Category Archives: Annunci-Eventi

Atene: Striscione in solidarietà con Lisa, imprigionata a Colonia, Germania

Ricevuto il 21 dicembre 2017

Striscione esposto al Politecnico in solidarietà con Lisa, accusata di rapina in Germania.

Oggi 21 dicembre nel contesto dell’appello internazionale in solidarietà con la compagna Lisa accusata di rapina ad Aachen, Germania, abbiamo deciso di esporre uno striscione al Politecnico, a Exarchia, Atene.

Lo scorso 7 giugno il giudice e la pubblica accusa di Aachen l’hanno condannata a 7 anni e 6 mesi di prigione. Ora aspetta l’appello richiesto dai suoi avvocati. Se viene accettato dalla corte significa che dovrà subire un secondo processo.

Il fatto che la nostra compagna sia in prigione ci rende ancora più furios*, ma sappiamo che ogni vendetta dello stato ci rende più forti ogni giorno e rafforza le nostre idee.

Continueremo a lottare, a ricordare tutt* i/le nostr* compagn* in prigione. Nelle nostre teste è ben chiaro ci sono i nostri nemici. La nostra decisione è questa, di combattere lo stato, la polizia, i giudici, la procura e tutt* coloro che fanno parte del sistema che rende miserabile la vita delle persone. Non ci fermeremo, si tratta della nostra vita, si tratta della nostra lotta!

Si tratta di un piccolo gesto di solidarietà con la compagna, ma anche una rivendicazione a continuare la lotta all’interno della prigione e nelle strade. Non lasceremo nessun* compagn* sol* nelle mani dello stato.

Finché tutt* saranno liber*, forza, fuoco, amore e lotta!
La vogliamo libera, la vogliamo in strada!
Per l’anarchia!

Per scrivere a Lisa:
Lisa, nº 2893/16/
Justizvollzuganstanlt (JVA) Köln
Rochusstrasse 350
50827 Köln (Germania)

in inglese, portoghese

Kiel, Germania: Danneggiata auto di nazi

16 dicembre 2017

L’ultimo fine settimana prima di natale abbiamo fatto un regalino al fascio NPD Herrmann Gutsche. Schiuma poliuretanica e buchi nelle gomme della sua Citroën sono un garante per giorni di festa strameditativi.

Gutsche si è ben meritato questo grazie antifa. Dal 2008 tenta di fare propaganda nazi in consiglio malgrado non avendo nemmeno più l’associazione circondariale della NPD che lo spalleggia. Il 6 maggio 2018 ci sono le elezioni comunali. Non c’è tempo d’attendere il prossimo natale per fare dei regali ai fasci AfD e NPD. Parlatene tra di voi, analizzate la situazione ed attaccate! I porci nazi devono pagare per la merda nazi. Ieri, oggi, domani.

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Lipsia, Germania: Bruciata auto di Siemens

Nella notte al 1°dicembre 2017 fu bruciata totalmente una carretta della porca ditta Siemens. Di Siemens si devono dire tante cose negative.

Questa volta gli diventava fatale fornire la tecnologia di sorveglianza di produzione propria tra l’altro anche ai regimi dittatoriali in tutto il mondo e che sostengono anche qui in Germania i progetti che vogliono realizzare la smart city. Così partecipano anche qui alla sorveglianza organizzata e all’addestramento tecnologico.

Inoltre, l’attacco è anche un contributo alla lotta contro la IMK (Conferenza dei ministri degli interni dei Länder), dove la sorveglianza delle persone è organizzata a livello statale.

I migliori saluti e ogni forza a tuttx lx compas prigionierx!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Lipsia, Germania: 20+28+30 novembre 2017: Vernice e pietre a management di quartiere, CDU e Posta

30 novembre 2017

Qui niente pace – vetri rotti, vernice, vetri rotti – Il presidente dei porci di Lipsia, il capo porco Merbitz, disse sulla manifestazione autorizzata contro la IMK (Conferenza dei ministri degli interni dei Länder) che la protesta contro la IMK non andava discreditata poiché non tuttx lx manifestanti volevanodei tumulti e che sarebbe stato permesso manifestare se tutto si fosse svolto pacificamente.

Su quest’affermazione non c’è che da buttare un grosso mucchio di merda. Non si svolgerà pacificamente mai nulla finché non si porrà fine ai misfatti dello Stato e della sua manovalanza. Solo con la repressione si tiene sottomessx tuttx coloro che hanno le scatole piene di governanti e sgherri. Che anche questo approccio è condannato al fallimento si vede anche da questi fatti:

Il 20 novembre la gente si spaventò poiché anche se nottetempo ci fu del baccano nella Karl-Heine-Straße. Chi andava a vedere poteva scoprire che qualcunx senza alcuna autorizzazione aveva fatto tanti buchi nei vetri dell’ufficio del management di quartiere, cosa già successa in passato.
E perché il tutto, si sarà chiesto qualcunx, ed ecco la risposta adeguata:
Il management di quartiere, insieme alla politica urbana e con la partecipazione dell’università di Lipsia accelera il progetto per un Occidente smart. Così il management di quartiere una volta ancora dimostra da quale parte sta: dalla parte dell’espulsione e della gentrificazione e ovviamente, ora, anche dalla parte della sorveglianza smart.

La Deutsche Post otteneva una notorietà ingloriosa. Come una delle prime imprese in Germania, nelle proprie filiali impiega la software per il riconoscimento facciale. Dimostrando di essere all’avanguardia nel controllo totale delle persone. Che merde. Per chiarirlo alla Posta, alcune canaglie nottetempo, era il 30 novembre 2017, hanno lanciato quantità cospicue di vernice sulla facciata della filiale Nonnenstraße, colpendola in pieno.

La CDU come è risaputo partecipa ad ogni porcata se si tratta di annientare la gente per gli interessi dello Stato e del Capitale. Non per ultimo e non solo si poteva vedere dai cambi di legge decisi dal governo federale, che con l’inasprimento del paragrafo sulla resistenza dichiara gli sbirri persone particolari – ora spingerle può essere punito con tre mesi di prigione. Inoltre il governo federale ha anche creato la possibilità legislativa con la quale il PM può permettere agli sbirri di costringere ogni persona a testimoniare. Del tutto è parte anche il divieto di Linksunten emesso dal ministro degli interni federale DeMaiziere.

Non si poteva non commentare questa iniziativa nell’interessa delle autorità repressive – Il vetro dell’ufficio CDU di Ronald Pohle il 28 novembre 2017 fu spaccato con una scure mentre Pohle s’aggirava ancora nel retro.

Sostenete le azioni contro la IMK a Lipsia! Non permettiamo che ci dividano in manifestanti buonx e cattivx. Contro i padroni siamo tuttx cattivx! Niente pace falsa!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Rigaer 94. Appello alla resistenza.

