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Polonia: Appello alla solidarietà – Tre mesi di carcere per il blocco di un’espulsione

7-May-demo-in-solidarity-with-poet-Łukasz-Bukowski-544x408Ricevuto il 19 maggio via Rozbrat.org:

Il 27 aprile 2016 Lukasz Bukowski, membre della Federazione Anarchica di Poznan, in Polonia, è stato incarcerato per tre mesi, accusato e condannato per violazione dell’integrità fisica di un agente durante il blocco dell’esplusione di una donna disabile e di suo marito, Katrzyna and Ryszard Jencz, da un complesso di appartamenti a Poznan. Lukasz ha rifiutato di pagare la multa, che è stata trasformata in lavori socialmente utili e successivamente in pena detentiva. Si è presentato in una prigione a Poznan dove trascorrerà i prossimi tre mesi. Lukasz vuole attirare l’attenzione sui trasferimenti e le espulsioni brutali che avvengono ancora non solo a Poznan ma in tutta la Polonia. Si è rifiutato di pagare la multa perché crede che il suo gesto di difendere gli inquilini fosse giusto. Vuole attirare l’attenzione anche sull’iniquo e ingiusto trattamento nei confronti degli inquilini e sulla repressione che colpisce tutte le persone che difendono i loro diritti.

L’espulsione di Ryszard e Katarzyna (che è gravemente malata e si trova in carrozzina da anni) è avvenuta il 25 ottobre 2011. Nonostante le gravi condizioni di Katarzyna siano visibili, la corte che ha emesso l’avviso di espulsione non ha assegnato loro una casa popolare (obbligatorio per legge, ma la corte rifiuta spesso di farlo a causa della carenza di case popolari). Quindi la coppia era stata di fatto buttata in strada.

Un ampio spiegamento di forze di polizia è stato mobilizzato e si è presentato davanti l’edificio poche ore prima dell’espulsione, bloccando l’accesso al palazzo e all’appartamento. Una settantina di attivisti hanno cercato di bloccare l’espulsione. Si sono unite anche delle persone che abitano nel quartiere, ma alla fine Katarzyna Jencz è stata trasportata fuori dall’edificio in barella a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. Il notaio ha quindi pignorato l’appartamento.

Durante il blocco sono state fermate tre persone, compreso Lukasz. Afferma che le accuse cui deve fare fronte non sono giustificate e che la sua condanna è una forma di vendetta per la sua resistenza sociale. La polizia ha anche accusato altre due persone di aver tenuto un presidio non autorizzato, ma sono stati entrambi assolti.

Ogni anno le corti polacche emettono tra 30,000 e 40,000 avvisi di espulsione. I notai s’incaricano di circa 8,000 espulsioni; sono spesso accompagnati dalla polizia. Altre persone che hanno ricevuto l’avviso di espulsione lasciano semplicemente il loro appartamento prima dello sfratto. La principale causa deglli sfratti è il debito in aumento a causa degli affitti alti, delle bollette di luce e gas, basso reddito e forme di impiego precarie, così come l’assenza di servizi sociali. Spesso gli inquilini espulsi non ottengono il diritto a una casa popolare. Le autorità non riconoscono l’obbligo costituzionale a fornire una casa popolare alle persone nelle condizioni economiche peggiori, persone malate e disoccupate. Il caso di Katarzyna e Ryszard Jencz è uno dei più spaventosi, in quanto ha mostrato la spietatezza degli sfratti e dei trasferimenti da parte delle autorità cittadine che spesso rappresentano gli interessi di proprietari e imprenditori.

Come movimento riteniamo che Lukasz sia un prigioniero politico, un prigioniero di coscienza, che chiede rispetto per i diritti degli inquilini e chiede che le espulsioni abbiano fine. La sua incarcerazione segna l’inizio di un’altra campagna contro gli sfratti, i trasferimenti illegali e la violazione dei diritti degli inquilini. Insieme a Lukasz chiediamo la fine delle espulsioni e il cambiamento dell’ingiusta politica di alloggi popolari che provoca un gran numero di tragedie umane. Le vittime di questa politica sono spesso le persone più povere. Chiediamo alle autorità di Poznan di fermare i 250 sfratti dalle case popolari che hanno annunciato di effettuare fino a novembre e di garantire a ogni abitante di questa città un posto dove vivere. Mostrate una reale volontà di cambiare la politica dell’alloggio sociale!

Allo stesso tempo facciamo appello a tutte le persone che partecipano al movimento anarchico e per i diritti degli inquilini a dimostrare la loro solidarietà con Lukasz, tutti gli inquilini espulsi e le vittime della violenza della polizia.
Basta con la violazione dei diritti degli inquilini! Stop alla violenza della polizia! Stop agli sfratti!

