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[Madrid] Antonio Morillo resterà nella memoria anarchica per sempre

Antonio Morillo, un anarcosindacalista connesso alla sezione pulizia del Metrò di Madrid, è morto a casa propria, non aveva nemmeno 40 anni e lascia una compagna e una figlia di 4 anni.

Vorremmo ricordare il compagno, sempre risoluto e combattivo nella lotta contro i padroni. “Non ci potrà essere pace sociale finché i lavoratori e le lavoratrici non otterranno l’emancipazione”.

Resterà per sempre nella nostra memoria anarchica.

Salute e rabbia.

Fonte: il numero nº8 di “Amotinadxs”, aprile, (paruzione mensile del Local Anarquista Motín, in spagnolo), ricevuto il 9 aprile 2018.

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Exarchia: Striscioni in solidarietà con il CSO Kike Mur, i/le ribelli del G20 e Lisa

Nella mattinata di martedì 11 luglio 2017, gli/le abitanti dello squat Themistokleous 58, insieme a dei/lle compagn* affini, hanno appeso a Exarchia degli striscioni in solidarietà internazionalista a proposito di tre casi diversi.

Abbiamo le chiavi di tutte le porte… Solidarietà con il CSO Kike Mur a Saragozza, Spagna

Da uno dei balconi del 58 abbiamo esposto uno striscione in sostegno al centro sociale occupato Kike Mur a Saragossa (Spagna), minacciato di sgombero dalle autorità locali. L’edificio (un’ex prigione) è occupato da sette anni, e ha dato vita a una moltitudine di attività ed espressioni di solidarietà anarchica, come per esempio uno striscione nel contesto della campagna internazionale del 2013 Febbraio Nero.

Solidarietà con i rivoltosi del G20

Sulla cancellata dell’ex scuola di Chimica abbiamo esposto uno striscione in sostegno a chi si è scontrato con le forze della repressione nelle strade di Amburgo contro il summit dei leaders dei 20 stati più potenti del pianeta. È il momento di spargere la voce che gli/le ostaggi del G20 hanno bisogno del nostro sostegno.

Attacca/Deruba le banche! Libertà per Lisa, anarchica detenuta in Germania

Un altro striscione è stato messo sull’edificio Gini al Politecnico in solidarietà con Lisa, un’anarchica recentemente condannata a 7 anni e mezzo di prigione per una rapina ad Aachen (Germania) nel 2014.

Nessun prigioniero nelle mani del Potere: Assaltiamo lo Stato/Capitale e la dominazione!

Squat Themistokleous 58
e compagn* affini

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Barcellona: Cronaca del corteo del 7 giugno in solidarietà alle anarchiche del caso di Aachen

Alle 20.30 del 7 giugno 2017 a Barcellona circa 250 persone si sono riunite davanti alla biblioteca di piazza Lesseps, nel quartiere di Gracia, per esprimere la loro rabbia per la condanna a 7 anni e mezzo di galera inflitta alla compagna anarchica accusata di aver rapinato una filiale della Pax Bank nel novembre 2014 nella città tedesca di Aquisgrana.

Il corteo è iniziato verso le 20.45 con la lettura di un comunicato che esprimeva tutto il disprezzo per le strutture dello stato e della chiesa, attori principali, una volta ancora, di questo spettacolo
giudiziario.

Sin dall’inizio il carattere del corteo è stato chiaro, poiché eravamo in strada per mostrare la nostra rabbia ai nemici di sempre, accresciuta questa volta dal sequestro da parte dello stato tedesco della nostra compagna.

Le strade di Gracia si sono riempite di odio al grido di “LIBERTA’ PER LE ANARCHICHE ARRESTATE”, percorrendo la via Princep d’Asturies dove è stato attaccato il primo obiettivo, la Camera di Commercio della Catalogna. Da qui il corteo è avanzato in modo combattivo attraverso le strade principali del quartiere, spaccando le vetrine, attaccando i bancomat di diverse entità bancarie, diversi enti immobiliari e altri simboli del capitalismo. Tutto ciò che rientra negli ingranaggi del capitalismo è stato preso di mira. Il corteo è terminato in Plaza del Sol con la lettura del comunicato, senza nessuna carica da parte degli sbirri, né alcun fermo.

Nessuna condanna, nessun giudice, nessuna forza di polizia, nessuno stato potranno frenare la nostra voglia di libertà.

Resteremo a fianco della nostra compagna anche se i nostri nemici vorrebbero isolarla.
Sappiamo bene che la solidarietà non si deve esprimere solo in momenti specifici come questi, ma che è la base delle nostre lotte. Non la lasceremo sola, perché se toccano una toccano tutte.
Che la solidarietà, il nostro odio e la nostra passione abbattano le mura che rinchiudono tutt* le/i nostr* compagn* in qualsiasi parte del mondo.

Barcellona: Azione in solidarietà con le anarchiche del caso Aachen

All’alba del 7 giugno è stato realizzato un blocco stradale accendendo cassonetti e pneumatici per fermare il traffico che entra ed esce dalla città di Barcellona per il tunnel della Rovira.

