Messico : Lettera del compagno ecoanarchico Braulio Durán dal carcere di Cereso a León

Nota: Il compagno Braulio è detenuto dal 24 settembre 2010 con l’accusa di “danni per incendio doloso” in relazione a un attacco incendiario contro una succursale della banca HSBC, azione avvenuta il 17 settembre 2009 nella città di Léon. Dopo un anno di investigazioni la polizia arresta il compagno che viene incarcerato. Braulio dopo quasi due anni nelle gabbie mantiene ferme le sue convinzioni e pratiche, senza negoziare con il nemico. Inviamo un saluto al compagno, molta forza e incoraggiamento, perchè i muri non saranno eterni.

Ciao a tuttx!

Prima di tutto spero stiano bene tutte quelle persone che in una forma o nell’altra lottano per condurre una vita “migliore”. Ricevono da parte mia un abbraccio con molta forza e rabbia. Ho deciso di scrivere alcune parole come volevo fare da tempo, ma per alcune questioni era più complicato del previsto. Mi piacerebbe chiarire che questo scritto non serve a guadagnare “fama” nè qualcosa del genere, è semplicemente che sento il piacere di esprimere le cose che mi sono successe nella mia vita.Molto probabilmente non si sa molto della mia situazione, mi pare di capire che è difficile cercare di sapere qualcosa perché i mezzi di disinformazione sono responsabili di pubblicare solo merda nei nostri confronti (in realtà non me ne frega niente). E allora tutto diventa un pettegolezzo distorto che fa solo una gran confusione.

Come saprete sono attualmente detenuto in una prigione di stato dove sto scontando quasi quattro anni per il reato di danneggiamento da incendio a due sportelli bancomat.La mia situazione carceraria è ora più “tranquilla”, perché l’unica cosa che rimane è scontare la condanna che mi ha imposto lo Stato. Vorrei sottolineare che non è mai stato facile, perché come tutti sappiamo, non è piacevole essere privati della libertà in un centro di domesticazione come questo, ma in qualche modo è stata un po’ meno dura da quando ho deciso di restare in piedi e affrontare il “tempo”.

E’ chiaro, bisogna mantenere i piedi per terra per poter far fronte a una situazione di carcere, non dico che il costo è solo quello che si è, vivere reclusi porta a conflitti sia fisici che esistenziali, ma per esempio io penso che non ci sia molta differenza tra restare imprigionati qui rispetto a fuori, poiché già la maggioranza delle persone (e mi permetto di generalizzare) sono prigioniere dei loro dogmi e credenze, delle loro paure e delle loro comodità (tra cui la tecnologia e il consumismo).

Molto probabilmente non condividono quello che dico, poiché credono che la differenza sia che io sto tra 4 enormi mura con telecamere che mi controllano in ogni momento, ma non è la stessa cosa di vivere in enormi edifici governativi e muri pieni di telecamere ad ogni angolo? Io non credo ci sia molta differenza, perchè penso che se sei schiavo della tua mente, alla fine sei schiavo di tutto.

Tornando un po’ al tema della mia situazione qui nel fortino, mi piacerebbe sottolineare un po’ come è stata la situazione qui, voglio dire, vivere con 5 persone in una cella di 5×5 m e ottenere un’alimentazione vegana… Bè, dal momento del mio ingresso in questo luogo questa si è trasformato in una folle impresa di sopravvivenza, per superare la pressione delle persone con cui vivevo, sopportando forti dicussioni, dopo i colpi, dopo aver vissuto 9 mesi con queste persone ho deciso di trovare un altro luogo dove pensavo di poter vivere “meglio”, ma no, fu lo stesso film, tanto che nel periodo della mia reclusione ho vissuto in 5 celle diverse che ovviamente stanno in diversi dormitori. Ora mi trovo in un dormitorio più “tranquillo” vivendo con solo un amico che mi ha chiesto di andare a vivere con lui, di dargli una mano poiché sta un po’ “malato”, il punto è che ora vivo solo con lui in una cella di 3×3, con una persona anziana, io sono il più giovane del dormitorio.

E per quanto riguarda la mia alimentazione, per la verità è stato difficile perchè in un primo momento avevo l’appoggio di persone che mi davano una mano su quel fronte, la mia famiglia, ma con il passare del tempo è diventato difficile, perchè come tutto, ci si stufa, ma questo non è stato un motivo per cambiare la mia posizione, anzi per me è stato molto importante consolidare questo punto, per quello che penso è una forma di lotta giorno dopo giorno, non si tratta solo di dire “già non ho niente da mangiare, bè, farò anche quello che non condivido”. Mi piacerebbe riprendere le parole di un compagno che sinceramente condivido, in cui diceva: “sono vegano già da diversi anni, per motivi legati alle idee contro il dominio, lontane da un atteggiamento compassionevole, convinto che nella società tecnologica-industriale essere onnivoro sia una contraddizione per chi è contro l’ordine imposto”. Riprendo questo frammento perchè lo condivido, e perchè è questo che rappresenta la mia vita in prigione, sono un vegan straight-edge. Anche se può sembrare una posizione ben precisa, per me va molto al di là di una posizione/stile di vita, è una forma di lotta contro il dominio.

Bene, cambiando un po’ tema mi piacerebbe approfittare della lettera più che altro per mostrare il mio sincero appoggio al compagno Mario Lopez Hernandez che sfortunatamente sta nella stessa situazione in cui io mi trovo, vorrei dirgli che anche se non posso vederlo sono con lui e può contare sul mio appoggio senza condizioni, certo, non posso fare molto ma quello che è nelle mie possibilità lo farò con piacere e rabbia. Forza compagno! Che non si stanchi l’animo, continuiamo come all’inizio con i piedi ben piantati e la convinzione in fronte.

La vita non è facile e ancora meno in prigione, ma non è un motivo per terminarla, tutto il contrario, osservare sempre con intelligenza e fottersene delle forme e norme di imposizione. Alla fine di tutto sia ha sempre una ricompensa che è la libertà totale.

Un’altra cosa che vorrei includere è un ringraziamento a tutti quegli individui che hanno preso il tempo di rivendicare la loro solidarietà con una lettera, una iniziativa e una miriade di cose, grazie moltissime a ognuno/a di voi. Vi invio un bacio enorme in attesa di incontrarci fuori.

Allo stesso modo voglio ringraziare le persone che hanno organizzato cene vegan benefit in Spagna e altre cose in Colombia, Cile, Italia, Grecia, Argentina e nello stesso Messico, un abbraccio fortissimo! Che sentano le mie parole non come un testo di un compagno ma come una qualche lettera sincera, so che molti non condividono lo stesso ma sinceramente non mi importa, io credo nella verà libertà, e non è un capriccio.

Buona fortuna a tutti! Che la lotta non si spenga e ancora meno la voglia di dare una svolta allo stato di cose che ogni giorno governa le nostre vite!

Libertà a Mario López Hernandez e a tutti i prigionieri del Messico
e del mondo!
Forza ai libertari detenuti!
Prigionieri politici liberi!

A presto.
Saluti e anarchia!!!

Sinceramente…
Braulio Durán.

fonte

Messico : Aggiornamenti sul processo di Mario “Tripa” López

30 Agosto 2012
Il primo processo non si è tenuto ed è stato rinviato. Inoltre, il compagno Mario “Tripa” Lopez è già stato spostato dalla “sezione ospedaliera” nonostante il fatto che le sue ferite non sono ancora guarite. Nell’ultima settimana, il “Tripa” è stato spostato per l’udienza preliminare del processo. Tuttavia, per il fatto che il giudice non ha pubblicato l’elenco delle udienze, la prima non si è svolta e sarà riprogrammata. In quei giorni, ai compagni sono state date diverse date per andare alla corte, per sostenere Mario, poterlo vedere e mandargli un saluto attraverso il vetro.

Non c’è dubbio che il ritardo nell’udienza sia una strategia dei giudici per allungare il processo e in questo modo sfiancare il nostro compagno. Il team legale continua con il suo lavoro, con l’intenzione di fermare queste manovre da parte del giudice.

Mario è già stato trasferito nell’ala della prigione di Osservazione e Classificazione, nonostante le sue ferite non siano ancora guarite. Qui dovrà affrontare le tipiche dinamiche della prigione, in cui paghi per tutto, inclusa la possibilità di circolare all’interno dell’area. Come diciamo sempre, ci incontreremo di nuovo in salute e forza, la solidarietà andrà avanti finchè necessario.