Scrivete a  Łukasz (parla inglese):
Łukasz Bukowski s. Zbigniewa
Zakład Karny Gorzów Wielkopolski P-2
ul. Podmiejska 17
66-400 Gorzów Wlkp.
Polonia

in inglese

Varsavia, Polonia: Tre anarchici in preventiva accusati di tentato attacco esplosivo

3warsaw-544x381Nelle prime ore del 23 maggio 2016, tre anarchic* sono stati arrestati nei pressi di un parcheggio nel quartiere Włochy, a Varsavia, per, sembra, aver piazzato un ordigno esplosivo artigianale sotto l’automobile di un poliziotto, nel tentativo di attaccare il commissariato locale. I/Le tre compagn* – di 17, 31 e 35 anni – si sono rifiutat* di testimoniare e hanno negato tutte le accuse a loro carico. Almeno un* di loro è stato picchiat* durante il fermo.

Lo stesso giorno, la zona occupata di Radykalne Ogrody Działkowe (Giardini Radicali) ha subito un’incursione, è stata ispezionata e ripetutamente ‘visitata’ dagli sbirri che hanno controllato i documenti di tutte le persone presenti e hanno cercato di interrogare i giardinieri. (Il 2 giugno gli sbirri hanno di nuovo ‘visitato’ il ROD.)

Gli arresti hanno provocato la frenesia dei media. I/Le tre anarchic* sono stati descritt* come terrorist*, e fin dal principio sono state pubblicate le loro foto. Si trovano in carcere preventivo, dove resteranno per i tre mesi che li separano dal processo. Rischiano fino a 8 anni di carcere.

I tre squat di Varsavia – Syrena, Przychodnia e ROD – e diversi altri collettivi della comunità anarchica e di giustizia sociale polacchi (leggi qui le firme) hanno diffuso una lettera aperta in solidarietà con i/le tre arrestati – dichiarando, fra le altre cose, che tutto questo accade in un momento in cui le autorità polacche spingono per il varo di una nuova legge anti-terrorismo sostenuta dal partito PiS (Legge e Giustizia) al potere.

Un’altra dichiarazione è stata rilasciata da Łukasz Bukowski, anarchico imprigionato a Poznań, che incita i/le compagn* a essere solidal* con i tre arrestati.

I prigionieri hanno anche il sostegno del portale di contro-informazione Grecja w Ogniu.

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Il 1° giugno, nella città di Poznań è stato appeso uno striscione, accompagnato da queste parole:

A uno dei cavalcavia di Poznań’ abbiamo appeso uno striscione in solidarietà con i/le tre anarchic* incarcerat* a Varsavia.

La nostra solidarietà agli/lle arrestat*. Non siamo d’accordo né con la manipulazione dei media e della polizia, né con l’atteggiamento di parti del milieu, che nel caso di vera repressione isola e critica chi è in carcere, pur dichiarando in ogni corte LA SOLIDARIETÀ È LA NOSTRA ARMA.

Sosterremo sempre chi viene colpito dalla violenza della polizia e chi ci si oppone fermamente!

in inglese

Poznan, Polonia: manifestazione antifascista

Oggi il 30 Giugno in Poznan ha avuto luogo una manifestazione anti-razzista con lo slogan “Tagliare l’ossigeno all’estrema destra”. Oltre 150 persone hanno marciato per le vie del centro della città per mostrare la loro opposizione ai tentativi di gruppi neofascisti a stabilire una presenza negli spazi pubblici.

La folla ha scandito slogan anti-razzisti e anti-fascisti, ha informato i passanti  circa la minaccia dei gruppi marginali ma violenti dell’estrema destra come ONR Wielkopolska “Patrioti” e nazionalisti “autonomi”. iI manifestanti hanno distribuito inoltre volantini sul boicottaggio dei posti “Guesthouse” e “U Honzika” gestiti da Macieja Witzberga e Jana Iżyckiego che stanno usando i loro locali per sponsorizzare gruppi d’azione fascisti e fornirli spazio per le loro riunioni. Maciej Witzberg personalmente ha preso parte all’attacco contro il Festival DIY su Rozbrat (che abbiamo descritto qui in polacco).

I manifestanti hanno anche evidenziato l’ipocrisia dei Nazionalisti Autonomi, che manifestavano oggi, “in omaggio agli eroi del Poznan del Giugno ’56“. Non c’è da stupirsi che non sono apparsi nelle celebrazioni dei lavoratori al cancello della fabbrica Cegielski. Sono interessati solo alla promozione delle loro opinioni malate, che sono basate sul odio e l’esclusione sociale, che siano la negazione della libertà.

I partecipanti della manifestazione hanno annunciato che ogni tentativo di diffondere queste idee e “ricette” per risolvere i problemi sociali, sarà accolto con la risposta che merita. In Poznan, nonché in qualsiasi altro posto non c’è spazio per la diffusione di ideologie totalitarie!

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