Lo stato di polizia fa uso di tutte le armi alla sua portata: lunedì 18 dicembre sono stati pubblicati circa 100 visi di persone che hanno partecipato agli eventi di Amburgo. La campagna di stato ha infine abbandonato la maschera dei procedimenti penali e ha lanciato la macchina del fango che dovrebbe piegare ogni resistenza. Facciamo in modo che questi incidenti, questo attacco generalizzato agli ultimi elementi sociali e resistenti che rimangono non passino sotto silenzio. Bruciare questa società di informatori e assassini e fascismo è un dovere ancora incompiuto.

È evidente a ogni essere umano che l’episodio di Amburgo era assolutamente necessario. Le bugie e i falsi dibattiti delle autorità repressive, del sistema conformista e dei media di estrema destra non sono riusciti a riscrivere la riuscita della resistenza contro il G20. In uno dei regimi democratici più sicuri di sé, con un apparato di violenza diversificato e un’immagine di invincibilità, diecimila persone hanno osato insorgere, correre grandi rischi e serie conseguenze per la loro vita. Un miscuglio di azioni offensive, di protesta e di resistenza hanno trasformato il summit delle potenze dominanti in un disastro. Un disastro per il marchio di Amburgo, della Germania e per i più potenti stessi, il cui incontro più importante ha ormai un futuro imprevedibile.

E il vertice è stato un disastro anche per la polizia. Questa istituzione che, nell’impero germanico come sotto la Germania fascista e in quella della democrazia, non è mai stata soltanto il potere esecutivo ma prima di tutto il potere che legittima questa nazione di assassin* e vint*. Tutt* sappiamo quanto sia profondamente radicata l’ideologia dello stato di polizia nella nostra società. Una società che ha gettato una Rosa Luxemburg già morta nel canale Landwehr, che ha dato la caccia ad Anna Frank fin dietro una libreria e che l’ha mandata, con milioni di altr* “subuman*” nei campi della morte; questa società che alla fine dichiara le forze armate tedesco-nazionali(1) come “resistenza”, è fascista. L’apparato di sicurezza della BRD, formato dagli stessi macellai che davano la caccia senza pietà in tutta Europa a partigian* e antifascist* per la nazione tedesca, è fascista. La società nel senso più ampio del termine e i poteri esecutivi si sono uniti nella caccia ai comunisti e hanno portato il meccanismo contro i gruppi della guerriglia che hanno fortunatamente sparato al fascista tedesco incarnato Hans-Martin Schleyer a una perfezione mai vista prima, qualche anno soltanto dopo la “liberazione”.

I visi della resistenza erano stampati a ogni angolo sui manifestini dei ricercati, a ogni incrocio si poteva essere controllati da una polizia pesantemente armata, la reintroduzione della pena di morte venne presa in considerazione e messa in pratica grazie al lavoro della polizia. Il discorso della società diretto dallo staff della stampa, dei politici e della polizia ha gettato le basi per innumerevoli sparatorie fatali, tortura bianca e leggi speciali contro ampie parti della società. Lo stato di polizia, ancora ai suoi primi passi al momento dell’omicidio di Benno Ohnesorg e sotto la minaccia costante di una rivolta, si è sviluppato negli anni per diventare uno stato all’interno dello stato. Con la fine della guerriglia urbana e dei nuovi movimenti sociali, siamo davanti a una società incapace di portare avanti un’opposizione reale a questo sistema. Neanche quando le persone vengono crudelmente torturate e assassinate nei bunker dei commissariati come Oury Jalloh a Dessau, bruciato vivo da uno sbirro fascista.

L’unico fattore che ha ritardato il perfezionamento dello stato di polizia totalitario sembra essere il fatto che i capi strateghi procedono con cautela, per non sollevare troppe inquietudini nei/lle attivist* per i diritti civili. Come noi hanno sempre meno mezzi e sostegno in una società civile che ha deciso che lo stato non può sbagliare; che quello che la stampa dice è giusto, e la resistenza è assurda.

I tempi delle proteste in un ambiente sicuro sono definitivamente finiti. A questo riguardo la società tedesca è tornata a un punto in cui non si trovava da 80 anni. Queste sono le innovazioni chiave e le sfide per la resistenza:

– La semplice partecipazione a una manifestazione può significare una condanna a lungo termine.
– La polizia può definire le aree in cui vige la loro legge.
– La polizia può classificare chiunque come potenziale delinquente (“Gefährder”)(2), per poter incarcerare delle persone senza decisione giudiziarie e sorvegliarle completamente.

Già prima del G20 erano state prese delle misure contro il popolo della resistenza. Chi era stato classificato dalla polizia come criminale potenziale aveva ricevuto il divieto di recarsi ad Amburgo. Sono stati emessi obblighi di firma al commissariato, e imposti con minacce di multe e reclusione. Inoltre sono state eseguite delle ricognizioni visibili a scopo intimidatorio ed è stata messa in atto una sorveglianza sotto copertura di tutta la zone.
Non c’è bisogno di spiegare ulteriormente che durante il vertice l’intera città di Amburgo è stata messa sotto controllo dalle forze dell’ordine, situazione che ha portato le truppe di polizia pesantemente armate a un “aggiustamento“ dei diritti civili e alla violenza di massa.
Le attività di polizia prima e durante il vertice non hanno mostrato una nuova qualità. Ogni evento importante del passato è stato accompagnato da attacchi alle norme sociali da parte dell’apparato di sicurezza. Ma la massa degli attacchi e la naturalezza con cui sono stati eseguiti contro precedenti evidenti forme di protesta ad Amburgo sono stati notevoli.

Quello che è cominciato dopo il vertice è un salto di qualità. C’è chi sostiene che i disordini sono stati iniziati dallo stato per schiacciare le strutture di resistenza in una campagna finale. Questa linea di pensiero è una stronzata, sappiamo benissimo che politicamente tutt* volevamo il naufragio dello stato ad Amburgo. Per mettere fine una volta per tutte alle teorie complottiste ci assumiamo la responsabilità politica di tutto quello che è successo ad Amburgo: dalle proteste civili fino all’ultima pietra gettata ai poliziotti. Come parte delle strutture ribelli abbiamo organizzato una manifestazione in solidarietà con tutt* coloro che dovevano affrontare la repressione subito dopo il vertice, e allo stesso modo in futuro non ci sottrarremo alla responsabilità di incoraggiare la rivolta. Chi vede soltanto una cospirazione di stato dietro qualsiasi cosa neutralizza la resistenza con tutte le sue prerogative e non ha legittimità a parlare in suo nome.

Ormai è chiaro che lo stato si batte per poter definire a suo piacere questo evento, nello stesso modo in cui cerca di dominare su ogni cosa. Sulle nostre vite e le nostre strutture sociali, la natura e la tecnica. In questa battaglia dell’idea capitalista e nazionalista lo stato utilizzerà sempre i metodi fascisti. Sono sempre gli stessi metodi usati più e più volte per denunciare come criminale, non politica e asociale la resistenza(3). In questo modo lo stato tedesco può contare sulla sua polizia, la sua stampa e il suo popolo con i loro rappresentanti. Difficile dire chi sia più ripugnante fra queste creature. Il capo del gruppo speciale di indagine “Black Block”, che darebbe la caccia a chiunque gli venisse presentato davanti alle fauci? O Brechmittel-Scholz(4), che rappresenta la volgare borghesia di Amburgo con le sue limousine di lusso? O i giornalisti divenuti il potere esecutivo della propaganda di polizia. O chi collabora, consegnando con i loro filmati presi con gli smartphone migliaia di persone nelle mani della repressione perché sono dei vigliacchi che hanno paura di prendere il controllo della propria vita e vorrebbero marciare dietro ogni Hitler.