Croce Nera Anarchica del Messico (CNA México)

20 Settembre 2012
Le udienze programmate per i giorni 11, 18, 19 e 20 settembre di quest’anno contro e per la difesa di Mario Antonio Lopez, “Tripa”, si sono svolte come previsto.Si possono evidenziare varie questioni che attestano le irregolarità – come già ci si aspettava – nel caso legale del compagno:

1. E’ stata chiara l’intenzione di dare seguito e collegamento tra il processo di Mario Lopez con il caso collegato all’esplosione del 26 Giugno 2012 alla Commissione Federale di Elettricità, questione che era stata distaccata e per la quale non deve essere giudicato.

2. Si sono presentate persone, tra cui poliziotti, richiesti dalla parte accusatoria, che non hanno relazioni con il caso visto che non sono testimoni oculari, e alcuni non conoscevano nemmeno la ragione per cui Mario era sotto processo. Alcuni di essi sono stati convocati per questioni relative a un arresto di Mario Lopez nel 2009 durante una manifestazione contro la corrida, questione che non richiede continuazione, come è ovvio, ma che loro tentano di riportare in luce.

3. Vari dei testimoni “presenziali” non riconoscono le dichiarazioni contenute nel fascicolo, dichiarazione che farebbero menzione del “pericolo” e “terrore” causati presumibilmente dall’azione per cui è processato il compagno. Hanno negato di aver detto quelle parole, argomentando di non aver letto con attenzione quello che hanno firmato.

Tutto questo ha portato al cancellamento di molte delle presunte “prove” presentate contro il compagno da parte del segretario della Cancelleria 32 del Reclusorio Sur, con l’allungamento del processo, cosa comune in questi casi. Infine, lo spettacolo offerto in queste udienze mostra già l’insolenza della manipolazione che hanno cercato di fare del caso del compagno.Facciamo una chiamata a mantenere l’attenzione su quello che succede nei prossimi procedimenti legali in cui sarà imputato il compagno.

Gruppo di avvocati in solidarietà con i prigionieri anarchici

fonti : i, ii

Indonesia : “Lunga Vita al Luciano Tortuga” Cellula-Cospirazione Internazionale per la Vendetta-FAI/FRI attacca una stazione elettrica con un congegno incendiario a Manado

C’è sempre un motivo per dire che la mancanza dei numeri è la ragione principale. Ma per noi l’unico ostacolo è la paura. Teorie, ragionamenti e situazioni sono i muri del labirinto che sempre diventa una ragione per l’ostruzione e la restrizione. Così come le accuse che il rapimento di due membri, dei nostri compagni Billy e Eat, siano una barriera per ulteriori azioni di distruzione.

Il 23 agosto, ad un impianto di energia a Kotamobagu, nord Sulawesi, abbiamo posizionato un congegno incendiario che non si è innescato. Siamo rimasti delusi da noi stessi e dalla capacità di ogni individuo coinvolto nell’attacco. Ma dall’altro lato, abbiamo imparato che nessuno dovrebbe dispiacersi. Questa notte, 31 agosto, abbiamo commesso di nuovo gli stessi “crimini”, lasciando un congegno per bruciare una stazione
elettrica a Ruminting, Manado.

L’obiettivo è chiaro. Siamo arrabbiati! Molto arrabbiati!

Questa azione è anche una risposta alla solidarietà illimitata ricevuta da molti compagni e compagne di ribellione.

Agli incontrollabili e coraggiosi compagni nell’oscurità in Bolivia, Cile, Messico, Grecia, Argentina e Inghilterra così come in altri posti mai menzionati. Ad Olga e ai compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco e a Tasos Theofilou che è stato recentemente arrestato per essere anarchico. Non dimentichiamo nemmeno di menzionare Theofilos Mavropoulos, Gabriel Pombo Da Silva, Rami Syrianos, e Marco Camenisch in sciopero della fame. Tutti voi siete ribelli che ci hanno ispirato, anche se siete imprigionati dietro le sbarre.

A Luciano Tortuga e Mario López, non dimentichiamo nemmeno di menzionare Ivan Silva e Carla Verdugo in Cile. Henry Zegarrundo, Juan Aliste Vega, Freddy Fuentevilla Saa, Marcelo Villarroel Sepúlveda sono anche di ispirazione. Non dimentichiamoci di dissidenti come Felicity Ryder, Nikos Maziotis e Pola Roupa also fino K. il membro latitante della Long Live Luciano Tortuga Cell–FAI/FRI.

Con la faccia piena di vergogna menzioniamo i nostri due compagni di lotta, membri della Long Live Luciano Tortuga Cell–FAI/FRI, Billy Augustan e Reyhard Rumbayan (Eat). Non dimentichiamo il coraggioso di Kulon Progo, Tukijo. A questi mandiamo i nostri saluti con la luce dei fuochi dalle strade. A loro mandiamo il nostro amore.

Queste azioni sono anche una manifestazione di rabbia e delusione. Impazienza per quei ribelli che dopo gli attacchi sono tornati a correre e nascondersi e hanno passato molto tempo in attesa, inclusi noi stessi.

Compagni, è tempo di contrattaccare.
Non aspettate. E’ tempo di fare luce!
Lunga vita all’anarchia!

“Lunga Vita al Luciano Tortuga” Cellula
Cospirazione Internazionale per la Vendetta
Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale
(FAI/FRI)

fonte

Barchem, Paesi Bassi : Dichiarazione di alcuni degli imputati del caso dei “Barchem 4”

Queste parole sono per tutti quelli tra noi che si sono sentiti impotenti di fronte a un nemico mille volte più grande di noi.

Negli ultimi anni la repressione contro ogni lotta di liberazione è aumentata. In diversi paesi l’attenzione delle autorità si è concentrata su diversi movimenti, ma la sostanza rimane la stessa: Stati e governi proteggono gli sfruttatori, non gli sfruttati. Proteggono gli esecutori, non le vittime. Proteggono quelli che stuprano, uccidono e schiavizzano. Non quelli che sfidano l’esistenza stessa delle gabbie. Per fare questo, stanno utilizzando nuove leggi, unità speciali della polizia, sempre maggiori e migliori tecniche di sorveglianza.

In questo caso recente contro il movimento di liberazione animale, quelli che scrivono sono stati accusati di un ‘crimine’: di avere presumibilmente liberato quasi 5000 visoni dalle loro gabbie, dove avrebbero scontato una vita di paura, angoscia e reclusione prima di venire uccisi e trasformati in cappotti di pelliccia, nell’allevamento di animali da pelliccia del villaggio olandese di Barchem. Per questa ragione affronteremo il processo dal 25 al 27 settembre in Olanda.

Non sprecheremo ulteriori parole sull’evento specifico, considerando il fatto che il processo non è ancora cominciato, ma ci piacerebbe offrire la nostra prospettiva al movimento su cosa sta facendo la repressione, su cosa la repressione significa realmente per noi.

La repressione deve essere affrontata a testa alta. Dobbiamo aspettarcela, dobbiamo essere preparati e pronti ad accettare le conseguenze per aver sfidato la realtà delle cose. Senza questa consapevolezza vivremo la nostra vita nella paura, e non saremo in grado di lottare in alcun modo efficace. La repressione nasce dall’efficacia. Ogni azione ha una reazione, ecco perchè i governi e la polizia intervengono per fermare i metodi efficaci che usiamo per raggiungere i nostri scopi. Se fossimo stati inefficaci, allora niente sarebbe stato fatto per fermarci, perchè alle autorità non sarebbe interessato.

Dobbiamo accettare l’idea della repressione, se quello che vogliamo è creare una lotta che porterà a un qualunque tipo di cambiamento. La repressione e il reale cambiamento sono di base due lati della stessa medaglia. La peggiore reazione alla repressione è per noi di fuggire impauriti. E’ questo che dà alla repressione il suo potere. Come movimento scegliamo come reagire alla repressione, e se possiamo permettergli di toccarci o meno. Continuare con le campagne che loro cercano di fermare è in assoluto il miglior modo di sfidare e combattere la repressione. Ritornare più duri, migliori, meglio organizzati, più forti e più preparati. Aspettarsi e affrontare la repressione in modo da attenuare il suo impatto nel momento in cui arriva. Imparare dai nostri errori reciproci e rafforzare le nostre strategie. Altrimenti, lasciamo le autorità con un modello che possono usare per schiacciare ogni tipo di dissenso, in ogni altro tipo di movimento.

E’ così che lavorano: colpiscono uno di noi per educarne mille. Questo è il vero scopo degli arresti e delle perquisizioni, dell’isolamento e della prigione. E’ la loro arma migliore: instillare la paura nelle nostre teste per renderci disarmati, per ridurci al silenzio.

