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Grecia: Manifestazione antifascista a Volos

Sul manifesto si legge:

SE OGGI TOLLERI IL FASCISMO
DOMANI SARAI COSTRETTO A SUBIRLO
Sabato, 29 Settembre, il deputato parlamentare locale dell’Alba Dorata P.Iliopoulos è stato avvistato sulla via Dimitriados, nella città di Volos. Una persona ha iniziato a discutere verbalmente con lui a causa delle tattiche fasciste e il bullismo del parlamentare, ma anche perché la stessa persona è stata regolarmente calunniata attraverso internet dall’Alba Dorata.

Poco dopo, all’angolo della via Dimitriados e via Skenderani, dove si trova il locale della sede (non ufficiale) del partito nazionalista, la stessa persona si è trovata a discutere verbalmente con sette membri dell’Alba Dorata, che erano appena usciti dal palazzo carichi con manganelli in acciaio e pali di legno, e con lo stesso parlamentare, che non solo portava un paletto di legno, ma anche mostrato la sua pistola durante la sfida ed ha minacciato l’antifascista disarmato.

In soli pochi minuti, pesanti forze della polizia sono arrivati ​​sulla scena e si sono allineati in un cordone per proteggere i fascisti armati. Poi i poliziotti hanno violentemente arrestato sei persone e l’antifascista, con il pretesto di ottenere delle testimonianze riguardo l’incidente.

Un’altro cittadino, che era anche lui un testimone oculare, è andato al dipartimento della polizia per sporgere denuncia contro il comportamento del parlamentare. Tuttavia, è stato ignorato dai poliziotti, che gli dissero di tornare in un’altro orario.

NON DOBBIAMO VIVERE COME SCIAVI
L’unica cosa che i media della “informazione” e l’indagine della polizia hanno aggiunto riguardo il caso è stato solo la legittimità del possesso dell’arma da fuoco. Se il parlamentare aveva sparato con la sua pistola, probabilmente avrebbero la cura di aggiungere, come al solito, una scarica accidentale o un proiettile ostracizzato.

ABATIAMO I FASCISTI
Manifestazione di protesta, Sabato 6 Ottobre ore 18.00, Aghios Nikolaos, Volos

Assemblea contro il fascismo

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Tenetevi al sicuro sulla strada, state in allerta. (I neo-nazisti hanno diffuso un appello per una manifestazione “Pan-Thessalica” lo stesso giorno, nello stesso tempo, a Volos.)

Atene: Lettera dei 15 arrestati antifascisti dal tribunale di Evelpidon – Aggiornamento 4-5/10

Di seguito è riportato un testo dei 15 arrestati dal tribunale di Evelpidon:

“Oggi, lo Stato ha dichiarato guerra civile. Coloro che non sono uccisi dai coltelli fascisti vengono mandati in prigione attraverso decisioni giudiziarie della giunta.

Chiamiamo gli combattenti e tutti coloro che sentono che la DIGNITÀ, LA SOLIDARIETÀ, L’UGUAGLIANZA e LA LIBERTÀ non sono parole vuote, ma un atteggiamento di vita, di rendersi conto del momento storico in cui viviamo e di agire di conseguenza.

Le idee non possano essere represse, né imprigionate.

I 15 arrestati, uomini e donne “antifascisti/e”

Il 4 Ottobre, i 15 arrestati del moto-corteo antifascista sono comparsi davanti a un giudice istruttore. Mentre due pubblici ministeri hanno chiesto che tutti i 15 dovrebbero essere rilasciati in custodia cautelare prima del processo – indipendentemente dal fatto che siano accusato di crimini o delitti minori – il giudice istruttore non sia stato d’accordo con questa sentenza.

Gli ostaggi dello Stato ed i loro difensori legali hanno letteralmente passato tutto il giorno nel tribunale (dal mattino fino a tarda notte). A mezzogiorno, solidali e parenti sono stati aggrediti dagli squadroni anti-sommossa semplicemente per aver partecipato ai procedimenti giudiziari; detenzioni non sono state segnalate, ma diverse persone sono rimaste ferite.

A causa della controversia tra i pubblici ministeri e il giudice istruttore e, dopo un lungo colloquio, la causa è stata, infine, portata al Consiglio giudiziario, che deciderà il 5 Ottobre se i 15 compagni rimarranno in detenzione preventiva o meno.

Pertanto, un totale di 19 compagni arrestati rimane nella sede della polizia di Atene (del Viale Alexandras) e dovrà apparire ancora una volta nel tribunale di Evelpidon, Venerdì 5/10.

I 4 compagni del raduno di solidarietà nella Corte di Atene (arrestati il 1/10) saranno trasferiti nel tribunale alle ore 9.00.
I 15 antifascisti (arrestati il 30/9) avranno di un procedimento separato alle 12.00.

fonti: i,ii

Tutti i 19 compagni rilasciati (5/10):
I 4 compagni (arrestati il 1/10) sono stati finalmente rilasciati. Il procedimento è stato rinviato per Venerdì 12 ottobre, alle ore 9 presso il tribunale di Evelpidon.
Dopo una lunga sessione del Consiglio giudiziario, i 15 antifascisti (arrestati il 30/9) sono stati liberati a condizioni restrittive (e cauzione monetaria, in attesa dell’appello).

fonti: i, ii, iii

Atene: La terza manifestazione antifascista con motociclette si è scontrata con i neo-nazisti, la polizia ha attaccato la manifestazione per rappresaglia

Striscione anarchico a Kamara, Salonicco: “Solidarietà con gli arrestati del moto-corteo antifascista – Atene – Corte di Evelpidon, 4/10”.

La notte del 15 Settembre ha avuto luogo la prima pattuglia con motociclette attraverso il centro di Atene, con slogan e manifesti di protesta contro gli attacchi neonazisti. Il 22 Settembre un’altra moto-manifestazione antifascista è stata realizzata con successo.

La sera della Domenica 30 Settembre, un terzo intervento di moto-pattuglia antifascista è passato attraverso le zone del centro, ma fu presto “ostacolato” dalle fece fasciste. Di conseguenza, i compagni hanno “cestinato” tre neonazisti vicino a via Phylis nel quartiere di Aghios Panteleimonas, nel centro di Atene. Intorno alle 9 di sera, mentre uno dei fascisti era ancora disteso a terra ferito, le ultime moto del corteo sono state attaccate in ritorsione da parte di diversi teppisti dell’unità della polizia-moto DELTA.

Quasi tutti gli antifascisti in moto sono stati inseguiti ed attaccati, in primo luogo nelle vicinanze della piazza Amerikis (non lontano dal centro della comunità della Tanzania, che era stata saccheggiata dai fascisti solo pochi giorni fa), poi sul Viale Alexandras, ma anche durante il loro ritorno ad Exarchia. Lí, inoltre, una coppia di giovani è stata perseguitata ed arrestata dalla polizia. Diverse moto sono state lasciate indietro e, infine, sequestrate dalla polizia. Poco dopo, molti compagni sono riuniti nell’occupazioni più centrali di Atene in difesa dei posti.

Tra un numero imprecisato di compagni feriti dalla polizia, un antifascista è rimasto gravemente ferito. Quasi 23 persone che hanno preso parte all’azione sono state inizialmente date per disperse. Tra questi, 15 sono state arrestate in luoghi diversi e tenute nel quartier generale della polizia nel Viale Alexandras, senza accesso ad un avvocato.

Un raduno è stato chiamato per Lunedì a mezzogiorno, 1 Ottobre, presso la Corte di Evelpidon in solidarietà con gli arrestati. Il procedimento è stato ritardato ed infine rinviato per Giovedì, mentre al raduno hanno partecipato più di 300 compagni. In serata, diverse unità della polizia hanno attaccato furiosamente i solidali all’interno del cortile e gli hanno perseguiti nelle strade vicine, con la conseguenza di numerose detenzioni -4 sono state successivamente trasformate in arresti.

I 15 antifascisti che sono stati arrestati il 30/9 sono ancora detenuti nel quartier generale della polizia – visto che devono comparire al tribunale di Evelpidon la mattina del Giovedì 4/10. I 4 compagni arrestati il 1/10 rimarranno nella sede della polizia fino il Venerdì 5/10, in cui saranno probabilmente sottoposti al processo nel tribunale di Evelpidon.