Alcun* di noi ridevano dell’ultima ondata di perquisizioni, di cui era arrivata la soffiata prima. O del fatto che Fabio, ragazzo simpatico, stesse diventando un problema per la strategia della repressione. Eppure la strategia della polizia non dovrebbe essere sottovalutata. Una parte importante di questa strategia implica una propaganda sul lungo termine per riconquistare il potere di definire gli eventi di Amburgo. Chi l’avrebbe creduto che diversi mesi dopo il G20 sarebbe ancora stato all’ordine del giorno grazie alle frequenti conferenze stampa organizzate dalla polizia? E chi avrebbe creduto che la propaganda professionale con i suoi mezzi inesauribili poteva fallire senza il nostro contributo?

Ecco perché – a questo punto di un’ampia caccia all’uomo – rinnoviamo la nostra confessione di lotta contro lo stato, le organizzazioni fasciste come la polizia, i servizi segreti e le strutture di destra, così come contro i collaboratori e gli informatori in seno alla popolazione e alla stampa. Fabio e tutt* coloro che anche in un’aula di tribunale tengono la testa alta sono i nostri modelli per sfidare la paura e mandare saluti di libertà e solidarietà a chi affronta la repressione e il mondo del G20.

In occasione di questa caccia all’uomo e a causa degli appelli alla denuncia di 100 persone abbiamo deciso di pubblicare le foto di 54 ufficiali di polizia che l’anno scorso hanno partecipato allo sgombero del Rigaer94. Ci farebbe piacere ricevere degli indizi sui loro indirizzi personali. Possono essere considerati responsabili dello sgombero e dellla violenza delle tre settimane di occupazione.

E ora è importante mettere fine al nostro atteggiamento attendista e rafforzare la mobilitazione e la solidarietà delle strutture attive. La manifestazione dopo l’ondata di incursioni è stata un punto di partenza(5). Ma per le prossime perquisizioni dobbiamo essere più numeros*. Se non abbiamo altro modo, dobbiamo almeno scendere in strada per assumerci la responsabilità dei/lle nostr* amic* perseguitat* dallo stato.

Tutt* in strada! Determinat* e furios* combattiamo l’ordine dominante e resistiamo di fronte alla repressione!

(1) Stauffenberg era un generale altolocato che cercò di assassinare Hitler. Faceva parte dell’aristocrazia, che di fondo criticava Hitler in quanto cattivo stratega
(2) “Gefährder” è un termine creato dalla polizia tedesca e ampiamente utilizzato nei dibattiti pubblici per stigmatizzare e criminalizzare la popolazione musulmana. È probabile che il suo utilizzo contro militanti di sinistra e anarchic* venga adottato sempre di più spesso
(3) Originariamente “asozial”, una via di mezzo fra antisociale e incivile
(4) Brechmittel-Scholz: sindaco di Amburgo, famoso per aver autorizzato l’uso di un veleno (Brechmittel) da parte della polizia per provocare il vomito nei fermati per verificare se avevano ingerito della droga
(5) Il 5 dicembre la polizia ha fatto irruzione nelle case di diverse persone identificate come partecipanti a un blocco che era stato attaccato dalla polizia in Rondenbargstrasse durante il tentativo di bloccare il vertice. Come reazione ci furono manifestazioni nelle principali città tedesche.

in portoghese

Berlino: Vernice a posto di polizia

Nella notte al 29 novembre abbiamo ampiamente verniciato il posto degli sbirri presso il Treptower Park (competente per violenza giovanile e protezione obiettivi). In solidarietà con il Gare-Squat sgomberato in Exarchia-Atene e chi vi è stato arrestatx.

I vicinati solidali si vedono esposti dappertutto agli attacchi a livello statale, economico e civile – ma esistono anche strutture che s’organizzano dappertutto per il conflitto con l’esistente.
Sgomberare lo squat una settimana dopo il giorno della morte di Alexis non è solo un attacco locale, bensì piuttosto un attacco a tuttx che solidarizzano con una lotta con l’obiettivo di vivere in modo autodeterminato ad Exarchia e oltre.

Auguriamo tanta forza e amore ax prigionierx della demo del 17 novembre e ax arrestatx nello squat.

Lottare solidalmente contro la gentrificazione e gli attacchi dello Stato

Autonome Gruppen

Fonte: Indymedia, Email

Traduzione dal tedesco mc, CH

Brema, Germania: Danneggiata Auto di Gerald Höns (AfD)

24 novembre 2017

A piedi al congresso di partito AfD di Hannover!? Queste o simili questioni si deve porre il politico AfD di Brema Gerald Höns dopo di che la notte di martedì gli abbiamo distrutto le gomme e i vetri della sua Smart nella Bergerstraße.
L’intrigante Gerald ha contatti con i Hells Angels e possiede alcuni bunker roccaforte della 2. Guerra Mondiale che affitta e occasionalmente agghinda con manifesti AfD.

Il nostro annuncio a Höns: sappiamo dove abiti, dove fai i tuoi affari e quali auto guidi. Fino a che a Brema agisci da fascista non ti lasceremo in pace.

Antifa significa attacco – di notte dalle proprie parti e in trasferta a Hannover!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Amburgo: Attacchi a proprietà nazi

Nella notte dal 21 al 22 novembre attaccati vari nazi ad Amburgo.
Bruciata l’auto a Tim Glasow, fascio NPD e dell’ambito rock di destra, domiciliato nel Weidenbaumsweg 74.
Jakob Kautz, membro del movimento Identitario, domiciliato nel Berner Heerweg 510, subiva danni all’auto e fu scoperto davanti alla propria casa.
Inoltre la sede dell’associazione studentesca Germania nella Sierichstraße 23 ha avuto un’ampia riverniciatura. La sede è usata come punto d’incontro e abitazione da alcuni membri del movimento identitario.

Niente tranquillità per i nazi! Mai! Ovunque!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Attaccato furgone spedizioni di Amazon

Non abbiamo voglia di essere governabili tramite le informazioni – e nemmeno delle facce soddisfatte dei manager che sorridono beati pensando alle masse apatiche che nel Black Friday correranno nelle rivendite come dex zombi telecomandati.

In solidarietà con lx impiegatx di Amazon e come sostegno al Block Black Friday, nella notte al 23 novembre abbiamo attaccato in modi diversi 3 furgoni Express di rifornimento con le scritte “AZ Amazon” e “drs amazon” – fuoco, gomme forate, con la vernice e lasciando l’appello: “sciopero!”.

