Domenica 21 gennaio, verso le 13:30 e prima della marcia nazionalista per la Macedonia, dei gruppi fascisti che vi partecipavano hanno attaccato alcuni spazi occupati. Hanno attaccato in primo luogo il centro sociale libero Scholeio, e dopo esserne stati respinti si sono diretti al nostro squat danneggiando la facciata dell’edificio e il cancello. I danni sono stati riparati dai membri del nostro collettivo, che più tardi hanno partecipato alla manifestazione antinazionalista a Kamara.
Circa 2 ore dopo, un gruppo di 60-70 fascisti hanno attaccato di nuovo il nostro squat con molotov e fumogeni e appiccando un incendio all’edificio. In quel momento non c’era nessuno all’interno. Durante l’attacco era presente la polizia di stato, che non è intervenuta e ha offerto protezione ai fascisti, mentre una camionetta di celerini era parcheggiata non lontano. Il vicinato ha reagito veementement, urlando contro i fascisti, che hanno reagito a loro volta con insulti e lanci di fumogeni. Quando i fascisti hanno cercato di tornare allo Scholeio, la polizia ha mantenuto lo stesso atteggiamento: hanno offerto copertura e isolato i/le compagn* all’interno.
Che sia chiaro: gli attacchi e l’incendio non sarebbero stati possibili senza la copertura della marcia per la Macedonia. Erano qui per quello ed è alla marcia che sono tornati. Tutti i gruppi neonazisti avevano fatto appello alla partecipazione alla marcia, ma la cosa sembrava non interessare a nessuno, ed è stata concessa loro la legittimazione sociale e lo spazio publico per esprimersi e agire.
Siamo ben consapevoli del fatto che in altre circostanze tutto questo non sarebbe stato possibile, che ciascuno rifletta sulla propria posizione rispetto al fascismo. Queste azioni di gruppi parastatali rafforzano la repressione di stato contro chi lotta e resiste per un mondo migliore. Che ciascuno valuti chi trae beneficio dall’incendio di un edificio con più di un secolo di storia e che era stato abbandonato da decenni. Un edificio che noi, da anarchic*, comunisté* libertar* e rivoluzionar*, abbiamo deciso di occupare e preservare, da un lato per rispondere alla necessità d’alloggi per proletar*, migrant* e persone attaccate da stato e capitalismo, e dall’altro per creare uno spazio di politico radicale e promuovere una nuova cultura libertaria. Dev’essere chiaro che questi attacchi costituiscono un atto criminale che avrebbero potuto avere un esito tragico, in caso ci fossero state delle vittime.
Questi attacchi non fermeranno la nostra lotta contro lo stato, il capitale e il fascismo. Nessun attacco ci spaventerà e non faremo ai/lle fascist* alcun favore, ma rafforzeremo le nostre coscienze e continueremo a lottare con tenacia per i nostri valori, per una società d’uguaglianza e libertà.
GLI ATTACCHI FASCISTI NON RESTERANNO SENZA RISPOSTA COSTRUIAMO BARRICATE CONTRO LA MINACCIA FASCISTA PER L’ANARCHIA E IL COMUNISMO LIBERTARIO
Il 31 marzo un ragazzo, Reker Ahmed, è stato selvaggiamente picchiato da una banda nel borgo di Croydon mentre aspettava l’autobus. La banda (di quasi 25 persone) si è avvicinata al ragazzo e dopo avergli chiesto da dove veniva, lo ha cacciato e lo ha attaccato, lasciandolo in fin di vita. Aveva solo 17 anni e aveva richiesto asilo nel Regno Unito. L’attacco si è svolto nel Shrublands Estate, a Shirley, un’area operaia e variegata e ha un significato che ha compito profondamente la comunità locale.
Come risposta alla violenza razzista e xenofoba, scegliamo di decorare il quartiere con la nostra indignazione. Offrendo un messaggio di solidarietà qui, dimostriamo la nostra solidarietà ovunque; dagli Stati Uniti alla Grecia, dalla Bielorussia al Medio Oriente; a tutte le vittime dello Stato, del programma di confini e a tutte le vittime di crimini d’odio.
Volevamo che fosse un messaggio chiaro da parte della comunità, ma che fosse destinato anche ai responsabili. Al momento non eravamo ancora sicur* se fosse un attacco perpetrato da persone del vicinato, cosa improbabile e senza precedenti in una comunità così unita e diversa. Alla fine, purtroppo, la banda era formata da persone di diversi ambienti. È vero che il nazionalismo sfuma la verità della classe dominante e le gerarchie razziali e ci identifica con la nostra stessa oppressione. Ma la reazione alla nostra azione ha rivelato esattamente quello che sospettavamo; che si è trattato di un attacco sostenuto da gente che si ritiene FASCISTA probabilmente all’interno dell’area.
La copertura mediatica dell’evento ha parlato dell’incidente come un ‘presunto crimine d’odio’ e si è astenuta dal descrivere l’incidente come esplicitamente fascista. In ogni caso un graffiti nazista è stato dipinto e lo consideriamo come una prova evidente del fatto che l’attacco non è stato un caso arbitrario di violenza di gruppo; but conteneva una ragione mirata e politicamente intesa: l’odio verso i/le migrant*. (Nel frattempo abbiamo coperto e sovvertito il graffito fascista: vedere qui sotto)
CHE SIA BEN CHIARO:
– Non resteremo a guardare mentre i/le migrant* vengono usati come capro espiatorio e vengono brutalizzati, incoraggiati dalla retorica fascista dei governi e delle loro avanguardie mediatiche di estrema destra.
– Non permetteremo che il controllo dell’immigrazione strappi delle persone dalle nostre comunità e li condanni alla deportazione e la morte.
– Non saremo intimiditi di fronte al Brexit e la rinascita tossica della politica di estrema destra.
– Risponderemo come si deve a ogni minaccia e alla violenza che infliggono alle nostre comunità.
PERCHÉ?
Probabilmente non è una coincidenza che l’attacco abbia avuto luogo la notte prima che Britain First tenesse un patetico, minuscolo raduno di estrema destra nel cuore di Londra. La maggior parte degli anti-fascisti e di coloro che hanno buon senso politico capisce che nel Regno Unito l’estrema destra è attualmente divisa e disorganizzata, ma il Brexit è una forza storica che comporta la possibilità di una presenza fascista rafforzata nelle nostre strade.