I antifascisti che hanno preso parte all’azione non hanno ancora rilasciato la propria versione dei fatti, ma hanno notificato che ci sia la necessità di raccogliere più di 10.000 euro per le spese legali. Inoltre, nella tarda serata del Mercoledì, 3/10, hanno chiamato per un’assemblea aperta presso la Scuola Politecnica per discutere gli ultimi aggiornamenti sui 15 arrestati del intervento-pattuglia antifascista (30/9), per i 4 arrestati del raduno di solidarietà alla Corte di Evelpidon (1/10) e le azioni future. L’assemblea ha avuto la partecipazione di più di 300 sostenitori.

Nella stessa notte, un video dall’intervento del 30/9 è stato rilasciato, contenente filmati poco prima della repressione del corteo. Inoltre, tutti i 19 ostaggi nel quartier generale della polizia hanno inviato un primo report :

Mercoledì 3 Ottobre 2012
Poche parole dalle celle di detenzione del 7° piano del quartier generale della polizia di Atene

Anche se sono già passati tre giorni dal nostro arresto durante il moto-corteo antifascista della (Domenica 30/9), pensiamo che sia bene chiarire un paio di cose anche adesso.

Dopo un richiamo di manifestazione per Domenica 30/9, un moto-corteo antifascista con l’affissione di manifesti ha avuto luogo nel centro di Atene, il quale è partito da Exarchia. Questa dimostrazione è stata una risposta ai pogrom fascisti ed agli attacchi contro gli immigrati che si svolgono in diverse aree del centro di Atene da parte di bande fasciste, che sono travestite da “comitati di residenti e commercianti” e agiscono con l’aiuto di bande ufficiali statali.

In questo momento, non siamo interessati ad analizzare o spiegare qui la relazione data e banale dell’Alba Dorata (Chrissi Avgi) con la polizia greca.

Subito dopo la che la pattuglia sia stata attaccata dai (cittadini) albadorati, vi è stato un assalto dai poliziotti della unità di polizia moto DELTA, che ha seguito la parte posteriore del corteo, guidando anche dai vicoli paralleli.

Alla fine 15 combattenti antifascisti sono stati catturati, sia uomini che donne. Essi sono stati feriti in varie parti del loro corpo, come la testa, le braccia e le gambe, mentre i poliziotti hanno utilizzato anche pistole taser (armi elettroshock).

Siamo stati portati al 6° piano della questura di Atene, di fronte al Dipartimento di protezione della costituzione dello stato, dove la notte è stata accompagnata da percosse, minacce, tirate di capelli, e bruciature delle squadre DELTA che hanno preso delle foto per i loro album privati mentre ci stavano vigilando.

Minacce come “Ora che sappiamo chi siete, vi seppelliremo proprio come i vostri nonni durante la guerra civile” sono indicativi del terrorismo che i cretini pretori della squadra DELTA hanno cercato di infliggere su di noi. Nello stesso tempo, non ci era permesso di comunicare con avvocati o medici per 19 ore consecutive. Il giorno successivo, dopo aver fatto un trasferimento-show, al fine di prendere i nostri profili sospetti, in ultima analisi, ci hanno portato ai tribunali della ex scuola militare di Evelpidon.

Mentre eravamo ancora alla corte, le forze della polizia anti-sommossa hanno attaccato i solidali raccolti, picchiando ferocemente molti di loro. Un totale di 25 persone sono state arrestate, ed infine, quattro arrestati sono stati incriminati. Dal momento del loro arresto, sono stati trasferiti su al 6° piano della questura, dove i poliziotti hanno attuato una tattica simile di intimidazioni, tra cui perquisizioni umilianti. Dopo una decisione vendicativa senza precedenti, la detenzione temporanea dei 4 arrestati è stata prorogata per altri tre giorni (fino il Venerdì), mentre la detenzione temporanea dei 15 arrestati iniziali è stata prorogata fino il Giovedì.

Ci hanno portato nelle celle di detenzione al 7° piano della questura, in un reparto sovraffollato (destinato a 30 persone, mentre al momento 80 persone “vivono” lì in condizioni incredibilmente squallide), nel tentativo di rompere “i nostri nervi”. Tuttavia, abbiamo incontrato una sensazione davvero eccezionale di solidarietà da parte di persone che sono stati “dimenticati” fino a tre mesi in questo posto.

Nel mezzo della “crisi economica” sempre più persone sono spinti alla povertà e alla miseria, il cannibalismo sociale viene premiato come virtù, il fascismo sta sollevando la testa nelle nostre località e nei quartieri, l’offensiva dello Stato è stata intensificata a tutti i livelli, in mezzo a questo periodo, opzioni che promuovono l’auto-organizzazione, la solidarietà, l’aiuto reciproco e l’azione diretta sono quelli che possono non solo ostacolare la paura, che cercano di imporre sulla nostra vita, ma porsi come la prospettiva di una diversa organizzazione sociale.

Hai bisogno di capire in profondità ciò che il fascismo è veramente.
Il fascismo non morirà da solo, distrugirlo.

Arrestati del 30/9 e del 1/10
(Alcuni di noi, progenie orgogliose dei briganti/symmorites anarco-comunisti.)

Cile: comincia il processo contro Mono, Rusio e Víctor

Il 25 Settembre 2012 è cominciato il processo contro Victor Conejero, Gonzalo Zapata e Cristobal Franke, questi ultimi due sono rimasti circa 4 mesi in carcere preventivo nella sezione di massima sicurezza del C.A.S.

Il pestaggio si è svolto l’11 Settembre 2011 nel cimitero generale, quando un poliziotto cade dal suo cavallo, le immagini furono costantemente ripetute dalla stampa e nei giorni seguenti detenuti i 3 compagni, 2 dei quali rimasero in prigione preventiva.

Sia Victor che Gonzalo resero dichiarazioni di fronte al tribunale, mentre il compagno Cristobal preferì rimanere in silenzio.

Ricordiamo che la stampa non solo fornì le fotografie alla polizia, ma anche iniziò una campagna con palesi menzogne assicurando che il poliziotto aveva perso un occhio dopo il pestaggio per dirigere così l’opinione pubblica contro i compagni che stavano cominciando a essere arrestati per diversi scontri.

Il poliziotto aggredito, José Inostroza Crisosto, dichiarò di fronte al tribunale di avere gli occhi intatti.

Il procuratore Patricio Cooper chiede una condanna di 3 anni e un giorno di carcere contro i compagni, per il crimine di danneggiamenti a carabinieri in servizio, presentando 10 testimoni e 8 periti oltre a varie fotografie e video.

Aspettiamo che venerdì o lunedì della prossima settimana termini il processo e poi i giudici daranno il verdetto e la sentenza.

Chiediamo ai compagni solidali che vanno al processo, di fare un riassunto di quanto accade nel tribunale.

SOLIDARIETÀ CON I COMPAGNI PROCESSATI PER LA LOTTA DI STRADA!
Di fronte alla violenza e al terrorismo della polizia: Solidarietà con quelli che rispondono!

fonte

Santiago, Cile: Aggiornamento dagli scontri di strada del 27 Settembre, 2012

http://www.youtube.com/watch?v=Q3J2Ci7uWow&feature=player_embedded

La gente salva manifestante che era caduto nelle mani dei poliziotti

Giovedì, 27 Settembre gli studenti dell’istruzione secondaria hanno richiamata una nuova manifestazione, la quale abbia ottenuto il permesso del governo, ma con un percorso che finiva in una zona della città che facilita la repressione della polizia, la zona che sia diventata il luogo preferito per i poliziotti per mantenere intatto dalle rivolte il Viale Alameda.

La marcia è iniziata dall’Università Usach, e dopo pochi minuti, quando il corteo è arrivato al Viale España, sono iniziati gli scontri con la polizia. Il Viale Alameda era stato bloccato da recinzioni e macchine della polizia per costringere i manifestanti a marciare verso la zona di Blanco Enlalada. Tuttavia, gran parte della gente, voleva marciare senza autorizzazione attraverso il Viale Alameda, verso il Ministero dell’Educazione.

La manifestazione è stata divisa in due dalla tattica della polizia, con una parte del corteo muoversi verso il Viale Alemada ed un’altro verso il Viale España. In entrambi i casi, i conflitti ed i blocchi stradali sono continuati.

Nella zona del Viale España si alzarono barricate e gruppi di incappucciati si sono scontrati con i poliziotti buttando delle pietre nella seconda stazione di polizia, sul Viale Toeska. Nella zona di Estación Central nel Viale Alameda, il traffico è stato bloccato per diverse ore e gli studenti si sono scontrati con la polizia dall’interno dell’Università Usach.