Per questa ragione, mentre affrontiamo questo processo ci piacerebbe che tutti ricordassero che anche noi abbiamo la nostra arma. E’ un’arma più forte delle loro perchè è costruita sull’empatia e sulla rabbia, ha le sue basi nella passione e sincerità tra persone che condividono lo stesso senso di urgenza: è chiamata solidarietà.

Solidarietà significa supportarci gli uni con gli altri nel momento del bisogno, ma anche contrattaccare, non lasciare che la paura vinca sulle nostre vite, o ci fermi dall’essere efficaci. Significa unirsi come movimento, con tutte le nostre forze, capacità, e conoscenze. E in definitiva, unirsi attraverso il nostro obiettivo condiviso: la fine dello sfruttamento crudele degli altri esseri viventi e del pianeta che ci ospita tutti.

La solidarietà è la chiave per mantenere viva ogni lotta e per creare un movimento che non saranno mai in grado di spezzare.

Perchè nessuno è libero, finchè TUTTI non sono liberi!

Alcuni imputati del caso “Barchem 4”

fonte —versione in tedesco qui / sito di supporto qui

Messico: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco armato contro una auto di pattuglia della polizia municipale nel comune di Valle de Chalco in EdoMex

Abbiamo deciso di partecipare alla chiamata dei gruppi anarchici e gli individui che non si limitano alle parole e alle maledizioni contro la pace sociale, e prendono in mano la decisione per far saltare il sistema del dominio, trasformando la solidarietà diretta con i nostri fratelli e sorelle in pratica.

Per questa ragione, rivendichiamo la responsabilità di un nuovo attacco contro le merde in divisa: abbiamo aperto il fuoco contro l’auto della pattuglia 282 della polizia municipale della Valle de Chalco in EdoMex, uccidendo tutti i membri dell’equipaggio.

Non abbiamo attaccato un’unità di trasporto pubblico, abbiamo sparato contro una macchina della polizia, cioè rispetto ad un obiettivo ben identificato nella nostra lotta fino alla morte contro il sistema del dominio e dei suoi servi.

Se avessimo ucciso solo un poliziotto in uniforme, e il resto dell’equipaggio erano personale civili e membri della famiglia di quel poliziotto municipale, come ai mezzi di comunicazione di massa con stupore piace di “lamentarsi”, non avremmo nessun rimpianto. Li avremmo attaccati di nuovo senza rimorsi. Non ci sono colpevoli o innocenti nella lotta per la distruzione dell’esistente. Chi nutre questo sistema di morte è il nostro nemico.

Vogliamo anche chiarire che non sappiamo nulla per quanto riguarda il poliziotto che è dato per disperso. Noi non rapiniamo, e non imprigioniamo nessuno. Noi non crediamo nelle carceri, né nelle cosiddette “prigioni del popolo”. Lottiamo per la liberazione totale, non per imporre un altro sistema che sia altrettanto repressivo.

Salutiamo i gruppi informali e gli anarchici-individualisti che hanno aderito a questa nuova azione coordinata! Il caos è tornato per tutti coloro che pensano che sia morto.

Solidarietà diretta con tutti gli anarchici imprigionati in Messico, Cile, Grecia, Italia, Indonesia, Stati Uniti, Svizzera e in tutto il mondo!

Contro ogni dominazione! Fuoco al Potere!
Che la lotta sia diffusa! Viva l’anarchia!

Cellula Insurrezionale Mariano Sanchez Añon (CI-MSA),
frazione della Federazione Anarchica Informale del Messico (FAI-M)

fonte

Note dei traduttori
Lo Stato del Messico, spesso abbreviato in ‘EdoMex’ (da Estado de México in spagnolo), è una delle entità federali (31 stati e 1 distretto federale), che costituiscono l”Unità degli Stati del Messico “(aka Messico).
Secondo ad altri rapporti provenienti dalla stampa regime, gli occupanti del veicolo di pattuglia, due uomini ed una donna che sono stati uccisi nell’imboscata del Martedì, 18 Settembre, erano tutti poliziotti: uno in divisa e due in borghese.
“Prigioni del popolo” (Carceles del pueblo) si riferisce a quanto pare per le celle segrete, gabbie, ecc utilizzate per il rapimento e l’incarcerazione di funzionari statali dai combattenti per la liberazione nazionale, come la guerriglia MLN-Tupamaros.

Da Zurigo a Atene: La Solidarietà attraversa i confini

Slogan per l’immediata liberazione di Marco Camenisch e in solidarietà con i tre membri della Lotta Rivoluzionaria sono stati scritti nella città di Zurigo.

Ad Atene ha avuto luogo un intervento davanti alla corte marciale del carcere femminile di Korydallos, dove si svolge il processo del caso della Lotta Rivoluzionaria. Nel mese di Settembre, i membri del Soccorso Rosso Internazionale dal Belgio, Italia e Svizzera hanno viaggiato ad Atene per assistere al processo in solidarietà con i tre membri della Lotta Rivoluzionaria e quelli perseguiti per lo stesso caso.

La lotta continua…

Mosca: Attacco contro gli estremisti di destra alla “marcia dei milioni”

Il 15 Settembre si è svolta la “marcia dei milioni” a Mosca (la terza di una serie di proteste contro la presidenza di Putin), durante la quale i nazionalisti hanno tentato di invadere l’area del raduno gridando dei slogan. Sono stati respinti dai compagni con una pioggia di bottiglie, pietre e bastoni. L’ex leader del cosiddetto “Movimento contro l’immigrazione” Alexandr Potkin è stato colpito con una mazza, mentre i suoi seguaci fuggirono lasciando dietro di sé le loro bandiere e sciarpe.

foto e video

Chiamata di solidarietà con gli anarchici bielorussi

È passato parecchio tempo dall’ultima chiamata alla solidarietà con gli anarchici bielorussi. Oggi dobbiamo ammettere che c’è bisogno urgente di una nuova ondata di solidarietà per aiutarli a uscire dal carcere. Ecco perchè vi invitiamo a partecipare alle giornate di azione in solidarietà con i prigionieri politici bielorussi il 22 e 23 settembre (il giorno delle elezioni parlamentari è il 23).

Gli attivisti Ihar Alinevich, Mikalai Dziadok, Artsiom Prakapenka, Pavel Syramolatau, Aliaksandr Frantskievich, Jauhen Vas’kovich che sono in carcere dall’autunno del 2010 e l’inverno del 2011 e poi condannati a pene da 3 a 8 anni nel maggio 2011 per una serie di attacchi contro lo Stato ed i simboli del capitale, stanno terminando il loro secondo anno in carcere. Durante questo tempo i compagni e i loro parenti hanno fatto il loro meglio per farli stare bene e cercare di farli uscire.

Nell’ottobre 2011 sono stati riconosciuti come prigionieri politici da organizzazioni internazionali. Questo fatto gli dà maggiori possibilità di essere liberati il prima possibile, perchè al momento il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, sta subendo pressioni dall’Unione Europea per le richieste di liberare tutti i prigionieri politici e decriminalizzarli. Dall’Agosto del 2011 ne ha già graziati 30, ma a nessuno dei nostri compagni è stata assicurata la libertà. Lukashenko ha detto pubblicamente che grazierà solo quelli che firmeranno la richiesta di grazia, ammettendo quindi la loro colpa e chiedendogli personalmente clemenza. Tutti gli altri rimarranno in prigione, ha detto. Di fatto a tutti i prigionieri anarchici è stato chiesto più volte se volevano firmare questa richiesta. Cinque di loro hanno rifiutato di farlo. Artsiom Prakapenka ha firmato, sotto pressioni, ma si trova ancora in prigione.

Ora ci sono 15 prigionieri politici rimasti in Bielorussia, tra di loro 5 sono nostri compagni e 1, in più, è in carcere per azioni di solidarietà nei loro confronti. Tutti i prigionieri stanno subendo diversi tipi di pressione da parte dell’amministrazione delle carceri in cui sono detenuti, perchè Lukashenko vuole uscire vincitore da questa situazione, come se non fosse a causa dell’Unione Europea che si trova costretto a liberare i prigionieri politici, per paura di sanzioni politiche ed economiche, ma come se fosse a causa del suo buon cuore di graziarli, ma solo se loro lo richiedono.

Ci opponiamo fermamente al fatto che i nostri compagni siano scambiati in cambio di benefici dall’Unione Europea, e condanniamo le pressioni che stanno subendo. Facciamo appello a tutti per protestare contro queste torture e chiedere la liberazione immediata ai prigionieri politici bielorussi, tra cui gli anarchici.

