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco, sostenendo anche la sua affinità con la Federazione Anarchica Informale.

In altre parole, Theofilos Mavropoulos si unisce all’organizzazione dall’interno. Quindi, da ora in poi, l’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco sarà registrata con 10 membri incarcerati: Haris Hadjimihelakis (che è stato arrestato nel 2009), Panagiotis Argirou e Gerasimos Tsakalos (arrestati nel 2010), Michalis Nikolopoulos (arrestato nel gennaio 2011), Olga Ekonomidou, Giorgos Polidoros, Christos Tsakalos, Damiano Bolano e Giorgos Nikolopoulos (arrestati nel marzo 2011), così come Theofilos Mavropoulos (arrestato nel maggio 2011).

È anche possibile leggere la dichiarazione alla Corte di Theofilos Mavropoulos durante la sessione di prova del 19 novembre 2012, in inglese qui, tradotta da “This Is Our Job”.

Atene – Caso Lotta Rivoluzionaria: Cinque anarchici condannati in primo grado

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Il 3 Aprile 2013 la sentenza sul caso della Lotta Rivoluzionaria è stata in pratica un leggero miglioramento della proposta iniziale del pubblico ministero. La decisione della Corte sul caso della Lotta Rivoluzionaria:

Gli imputati che hanno negato la partecipazione all’organizzazione

– Assoluzione di Marie Beraha, Sarantos Nikitopoulos e Kostas Katsenos da tutte le accuse (col beneficio del dubbio).

– Condanna di Vaggelis Stathopoulos e Christoforos Kortesis per la presunta partecipazione nell’organizzazione.

I membri ammessi della Lotta Rivoluzionaria

– Assoluzione di Nikos Maziotis, Pola Roupa e Gournas Kostas del l’accusa di ‘dirigere un’organizzazione terroristica.’

– Condanna di Nikos Maziotis, Pola Roupa e Kostas Gournas per “semplice sinergia” alle azioni della Lotta Rivoluzionaria (senza uno straccio di prova sul loro coinvolgimento nelle azioni specifiche, ma piuttosto con l’applicazione del principio nazista della responsabilità solidale).

Per riassumere, il membro della Lotta Rivoluzionaria, Nikos Maziotis, è stato condannato a 86 anni di carcere; la sua condanna è stata fusa in 50 anni. I membri della Lotta Rivoluzionaria, Pola Roupa e Kostas Gournas, sono stati condannati entrambi a 87 anni; tutte le condanne sono state fuse a 50 anni e 6 mesi. Per tutti e tre, la pena detentiva massima è di 25 anni (che in genere sono serviti sia come una sentenza completa o scalati dai salari giornalieri compiuti nel carcere, o dopo il completamento dei 3/5 della pena detentiva, quando un ad prigioniero può essere concesso il rilascio condizionale a determinate condizioni).

Vaggelis Stathopoulos e Christoforos Kortesis sono stati condannati a 8 e 7 anni di carcere, rispettivamente. La sentenza contro Vaggelis Stathopoulos è stata fusa in 7 anni e 6 mesi.

Inoltre, per tutti e cinque gli anarchici condannati, la decisione dei giudici ha confermato la privazione dei loro diritti politici (5 anni per i tre membri ammessi della Lotta Rivoluzionaria, e 3 anni per gli altri due anarchici), così come l’effetto non sospensivo dell’appello.

Mentre Nikos Maziotis e Pola Roupa sono in fuga, Kostas Gournas, Vaggelis Stathopoulos e Christoforos Kortesis sono stati immediatamente portati in prigione. Gli slogan militanti del pubblico e i pugni chiusi dei tre combattenti anarchici sono stati gli ultimi momenti del processo.

Solidarietà con tutti gli anarchici imprigionati o perseguitati dallo Stato Greco! La battaglia per la libertà è tutt’altro che finita.

Viva la Lotta Rivoluzionaria!

Atene: Processo contro la CCF (udienze 24-33) e lettera di 3 compagni accusati per lo stesso caso

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Mercoledì 30 gennaio (udienza 24)
Si presentano 7 dei testimoni dell’accusa, 3 di loro per il caso dell’invio dei pacchi-bomba e gli altri per i due nascondigli, quello di Volos (in cui sono stati arrestati 5 compagni della Cospirazione dopo che l’appartamento era stato circondato da decine di uomini dell’EKAM (Unità Speciale Repressiva Antiterrorista). In questo appartamento-nascondiglio furono trovate pistole, revolvers, Kalashnikov, uniformi da poliziotti, TNT, detonatori, micce, documenti di identità falsi, ecc.) e quello del quartiere ateniese di Kallithea (che era stato svuotato).
Tra i testimoni c’era un poliziotto dell’Unità Antiterrorista, che al momento di testimoniare cercava di nascondersi la faccia perchè non la vedessero i compagni della CCF.

Lunedì 4 febbraio (udienza 25)
I due compagni che erano ricercati accusati di appartenenza alla CCF, Giannis Mihailidis e Dimitros Politis, e che sono stati arrestati il 1° febbraio dopo aver realizzato una doppia rapina (Banco Rural e Ufficio delle Poste) a Velventos, vicino a Kozani, sono stati portati al processo. Il tribunale ha deciso di sospendere il processo per dare tempo ai due compagni, i quali appaiano chiaramente “affaticati” dopo il loro arresto. L’udienza seguente, quella dell’11 febbraio, è stata anch’essa sospesa.