È urgente e necessario EDUCARCI, PREPARARCI e cominciare a ORGANIZZARCI all’interno delle nostre comunità utilizzando dialogo e azione. Dobbiamo rafforzarci per sfidare e fermare la logica di dominazione ovunque spunti una delle sue mille teste; dall’idea dello Stato al lungo collo del fascismo, non abbiamo paura e continueremo a lottare.
Croydon è attiva, Croydon è migrante, Croydon è forte.
Ai fascisti di Shrubland: SIETE NEL QUARTIERE SBAGLIATO, RESTATE NASCOSTI.
A tutt* gli/le altr*: HANNO PAURA. FACCIAMO CHE CONTINUI.
GIUSTIZIA PER REKER AHMED.
SOLIDARIETÀ CON LA LOTTA INTERNAZIONALE CONTRO IL FASCISMO!!
Nella tarda serata del 13 marzo 2016, l’edificio Vancouver Apartman, occupato da più di dieci anni, ha subìto un attacco incendiario quando una molotov è atterrata davanti alla porta in via Mavromataion.
Nel momento in cui lo squat anarchico nell’edificio di Vancouver Apartman è minacciato di espulsione a causa dei progetti di ricostruzione dell’università di Economia e – soprattutto Commercio – di Atene, non è una sorpresa che la feccia nazionalista sia accorsa a prestare assistenza alla repressione istituzionale.
Lo squat Vancouver Apartman – che unisce infrastrutture abitative e uno spazio autogestito dove vengono svolte delle attività pubbliche – è parte integrante della lotta che svolgiamo per la liberazione individuale e collettiva, e lo difenderemo con ogni mezzo.
Solidarietà con gli/le occupanti dello squat Vancouver Apartman!
Circa 300 partecipanti si sono riuniti verso le 14.00 davanti al Centro Autonomo di Wuppertal per la 29a manifestazione del 1° Maggio. Molti hanno avuto la sensazione che la partecipazione fosse deludente, dato che il corteo di quest’anno era dedicato principalmente a esprimere la nostra solidarietà nei confronti della vittima di un recente accoltellamento fascista.
Nella tarda notte di sabato11 aprile 2015, un visitatore del Centro Autonomo (AZ) di Wuppertal – un antifascista 53enne con un passato di migrazione turca – è stato aggredito in strada fuori dall’AZ da alcune persone e gravemente ferito da numerose coltellate alla schiena. Poco prima gli stessi aggressori avevano provocato i visitatori dell’AZ gridando slogan del gruppo nazista HoGeSa (“Hooligans contro i salafiti”). Dopo l’accoltellamento, i tre uomini sono scappati.
L’antifascista ferito è stato portato rapidamente nei corridoi dell’AZ, dove i suoi amici gli hanno prestato i primi soccorsi. La polizia accorsa sulla scena ha solo ritardato l’assistenza medica di urgenza. Nel corso della perquisizione dell’edificio, hanno distrutto quasi tutte le porte alla ricerca di sospetti, e hanno trattenuto in custodia temporanea chi aveva prestato i primi soccorsi e i testimoni.
Senza sorprese, tutti i media locali hanno riportato la versione della polizia, cioè che gli agenti hanno preso d’assalto l’edificio minacciando di usare manganelli e spray lacrimogeni perché i visitatori dell’AZ avevano impedito alla polizia di salvare il loro amico gravemente ferito.
Quest’ultimo si è svegliato dal coma artificiale qualche giorno prima del 1° Maggio e le sue condizioni sono stabili, ma ha ancora bisogno di cure intensive. Nel frattempo, secondo la dichiarazione dell’AZ, il principale responsabile – un nazista dell’HoGeSa già noto – è in detenzione, mentre la polizia conosce i nomi dei suoi due complici.
Durante la manifestazione del 1° Maggio di quest’anno, le forze repressive hanno agito in modo contenuto, con l’eccezione di un poliziotto in moto che è passato provocatoriamente attraverso il corteo, e un cordone di polizia che ha bloccato l’accesso a un chiosco per qualche tempo, verso la fine.
La manifestazione è finita in piazza Schuster, la piazza centrale del quartiere di Ölberg dove i rifugiati avevano preparato da mangiare con il gruppo di solidarietà “Refugees Welcome 2 Wuppertal”. Durante uno dei discorsi che hanno seguito, è stato espresso il sostegno con gli attacchi contro una stazione di polizia in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della BCE a Francoforte il 18 marzo 2015, quando le auto della polizia sono state divorate dalle fiamme.
Alla fine ci sono stati dei concerti – tra gli altri, Lotta aus der Krachmacherstraße ha cantato la sua canzone “AZ bleibt! (L’Autonomous Centre resta!)”. Purtroppo ancora una volta al festival autonomo di strada sono mancati i chioschi informativi.Dopo il corte di Wuppertal, alcuni visitatori sono andati insieme al corteo anarchico di Dortmund, e altri hanno fatto il tragitto fino a Essen per partecipare alla contro-manifestazione contro il corteo nazista.
Sabato mattina, 25 Gennaio, nel quartiere di Keratsini a Pireo (porto di Atene), una numerosa milizia d’assalto di neonazisti ha profanato l’intera zona dove Pavlos Fyssas è stato assassinato da un membro dell’Alba Dorata nel mese di Settembre 2013. Subito dopo, circa 80 membri dell’Alba Dorata hanno attaccato lo spazio auto-organizzato “Resalto”. I neo -nazisti sono stati respinti da 15 compagni che si trovavano all’interno di Resalto. Secondo le prime stime, i fascisti si sono presentati presso il quartiere in gruppi di tre ed hanno attaccato l’esterno di Resalto con pietre, mattoni e vernici sotto la supervisione di agenti di polizia. Tutto questo è durato pochi minuti. I teppisti nazionalisti sono andati via non appena un poliziotto della squadra motorizzata “DIAS” è stato sentito dire a loro: “avete finito da qui”… Di seguito la polizia ha aiutato i fascisti di fuggire dalla scena dell’attacco attraverso la Via Lambraki. Durante l’attacco fascista sul Resalto, le finestre della porta di casa accanto sono state distrutte, ed inoltre dei mattoni sono stati gettati in camera da letto di un bambino. Alcuni dei fascisti sono stati riconosciuti; le loro squadre sono state arrivate dalle zone di Pireo, Perama, Nikaia e Atene. La maggior parte di loro erano giovani, ed alcuni portavano dei caschi con loro. Tutti i compagni sono in buona salute, mentre molti fascisti sono stati probabilmente colpiti alla testa con vari oggetti. L’incidente è durato per dieci minuti al massimo, in presenza dei poliziotti della DIAS che hanno offerto protezione ai neonazisti dell’Alba Dorata per tutto il tempo. Nel frattempo, gruppi di compagni anarchici ed altri antifascisti dal Pireo ed Atene sono stati informati di quanto accaduto e sono arrivati a Keratsini infuriati e pronti a scacciare via i neo- nazisti, ma i teppisti erano già spariti dalla zona. Mezz’ora dopo che i fascisti fossero andati, ulteriori unità motorizzate della DIAS così come dei squadroni anti- sommossa “MAT” sono stati dispiegati nel quartiere. Il collettivo di Resalto ha richiamato ad una manifestazione locale spontanea in Piazza Laou, in risposta all’attacco. Il corteo, con più di 400 manifestanti, è iniziato dopo 14:00 ed abbia attraversato le strade di Keratsini, passando anche dal luogo dove l’antifascista Pavlos Fyssas è stato accoltellato a morte.