Durante la mobilitazione degli studenti del 27 Settembre, più di 20 poliziotti vennero feriti e sono state detenute più di 100 persone, di cui circa 70 minori. Tra i detenuti, 2 quindicenni sono stati trattenuti la notte in caserma, per passare la mattina dopo dalla Procura con l’accusa di possesso di molotov. I due ragazzi sono stati rilasciati con l’obbligo di presentarsi ogni mese alle autorità.

“ACCENI LA MICCIA (A)”

“Nemmeno un minuto di silenzio, tutta una vita di combattere”

fonte di informazioni e altre foto
fonte per video

Grecia : Salonicco: Sfrattata l’occupazione Delta

Occupazioni a tempo indeterminato

Intorno alle 07:30 del Mercoledì 12 Settembre, a Salonicco, almeno cinque squadroni della polizia antisommossa (MAT) e due jeep dell’unità repressive speciali dell’antiterrorismo sono arrivate in fila al di fuori dell’occupazione anarchica Delta ed hanno preso d’assalto l’edificio subito dopo.

Dieci persone sono state arrestate all’interno dell’edificio e altri che sono arrivati ​​in solidarietà sono stati arrestati sulla strada. Inoltre, altri solidali che si sono riuniti nei pressi dell’occupazione sono stati circondati e tagliati fuori dalla polizia.

I poliziotti hanno perquisito l’edificio a più piani (occupato dal 2007) ed hanno sequestrato numerosi oggetti personali degli occupanti, comprese le infrastrutture, come computer e dischi rigidi, ma anche dei contanti. Inoltre, la polizia ha ufficialmente rilasciato un filmato con video muto dall’invasione delle forze speciali nell’occupazione. i squadroni dell’antisommossa hanno circondano la zona dove si trova l’edificio, e il suo ingresso anteriore è stato sigillato.

Quelli che erano arrivati ​​in solidarietà e sono stati arrestati sono stati rilasciati.

I dieci compagni che sono stati arrestati all’interno dell’occupazione sono ancora detenuti nella sede della polizia di Salonicco (GADTH); sono dovuti a comparire dinanzi al procuratore o stasera o domani (13/9). Sono accusati di reati minori (per quanto ne sappiamo fino ad ora).

Un’assemblea anarchica d’urgenza per quanto riguarda lo sfratto violento dell’occupazione Delta si è svolta alle 13:00 al Politecnico di Salonicco, dove circa 100 persone in solidarietà, insieme con i membri della collettività dell’occupazione, hanno deciso di fare le seguenti azioni:
i) Raduno di contro-informazione microfonica per oggi, 12/9, in Kamara alle 18.30, in attesa di ulteriori informazioni su i compagni arrestati.
ii) Manifestazione di protesta davanti alla sede della polizia di Salonicco alle ore 21.00, nel caso in cui gli arrestati saranno ancora tenuti prigionieri.
iii) Raduno di solidarietà presso la corte di Salonicco il 13/9, se davvero gli arrestati compariranno davanti al pubblico ministero domani.
iv) Successiva assemblea aperta per organizzare azioni di solidarietà il 13/9 al Politecnico di Salonicco alle ore 18.00.

Raduno di contro-informazione attraverso sistema di audio per oggi:
Tutti in Kamara (centro di Salonicco) alle 18,30!
Nessuna macchinazione repressiva del potere dovrà rimanere senza risposta.
La solidarietà è la nostra arma.

L’occupazione Delta resterà! Giù le mani dalle nostre vite!

Si noti che tutti i proventi del concerto dal vivo organizzato dal gruppo BausMaus questa sera, alle 23.00, al di fuori della Facoltà di Biologia a Salonicco, andrano per le spese legali che si presenteranno per la difesa dei compagni perseguiti dopo l’operazione repressiva contro l’occupazzione Delta.

Fonti: 1, 2, 3, 4

Santiago, Cile: Aggiornamenti dai combattimenti di strada del 9 Settembre

Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione del 9 Settembre 2012 nel Santiago del Cile, 39 anni dopo il colpo di stato dell’11 Settembre 1973, che ha portato al potere il dittatore Pinochet. La marcia in memoria di tutte le persone cadute, uccise, e scomparse in seguito, è stata richiamata dalle associazioni dei parenti dei detenuti scomparsi ed associazioni per i diritti umani, mentre il punto di pre-concentrazione per i gruppi dei manifestanti provenienti da diverse aree politiche è stata la Plaza de Los Héroes / Piazza degli Eroi.

Poco dopo l’inizio della marcia, dei manifestanti incappucciati hanno cominciato i primi scontri. In via San Martin, è stato attaccato con pietre e vernice l’edificio appartenente al Ministero della Pubblica Istruzione, rompendo finestre e danneggiando parte degli interni. Inoltre, una molotov è stata lanciata al primo piano, causando un incendio che è stato spento dal personale del palazzo prima che si diffondesse.

I conflitti e gli attacchi ad i poliziotti sono continuati nella zona della vecchia stazione ferroviaria di Mapocho. In via Recoleta è avvenuto un attacco alla filiale della banca BCI, che è stata saccheggiata e parzialmente distrutta. E stato effettuato anche un tentativo di bruciarla, ma i carabinieri sono riusciti a spegnere le fiamme.

I giovani incappucciati hanno sferrato anche un nuovo attaccato contro le forze repressive a guardia di una pompa di benzina della compagnia Copec, mentre raggiungendo la via Valdivieso, al di fuori del cimitero generale, la gente a attaccato dei giornalisti che sono corsi a nascondersi dietro la polizia. Con pietre, legno, vernice e qualche cocktail di molotov, i manifestanti ribelli si lanciavano contro gli agenti della polizia ogni volta che le barricate sulle strade si rialzavano. Dal parte del nemico sono stati usati lacrimogeni, aure, manganelli e pistole di paintball (video correlato).

Gli attacchi della polizia hanno portato gli incappucciati all’interno del cimitero, dove le barricate sono risorte. Gli scontri nelle strade del cimitero sono continuate fino a circa le 15.00.

Durante la protesta, la polizia ha arrestato 13 persone, tra cui tre accusati del saccheggio della banca in via Recoleta, mentre due sedicenni per possesso di molotov. I due minorenni, che sono stati arrestati presso l’intersezione della via Recoleta con il viale Perù, avendo presumibilmente in possesso una scatola con 6 cocktail di molotov ed una borsa con maschere antigas, sono stati presentati al procuratore del ministero Lunedì mattina. Come detto dall’avvocato dei diritti umani che gli rappresenta i giovani hanno trovato la scatola e la borsa abbandonate ad un cero punto, apparentemente lasciate lì dai carabinieri per arrestare chiunque le avrebbe preso. Tuttavia, il giudice ha deciso di mettere ambedue sotto il controllo dell’Agenzia Nazionale dei Minorenni (SE.NA.ME.), per tutta la durata delle indagini. Ciò significa che, anche se non sono in stato di detenzione, quest’agenzia gli può imporre una serie di misure restrittive, come, tra l’altro, la supervisione dagli assistenti sociali.

Su gli altri arrestati non ci sono aggiornamenti più recenti, ad eccezione del fatto che nessuno sia stato detenuto.

fonte e più foto: liberación total

Montevideo, Uruguay: Per la manifestazione del 31 Agosto in solidarietà con le persone arrestate in Rocha

Come abbiamo accennato in un post precedente, la mattina del Lunedì 27 Agosto, la polizia dell’Uruguay ha arrestato quattro persone coinvolte in un’azione di blocco contro i progetti d’espansione del porto di La Paloma, nel distretto di Rocha. Il giorno dopo, gruppi di compagni a Montevideo hanno chiamato direttamente ad una manifestazione di solidarietà con i quattro manifestanti arrestati per Venerdì, 31 Agosto.

Il corteo pomeridiano è partito dalla Piazza Libertad verso La Prezidencia (il palazzo presidenziale), e anche se è stato organizzato in breve tempo, ha attirato circa 500 persone. Le cose sono andate abbastanza bene, come avviene di solito in simili marce contro le miniere, tranne alcuni litigi con i giornalisti, quando compagni hanno spruzzato con spray una fotocamera dei giornalisti che sono venuti alla manifestazione. Alcune persone appartenenti al corpo della manifestazione si sono risentiti con l’azione diretta, ma le recriminazioni tra i manifestanti non sono state continuate. Per quanto riguarda i quattro arrestati del 27 Agosto, sono stati rilasciati finalmente senza assegnarli con accuse.