Ci fu questa notizia marginale nei media quando una volta ancora è stato arrestato un “terrorista” – Amazon ai clienti potenziali terroristi in cerca d’acqua ossigenata propone gli altri ingredienti per il gran botto – grazie all’algoritmo…
La scommessa fondamentale di Amazon e Co. mira al fatto che con i cicli feedback, i sensori, microfoni, le telecamere e i dati non è solo possibile generare del plusvalore ma che alla fine l’attacco tecnologico s’iscriva nel corpo e nell’agire. Così si crea un suono a due voci consistente nel consumo perenne e di chi lo pilota da un lato, e nel controllo ed ampliamento dall’altro: che siano le telecamere a rilevamento delle emozioni già in auge nei supermercati, gli smartphone come soccorso alla percezione, Google Home oppure le sinistre bambole spia nelle stanze dex bambinx.

Chi consuma le correnti globali di merci è apparentemente senza chiedere nulla ricompensatx con la registrazione delle emozioni e con una pubblicità personale pilotata. Mentre sui visi di tuttx coloro con intenzioni criminali diventa forse visibile la tensione prima dell’imminente taccheggio oppure per l’abbandono delle righe, del tran tran della standardizzazione.

In questo gioco Amazon rischia in primissima posizione. Così l’anno passato Amazon era la compagnia a livello mondiale con le più grandi spese per la ricerca. Già ora sono in atto delle fasi sperimentali con supermercati senza personale. “Amazon Go” punta al fatto che la clientela è registrata via App all’entrata, cosi come sono registrati i prodotti presi dagli scaffali – il cliente che lavora nel supermercato panottico. Così scoppia anche la bolla del settore dei servizi, il bacino di raccolta per l’innumerevole forza lavoro licenziata causa la razionalizzazione.

Così andiamo a finire con le persone in lotta che lavorano per Amazon, che già ora nella fabbrica panottica sono sotto la sorveglianza continua di una rete d’apparecchiature W-Lan installate nel magazzino merci.
Se lì si tratta anzitutto di una “ottimizzazione” dei cicli lavorativi, nel supermercato vigilato le cose sono due. Da un lato la riduzione dei costi: il cliente che lavora, che si serve da solo, che bravo bravo paga volontariamente non ha bisogno di una forza lavoro che lo serve. Dall’altro lato si tratta delle informazioni generate. Chi rimane quanto tempo davanti a quale scaffale? Quali emozioni si possono desumere dal modo di camminare? Da quando in poi questo bel shopping mi rende felice, se prima ero depresso e attraversavo lentamente la galleria?

Si tratta di molto più che solo marketing e Product-Placement, poiché i giganti online già ora generano un utile con la vendita e la pubblicità quasi uguale a quello con i dati personali che raccolgono diligentemente e che intessono nelle tecnologie che suggeriscono siano vitali per tutta l’umanità. Mentre lo sfruttamento della forza lavoro non è quasi più perfezionabile, i profitti ora si conseguono con i dati e le informazioni ottenute dal cliente – con la presa ed il comando dei modelli comportamentali umani e la produzione delle loro esigenze: Il cliente che lavora.

Non abbiamo voglia di essere governabili con le informazioni – e delle facce soddisfatte dei manager che sorridono beati pensando alle masse apatiche che nel Black Friday correranno nelle rivendite come dex zombi telecomandati.
Così pure noi partecipiamo a un’agitazione anche se in fondo insistiamo nell’acceso rifiuto del lavoro salariato e tentiamo di salvarcene reciprocamente.

Per noi il conflitto attorno a chi sciopera da Amazon rappresenta solo un ritaglio del problema gigantesco dei cambiamenti nel mondo del lavoro e dell’isolamento degli ambiti di lotta e di chi lotta.
E anche lx scioperanti intuiranno che tra dieci anni non ci sarà più né chi raccoglie né chi imballa le merci poiché già ora Amazon si dà da fare per gestire i magazzini con droni pilotati dall’intelligenza artificiale.

Tagliamo i cavi
Facciamo in modo di essere più che zero ed uno
I furgoni bianchi stanno sicuramente anche nelle vostre strade.

– Autonome Gruppen & Altri –

Fonte: Email

Traduzione dal tedesco mc, CH

Monaco di Baviera: Danneggiata stazione pacchi Amazon

22 novembre 2017

Azioni Payback contro Amazon – Amazon è una delle compagnie commerciali e IT più grandi del mondo. Non fa solo profitti con la vendita di merci ma anche raccogliendo massicciamente dati privati della clientela, pagando male le ditte subappaltatrici di consegna e con i controlli aggressivi dex impiegatx nei magazzini di spedizione.

Il controllo digitale dex impiegatx permette ad Amazon di perfezionare lo sfruttamento. Con la registrazione digitale del quotidiano dex loro clienti, Amazon vuole già calcolare i loro desideri e le loro necessità prima che lo sanno essx stessx – e offrirgli la merce corrispondente.

Da quasi quattro anni dex impiegatx Amazon lottano per un salario più altro e contro le condizioni deleterie di lavoro. Per il 24 novembre 2017 si mobilita a livello federale per delle azioni di protesta. In solidarietà con lx impiegatx Amazon in lotta abbiamo disattivato varie stazioni pacchi di Amazon a Monaco. Una logistica senza attriti è la premessa per il concetto di Amazon “Prime-Time”, vale a dire per una veloce fornitura della merce ordinata.

Rimaniamo imprevedibili!
Make amazon pay!

Fonte: Email

Traduzione dal tedesco mc, CH

Giornata in solidarietà con la compagna anarchica imprigionata nel carcere di Colonia

Rendiamo pubblico un appello per il 21 dicembre e i giorni a seguire per lasciare briglia sciolta all’immaginazione ed esprimere solidarietà nelle sue multeplici forme, dimostrando una volta ancora che le nostre compagne prigioniere non sono sole!
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Ricevere una condanna non significa solo che la persona detenuta è in balia dell’istituzione carceraria. Il sistema giuridico e di polizia dello Stato contitua indagando, osservando, analizzando, e decidendo il destino della prigioniera.

Sono infinite le maniere con cui la giustizia sa dimostrare che rimangono dei conti in sospeso, soprattutto quando la detenuta non si è piegata chiedendo clemenza durante il processo o non si è auto-umiliata in un gesto che il nemico possa leggere come riconciliazione. Il rifiuto a collaborare con gli organi di polizia viene considerato come prova di colpevolezza e può facilmente servire
per mantenere l’indagine aperta a tempo indeterminato. Il silenzio e la dignità davanti ai boia e le loro accuse vengono considerate come occultamento delle prove e possono generare nuovi procedimenti.

Oltretutto, il fatto di essere socializzata come donna e non comportarsi come la società considera “adeguato” genera un immaginario di donna dura, tosta, e per tanto irrecuperabile nel mito della reinserzione.
Il fatto di continuare anche dal carcere a esprimere le proprie convizioni e idee politiche, senza negare la propria natura, viene considerato come una mancanza di pentimento e una ragione per la quale la pena del carcere non è sufficiente.