Di seguito è riportato un testo (presente nel video seguente) circa le provocazioni fasciste a Keratsini:
Quattro mesi dopo l’omicidio di Pavlos Fyssas ad Amfiali da un battaglione d’assalto del partito dell’Alba Dorata, circa 100 squadristi fascisti hanno fatto la loro comparsa ancora una volta a Keratsini, presso i quartieri di Amfiali e di Tabouria. Marciando per la Via Tsaldari, i fascisti hanno profanato il luogo dove Pavlos Fyssas è stato accoltellato a morte -un omicidio che essi stessi hanno commesso- hanno cancellano gli slogan dipinti, le poesie e le dediche di decine di persone in suo ricordo abbassando lo striscione dell’associazione locale “Ploumpidis” degli insegnanti della scuola. Questa è stata una chiara rivendicazione di responsabilità dell’omicidio da parte loro, un assassinio che non avevano confessato pubblicamente prima, “scaricando” il loro assassino Roupakias.
Nella loro cammino, hanno abbassato molti altri striscioni degli insegnanti dell’associazione locale, hanno coperto graffiti antifascisti e dipinto le mura con abominevoli slogan fascisti-nazionalisti, e quando hanno raggiunto la piazza Laou (Piazza del Popolo) a Tabouria si sono mossi in modo aggressivo verso lo spazio auto-organizzato di solidarietà e di lotta “Resalto” (situato a 100m da quella piazza). A quanto pare, nel tentativo di riemergere nei quartieri del Pireo nel corso delle ultime settimane e riaprire i loro uffici a Nikaia, sono stati profondamente infastiditi dalla forte resistenza che hanno incontrato da parte delle persone in lotta (ecco perché hanno lanciato le loro provocazioni già dalla settimana precedente, dipingendo uno slogan sul muro dello spazio sociale autogestito “Pasamontaña” a Koridallos, mostrando i loro volti ancora nelle aree di Nikaia e Koridallos durante una delle loro solite sfilate patetiche).
Quasi la metà dei fascisti sono saliti dalla Via Ermou ed hanno attaccato lo spazio sociale, causando allo stesso tempo danni alle case, alle auto e alle moto degli abitanti, mentre il resto di loro aveva bloccato la Via Konstantinoupoleos, impedendo ai veicoli il passaggio e coprendo così il loro gruppo d’assalto. I 15 compagni, uomini e donne che erano dentro il Resalto in quel momento hanno difeso se stessi e il progetto e dopo cinque minuti di scontro sono riusciti a respingere i fascisti. Hanno dimostrato che la lotta collettiva tra compagni, senza le classificazioni della propria “capacità di combattimento” o del sesso è in grado di affrontare i battaglioni d’assalto nazisti quando le forze della repressione non li danno attivamente una mano. Inutile dire che le molte motociclette della polizia DIAS, che scortavano i fascisti dopo il loro attacco fino al loro ritiro da Keratsini, non fecero alcuna detenzione nonostante il fatto che le prime forze di polizia sono arrivate al posto mentre l’assalto-scontro era in corso ed anche anche se molti fascisti (quelli che sono stati in prima linea) si sono ritirati con vernice sui loro vestiti. È importante notare che il fatto principale che conferma la natura antisociale, pezzente e omicida degli fascisti fu la distruzione delle finestre e della facciata della casa accanto con delle pietre, anche se il proprietario stava urlando che si tratta di una casa e c’è un piccolo bambino dentro. La maggior parte delle decine di pietre che sono state gettate in questa casa sono cadute nella stanza del bambino e se la bambina non fosse stata subito spostata dai suoi genitori sarebbe stata gravemente o mortalmente ferita.
Un raduno antifascista fu subito chiamato in piazza Laou, e più di 400 antifascisti hanno effettuato una manifestazione spontanea a Tabouria e Amfiali (passando per le strade dove i fascisti avevano fatto la loro comparsa in precedenza), spazzando via anche gli slogan fascisti dalle mura. Molte persone della zona hanno partecipato al corteo, che è stato sostenuto anche da persone di solidarietà e di lotta dai quartieri circostanti del Pireo e di diversi quartieri di Atene.
I fascisti sono i cani fedeli dello Stato e del Capitale -non importa se continuano a presentarsi come “anti-sistemici”- che sono caduti in disgrazia insieme ai loro padroni (probabile una fase temporanea) a causa di tendenze autonomistiche e una serie di proprie scelte-mosse incontrollabili, come ad esempio il tentativo di omicidio dei sindacalisti del PAME [organo sindacale stalinista] a Perama e l’omicidio di Pavlos Fyssas a Keratsini. Diremo ancora una volta: nelle zone dei profughi, della resistenza, della dignità e della solidarietà, i fascisti, i loro battaglioni d’assalto e i loro sostenitori non sono solo indesiderati ma nemici. Assassini fascisti, non c’è posto per voi nelle nostre zone. Lo confermeremo ogni istante, in ogni modo.