Oltre le informazioni strettamente associate con la manifestazione del 31 Agosto, i compagni della rivista Anarchia che ci hanno inviato gli aggiornamenti, notano che ciò che si sta accadendo ultimamente è un tentativo da parte dei circoli riformisti, delle O.N.G., e dei vari politici, di appropriarsi d’una lotta che da tempo non controllino e che, almeno a Montevideo, si evolve con criteri di auto-organizzazione e con una prospettiva non-nazionalista che mira alla diffusione del conflitto. I vari gruppi politici che tentano di isolare gli anarchici dalla lotta, trasformandola in una debole domanda parlamentare, ricorrono anche alle minacce, senza essere pero in grado di praticarle.

Contro l’assimilazione della lotta!
Auto-organizzazione ed azione diretta!

Atene: Breve riassunto della manifestazione antifascista il 1° Settembre

Circa 2.500 persone hanno partecipato alla manifestazione antifascista ad Atene Sabato scorso, 1° Settembre. Il punto d’incontro per la dimostrazione era alla Piazza Monastiraki alle 5 del pomeriggio, da dove i manifestanti hanno marciato sulla Via Athinas poco prima delle 18:00 sul loro percorso programmato attraverso le arterie principali della città, per arrivare fino a Piazza Syntagma. L’idea della manifestazione è stata quella di arrivare alla Piazza Syntagma per confrontarsi con un gruppo di fascisti “autonomi”, una fazione dei circoli nazionalisti locali, che pratica la strategia politica dell’entrismo per condurre gruppi di dissidenti verso i colpi dei neo-nazisti.

Questi gruppi plagiano la propaganda virtuale e la terminologia del movimento anarchico/anti-autoritario in modo da attirare dei giovani e convertirli alla loro causa. Si presentano come il “polo antagonista” al partito neonazista dell’Alba Dorata (Chrissi Avgi in greco), al fine di differenziarsi dagli stereotipi parastatali dell’estrema destra che apertamente collaborano con i servizi dello Stato e le forze di sicurezza. Anche se l’aumento dell’Alba Dorata ha limitato dinamica di questi gruppi e la loro influenza nei circoli fascisti, il loro pericolo non deve essere trascurato, in quanto sono già riusciti ad infiltrarsi nelle grandi manifestazioni durante gli scioperi.

Tuttavia, Sabato scorso solo poche decine di nazionalisti “autonomi” sono riusciti a scendere per l’occasione in Piazza Syntagma, ed erano ben protetti da una presenza enorme della polizia. I poliziotti avevano bloccato tutte le strade che portano alla zona intorno a Syntagma con autobus della polizia ed una serie di squadroni di polizia antisommossa (MAT)- con l’appoggio d’un elicottero che volava a bassa quota al centro della città – costringendo gli antifascisti a fermare la manifestazione a Piazza Omonia prima di tornare in Piazza Monastiraki, dove più di un migliaio di persone sono rimaste alcune ore di più per assicurare che i gruppi fascisti non avrebbero effettuato delle azioni pericolose durante il loro raduno.

Nonostante il fatto che la manifestazione non abbia raggiunto Piazza Syntagma, non c’è stata comunque la mancanza d’azione diretta. Come è stato riportato in Indymedia Atene, dopo la manifestazioni, in varie occasioni, gruppi Antifa hanno trovato delle bande fasciste e li hanno pestati come si deve.

Collado Villalba (Madrid): Comunicato dal “CSO La Fabrika” per i recenti attacchi fascisti a Sierra de Guadarrama

Nel corso degli ultimi due mesi (Luglio ed Agosto), almeno cinque attacchi fascisti sono stati effettuati contro il CSO La Fabrika (Centro Sociale Occupato “La Fabbrica”), durante l’alba come sempre. Il primo era costituito da slogan minacciosi firmati con simboli nazisti e lo slogan “Alpedrete resiste” (un villaggio vicino, dove s’incontrano molti fascisti). Solo due settimane più tardi, un gruppo di sconosciuti ha cercato di mettere fuoco al centro sociale, ma lo ha fatto in modo così maldestro che il fuoco stesso abbia sciolto una pompa d’acqua la quale ha messo fine sia all’incendio doloso e alle speranze degli aspiranti terroristi.

Dopo questo attacco fallito, che avrebbe potuto mettere in rischio non solo il centro sociale, ma anche la vita dei nostri vicini e il bosco circostante, sono stati adottati provvedimenti da parte dell’Assemblea. Con il sostegno di decine di altri gruppi, abbiamo rafforzato la sicurezza e siamo più attenti in ogni momento, e di conseguenza abbiamo colto i fascisti in flagrante in tre nuovi attacchi, questa volta con pietre e bottiglie che hanno causato piccoli danni materiali e personali , ma sono stati respinti con facilità (la sola presenza di testimoni messo quei valorosi assalitori in fuga).

Collegare questi fatti con le decine di atti di violenza subite per anni dai vicini villaggi di Alpedrete ed altri a Sierra de Guadarrama è inevitabile. Questi atti sono stati effettuati da fazioni fasciste protette dal silenzio, e con la complicità, dei consigli comunali, come ad esempio quello di Alpedrete, guidato dal sindaco Marisol Casado, che negano ancora ipocritamente l’esistenza di questi gruppi, mentre sostengono i club utilizzati per reclutare i giovani. L’ultimo atto grottesco ha avuto luogo durante i Finali della Coppa Europea, quando il sindaco non ha esitato a celebrare la vittoria della squadra spagnola suonando l’inno franchista e circondata da bandiere pre-costituzionali che sventolavano dai membri di quegli stessi gruppi che, secondo lei, “non esistono”.

Allo stesso modo, è inevitabile collegare questa aggressione al supporto modesto che La Fabrika ha sempre cercato di dare a coloro che soffrono più direttamente da questo tipo di violenza, così come il contributo dell’occupazione alla creazione di una cultura popolare e meticcia che abbia fatto Collado Villalba un terreno meno fertile per gli approcci stupidi e vili di questi gruppi; e non dimentichiamo la nostra presenza alla partecipazione in diversi atti di memoria, giustizia e risarcimento con quelli repressi durante il regime di Franco. Pertanto, non ci sentiamo come vittime, ma orgogliosamente come dei repressi a causa del nostro lavoro di solidarietà, di memoria e di cultura contro il fascismo, il razzismo, il patriarcato e tutte le varie maledizioni che opprimono, separano e mettono in confronto quelli che provengono dal basso.

Fortunatamente, questa solidarietà è reciproca, e questi attacchi rinnovano i legami tra i diversi movimenti sociali, mostrano alle nuove generazioni il vero volto di questi terroristi e ci rendono più forti. Dopo anni di lotta, i movimenti sociali di queste montagne godono di buona salute e abbiamo risorse sufficienti e l’esperienza per respingere questi attacchi, ma siamo sicuri che altre aree meno visibili e più vulnerabili a questi attacchi soffrono lo stesso da questa maledizione, e siamo determinati a non dare al fascismo qualsiasi spazio di impunità.

Invitiamo le organizzazioni sociali e le persone della zona di isolare e condannare questi terroristi ora, specialmente quando stano cercando di guadagnare seguaci dal malcontento e dalla frustrazione generata dalla crisi. Quelli di noi che cercano l’unione di quelli dal basso dobbiamo dare priorità alla lotta contro coloro che stanno cercando di dividerci.

Sierra de Guadarrama è di classe operaia, meticcia e antifascista, e li mostreremo per le strade che SIAMO DI PIÙ, più intelligenti, più solidali, più coraggiosi, più creativi, più sensibili e più forti.

Sostegno reciproco e solidarietà contro il fascismo e l’impunità
Per la convivenza nella libertà
29 Settembre manifestazione:
Con la Fabrika, contro il fascismo. Siamo di più!

C.S.O. LA Fabrika (Centro Sociale Occupato “La Fabbrica”)
Vía de servicio A6, Collado Villalba, Madrid
lafabrikaii [at] gmail [dot] com

Saragozza, Spagna nord-orientale: chiamata in solidarietà con “I 11 del terrazzo”

Il 12 Settembre il processo contro i compagni conosciuti come “I 11 del terrazzo” si terrà a Saragozza. Queste 11 persone, il giorno dello sgombero del (Centro Sociale occupato) CSO Kike Mur, salirono sul tetto e lì sono resistiti fino all’arrivo della polizia che si avvicinò per portarli giù; mentre per le strade, la violenza della polizia è stata dilettata tormentando i vicini che chiedevano la permanenza dello spazio. Solo tre giorni dopo che lo sfratto abbia avuto luogo, il quartiere di Torrero ha dato una risposta comune ed impressionante, in cui tutti quanti scesero per le strade per mostrare il loro rifiuto allo sfratto dello spazio, che si trova nel vecchio edificio della prigione di Torrero, ed ha presso il nome dal famoso prigioniero che morì li. Dopo che la dimostrazione sia finita, i compagni, sentendosi forti, sono tornati indietro ed hanno rioccupato lo spazio (nonostante le lastre di metallo messe lì dal comune), e la polizia, sopraffatta dai supporto e dalla resistenza dei vicini, non ha avuto altra scelta da quella di lasciare il posto umiliata, mentre il CSO Kike Mur è stato riaperto per ulteriore attivismo politico (altre informazioni, in lingua spagnola, in vozcomoarma).