Questa azione è in solidarietà con le compagne anarchiche per il caso di Aachen nel giorno della sua sentenza.

Vogliamo mandar loro un abbraccio caloroso e combattivo!!

Fino a quando non saremo tuttx liberx cercheremo di abbattere i vostri muri.

Libertà per le anarchiche prigioniere!!!!

Stato spagnolo: Attacco incendiario contro la polizia nazionale a Madrid

La notte dal 24 al 25 marzo, dopo mesi di preparazione, siamo entratx nell’unità di cavalleria della Polizia Nazionale di Madrid, saltando la recinzione, e ci siamo andatx lasciando un ordigno incendiario in uno dei loro veicoli.

Svolgiamo questo attacco contro il vertice del G20 e lo dedichiamo a tutte le anarchiche prigioniere.

in spagnolo

[]17-23 aprile] Appello internazionale ad azioni decentralizzate in solidarietà con le compagne anarchiche accusate di rapina ad Aachen

Amiamo la libertà, odiamo lo stato!

Una compagna di Amsterdam è stata arrestata nel 2015 e accusata di una rapina compiuta ad Aachen nel 2013. Dopo qualche mese di prigione e diverse settimane di processo è stata prosciolta e liberata. Ci aspettiamo che l’ufficio del pubblico ministero ad Aachen faccia appello contro la sentenza.

Nell’aprile e nel giugno 2016 due compagne di Barcellona vennero arrestate e incarcerate dallo stato spagnolo, dopodiché sono state estradate in Germania dove sono rimaste in preventiva. Sono accusate di un’altra rapina, sempre ad Aachen. Non solo le due compagne sono ancora in prigione, ma da gennaio sono sotto processo. La fine del processo è provvisoriamente programmata per il 22 maggio 2017 nella città di Aachen.

Non ci sorprende che chi lotta e si batte contro la miseria di questo sistema oppressivo venga perseguitato, punito e attaccato. Non ci interessa parlare di innocenza o colpevolezza, è il linguaggio dei nostri nemici. Ci rifiutiamo di attenerci a una logica che divide gli individui rendendone più facile l’arresto, sostenendo così l’industria carcerale. Condividiamo con le compagne l’odio per un sistema giudiziario che perpetua la divisione tra chi viene catalogato come ‘buon cittadino’ e chi merita di essere punito. Odiamo tutte le infrastrutture repressive di ogni stato come odiamo i legami che hanno con la chiesa, con la sua ancor più antica tradizione di oppressione. Per noi la chiesa è un’altra parte dell’impalcatura dello stato, entrambi direttamente collegati con le banche e la perpetuazione del controllo di cui facciamo esperienza ogni giorno. La logica e le regole imposte da queste istituzioni sono ciò che le nostre compagne sono accusate di aver sfidato.

Questo processo dimostra i passi da gigante che vengono compiuti verso lo sviluppo della repressione nella nostra vita di tutti i giorni. Nuove tecnologie, lo sviluppo di nuove tecniche per ottenere il DNA, analisi biometriche, telecamere… tutti dispositivi utilizzati per studiare, analizzare e controllare; formano una struttura che costituisce parte del nemico contro cui ci posizioniamo e che vogliamo distruggere. La coordinazione tra polizia, giudici e investigatori di diversi stati è una vecchia strategia che viene rispolverata in Europa e altrove e che conduce più rapidamente e in maniera ovvia verso un capitalismo più ‘puro’ e più sottile ma allo stesso tempo più feroce.

Con le vene cariche di rabbia, forza e coraggio, ci riprendiamo gli spazi nelle strade, usciamo rafforzati dagli attacchi repressivi. Siamo al fianco delle compagne imprigionate per mostrare loro, attraverso la nostra solidarietà, la passione nel distruggere un sistema che non vogliamo e di cui non abbiamo bisogno, e che continueremo a combattere qualunque sia l’esito di questo processo.

È un appello internazionale in solidarietà con le compagne accusate di rapina ad Aachen, è un appello a rinforzare i legami tra ribelli e oppress* di ogni parte del mondo, in ogni angolo. Usiamo i nostri strumenti per sabotare, attaccare e distruggere le strutture del potere, usiamo la nostra immaginazione per continuare a mostrare il nostro odio, e utilizziamo la nostra passione per continuare a camminare, per continuare a combattere. Lanciamo un appello per la settimana dal 17 al 23 aprile!

Niente finisce, la lotta continua! Finché tutt* non saranno liber*!
Solidarietà con le compagne anarchiche accusate di rapina ad Aachen. Libere, liber* tutt*!
Per la rivolta, per l’anarchia!

Per informazioni e aggiornamenti: solidariteit.noblogs.org
solidaritatrebel.noblogs.org

Febbraio 2017, da qualche parte nel mondo.

in portoghese, spagnolo

Madrid: Foto della manifestazione in solidarietà con le anarchiche accusate di rapina ad Aachen

Che delitto è rapinare una banca in confronto al crearla? Né colpevol* né innocent*! (A)
Solidarietà ribelle. Prigionier* anarchic* a casa!