Sabato 25/01/2014
Spazio auto-organizzato di solidarietà e di Lotta “Resalto”
Assemblea antifascista autonoma di Keratsini
Assemblea di piazza di Keratsini-Drapetsona
Di seguito è riportato una ripresa da un vicino di casa (i neo- nazisti gridano “sangue-onore-Alba Dorata” e “anarchici figli di puttana”), riprese dall’interno di Resalto , e momenti dalla manifestazione spontanea a Keratsini:
Link video: dai.ly/x1abj6v. Ulteriori foto, che mostrano i manifestanti dall’ambiente anarchico/antiautoritario ma anche dallo spettro della sinistra, a fianco con alcuni vicini del quartiere: Social-Revolution
PROSSIMA AZIONE:
Corteo antifascista a Keratsini – Venerdì, 31 Gennaio 2014, alle 18:00
Raduno a piazza Nikis, in via Tsaldari, Amfiali
Nella notte tra il sabato e la domenica (16/17 novembre 2013) i nazi-fascisti locali hanno attaccato lo spazio anarchico “Infoshop Iskra” (“Scintilla”) a Zadar. Gli aggressori hanno distrutto tutti i vetri e lasciato scritte sui muri che inneggiano agli ustascia (i nazi-fascisti croati) e alla “guerra patriottica” degli anni Novanta, corredate da una svastica. Comunque, non si tratta di una novità, perché è già il terzo attacco che “Iskra” subisce negli ultimi due anni (i primi due nell’agosto e nel novembre del 2011). Il terzo è avvenuto alla vigilia della commemorazione della “caduta” della città di Vukovar nelle mani dell’esercito serbo, quando le menti dei nazionalisti/fascisti croati sono all’apice della loro irrazionalità aggressiva.
Infoshop Iskra è un’iniziativa che ha dato vita ad un luogo di lettura e ad una biblioteca di testi anarchici e libertari, situati nel circolo dei libri “Knjigozemska”, all’indirizzo R.K. Jeretova 5 a Zadar. Negli stessi spazi si trovano anche un punto per “Prendi/Lascia” e un’officina per le bici. Il collettivo dell’infoshop è attivo nel campo dei cambiamenti sociali radicali basati su idee libertarie.
Nella sera del 14 Aprile, il compagno V.N. è stato seriamente ferito, dopo essere stato attaccato da un gruppo di 5 nazi nel quartiere della stazione metro Dorogožitsi. Giovani “patrioti” hanno usato coltelli e reciso arterie dell’attivista in tre punti, rompendogli anche diversi denti. Oltre a questo, V.N. ha avuto una commozione cerebrale.
V.N. ha recuperato bene dall’attacco, la sua mascella è stata operata e la prossima fase è guarire i denti. Grazie a tuttx coloro che si sono preoccupatx e hanno mostrato solidarietà! Le vostre lettere ci hanno dato ulteriore supporto per il compagno, e le donazioni sono state utili a finanziare i costi dell’operazione.
“Nella notte di Mercoledì 5 Giugno 2013, mentre stava lasciando un negozio di abbigliamento vicino alla Gare Saint-Lazare a Parigi, Clément Méric, 18enne, antifascista e sindacalista, è stato picchiato a morte da membri di un gruppo di estrema destra . Aveva lasciato la città di Brest per studiare scienze politiche a Parigi. Cadde vittima della crescente violenza dell’estrema destra, che è aumentata nel corso degli ultimi mesi. È morto dalle ferite riportate all’ospedale Pitié-Salpêtrière la stessa notte.
Tutti i nostri pensieri vanno alla sua famiglia e alle persone care a cui esprimiamo la nostra totale solidarietà.
Nella sera del 14 Aprile, l’attivista sociale V.N. è stato gravemente ferito a Kiev. É stato aggredito da 5 nazi nell’area della stazione metro Dorozhichi. I giovani patrioti hanno usato i coltelli e hanno reciso tre arterie nelle gambe dell’attivista. V.N. ha anche perso dei denti e soffre di una commozione cerebrale.
Gli assalitori non intendevano uccidere, ma hanno cercato quantomeno di menomare permanentemente un attivista che prende parte attiva ad azioni contro il governo, contro il capitalismo e per i diritti animali. V.N. ha perso molto sangue, ma visto che è stato operato in tempo, la sua vita non è più in pericolo.
Al momento c’è bisogno di fondi per coprire le sue spese mediche.
Paypal di ABC-Mosca per donazioni: abc-msk@riseup.net
Per favore scrivete via e-mail quanto avete donato, poiché lo stesso account è usato per varie campagne.
Oltre a paypal, è possibile fare un versamento bancario o Western Union.
La sera del Lunedì, 8 Aprile, un gruppo di compagni che si trovava sulla piazza di Psila Alonia è stato aggredito da un gruppo di fascisti frequentatori del ristorante “Psitalonia” (proprietà dell’albadorato Sipsas) col pretesto di una maglietta con un simbolo antifascista che indossava uno dei compagni. I fascisti hanno assaltato i compagni con pietre, bottiglie e sedie dall’interno del locale. I compagni hanno resistito e poi si sono diretti verso l’occupazione di Maragkopouleio dopo aver respinto i fascisti, anche se mancavano numericamente. I neo-nazisti sono diretti verso l’occupazione dove sono stati respinti una seconda volta in modo efficace. L’intervento dei poliziotti è stato immediato, rafforzativo e di salvaguardia per i parastatali, i quali stavano deliberatamente provocando danni ai veicoli parcheggiati. Nelle prossime ore e in coordinamento perfetto tra di loro, i sbirri hanno attaccato i compagni riuniti lanciando gas lacrimogeni e bombe assordanti sulle teste di coloro che erano all’ingresso dell’occupazione, fornendo copertura nello stesso tempo ai neonazisti, che scagliavano al cortile dell’occupazione pietre e razzi dal vicolo laterale. Per 2 ore l’occupazione di Maragkopouleio era sotto assedio dalle forze della polizia antisommossa (MAT) nel tentativo di escludere lo spazio da due manifestazioni spontanee che tentavano di accederla. L’atteggiamento massiccio e intransigente dei 200 e passa compagni/e presenti ha impedito ulteriori attacchi, fino a quando, in un primo momento i fascisti e poi i poliziotti se ne sono ritirati.
L’attacco di eri sera dei MAT-Alba Dorata all’occupazione di Maragkopouleio non è altro che la continuazione delle mosse repressive dello stato contro le occupazioni e gli spazi auto-organizzati, contro il mondo della lotta che resiste con forza ai disegni antisociali, al tentativo dell’imposizione dell’impoverimento e del cannibalismo sociale. Nonostante i costanti pronunciamenti di questa organizzazione neonazista sul suo carattere anti-sistemico, ancora una volta la loro concomitanza con le forze repressive ha mostrato ciò che realmente siano: i cani fedeli dello stato pronti ad aiutare in qualsiasi modo nel suo lavoro.
