Come riportato su Indymedia Atene, nelle prime ore di Martedì 28 Agosto, verso le 02.00, un gruppo di 14 teppisti dell’Alba Dorata (con caratteristiche peculiari), a cavallo su 7 moto, hanno attaccato con botte e calci ed hanno accoltellato un giovane migrante del Bangladesh di nome Asim, alla fermata del tram del Parco Floisvos , nel quartiere del Paleo Faliro.
I teppisti neo-nazisti l’hanno prima picchiato con calci e pugni con gli stivali e bastoni prima di pugnalarlo per 4 volte! Il giovane migrante – noto in piazza Exarchia come un venditore di strada – è stato trasferito in un ospedale centrale d’Atene.
In complicità con i neonazisti, la polizia ha rifiutato di collegare l’incidente con l’Alba Dorata, ed non abbia avviato la procedura per i reati in flagrante (in cui i presunti responsabili vengono arrestati sulla scena o entro un termine di 24 ore), ma hanno suggerito alle persone che sostengono il caso di Asim di limitarsi nella presentazione di un reclamo ufficiale.
Non appena abbiamo informazioni sullo stato medico di Asim provvederemo ad aggiornare questo post.
Coloro che seminano il terrore, riceverano il nostro odio.
L’alibi non passano più…
Non esistono elettori illusi dell’Alba Dorata. Coloro che l’hanno sostenuta, l’hanno fatto consapevolmente. Si tratta niente di meno che fascisti.
Coloro che investono nel ruolo della vittima per raccogliere nelle loro misere organizzazioni una decina di poveracci della sinistra in più, seminano solo il disfattismo verso il fascismo.
Finché gli immigrati non costruiscono le loro strutture auto-organizzate d’auto-difesa contro i fascisti e riducono il loro “coraggio” tra miserabili litighi tra di loro e in comportamenti antisociali, stano contribuendo alla diffusione del cannibalismo sociale.
Le uniche persone che ormai non cercano alibi sono i fascisti stessi, apertamente impegnati in un progetto omicida, sotto la copertura degli apparati dello Stato e col sostegno aperto o velato degl’istinti più marci di quella popolazione fascista e medio-borgese.
Per quanto ci riguarda, non abbiamo mai cercato per alibi. La nostra guerra con i bastardi dell’Alba Dorata non è una moda nel contesto della loro (presumibilmente) “inattesa” ascesa. Da anni, li combattiamo nelle strade, nella loro mentalità. Li combattiamo perché sono l’aspetto più terribile, il braccio lungo dei nostri nemici principali: il potere e il capitale. E non li abbiamo mai dato pieta.
– Il 12 Agosto abbiamo incendiato gli uffici dell’Alba Dorata in Via Filolaou nella zona di Pagrati.
– Il 22 Agosto, nella zona di Peristeri, abbiamo ridotto in cenere azienda e veicolo aziendale di proprietà del neo-nazista e teppista Efstathios Boukouras, parlamentare del Korinto con l’Alba Dorata.
Arrivederci…
PS: la nostra solidarietà al compagno Tasos Theofilou.*
* Anarchico/anti-autoritario che è stato arrestato dalla polizia il 18 Agosto 2012, nella zona di Kerameikos ad Atene, ed è ancora tenuto prigioniero per accuse gravi, tra cui il suo presunto coinvolgimento nel caso di rapina a mano armata con l’omicidio d’un cittadino 53 (che ha provato di fare l’eroe nel tentativo di fermare i ladri sulla loro fuga) a Naoussa sull’isola di Paros, il 10 Agosto. Il nome di Tasos Theofilou è stato anche implicato nel caso di R.O. Cospirazione delle Cellule di Fuoco, in particolare, egli è ora nel mirino per gli incidenti che hanno avuto luogo ad Agrinio e nel centro della città di Atene nel 2010.
Nella notte del 06-07 agosto, siamo andati per le strade di Gand (Belgio) in memoria di Mark Duggan e in solidarietà delle persone rimaste in carcere dopo la seguente insurrezione.
Abbiamo attaccato due edifici e con vernice spray lasciato messaggi di solidarietà in tutta la città.
Uno degli edifici è un centro amministrativo del “de Lijn”, società che organizza il trasporto pubblico.
Essi sono attivamente coinvolti nelle deportazioni, infatti oltre al loro compito di conducenti pubblici, detengono all’interno del mezzo di trasporto le persone senza documenti per poi consegnarle alla polizia.
Per tutte le vite che distruggono, abbiamo rotto le vetrate del loro centro amministrativo e lanciato bombe di vernice. L’altro edifico è una banca che abbiamo imbrattato di vernice. Consideriamo le banche come il simbolo del capitalismo, quindi questa attacco non ha bisogno di molte spiegazioni, oltre i due edifici, parti della città sono state coperte di messaggi.
Tutto questo è stato fatto per amore, rabbia e solidarietà per le persone che sono ancora in carcere e per coloro che erano e saranno in futuro fuori per le strade .
FUOCO A TUTTE LE CARCERI FUOCO A TUTTE LE FRONTIERE FUOCO A TUTTE LE BANCHE!
Dopo il trasferimento di circa 400 immigrati in un campo militare di Corinto (circa 80 chilometri a sud ovest di Atene) letteralmente nel mezzo della notte, cittadini antirazzisti/antifascisti hanno rilasciato la seguente chiamata di protesta e resistenza immediata:
“L’Iniziativa Antirazzista di Corinto denuncia la conversione del campo militare del Corinto, letteralmente durante la notte, in un campo di concentramento d’ispirazione nazista dove già 400 migranti sono stati imprigionati.
Denunciamo il pogrom razzista sotto il nome di “Xenios Zeus” che oggi è stato avviato anche nella nostra città. Nel processo di questa operazione di polizia, dei nostri concittadini sono detenuti e trasferiti ad Atene, con il colore della loro pelle come l’unico criterio per questa detenzione di massa- più di 100 persone sono già state arrestate.
La nostra risposta è chiara: nessun campo di concentramento mai e da nessuna parte. Ci rifiutiamo di rivivere l’orrore del fascismo. Le autorità vogliono che noi iniziamo a mangiarci ed accusarsi a vicenda. Noi diciamo no al cannibalismo sociale. Dobbiamo combattere l’impoverimento, non il povero!
Tutti alla manifestazione di protesta contro i pogrom ed i campi di concentramento fascisti, oggi: Giovedi, 23/8, da 18.30 alla Piazza Perivolakia a Corinto
Niente di tutto questo a Corinto, né da nessuna parte – Stop ai campi di concentramento ed i pogrom razzisti ”
Si deve sottolineare che nel primo mattino (secondo un video dai mainstream media) fascisti, membri ufficiali di Chrissi Avgi / Alba Dorata, fecero la loro comparsa al di fuori del campo militare ed hanno tentato di bloccare l’ingresso dei veicoli di “Xenios Zeus”, presumibilmente “protestavano” perché una struttura militare è stata scelta dallo Stato come campo di concentramento per gli immigrati… È molto probabile che la tensione aumenterà nella città di Corinto nelle prossime ore
Azioni antifasciste si sono svolte in numerose città greche da quando la massiccia repressione della polizia contro gli immigrati / rifugiati sia iniziata, nei primi d’Agosto, e in particolare dopo che un uomo sia stato pugnalato a morte apparentemente dai nazionalisti nel centro di Atene (12/8).
Martedì, 21 Agosto, a mezzogiorno, circa 150 compagni sono scesi nelle vie centrali d’Atene, nelle aree di Omonia, Monastiraki e Thissio, per manifestare contro il terrorismo dello stato / fascista.