La manifestazione di sabato [21 gennaio 2017] a Madrid in solidarietà con le prigioniere accusate di rapina in una banca in Germania si è conclusa con decine di identificazioni, non ci sono stati arresti.

in spagnolo, portoghese, tedesco

[Stato Spagnolo]: Operazione repressiva contro Gabriel Pombo da Silva ed Elisa di Bernardo

Attentx a chi chiamx compagnx!

Martedì 24 gennaio scorso, alla periferia di Vigo (Mos), un dispiegamento di circa 60 uomini armati tra Guardia Civil e agenti segreti, hanno perquisito (e quasi distrutto) la casa dove vive da qualche mese Gabriel Pombo da Silva con la sua compagna Elisa Di Bernardo. All’alba x due sono stati violentemente svegliati, ammanettatx e separati… obiettivo: trovare armi da fuoco ed esplosivi! La ricerca è durata circa 8 ore e, nonostante i mezzi impiegati (cani e strumenti radar d’ultima tecnologia), non ha dato alcun esito… tra le cose sequestrate c’è il solito “interessante” materiale anarchico, macchine fotografiche, mappe di varie città, qualche cavo e vecchi cellulari malfunzionanti.

Mentre Elisa, nonostante la reiterata minaccia di essere posta in arresto nel caso in cui non avesse rivelato il nascondiglio tanto cercato, è rimasta a piede libero, Gabriel è stato arrestato con l’accusa di “possesso illegale e traffico di armi ed esplosivi e banda armata”. Durante le 24 ore di fermo (il rilascio del compagno è avvenuto, infatti, il giorno dopo) sono stati ricostruiti amaramente i fatti.

Circa tre mesi fa la coppia conosce una sedicente compagna anarchica che, durante le pochissime occasioni di incontro, “confessa” i propri problemi con la droga e un regime di pena condizionale che sta pagando a causa di un arresto subito nel 2013 con l’accusa di essere l’autrice di un attentato con molotov a un’istituzione di Vigo. Con il cuore in mano, Gabriel ed Elisa rispondono alla richiesta di aiuto della “compagna” accogliendola per una settimana (a inizio anno) nella suddetta casa per accompagnarla nella fase peggiore di un percorso di disintossicazione. Dopo tale breve periodo, la ragazza torna al proprio domicilio… ricomparendo come delatrice (di false informazioni) il giorno precedente alla presente denominata “Operación Buyo”.

Se non avessimo ricevuto notizia certa che anche durante il suo precedente arresto infamò altra gente, ci limiteremmo a considerarla una “vittima del sistema”, ma non è così. Maria, questo il suo nome, è attualmente in carcere con le stessa accuse di Gabriel sperando probabilmente che l’essere figlia di un capo militare la possa aiutare a evitare il peggio visto che nella sua casa è stato rinvenuto un arsenale d’armi da fuoco. Nel 2013, infatti, nonostante l’accusa di terrorismo, si è vista abbassare considerevolmente la condanna (da 11 a 2 anni!!!), poi convertita in libertà condizionale, rimanendo in carcere non più di qualche mese. Con tutto l’odio verso il sistema repressivo, il sistema carcerario e il potere giudiziario, è inevitabile chiedersi da quando chi si rivendica anarchicx riceve tale trattamento. A ognunx le proprie conclusioni.

Gabriel rimane per ora in libertà provvisoria e sotto investigazione, e commenta così questa ennesima operazione repressiva:

“Dentro come fuori” si palpa questa superbia reazionaria contro x nessuno mai-rassegnatx. Si nota che lx sbirrx d’ogni razza e condizione hanno bisogno di “additivi e coloranti” per edulcorare tutta la “realtà” che risulta loro scomoda.

“Giornalisti” più preoccupati di vendere la propria merda stampata che di verificare la veridicità di ciò che pubblicano. “Polizia” più interessata a organizzare speculazioni che a dimostrare le proprie ipotesi.

Ciò che davvero è “sorprendente” (o anche no), è che da quando mi hanno lasciato andare (senza parlare di tutto quello che racchiude questo tremendo affare) abbia avuto più “protezione” nel “Potere Giudiziario” che all’interno del cosiddetto “movimento libertario”.

Dal 2012 ci sono già 3 “Operazioni” (Ardire, Scripta Manent e la “nostrana” Operazione Buyo) contro di me.
In italiano “buio” significa “oscuro… e sì… “oscura” è tutta questa operazione nella quale una “tipa” (dall’oscuro passato) ci si avvicina con la questione di essere “compagnx” per poi volermi lapidare vivo. Chi volesse informazioni su questa “tipa” che legga i seguenti links e si risponderà da solx. Io non sono né un giudice né un Pubblico Ministero.

In relazioni alle cazzate sul “campo di allenamento”, sulla “cellula terrorista”, sul “possesso di armi” e traffico delle stesse… beh… credo che i fatti le smentiscano tutte. Tuttavia capisco che in questa società alienata e questo sistema corrotto si preferisca parlare/mentire sulle ragioni profonde della povertà che guardare il proprio ombelico.