Nonostante gli sforzi disperati dei principali media del regime per presentare gli eventi come un conflitto tra “estremi”, la presenza massiccia e diversificata di un certo numero di attivisti e militanti di fuori dello spazio dell’occupazione ha provato che la memoria sociale e di classe è ancora viva e arma con determinazione un intero mondo, pronto a difendere con tutte le sue forze le strutture e le opere della lotta, il mondo della resistenza e della libertà.
Ancora una volta, dopo il loro ennesimo tentativo in data 11 Ottobre 2012, i fascisti dell’Alba Dorata si sono ritirati con la coda tra le gambe e con la scorta amichevole della polizia greca.
INDIETRO FASCISTI, AVANTI COMPAGNI LA LOTTA PER LA LIBERAZIONE SOCIALE GLI PASSERÀ SOPRA
compagni/e
Patrasso, 9 Aprile 2013
Nota: Un compagno è stato arrestato durante gli scontri.
Nelle prime ore del mattino del 7 Febbraio, si è verificato un tentativo di incendio doloso contro lo spazio anarchico Thersitis di Atene. Un ordigno incendiario era stato collocato all’ingresso dell’edificio che, tuttavia, non ha causato danni a parte la rimozione della vernice dalla facciata, che è attualmente in riparazione.
Viviamo in un periodo di tensione permanente e di espansione dell’offensiva dello stato-capitalista. In questo contesto, gli spazi auto-organizzati sono sotto costante attacco da parte dei meccanismi statali e dei loro amici intimi: i fascisti. Noi dichiariamo ancora una volta qualcosa che è stato già detto troppe volte: la paura non può sconfiggere l’intrigo per la libertà, che ha imparato negli anni a combattere contro gli attacchi, le strategie e le macchinazioni del mondo del Potere.
Facciamo richiamo ad un incontro di solidarietà oggi, 7 Febbraio, alle ore 18.00 allo spazio esterno a Thersitis, che si trova sull’incrocio delle Vie Nestoros e Evangelistrias nel sobborgo di Ilion. La solidarietà è la nostra arma.
SCHIACCEREMO TUTTI I LORO BATTAGLIONI DI SICUREZZA
I membri del gruppo antifascista di Niš hanno agito per commemorare Dragan Maksimović, morto il 4 Febbraio 2001, dopo essere stato brutalmente picchiato da una banda fascista nel centro di Belgrado il 17 Novembre 2000. I fascisti l’hanno attaccato per la sua carnagione scura, pensando che fosse Roma.
Gli antifascisti hanno coperto le mura di Niš con dei manifesti su qui si legge: L’odio fascista ha ucciso un grande attore. “Il nostro obiettivo era quello di onorare il noto attore e ricordare in che modo ha perso la vita. Di attirare l’attenzione della gente al problema esistente nella società, invece di aspettare che qualcosa di simile accada di nuovo. Riposa in pace, Dragan. Noi non perdoniamo, non dimentichiamo”, sono le parole di uno dei partecipanti all’affissione a blogtipomogo.
Di seguito è riportato un breve riassunto degli eventi in Zografou, sulla base dei primi aggiornamenti che sono stati trasmessi qui:
Nella tarda serata del 2 Febbraio (giorno in cui fascisti hanno commemorato il “conflitto di Imia”, e in particolare il partito Alba Dorata ha tenuto la sua marcia nazionalista annuale), due centri sociali autogestiti sono stati attaccati dai fascisti/poliziotti nel sobborgo di Zografou.
In un primo momento, i neo-nazisti hanno fracassato le finestre anteriori del centro sociale Mperntes, cercando di violare lo spazio. Immediatamente i vicini hanno avvertito le persone che si erano radunati nelle vicinanze, nell’occupazione di Villa Zografou, dove un tentativo di attacco da fascisti in motociclette è seguito. Le fecce sono state respinte con successo dagli antifascisti combattenti, mentre uno degli aggressori fascisti che si sono feriti nello scontro ed è stato ricoverato in ospedale, si dice che sia un poliziotto.
Poco dopo, pesanti forze di polizia hanno fatto la loro presenza, in prossimità di Villa Zografou. Tutti i tipi di poliziotti hanno circondato l’occupazione, assediandola per ore. Circa 500 persone si sono riunite lì in solidarietà attiva e di resistenza, pronti a impedire un raid della polizia nello spazio.
Verso mezzanotte, i squadroni dell’anti-sommossa hanno finalmente lasciato il posto. Una grande assemblea si è svolta a Villa Zografou dopo che la polizia è andata via, mentre delle persone hanno salvaguardato anche il centro sociale Mperntes.
Nella stessa notte, piccoli scontri sono scoppiati tra antifascisti e neo-nazisti nel sobborgo di Halandri. Più di 20 fascisti erano radunati vicino alla stazione della metropolitana di Halandri, ed hanno iniziato a perseguitare un immigrato. Essi furono presto cacciati via da alcuni compagni che si sono accorsi per difendere il quartiere, mentre almeno un fascista è stato picchiato.
Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell’umanità.
-Albert Einstein (1921)
Antifascisti sono riuniti davanti all’ambasciata greca a Nicosia il 21 Gennaio 2013 per protestare contro l’omicidio di un 26enne immigrato dal Pakistan, Shehzad Luqman. Nelle prime ore del mattino di Giovedì, 17 Gennaio, Shehzad è stato accoltellato a morte dai seguaci dell’Alba Dorata nel quartiere di Ano Petralona ad Atene.
I compagni hanno dispiegato uno striscione all’ingresso dell’ambasciata per circa mezz’ora, che scriveva: “Shehzad Luqman, ucciso dalle coltellate fatali dei fascisti dell’Alba Dorata – Disgrazia completa” e poi sono scesi in corteo per le strade principali di Nicosia. La marcia antifascista si è conclusa nei pressi della Via Ledras.
Non ripetiamo gli errori del passato. I fascisti sono sempre stati uno strumento del sistema, cerchiamo di isolarli.
Sabato, 22 Dicembre, all’alba, lo spazio sociale aperto Xanadu (operativo dal 2009 nella città di Xanthi) ha subito un attacco fascista.