Questo intervento di strada era una prima risposta minima agli attacchi omicidi ed ai pogrom contro gli immigrati. A partire da Monastiraki, antifascisti hanno effettuato affissioni, distribuito dei testi multilingue ai passanti ed hanno marciato per le vie Athinas, Sophocleous, Sapphous, Sarri, Asomaton ed Adrianou.
I compagni hanno protestato esattamente dove, all’alba del 12 Agosto, i picchiatori fascisti hanno ucciso un immigrato dopo aver tentato di attaccare altri due. Sono intervenuti con il discorso anarchico nei quartieri del centro, dove vivono molti immigrati e rifugiati, lavorano ed escono nonostante il fatto che i controlli d’identità e gli arresti sono ancora frequenti nel corso della giornata.
Nel poster multilingue (incollato ampiamente dai compagni) si legge:
Domenica scorsa il 12 Agosto, 5 fascisti, a cavallo di moto, hanno accoltellato a morte un giovane immigrato in via Anaxagora, nel centro (occupato dalla polizia) di Atene. Poco prima, avevano cercato di accoltellare altri due immigrati. La polizia e il ministro sapevano fin dal primo momento che si trattava di un omicidio razzista, tuttavia, né il nome della vittima è stato mai annunciato, né gli assassini sono stati trovati. E come farlo, quando la maggior parte poliziotti hanno la stessa mentalità con gli assassini fascisti della “alba dorata”? La metà di loro hanno comunque votato per questo partito alle ultime elezioni nazionali.
Viviamo nei giorni e nelle notti dei coltelli. Solo negli ultimi sei mesi, 500 attacchi da parte di fascisti si sono svolti contro gli immigrati, per lo più lavoratori. Viviamo in tempi che ricordano i pogrom nazisti. Dal momento che il 2 Agosto più di 8000 trasferimenti di stranieri dalla polizia verso il centro di detenzione in via Petrou Ralli e 1600 arresti d’immigrati sono stati effettuati in seguito all’enorme operazione della polizia “Xenios Zeus”.
Noi crediamo che tutte le persone dovrebbero vivere in dignità, in solidarietà e in uguaglianza, indipendentemente dal loro paese d’origine, il colore della pelle, la religione e il sesso, a prescindere dal fatto che abbiano o meno i documenti. Noi crediamo che gli attacchi fascisti / razzisti e assassini non devono essere lasciati senza risposta.
Dobbiamo combattere insieme come “indigeni” e immigrati contro il razzismo, il nazionalismo, il fascismo e il totalitarismo di qualsiasi tipo, come parte della lotta contro lo Stato e il Capitale. Dobbiamo lottare per un mondo senza oppressione e sfruttamento, senza confini e capi.
Il silenzio è complicità
Contro pogrom sanguinosi e razzisti
Abbattere i fascisti in ogni quartiere
persone in lotta contro lo stato e il terrorismo fascista
Nei giorni scorsi, la polizia ha condotto la più grande operazione di pogrom nel centro di Atene finora. Secondo le informazioni rilasciate, 1.500 persone sono state arrestate dalla polizia nei primi due giorni dell’operazione (2-3 Agosto) ed altre 4.900 solo nel terzo giorno (4 agosto). L’operazione ha avuto luogo ad Atene e ad Evros, al confine con la Turchia al Nord Est. Almeno 1.630 persone sono state arrestate e sono pronte ad affrontare la deportazione.
Con un tocco Orwelliano, l’operazione di pogrom razzista è stata chiamata “Xenios Zeus” – l’antico dio simbolo dell’ospitalità e protettore dei viaggiatori stranieri. La repressione ha continuato Domenica, 5 Agosto. Sembra che l’ultima operazione è centrata attorno la Piazza Omonia, nella zona di Monastiraki, Pedion di Areos e Piazza Vathis, tutte zone del centro di Atene. Come riporta Occupied London, la polizia ha fermato, ha perquisito ed ha trattenuto tutti gl’immigranti nel loro percorso, indipendentemente dal fatto se erano o meno in possesso d’un documento valido.
Nel contesto della chiamata di Contra Info per dieci giorni d’azioni contro la repressione, abbiamo effettuato le seguenti azioni (per ora):
Abbiamo messo uno striscione in Piazza Exarchia in solidarietà con i compagni anarchici processati con l’Operazione Ardire, che è stata lanciata dalle autorità italiane il 13 giugno 2012. Se i carabinieri ed i procuratori pensano di poter fare ciò che vogliono con le vite dei nostri compagni, si sbagliano di grosso. Essi ci troveranno di fronte: in Italia, Svizzera, Germania, Grecia e ovunque abbiano il coraggio di allungare i loro tentacoli.
Al cancello principale dell’Università Politecnico, sulla via Patission, abbiamo lasciato uno striscione contro le Olimpiadi di Londra, ora in corso. Sullo striscione si legge: “Spaccate le OlymPIGS ed i capitalisti coglioni – Fuoco agli ideali olimpici – Brucia, Londra, Brucia” … Gli ideali olimpici puzzano di denaro, militarizzazione e repressione. Non dimentichiamo i compagni che, nonostante il super-spettacolo messo in atto dai poliziotti, militari e mezzi di comunicazione di massa, si fanno avanti e sputano la società di presentazione sulla sua faccia. Ricordiamo inoltre la Coppa del Mondo del 2014 e le Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro, così come la necessità di organizzare una campagna internazionale contro gli spostamenti delle popolazioni oppresse che vivono nelle favelas brasiliane.
Sul ponte pedonale d’una strada centrale nel centro di Atene abbiamo appeso uno striscione in solidarietà con i membri incarcerati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco – Federazione Anarchica Informale / Fronte Internazionale Rivoluzionario. Il loro coraggio e la loro determinazione ci rende più forti. Con questo piccolo gesto, li mandiamo i nostri più calorosi saluti rivoluzionari.
Abbiamo anche scritto dei slogan in solidarietà con gli anarchici imprigionati e processati in tutto il mondo. Mandiamo tutte le nostre forze a Luciano Pitronello, il cui processo si sta svolgendo in questi giorni a Santiago del Cile, a Mario López, incarcerato nelle celle della democrazia messicana, ed a Felicity Ryder, che per ora è perseguita per lo stesso caso insieme al suo fratello Mario che sta in prigione.
In risposta al richiamo per azioni sul caso della morte del rifugiato sudanese Mohamed Nureddin a Calais, in Francia, il 7 Luglio 2012, abbiamo dipinto con dei stencil su vari muri ad Exarchia. Sul viso di Nureddin si rivelano migliaia di immigrati e rifugiati anonimi che hanno perso la vita nel tentativo di entrare nell’impenetrabile Fortezza Europea. Non dimentichiamo, né perdoniamo. Fuoco a tutte le frontiere!
Questi atti simbolici che si sono tenuti nei primi tre giorni di Agosto, ad Atene, sono il minimo dei nostri contributi ad una guerra che imperversa quotidianamente per le strade. I giorni d’azioni contro la repressione continuano…
Qui segue una trascrizione incompleta, con l’obiettivo fondamentale di diffondere la notizia brevemente:
L’ondata di scioperi è iniziata a Würzburg (Baviera) il 19 Marzo 2012, quando i rifugiati provenienti da diversi parti dell’Iran sono scesi in sciopero della fame per richiamare l’attenzione sulla situazione disumana che stano soffrendo troppo a lungo.