Quando l’arsenale giuridico sfocia in una “ragionevole” condanna, quindi abbastanza lunga per compiacere l’accusa, e l’etica della detenuta si mantiene integra, la Giustizia non esita ad attaccare i vincoli familiari, sentimentali e di amicizia con il mondo esterno. Oltre al cemento, le sbarre, le luci artificiali e le videocamere di vigilanza, che asfissiano la vita oltre a romperla, si aggiungono le montagne di scartoffie che servono per raggiungere il semplice contatto umano con la gente cara. Domandine, permessi, autorizzazioni, proroghe, che mettono a dura prova la volontà di non sentirsi annientata.

Lo scorso 7 giugno, Lisa, la nostra compagna, è stata condannata dal tribunale tedesco di Aquisgrana (Aachen) a 7 anni e mezzo di reclusione per una rapina in banca. Attualmente stiamo aspettando di conoscere l’esito del ricorso presentato dagli avvocati che, in caso venisse accettato, supporrebbe la revisione della sentenza e l’inizio di un nuovo processo. Per questo la compagna si trova ancora in carcere preventivo a Colonia.

Agli inizi di novembre, dopo una malattia durata vari mesi, sua madre è venuta a mancare.
Durante questo periodo di tempo, sia la PM che il giudice le hanno sempre negato la possibilità di andarla a trovare all’ospedale, allegando un “rischio di fuga” fino a negarle di poter assistere al funerale.

Aldilà delle motivazioni giuridiche del nemico, il meccanismo è insidioso. Come in molti altri casi, dove la sete di vendetta della Giustizia non si placa con una semplice, per quanto lunga, condanna, il nemico, per poterla annichilare, rimane attento ad ogni possibile debolezza della prigioniera.
È chiaro che si tratta di una misura puramente vendicativa come risposta alla fermezza e all’atteggiamento non collaborazionista della compagna.
Un ulteriore castigo pensato per aggravare la già dura condanna alla reclusione, un tentativo in più di piegarla, questa volta puntando alla sua vita privata e alla sfera personale. Una logica per nulla nuova di ricatto giuridico con l’obbiettivo di minare la sua coerenza e le sue convinzioni politiche.
Cercano di costruire muri ancora più alti, non solo di cemento ed acciaio ma anche di solitudine ed isolamento.

Sono questi muri che vogliamo distruggere.
Con amore, rabbia e solidarietà alla nostra compagna.
Con odio al nemico.
Non dimentichiamo. Non perdoniamo.

Libertà per Lisa. Libertà per tuttx.

Alcune compagne anarchiche

Atene, Grecia: Ricovero forzato di Nikos Maziotis e Pola Roupa

I membri di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis e Pola Roupa sono in sciopero della fame dall’11 novembre 2017.

Il compagno e la compagna incarcerat* si battono contro le misure d’isolamento; contro misure specifiche del nuovo codice carcerario che mirano alla repressione dei/lle prigionier* di alta sicurezza; contro la proposta di detenere i/le prigionier* di alta sicurezza nei commissariati; contro il ripristino previsto del regime carcerario di tipo C. Richiedono anche la fine immediata dell’isolamento imposto a Nikos Maziotis (da luglio, per una decisione del ministero della giustizia, il compagno viene tenuto isolato dagli altri prigionieri); un’estensione dell’orario di visita basata sulla frequenza di visite del/la prigionier*; sale appropriate per i genitori incarcerati per poter incontrare i propri figli.

Hanno chiarito fin dall’inizio che avrebbero preso soltanto acqua. Hanno chiesto ripetutamente che venisse loro garantita una comunicazione telefonica libera col figlio di 6 anni prima di essere trasferiti dalla prigione di Koridallos in un qualsiasi ospedale.

Il 2 dicembre Nikos Maziotis e Pola Roupa sono stati trasferiti in un ospedale esterno alla prigione a causa del peggioramento del loro stato di salute. Ma il giorno successivo hanno entrambi chiesto di essere rimandati in prigione perché alla fine la libera comunicazione col figlio era stata loro negata.

Il 4 dicembre Nikos Maziotis ha bruciato e distrutto la sezione d’isolamento B nel sotterraneo della prigione femminile di Koridallos, dove era tenuto in isolamento da 5 mesi. Da lì è stato spostato nell’infermeria della prigione a causa delle esalazioni, ed è stato minacciato di venire messo di nuovo in isolamento – stavolta nell’unità disciplinare della prigione di Koridallos.

Nelle prime ore del 5 dicembre Nikos Maziotis e Pola Roupa, in sciopero della fame, sono stati costretti al trasferimento fuori dalla prigione. Il procuratore ha ordinato il ricovero forzato. Attualmente sono all’Ospedale Generale di stato di Nikaia, minacciati entrambi di venire nutriti con la forza. Per il momento i medici dell’ospedale non hanno ancora ottemperato agli ordini del procuratore.

Nikos Maziotis e Pola Roupa continuano lo sciopero della fame. Hanno dichiarato che non accetterano il siero fisiologico e reagiranno contro ogni tentativo di terapia non volontaria e nutrizione forzata (tortura) in ogni modo possibile.

in inglese, portoghese, tedesco

Amburgo: incendiata vettura Telekom

17 novembre 2017

Ispiratx dalla disponibilità militante dex nostrx compas in Grecia di essere una continua spina nel fianco dell’ordine vigente, la notte scorsa abbiamo sabotato con il fuoco una vettura Telekom. Il 17 novembre è una giornata storica che porta nelle strade le correnti anarchiche e di sinistra in Grecia. Quando la direzione della giunta militare il 17 novembre 1973 decise di assalire l’università politecnica d’Atene con i carrarmati e tolse la vita a più di 20 persone, spianava la strada a una parte fondamentale, che tuttora esiste, del movimento antiautoritario greco. Il 17 novembre con le molotov e le pietre si ricordano tradizionalmente le vittime di quella catastrofe. La sovversione anarchica ci permette di mostrare solidarietà con lx amicx in lotta anche partendo da Amburgo.

Rifiutiamo di ragionare in termini di confini nazionali. Per cui un giorno come il 17 novembre è un giorno che non dovrebbe suscitare tumulti solo in Grecia bensì anche qui. Poiché non c’interessa se il nemico parla greco o tedesco. Poiché il nemico stesso è il problema, lo sbirro stesso è il problema, lo Stato stesso è il problema, il dominio stesso è il problema. E come è onnipresente il dominio, sono onnipresenti anche le nostre azioni sovversive.

I nemici della libertà si trovano dappertutto, basta tenere gli occhi aperti. La deutsche-telekom fornisce tecnica avanzata alla manovalanza dello Stato e aumenta le capacità d’azione di quei porci di sbirri, di guardie di confine e guardie carcerarie. Il mantenimento del potere è come un meccanismo d’orologio, il nostro dovere è di sabotarlo. Affinché all’ombra della distruzione finalmente si può di nuovo respirare liberamente. Per prendere aria, per altra opposizione.

Per dirla con le parole della pubblicità Telekom: “per un mondo senza frontiere”

Gruppo anarchico

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Francoforte sul Meno: Vernice a DVCK

Nella notte dal 15/11 al 16/11/2017 abbiamo attaccato la sede dell’associazione fondamentalista DVCK (Associazione tedesca per una cultura cristiana) a Francoforte sul Meno.