Appoggiamo azioni di solidarietà di QUALUNQUE tipo da questo momento perchè raggiungano un numero considerevole nelle giornate di solidarietà, vi chiediamo di fare azioni di solidarietà almeno una volta al mese e se possibile anche dopo le giornate di solidarietà. In questa situazione abbiamo bisogno di pressione costante sul regime e sui politici dell’Unione Europea.

L’Internazionale delle Federazioni Anarchiche, Agosto 2012.

Per ulteriori aggiornamenti sulla condizione dei compagni e sulle condizioni delle carceri in Bielorussia Continue reading Chiamata di solidarietà con gli anarchici bielorussi

Atene: Intervento antifascista contro l’Alba Dorata

Il Sabato sera, 15 Settembre, 100 antifascisti anarchici con circa 50 motociclette hanno percorso il centro di Atene lanciando volantini e incollando manifesti contro gli attacchi neo-nazisti nelle zone del centro. La ronda antifascista attraversò le aree di Metaxourgeio, Aghios Pavlos, Piazza Vathis e Piazza Omonia.

Nel loro proclamo, i compagni hanno scritto: “La nostra azione mira alla mobilitazione dei riflessi antifascisti e dell’auto-difesa di classe […]. Le strade sono nostre, di coloro che lottano, dei poveri e degli esclusi.”

Video dell’azione diretta

Lo slogan che si sente dice “fascisti, bastardi, presto arrivano le forche.”

fonte

Italia, 14/9: Due compagni arrestati con l’accusa dell’attacco contro Adinolfi

Dopo una lunga estate, durante la quale sono state avviate le operazioni “Ardire”, “Mangiafuoco”, “Ixodidae (Zecca)” e “Thor”, gli anarchici hanno preso il primo posto tra il nemico interno che deve essere sterilizzato per evitare il contagio pericoloso e virulento delle ostilità e della lotta…

Una nuova operazione repressiva, organizzata dal pm di Genova dopo l’azione contro Roberto Adinolfi (il 7 Maggio), l’amministratore delegato della ditta nucleare italiana Ansaldo Nucleare, ha portato le unità del Ros e la DIGOS all’interno dei appartamenti di numerosi compagni, mentre due anarchici torinesi, Alfredo Cospito e Nicola Gai, sono stati arrestati il 14 Settembre. Una terza compagna, Anna Beniamino, è sotto inchiesta, ma non in prigione.

I media del regime parlano di indagini e di incursioni a Torino, Cuneo, Pistoia e Bordighera. Inoltre, secondo i giornalisti, tra gli elementi in possesso degli investigatori ci sono filmati sia con Alfredo e Nicola visti alla stazione ferroviaria di Genova, così come dati dalle telecamere di sorveglianza (attribuzione alle autorità il beneficio del riconoscimento biometrico facciale), ecc.

Alfredo, Anna e Nicola hanno rilasciato pubblicamente delle prove sulla sorveglianza permanente su di loro per mesi, compresi le microspie e le telecamere nelle loro case, il monitoraggio costante della polizia e in seguito il pedinamento (vedi i, ii, iii, iv).

I due compagni stano nel carcere Torino, in attesa della convalida dei loro arresti/detenzioni pre-processuali. Nei prossimi giorni, è possibile che essi saranno trasferiti in un altro inferno. Nel frattempo, è possibile scrivere e inviare telegrammi a loro:

Nicola Gai
Alfredo Cospito

C.C. via Pianezza 300, IT-10151 Torino

Solidarietà con gli arrestati e quelli sotto inchiesta.
Libertà adesso per Nicola e Alfredo!

Aggiornamento: Il GIP ha convalidato l’arresto di Alfredo, mentre ha respinto quello di Nicola, che comunque resta in carcere in seguito ad una nuova ordinanza di custodia cautelare.

Aggiornamenti seguiranno qui: informa-azione.info

Italia: “E’ la scintilla nel vento”

LIBERTÀ PER I/LE COMPAGN* COLPITI/E DALLA REPRESSIONE

Terrorista è lo stato. Libertà per i ribelli del G8 condannati. Il fuoco di Genova brucia ancora… Solidarietà ai/lle compagn* colpit* dalla mano repressiva dell’operazione Ardire (13 giugno), Mangiafuoco (8 agosto), Ixodidae (27 agosto) e Thor (1 settembre).

E’ la scintilla nel vento, ma la scintilla che cerca la polveriera…

Il NeroVeleno

Grecia: Lettera dal compagno anarchico ricercato Giannis Mihailidis riguardo le accuse sull’incidente nell’isola Paros

Il 10 agosto è avvenuta una rapina in una banca nella località di Naousa sull’isola di Paros. Durante la fuga i responsabili hanno ucciso con un colpo un tassista, che nel suo fervore di buon cittadino aveva tentato di ostacolare la loro fuga. Il 18 agosto il compagno anarchico Tasos Theofilou è stato arrestato nel quartiere Kerameikos di Atene. Ha scoperto con sorpresa di essere accusato di aver preso parte a questa rapina, la prova della sua partecipazione sarebbe nel ritrovamento di tracce del suo DNA (preso nel commissariato centrale di Atene dopo il suo arresto) con un cappello ritrovato sul posto dove sono avvenuti i fatti. Tutta la spazzatura giornalistica del paese pubblica le sue foto e tutti i media di comunicazione lo descrivono come “mostro”, “psicopatico terrorista”, ecc. e inoltre segnalano due altri compagni, da più di un anno e mezzo ricercati per l’appartenenza alla CCF, Giannis Mihailidis e Dimitris Politis, come suoi complici. Tasos Theofilou si dichiara anarchico ma nega la partecipazione alla rapina a Paros. E’ stato quindi portato davanti al procuratore K. Baltas incaricato del caso della CCF, perchè la polizia insiste di averlo visto un anno e mezzo fa in compagnia di persone che furono poi arrestate nell’operazione antiterrorista del 4 dicembre 2010 (in cui furono presi Kostas Sakkas, Stella Antoniou, Alexandros Mitrousias e Giorgios Karagiannidis, che negano l’appartenenza alla CCF). Infine i giudici decidono di metterlo in carcerazione preventiva, sia per la rapina e l’omicidio di Paros sia per l’appartenenza alla CCF. Data l’ondata di disinformazione lanciata da stampa, TV, poliziotti e giudici, il compagno latitante Giannis Mihailidis ha pubblicato la lettera che segue.

Una piccola narrazione di una storia di illegalità…

Comincio a scrivere a causa delle accuse mosse a mio carico dai Mezzi di Inganno di Massa (i media), come complice nell’omicidio di un infame durante una rapina a Paros. La principale ragione per cui scrivo è per rompere il monopolio del discorso delle autorità, almeno intorno alla mia persona e alle mie scelte.

Ovviamente fa particolarmente arrabbiare vedere qualunque piccolo viscido giornalista che ha imparato a strisciare e a fare quello che gli dicono i suoi superiori di fare descrivermi come “spietato”. Spietati sono coloro che riproducono le menzogne che potrebbero portare le persone alla distruzione.

Quindi interrompo il silenzio che in uno stato di illegalità pensavo mi avrebbe aiutato a muovermi più con calma, e ho scelto di parlare. Tuttavia non voglio parlare in maniera parziale e creare un’immagine vittimista di me stesso, quindi mi esprimerò in maniera totale.

Per cui parliamo di me… Continue reading Grecia: Lettera dal compagno anarchico ricercato Giannis Mihailidis riguardo le accuse sull’incidente nell’isola Paros

Bristol, UK: Azione diretta contro missionari cristiani

Nelle prime ore di questa mattina, Jesus Kingdom City (parte dei crociati pentecostali della Chiesa Cristiana Redenta di Dio), con base nel centro città e predatori dei quartieri degli sfruttati, alleati con altri missionari in Africa e Asia, hanno visto il loro minibus dato alle fiamme su Beaufort Road, St George, a Bristol.

“Siate fruttuosi e moltiplicatevi, riempite la terra, e sottomettetela; dominate i pesci del mare e gli uccelli del cielo, e ogni cosa vivente che si muove sulla terra”
–Genesi 1:28

“Una donna che ha paura del Signore, deve essere venerata”
–Proverbi 31:30 (dalla pagina principale del sito web di Jesus Kingdom City)

“L’umanità non sarà libera finchè l’ultimo re non sarà strangolato con le budella dell’ultimo prete”
–Denis Diderot

Dalle prime società basate sulla classe sociale, la religione ha significato il rafforzamento della sottomissione, punizione, debito, sacrificio, autodisprezzo e moralismo. Nello specifico, il Cristianesimo è sempre andato per mano con la colonizzazione europea, spesso spianando la strada all’egemonia militare/economica allo scopo di sottomettere e indottrinare le popolazioni potenzialmente scomode. Questo lavoro infame continua oggi nelle missioni, attraverso la logica paternalista dello sviluppo e dell’integrazione, tramite la propagazione della supremazia dell’uomo sulla donna e dell’umano sulla natura.