I fascisti ha tentato di distruggere lo spazio sociale aperto Xanadu con un incendio doloso, causando gravi danni materiali e mettendo in pericolo la vita dei vicini.
Non sono riusciti a distruggere l’edificio. Abbiamo già iniziato i lavori di restauro, in modo che il Xanadu si aprirà presto.
Questo attacco fa parte dell’ampliamento di azioni che mettono nel mirino il Xanadu da parte di specifici agenti parastatali in questo ultimo periodo.
Essi non ci fermeranno, perché non siamo intimiditi da loro.
L’anti-autoritario Silvio Meier è stato accoltellato a morte dalle fecce neo-naziste il 21 Novembre 1992 presso la stazione metropolitana di Berlino Samariterstraße.
Lo Stato ha cercato di “deviare” l’omicidio, presentandolo come se si trattasse di una rissa comune tra dei giovani in un bar. Inoltre, la polizia tedesca e i media tradizionali hanno diffuso menzogne sulla base di false dichiarazioni da parte dei neo-nazisti, che hanno sostenuto che Silvio gli aveva attaccato per primo con un coltello, e lo avrebbero pugnalato per legittima difesa. Inizialmente i tre compagni di Silvio, che sono sopravvissuti dall’attacco, hanno affrontato delle accuse e sono stati interrogati dalla polizia, anche in ospedale (due di loro hanno riportato gravi ferite). La polizia ha cercato di tenerli responsabili per la morte del loro stesso amico.*
Solo grazie agli enormi sforzi collettivi di amici e compagni, queste accuse sono crollate ed è diventato noto al pubblico che Silvio è stato effettivamente aggredito e ucciso da neonazisti nella metro, e in tal modo lo Stato è stato costretto ad indagare sul caso. Due eventi commemorativi annuali sono emersi da questi sforzi: il “raduno Silvio Meier” alla stazione Samariterstraße della metropolitana, così come la manifestazione commemorativa per Silvio Meier. Quest’ultima è una delle più grandi manifestazioni antifasciste annuali a Berlino, accompagnata da vari slogan. Lo slogan di quest’anno, che segna il 20° anniversario della morte di Silvio, era “Il ricordo significa combattere: Attacca, distruggi, sospendi i nazisti, lo Stato e l’agenzia di intelligence Verfassungsschutz”
La manifestazione della serata del 24 Novembre è iniziata con un ritardo di quasi due ore, in attesa del ritorno dei compagni antifascisti dalla mobilitazione di contro-azioni ad una marcia dei neo-nazisti nel quartiere berlinese di Rudow, che è stata chiamata nei confronti della programmazione di un centro di accoglienza per immigratti.
Approssimativamente circa 5.000 persone hanno partecipato alla manifestazione commemorativa per Silvio Meier, e quasi dall’inizio i manifestanti erano terrorizzati dall’innumerevoli forze di polizia, che hanno preso diversi ostaggi (anche con l’accusa di presunto travestimento per le maschere da teatro che portavano!). Alcuni arresti sono stati effettuati con violenza brutale, dal momento che i poliziotti hanno attaccato la manifestazione per entrarci.
La marcia di protesta abbia dovuto tornare al quartiere di Friedrichshain e terminare presso la stazione ferroviaria di Frankfurter Allee. Tuttavia, probabilmente a causa della persecuzione della polizia, gli organizzatori hanno deciso di sciogliere la manifestazione di fronte alla stazione ferroviaria di Lichtenberg (nonostante il fatto che tutta la zona di Lichtenberg è una roccaforte dei neo-nazisti).
Quando la manifestazione finì nel quartiere di Lichtenberg, i poliziotti hanno quasi completamente circondato la piazza ed inizialmente hanno bloccato tutti gli accessi alla stazione dei treni e della metropolitana per pura provocazione. Poco dopo, la polizia ha aperto le porte della metropolitana, ma poi ha iniziato ad attaccare coloro che hanno scelto di rimanere nella piazza. È riportato che la polizia ha preso la maggioranza degli ostaggi lì, ed ha spruzzato con spray di pepe un vagone del treno. Il numero totale dei fermi è arrivato a 22 persone, ma non ci sono ulteriori aggiornamenti sui possibili arresti (25/11).
Tuttavia, i manifestanti sono stati in grado di attaccare un punto di incontro dei neo-nazisti nella loro roccaforte, il quartiere di Lichtenberg. Colori, pietre, bottiglie e petardi sono stati gettati sul negozio neo-nazista a Lückstraße, che era ben sorvegliato da poliziotti. Petardi volavano periodicamente anche durante l’intera manifestazione.
Durante l’azione, dei slogan sono stati cantati ad alta voce, tra cui dei slogan anarchici / anti-autoritari in diverse lingue, e il famoso “Poliziotti, Maiali, Assassini” è stato sentito anche un paio di volte.
* Informazioni riguardo la storia di Silvio Meier in tedesco: i, ii
All’alba del Giovedì, 11 Ottobre una squadra di nazisti dell’Alba Dorata si è riunito al ristorane “Psitalonia”, nel quartiere di Psila Alonia, al fine di attaccare degli antifascisti che si trovavano nella zona. Immediatamente si è riunita della gente per difendere i compagni. I fascisti dell’Alba Dorata sono stati distrutti quando hanno tentato di attaccare. Si sono ritirati dispersamente cattivo e il loro locale-covo è stato schiacciato. Il ristorante “Psitalonia” la cui proprietà è direttamente collegata al nucleo guida dell’Alba Dorata di Patrasso, costituisce un noto luogo di ritrovo di fascisti ed è collegato con attacchi fascisti contro gli immigrati nel quartiere. L’Alba Dorata nega ufficialmente la sua presenza negli eventi.
La mania vendicativa dello Stato per i suoi cani abbattuti si è manifestata con il fermo di 9 persone, ciecamente in luoghi e tempi diversi dagli eventi. 4 dei detenuti sono stati infine arrestati ed accusati di reati gravi, come tentato omicidio, dopo essere stati presumibilmente riconosciuti dai membri dell’Alba Dorata. Le accuse si basano su prove che vengono “cucinate” dagli “albadorati” in collaborazione con i poliziotti ed i giudici, il che dimostra come lo stato e gli para-statali costruiscono il caso.