Sono ancora in piedi. Continuo con la mia linea anarchica nonostante tuttx e tantx. L’Ateneo Agustin Rueda, che penso inaugurare nella casa in campagna dei miei genitori lì in Mos, non lo potranno arrestare con questo tipo di manovre.
Nella mia casa sono stati sequestrati: 5 cavoli d’inverno, libri e riviste anarchiche.
È ovvio che se avessero trovato in mio possesso anche un solo tagliaunghie, Gabriel Pombo starebbe scrivendo “comunicati” da una cella e non in libertà.

A chi continua ad appoggiarmi e a mostrarmi il suo amore incondizionato: sono qui!
A chi continua a volermi assassinare: sono qui!

Mai vintx!
Mai pentitx!!
Per l’Anarchia e la fine della dominazione!

Gabriel Pombo da Silva
29 Gennaio 2017

in spagnolo

Iruña, Euskal Herria: Presidio solidale con i/le 3 compagn* arrestat* perché difendevano la foresta di Hambach

Solidarietà con i/le compagn* detenut* nella foresta di Hambach

Giovedì 15 dicembre si è svolto a Iruña un presidio solidale con i/le 3 compagn* arrestat* perché difendevano la foresta di Hambach.

Siao, Hodei e Maya liber*!

Guerra a chi distrugge la terra!

in spagnolo e basco

[Stato Spagnolo]: La condanna contro Francisco Solar e Mónica Caballero ridotta a quattro anni e mezzo

lienzoso-544x189Il 16 dicembre 2016 la Corte Suprema ha annunciato la propria decisione sull’appello depositato dalla difesa degli anarchici Francisco Solar e Mónica Caballero, condannati in prima istanza a 12 anni ciascuno.

La sentenza è stata ridotta a 4 anni e mezzo di carcere, oltre a 143.317 euro come compensazione per i danni provocati dall’esplosione alla Basilica del Pillar a Saragozza nell’ottobre 2013.

I due compagni hanno già scontato tre anni, quindi dovrebbero passare un altro anno e mezzo nelle gabbie di stato. Ma c’è la possibilità che, in quanto stranieri, vengano rilasciati prima del completamento della condanna e siano estradati in Cile, visto che la loro sentenza è inferiore ai sei anni.

in inglese

Madrid: Presidio in solidarietà con i/le prigionier* di Hambach

mitin-madrid-544x408madrid-mitin-544x408Mercoledì 14 dicembre, un gruppo di persone si sono riunite davanti all’ambasciata tedesca a Madrid per urlare con rabbia contro i rappresentanti dello Stato che tiene prigionier* dei/lle compagn* per aver partecipato al progetto di resistenza organizzato alla foresta di Hambach contro la multinazionale RWE.

Vogliamo condividere con voi queste foto perché si moltiplichino i gesti solidarietà nei confronti di chi lotta per la liberazione. Esortiamo a diffondere le informazioni del progetto o dei casi di repressione e a mostrare la vostra solidarietà ai/lle compagn* e il vostro odio verso questo sistema distruttore e dominatore della natura e di tutt* quelli che la abitano.

Finché non saremo tutt* liber*!

Siao, Hodei e Maya liber*!!
Abbasso i muri di tutte le prigioni!!

in greco, spagnolo

Saragozza, Spagna: Solidarietà con i/le combattenti della foresta di Hambach

zaragoza-544x306Da Saragozza vogliamo mostrare il nostro sostegno ai/lle compagn* arrestat* recentemente nella foresta di Hambach (Germania) per la lotta che conducono per salvare la foresta contro una miniera a cielo aperto.

In particolare mandiamo dei calorosi saluti ai/lle due compagn* dello Stato spagnolo che sono detenut* nella prigione di Colonia (Germania), con l’accusa di possesso di esplosivo e di attacco all’autorità.

Non ci interessa che siano innocenti o colpevoli; vogliamo soltanto la loro liberazione e la loro convinzione di combattere la macchina devastante del progresso.

LUNGA VITA ALLA LOTTA PER LA FORESTA DI HAMBACH!
LIBERTÀ PER I/LE COMPAGN* INCARCERAT*!
GUERRA CONTRO LE MACCHINE!

in inglese, tedesco

[Spagna – 19 novembre/19 dicembre]: 10, 100, 1000 centri sociali occupati!

okuPer noi l’occupazione è uno strumento di lotta il cui obiettivo
principale non è la creazione di spazi per sviluppare attività
ludico-culturali, ma una strategia, in cui teoria e pratica prendono
forma per colpire uno dei princìpi di base della democrazia
capitalista: la proprietà.

L’importanza dell’occupazione è puramente logistica. Aiuta ad avvicinare
i/le compagn*, crea reti di affinità, diffusione e solidarietà, punti di
incontro per dibattito, autocritica e condivisione delle esperienze.
L’occupazione non è il fine, ma il mezzo che ci permette di organizzarci
e cospirare. È un’espressione tangibile dell’idea del “fai da te”.

Il Potere si è impegnato per eliminare alla radice qualunque progetto di
autogestione, perché attraverso questi processi si evidenzia la capacità
delle persone di auto-organizzarsi ai margini del sistema.