Vittoria per lo sciopero della fame di Marco Camenisch, a cui si è unitaElisa di Bernardo!

Saluti iconoclasti ai membri della prima fase della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, in particolar modo questa volta a Olga Ekonomidou che ha sostenuto 53 giorni di reclusione in isolamento per la sua continua insubordinazione; al compagno Tortuga; agli elementi informali a Melbourne; e agli eretici anarchici colpiti dalla repressione in Italia.

Questa volta l’obiettivo della nostra negazione è stato il Cristianesimo – nel futuro saranno facilmente altri spettri (religiosi o non) tra coloro che cercano di reprimere e ridurre l’assoluta sovranità delle individualità uniche dentro a categorie, identità e moralità.

Walk into the night of chaos…

Associazione del Libero Pensiero/Frazione dei Rinnegati del Genere

Canada: Scontri del G20 a Toronto, Kelly condannata a 15 mesi di carcere

L’anarchica Kelly Rose Pflug-Back di Ontario è comparsa in tribunale il 19 luglio dove ha ricevuto una sentenza di 15 mesi (di cui quattro già scontati), dopo aver scelto un patteggiamento che rifiutava ogni collaborazione con le autorità. Le accuse per cui si è riconosciuta colpevole sono 6 accuse di danneggiamento e una di travisamento con intenzioni criminali. Dopo aver scontato la sentenza, sarà in regime di libertà vigilata per 3 anni. Da oltre un anno si trovava agli arresti domiciliari e sottoposta a varie misure restrittive in attesa della fine del processo.

Kelly è un’attivista da molto tempo, scrittrice, poeta, artista e musicista. Ha collaborato con varie pubblicazioni anarchiche tra cui The Fifth Estate e Iconoclast Magazine. Prima del suo coinvolgimento con il Toronto G20 Black Bloc, Kelly era coinvolta in gruppi come Food Not Bombs e Camas Books collective a Victoria, faceva lavoro di riduzione del danno con SOS in Ontario, ospitava workshop e portava avanti progetti di solidarietà con la gioventù queer, e progetti di solidarietà con le popolazioni Indigene. Kelly segue una dieta vegan che sarà molto difficile mantenere nel sistema carcerario canadese.

La maggior parte dei media mainstream hanno dipinto Kelly come una vandala violenta senza rimorsi per aver terrorizzato degli “innocenti compratori”, oltre alla codardia di aver indossato un passamontagna mentre affrontava la polizia antisommossa, quest’ultima completamente armata e attrezzata, nel contesto di una delle culture più sorvegliate del mondo. I media hanno anche solitamente parlato dei danneggiamenti alle vetrine da parte dei black bloc come azioni violente o addirittura terroristiche. Allo stesso tempo hanno evitato di parlare della violenza della polizia, anche se ci sono stati molti casi di minacce e tentativi di stupro nei confronti di persone di sesso femminile durante i circa 1300 arresti del G20. In un caso molto noto relativo a quegli arresti, la polizia ha strappato la protesi della gamba di un uomo disabile, così come un uomo sordo è stato violentemente atterrato e arrestato. Si tratta del più alto numero di arresti nella storia di questo paese.

I tribunali hanno detto chiaramente che la loro intenzione era di mandare un messaggio con questa sentenza. Dobbiamo rispondere incrementando la resistenza, supportando i nostri compagni in carcere così che ne escano con uno spirito combattivo rinforzato! Attualmente le prigioni di questo stato sono sovraffollate per il doppio della loro capacità, mentre il governo di Harper si sta impegnando a costruirne altre 10 e a passare nuove leggi che includono una carcerazione minima obbligatoria così come il taglio di programmi per i prigionieri. Mentre Kelly, Mandy e gli altri coinvolti nella resistenza al G20 e al capitalismo globale siedono in una cella di prigione, gli uomini responsabili per le politiche che uccidono milioni di persone per la povertà ogni anni vivono nel lusso e con ogni probabilità non vedranno mai da dentro una cella di prigione.

Scriviamo a Kelly, lei ama ricevere lettere e poesie. Scrivere ai prigionieri è un modo per assicurarsi che non saranno mai dimenticati.

Kelly Pflug-Back
Vanier Centre for Women
P.O.Box 1040
655 Martin Street
Milton, Ontario
L9T 5E6 Canada

fonte

Stati Uniti: Anthony Hayne rimosso dalle liste prigionieri dopo aver accettato di testimoniare contro i suoi coimputati nel caso dei Cleveland 5

Come riportato da Denver ABC:

“Abbiamo rimosso dalle nostre liste Anthony Hayne dei Cleveland 5 dopo la notizia che si sarebbe dichiarato colpevole e avrebbe accettato di testimoniare contro i suoi coimputati. Hayne, il più anziano dei cinque, cerca così di evitare una sentenza di ergastolo patteggiando.”

Ricordiamo che i cinque accusati sono stati incastrati da un informatore dell’FBI, che avrebbe anche fornito loro l’esplosivo con cui avevano tentato di far saltare un ponte a sud di Cleveland.

Grecia: Nikos Maziotis e Pola Roupa, membri di Lotta Rivoluzionaria, sono latitanti

Come riportato da ABC Berlino, Nikos Maziotis e Pola Roupa, due membri del gruppo di guerriglia urbana LOTTA RIVOLUZIONARIA – “Epanastatikos Agonas”, sono entrati in clandestinità insieme al loro figlio piccolo, Victor Lambros. Da ottobre dello scorso anno ad Atene è cominciato il processo dei due oltre che di Kostas Gournas, un altro membro di Lotta Rivoluzionaria. Anche altre persone sono accusate dalle autorità di appartenenza al gruppo. Pola, Nikos e Costas rimasero per un anno e mezzo in carcere e furono rilasciati prima del processo, l’11 ottobre 2011, per scadenza termini.

Forza e buona fortuna ai tre fuggiaschi!

fonte

Birmingham, Regno Unito: Sei persone in carcere per imboscata armata contro la polizia durante la rivolta di agosto 2011

Nicholas Francis, Tyrone Laidley, Renardo Farrell, Wayne Collins, Jermaine Lewis e Amirul Rehman

Questi sei ribelli sono stati incarcerati dallo Stato britannico in vendetta per l’imboscata tesa verso la polizia da un gruppo di circa 40 rivoltosi ad Ashton, Birmingham, durante le rivolte dello scorso agosto. Il gruppo di riottosi, sostiene l’accusa, ha dato fuoco ad un pub per attirare la polizia sul posto, e poi attaccarla con diverse armi da fuoco, costringendo gli sbirri, e un loro elicottero, a fuggire.

Il giudice bastardo imparruccato William Davis, riassumendo dopo aver espletato i suoi doveri di carceriere dei nemici dei ricchi e dei potenti, ha dichiarato: “Lo scopo, lo scopo condiviso, era di comportarsi in modo tale da attirare la polizia sulla scena, e poi attaccarla”.

Francis, Laidley, Farrell, Collins e Lewis – tutti ragazzi intorno ai 20 anni – hanno ricevuto sentenze dai 18 anni (per Renardo Farrell) ai 30 anni (per Nicholas Francis), con accuse di sommossa, incendio e possesso di armi da fuoco “con l’intento di mettere in pericolo delle vite”. Il diciassettenne Amirul Rehman è stato condannato a 12 anni.

Questi sei ragazzi si uniscono a migliaia di altri che si sono rivoltati nell’agosto 2011 e sono oggi rinchiusi come ostaggi nel sistema carcerario britannico. Forza a tutti quelli che hanno alzato i pugni contro gli oppressori – che tutti i combattenti possano tornare nelle strade con dignità!

NO JUSTICE NO PEACE – FUCK THE POLICE!

fonte

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’incendio al quartier generale di Trastor, compagnia di investimenti in beni immobili

FAI/IRF CONTRO OGNI NAZIONE

Siamo testimoni delle più estreme contraddizioni che sono nate e morte in questo mondo di merda. Mentre i calcolatori degli apprendisti stregoni di statistiche economiche stanno contando 23.000 morti in Siria, miliardi di persone guardano infatuate i Giochi Olimpici di Londra; la distanza tra le Olimpiadi e gli spari “reali” nel campo delle operazioni di guerra si situa solo nel semplice premere un bottone su un controllo remoto. Se solo potesse succedere… se tutti questi fiumi di sangue potessero diventare un torrente impetuoso che annega atleti e spettatori. Se solo potesse succedere. Possiamo pensare allo stesso modo a tutte le migliaia di persone senza tetto che “rovinano” l’immagine della città spaventosa, mentre i ricchi si godono i loro comforts di lusso nei giardini di Ekali e Kifissia (due dei quartieri più ricchi di Atene). Società che, nonostante le loro contraddizioni, riescono a riprodurre la puzza disgustosa che emettono, sezionando tutti e tutto, fabbricando centinaia di microcosmi.

