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Jakarta: Rivendicazione dell’incendio presso una zona commerciale da parte delle Unità della Rabbia, IRC – FAI/FRI Indonesia

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Non c’è ragione di fare passi indietro. La guerra continua come sempre e deve essere più violenta ogni volta. Tutte le infrastrutture della società sono nostri obiettivi e non ci sono scuse per lasciarne qualcuna in piedi contro il bellissimo cielo. Tutti gli edifici sono i muri che impediscono al nostro sguardo di vedere le stelle, le stesse stelle che i nostri compagni imprigionati e di guerriglia, in altre parti del mondo, stanno anch’essi vedendo.

Attraverso il fuoco, vogliamo mandare i nostri più calorosi saluti ai cavalieri combattenti in tutto il globo che portano ancora avanti attacchi come modalità rivoluzionaria. Ai coraggiosi e dignitosi prigionieri che hanno mantenuto la testa alta contro la miseria e la codardia degli anarchici “riformisti”.

La scorsa notta (venerdì 22 febbraio) abbiamo bruciato un’altra proprietà della Società. Abbiamo posizionato un congegno di fuoco nella zona di shopping della classe media a nord Jakarta. Abbiamo incendiato i negozi come esempio e per fare un’altra chiamata agli individui a creare i loro attacchi – specialmente in Indonesia e sud est asiatico. Abbiamo mostrato attraverso la pratica che ogni individuo può trasformare la sua rabbia in fuoco e benzina senza la specializzazione delle unità di elite. Non siamo avanguardie o messia per salvare la Società. Siamo individui arrabbiati che vogliono solo radere al suolo con il fuoco la Società.

Solo codardi – anche se si proclamano anarchici – che vedono che il fuoco sta crescendo e coprendo il cielo con fumo nero e non fanno nulla. I codardi sono una parte integrante della Società, quelli che sono sempre in attesa del “momento giusto” e cercano di mantenere la loro vita nelle zone di comfort. Segnaliamo i codardi come nostri nemici e vi daremo la caccia. Nel futuro, non ci sentiremo dispiaciuti se nelle nostre azioni per attaccare la Società, rischieremo la vita di qualcuno[sic].

Da questo momento, limiteremo i nostri saluti rivoluzionari ai compagni che secondo il nostro giudizio sono rivoluzionari. Non lasceremo che il nostro fuoco scaldi gli “innocenti”, i “riformisti”, i “pacifisti”, gli “anarchici formali e pro-giuridici”, gli “anarchici-facebook” e altri codardi. Le azioni sono sempre solo per noi stessi e i nostri valori individualisti e per i compagni rivoluzionari.

E attraverso il fuoco, mandiamo il nostro amore ai compagni imprigionati: Cospirazione delle Cellule di Fuoco, i 4 anarchici recentemente accusati della doppia rapina in Grecia, Alfredo e Nicola e altri compagni accusati nelle operazioni Thor, Ixodidae, Mangiafuoco e repressione simile in Italia, a Gabriel Pombo da Silva e Marco Camenisch, a Marcelo, Juan, Freddy, Ivan e Carla in Cile, a Henry in Bolivia, al ferito Tripa Lopez in Messico, a Tukijo e ai prigionieri insurrezionali dietro le sbarre dello Stato che hanno sempre mantenuto la loro dignità e valori rivoluzionari. Vogliamo anche mandare il nostro amore ai compagni in fuga: Felicity, Hans e altri. Continuate a correre e non lasciate che i nemici vi prendano.

Amore e saluti rivoluzionari agli individui, le cellule e i gruppi della Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale. Circondiamo la Società con i nostri fuochi.

La guerra continua fino al collasso della società.

Unità della Rabbia
Cospirazione Internazionale per la Vendetta
FAI – FRI

fonte

Testo dei 4 anarchici greci arrestati riguardo alla doppia rapina di Kozani.