Ora, queste 11 persone arrestate sul tetto si trovano ad affrontare un processo con l’accusa di appropriazione indebita di proprietà corrispondente al carcere di Torrero, ma noi sosteniamo il contrario dicendo che il consiglio è stato corrotto per portarci in tribunale e adesso pretende a ciascuno di essi una multa di 20.000 dollari.

Nel quadro della campagna di solidarietà con queste 11 persone, ci sono le seguenti chiamate:

Sabato 8 Settembre:
Dimostrazione a sostegno dell’occupazione. Inizierà alle 19:00 (GMT +1) dalla Piazza di Sasera.

Mercoledì, 12 Settembre:
Giorno del processo. È stato chiamato un raduno di protesta, al di fuori del tribunali nella Piazza Pilar alle ore 09.30.

Per tutte le persone al di fuori di Saragozza che vorrebbero partecipare, il COS Kike Mur offre ospitalità. Tuttavia, lo spazio è limitato, quindi, nel caso in cui si desidera essere presente per sostenere, sarebbe meglio se si contattano i compagni in anticipo, al fine di confermare la data in cui si arriva e quante persone andranno con voi o se si sta andando da solo.

Il centro sociale occupato si trova in Piazza della Memoria, nella città di Saragozza.

Inoltre, se non potete partecipare, sarebbe bello se raduni o dimostrazioni si svolgano nelle vostre proprie città per dimostrare solidarietà, oltre a svolgere azioni di solidarietà individuali.

fonte-ulteriori informazioni in lingua spagnola: CSO Kike Mur

Atene: Le forze della polizia hanno bloccato il mercato comunale di Kypseli – Invito per raduno di protesta il 27/8

Sabato, all’alba del 18 Agosto, squadre anti-sommossa della polizia hanno invaso lo spazio occupato del mercato comunale di Kypseli, ad Atene. Il sindaco di Atene (Kaminis) ha ordinato alla polizia antisommossa di sgomberare e chiudere l’edificio.

La “Dimotiki Agora” di Kypseli, in via Fokionos Negri 42, è stata costruita nel 1935 ed è stata considerata come un monumento storico nel 2005. Dopo un lungo abbandono dalle autorità comunali locali, l’edificio era stato utilizzato come uno spazio libero ed auto-organizzato da parte di individui e gruppi del movimento antagonista per gli ultimi sei anni, che ospita una scuola aperta in cui si danno ogni giorno lezioni di greco agli immigrati / rifugiati, una biblioteca, eventi, proiezioni, discussioni, ma funziona anche come un mercato alternativo (produttori di verdure biologiche vendono i loro prodotti una volta alla settimana).

Gente della sinistra affiliati alla “Anichti Poli / Città Aperta” (che sta per la fazione comunale del partito parlamentare della sinistra socialdemocratica SYRIZA) era presente nel mercato comunale occupato per anni pure. Ultimamente, “Anichti Poli” ha cercato di promuovere la “soluzione d’un accordo di cogestione” tra il comune d’Atene ed i loro soci, in alternativa all’auto-gestione del Agora da parte dei residenti e gli altri sostenitori. L’ultima operazione repressiva dimostra che il loro sforzo è caduto nel vuoto, tuttavia, il modo in cui hanno agito queste persone della sinistra in questo caso è indicativo del modo in cui cercano di prendere il potere con mezzi istituzionalizzati rispetto ad altri progetti d’occupazione.

Oggi, l’impresa dell’Agora auto-organizzata è minacciata dalla gentrificazione. L’assemblea aperta del mercato comunale occupato ha denunziato sia l’intervento della polizia anti-sommossa e le lunghe pratiche di persecuzione dello stato contro uno dei pochi spazi liberati e tanto necessari per il quartiere sovrappopolato di Kypseli. Così, varie persone che partecipano attivamente al progetto chiamano ad un raduno di protesta, Lunedì 27 Agosto, alle ore 18.00 (GMT +2), in via Fokionos Negri 42, dove si trova l’Agora.

Inoltre, l’Assemblea della Resistenza e della Solidarietà di Kypseli / Patission, che aveva ospitato parte delle sue attività nel mercato comunale occupato negli ultimi due anni, si unirà alla manifestazione di protesta Lunedì fuori l’Agora, che è ancora circondata dalle squadre della polizia anti-sommossa.

fonti: i, ii, iii, iv

Corinto, Grecia: richiesta urgente per la dimostrazione antifascista (23/8)

Dopo il trasferimento di circa 400 immigrati in un campo militare di Corinto (circa 80 chilometri a sud ovest di Atene) letteralmente nel mezzo della notte, cittadini antirazzisti/antifascisti hanno rilasciato la seguente chiamata di protesta e resistenza immediata:

L’Iniziativa Antirazzista di Corinto denuncia la conversione del campo militare del Corinto, letteralmente durante la notte, in un campo di concentramento d’ispirazione nazista dove già 400 migranti sono stati imprigionati.

Denunciamo il pogrom razzista sotto il nome di “Xenios Zeus” che oggi è stato avviato anche nella nostra città. Nel processo di questa operazione di polizia, dei nostri concittadini sono detenuti e trasferiti ad Atene, con il colore della loro pelle come l’unico criterio per questa detenzione di massa- più di 100 persone sono già state arrestate.

La nostra risposta è chiara: nessun campo di concentramento mai e da nessuna parte. Ci rifiutiamo di rivivere l’orrore del fascismo. Le autorità vogliono che noi iniziamo a mangiarci ed accusarsi a vicenda. Noi diciamo no al cannibalismo sociale. Dobbiamo combattere l’impoverimento, non il povero!

Tutti alla manifestazione di protesta contro i pogrom ed i campi di concentramento fascisti, oggi: Giovedi, 23/8, da 18.30 alla Piazza Perivolakia a Corinto

Niente di tutto questo a Corinto, né da nessuna parte – Stop ai campi di concentramento ed i pogrom razzisti

vedi il poster

Si deve sottolineare che nel primo mattino (secondo un video dai mainstream media) fascisti, membri ufficiali di Chrissi Avgi / Alba Dorata, fecero la loro comparsa al di fuori del campo militare ed hanno tentato di bloccare l’ingresso dei veicoli di “Xenios Zeus”, presumibilmente “protestavano” perché una struttura militare è stata scelta dallo Stato come campo di concentramento per gli immigrati… È molto probabile che la tensione aumenterà nella città di Corinto nelle prossime ore

Grecia: Intervento / manifestazione antifascista nel centro di Atene

CONTRO I POGROM OMICIDI E RAZZISTI – ABBATTERE IL FASCISMO

Azioni antifasciste si sono svolte in numerose città greche da quando la massiccia repressione della polizia contro gli immigrati / rifugiati sia iniziata, nei primi d’Agosto, e in particolare dopo che un uomo sia stato pugnalato a morte apparentemente dai nazionalisti nel centro di Atene (12/8).

Martedì, 21 Agosto, a mezzogiorno, circa 150 compagni sono scesi nelle vie centrali d’Atene, nelle aree di Omonia, Monastiraki e Thissio, per manifestare contro il terrorismo dello stato / fascista.

Questo intervento di strada era una prima risposta minima agli attacchi omicidi ed ai pogrom contro gli immigrati. A partire da Monastiraki, antifascisti hanno effettuato affissioni, distribuito dei testi multilingue ai passanti ed hanno marciato per le vie Athinas, Sophocleous, Sapphous, Sarri, Asomaton ed Adrianou.

I compagni hanno protestato esattamente dove, all’alba del 12 Agosto, i picchiatori fascisti hanno ucciso un immigrato dopo aver tentato di attaccare altri due. Sono intervenuti con il discorso anarchico nei quartieri del centro, dove vivono molti immigrati e rifugiati, lavorano ed escono nonostante il fatto che i controlli d’identità e gli arresti sono ancora frequenti nel corso della giornata.