Dopo il suicidio di Mohammad Rahsepar, un rifugiato iraniano che viveva a Würzburg, la regione ha visto un’ondata di proteste da parte dei richiedenti asilo ed altri rifugiati, i quali hanno trovato il coraggio di reagire a questa situazione, con tutti i mezzi e la forza che avevano. La battaglia di queste persone, che inizialmente hanno scelto di rimanere in strada, infine ha contribuito nel far crescere la speranza e la motivazione tra i rifugiati.
Finora, Luglio del 2012, la protesta si è diffusa in molte altre città, come pure (Regensburg, Aub, Bamberg, Düsseldorf, Osnabrück, ed i rifugiati di Lipsia hanno già dichiarato che seguiranno a far parte anche loro se la loro situazione non migliorerà).
Campi di protesta si svolgono in quelle città, e gli scioperanti si trovano sotto la repressione enorme da parte dello Stato. Alcuni di loro si trovano ad affrontare processi giudiziari per violazione della legge relitto dal regime nazista, la Residenzpflicht “dovere di residenza”, che permette allo straniero di muoversi solo entro una certa area.
Il presente regolamento fascista si applica ai rifugiati con una domanda in corso per asilo o ai cosiddetti “tollerati” (Geduldete) rifugiati a cui l’asilo è stato negato, ma che non possono essere espulsi per vari motivi (senza documenti, la situazione instabile nel loro paese d’origine, ecc.). In breve, questa legge obbliga i rifugiati a rimanere entro i confini dello stato federale in cui hanno fatto richiesta d’asilo. In realtà, la maggior parte dei rifugiati hanno problemi ad ottenere i permessi che gli consentono d’uscire dalle vicinanze dei campi profughi, nei cui vivono alcune famiglie per decenni, in attesa di una decisione definitiva per quanto riguarda il loro stato in Germania. Inoltre, i richiedenti asilo ricevono la maggior parte della loro indennità mensile finanziaria sotto forma di voucher, limitando e regolando il tipo dei beni di consumo che possono comprare.
La maggior parte delle persone che hanno preso atto alle azioni provengono dall’Iran, ma tra loro ci sono anche Afgani, Arabi ed altri. La lotta per i loro diritti e la dignità umana non fa alcuna distinzione tra le varie religioni, il luogo di nascita o il colore della pelle.
Dopo oltre cento giorni di sedute di protesta e sciopero della fame, i profughi a Würzburg sono ora sul loro terzo sciopero. Due di loro hanno addirittura cucito le labbra e uno è sceso in uno sciopero della fame e della sete per due giorni. Recentemente (11/7) hanno pubblicato una lista di richieste comuni. Di seguito è riportato un estratto dal loro ultimo comunicato stampa:
“Abbiamo di recente sottolineato le nostre rivendicazioni generali riguardanti il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i rifugiati in Germania:
– Drastica riduzione del tempo che l’Ufficio per l’Immigrazione ed i Rifugiati dello Stato Federale necessita per elaborare le proposte in materia di asilo e gli appelli.
– Abolizione del sistema delle strutture ricettive (rifugi di massa condivisi).
– Abolizione della regolamentazione del “dovere di residenza”.
– Abolizione della pratica attuale della distribuzione di pacchi alimentari.
– Introduzione del diritto di ogni richiedente asilo di avere un avvocato e un interprete certificato, che lo supporterà sin dall’inizio in tutte le fasi della procedura della richiesta d’asilo.
– Introduzione del diritto di tutti i richiedenti asilo di frequentare corsi professionali di lingua tedesca dal primo giorno.
– Possibilità di assicurare il loro sostentamento attraverso il lavoro.
– Semplificazione e riduzione dei tempi per la procedura della richiesta per ottenere un permesso di studio.
E ricordiamoci che il No Border Camp 2012 a Colonia / Düsseldorf ha iniziato il 13 Luglio e durerà fino al 22 Luglio. Leggete tutto qui: nobordercamp köln/düsseldorf
Manifestazione di solidarietà con gli immigrati Giovedì, 14 Giugno. Il corteo di protesta partirà alle 18:00 dall’occupazione Parartima (Via Korinthou e via Aratou, Patrasso )
Georgios Markoulakis 50 anni, Themis-Evangelia Skordeli 48 anni
Ioannis Loukianos 31 anni
Il 20 Marzo i soggetti sopraindicati, nostalgici dell’era delle SS, andranno sotto processo al tribunale Evelpidon per l’attacco omicida contro due immigrati nel quartiere di Aghios Panteleimonas. Questi sono alcuni dei noti “residenti indignati” che appaiono nei quartieri del centro citta’, e come nuovi “battaglioni d’assalto” lanciano attacchi con coltelli e bastoni verso chiunque ha un colore diverso e parla una lingua diversa da quella greca. Sono coloro che partecipano attivamente nelle organizzazioni naziste con collegamenti negli ambienti delle guardie di sicurezza e degli estorsori, come Christos Rigas, candidato sindaco per Chrissi Avgi/Alba d’Oro e proprietario del bar “Pyles/Cancelli” in Aghios Panteleimonas, che e’ accusato di aver commissionato omicidi e dell’assassinio di due persone. Sono quelli che indossano il mantello dei “comitati dei residenti” o dei “partiti politici legali” e tentano di imporre un regime d’apartheid nei quartieri di Aghios Panteleimonas e Piazza Attiki.E tutto questo avviene sempre con la collaborazione della polizia greca che, oltre alle operazioni di pulizia e repressione, hanno commesso decine di rapine e pestaggi contro gli immigrati della stessa zona.
L’azione di tutti questi tipi di fascisti e’ in linea con i piani statali e con la propaganda dominante nei mezzi di comunicazione ufficiali, che fa passare gli immigrati come responsabili di tutti i mali che affliggono la societa’. La retorica fascista cerca di penetrare la resistenza congiunta della popolazione locale e degli immigrati in un periodo di crisi sistematica, quando sempre piu’ grandi segmenti della popolazione si sono impoveriti a causa del violento attacco portato dallo stato e dai padroni. Allo stesso tempo, la maggior parte dello spettro politico – sia con la retorica di destra che di sinistra – sta rafforzando il carattere patriottico d’opposizione verso le nuove misure, promuovendo l’unita’ nazionale a scapito della coscienza di classe.
La lotta contro il saccheggio della nostra vita passa attraverso l’organizzazione e l’azione comune degli oppressi, della popolazione locale e degli immigrati, passa attraverso l’organizzazione del nostro contattacco di classe. Fino a quando faremo cadere dalla faccia della terra la feccia fascista, fino a quando costruiremo una societa’ senza Stato e padroni, una societa’ senza sfruttamento ed esclusioni.
Dobbiamo schiacciare tutti quelli che seminano il veleno del nazionalismo e del razzismo nella vita quotidiana, nelle nostre vite e quartieri.
Concentramento al tribunale Evelpidon, Martedi, 20 Marzo, alle 09.00
18 Marzo,2012: Il cadavere di un’altro migrante e’ stato recuperato dal fiume Evros. Quest’uomo era scomparso da diverso tempo ed e’ stato confermato che era morto da diverse settimane. Le percentuali dei profughi morti e dispersi – che attraversano il fiume (e quindi il paese), al fine di cercare una vita migliore (sopravvivenza) nei paesi del cosiddetto mondo occidentale, gli stessi che stanno distruggendo i loro paesi senza mai voler sopportare poi le conseguenze di tali atti – sono aumentati negli ultimi mesi dalla data in cui i poliziotti internazionali della FRONTEX hanno assunto la “protezione” delle frontiere.