Viva l'anarchia brutte fecce
Viva l’anarchia brutte fecce

I nostri giorni passano, le nostre notti no

Corriamo verso la nostra uscita, mentre attorno a noi si sta giocando una caccia all’uomo a tutta velocità. Dietro di noi rimane una vita che è predeterminata, scolpita dalle mani della sovranità, con lo scopo di farci interiorizzare la sottomissione come condizione oggettiva, di legittimare moralmente sistemi di leggi e regole, di uniformare l’individuo a una logica statica di numeri. Di fronte a noi, il mondo delle nostre fantasie “utopiche” che può essere conquistato solo con la violenza. Una vita, una possibilità e scelte determinate.

Fissate il vuoto tra le nuvole e saltate, perchè la caduta non è mai stata una scelta più certa.

Venerdì 1 febbraio, insieme a un gruppo di compagn*, abbiamo condotto una doppia rapina, alla Banca Agricola e all’Ufficio Postale a Velventòs, Kozani. Secondo la nostra opinione è di qualche importante analizzare, fino a un certo punto, la parte operativa della rapina. Questo innanzitutto per sottolineare tutti gli elementi del caso, le scelte che abbiamo fatto, gli errori che abbiamo commesso e le ragioni che ci hanno portato a questi.

Quindi, quel venerdì mattina, abbiamo attaccato i due obiettivi divisi in due squadre. Il nostro scopo fin dall’inizio era di prendere i soldi da entrambe le casseforti, ed in effetti è andata così. Durante la nostra fuga, una serie di eventi sfortunati e una malgestione di questi hanno portato ad un’esposizione sia del nostro veicolo sia della nostra direzione alla polizia.

A causa della stretta che si era creata da parte della polizia, il compagno che guidava il furgone, che era stato esternamente trasformato per apparire come un’ambulanza, ha cercato vie d’uscita per la squadra che aveva condotto le rapine. Nel suo tentativo, ha fatto l’errore di passare tre volte di fronte a un veicolo degli sbirri, che si sono quindi insospettiti. È nato un inseguimento che lo ha portato, a causa della sua non familiarità con la zona in cui è finito, a raggiungere quattro vicoli ciechi tra le strade fangose delle cave, che è finito con l’accerchiamento da parte della polizia – e con la chiusura di ogni possibilità reale di fuga. Dopo avere dato fuoco al furgone, è stato arrestato. Seguendo questi sviluppi e mentre il nostro compagno con il veicolo per la fuga era già nelle mani degli sbirri, le nostre opzioni disponibili si erano estremamente ridotte.

Abbiamo quindi deciso di fermare il primo veicolo che passava, poiché questo garantiva una fuga più sicura per noi e i nostri compagni. La questione principale in questa condizione era che gli sbirri non venissero a sapere del nuovo veicolo di fuga dei nostri compagni – abbiamo quindi deciso di mantenere il guidatore nel veicolo con noi, fino a che non avessimo trovato un modo anche per noi di fuggire. È a questo punto circa che il nostro sentiero si è incrociato con quello di una macchina della polizia, che si è gradualmente trasformato in un inseguimento fino alla città di Veria, con la maggioranza delle forze di polizia disponibili nell’area alle nostre calcagna. Ovviamente non abbiamo pensato neanche per un momento di usare l’ostaggio come scudo umano (non avremmo avuto problemi, per esempio, se si fosse trattato del manager di una banca) – dopo tutto, la polizia non sapeva della sua esistenza. Alla fine, lui ha agito da scudo umano per gli sbirri, senza che loro lo sapessero – perchè la sua presenza è stata una delle ragioni per cui non abbiamo usato le nostre armi per fuggire. Poichè la nostra consapevolezza e il nostro codice morale non ci permettono di rischiare la vita di una persona a caso che si è trovata con noi contro il suo volere.

A questo punto vorremmo rendere chiaro che non avevamo delle armi solo allo scopo di spaventare, ma per usarle nella remota possibilità di uno scontro tra noi e gli sbirri. Quindi, la ragione per cui non abbiamo agito nella maniera corrispondente, allo scopo di fuggire, è stata la condizione in cui ci siamo trovati a causa di una serie di errori.