Le strategie impiegate a questo scopo sono state tante. A partire dalla
repressione più cruda, azioni di polizia, etc, per arrivare ad altre più
“gentili”, basate sulla negoziazione. Differenze estetiche a parte, il
fine ultimo di queste strategie non è altro che il controllo e la
domesticizzazione delle nostre idee e pratiche antiautoritarie.

Da qualche tempo il Comune di Madrid, uno degli auto-nominati “del
cambiamento”, ha messo in opera una campagna di molestie, intimidazioni
e di sfinimento verso i centri occupati della città.

Mascherando le reali intenzioni con una parvenza di dialogo, utilizza il
ricatto per raggiungere l’assimilazione di questi collettivi.

Ciò che hanno venduto a noi come un atto di tolleranza e comprensione,
cioè come uno sforzo per creare un tessuto sociale, è in ogni caso un
tentativo di smobilitazione e indebolimento di tutte le persone che non
sottostanno alle loro condizioni. Utilizzando meccanismi burocratici
come le revisioni dello stato degli edifici, o la necessità di ispezione
delle attività sviluppate, il comune di Madrid offre solo due opzioni: o
la regolarizzazione o lo sfratto.

Viene data la possibilitá di continuare le attività dei centri sociali
soltanto nel caso in cui queste siano supervisionate
dall’autorità competente; nel luogo in cui si trovano a patto di
costituirsi in associazioni legamente riconosciute, oppure richiedendo
la cessione di un altro spazio pubblico.

Per far pressione ricorrono a sanzioni amministrative, sigilli,
identificazioni e visite reiterate da parte della polizia municipale.

Il quadro legislativo per il quale si stabiliscono le direttrici della
cessione degli spazi pubblici e collettivi della città, approvato dal
municipio nel febbraio del 2016, ha messo le basi per influenzare il
movimento dell’occupazione, ancora una volta, tra progetti legali e
illegali.

In quanto anarchici, crediamo che l’occupazione non si possa
legalizzare, dato che il suo obiettivo è principalmente trasgredire
tutte le regole che la struttura política, sociale e economica ci ha
imposto.

Accettare le sue norme presuppone legittimare la sua tutela.  Noi ci
opponiamo alla creazione di spazi occupati sotto la protezione di
qualunque istituzione dello stato, e rifiutiamo qualunque negoziazione,
patto o dialogo che implichi la rinuncia totale o parziale dei nostri
piani di azione e scontro diretto.

Crediamo nel conflitto. Crediamo che chi vuole sconfiggere lo stato non
lo possa combattere da dentro. Per questo, chiediamo la solidarietà dei
centri sociali occupati minacciati di sfratto a Madrid e, di
conseguenza, a tutte le occupazioni che lottano contro il potere non
cedendo alle minacce.

Il modo di esprimere l’appoggio dipende dai mezzi e dalle possibilità
che ognuno ha, però impegnamoci in modo che, durante questo mese e per
tutto il tempo in cui se ne abbia bisogno, si realizzino azioni di tutti
i generi e attività che diano visibilità alla nostra posizione e alla
nostra determinazione che è quella di non cedere né allo Stato né ai
suoi ricatti.

Abbiamo creato il sito: okupamadrid.espivblogs.net per raccoglieremo tutte le azioni, i comunicati etc.

Moltiplichiamo le idee e le pratiche antiautoritarie di solidarietà e
lotta!

 10, 100, 1000 centri sociali occupati!

in spagnolo

[Stato spagnolo] L* vogliamo liber*! Solidarietà con le vittime della repressione dell’Operazione Ice!

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Presidio : 4 novembre 19h – piazza Tirso de Molina, Madrid. // L* vogliamo liber* // Solidarietà con chi è stato perseguit* nell’Operazione Ice // Nahuel libero

Il 4 novembre di quest’anno sarà passato un anno dall’arresto di 6 dei/lle nostr* compagn* del collettivo Straight Edge Madrid nel contesto dell’Operazione Ice, con un* di loro nel carcere di Aranjuez (Madrid) e tutt* gli/le altr* in attesa di giudizio. Un giudizio senza alcuna legittimità ai nostri occhi, non crediamo né alle vostre leggi né nelle vostre strutture di potere e oppressione.

Crediamo nei/lle nostr* compagn*. Al di là del binomio innocente/colpevole, l* vogliamo liber*.

Facciamo un appello alla solidarietà con i/le nostr* compagn* per tutto il mese di novembre. Un mese di lotta e azione, non ci fermeranno, la lotta continua.

Compagn* nelle mani dello Stato ma mai nell’oblio!

Se ci reprimono per le nostre lotte, risponderemo lottando.
Viva l’anarchia!

in spagnolo

Barcellona: McDonald’s riverniciato in solidarietà con lo sciopero nelle carceri statunitensi

barna1-544x408barna2-544x408barna3-544x408barna4-544x408Nelle prime ore del  settembre alcun* anarchic* di Barcellona sono andati al McDonald’s in Travessera nel quartiere di Gràcia per mostrare la nostra solidarietà ai/lle compagn* incarcerat* in sciopero negli Stati Uniti.