Allo stesso tempo, il comando delle guardie di frontiera tedesche hanno fatto un controllo presso le sedi dei campi di concentramento, in cui e’ tenuto un numero incredibilmente numeroso di immigrati (superiore a quello preventivato), anche con bambini piccoli, in condizioni spaventose. Più’ tardi, gli stessi dirigenti hanno assistito a delle esercitazioni militari dei poliziotti delle forze FRONTEX.
Questo comportamento da parte degli Stati e dei loro eserciti nell’organizzare feste (inaugurare nuove protezioni sui confini, monitorare l’addestramento dei maiali che arrestano, torturano ed uccidono persone sul confine o nei campi di concentramento, sorridenti mentre si congratulano l’uno con l’altro di fronte alle telecamere dei media, nello stesso momento in cui i corpi naufragano sulle sponde del fiume o nel Mar Egeo, dimostra l’importanza che danno alla vita e alla dignità’ umane…
Domenica, 11 marzo alcuni compagni provenienti da paesi diversi hanno preso parte all’assemblea aperta di Contra Info ad Atene. Così, il giorno seguente, siamo riusciti a portare a termine un’azione simbolica di solidarietà internazionale e di contro-informazione allo stesso tempo, attaccando striscioni riguardanti quattro importanti casi in diverse parti del centro di Atene.
Un piccolo striscione su cui si legge ‘Solidarietà internazionale tra gli oppressi’ è stato messo all’ingresso del Politecnico in Stournari Street. Inoltre, al Politecnico, sul lato di Via Patission, abbiamo posizionato uno striscione per il compagno Tortuga in vista del 20 marzo, giornata internazionale di azioni in solidarietà con Luciano Pitronello, che rischia di subire 15 anni di carcere da parte delle autorità di perseguimento penale dello Stato cileno, per aver collocato un’ordigno esplosivo in una filiale della Banca Santander il 1 ° giugno 2011, a Santiago. Sullo striscione si legge in spagnolo / greco: ‘Libertà per il compagno Tortuga! Solidarietà con gli ostaggi della guerra in Cile ‘.
In piazza Exarchia abbiamo messo uno striscione in memoria di Oury Jalloh, in tedesco / Greco: ‘Il caso Oury Jalloh: e’ stato un’omicidio! La memoria di Oury Jalloh è viva! Nessuna tolleranza per gli assassini di Stato. Solidarietà con i compagni in Germania. ‘Oury fu bruciato vivo all’interno di una stazione di polizia a Dessau, in Germania, il 7 gennaio 2005. Da allora in avanti, parenti, amici e sostenitori hanno portato il caso davanti ai giudici, chiedendo la punizione dei responsabili per l’omicidio del 36 enne profugo dalla Sierra Leone. Nei giorni scorsi, sotto il terrore della polizia, il caso è stato esaminato nel tribunale distrettuale di Magdeburgo.
In Via Patission, al di fuori dell’ Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE), uno striscione scritto in italiano / greco ‘NO TAV, NO STATO, NO CAPITALE – Solidarietà con Luca Abbà – Sabotaggio a tutte le linee ad alta velocità del sistema’ è stato appeso per l’attivista NO TAV italiano, che è ancora ricoverato in ospedale dopo essere stato ferito gravemente il 27 Febbraio, durante l’ennesima operazione repressiva in Val di Susa. Nonostante la mano assassina dello Stato e del Capitale, la protesta rimane viva; la lotta contro la linea dei treni ad alta velocità Torino-Lione continua dai primi anni ’90 ad oggi.
All’ingresso del Panteion (Università di Scienze Politiche e Sociali), situato sulla Syngrou Avenue, abbiamo messo uno striscione scritto in francese / Greco: ‘Solidarietà con Ivan, Bruno, Damien, Inès, Franck, Javier – Giù le mani dai nostri compagni in Francia ! ‘Questi sei anarchici sono perseguiti sotto la legge anti-terrorismo da quattro anni. In breve, tutti e sei sono nello stesso processo per essere giudicati secondo la legge anti terrorismo francese. Ivan, Bruno e Damien sono stati arrestati nel gennaio 2008 per il possesso di fumogeni mentre si dirigevano verso una protesta fuori dal centro di detenzione di Vincennes. Pochi giorni dopo, Inès e Franck sono stati arrestati in Vierzon per possesso di manuali per le tecniche di sabotaggio ed una mappa del carcere minorile. Le autorità hanno usato l’identificazione del DNA ed hanno affermato che il campione di DNA di Inès combacia con una delle cinque tracce di DNA trovate sul sacchetto contenente le bottiglie con la benzina in un camion rimorchio della polizia, tra i due turni delle elezioni presidenziali nel 2007. Entrambe le indagini sono state ben presto unite in un unico caso, e i procuratori anti terrorismo hanno preso il sopravvento. Poi i poliziotti avrebbero scoperto il DNA di Damien su tale borsa. A seguito di questa pratica dei test del DNA, non passò molto tempo prima che il fratello di Inès , Javier, fosse arrestato anche per il fatto del 2007. Inoltre, nel giugno 2010 Javier era stato incriminato per una serie di sabotaggi dei quadri elettrici delle stazioni di segnalazione della SNCF, incendi dolosi che avevano paralizzato parte del traffico ferroviario durante il movimento del ‘CPE’ nel 2006. Ancora una volta, il DNA di Javier fu’ trovato dalla polizia sulla scena di un tentativo di sabotaggio. Tutti e sei hanno fatto dai 5 ai 13 mesi di reclusione come detenuti in attesa di giudizio. Le accuse principali nei loro confronti sono: partecipazione ad un’organizzazione con il fine di preparare atti terroristici (per sei di essi), fabbricazione di esplosivi (per tre di loro), tentata distruzione di beni appartenenti ad altri (per tre di loro), possesso e trasporto di prodotti esplosivi o di incendio (per quattro di loro), ed il rifiuto a presentare campioni di DNA (per tre di essi). Il loro processo è previsto per il 14 maggio 2012, a Parigi – più informazioni in francese 1, 2, 3.
In tempi in cui i poveri sono battezzati come dei “mendicanti” e i ricchi come “filantropi”… in tempi di crisi generalizzata, quando il totalitarismo avanza, quando il centro di Atene è sotto uno stato di polizia per essere ricostruito, e le persone che lottano e provengono dagli strati sociali più bassi sono stigmatizzate come criminali, quando i migranti sono oggetto dell’accelerazione della società verso il fascismo e dagli attacchi razzisti… In questi tempi i centri sociali, come collinette di resistenza e lotta contro la barbarie, sono minacciati dalla repressione di stato…
OCCUPIAMO LE CASE VUOTE
PRENDIAMO LA VITA NELLE NOSTRE MANI
La vecchia fabbrica della Peiraiki-Patraiki (ex produttore tessile più grande della Grecia) è una vasta area di edifici abbandonati proprio di fronte l’ultima Entrata/Uscita del nuovo porto di Patrasso. Negli ultimi mesi poche centinaia di immigrati provenienti dall’Afghanistan, Sudan e altri provenienti dall’Algeria, Somalia e dal Marocco hanno cominciato a vivere in questa zona. E’ una sede “precaria” per le persone che cercano di uscire dalla Grecia tutti i giorni, attraverso il porto, verso una nuova vita.
Non è solo un sogno quotidiano ed un aspirazione di andarsene, però, ma anche una continua lotta per la sopravvivenza; una quotidiana lotta con tutto ciò che comporta. I camion corrono attraverso gli immigrati uccidendoli, e gli immigrati muoiono all’interno dei camion in cerca di un riparo, oppure muoiono dal freddo; devono affrontare gli elementi ed alcuni congelano fino alla morte. Poi c’è sempre la polizia portuale, che li picchia, tortura ed umilia.