La sola opzione per una fuga a quel punto era la velocità – e il nostro tentativo di guadagnare terreno con il nostro veicolo dagli sbirri che ci stavano inseguendo. Ovviamente, la città di Veroia non si offre per qualcosa di questo tipo, e presto infatti ci siamo trovati intrappolati in una stradina, con il risultato del nostro arresto. Durante il nostro arresto, la sola cosa che abbiamo dichiarato è stata che la persona che avevamo con noi non aveva niente a che fare né con la rapina, né con noi. Nonostante questo, gli sbirri hanno continuato a picchiarlo, almeno finchè abbiamo avuto contatto visuale con lui.

Questa narrazione non è fatta per vantarci o auto-promuoverci, ma allo scopo di invertire il lascito degli arresti senza una lotta che le condizioni non ci hanno permesso.

* * * * * Continue reading Testo dei 4 anarchici greci arrestati riguardo alla doppia rapina di Kozani.

Atene: Assunzione di responsabilità per l’attacco incendiario contro la stazione della polizia ad Exarchia

Libertà ai “4 di Kozani”

Ieri sera, 21 Febbraio, abbiamo attaccato la stazione della polizia ad Exarchia in un minimo segno di solidarietà con i nostri compagni N. Romanos, A-D.Mpourzoukos, Y. Michailidis e D.Politis arrestati dopo la doppia rapina a Velventòs di Kozani. Insieme alziamo i nostri pugni e le nostre fiamme quando le opzioni diventano azioni, quando il viso rimane alto e non si abbassa, quando la guerra infuria.

Era atteso che la festa dell’Antiterrorismo-Media di Massa si sarebbe creata a tempo di record, come è successo, con le foto e i nomi dei nostri compagni in mercé da un canale televisivo all’altro accompagnate dalle pessime analisi e profili psicologici fatte da qualsiasi prezzemolo dei media, richieste di informazioni e reportage straordinari. Non ci sorprende, la copertura offerta agli sbirri cafoni di Veria e agli vigliacchi delle forze speciali della polizia (EKAM) all’ospedale dal ministro fascista dell’Ordine Pubblico, Dendias, e dai vari ufficiali dell’anti-terrorismo. Non crediamo che la divulgazione delle fotografie dei compagni maltrattati in questa situazione sia stato un errore dell’Anti-terrorismo con lo solo scopo della veloce raccolta di informazioni per l’azione degli arrestati, ma un’azione ben mirata per disperdere la paura a coloro che consapevolmente scelgono di attaccare l’esistere.

Non ci aspettavamo niente di meno dai meccanismi della repressione che furiosamente raccolgono il DNA in ogni occasione, col culmine i recenti episodi alla zona di Skouries a Halkidiki, col sequestro di persone e la violenta raccolta di materiale genetico per la costruzione di rinvii a giudizio e arresti in quanto viene utilizzato come un unico elemento di prova derivato dagli “indiscutibili” laboratori/cucine della Polizia.

Ministri, poliziotti, giudici, giornalisti, vicini di casa-testimoni e proprietari di appartamenti che avete fatto diventare il telefono un prolungamento della vostra mano, dimenticate una cosa: CHE NOI NON DIMENTICHIAMO.

Sui volti gonfi dei nostri compagni non riconosciamo l’immagine di alcuna “vittima”, al contrario, non fermiamo di vedere i sorrisi, i desideri, la rabbia, che diventano passaggi sul campo di battaglia, come il nostri attacchi successivi.

Dietro agli annunci per la lotta contro l’illegalità, il “terrorismo” e le nuove ordinanze d’arresto, non smettiamo di vedere i nostri passaggi. Li sfrutteremo fino all’ultimo.

(La reazione immediata dei sbirri è la fuga, come ha fatto la guardia armata e una macchina della polizia.)

PS 1. Nessuno è diventato forte colpendo un prigioniero in manette.