Una piccola azione con cui intendiamo manifestare che la solidarietà tra oppress* non conosce frontiere o nazioni.

Abbiamo anche approfittato di questa occasione per indicare questa multinazionale come responsabile dell’assassinio e dello sfruttamento di innumerevoli esseri umani e non-umani, rendendo chiaro che non permetteremo loro di continuare il  lavoro criminale senza incontrare la resistenza degli/lle oppress*.

Contro tutti i poteri!

Morte allo Stato e ai suoi falsi avversari.

in inglese, greco, spagnolo

Altsasu, Navarra: Striscione esposto in solidarietà con la compañera Lisa, incarcerata in Germania

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Prigionieri per le strade / Lisa libera!

Domenica 3 luglio 2016 abbiamo esposto uno striscione in solidarietà con la compagna anarchica Lisa, imprigionata dallo Stato spagnolo in collaborazione con quello tedesco per proteggere la proprietà privata delle banche; una facciata, come tutti sanno, per il commercio d’armi e il finanziamento internazionale delle guerre attuali e future. Lo striscione è stato esposto sulla Nazionale n.1 in direzione di Altsasu (Navarra).

La solidarietà è un’arma, e continueremo a usarla. Gli stati-tiranni spagnolo e tedesco scopriranno cosa significa.

Sbirri assassini e aguzzini.

LISA ASKATU! LISA LIBERA!
(A)

2016-07-544x326Nota di Contra Info: Lisa è stata arrestata a Barcelona il 13 aprile 2016, accusata dell’esproprio di una filiale della Pax-Bank (istituto finanziario al servizio della Chiesa cattolica) ad Aachen nel 2014. La compañera è stata estradata in Germania in attesa del processo. Attualmente si trova incarcerata nella prigione di Colonia, tenuta in isolamento, con una sola ora d’aria nel cortile della prigione al giorno, e le sue comunicazione con l’esterno sono estremamente ridotte. Aggiornamenti in catalano/spagnolo: solidaritat rebel

in inglese, greco, spagnolo

Barcellona: Attacco in solidarietà con la compagna arrestata il 13 aprile

13A-544x548Nelle prime ore del 22 giugno 2016 abbiamo deciso di spezzare la routine della città di Barcellona e mostrare la nostra solidarietà alla compagna arrestata il 13 aprile, che sarà presto estradata in Germania*, spaccando a martellate le vetrine degli uffici della FEDA (Business school tedesca).

La FEDA, scuola di formazione duale in business situata in via Provença nel quartiere di Clot, è consacrata alla formazione di managers, coloro che aspirano a diventare i/le nostr* futur* cap* ed sfruttatori/trici, cioè la feccia capitalista. Questa scuola è direttamente legata allo Stato tedesco, ma non dimentichiamo che sono stati lo Stato spagnolo e i Mossos d’Escuadra (la polizia catalana) a effettuare l’arresto.

Con l’attacco di quegli uffici mandiamo un grande abbraccio alla compagna; cogliamo anche l’opportunità di incoraggiare tutt* a diffondere la solidarietà in maniera multiforme attraverso l’azione diretta. Non dimenticate, le notti ci accompagnano, e gli attacchi alle strutture del Potere devono moltiplicarsi.

Anarchic*

* la compañera è stata estradata in Germania l’ultimo giorno di giugno

in inglese

Lleida, Catalogna: La Camera del Commercio attaccata

Lunedì 27 giugno 2016, la Camera del Commercio di Lleida si è risvegliata con la facciata riverniciata e i vetri della porta principale spaccati, un piccolo gesto di solidarietà con i/le compagn* di Girona* e in continuità con la lotta quotidiana che non si ferma di fronte alla repressione o i procedimenti penali.

CONTRO LA REPRESSIONE, SOLIDARIETÀ E LOTTA.

lleida-544x211* Basandoci sul titolo del post originale in catalano, si tratta di un gesto di solidarietà con gli/le ‘scioperanti del 14N’, otto persone che passavano in processo quello stesso giorno (27 giugno) per aver tentato di leggere una dichiarazione alla Camera di Commercio di Girona durante lo sciopero generale del 14 novembre 2012

in inglese

Barcellona: Filiale della Deutsche Bank sabotata

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né addomesticate né imbavagliate // solidarietà ribelle e internazionalista con l’anarchica arrestata il 13 aprile

Il 21 maggio 2016 abbiamo attaccato una filiale della Deutsche Bank situata in via Gran de Sant Andreu. Abbiamo spaccato tutte le vetrine e lo schermo del bancomat, e scritto degli slogan con le bombolette chiedendo il rilascio della compañera arrestata il 13 aprile con l’accusa di aver rapinato la banca del Vaticano nella città tedesca di Aachen.

Incoraggiamo tutt* a continuare le azioni e i gesti di solidarietà con chi è sottoposto alla prigionia e alle rappresaglie per essersi battut*.

La lotta è l’unico strumento.