Negli ultimi 20 giorni, durante le vacanze di Natale, ci siamo ritrovati accanto ai migranti, dopo ripetuti incidenti, qua riassumiamo le condizioni di miseria e barbarie che vengono riservate loro a Patrasso, come un confine, come un passaggio per il loro transito verso l’Europa. Per essere più specifici :
20-12/2011 : Un 27 enne Afghano si è ferito seriamente alla testa dopo essere saltato dal secondo piano di un palazzo in costruzione nel tentativo di evitare i poliziotti che lo stavano inseguendo a Rio (una zona della città di Patrasso). Gli stessi poliziotti, nonostante il fatto abbiano visto la caduta, hanno lasciato il 27 enne dove si trovava, per terra ferito. Dopo un pò alcuni residenti della zona hanno chiamato un’ambulanza. I medici ospedalieri hanno negato le cure (perchè non aveva i documenti). Quando si sono accorti che aveva un’emorragia interna, lo hanno operato. Dopo l’operazione è rimasto sedato per 15 giorni. Oggi si trova nella clinica neurologica dell’ospedale generale di Patrasso in condizioni stabili.
23-12/2011 : I migranti che vivono nella Peiraiki-Patraki hanno fatto una manifestazione verso il centro della città e ritorno, con il supporto della gente che mostrava solidarietà, per protestare riguardo l’incidente del 27 enne ed in generale per le loro condizioni di vita.
27-12/2011 : Due giovani immigrati Afghani, che erano scomparsi il giorno precedente, sono tornati alla vecchia fabbrica pieni di ferite alla testa e alle gambe dopo essere stati duramente picchiati dalla guardia costiera dentro il nuovo porto.
03-01/2012 : Tre immigrati (di età compresa tra i 15 ed i 19 anni), che erano appena arrivati alla Peiraiki-Patraiki e non erano riusciti ha trovare un posto dove stabilirsi, hanno trovato rifugio nella cabina di un camion abbandonato all’interno della fabbrica. Hanno fatto un piccolo fuoco in un bidone di metallo per tenersi in caldo, ma sono rimasti bloccati all’interno del veicolo. Ciò ha portato uno di loro alla morte per mancanza di ossigeno e gli altri due sono finiti all’ospedale con gravi problemi di salute. I media locali hanno completamente distorto l’incidente ed hanno detto che il migrante è stato trovato morto nella zona del porto, all’interno di un camion che aveva l’Italia come destinazione finale.
04-01/2012 : Il giorno dopo il decesso all’interno del camion, circa 10 fottuti della DIAS (poliziotti in moto) sono entrati nella fabbrica all’alba. Hanno svegliato coloro che dormivano con calci e pugni, ed hanno proceduto a strappare e bruciare i documenti, rubandogli i soldi e i telefoni cellulari, insultandoli ed umiliandoli.
05-01/2012 : Le forze di polizia hanno fatto irruzione nella vecchia fabbrica ed hanno arrestato più di 50 immigrati, hanno poi raccolto e bruciati i loro averi con l’ausilio dell’OLPA SA (Autorità Portuale di Patrasso-OLPA, l’organizzazione che gestisce il porto di Patrasso) e probabilmente anche con l’aiuto del Comune di Patrasso. In particolare, hanno radunato vestiti, scarpe, coperte e quant’altro hanno potuto scoprire appartenere agli immigrati in cumuli, per gettarli nel fuoco o nell’immondizia.
Secondo i rapporti della polizia, 25 degli arrestati sono stati rilasciati mentre gli altri sono stati trasferiti nei centri di detenzione della polizia regionale ( a Pyrgos, Aigio, ecc.). Mentre il fuoco ardeva nei tre diversi luoghi che i poliziotti avevano appiccato, e distruggeva i beni dei migranti, le persone dell’OLPA sigillavano la fabbrica per rendere difficile ai migranti la permanenza.
Dopo l’arrivo nella zona di persone in solidarietà con gli immigrati, i poliziotti se ne sono andati. I vigili del fuoco sono arrivati 2-3 ore più tardi. Quel pomeriggio, anarchici, anti autoritari ed altri solidali hanno fatto una manifestazione nel centro di Patrasso come prima risposta per l’azione oppressiva contro i migranti.
Dopo l’arrivo nella zona di persone in solidarietà con gli immigrati, i poliziotti se ne sono andati. I vigili del fuoco sono arrivati 2-3 ore più tardi. Quel pomeriggio, anarchici, anti autoritari ed altri solidali hanno fatto una manifestazione nel centro di Patrasso come prima risposta per l’azione oppressiva contro i migranti.
Per noi è molto importante sottolineare lo speciale ruolo che L’OLPA, la polizia, la guardia costiera e i media ufficiali giocano nelle operazioni repressive contro i migranti della Peiraiki-Patraki. Vorremmo iniziare dall’OLPA, il proprietario di questo luogo che usa la scusa del poter fare soldi nella zona della fabbrica per giustificare questi attacchi contro gli immigrati.L’OLPA ha la responsabilità politica per i fatti del 5 Gennaio, così come per qualsiasi altra operazione potrebbe accadere in futuro in questo specifico ambito. Per questa organizzazione, il porto è una zona rossa ed un confine della fortezza Europa che dev’essere protetta con intensi controlli (dalle guardie di sicurezza e dai poliziotti portuali), in modo che il porto di Patrasso non perda l’immagine del moderno sistema di porto europeo. Come risultato, si distinguono contro la presenza dei migranti sia all’interno del porto che all’interno degli edifici della Peiraiki-Ptatraiki, dal momento che la loro presenza vicino i loro ingressi influenza, sia la credibilità del trasporto passeggeri e merci, che la sua immagine come potenziale zona turistica. L’obbiettivo del l’OLPA è quello di far scomparire gli immigrati da questa zona. Ciò può essere ottenuto attraverso la collaborazione della guardia costiera e della polizia, che sono da anni i responsabili di umiliazioni, pestaggi, torture e morte dei migranti.
Il modo come lavorano i meccanismi per l’applicazione della legge lo conosciamo ampiamente ormai da anni. Allo stesso tempo partecipano al traffico a pagamento degli immigrati, facendo finta di adempiere al loro ruolo istituzionale di ordine e legalità. Con tattiche tipicamente mafiose, hanno permesso ad alcuni di loro di passare ogni qualvolta ciò risulti favorevole ai loro traffici, mentre li hanno picchiati duramente ogni volta che non seguivano la “corretta” via per accedere al porto. Per noi, il loro ruolo istituzionale ed il ruolo mafioso sono due facce della stessa medaglia. Essi confermano la loro esistenza come istituzione che perpetua le condizioni di oppressione e sfruttamento. Fondamentalmente, questo è quello che fanno ogni volta che picchiano gli immigrati, attaccare coloro che resistono, mentre proteggono i padroni e le loro strutture. Questo è anche esattamente quello che fanno quando torturano i migranti, quando tengono le loro teste nel mare gelido, quando rubano loro il denaro e i telefoni cellulari, quando maledicono il loro paese ed il loro dio, quando bruciano le loro scarpe, i vestiti e le coperte…
Naturalmente non dobbiamo mai dimenticare in tutto questo i mass media. Dalla morte del migrante all’interno del camion per mancanza di ossigeno, causato dal suo tentativo di scaldarsi, fino all’attacco che ha avuto luogo il 5 Gennaio, i mass media hanno nascosto o distorto i fatti. Sono le stesse istituzioni la cui retorica si basa sullo sforzo di creare una società basata sulla paura degli immigrati e propone l’aumento della polizia come soluzione. Durante il tentativo di legittimare moralmente questo loro discorso, ogni tanto si ricordano le terribili condizioni di vita e la “tragedia di queste persone“, al fine di vestire il lavoro dei meccanismi repressivi di un mantello umanitario.