Nel poster multilingue (incollato ampiamente dai compagni) si legge:

Domenica scorsa il 12 Agosto, 5 fascisti, a cavallo di moto, hanno accoltellato a morte un giovane immigrato in via Anaxagora, nel centro (occupato dalla polizia) di Atene. Poco prima, avevano cercato di accoltellare altri due immigrati. La polizia e il ministro sapevano fin dal primo momento che si trattava di un omicidio razzista, tuttavia, né il nome della vittima è stato mai annunciato, né gli assassini sono stati trovati. E come farlo, quando la maggior parte poliziotti hanno la stessa mentalità con gli assassini fascisti della “alba dorata”? La metà di loro hanno comunque votato per questo partito alle ultime elezioni nazionali.

Viviamo nei giorni e nelle notti dei coltelli. Solo negli ultimi sei mesi, 500 attacchi da parte di fascisti si sono svolti contro gli immigrati, per lo più lavoratori. Viviamo in tempi che ricordano i pogrom nazisti. Dal momento che il 2 Agosto più di 8000 trasferimenti di stranieri dalla polizia verso il centro di detenzione in via Petrou Ralli e 1600 arresti d’immigrati sono stati effettuati in seguito all’enorme operazione della polizia “Xenios Zeus”.

Noi crediamo che tutte le persone dovrebbero vivere in dignità, in solidarietà e in uguaglianza, indipendentemente dal loro paese d’origine, il colore della pelle, la religione e il sesso, a prescindere dal fatto che abbiano o meno i documenti. Noi crediamo che gli attacchi fascisti / razzisti e assassini non devono essere lasciati senza risposta.

Dobbiamo combattere insieme come “indigeni” e immigrati contro il razzismo, il nazionalismo, il fascismo e il totalitarismo di qualsiasi tipo, come parte della lotta contro lo Stato e il Capitale. Dobbiamo lottare per un mondo senza oppressione e sfruttamento, senza confini e capi.

Il silenzio è complicità
Contro pogrom sanguinosi e razzisti
Abbattere i fascisti in ogni quartiere

persone in lotta contro lo stato e il terrorismo fascista

Grecia: Report dalla manifestazione antifascista in Agrinio

Compagni dall’occupazione Apertus hanno portato questi due striscioni con su scritto: “Agrinio non dimentica – Contro l’oscurita del fascismo”

Contro l’oscurità del fascismo
Nessuna tolleranza per i neonazisti di Chrissi Avgi / Alba Dorata

Una manifestazione antifascista è stata effettuata Martedì sera, 17 Luglio, da numerosi gruppi di Agrinio, come l’assemblea contro il fascismo, lo spazio sociale auto-gestito, il collettivo anarchico della rivista della “Ghigliottina”, l’occupazione Apertus, così come la Zona Autonoma – Blocco della Gioventù – fan antifascisti della squadra di calcio “Panaitolikos” -, ma anche il ‘Gruppo de affinidad’ dalla città di Arta, la coesione Antifascista (sispirosi) di Arta ed altri antifascisti da entrambe le città.

La gente ha iniziato a radunarsi presto la sera nella piazza centrale di Agrinio, dove sono stati letti gli annunci collettivi attraverso un sistema di suono. La manifestazione antifascista è iniziata poco dopo le 20:00.

Circa 350 persone hanno partecipato a questa marcia di protesta. Dei slogan contro il fascismo, il razzismo e la repressione sono stati cantati e testi, opuscoli e vari comunicati sono stati distribuiti ai passanti. La manifestazione è durata circa un’ora e mezzo, passando per quasi tutte le strade centrali della città.

fonte / più foto qui

Roma: Undici anni dopo il G8 di Genova, i manifestanti sono stati condannati al carcere

Non perdoniamo, Non dimentichiamo

Secondo un report iniziale sul linksunten.indymedia, il 13 Luglio 2012, la Prima Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione (la più alta corte del sistema giudiziario italiano) ha parzialmente confermato la dura sentenza contro i dieci attivisti accusati.

Processati per le battaglie di strada contro il G8 di Genova nel Luglio 2001, due persone sono state condannate fino a 15 anni di carcere. Tre hanno ricevuto riduzione nelle loro pluriennali pene detentive da nove mesi fino ad un anno, mentre cinque possono appellarsi ancora una volta, visto che per quanto riguarda il resto degli interessati, il giudizio non può più essere impugnato in qualsiasi altro tribunale. Quindi, cinque persone saranno chiuse nella carcere e gli altre cinque dovranno affrontare un nuovo processo.

Tutti i manifestanti sono stati processati e condannati per lo stesso reato,”saccheggio e devastazione” (apparentemente più grave del “reato” di turbare l’ordine pubblico), quindi in realtà il potere giudiziario ha applicato il cosiddetto Codice Rocco, un paragrafo che risale all’epoca del fascismo.

Vi saremmo grati se siete in grado di fornire in prima persona contro-informazione.

Striscione di solidarietà dai compagni anarchici, al cancello di fronte al Politecnico nella Strada Patission, Atene

Leggi anche:
Roma, Italia: Sentenze definitive della Corte Suprema di Cassazione per le forze di polizia coinvolte nel massacro della scuola Diaz al G8 2001 di Genova
Atene, Grecia: Testo dal collettivo anarchico ‘cerchio di fuoco’ in solidarietà con i 10 combattenti processati di Genova

Poznan, Polonia: manifestazione antifascista

Oggi il 30 Giugno in Poznan ha avuto luogo una manifestazione anti-razzista con lo slogan “Tagliare l’ossigeno all’estrema destra”. Oltre 150 persone hanno marciato per le vie del centro della città per mostrare la loro opposizione ai tentativi di gruppi neofascisti a stabilire una presenza negli spazi pubblici.

La folla ha scandito slogan anti-razzisti e anti-fascisti, ha informato i passanti  circa la minaccia dei gruppi marginali ma violenti dell’estrema destra come ONR Wielkopolska “Patrioti” e nazionalisti “autonomi”. iI manifestanti hanno distribuito inoltre volantini sul boicottaggio dei posti “Guesthouse” e “U Honzika” gestiti da Macieja Witzberga e Jana Iżyckiego che stanno usando i loro locali per sponsorizzare gruppi d’azione fascisti e fornirli spazio per le loro riunioni. Maciej Witzberg personalmente ha preso parte all’attacco contro il Festival DIY su Rozbrat (che abbiamo descritto qui in polacco).

I manifestanti hanno anche evidenziato l’ipocrisia dei Nazionalisti Autonomi, che manifestavano oggi, “in omaggio agli eroi del Poznan del Giugno ’56“. Non c’è da stupirsi che non sono apparsi nelle celebrazioni dei lavoratori al cancello della fabbrica Cegielski. Sono interessati solo alla promozione delle loro opinioni malate, che sono basate sul odio e l’esclusione sociale, che siano la negazione della libertà.

I partecipanti della manifestazione hanno annunciato che ogni tentativo di diffondere queste idee e “ricette” per risolvere i problemi sociali, sarà accolto con la risposta che merita. In Poznan, nonché in qualsiasi altro posto non c’è spazio per la diffusione di ideologie totalitarie!

fonte

Montevideo, Uruguay: La terra non si vende, la terra si difende!

Proclama letto alla fine della marcia, alle porte del Dinama:

Perché è in pericolo,
perché è unica ma appartiene a tutti,
perché altrimenti  se non la difendiamo siamo complici,
abbiamo deciso di difenderla rompendo il silenzio.

Siamo parte della stessa lotta, la stessa resistenza che sorge in  tutto il mondo. I nostri fratelli sono coloro che ovunque si trovano sono stati  incarcerati, perseguitati e uccisi. Anche sgombrati come è  accaduto oggi in Bella Union Tedhy Ney, cacciati dalla terra per un anno  avevano curavano e su cui avevano vissuto. Come dicono i compagni  co-UTAA: la terra è di chi la lavora e la abita.

Circondano il bosco, ci sfruttano attraverso i datori di lavoro, siamo contaminati dai loro cibi transgenici OGM , avvelenano le fonti d’acqua, inquinano l’aria e vogliamo convincerci a consumare cose che non servono. Ma cadranno.

Ripetiamo ancora una volta, la terra non sta morendo, la stanno uccidendo. I responsabili hanno dei nomi e sappiamo  a quali interessi rispondono. Vogliamo un mondo sano e libero senza mediatori, lo stiamo costruendo e no chiederemo il permesso. Dare alla terra parte di ciò che ci dà, attaccando chi ci attacca.

Il Capitale ci riempie con i suoi mega-progetti, noi gli opponiamo un mondo che difende la vita e libertà. Qualsiasi altro megaprogetto come l’ Aratiri, porterebbe solo contaminazione distruzione e morte.