Barcellona, estate 2016

in inglese, greco, spagnolo

L’Aia, Paesi Bassi: Bancomat distrutti in solidarietà con le anarchiche accusate dell’esproprio di una banca ad Aachen, Germania

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La solid(A)rietà non è soltanto una parola, è il nostro stile di vita

Ricevuto il 9 luglio 2016:

La notte scorsa abbiamo distrutto 8 bancomat all’Aia, nel Paesi Bassi, in solidarietà con le compagne anarchiche accusate di esproprio ad Aachen, Germania.*

Il 6 luglio una compagna è stata arrestata ad Amsterdam e si trova attualmente in carcere in attesa dell’estradizione verso la Germania.

La settimana precedente, il 30 giugno, un’altra compagna è stata estradata in Germania dalla Spagna.
Facciamo appello a tutt* perché agiscano in solidarietà con le compagne incarcerate! Siamo incazzat*!

Non ci interessa sapere se le compagne sono responsabili o meno delle rapine. L’esproprio è una pratica eticamente giusta e politicamente legittima, un metodo di lotta che fa parte della storia di tutti i movimenti rivoluzionari. Nonostante i continui tentativi del Potere di ridurre questo metodo nell’ambito del ‘crimine comune’ motivato dall’avidità individuale, il fatto è che l’esproprio dei luoghi di accumulazione del capitale è una costante nella nostra storia: dai gruppi anarco-sindacalisti all’inizio del Ventesimo secolo che rapinavano banche per sostenere gli scioperi o aiutare le famiglie dei/lle compagn* incarcerati, ai diversi gruppi autonomi degli anni 70 e 80.

Libertà immediata per le nostre compagne! Bruciamo tutte le prigioni! Distruggiamo tutte le banche!

via Indymedia NL & Autonomen Den Haag

* Nota di Contra Info:
Nel luglio 2015, una compagna è stata arrestata al confine greco-bulgaro, accusata dell’esproprio di una banca avvenuta ad Aachen nel 2013. Dopo aver passato 5 mesi in detenzione preventiva in Germania, è stata rilasciata e le accuse lasciate cadere. Tuttavia l’accusa ha fatto appello. La compagna è stata nuovamente arrestata qualche giorno fa ad Amsterdam, in attesa di processo. Rischia di essere estradata in Germania.

Aggiornamento via Solidariteit.noblogs.org: Il 15 luglio la compagna è stata rilasciata in attesa della decisione riguardo l’estradizione; rimane comunque sottoposta a misure cautelari. L’udienza per l’estradizione è stata fissata per il 1° settembre.

Nell’aprile 2016 un’altra compagna è stata arrestata a Barcellona, accusata dell’esproprio avvenuto ad Aachen nel 2014. È già stata estradata in Germania in attesa del processo. È incarcerata nella prigione di Colonia, in isolamento, le è permesso di uscire nel cortile della prigione soltanto per un’ora al giorno, e le comunicazioni con l’esterno le sono state pesantemente limitate.
Aggiornamenti: Solidaritatrebel.noblogs.org

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Prigioni spagnole: Rappresaglie contro la compagna detenuta a Madrid, accusata dell’esproprio di una banca

Da vari giorni, la compagna detenuta dal 13 aprile a Soto del Real (Madrid) sta subendo diversi abusi da parte del direttivo del centro penitenziario. Allegando “ragioni di sicurezza”, non solo le è stata negata la possibilità di avere un vis à vis con la sua compagna ma le è anche stata proibita qualsiasi comunicazione telefonica con lei e un’altra persona. In più il vice direttore le ha notificato  diverse sanzioni/richiami disciplinari per, secondo lo stesso, “incitamento alla rivolta” e punizioni per aver parlato con le altre detenute durante la notte.

È facile capire che queste punizioni sono una rappresaglia per l’attitudine combattiva e solidaria della compagna, che malgrado la distanza e l’isolamento continua con determinazione a partecipare alle lotte di strada, mandando messaggi di appoggio al Banc Expropiat di Gracia e una lettera dove riaffermava le sue convinzioni e pratiche politiche di lotta contro lo stato e il sistema capitalista.

Dal nostro punto di vista, tutti questi tentativi di silenziarla e isolarla possono soltanto condurre a un moltiplicarsi di dimostrazioni di solidarietà e a una maggiore diffusione di queste sue parole per le quali la stanno punendo.
Ricordiamo anche  che a breve finisce il tempo limite per l’estradizione in Germania che dovrebbe essere il 30 giugno.

Non permetteremo che mettano a tacere la voce delle combattenti detenute!

Abbattiamo i muri che isolano e nostre compagne!

Diffondete!

Cronaca della concentrazione al carcere di Soto del Real (Madrid) dove è detenuta la compagna arrestata il 13 aprile

Lo scorso fine settimana un gruppo di compagnx sono andatx al carcere di Madrid  Soto del Real per rompere l’isolamento che cercano di imporre alla compagna anarchica arrestata lo scorso 13 aprile e per dimostrare all’istituzione penitenziaria che né lei né nessuna detenuta sarà mai sola davanti allo Stato.
Il corteo, anche se poco numeroso, è stato un successo e la compagna ci ha poi confermato di aver sentito suoni e voci delle persone, cancellando per un momento il silenzio che cercano di imporre.