Siamo solidali con i migranti, non come proveniente da un senso di carità, ma di riconoscimento che in una società strutturata in classi, completa di relazioni autoritarie, l’unica scelta per coloro che sono in basso è quello di creare una comunità di lotta, senza gerarchie e divisioni nazionalistiche. Ai nostri occhi, il nemico non è quello della migrazione, ma le guerre, i saccheggi dell’economia, l’emorragia di interi paesi e persone, e , infine, il significato di capitalismo, tutto ciò che causa la migrazione…
POLIZIOTTI, GUARDIA COSTIERA, AUTORITA’ PORTUALI, MASS MEDIA
SAREMO SEMPRE CONTRO DI VOI.
GIU’ LA MANI DAI MIGRANTI ! LA SOLIDARIETA’ E’ LA NOSTRA ARMA !
Collettivo partecipativo di parola e azione di Perasma (passaggio) dell’occupazione Maragopouleio, via Gournari 102, Patrasso
Questo è l’ottavo giorno d’occupazione del palazzo dell’amministrazione della Prefettura di Chania, Creta. Abbiamo appena tradotto il nostro principale comunicato in Inglese e ve lo mandiamo, per informarvi e condividere il messaggio delle occupazioni in tutto il mondo. C’è anche una traduzione in francese disponibile qui. Abbiamo pure un blog e una radio in internet, in diretta dall’occupazione. Oggi alle 18.00 abbiamo organizzato una marcia per le strade nei principali quartieri di Chania. A Creta ci sono edifici occupati anche a Rethimno e Lasithi. Inoltre, gli studenti giorno dopo giorno stanno occupando le scuole. Ci sono almeno 11 scuole occupate a Chania a tutt’oggi.
Il 15 Febbraio, dopo una decisione unanime, l’assemblea pubblica aperta dell’amministrazione della prefettura occupata di Chania , ha occupato il canale TV pubblico “Nea Tileorasi Kritis” (NEA TV). Ecco il relativo video:
Comunicato dell’amministrazione della Prefettura occupata di Chania
Facciamo parte anche noi delle persone che lottano, che si sono precipitate in strada per le dimostrazioni dello sciopero di 48 ore e nelle massicce proteste di Domenica, 12 Febbraio, contro la svalutazione del nostro lavoro e la depauperazione della nostra vita. Venerdi, 10 Febbraio, dopo il corteo per le vie della città, abbiamo occupato l’edificio della Prefettura di Creta a Chania. L’occupazione serve come centro di incontro e coordinamento di uno sforzo collettivo per organizzare la lotta per una vita che sia caratterizzata dalla solidarietà, dalla resistenza e per la dignità. Bloccando l’ordinaria funzione del palazzo centrale dell’amministrazione, poniamo una pressione politica contro l’attuazione delle recenti decisioni degli sfruttatori stranieri e locali. Ci riferiamo al voto fatto da parte del parlamento Greco del secondo Memorandum e alle nuove misure d’austerità basate richieste della Troika (UE/FMI/BCE) e del capitalismo mondiale.
Salutiamo le centinaia di migliaia di manifestanti che nei giorni scorsi, e specialmente Domenica, 12 Febbraio, hanno lottato contro la barbarie e il saccheggio dei beni sociali di base quali la sanità, l’istruzione, l’elettricità e l’acqua.
Siamo una parte delle dozzine di occupazioni di palazzi delle amministrazioni statali, delle strutture scolastiche e delle fabbriche, che si sono diffuse in tutto il paese nei giorni scorsi. Contro uno spirito di lotta in declino e in disfatta, dopo la votazione del parlamento delle nuove leggi, continuiamo a combattere contro i falsi dilemmi che essi ci impongono, come quello del “default o consenso”. Chiediamiamo ai sindacati di base dei lavoratori di Chania di prendere decisioni per uno sciopero generale a lungo termine. Invitiamo i cittadini di Chania e della campagna, gli studenti, i lavoratori e i disoccupati, gli immigrati e i residenti, ad unire le nostre idee, agonie e creatività.
Per difendere la dignità del nostro lavoro e delle nostra vita
No alla persecuzione verso gli arrestati nelle manifestazioni dello sciopero
Solidarietà – Vittoria al lungo sciopero delle “Acciaierie Greche” e a tutte le lotte dei lavoratori
Tutti avanti per uno sciopero selvaggio permanente
Invitiamo tutte le persone a partecipare all’assemble pubblica aperta tutti i giorni alle ore 20.00 nella Prefettura occupata di Chania e nelle azioni che vengono decise. Negli ultimi giorni centinaia di persone hanno partecipato alle decisioni prese in queste assemblee.
Martedi’ 7 Dicembre, alle 13:00 circa, è scattata un’altra operazione della polizia contro gli ambulanti immigrati, di fronte il cancello dell’Università di Economia e Commercio (ASOEE), che si trova sulla via Patission nel centro di Atene.
Una squadra degli YMET (le forze anti-sommossa dalle uniformi blu) hanno attaccato gli immigrati, che frequentano questo luogo per vendere le loro merci, ma questa volta il loro tentativo non ha avuto successo.
Gli immigrati insieme con gli studenti solidali si sono scontrati con quest’organo del regime, anche con delle lotte corpo a corpo e sono riusciti a respingerli verso Via Heiden. Una pattuglia della polizia arrivata sul posto per dare supporto all’operazione di “pulizia” non è stata fortunata e si è ritrovata il parabrezza rotto.
Per molti mesi le autorità municipali hanno lasciato liberi i loro cani per dare la caccia a tutti quelli che “sporcano” le strade del cosiddetto “centro storico” di Atene.
La loro speculazione immobiliare puzza di morte!
Solidarietà tra gli oppressi!
La mattina del 29 Novembre, alle 11.15 circa, un nutrito gruppo di poliziotti della Polizia Municipale ha attaccato i venditori ambulanti immigrati posti fuori l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE) nella via Pathission. I bastardi della Polizia Municipale indossavano passamontagna, caschi e bastoni metallici telescopici, mentre alcuni di loro portavano anche distintivi fascisti. L’operazione repressiva ha portato al risultato della distruzione della merce degli ambulanti che è stata buttata dentro ad camion dell’immondizia.
Dopo l’attacco, la banda di poliziotti teppisti ha continuato la sua marcia verso Omonia e hanno attaccato verbalmente un gruppo di manifestanti di Iniziativa di Lotta per la Terra e la Libertà che erano concentrati di fronte al Museo Archeologico Nazionale di Atene ( anch’esso ubicato sulla via Pathission). I manifestanti stavano protestando contro l’abolizione della linea pubblica di autobus che unisce la città di Atene con il monte Parnitha.
Parallelamente a quest’azione repressiva, il sindaco di Atene, Girogos Kaminis, ha ordinato inoltre di smontare le panchine in Piazza Klafthmonos dove dormivano i senzatetto. Il numero totale dei senzatetto in Atene si stima superi le 20.000 unità.
Come abbiamo già menzionato in precedenti interventi, la dichiarata guerra sociale nel centro di Atene si sta intensificando. Uno dei cambiamenti che si verificano durante questa intensificazione è il mutato ruolo dei diversi meccanismi repressivi. La polizia municipale, un gruppo che fino ad ora veniva considerato una forza “leggera”, si sta convertendo ogni giorno sempre più uno dei principali attori dell’ imborghesimento del centro di Atene e della cacciata dei venditori ambulanti immigrati.