Il potere non è una struttura compatta ma un edificio diffuso, situato sulle strutture sistemiche – economiche, istituzionali, ecc. – e sulle relazioni umane. A cominciare dalla divisione sociale in sotto-unità antagoniste le une con le altre, la costante frammentazione continua nella vita quotidiana dell’individuo all’interno del mondo capitalista; in ogni aspetto della vita dell’individuo, in ogni campo di espressione.

A questo punto il sistema completa la sua “onnipotenza”, al punto in cui innalza muri di isolamento perfino nel più triviale dei processi di tutti i giorni. Al punto in cui i paraventi della rassegnazione e dell’indifferenza cadono, lì sale la febbre del più squallido tipo di egoismo, dell’ego più meschino, un senso esaltato di passivo midenismo.

Il risultato pratico della precedente affermazione può essere riscontrato sia nel possesso materiale di illusioni nell’era della prosperità capitalista – casa, auto, crescita rapida della “piccola proprietà” – sia nell’emigrazione per lavorare all’estero in condizioni di crisi economica. E’ la stessa ideologia dello stile di vita moderno con alcune varianti. Dalle illusioni dell’assalto furibondo alla proprietà alla fuga disperata.

“Quando, alla fine della loro vita, la maggior parte delle persone si guardano indietro, troveranno che hanno vissuto per tutta la loro vita ad interim. Saranno sorprese di scoprire che la cosa principale che si sono lasciate sfuggire non apprezzandola e non godendosela è la loro stessa vita. E così un uomo, essendo stato ingannato dalla speranza, danza nelle braccia della morte” (Arthur Schopenhauer).

Come risultato dell’intensità osservata nella macchina sociale vi è il momento della crescita dei fascisti; un fatto che in nessun modo passa inosservato. Stiamo parlando di un cambiamento generale della società e dello Stato verso direttive razziste/fasciste/nazionaliste. Questo può sia riguardare i corpi di donne sieropositive che vengono umiliate dalla collaborazione degli sbirri con il KEELPNO (“Centro Ellenico per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie”) e i mass-media, sia i crescenti pogrom contro gli immigrati e le dozzine di attacchi omicidi contro di loro. Operazioni “legittime” e “illegali” diventano la stessa cosa, sotto il nome ironicamente allegorico di “Xenios Zeus”. Il culmine dell’operazione democratica è stato l’assassinio di un migrante iracheno (su Anaxagora street, ad Omonia) da squartatori identici ai alba d’orati [partito greco nazionalista-fascista].

Quindi, la conclusione è che il meccanismo dello Stato si muove contro i migranti riflettendo una DOMANDA SOCIALE; l’odio razzista di ogni ellenico macho con un’anima di merda si somma alla richiesta di sicurezza. Il coltello dell’insulso pseudo-egoismo del masturbatore dall’animo greco va cercato vicino agli autobus e ai furgoni della polizia e ai campi di concentramento per immigrati, e le costole di qualche immigrato a caso verranno accoltellate alla prima opportunità con quel coltello, seguendo la logica della responsabilità collettiva.

In nessuna circostanza mettiamo in luce questi incidenti da una prospettiva vittimista, e nemmeno ci consideriamo o auto-nominiamo protettori di nessuno; lontani da una retorica che santifica tutti i migranti e li trasforma in un tutto unificato, crediamo negli umani, nelle prese di posizione e nelle scelte, e in base a queste valutiamo gli altri e ci facciamo valutare.

Siamo in guerra con il sistema, e i fascisti non ne sono che una parte, sempre evidenti in specifici periodi storici con obiettivi molto specifici e ruoli distinti. Ecco perchè l’attacco ai fascisti non dovrebbe essere percepito come un colpo contro l’aberrazione “non democratica” – con l’uso di espressioni come “gang” o facendo appelli a rendere Chrissi Avgi/Golden Dawn illegale – ma come un attacco contro la democrazia nel suo insieme e, ovviamente, contro i ciarlatani della sinistra di tutti i tipi e di tutte le tendenze, che acconsentono come stupide vergini e poi si incontrano con il macellaio di palestinesi Peres.

Quindi, la nostra progettualità non può essere che quella del conflitto totale con i fascisti così come con ogni fronte del complesso autoritario. Con i coltelli che ornano i nostri corpi, le nostri armi puntate alle loro teste, le nostre bombole del gas ed esplosivi posizionati nei loro uffici e nelle loro case.

Viaggiando mentalmente ai bordelli delle prigioni in cui i nostri fratelli e le nostre sorelle sono tenuti prigionieri: durante l’ultimo periodo, una lotta molto importante è stata lanciata dagli anarchici ostaggi dentro le prigioni greche; una lotta che è orientata verso il rifiuto della perquisizione delle cavità corporali, il tentativo di offendere la dignità di un prigioniero. I prigionieri anarchici che rifiutano di sottostare a questo processo offensivo vengono trascinati alla tortura fisica e mentale dell’isolamento, che ha raggiunto il suo picco con la rissa nelle prigioni di Domokos tra le guardie e i compagni membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco Panagiotis Argirou e Gerasimos “Makis” Tsakalos, e più recentemente con il caso dell’anarchico Rami Syrianos – che è riuscito a uscire dall’isolamento dopo aver vinto con il suo sciopero della fame – così come il caso dell’anarchica e membro della CCF Olga Ekonomidou. Entrambi hanno pagato, con decine di giorni di isolamento, il prezzo delle loro scelte, per aver rotto con questa misura “penitenziaria”. L’ultimo è stato il caso del compagno anarchico Sokratis Tzifkas: dopo il suo ritorno dall’ospedale (a Thessaloniki), dove era stato ricoverato per motivi di salute, ha rifiutato di spogliarsi per la perquisizione ed è stato torturato dagli sbirri nella prigione di Diavata, dove lo hanno tenuto in isolamento per 10 giorni in condizioni orribili. E’ importante citare il fatto che la nostra compagna Olga Ekonomidou è anch’essa stata torturata con l’isolamento per 54 giorni nello stesso carcere.

Come segnale minimo di solidarietà con l’anarchico Sokratis Tzifkas, così come con tutti gli ostaggi anarchici nelle prigioni che sono stati recentemente torturati con l’isolamento, nella sera di lunedì 13 agosto abbiamo piazzato un congegno incendiario contro Trastor REIC – precedentemente conosciuto come Piraeus REIC, una sussidiaria di Piraeus Bank – al 5° piano dell’edificio di Davaki Street 1 e Kifissias Avenue 116 ad Atene, una compagnia di investimenti immobiliari che partecipa anche in altri affari economici come compravendite, investimenti, ecc.; insomma, una compagnia che può essere un obiettivo come tanti altri.

Solidarietà con i rivoluzionari ostaggi nelle carceri.
Forza ai compagni ricercati in tutto il mondo.

Un pugno alzato per Luciano “Tortuga”; la tua ultima lettera ci ha toccato il cuore.

Con rabbia, andiamo incontro a nuove battaglie contro il nemico e contro gli aspetti deboli di noi stessi.

Guerra contro la civilizzazione!
Lunga vita all’Anarchia!

Federazione Anarchica Informale
Fronte Rivoluzionario Internazionale
Unità “Fuoco alle Aziende Sfruttatrici”

PS. Forse uno dei pochi avvenimenti piacevoli di questa estate è stato la vista di un idiota morto (il civile che ha cercato di fermare i rapinatori durante la loro fuga, ed è morto subito dopo essere stato colpito) sull’isola Paros. La sua stupidità ha raggiunto livelli tali che ha sacrificato la sua stessa vita per qualche migliaia di dollari che erano appena stati rubati da una BANCA! Questo è il futuro che attende i cittadini-infami che vestono le uniformi dei poliziotti e pensano di essere eroi.

in inglese qui

Grecia : Salonicco: Sfrattata l’occupazione Delta

Occupazioni a tempo indeterminato

Intorno alle 07:30 del Mercoledì 12 Settembre, a Salonicco, almeno cinque squadroni della polizia antisommossa (MAT) e due jeep dell’unità repressive speciali dell’antiterrorismo sono arrivate in fila al di fuori dell’occupazione anarchica Delta ed hanno preso d’assalto l’edificio subito dopo.