CONTRO AGLI ATTACCHI STATALI E PARA-STATALI
GIÙ LE MANI DAI NOSTRI COMPAGNI
RADUNO: Venerdì ore 12 al Parartima
Per raduno e corteo di protesta ai tribunali in via Gounari mentre i compagni arrestati passano dal PM
Estratto dal richiamo degli antifascisti nei quartieri di Kypseli e Patissia:
Nessuna tolleranza per le bande naziste e fasciste
Ultimamente, nelle vicinanze di piazza Amerikis, sulla via Patission in Kypseli, un piccolo gruppo di razzisti / fascisti tenta di creare uno stato di paura e di intolleranza contro gli immigrati africani che vivono nella zona. (…) La protesta antifascista-il 26/9, il giorno dopo il pogrom fascista ha incluso una marcia per le strade del quartiere e un raduno in piazza Amerikis, in cui hanno partecipato molti residenti locali, nativi e immigrati. Le motivazioni della popolazione hanno dato una prima risposta contro i piani fascisti. Ma, al fine di fermare la loro azione per bene, ciò che è necessario è una mobilitazione più ampia e continua di tutti i residenti antifascisti ed antirazzisti locali, che non vogliono vedere la violenza razzista della diverse bande fasciste dominare il nostro quartiere. (…) Facciamo modellare i termini della nostra vita con dignità e libertà.
Lotte comuni della popolazione locale e degli immigrati contro la povertà, la repressione, il razzismo
Auto-organizzazione, resistenza, solidarietà in ogni quartiere
Raduno antifascista-antirazzista dei residenti in lotta e degli sostenitori Piazza Amerikis, Venerdì, 12 Ottobre, 19.30
Una manifestazione antirazzista è stata chiamata la sera del 26 Settembre, nel distretto di Patissia, nel centro di Atene, come risposta immediata ad un altro pogrom fascista nella zona circostante la Piazza Amerikis proprio il giorno prima (25/9), e come una contro-protesta contro i neo-nazisti (i cosiddetti “cittadini greci indignati”) che avevano minacciato di uscire dalle loro tane di nuovo e diffondere il terrore nazionalista.
In primo luogo, gli antifascisti si sono concentrati vicino all’angolo di via Stavropoulou e via Lemessou, di fronte agli uffici della comunità della Tanzania in Grecia che è stata anche attaccata e distrutta il giorno prima dai teppisti neo-nazisti (guarda il video).
Un’assemblea aperta si è tenuta in Piazza Amerikis, con massiccia presenza di immigrati ed altri residenti che hanno resistito alle intimidazioni fasciste ed hanno discusso i loro problemi quotidiani. Poi, un grande blocco di anarchici, antifascisti, antirazzisti della sinistra ed altri sostenitori, sia immigrati e gente del posto, sono scesi in strada scandendo slogan antifascisti.
Allerta anti-fascista! Solidarietà tra gli oppressi.
Contro l’oscurità del fascismo
Nessuna tolleranza per i neonazisti di Chrissi Avgi / Alba Dorata
Una manifestazione antifascista è stata effettuata Martedì sera, 17 Luglio, da numerosi gruppi di Agrinio, come l’assemblea contro il fascismo, lo spazio sociale auto-gestito, il collettivo anarchico della rivista della “Ghigliottina”, l’occupazione Apertus, così come la Zona Autonoma – Blocco della Gioventù – fan antifascisti della squadra di calcio “Panaitolikos” -, ma anche il ‘Gruppo de affinidad’ dalla città di Arta, la coesione Antifascista (sispirosi) di Arta ed altri antifascisti da entrambe le città.
La gente ha iniziato a radunarsi presto la sera nella piazza centrale di Agrinio, dove sono stati letti gli annunci collettivi attraverso un sistema di suono. La manifestazione antifascista è iniziata poco dopo le 20:00.
Circa 350 persone hanno partecipato a questa marcia di protesta. Dei slogan contro il fascismo, il razzismo e la repressione sono stati cantati e testi, opuscoli e vari comunicati sono stati distribuiti ai passanti. La manifestazione è durata circa un’ora e mezzo, passando per quasi tutte le strade centrali della città. fonte / più foto qui
Il 10 Luglio, appena un giorno dopo una azione diretta effettuata con successo dagli antifascisti della città di Agrinio, un attacco incendiario molto pericoloso ha avuto luogo al centro sociale Apertus. Di seguito il comunicato degli occupanti: Nella serata di Martedì 10 Luglio, poco prima della mezzanotte, lo spazio sociale libero dell’occupazione Apertus, è stato attaccato con un ordigno esplosivo-incendiario, causando danni. Inoltre, fuoco si è esteso nel cortile dell’occupazione. Lo spazio in quel momento era vuoto e non ci sono stati feriti. L’esplosione è stata sentita in tutta l’area di Agios Dimitrios. Vicini di casa si sono precipitati nella zona, hanno spento il fuoco ed hanno immediatamente avvertito persone dall’assemblea dell’occupazione.
L’occupazione Apertus, costituisce da due anni ormai, uno spazio politico di incontro e collettivizzazione, il cui scopo non è semplicemente quello di operare, ma di costruire strutture di solidarietà sociale e promuovere le lotte all’interno della città. Quindi, oltre ad eventi politici, dibattiti, presentazioni di libri, proiezioni di film, festival, ecc tenuti nello spazio dell’occupazione, si organizzano all’interno della città dei bazar gratuiti, rappresentazioni teatrali, ecc. La nostra preoccupazione ed obiettivo principale rimane la connessione con la comunità locale e le sue lotte sociali.
Non c’è bisogno di avere una conoscenza di spionaggio per capire che questo attacco squadrista può venire solo dal circolo dell’organizzazione neo-nazista Chrissi Avgi/Alba Dorata. Un’organizzazione che striscia come un serpente nel contesto sociale versando del veleno razzista lungo il suo cammino, che con le sue ossessioni nazionaliste cerca di seminare dissidi tra gli oppressi, che costituisce una riserva informale della repressione dello Stato… Un’organizzazione, che finge di essere “anti-sistemica” “filantropica”, “anti-memorandum”, cercando di coprire il suo ruolo reale che non sia altro dalla gestione del capitalismo nella crisi. Ovunque mettono piede i “albadorati”, quindi, promettono a coloro che li seguiranno aiuto per risolvere i loro problemi, per trovare un lavoro, per poter andare a fare la spesa, come dicono, senza aver paura… Nella regione di Agrinio distribuiscono promesse per la risoluzione, una volta per sempre, del “problema della criminalità dei Roma” sognando in realtà un pogrom che si riferisce direttamente al fascismo di Hitler. Mentre proclamano clamorosamente di eseguire un lavoro sociale ed una legittima attività politica dietro le quinte accoltellano degli immigrati, mettono ordigni incendiari in luoghi autogestiti. Infatti ad Agrinio la conferma di questa cosa è l’attacco all’occupazione Apertus come anche la scena di attacco contro i Roma nella zona di Panaitolio (vicino alla città di Agrinio). In questo modo fanno rivivere un moderno apartheid, responsabilità per il quale hanno anche alcuni media locali che a lungo stanno creando il giusto clima.