Violenza contro la violenza della dittatura democratica! Lotta contro tutti i tipi di polizia!
Dopo numerosi interventi di solidarietà e di assistenza legale, il dodicenne immigrato Ali Mohammed Rasul, arrestato mentre frugava nella spazzatura il 5 Ottobre ed imprigionato nel carcere minorile di Amygdaleza, e’ finalmente stato rilasciato ed e’ in possesso di documenti regolari. Il passo successivo e’ il ricongiungimento familiare visto che i genitori sono attualmente in Germania.
Il 3 Novembre ad Aigio,una cittadina a nord-est di Patrasso, delle fecce sconosciute (probabilmente dei neo-nazi) hanno bruciato le case di decine di immigrati.Poco prima delle 02.00, alcune baraccopoli nelle vie Farazouli e Platonos, note come “baracche Rodopoulou” sono state avvolte dalle fiamme. Quasi 30 immigrati abitavano li’ (ironia della sorte sono conosciuti per avere i documenti). Il fuoco ha completamente bruciato queste baracche. Almeno 3 immigrati residenti hanno riportato ustioni e sono stati trasferiti all’ospedale della città.Ora decine di immigrati sono rimasti senza casa, senza cibo e molti di loro con pochi abiti, etc.Molti abitanti locali hanno offerto loro un’aiuto.
Il seguente testo è stato distribuito dagli anarchici riguardo l’attacco incendiario.
Spieghiamo le cose fin dall’inizio. L’11 Maggio dei fascisti organizzati hanno gettato una bomba artigianale (fatta di bombole di gas da campeggio) in una baracca affittata da degli immigrati pakistani, nei pressi del campo sportivo della città di Aigio.
I fascisti non sono riusciti a dar fuoco alla baracca ma il quartiere, e gli immigrati, furono terrorizzati dall’esplosione. Inoltre, i fascisti hanno distribuito dei volantini con il logo Chrissi Avgi (Alba d’Oro) per rendere nota la loro presenza nella zona.
Dopo tutto questo è ovvio chi ha appiccato il fuoco che ha bruciato la stessa casa nella notte del 3 Novembre. Non è stato un’incidente (alcuni giorni prima dell’incendio è stato lanciato un razzo nel cortile della casa) ma il terzo attacco fascista. Queste persone dormono ora nel cortile della casa bruciata; il loro unico riparo dal freddo sono delle coperte e dei vestiti donati da alcuni di noi,cittadini solidali.
Per noi la solidarietà con gli immigrati non è una questione di umanità. E’ una questione di classe sociale; la solidarietà che viene applicata tra gli oppressi e i poveri, all’interno di una condizione sociale che impone il silenzio, il consenso ai piani dello Stato, la diffamazione di tutte le resistenze sociali da parte del sistema politico attraverso i mass media.
Sempre più spesso c’è chi capisce che la retorica della “salvezza della patria” e “dell’unità nazionale” ha il solo scopo di nascondere il fatto che lo Stato e ogni governo in carica (di cooperazione, di “salvezza nazionale” o come lo si voglia chiamare) sono stati, sono e saranno sempre al lavoro per servire gli scopi dei datori di lavoro.
L’unica missione nazionale è il salvataggio delle banche, il ripristino della redditività del business e la realizzazione di esperimenti per lo sfruttamento più brutale dei lavoratori da parte dei padroni, greci o stranieri. Alla fine della giornata, in Grecia c’è la realizzazione di un’esperimento politico-economico che viene utilizzato dai potenti anche come una minaccia verso gli altri lavoratori in Europa che sono “cattivi” e “stravaganti”. I padroni, mentre fanno questo tipo di attacco, misurano le reazioni, le forze e le tattiche ora che il gioco è cominciato in tutto il mondo.
Ma non è necessario andare lontano per vedere questo. L’impoverimento imposto ai lavoratori del paese, insieme con la privatizzazione,fa assomigliare sempre più la figura dei lavoratori poveri, dei disoccupati e dei pensionati a quella dell’immigrato. Le decine di migliaia di famiglie povere senza elettricità, salari da fame, un milione di persone senza lavoro, il furto attraverso la tassazione, le tassa pro-capite, lo stato di polizia non concedono interpretazioni. Dobbiamo resistere ad ogni tentativo di quelli “in alto” di convincerci che condividiamo gli stessi loro interessi.
Dobbiamo sradicare ogni visione nazionalista per cui i nostri fratelli e sorelle di classe -gli immigrati- ci vengono mostrati come nemici.
Di fronte a tutti questi fatti, lo Stato e il dominio impongono un’apatia sociale generalizzata, l’individualizzazione, la guerra del “tutti contro tutti”, il cannibalismo sociale, la sottomissione e ruoli sociali prestabiliti. Attraverso la nostra azione quotidiana, noi “dal basso” dobbiamo creare delle comunità di lotta che promuovano i valori della resistenza, dell’auto-organizzazione e della solidarietà.
La nostra battaglia infatti non è nelle mani di “esperti” o lacchè dei boss. Attraverso assemblee, di quartiere o di piazza, di disoccupati, lavoratori, immigrati, studenti universitari e delle scuole secondarie, pensionati, dobbiamo connetterci e interagire attraverso l’auto-organizzazione, lo sviluppo di lotte sia nella forma che nel contesto.
Le nostre armi sono gli scioperi, le occupazioni, le manifestazioni. La negazione sociale dei pagamenti “dal basso”; perchè ci rifiutiamo di pagare la loro crisi cosi’ come ci rifiutiamo di pagare per diritti sociali che ci appartengono.
Resistenza, solidarietà e auto-organizzazione in tutto il mondo Lotte comuni tra popolazione locale e immigrati Solidarietà sociale e di classe contro la paura,
il razzismo e il cannibalismo sociale
Qui’ evidenziamo alcuni dei più recenti attacchi contro le parti più vulnerabili della società greca. Questi sono solo alcuni dei casi che si verificano quotidianamente nella città di Atene, la culla della “cultura e della democrazia”, come la definiscono gli agenti di viaggio. Una guerra è stata dichiarata contro poveri, immigrati, tossicodipendenti e senzatetto ed ogni giorno si fa più acuta ed intensa. Gli apparati del comune, dei gruppi statali e parastatali, in collaborazione, applicano le loro misure repressive per mantenere le strade pulite dai “rifiuti umani”.
Martedì 8 Novembre, attorno alle 13.00, una squadra della polizia anti-sommossa (MAT), in collaborazione con le forze della polizia municipale di Atene, hanno attaccato decine di venditori ambulanti immigrati fuori la centrale Facoltà di Giurisprudenza (Nomiki). Le forze di repressione, sotto gli ordini del sindaco di Atene, Giorgios Kaminis (che è stato sostenuto come candidato dal PASOK, dalla Sinistra Democratica, dai Verdi Ecologisti e da altre forze politiche “progressiste”), hanno brutalmente picchiato gli immigrati che vendevano le loro merci in Akadimias strada. Alcuni studenti hanno allora lasciato la facoltà per protestare contro questo attacco omicida e ci sono stati piccoli scontri.
Quella stessa mattina una decina di fascisti ha attaccato la casa di un’uomo Siriano di mezza età a Neos Kosmos, non lontano dal centro di Atene. La banda fascista ha usato delle mazze per rompere le finestre della casa mentre gridava slogan razzisti contro i Curdi(!) minacciando che se non avessero lasciato il quartiere sarebbero tornati per bruciarli.