Dieci persone sono state arrestate all’interno dell’edificio e altri che sono arrivati ​​in solidarietà sono stati arrestati sulla strada. Inoltre, altri solidali che si sono riuniti nei pressi dell’occupazione sono stati circondati e tagliati fuori dalla polizia.

I poliziotti hanno perquisito l’edificio a più piani (occupato dal 2007) ed hanno sequestrato numerosi oggetti personali degli occupanti, comprese le infrastrutture, come computer e dischi rigidi, ma anche dei contanti. Inoltre, la polizia ha ufficialmente rilasciato un filmato con video muto dall’invasione delle forze speciali nell’occupazione. i squadroni dell’antisommossa hanno circondano la zona dove si trova l’edificio, e il suo ingresso anteriore è stato sigillato.

Quelli che erano arrivati ​​in solidarietà e sono stati arrestati sono stati rilasciati.

I dieci compagni che sono stati arrestati all’interno dell’occupazione sono ancora detenuti nella sede della polizia di Salonicco (GADTH); sono dovuti a comparire dinanzi al procuratore o stasera o domani (13/9). Sono accusati di reati minori (per quanto ne sappiamo fino ad ora).

Un’assemblea anarchica d’urgenza per quanto riguarda lo sfratto violento dell’occupazione Delta si è svolta alle 13:00 al Politecnico di Salonicco, dove circa 100 persone in solidarietà, insieme con i membri della collettività dell’occupazione, hanno deciso di fare le seguenti azioni:
i) Raduno di contro-informazione microfonica per oggi, 12/9, in Kamara alle 18.30, in attesa di ulteriori informazioni su i compagni arrestati.
ii) Manifestazione di protesta davanti alla sede della polizia di Salonicco alle ore 21.00, nel caso in cui gli arrestati saranno ancora tenuti prigionieri.
iii) Raduno di solidarietà presso la corte di Salonicco il 13/9, se davvero gli arrestati compariranno davanti al pubblico ministero domani.
iv) Successiva assemblea aperta per organizzare azioni di solidarietà il 13/9 al Politecnico di Salonicco alle ore 18.00.

Raduno di contro-informazione attraverso sistema di audio per oggi:
Tutti in Kamara (centro di Salonicco) alle 18,30!
Nessuna macchinazione repressiva del potere dovrà rimanere senza risposta.
La solidarietà è la nostra arma.

L’occupazione Delta resterà! Giù le mani dalle nostre vite!

Si noti che tutti i proventi del concerto dal vivo organizzato dal gruppo BausMaus questa sera, alle 23.00, al di fuori della Facoltà di Biologia a Salonicco, andrano per le spese legali che si presenteranno per la difesa dei compagni perseguiti dopo l’operazione repressiva contro l’occupazzione Delta.

Fonti: 1, 2, 3, 4

Santiago, Cile: Aggiornamenti dai combattimenti di strada del 9 Settembre

Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione del 9 Settembre 2012 nel Santiago del Cile, 39 anni dopo il colpo di stato dell’11 Settembre 1973, che ha portato al potere il dittatore Pinochet. La marcia in memoria di tutte le persone cadute, uccise, e scomparse in seguito, è stata richiamata dalle associazioni dei parenti dei detenuti scomparsi ed associazioni per i diritti umani, mentre il punto di pre-concentrazione per i gruppi dei manifestanti provenienti da diverse aree politiche è stata la Plaza de Los Héroes / Piazza degli Eroi.

Poco dopo l’inizio della marcia, dei manifestanti incappucciati hanno cominciato i primi scontri. In via San Martin, è stato attaccato con pietre e vernice l’edificio appartenente al Ministero della Pubblica Istruzione, rompendo finestre e danneggiando parte degli interni. Inoltre, una molotov è stata lanciata al primo piano, causando un incendio che è stato spento dal personale del palazzo prima che si diffondesse.

I conflitti e gli attacchi ad i poliziotti sono continuati nella zona della vecchia stazione ferroviaria di Mapocho. In via Recoleta è avvenuto un attacco alla filiale della banca BCI, che è stata saccheggiata e parzialmente distrutta. E stato effettuato anche un tentativo di bruciarla, ma i carabinieri sono riusciti a spegnere le fiamme.

I giovani incappucciati hanno sferrato anche un nuovo attaccato contro le forze repressive a guardia di una pompa di benzina della compagnia Copec, mentre raggiungendo la via Valdivieso, al di fuori del cimitero generale, la gente a attaccato dei giornalisti che sono corsi a nascondersi dietro la polizia. Con pietre, legno, vernice e qualche cocktail di molotov, i manifestanti ribelli si lanciavano contro gli agenti della polizia ogni volta che le barricate sulle strade si rialzavano. Dal parte del nemico sono stati usati lacrimogeni, aure, manganelli e pistole di paintball (video correlato).

Gli attacchi della polizia hanno portato gli incappucciati all’interno del cimitero, dove le barricate sono risorte. Gli scontri nelle strade del cimitero sono continuate fino a circa le 15.00.

Durante la protesta, la polizia ha arrestato 13 persone, tra cui tre accusati del saccheggio della banca in via Recoleta, mentre due sedicenni per possesso di molotov. I due minorenni, che sono stati arrestati presso l’intersezione della via Recoleta con il viale Perù, avendo presumibilmente in possesso una scatola con 6 cocktail di molotov ed una borsa con maschere antigas, sono stati presentati al procuratore del ministero Lunedì mattina. Come detto dall’avvocato dei diritti umani che gli rappresenta i giovani hanno trovato la scatola e la borsa abbandonate ad un cero punto, apparentemente lasciate lì dai carabinieri per arrestare chiunque le avrebbe preso. Tuttavia, il giudice ha deciso di mettere ambedue sotto il controllo dell’Agenzia Nazionale dei Minorenni (SE.NA.ME.), per tutta la durata delle indagini. Ciò significa che, anche se non sono in stato di detenzione, quest’agenzia gli può imporre una serie di misure restrittive, come, tra l’altro, la supervisione dagli assistenti sociali.

Su gli altri arrestati non ci sono aggiornamenti più recenti, ad eccezione del fatto che nessuno sia stato detenuto.

fonte e più foto: liberación total

Atene: Combattimento di strada notturno nel quartiere di Exarchia

Verso la mezzanotte di Sabato, 8 Settembre, un gruppo di compagni che si trovavano nella zona di Exarchia hanno sentito dire che a circa 100 metri dalla piazza del quartiere, in via Stournari e di fronte all’ingresso del Politecnico, erano iniziati dei scontri tra due gruppi di persone. Siamo scesi verso di la con gli altri per vedere che cosa stava succedendo, senza poter capire esattamente chi erano quelli che combattevano uno contro l’altro. Chiedendo alla gente per strada, abbiamo scoperto che gli spacciatori avevano cercato di spingere la loro attività disgustosa nella zona, sostenuti dalla polizia segreta. Si noti che, da qualche mese, la polizia cerca di trasformare il quartiere in una zona di traffico di droga per l’ennesima volta- come fu nel passato recente- e via Stournari si trasforma spesso in una scena di scontri di strada tra gli spacciatori e le persone che ci vivono o frequentano la zona.

Quando siamo arrivati ​​all’altezza della via Bouboulinas, l’invasione era stata respinta da un gruppo di giovani incappucciati e mascherati, e le prime barricate costituite da contenitori di rifiuti che bruciavano erano stato alzate. Da allora e per un paio d’ore, il traffico in via Stournani è stato tagliato e decine di attivisti incappucciati, compresi diversi immigrati, stavano lanciando pietre, bottiglie e vari oggetti contro gli squadroni della polizia anti-sommossa (MAT) che sono apparsi nelle strade laterali per rispondere sparando dei lacrimogeni

Verso le 01:30, circa un centinaio di persone si sono spostate da via Stournani verso il parco autogestito situato sulle vie Navarinou e Zoodohou Pigis, passando attraverso le arterie principali del quartiere. Arrivando a via Charilou Tripouki, nuove barricate sono state alzate con bidoni della spazzatura e sono stati lanciati attacchi contro i MAT fuori della facoltà universitaria. La polizia anti-sommossa è riuscita a farci ritirare, correndo lungo la via Zoodohou Pigis, in direzione della collina di Strefi. Nonostante questo, nuove barricate sono state alzate in un angolo di via Valtetsiou e via Charilou Tripouki, tagliando il traffico anche a questo punto. Dopo essere rimasti in via Zoodohou Pigis per qualche tempo, e considerando che le cose erano state abbastanza calmate, ci siamo trasferiti di nuovo in via Stournani, per vedere che c’era un sacco di azione lì e che la battaglia di strada era ancora in corso, con continui attacchi e contrattacchi tra i maiali ed i resistenti. Un paio di ragazzi che hanno cercato di fare delle foto sono stati rimproverati dai giovani incappucciati e le foto che avevano scattato sono state cancellate.