Con un estintore pieno di vernice e parole d’ordine politiche abbiamo abbellito tutto l’esterno della  casa. È la nostra risposta agli sviluppi reazionari e anti-emancipazione degli ultimi mesi.
Quest’associazione ortodossa di merda l’abbiamo notata con le azioni stomachevoli come la celebrazione di preghiere di lutto davanti a luoghi di consulenza per aborti.

Questa forma di protesta è un tentativo di terrorizzare le persone gravide e tutta la gente che si vorrebbe informare sulla sessualità e l’autodeterminazione. Nella società patriarcale dove purtroppo viviamo, le donne per gli aborti sono costrette alla consulenza d’istituzioni come profamilia.
L’aborto è un diritto delle donne!

Chi ci ostacola nella nostra autodeterminazione deve aspettarsi sempre e dappertutto seccature, di essere fermatx e attaccatx!

Dopo l’azione di disturbo contro le riunioni di questa setta che mantiene collegamenti anche con ambienti fascisti croati, la settimana passata a Francoforte ci sono state delle perquisizioni.
Che queste ideologie marcino fianco a fianco non è raro. Nella marcia delle mille croci si chiede tra l’altro un divieto d’abortire, con l’obiettivo di impedire la cd morte del popolo. Morte del popolo? Sarebbe bello!

A Giessen attualmente è in corso un procedimento contro una dottoressa che sulla propria pagina web offre info sul tema aborto. Anche questa merda si deve ai pazzi fondamentalisti e all’inutile paragrafo contro l’aborto.

In Brasile le femministe devono giusto ora contrastare cambi di legge medievali che vogliono vietare l’aborto addirittura in caso di stupro.
Tutto questo non possiamo e non vogliamo accettarlo!
MY BODY MY CHOICE!

Le nostre azioni sono ben motivate e speriamo servano da ispirazione!
Solidarietà con ogni persona interessata!

Inoltre vogliamo inviare saluti ribelli ax nostrx amicx arrestatx per le proteste G20.
I nemici della libertà sono anche nemici nostri!

Alcune Femministe Autonome

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Atene: Striscione in memoria di Santiago Maldonado allo squat Themistokleous 58

Santiago Maldonado vive nella rivolt(A)

Quattro mesi dopo la sparizione del compagno anarchico Santiago Maldonado, e il suo assassinio per mano dello stato argentino, mandiamo un saluto ai/lle compagn* in America del Sud e lanciamo un appello a mantenere accesa la fiamma della rivolta in questo Dicembre Nero.

Da Exarchia all’America del Sud, la solidarietà anarchica è più forte di qualsiasi confine.

in inglese, spagnolo, portoghese

Roma: Incendio ad auto in solidarietà ad anarchici

Ad agosto roma è vuota e fa caldo, presto ci si annoia a fumare e bere birrette in piazzetta. per rompere con una quotidianità reiterata e arrabbiati per i troppi prigionieri della guerra sociale, una sera abbiamo deciso di andare in giro a fare danni.
Presto abbiamo incontrato una macchina del corpo diplomatico, a cui abbiamo dato fuoco con gioia. È facile, basta una scatola di diavolina!

Con quest’azione abbiamo voluto mandare un saluto solidale a tutti i prigionieri anarchici in carcere, in particolare a paska e ghespe e a riccardo rinchiuso nelle carceri di Amburgo.

Comitiva Allegri Incendiari

Buir, Germania: Appello urgente dalla Foresta di HAMBACH

Ricevuto il 25 novembre

Il processo che concedeva alla foresta di Hambach un po’ più di tempo per prepararsi alla stagione del taglio è perduto. RWE ha cominciato oggi a disboscare i cespugli in vista del taglio totale. La preparazione per un intervento massiccio della polizia è evidente. Hanno annunciato che vogliono sgomberare l’intera occupazione. Li aspettiamo lunedì al più tardi per l’espulsione. Sono già presenti nella foresta per proteggere i macchinari.

Per fare in modo che la foresta di Hambach resista abbiamo bisogno di te e dei/lle tu* amic* e comp@gn*!

Nella migliore delle ipotesi passa da qui.

Se tutto va bene porta con te:

  • sacchi a pelo, materassi
  • amic*
  • un’idea di quello che vuoi fare (l’infrastruttura di RWE è troppo grande per poterla proteggere tutta)
  • stivali impermeabili, vestiti camouflage
  • telecamere (per registrare le violenze della polizia)
  • guanti da lavoro
  • spazzolini da denti
  • materiale di primo soccorso
  • materiale per la pioggia
  • una piccola tenda (non è necessaria, ma se ne hai una portala)
  • niente droga
  • niente documenti d’identità (se ne hai bisogno per il viaggio, seppelliscili da qualche parte nel bosco)

Quello che puoi fare da fuori:

  • diffondi la notizia
  • fai qualunque cosa tu abbia voglia di fare per mostrare la tua solidarietà
  • distrai le forze di polizia (per lo sgombero avranno bisogno di poliziotti da tutta la Germania)
  • attacca le vene del capitalismo & la sua industria fossile
  • non farti prendere
  • non dimenticare chi è al gabbio

Ci vediamo sulle barricate
hambacherforst.org

in tedesco, inglese, francese

Flensburg, Germania: Bruciata auto della polizia

10 novembre 2017

Nella notte al 10 novembre 2017 venne bruciata del tutto una volante della polizia del posto di polizia Harrislee (area Flensburg).

Solidarietà con lx prigionierx dei processi G20 nella settimana n. 45.

Libertà per Fabio, Christian e ogni altrx compa colpitx dalla repressione!

Libertà per ogni prigionierx politicx, non vi dimentichiamo!

Fonte: Indymedia, ivi censurato

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Fuoco, pietre e vernice a Start-up Factory

8 novembre 2017

Tanto è già stato scritto su Amburgo. Tuttora dex compas sono in galera e dovrebbero pagare per i momenti fantastici nei quali finalmente potemmo rimandare al mittente la quotidiana violenza dello Stato e della società.
La questione che ci ponemmo e poniamo è: Come continuare…?

Vorremmo allacciare alla dinamica di Amburgo. Si è mostrato che tanta gente è disposta a scendere per strada per lottare contro la situazione imperante e, nel contempo, con gli spazi conquistati potemmo dimostrare che sono necessari.
Oltre alle discussioni, agli scritti, agli incontri, alle amicizie e a molti altri prodotti delle riunioni attorno al vertice G20 era centrale l’attacco da parte dex auto-organizzatx nei giorni prima, durante e dopo il vertice.

Mentre i nostri avversari sicuramente si preparano già per il prossimo colpo repressivo, noi dovremmo ampliare quel che abbiamo vissuto e forse anche appreso.
Mentre loro emettono ordini di perquisizione e chiudono le celle dex nostrx amicx ad Amburgo e altrove, mentre scrivono nuove leggi di sorveglianza, continuano ad appestare il clima, a sfruttare e affamare lx nostrx amicx in Sudamerica, in Africa e in Asia e dappertutto nel mondo, mentre distruggono i nostri quartieri, sgomberano le nostre case… dovremmo usare il tempo per passare al contrattacco.