PS 2. Buona fortuna a forza ai compagni ricercati.

fonte

Grecia: Messaggio di solidarietà ad Alfredo Cospito e Sergio Maria Stefani dai membri imprigionati dell’O.R. CCF e Teofilos Mavropoulos

CCF – Alle estremità… per Alfredo e Sergio

Il nostro fratello Alfredo Cospito (accusato per la sparatoria contro l’amministratore delegato della società energetica nucleare per la quale ha assunto la responsabilità la Cellula Olga-FAI), insieme con il suo compagno Sergio Maria Stefani hanno iniziato uno sciopero della fame il 29 Gennaio contro il divieto delle visite che volevano imporli i loro carcerieri.

Il 18 Febbraio Alfredo ha interrotto lo sciopero dopo che la amministrazione della prigione si è impegnata a soddisfare la sua richiesta. Sergio continua ancora in attesa della soddisfazione della sua richiesta. Alfredo, naturalmente, rimane in solidarietà con il compagno Sergio e, come un gesto di sostegno, ha causato un sabotaggio allo spazio della prigione.

Parallelamente, alcuni giorni fa, e siccome l’indagine sulla sparatoria per la quale è accusato Alfredo finiva in stallo, i sbirri hanno chiesto il DNA dal compagno con lo scopo di effettuare una “ricerca” per un altro attacco. È l’attacco contro il RIS nel 2005 a Parma.

In seguito alla negazione di Alfredo di dare il DNA, i sbirri hanno fatto irruzione nella cella (il 19 Febbraio) ed hanno raccolto da soli campioni di DNA dal posto.

Se non fossimo prigionieri nelle carceri greche, le AZIONI avrebbero avuto la prima parola. Adesso però, anche dietro le sbarre della prigione, inviamo ad Alfredo ed a Sergio queste poche parole come un saluto ed una promessa:

In questo mondo, i lupi abitano nei bordi. In mezzo ci sono quelli che non osano.

Qualcuno dal mezzo può chiedere verso la nostra parte: “Perché inseguite l’impossibile…?”

Ma la nostra voce che parla dal cuore grida: “Non esiste l’impossibile per l’Uomo. Non mettere mai confini alla volontà dell’Individuo. Rompere i limiti. Morire e dire “La morte non esiste…” Negare la massa. Negare la società e la morte serena della comparsa”

Un’esplosione dentro di noi grida: “Sono Io, invado sul palco del mondo e faccio saltare in aria la sua pace”.

Siamo noi, gli Anarchici Esiliati, i Nichilisti, gli Iconoclasti, che abbattiamo gli idoli del vostro mondo.

Agli compagni offriamo il fuoco di Prometeo.
Agli nemici la guerra.
Agli indifferenti… nulla.

Cospirazione delle Cellule di Fuoco FAI/FRI
e il fratello Teofilos Mavropoulos

Carcere di Koridallos, Febbraio 2013

Attica: Parole del prigioniero anarchico Nikos Romanos ai compagni che si sono riuniti in solidarietà fuori le mura del carcere giovanile di Avlonas

Nel pomeriggio della Domenica, 17 Febbraio, circa 70 compagni hanno partecipato al raduno di solidarietà previsto di fronte al carcere di Avlona, dove Nikos Romanos è stato rinchiuso dal 11 Febbraio. Quattro squadroni dell’antisommossa stavano in guardia fuori delle porte della prigione per tutto il tempo. I compagni hanno messo un sistema audio. Così, quando sono riusciti ad avere un contatto telefonico con Nikos, le sue parole sono state ascoltate ovunque forti e chiare attraverso le casse. Inoltre, per circa cinque minuti c’è stato un contatto visivo con Nikos, e tutte le persone riunite sono scoppiati in urla e grida. Di seguito è riportato una trascrizione del messaggio di Nikos ai suoi solidali.