Alcuni slogan che sono stati cantati durante gli scontri sono elencati di seguito:

Rabbia e coscienza, negazione e violenza, pianteremo il caos e poi l’anarchia!

Libertà alle Cellule di Fuoco (CCF)!

Libertà a tutti coloro che sono nelle celle delle prigioni!

Anarchia, destabilizzazione, azione diretta, insurrezione!

Solo raffiche di Kalashnikov farebbero giustizia e vi farrano [poliziotti] rinsavire!

La solidarietà è l’arma dei popoli, guerra contro la guerra dei padroni!

Gli insorti hanno ragione, e non le spie e coloro che stano in ginocchio!

Tra l’altro, intorno alle 03:00 l’intensità degli scontri era scesa in modo significativo, ed abbiamo detto addio alla scena della battaglia spostandosi ai nostri posti di letto per un meritato sonno.

[$ile] Appello per solidarietà internazionale con i compagni imprigionati e processati in tutto il mondo

Leggi il testo completo (in italiano e inglese) dell’appello per 10 giorni di mobilitazione e di solidarietà internazionale, dal 21 al 30 settembre, qui: 1, 2

Sul manifesto si legge:

CON TUTTA L’ENERGIA NECESSARIA!
CON TUTTI I MEZZI NECESSARI!

“Loro non risparmiano “forme o mezzi”. Perché noi dovremmo? La nostra morale non è la loro morale, la nostra violenza non è la loro violenza. Non abbiamo intenzione di violentare uomini/donne, né di uccidere bambini, persone o intere popolazioni. Noi non stiamo andando ad inquinare l’aria, il mare, né la madre terra…

La violenza? Terrorismo?

Sono gli Stati che veramente praticano il terrorismo (psicologico, fisico, morale, intellettuale) esercitano ed hanno il monopolio della violenza.

La nostra violenza è solo una risposta naturale alla loro violenza.”
-Gabriel Pombo Da Silva, prigioniero di guerra sociale nello Stato della Germania

“Armarsi e sia violento, splendidamente violento, fino a quando tutto esplode. Perché ricordi che qualsiasi azione violenta contro questi promotori della disuguaglianza è del tutto giustificata attraverso i secoli di violenza infinita che ci sono stati sottoposti da loro…”
-Mauricio Morales (Punky Mauri), anarchico caduto in azione il 22 Maggio 2009

Sul manifesto si legge:

Giorni di agitazione e di solidarietà per i prigionieri della guerra sociale: Settembre 21-30, 2012

Questo è un’appello ad esprimere con azioni multiformi e strumenti distinti che i nostri compagni imprigionati non sono dimenticati. Le nostre azioni di solidarietà eludono qualsiasi torre di sorveglianza e attraversano chilometri di oceani per abbracciare tutti gli uomini ostinati che si posizionano nella lotta dentro e fuori le carceri!

Discussione: Martedì, 25 Settembre, alle ore 19.00
La solidarietà e le conseguenze dei scioperi repressivi;
dal un punto di vista NON legalista
Centro Culturale Cueto 993, all’angolo delle vie Cueto & Ande,
nel centro di Santiago

Marzo: Giovedì 27 Settembre alle ore 19.00
Piazza Brasile, stazione della metropolitana Cumming, quartiere Yungay

FINO ALLA DISTRUZIONE DELL’ULTIMO BALUARDO
DELLA SOCIETÀ PRIGIONE!

Atene, Radio Libera 98FM: Striscione in solidarietà con Indymedia Atene

Lo Stato ha scatenato un attacco frontale alla società con tutte le armi a sua disposizione, imponendosi alla società col crescente impoverimento e col tentativo sistematico di incorporare i nuovi argomenti ideologici fabbricati dal Dominio.

Allo stesso tempo, c’è una battaglia in corso per reprimere e mettere a tacere le voci di tutti coloro che resistono e si oppongono a questa realtà. L’orientamento metodico e diretto contro Indymedia Atene, orchestrato dagli ambienti fascisti, è ancora un’altra parte di questa operazione repressiva.

Siamo solidali con Indymedia Atene dal momento che crediamo e sosteniamo attivamente la necessità d’una comunicazione libera e non mediata.

QUELLI CHE ODIANO LA LIBERTÀ REPRIMONO LA SUA ESPRESSIONE
LA CONTRO-INFORMAZIONE NON PUO ESSERE TACITA
GIÙ LE MANI DA INDYMEDIA

Radio zone d’espressione sovversiva
98FM – 93.8fm
radio98fm.org

Montevideo, Uruguay: Per la manifestazione del 31 Agosto in solidarietà con le persone arrestate in Rocha

Come abbiamo accennato in un post precedente, la mattina del Lunedì 27 Agosto, la polizia dell’Uruguay ha arrestato quattro persone coinvolte in un’azione di blocco contro i progetti d’espansione del porto di La Paloma, nel distretto di Rocha. Il giorno dopo, gruppi di compagni a Montevideo hanno chiamato direttamente ad una manifestazione di solidarietà con i quattro manifestanti arrestati per Venerdì, 31 Agosto.

Il corteo pomeridiano è partito dalla Piazza Libertad verso La Prezidencia (il palazzo presidenziale), e anche se è stato organizzato in breve tempo, ha attirato circa 500 persone. Le cose sono andate abbastanza bene, come avviene di solito in simili marce contro le miniere, tranne alcuni litigi con i giornalisti, quando compagni hanno spruzzato con spray una fotocamera dei giornalisti che sono venuti alla manifestazione. Alcune persone appartenenti al corpo della manifestazione si sono risentiti con l’azione diretta, ma le recriminazioni tra i manifestanti non sono state continuate. Per quanto riguarda i quattro arrestati del 27 Agosto, sono stati rilasciati finalmente senza assegnarli con accuse.

Oltre le informazioni strettamente associate con la manifestazione del 31 Agosto, i compagni della rivista Anarchia che ci hanno inviato gli aggiornamenti, notano che ciò che si sta accadendo ultimamente è un tentativo da parte dei circoli riformisti, delle O.N.G., e dei vari politici, di appropriarsi d’una lotta che da tempo non controllino e che, almeno a Montevideo, si evolve con criteri di auto-organizzazione e con una prospettiva non-nazionalista che mira alla diffusione del conflitto. I vari gruppi politici che tentano di isolare gli anarchici dalla lotta, trasformandola in una debole domanda parlamentare, ricorrono anche alle minacce, senza essere pero in grado di praticarle.

Contro l’assimilazione della lotta!
Auto-organizzazione ed azione diretta!

Buenos Aires: Attacchi incendiari in solidarietà con i compagni in Italia

I difensori dell’ordine e i sostenitori del sistema hanno dato un nuovo colpo contro i compagni anarchici in Italia, un ennesima operazione repressiva, con una serie d’incursioni che hanno lo scopo di terminare le pratiche ribelli che continuano ad ampliarsi in modo solidale dagli insorti del mondo inspirati dalle idee della libertà, che vengono accolte da altri compagni, secondo le proprie particolarità di ciascuno provenienti dalla regione nella quale la lotta si sviluppa.

Queste pratiche sono riuscite a coordinare una linea d’azione che sta dando i suoi frutti per tutti noi che pensiamo che non c’è più nulla da aspettare per agire ed attaccare con diversi modi l’autorità che si impone in ogni angolo del pianeta.

La critica che possiamo fare sull’efficacia dei nostri colpi contro lo Stato e il Capitale globale è valida, ma fintanto che essa abbia come obiettivo l’estensione dell’insurrezione, non solo per aumentare la potenza della forza della quale disponiamo, ma per quanto riguarda anche l’agilità e quindi la coerenza con la quale mettiamo in atto fuochi di resistenza inattesi di fronte al continuo progresso del dominio in tutte le sue forme.

Assumiamo la responsabilità per aver voluto generare il caos e la distruzione nella città di Buenos Aires, e per questo abbiamo bruciato 25 auto nella zona di Recoleta, il 25 e il 26 Agosto.

Il 2 Settembre alle 02:00 del mattino , abbiamo bruciano un furgone dell’Ambasciata Italiana in un angolo e di fronte alla sua forzeza della postazione di sicurezza.

Amici della Terra/ Federazione Anarchica Informale