Solo una cultura della resistenza ad ogni livello e in tutte le forme ci può dare la possibilità di rendere questa vita un po’ più sopportabile e di creare delle prospettive che un bel giorno forse basteranno per una bella vita per tuttx.

Il centro di Berlino è quasi tutto svenduto. Oltre a centinaia di cd investitori che quando serve fanno i loro soldi con il bisogno di uno spazio abitativo, ora sono i “grandi” ad investire nella city di Belino. Google, Zalando e Co. arrivano e vorrebbero un pezzo della torta della “Smartcity” berlinese.
Il favoreggiamento e l’insediamento della scena Start-up assume una grande importanza. Il sogno di moltx giovani di diventare ricchx e “indipendenti” con una buona idea è la Fatamorgana con la quale chi profitta veramente ci vuole prendere per i fondelli.
Eliminano lo spazio abitativo e insediano dei caffè cari, dei ristoranti di lusso e degli alberghi, erigono dei palazzi per uffici e fanno uffici commerciali dei terreni vuoti.

Sanno che possono tenere il proprio amato progetto solo proteggendolo con la Securitas e le pattuglie per la protezione degli obiettivi. Sono apprezzati solo da coloro che abitano lontano e ne approfittano oppure possono pagare il nuovo affitto vigente nel quartiere. Tuttx lx altrx ovviamente rappresentano un pericolo per la nuove facciata chic in vetro.
Non abbiamo nessuna voglia di vivere in una città lustrata al massimo come Londra, vogliamo mantenere le nostre case e amiamo i nostri terreni vuoti che spesso erano spazio vitale per le persone le più diverse.

Crediamo che le tecnologie devono aiutare la gente e non sfruttarla e vigilarla ed essere mezzo con lo scopo d’ottimizzare il profitto. Le facce di coloro che siedono nella metrò e guardano intontitx i loro telefonini sono l’espressione e l’immagine di una società che svuotata d’ogni senso rincorre i bisogni costruiti invece di avere l’amicizia, l’amore e delle cose in comune.
Si tratta di contrastare con determinazione questo mondo del lavoro, d'(auto)-sfruttamento e d’isolamento.

Ecco perché ci siamo messx insieme ad alcune persone per fare gli auguri alla nuova Start-up Factory a Berlino Treptow cogliendo l’occasione della sua apertura parziale, lanciando pietre, vernice e alcune molotov alla facciata e distribuendo dei liquidi puzzolenti in una parte della costruzione.
All’inizio le fiamme divamparono alte, purtroppo il fuoco si spense abbastanza in fretta. Anche noi ci sforziamo per ottimizzare i nostri processi tecnici… promesso!

Perché la Factory?
La Factory ha varie sedi a Berlino, il suo centro non ufficiale dall’estate 2014 in poi è il Start-up-Campus a Berlino nella Rheinsberger Str. 76/77. Dove si riuniscono Start-up e ditte affermate come la Deutsche Bank, Schaerffler, Telekom e tante altre.
Obiettivo della Factory è il rafforzamento del sito Start-up di Berlino. L’ambiente fondatore e la Old Economy vogliono completarsi e meglio aggregarsi in rete. Le Start-up profittano delle imprese affermate in quanto esperienza, struttura e capitalizzazione e le imprese profittano in quanto innovazione, creatività e accelerazione.
La Factory-dependance nel parco di Görlitz nella Lohmühlenstr. 65 in quanto a dimensioni probabilmente supererà alla grande l’originale: la costruzione in mattoni s’estende su più di cinque piani e sui 14.000 metri quadri dovrebbero presto lavorare fino a mille creativx. “È il più grande club per Start-up in Europa”, dice il direttore di Factory, Lukas Kampfmann.

Ma chi fa la Factory non ha trovato l’edificio abbandonato, dopo l’acquisto l’anno scorso ci fu la revoca per circa 150 inquilinx che prima per tanti anni avevano affittato diversi laboratori e uffici. Hanno ricevuto la disdetta i più vari laboratori ed uffici collettivi, tra cui di grafica e traduzione, di scienza e uno studio collettivo in psicoterapia e anche un ristorante-scuola.

Dalla parte dell’investimento ritroviamo delle vecchie conoscenze come lo speculatore immobiliare Boris Gregor Marweld. Era amministratore del proprietario Marc Walter che nel 2005 partecipava in modo decisivo allo sgombero del progetto abitativo di sinistra Yorck59. Chi abitava il York59 fu ripetutamente tiranneggiatx con la parola d’ordine „le case a chi le può pagare!“ e questo chiarisce quali sono i suoi criteri principe – avere soldi oppure no. Marweld acquistava l’edificio nella Lohmühlenstrasse con la sua impresa »JoLo Berlin Liegenschafts-GmbH« per 23 milioni di Euro. La »JoLo GmbH« cambiava di nome dopo l’acquisto della Lohmühle in »L65 Grundbesitz GmbH«, amministratore non ne è più Marweld ma Stefan Klemm. Ma nella sua nuova homepage »Formac Consult Real Estate GmbH«, Marweld riporta la Lohmühle come »progetto attuale«.

Prospettiva
La nostra solidarietà va anche a chi in occasione del BlackFriday lotta contro lo sfruttamento da parte dell’impresa Amazon.
Partecipate in modo creativo alle proteste!

Alle istituzioni statali è chiaro che la nostra critica può diventare pericolosa per lo Stato. Il divieto di linksunten.indymedia.org ne è la diretta conseguenza statale in seguito ai successi nell’organizzarci ad Amburgo ed è pura e semplice censura dei nostri contenuti. Un video della nostra azione vuole essere un piccolo saluto caloroso e solidale ax nostrx compas colpitx dalla repressione statale e a chi è in carcere.

Stato, sbirri, investitori – Amazon, Google, Zalando & Co. – al diavolo tuttx!
Per la libertà!

https://vid.me/1yQtY

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Wuppertal/Haan, Germania. 2 e 6 novembre 2017: vetri rotti e vernice a uffici AfD

Dal 1° al 2 novembre e dal 5 al 6 ci furono due happening artistici notturni a Wuppertal e Haan. Luoghi della robusta azione artistica erano gli uffici AfD a Wuppertal e Haan, parola d’ordine era senza alternative.

Lx artistx tolsero le persiane e realizzarono una graziosissima rottura di vetrine e decorarono l’interno dell’ufficio AfD di Wuppertal con un po’ di vernice. Anche a Haan trasformarono artisticamente lo stato delle vetrine del relativo ufficio che è anche stato colorato.
Questa arte d’azione ovviamente è politica!

Anche dopo le elezioni federali non c’è alternativa all’azione diretta contro AfD. Proprio perché AfD è entrata nel parlamento federale con un bel 12,6% e con questo apparentemente è avviata ancora meglio. È evidente che AfD perlomeno nei tempi intermedi è un problema per gente con idee progressiste. Ecco perché li dobbiamo disturbare il più possibile con delle azioni contro le sue infrastrutture! A maggior ragione visto che ora dispone di ancora più spiccioli.