Venerdì 15 febbraio (udienza 27)
Si presentano 9 dei testimoni dell’accusa. Uno di loro è un poliziotto della guardia costiera e allo stesso tempo proprietario del veicolo che è stato rubato dai compagni della Cospirazione (secondo la stampa “per realizzare una rapina a mano armata alla succursale del Banco Nazionale”). Gli altri sono titolari delle carte d’identità i cui dati sono stati utilizzati per i documenti falsi che avevano i compagni della CCF. Allora, i giornalisti della stampa e della tv menzionarono che i membri della Cospirazione vestiti da poliziotti facevano “controlli” per copiare i dati delle persone reali e poi utilizzarli per documenti falsi, fabbricati da loro stessi e affittare appartamenti-nascondigli.

Giovedì 21 febbraio (udienza 28)
Il processo è cominciato con una tensione, perchè i poliziotti hanno cercato di separare Olga Ikonomidou dal resto dei compagni della CCF e Theofilos Mavropoulos, mettendola in un’altra cella. Il pretesto era che “non possono stare insieme per ragioni di sicurezza”. Bisogna segnalare che il resto delle persone che attualmente sono sotto processo ma negano la loro appartenenza alla Cospirazione, rimangono in un’altra cella. I membri della CCF hanno interrotto il procedimento e hanno abbandonato la sala, dicendo che non accettavano la separazione della compagna. Alla fine i poliziotti hanno ceduto e Olga è potuta rimanere insieme con gli altri.

Lunedì 25 febbraio (udienza 29)
Si presentano i due poliziotti rimasti feriti dalle pallottole del compagno Theofilos Mavropoulos durante la sparatoria a Pefki. Uno di loro racconta lo scontro, dicendo che mai prima di allora aveva visto tanta veemenza di attacco da parte di un perpetratore. Ha menzionato nello specifico di essere stato il conducente dell’auto-pattuglia e, come abbiano visto, di aver notato due persone sospette (una era Theofilos) che si spostavano su una mota (che era rubata). Hanno fermato la pattuglia, sono scesi e con l’altro poliziotto si sono avvicinati ai compagni. Appena uno dei poliziotti ha afferrato uno dei compagni cercando di arrestarlo, Theofilos ha estrato una pistola 9 mm ed ha cominciato a sparare contro i poliziotti, facendoli cadere a terra. Uno di loro ha ricevuto pallottole nel petto, un altro nel collo. Nonostante tutto questo, uno dei poliziotti, poiché aveva un giubbotto anti-proiettile, è riuscito ad aprire il fuoco e ferire Theofilos ad una gamba. Il secondo compagno è potuto salire sull’auto-pattuglia e fuggire con essa. Theofilos da parte sua ha dichiarato: “un poliziotto, che tenga l’arma in mano o nella fondina, costituisce un ostacolo per la mia stessa libertà…”

Mercoledì 27 febbraio (udienza 30)
Come testimoni dell’accusa c’erano i poliziotti che hanno arrestato il compagno Theofilos mentre era ferito, e due cittadini i cui dati sono stati trovati nelle carte d’identità false nei nascondigli della Cospirazione.

Venerdì 1 marzo (udienza 31)
Si presenta il capo del Servizio Antiterrorista, vale a dire l’ufficiale che ha supervisionato tutta l’operazione realizzata contro la CCF a Volos. Come ha dichiarato egli stesso, il suo servizio possedeva un’informazione su una macchina utilizzata da due persone sospette legate ai tre membri della Cospirazione che erano ricercati.

Lo stesso ufficiale, evidentemente per non rivelare i segreti operativi del suo servizio, ha sostenuto che l’auto in questione è stata localizzata “per pura casualità” mentre circolava per le strade di Atene. Quindi è scattata “l’allerta” nell’Unità Antiterrorista e decine di poliziotti hanno cominciato a inseguire l’auto e gli incontri dei due compagni. In questo modo è venuto fuori che si sono incontrati con altre persone allora sconosciute (una delle quali, secondo i poliziotti, era uno dei compagni arrestati per la rapina a Velventos) per conversare in maniera cospirativa. Dopo questa riunione si sono allontanati separatamente e il giorno seguente l’auto si è diretta a Volos*.

A questo punto il capo dell’Antiterrorismo ha spiegato che visto che i “sospetti” avevano spesso preso misure di contro-inseguimento, i poliziotti molte volte non hanno potuto seguirli e perdevano le loro tracce. Inoltre ha chiarito che in questo caso non ci sono state intercettazioni telefoniche, perchè i compagni della Cospirazione per comunicare non usavano telefoni cellulari. Ha poi commentato che la CCF aveva tutte le regole cospirative e che sono stati particolarmente bravi nelle misure di contro-inseguimento. Per questo, l’Unità Antiterrorista ha chiamato l’EKAM perchè assaltassero l’appartamento-nascondiglio di Volos. Ha menzionato anche che oltre ad armi ed esplosivi, si trovavano gli schemi, i piani e i progetti per derubare la sede centrale della Banca Nazionale di Volos. Secondo quanto sostiene, i compagni della Cospirazione progettavano di avvicinarsi alla banca in questione con un’auto rubata trasformata in auto-pattuglia. Alcuni altri membri della CCF sarebbero stati già lì, di fronte alla banca, fingendo di essere “clienti”. Quelli della Cospirazione vestiti da poliziotti avrebbero dovuto entrare dentro e prendere il direttore in ostaggio per aprire la cassaforte centrale.