Breve resoconto del corteo:

Sabato 25 di giugno una trentina di persone si sono ritrovate davanti alla prigione di Soto del Real per mostare il loro rifiuto alla detenzione ed estradizione della compagna arrestata il 13 aprile, accusata di esproprio di una banca in Germania.
Si è gridato in solidarietà con le detenute e contro le carceri, è stato letto un comunicato solidario con la compagna e un altro dove si spiegava la situazione delle donne detenute. Nel mentre venivano lanciati petardi per poter oltrepassare i muri con il forte rumore, accorciando così le distanze tra il dentro e il fuori.
Durante la concentrazione sono arrivati gli agenti della Guardia Civil chiedendo i documenti ai/alle solidarix che si sono rifiutatx di farsi identificare.
Quindi alla fine dell’atto, le autorità hanno fermato tutte le macchine che si dirigevano all’uscita, perquisendole e forzando le identificazioni.
Ricordiamo che giovedì 30 giugno la compagna verrà estradata e messa a disposizione delle autorità tedesche. Tutto questo dopo aver subito numerosi abusi da parte del direttivo penitenziario di Soto del Real, come il diniego ad avere un vis à vis con la sua compagna il giorno del matrimonio o il divieto di telefonate con lei e altre persone.

Diffondiamo la solidarietà e la ribellione!
Abbattiamo i muri delle prigioni!
Muri e guardiani non faranno tacere la nostra passione per la libertà!

Prigioni spagnole: Che lo Stato non chiuda le sue grinfie sux ribelli. Su Gabriel Pombo da Silva.

Dopo più di 30 anni trascorsi nelle celle degli stati spagnoli e tedeschi, finalmente sembra si possa vedere una luce alla fine del tunnel per il compagno Gabriel Pombo da Silva.

Estradato dalla Germania secondo un ordine di detenzione europea emessa dal tribunale di Albacete per una condanna di 3 anni e 7 mesi, tramite l’applicazione delle retenzioni ordinarie, ecco che termina di scontare questa condanna. Il 17 maggio, lo stesso tribunale di Albacete ha stabilito un ordine di messa in libertà immediata e nei giorni successivi alcunx compagnx sono andatx fino al carcere per accoglierlo all’uscita. Invano, dato che è ancora ingabbiato.

La direzione del carcere dove si trova (C.P. La Moraleja, Dueñas, provincia di Palencia), e diverse altre istanze giudiziarie, tra le altre quella del tribunale di Girona, hanno inoltrato rapidamente vari procedimenti dubbiosi per impedire la sua liberazione. Questi hanno come obiettivo quello di prolungare la sua detenzione a tempo indeterminato nonostante ci siano vari ricorsi giuridici in corso.
Che lo stato, che fa la legge come gli conviene, sia il primo a calpestarla, è un classico di tutte le epoche, dicano ciò che vogliono i difensori della democrazia. Allo stesso modo non c’è nulla di sorprendente nel fatto che i loro sbirri siano disposti a usare ogni mezzo per schiacciare chi si rifiuta di piegarsi di fronte a loro.

In Spagna, come in altre parti, l’indurimento delle leggi e dei codici penali, le ondate repressive contro x “sovversivx”, la minaccia “terrorista” utilizzata freneticamente sono destinati a far sì che tutto il mondo righi dritto e a fare accettare, costi quel che costi, un sistema basato sullo sfruttamento e il dominio. Mettere e mantenere in galera coloro che, come Gabriel, continuano contro vento e marea a esprimere il proprio rifiuto dell’autorità e dell’oppressione, è a sua volta un modo per sequestrarlx e un chiaro segno diretto a chi, in un modo o nell’altro, si avventa contro quest’ordine sociale.
A intervalli regolari si sollevano voci dalla galera per denunciare le condizioni carcerarie e quanto siano di fatto perpetue, gli introiti dex aguzzinx e, a volte, anche la detenzione di per sé.
Se hanno contribuito a metter fine momentaneamente alle lotte collettive al suo interno, la repressione e le ristrutturazioni carcerarie non ce l’hanno fatta ad annientare tutta la rivolta… e in qualche occasione la rivolta ha incontrato echi al di fuori di quelle mura. È tale diffusione che rompe l’atomizzazione quella di cui hanno paura i potenti, ed è anche contro di essa che lo stato e i suoi cani da guardia portano avanti una guerra sporca basata su pressioni fisiche e psicologiche, oltre che sulle abituali manovre giudiziarie e penitenziarie.

La situazione del compagno anarchico Gabriel Pombo da Silva dimostra chiaramente che a tutt’oggi si trova nel mirino delle istituzioni che vogliono seppellirlo nelle loro celle per ciò che è, per quello che pensa e per ciò che continua a esprimere.
Un modo per rispondere a questa guerra portata avanti contro x non-sottomessx è la solidarietà.Che ognunx la esprima nella forma che considera adeguata.

Libertà per tutte e tutti. Liberazione immediata per Gabriel Pombo da Silva!

Anarchici senza frontiere, 25 maggio 2016