Contro il razzismo, il sessismo e il socialsciovinismo, uguale se contro AfD o il resto del paesaggio partitico, alla resistenza non ci sono alternative. Le “trattative” della futura coalizione al governo e il comportamento del maggiore futuro partito d’opposizione SPD già chiariscono in quale direzione vanno le cose. Il salto a destra dopo le elezioni fila ancora più liscio che prima, il che richiede delle azioni ai livelli più disparati con i mezzi più vari.

Poiché SPD/CDU/SU/VERDI/FDP e in parte anche la Linkspartei con la loro politica propagandata come senza alternative sono responsabili del peggioramento dello sfruttamento, dell’aumento della povertà minorile e della vecchiaia e che hanno fatto sì che sempre di più gente non ha alcune alternative. Poiché avere la scelta tra la vessazione nell’agenzia di lavoro e un lavoro di merda pagato malissimo non è affatto un’alternativa!
Anche per questo AfD ha potuto mobilizzare gran parte del potenziale disumano nella società tedesca.

Siamo felicx che anche dopo le elezioni ci furono diversi attacchi a dex funzionarx e con con la nostra performance artistica c’inseriamo lietamente nella serie d’attacchi! Per toglierci di mezzo “l’Alternativa”!

Calorosi saluti vanno ax prigionierx dei riot G20 di Amburgo! Non siete solx, si continua!

Partito dex senza alternativa e collettivo artistico TINA

Fonte: Email

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: incendiate auto della Wall AG e di WISAG

10 novembre 2017

Colpitx dalle parole combattive e chiare di Fabio che nel tribunale di Amburgo urlava ai porci, il nostro cuore si riscaldava e dovevamo sorridere al pensiero che in qualche modo facciamo le cose giuste o almeno ci tentiamo e che con questo non siamo solx.

Pensavamo anche a Nero che rimane dietro le mura di Moabit e che sicuramente manca a tanta gente.
Riprenderci alcune notti…

    “Un pensiero davvero militante intende però qualcos’altro,
    non è disfatto ma indirizzato all’obiettivo,
    di come lo si vuole e perciò perseguito lottando in ogni modo,
    dove ci si mette tutta,
    perché si vuole vivere così…” (anni ’80).

Crediamo sia importante non considerare lx prigionierx e chi è sotto sospetto come vittime che purtroppo non hanno fatto in tempo a scansare i manganelli, a sfuggire all’occhio della telecamera oppure a mettersi le gambe in spalla e correre.

Fabio lo ha espresso dicendo che era una sua decisione attiva andare ad Amburgo e che dietro questa decisione ci sono argomenti e una comprensione politica della merda in generale. Non erano la casualità del clima sul posto, l’ebbrezza o la sbornia. Era ad Amburgo per esprimere la sua rabbia, per incontrare altra gente con le stesse intenzioni. Ha pianificato la resistenza perché convinto di volere il giusto.
E anche Nero non sarà affatto cascato casualmente nel macchinario. Sulla via nel Matrix fu seguito da una pattuglia.

Dovremmo anche considerare in tal modo lx prigionierx che ci mandano i loro saluti. Sanno che cosa fanno e necessitano il sostegno esterno per portare avanti questa determinazione.

Ovvio che gli sbirri e la giustizia sono criminali e responsabili per gli arresti e le carcerazioni, per i pestaggi e gli omicidi. Ma la decisione di stare dalla parte giusta e voler lottare per questo, non significa considerare queste strutture e creature come ostacoli sul percorso verso una società diversa bensì considerarle obiettivi d’attacco ed avversari. Non importa quale metodo scegliamo: sitin, graffiti, lancio di pietre… Se l’obiettivo va oltre, non siamo vittime quando ci arrestano ma questi arresti e queste ordinanze penali fanno parte della nostra vita. Non è la presa degli sbirri l’origine della carcerazione bensì la nostra concezione di vita in questa società e il nostro obiettivo, che è la sua eliminazione, l’eliminazione delle sue strutture, delle galere, dell’intimorimento e della violenza della normalità. Non vuole suonare come una legittimazione della violenza degli sbirri e dei tribunali bensì esprimere che all’interno del sistema non possiamo giammai lottare legittimamente contro di esso. Rimarremo sempre dex nemicx dello Stato.

Esattamente per questo dovremmo procedere così prudenti quanto necessario e ostacolarli più possiamo affinché non ci prendano. Ma la galera non può essere uno scenario di minaccia che ci paralizza e ci impedisce di rimanere coerenti. Possiamo impegnarci a non percepire la repressione come disfatta bensì come conseguenza e un’altra ragione ancora per aumentare la nostra rabbia e contrattaccare.

Sarebbe bello se ancora più prigionierx s’esprimessero e inviassero un segnale all’esterno. Per la solidarietà dietro le mura e per poter dare, qui all’esterno, un punto di riferimento e una voglia, spesso astratta, di lottare contro le galere e i giudici.

Pensavamo a te, Nero, quando nelle notti della settimana passata passavamo alle fiamme le auto delle imprese Wall AG e WISAG.
Riflettemmo di come potesse funzionare la solidarietà al di là delle mura e speriamo che questi segnali di fumo ti raggiungeranno.

Saluti solidali a tuttx che nelle stesse notti giravano per Berlino…
..le cui taniche rimasero davanti al tribunale (speriamo che la ricerca di tracce sia tempo perso),
..ax incendiari che parallelamente misero fuoco a Treptow,
..alla banda molto dotata che a Wedding con la vernice voleva accuratamente far emergere l’ostello per studentx nell’immagine della città.

Per lx attivx di notte sempre motivatx!
Until all are free!
Libertà per Nero e Fabio!

Fonte: Indymedia, ivi censurato

Repubblica Ceca: Rete di Cellule Rivoluzionarie (SRB) – ‘Appello alla lotta: Sabota le attività di quegli stronzi!’

Constatiamo che la campagna di repressione del movimento anarchico non si interrompe. Ci sono svariati esempi: il processo dell’operazione Fenice in Repubblica Ceca, il caso dei Tre di Varsavia, il processo per la rapina ad Aachen, i processi dei/lle ribelli contro il G20 ad Amburgo e altri casi ancora.

Sbirri, giudici, procuratori, mass media. Sono ossessionati, imprigionati, derubati, manipolati. Questa è una sfida per tutte le cellulle rivoluzionarie, gli altri gruppi e gli individui. Sabotiamo le attività di questi stronzi. Attacchiamoli sul terreno, nelle loro tecnologie e i loro edifici. Organizziamo la resistenza. Sosteniamo i fuggiaschi e le fuggiasche e chi l* ama.

Non distruggeremo quello che ci distrugge se non lottando.

Lo scopo è chiaro = Libertà, giustizia, anarco-comunismo.

Rete di Cellule Rivoluzionarie (SRB)

in inglese, francese, portoghese