Ma i problemi all’interno della società derivano dalla natura del sistema capitalistico e dalle relazioni sociali che esso crea. Nessuno avrà un aiuto complessivo facendo “una telefonata all’Alba Dorata”. Queste lattine di Alba Dorata che oggi offrono generosamente il loro aiuto, domani chiederanno dei ricambi, così come fanno i patroni e i protettori. In ogni caso l’idea per la creazione di pattuglie private nei quartieri assomiglia ad un buon affare. Noi sollecitiamo la comunità locale, di non credere alle bugie delle personalità losche che formano il nucleo locale dell’organizzazione fascista, di non consentire alle faccie-fasciste dei “albadorati” di intromettersi nella quotidianità della loro vita. Di voltare le spalle ad ogni aspirante patrono degl’interessi sociali.
La storicità della crisi dimostra che essa porta all’intensificazione dello sfruttamento, alla miseria e al fascismo sociale. L’uscita dalla crisi non verrà né da parte dello Stato né dai parastatali o dalle bande squadriste. La nostra difesa contro la crisi sono le relazioni reciproche e di mutuo sostegno ed aiuto, l’auto-organizzazione, le strutture sociali, la fratellanza e la solidarietà. Solo in questo modo potremo stare su i nostri piedi e preservare la nostra dignità.
Gli “episodi” (come dispregiativamente vengono riportati dalla stampa borghese locale), che hanno avuto inizio con i tentativi dell’Alba Dorata di presentarsi ad Agrinio, non sono una “faida” tra alcune parti estreme. Derivano dalla stessa storia di Agrinio… Una città con un percorso combattivo profondo, con ricordi di sanguinose lotte dei lavoratori, con esecuzioni di massa ed impiccagioni pubbliche, non possa lasciare i discendenti degli informatori, degli collaboratori e dei Tedesco-Tsoliades di vagare per le strade, i vicoli e i campi fingendo di essere salvatori.
La nostra risposta è politica e deriva direttamente dal movimento!
Nemenno un passo indietro!
Né ad Agrinio, né da nessuna parte
Spacciamo i fascisti nelle città e nei villaggi
11 Luglio 2012
Occupazione Apertus
Via Kalivion 70, Agrinio
Manifestazione di solidarietà con gli immigrati Giovedì, 14 Giugno. Il corteo di protesta partirà alle 18:00 dall’occupazione Parartima (Via Korinthou e via Aratou, Patrasso )
Un gruppo di fascisti si è presentato giornalmente per qualche tempo in Kyprou square, nel distretto di Kalithea, graffitando slogan, attaccando dimostranti e immigrati; con teste rasate, anfibi, svastiche, tatuaggi nazisti… una compagnia di bastardi nostalgici dell’era di Hitler.
Il 24 Febbraio siamo andati a Kalithea, e abbiamo visto che il gruppo di stronzi da 6-7 che erano si è allargato anche con altre merde dei quartieri vicini (Attiki square, Aghios Panteleimonas square). Venerdi notte, abbiamo contato 15-20 fascisti riuniti su un lato di Kyprou square. Cosi, abbiamo fatto ciò che era ovvio. Un uguale numero di compagni, uomini e donne, li hanno colti di sorpresa, distruggendone alcuni, mentre il resto di loro è fuggito, come i disertori attuali che gettano via i loro scudi, lasciandosi alle spalle gli altri che sanguinano.
L’azione antifascista è una parte fondamentale della lotta per una società di uguaglianza e solidarietà; per una società dove non ci sia più posto per discriminazioni di razza e genere. Fino ad allora, è compito di tutti i combattenti non lasciare un centimetro di terra, in ogni quartiere, ai complici del regime. Ed ogni “purosangue” che cercherà di fare “operazioni di pulizia” nelle piazze e nelle strade dovrebbe sapere che le ronde antifasciste aspettano in ogni angolo di questa città… Vi sconfiggeremo…
Fascisti, non vi stiamo aspettando, vi stiamo cercando.
Vorremmo “ringraziare” quelli che hanno partecipato alla distruzione della facciata del nostro posto, che siano agenti di polizia o “patrioti” parastatali. In questo modo, hanno confermato di nuovo che stiamo recando disturbo all’attuale regime di povertà, impoverimento e accellerazione del fascismo.
Abbiamo visto arrivare un attacco come la rottura delle finestre o anche qualcosa di più serio. La storia recente e la situazione degli spazi antiautoritari dimostra che i manganelli della polizia, i coltelli dei “patrioti” parastatali, le accuse e i proiettili, che hanno ucciso Alexandros Grigoropoulos e Lambros Foundas, hanno fallito nel piegare il desiderio di una società senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di un mondo di libertà. Piuttosto, essi sono serviti solo per renderci più consapevoli, decisi e maturi in come possiamo pianificare la sovversione sempre più con efficacia.
Nessuno ci farà entrare in uno stato di panico, o di risposte spasmodiche o “emergenziali”. Questi concetti appartengono al regime che sta collassando, mentre negli spazi rivoluzionari la consapevolezza e la stabilità sono capaci di ostacolare il loro cammino.
Il nostro posto continuerà ad essere aperto, i nostri eventi continueranno normalmente, e noi stessi saremo presenti nelle strade e nei processi sociali.
Secondo il Comitato Rifugiati Afghani, un altro attacco fascista contro un immigrato si è verificato Martedì sera, 16 agosto, nei pressi di Piazza Attiki (centro di Atene). Una banda di sette neonazisti ha attaccato un’ immigrato di 25 anni che è stato gravemente ferito e ricoverato in ospedale. Il giorno dopo alcune persone hanno fatto denuncia dell’attacco fascista alla stazione di polizia di Aghios Panteleimonas ma la polizia non ha fatto nulla, li ha invece esortati a formare una propria banda per poter contrattaccare.