Giovedì 10 Novembre 2011, i membri dell’organizzazione neo-nazista Chrissi Avgi (Alba d’Oro) sono apparsi nel quartiere di Victoria, che dallo scorso Maggio è diventato teatro di violenza razziale contro gli immigrati, minacciando che avrebbero lanciato un’altro attacco il giorno seguente. La scusa che è stata data per questa intimidazione è stata quella che i proprietari di un caffè hanno avuto “l’audacia” di mettere insieme la bandiera greca e quella egiziana sulle loro vetrine.
Lo stesso giorno, verso le 09.25, un’operaio della nettezza urbana del comune di Atene ha aggredito un senzatetto ad Agisilaou strada n.20, nel centro della città. Come ha testimoniato un testimone oculare, l’operaio ha cominciato a spruzzare acqua da un tubo ad alta pressione contro un’uomo che dormiva dentro delle scatole di cartone. Quando la persona che ha subito l’attacco ha protestato contro questo atto inumano, l’operaio ha cominciato a urlargli maledizioni ed ha continuato a spruzzargli addosso l’acqua. Inoltre, questo lavoratore ha risposto contro la persona che ha riferito di questo attacco dicendogli: “se tu avessi dei sentimenti di umanità, porteresti quest’uomo (probabilmente ammalato di epatite) a casa tua e lo cureresti tu stesso”.
Siamo di fronte ad attacchi contro le fasce più deboli e non sono incidenti isolati, ma parte di un’operazione coordinata dai padroni e dai loro lacchè per imporre miseria e produrre morte. Nuove misure di austerità porteranno una repressione più diffusa. I fascisti al governo e le bande parastatali nelle strade faranno tutto il possibile per farci tacere e terrorizzarci. Per noi c’è solo la via di contrattaccare con qualsiasi mezzo.
SOLIDARIETÀ TRA GLI OPPRESSI
MORTE ALLO STATO E AI SUOI TIRAPIEDI
Nel video vedete un’attaco molto simile da parte
di un poliziotto bastardo nel 2010
Da lunedì 24 ottobre, 52 (su 65 in totale del loro blocco) immigrati detenuti hanno cominciato uno sciopero della fame nel blocco 10 della prigione centrale. Il loro crimine: la loro residenza illegale a Cipro. Cosa chiedono: di fermare la violazione dei loro diritti primari da parte dello Stato.
Queste persone sono detenute per poter essere poi deportate, ma non sono criminali condannati. Al contrario il criminale in questo caso non può essere che lo Stato che in molti casi li detiene in carcere per un periodo maggiore dei 6 mesi che è il periodo massimo stabilito dalla direttiva 115/2008 (visto che non esiste una legge nazionale che definisce le eccezioni a questa direttiva nell’ articolo 15 paragrafo 6). Inoltre, in molti casi, non sono rispettate neanche le corrette procedure e la loro detenzione viene messa in atto senza una ordinanza di arresto.
Giovedì 20 ottobre, davanti alla propria cella nel blocco 10, un 46enne algerino ha tentato il suicidio con un rasoio. Il video del tentato suicidio è nelle mani della polizia. Quest’ uomo è sposato e padre di 2 bambini, aveva chiesto ripetutamente di ritornare nel suo Paese ma non gli è stato concesso. Per oltre 2 settimane ha rifiutato di accettare cibo e la sua disperazione ha spinto anche gli altri immigrati detenuti ad iniziare uno sciopero della fame.
Venerdì 28 ottobre, un altro detenuto ha tentato il suicidio facendo un cappio con le lenzuola ed è stato salvato all’ ultimo momento. Quest’ uomo, un siriano, è detenuto da oltre un anno e anche lui voleva ritornare al proprio Paese ma non lo deportano. Questo è un uomo che è stato detenuto per oltre un anno, violando ogni legge pertinente e non viene deportato e neppure rilasciato.
Il fatto che questa situazione ripugnante non riceve nessuna attenzione da parte dei mass media, rispecchia lo stato della nostra società che coscientemente permette di nascondere “sotto al tappeto” la questione dei residenti illegali. Lo Stato, che si sta preparando per la presidenza europea, viola i diritti umani con tutta la sua brutalità e i cittadini europeizzati rimangono indifferenti di fronte alla totale umiliazione della dignità umana, mentre sostengono la loro immagine di umanisti.
Diamo la più totale solidarietà con gli immigrati in sciopero della fame e con tutti quelli i cui diritti umani sono stati calpestati dai governi. Invitiamo tutti quelli che ancora hanno un briciolo di umanità a partecipare all’ assemblea per decidere le azioni da intraprendere, martedì (01/11) alle 18.00 sulla scalinata della scuola Faneromeni a Nicosia.
Persone in solidarietà con gli immigrati in sciopero della fame
Il 5 ottobre, nel quartiere di Dafni ad Atene, il dodicenne Ali Mohammed Rasul è stato arrestato dalla polizia mentre frugava dentro un cestino per i rifiuti. È stato portato alla stazione della polizia locale e poi trasferito nel centro di detenzione minorile Amygdaleza a Thrakomakedones nel nord-ovest dell’Attica perchè senza documenti. Il dodicenne ha altri due fratelli minorenni e sua madre che soggiornano in città e vuole riunirsi a loro.
Quando abbiamo contattato il centro di detenzione in cui è detenuto e ci è stato detto che la madre con i suoi documenti in regola (che non ha) lo avrebbe potuto prendere. Se dovesse, tuttavia, cercare di visitare il centro senza i propri documenti, sarebbe anche lei arrestata per immigrazione clandestina. Inoltre, il giudice per i minori ha risposto che il dodicenne rimarrà in detenzione per un periodo che và da sei mesi fino ad un anno, presumibilmente per il suo stesso interesse e dove,a quanto si dice, gli sarà dato un’aiuto come minore, e dopo un anno riceverà un’ordine di espulsione.
È stato ripetuto che il bambino vuole tornare dalla sua famiglia e non desidera stare in nessun centro di detenzione del cosidetto Sistema Sociale Statale. Chiediamo l’interessamento e il sostegno dei compagni, così come un’aiuto legale, in modo che il ragazzo si riunisca alla sua famiglia.
Compagni, questa è una questione urgente. Recapito telefonico (così come per precedenti casi che riguardano i clandestini): +30 6949541712
Nessuna legge può essere cosi’forte da dividere una madre dal suo bambino.
Sappiamo che la sovvenzione UE per la detenzione degli immigrati è superiore alla moralità nella mente dei torturatori di Stato e degli sfruttatori; ora ciò è confermato per i figli minori.
Martedì sera, 4 ottobre, intorno alle 20.30 (il giorno prima delle mobilitazioni per lo sciopero generale in tutta la Grecia) le forze di polizia hanno fatto una massiccia irruzione in Piazza Victoria arrestando decine di immigrati residenti nel quartiere.
Tre autobus della polizia, motociclette della polizia, le unità del Gruppo di prevenzione della criminalità e di soppressione (OPKE) e un gruppo di 15-20 poliziotti in borghese sono stati coinvolti in questa operazione repressiva che è durata circa venti minuti.
Gli arrestati sono probabilmente più di 100 persone, compresi gli immigrati senza documenti.
Secondo il Comitato Rifugiati Afghani, un altro attacco fascista contro un immigrato si è verificato Martedì sera, 16 agosto, nei pressi di Piazza Attiki (centro di Atene). Una banda di sette neonazisti ha attaccato un’ immigrato di 25 anni che è stato gravemente ferito e ricoverato in ospedale. Il giorno dopo alcune persone hanno fatto denuncia dell’attacco fascista alla stazione di polizia di Aghios Panteleimonas ma la polizia non ha fatto nulla, li ha invece esortati a formare una propria banda per poter contrattaccare.