LA TERRA NON SI VENDE, LA TERRA SI DIFENDE!

trad. orizzontelibertario

Barcellona: Breve riassunto della manifestazione per la liberazione degli scioperanti del 29M

potete leggere i relativi inviti ed informazioni qui

Liberta' per gli arrestati dello sciopero generale
Liberta' per tutti i prigionieri della lotta sociale - Liberta' per Stella Antoniou

Domenica, 22 Aprile, ha avuto luogo una dimostrazione di protesta in solidarieta’ verso i tre combattenti imprigionati che furono arrestati durante la mobilitazione per lo sciopero generale del 29 Marzo. In Piazza Catalunja, un gruppo di manifestanti ha esposto uno striscione in solidarieta’ con Stella Antoniou e tutti i prigionieri politici. Piu’ di 2.000 manifestanti sono scesi per le strade di Barcellona, rivendicando la liberazione immediata dei tre combattenti del 29M.

Per quanto riguarda la recente ondata di arresti, a Barcellona e Tarragona, i sei arrestati sono stati rilasciati (due di loro sono stati liberati con una cauzione di 6.000 euro ciascuno).

La passione per le carceri e’ piu’ forte di tutte le carceri

Rilascio immediato di Stella Antoniou

Solidarieta’ ai compagni in Grecia che si battono contro il regime fascista e i suoi tirapiedi

Fonte/altre foto quì – guarda anche il report su barcelona.indymedia

Barcellona: Cronaca della repressione dopo il 29 Marzo (in Spagnolo)

Belgrado, Serbia: Azione di solidarietà con Stella Antoniou e i quattro compagni arrestati dopo le dimostrazione del 12 Febbraio ad Atene

LIBERTA' PER STELLA ANTONIOU

Tra il 16 ed il 22 Aprile 2012 abbiamo piazzato degli striscioni vicino all’ambasciata Greca e la Fondazione per la Cultura Greca a Belgrado come atto simbolico di solidarietà con l’anarchica imprigionata Stella Antoniou ed i quattro compagni arrestati dopo la dimostrazione del 12 Febbraio ad Atene.

Stella Antoniou fù arrestata il 4 Dicembre, 2010, ad Atene, insieme con i compagni Kostas Sakkas, Giorgos Karagiannidis e Alexandros Mitroussias, che sono anch’essi imprigionati, con l’accusa di presunta partecipazione ad un’organizzazione armata, vale a dire le anarchiche R.O. CCF. Stella è tenuta in detenzione preventiva da 16 mesi, anche se lei nega (come gli altri tre compagni) le accuse, che vengono costantemente aggiornate con nuove accuse. La vera ragione del perchè lo Stato la tiene imprigionata è perchè la sua sceltapolitica di rimanere solidale con Alexandros Mitroussias (che era ricercato dalle autorità prima di essere arrestato), così come le sue azioni politiche e i suoi punti di vista, in altre parole, a causa del suo coinvolgimento nell’area anarchica e delle lotte sociali. Stella soffre di una rara malattia che non può essere curata in carcere. Ha bisogno di farmaci speciali e cure mediche regolari, ma gli sono state ripetutamente negate. Di conseguenza, la sua salute si è drasticamente deteriorata. Per questo motivo, Stella ha già per cinque volte fatto richiesta di rilascio su cauzione, ancora senza successo. Tuttavia, nonostante le sue gravi condizioni di salute, non ha mai cessato di lottare con coraggio all’interno del regime della cella della prigione, lottando e reclamando per una migliore condizione pretesa da tutti i prigionieri così come contro lo stesso sistema carcerario. Ad esempio, nel Giugno 2011 Stella ha preso parte alle mobilitazioni collettive all’interno del carcere di Koridallos contro le votazioni dei “Memorandum” imposti dalla troika FMI / UE / BCE e dal governo greco.

Il 12 Febbraio la Grecia è stata testimone di una grande eruzione proletaria, in un giorno in cui il parlamento ha votato per il secondo memorandum di “salvezza”. La rabbia del popolo è scoppiata simultaneamente in molti luoghi, con tumulti generalizzati che dichiaravano la negazione della politica promossa dal governo Greco e dei suoi partner dell’UE. L’esplosione sociale di massa, vide dimostrazioni, occupazione di edifici pubblici, la distruzione di obbiettivi capitalisti (l’incendio di banche, negozi di lusso, negozi di pegni, ecc.), attacchi a sedi dei partiti politici e stazioni della polizia, scontri feroci con i segugi della democrazia e dell’ordine, che hanno cercato di contrastare , fallendo, la rabbia della gente. Migliaia di persone hanno partecipato a questi episodi e larga parte di esse ha applaudito quando le banche sono state aperte e date alle fiamme, con una solidarietà spontanea ed attiva verso i dimostranti. Spaventati dall’intensità dei tumulti che stavano raggiungendo livelli di rivolta, prima, durante e dopo il giorno, i leader dei partiti politici, dei media istituzionali e tutti gli altri sostenitori della sottomissione e dell’obbedienza hanno condannato i manifestanti e la contro-violenza sociale diffusa, al fine di creare false divisioni tra i manifestanti. Lo Stato e le sue forze repressive hanno effettuato una caccia alle streghe repressiva ed ideologica, in un tentativo dettato dal panico di fermare il montare dell’interrogarsi sull’esistente e per spaventare i manifestanti combattenti. I primi che si sono trovati sotto quest’onda di repressione sono stati quattro compagni arrestati il 12 Febbraio ad Atene. I nostri compagni non sono tenuti prigionieri a causa di nessuna “incriminazione evidente” ma a causa del fatto che hanno dimostrato la loro dignità e sono scesi nelle strade contro la schiavitù imposta dallo Stato e dal Capitale, proprio come hanno fatto altre migliaia di persone.

Questi quattro arrestati sono rimasti imprigionati senza processo per due mesi. E’ chiaro che questa è una “punizione esemplare”, al fine di intimidire tutti coloro che rifiutano di piegare la testa. La recente ondata di repressione contro i centri sociali e gli spazi auto-organizzati, tra nuove accuse contro i compagni anarchici, dimostra che lo Stato colpisce particolarmente coloro che non vogliono essere i padroni di qualcuno, nè schiavi di qualcuno, che si organizzano e scendono nelle strade in modi autonomi ed auto-organizzati.

Liberta' per gli arrestati del 12 Febbraio trattenuti in custodia cautelare

Il Capitalismo e lo Stato in tutto il mondo hanno dimostrato che tutto cio’ che possono fare e’ produrre violenza e divisioni, miseria, ingiustizia e poverta’ per la maggior parte dei componenti della societa’, di contro privilegi per una minoranza. Che cosa vogliamo aspettarci se diamo la nostra vita in mano ai politici ed agli ideologi? Vogliamo vivere ed essere liberi, o continuare a vegetare come soldati dei partiti politici, schiavi del capitalismo e dei padroni, schiavi di qualsiasi autorita’, Serba, dell’Unione Europea o di qualsiasi altro Stato? Invece di prolungare la miseria della vita quotidiana, scegliendo la strada delle divisioni, ingannando noi stessi con ideologie e miti sul nazionalismo o sulla democrazia (due servi dello stesso padrone), e’ ora il momento di creare una risposta comune e attaccare tutti coloro che vogliono governare le nostre vite, che vogliono tenerci  in schiavitu’ finanziaria e politica. Dobbiamo agire. Dobbiamo ribellarci. La liberta’ non viene data. C’e’ una guerra in corso contro di noi. e dobbiamo contrattaccare piuttosto che cercare di migliorare lo stesso meccanismo  che ci sta uccidendo. Ma per fare questo dobbiamo anche capire cosa e’ successo nella nostra storia recente, comprendere la funzione del nazionalismo e della guerra come armi usate dalle elite’ locali e dalle istituzioni finanziarie, come l’IMF, come risposta alla lotta di classe in ogni periodo, e per la ristrutturazione capitalista, il saccheggio delle societa’ e delle nostre vite, cosi come la creazione di nuovi stati-nazioni nella regione. Dobbiamo comprendere il ruolo di tutti i promotori della democrazia e dell’obbedienza nel periodo di “pace” post bellica.

La lotta per la liberta’ puo’ essere combattuta solo in maniera autonoma ed auto organizzata, distante dallo Stato e dalle sue marionette o da qualsiasi patronato, con la solidarieta’ e l’aiuto reciproco come uno dei mezzi di resistenza e pratica quotidiana nelle nostre comunita’ locali.

LIBERTA’ PER TUTTI I PRIGIONIERI !