Ha concluso dicendo che secondo la sua opinione ci sono ancora membri della CCF che non sono stati arrestati.

L’udienza è stata sospesa fino al 6 marzo, quando continuerà la testimonianza dello stesso poliziotto.

Nota:
La descrizione più dettagliata di questo inseguimento si può leggere (in spagnolo) nella prima lettera, puramente informativa, della compagna Olga.

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Salonicco: Nuovo processo contro sei compagni dell’occupazione Delta, che è stata sgombrata a Settembre del 2012

L’occupazione Delta, a Salonicco, è stata violentemente sgombrata il 12 Settembre 2012. Nel processo-farsa che segui, dieci compagni arrestati hanno ricevuto delle pene con delle sospensioni condizionali e costretti a pagare delle multe (7.950 € in totale). Uno degli arrestati, l’anarchico immigrato Gustavo Quiroga, è rimasto in carcere ed è stato di seguito deportato in Colombia il 4 Novembre. Nello stesso mese, lo Stato Greco ha scatenato una nuova serie di processi contro 6 dagli anarchici che sono stati arrestati durante lo sgombero. I 6 compagni sono ora accusati di disturbo della quiete domestica (dal 2008), come pure per danni aggravati sulla costruzione dell’occupazione Delta. E per di più, l’Istituto dell’Istruzione Tecnologica di Salonicco “Alexandreio”, che rivendica la proprietà giuridica del palazzo sfrattato, mentre lo lascia marcire, attraverso il suo consiglio di amministrazione chiede un risarcimento di 3,5 milioni di euro per presunti danni causati dagli occupanti.

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Sul manifesto si legge:

L’8 Aprile 2013, sei degli arrestati dell’occupazione Delta sono chiamati di fronte al tribunale di Salonicco, accusati di occupazione e di una somma di 3.500,000 euro per danni aggravati.

Sono accusati da coloro che contano le nostre vite in soldi e le stanno svendendo al capitale nazionale ed estero.

Sono accusati a causa delle loro scelte politiche. Si trovano ad affrontare accuse perché si sono opposti alle autorità e ai loro seguaci creando strutture di solidarietà e di contro-attacco, che mirano ad una società di uguaglianza basata sulla solidarietà, l’anti-gerarchia e sulla vita comunale.

L’edificio è stato mantenuto dagli stessi occupanti e consegnato alla società con le suddette caratteristiche politiche. Ora, dopo il suo sequestro da parte dell’istituto di istruzione tecnologica locale, l’edificio è stato distrutto a causa di abbandono in un periodo in cui le occupazioni e i nostri progetti sono più importanti che mai.

Nessuna prosecuzione contro qualsiasi degli arrestati dell’occupazione Delta! Tutto continua.

Raduno di solidarietà, Lunedì, 8/4, alle 9:00 al tribunale di Salonicco

Occupazione Delta

Grecia: Revoca immediata del divieto di Stella Antoniou, che le impedisce di lasciare il paese

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La nostra compagna e membro del centro sociale occupato VOX, l’anarchica Stella Antoniou, che è accusata di presunta partecipazione ad un’organizzazione armata e attualmente sotto processo, sta affrontando un grave problema di salute per il quale non c’é alcun ospedale specializzato in Grecia. Nel mese di Aprile 2013, ha programmato un appuntamento presso un ospedale in Svizzera per sottoporsi a visite mediche e ad esplorare la possibilità di un trattamento adeguato. Gli ordini del divieto imposti a Stella, dopo i suoi 18 mesi di carcerazione preventiva, e in particolare il divieto di lasciare il paese, impediscono questa visita medica. Per questo, Martedì, 19 Marzo, è stata presentata una richiesta per la revoca immediata di questo divieto particolare, una richiesta che sarà giudicata dal consiglio giudiziario di Atene.

Come compagni di Stella Antoniou, crediamo che se i giudici negano la revoca di un tale ordine restrittivo, negano di fatto al diritto all’assistenza sanitaria che questo problema deve affrontare. Qualsiasi rifiuto o ritardo all’esame della proposta sarà chiaramente una pratica vendicativa nei confronti di una compagna che si trova sotto causa per la sua solidarietà di fatto con il suo compagno perseguito.

Indipendentemente dalle accuse e il processo in corso, a prescindere del resto del divieto e il contesto soffocante repressivo, chiediamo la rimozione del divieto che le impedisce di lasciare il paese.

Qualsiasi altra decisione sarà solo criminale.

Centro sociale occupato VOX (Exarchia, Atene)