IN GRECIA, IN ALBANIA E SERBIA, LE BANCHE ED I MINISTERI SONO I NEMICI

anarchici/libertari

comunicato in Serbo

Serres, Grecia settentrionale: Presidio di solidarietà per il prigioniero anarchico Syrianos Rami fuori le prigioni di Nigrita (03-04)

L’ODDY ( Agenzia di Gestione dell’Attività Pubblica S.A.) conduce una vasta gamma di aste ed è responsabile per la liquidazioni di autovetture, motocicli e di molti altri beni recuperati dalla polizia o dalle dogane. Rami Syrianos ha rivendicato la responsabilità di un furto all’ODDY, dopo un’asta a Salonicco il 31 Gennaio, 2011, affermando che è un’anarchico e che ha tentato una rapina a mano armata nel contesto del suo rifiuto al lavoro. Ha anche messo in chiaro fin dall’inizio che il co-imputato Kleomenis Savvanidis non ha assolutamente alcuna relazione con questo caso. Kleomenis fù liberato, ma è ancora sotto accusa. Rami è da allora incarcerato, ed è tra le poche persone che hanno mantenuto una posizione dignitosa all’interno delle mura, rifiutandosi costantemente di sottoporsi alle perquisizioni corporali carcerarie.

Il processo contro entrambi i compagni è ancora in sospeso ed è stato rifissato per il 21 Maggio, 2012. L’ultima volta, Rami è stato trasferito presso la corte di Salonicco per il processo ( fissato per il 26 Marzo, dopo numerosi rinvii). E’ ora trattenuto in cella d’isolamento a causa del rifiuto di sottoporsi alla tortura della perquisizione corporale al rientro dalla corte.

In particolare, il 28 Marzo il compagno è stato punito con una misura disciplinare di trasferimento dopo l’ordine del procuratore. Nonostante il fatto che i prigionieri debbano essere tenuti dentro una cella del braccio in attesa di subire i trasferimenti disciplinari, in questa circostanza le autorità giudiziarie hanno verbalmente annunciato a Rami che sarebbe stato tenuto in isolamento per un “periodo indeterminato”, finche il processo del suo trasferimento fosse stato attivato (ciò potrebbe richiedere mesi) o fintanto che egli si fosse sottoposto all’umiliante perquisizione corporale. A causa delle continue cancellazioni del processo, questa è la quarta volta che Rami si trova di fronte a questa situazione.

Martedi sera, 3 Aprile, un presidio microfonico si è svolto fuori la porta del carcere di Nigrita ( nel distretto regionale di Serres), come solidarietà d’emergenza verso Rami. Abbiamo partecipato alla manifestazione fuori la prigione di Serres in dozzine di compagni, provenienti da diverse parti del nord della Grecia – principalmente da Salonicco, dove era stato organizzato un pullman per il trasporto.

Abbiamo intonato slogan in sostegno al compagno imprigionato e per la distruzione di tutte le prigioni, come “La bomba di Nigrita è stata solo l’inizio; esplosioni e fuoco per ogni prigione” e “La nostra passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni”. Inoltre,  sono stati lanciati fuochi d’artificio e petardi e un di avviso per le prigioni è stato scritto sull’asfalto del viale che porta all’inferno. Un testo di solidarietà per Rami Syrianos e tutti i prigionieri politici è stato letto più volte attraverso l’impianto audio. Anche se Rami non ha potuto sentire cosa stava succedendo fuori, dal momento che è tenuto in isolamento, i compagni sapevano che era consapevole della loro presenza ed ha ricevuto il nostro sostegno, amore e rabbia.

Dopo quasi un’ora e mezza, il presidio, si è trasformato in una piccola manifestazione ler le strade della città di Nigrita, con più slogan, ditribuendo volantini e facendo graffiti richiedenti il rilascio di Rami (le foto realizzate sono qui).

Dall’11 Aprile Syrianos Rami si astiene dal prendere il cibo del carcere in solidarietà con tutti compagni imprigionati che sono in sciopero della fame.

Libertà ora per Rami Syrianos! Giù le mura delle prigioni!

Katowice, Polonia: Proteste contro il Congresso Economico Europeo

Il quarto Congresso del Commercio Europeo (EEC) si terrà dal 14 al 16 Maggio 2012 a Katowice. L’importanza di questo evento è dimostrato dal fatto che in breve periodo si è guadagnato il titolo di “più importante evento economico del Centro Europa”. Durante il Congresso, un gruppo di alcune migliaia di membri della classe politica Polacca e straniera discuteranno dei prblemi chiave legati all’economia, dietro le spalle dei comuni cittadini d’Europa. E’ significativo che importanti questioni economiche e sociali che interessano lo sviluppo dell’Europa vengono discusse alle nostre spalle ed i risultati siano forniti solo ai media.

Questo evidenzia il fatto che il nostro destino dipende da un gruppo di individui privilegiati. Non possiamo accettare un tale ordine. Quindi, alla luce di questi eventi attivisti della Federazione Anarchica di Slask intende organizzare una manifestazione nazionale. Ciò segnala la nostra resistenza all’idea autoritaria del Congresso Economico Europeo, e perciò la nostra resistenza a tutti i politici privilegiati, alle aziende e imprese, e a tutte le persone ed istituzioni che contribuiscono all’aumentare delle disuguaglianze sociali all’interno del dominante sistema capitalista.

Quì presto nuove informazioni

Fonte

 

Grecia: Dimostrazione antifascista a Veria

Tra le diverse azioni antifasciste che si sono svolte nei giorni scorsi, Ad Atene ed in altre città greche, in vista del Primo Maggio e delle elezioni truffa del 6 Maggio, c’è stata anche una demo antifascista nella piccola città di Veria, nella Grecia settentrionale, il 21 Aprile – data del colpo di stato in Grecia del 1967.

Alle 17:00 circa, gli antifascisti si sono riuniti in Piazza Dimarhiou a Veria, dove è stato allestito per il pubblico un sound system per la musica e per fare contro informazione. Alle 18:30, quasi 70 persone sono scese per le strade ed hanno marciato, attraverso il centro della città. I compagni antifascisti hanno distribuito testi a cantato slogan, mentre hanno scritto slogan sugli uffici del partito di estrema destra LAOS così come sulle filiali delle banche.

Info dal Ritrovo Autonomo BARUTI, Veria

baruti.squat.gr

Pireo: Dimostrazione antifascista nei quartieri di Koridallos e Nikaia (07/04)

Sabato, 7 Aprile, 2012 – ore 12.00 – Piazza Eleftherias

Il sentiero si vede quando si cammina in avanti

Scontro con lo Stato – i padroni – i fascisti

Per distruggere ogni puntello dell’accellerato fascismo sociale

Per rafforzare i collettivi auto organizzati esistenti e non tutelati

Per rafforzare la lotta per la liberazione sociale ed individuale

DIMOSTRAZIONE ANTIFASCISTA

in Koridallos – Nikaia

La marcia di protesta e’ stata organizzata contro la feccia nazista ed e’ organizzata da anarchici, antifascisti, collettivi degli squats e dai combattenti degli spazi auto organizzati che vivono in diversi luoghi di Pireo; il manifesto e’ firmato dai compagni di Agros ( in Ilion), Thersitis ( in Ilion), blocco stin exousia (“Blocco contro il Potere”, in Nikaia), squat Papoutsadiko (in Haidari), Resalto (in Keratsini), squat Sinialo (in Egaleo), DeStato (in Perama), Pasamontaña (in Koridallos), Gruppo Anarchici del Pireo e gli Antifascisti di Peristeri.

Spagna: Chiamata degli anarchici di Barcellona e del CNT Catalonia per lo sciopero generale del 29 Marzo

Gli anarchici stanno arrivando!

Contro i dirigenti sindacali che sono d’accordo sul nostro futuro!

contro i partiti politici che promuovono e tollerano la sottomissione

contro i padroni che ci sfruttano giorno per giorno

contro lo Stato e il Capitale

noi gli anarchici partecipiamo allo sciopero generale

12.00 – Plaça de Catalunya (Piazza di Catalonia), picchetto principale

16.00 – Jardinet de Gràcia, dimostrazione

Oggi come sempre…la lotta è l’unica via

SCIOPERO GENERALE- 29M

Il CNT Catalonia chiama tutti i lavoratori ad aderire allo sciopero generale del 29 Marzo, contro le riforme del lavoro ed i tagli sociali (in materia di pensioni, istruzione, sanità, trasporti pubblici, elettricità, acqua…). La lotta è l’unico modo che abbiamo contro il sistema capitalistico e lo Stato.

Fonti: i, ii (potete anche visitare il nostro nuovo blog in catalano)