Viva l'anarchia, brutte fecce! Solidarietà con "i 4 di Kozani"!
Viva l’anarchia, brutte fecce! Solidarietà con “i 4 di Kozani”!

Vorrei iniziare col dire qualche parola sul mio caso. Fin dal primo momento ci fu un tentativo di presentarci come vittime nascondendo le proprie scelte e presentarci come se fossimo alcuni giovani alla deriva. Uno sforzo lanciato dagli arrangiatori della propaganda dello stato e proseguita dagli ambienti riformisti dei componenti della sinistra, come il cosiddetto “Movimento Anti-autoritario” (Alpha Kappa / AK) e la “Cooperazione della Sinistra Anti-capitalista per il Rovesciamento” (Antarsya). Così, da un lato, tutti i tipi di media del regime stavano affilando la strategia verso la de-politicizzazione dell’azione anarchica, convertendo le nostre scelte in storie di singhiozzi per i tabloid, d’altra parte i riformisti di Alpha Kappa e di Antarsya, senza nemmeno dire una parola sulle pratiche aggressive di lotta, stavano singhiozzando le loro storie tristi su di noi, contribuendo alla nostra de-politicizzazione.

Per me, il solo fatto che quattro anarchici armati sono stati arrestati senza prima combattere è una sconfitta che non lascia spazio ad una ulteriore vittimizzazione. Nel corso degli anni, vi è stata una ricca esperienza storica, una tradizione di guerriglia in cui i rivoluzionari combattono fino alla fine; una percezione che promuove una vera e propria scelta di conflitto con il Potere; una opzione che è riuscita a plasmare importanti eredità storiche di lotta rivoluzionaria. Ovviamente, la responsabilità di questo fatto è solo nostra, dei quattro arrestati. I motivi che ci hanno spinto ad agire in questo modo sono state spiegate nel testo che abbiamo pubblicato sul nostro caso.

Pertanto, per quanto riguarda le torture durante la detenzione, è ovviamente importante analizzare le intenzioni strategiche del potere contro di noi. Tuttavia, quando tale analisi tende a sovrastare le scelte di lotta che ci hanno portato in carcere, poi si limita a riprodurre una percezione di frenesia-terroristica senza alcuna prospettiva rivoluzionaria. Per me, una risposta adeguata alle torture e gli omicidi dei compagni (senza equalizzazione del diverso significato di ognuna) è una rappresaglia contro i nemici della libertà; una ritorsione che sia allo stesso tempo collegata con l’azione anarchica multiforme, creando focolai permanenti di resistenza.

Ora cercherò di trasmettere la mia esperienza vissuta in modo tale da essere compresa da tutti. Il dolore psichico della sottomissione e della resa senza spargimento di sangue non può essere confrontata con le botte dei poliziotti. Il pestaggio ti mette in collera, mentre l’altro dolore ti tormenta.

In conclusione, vorrei salutare tutti i compagni che ci hanno attivamente supportato mediante la distribuzione di testi, la creazione di sistemi audio ai raduni, affissioni, organizzando manifestazioni, e fissando obiettivi in ​​fiamme per riscaldare i nostri cuori.

Infine, vorrei inviare la mia solidarietà incondizionata allo scioperante della fame Spyros Dravilas (prigioniero in lotta nel carcere di Domokos) e farvi sapere che 37 individui dalla prigione di Avlona hanno dichiarato il loro sostegno con la sua lotta per un soffio di libertà.

Nikos Romanos
2013/02/17

Indirizzo di carcere: Nikos Romanos, Speciale Centro di Detenzione Giovanile di Avlona, 19011 Avlonas, Attica, Grecia

L’anarchico Nikos Romanos ha rilasciato un’altra lettera, negando qualsiasi coinvolgimento nelle azioni dell’O.R. CCF; si può leggere in inglese qui.

Prigioni Greche: Comunicato collettivo di 253 prigionieri, in solidarietà con il scioperante della fame Spyros Dravilas

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Dal Lunedì, 4 Febbraio, il prigioniero Spyros Dravilas ha iniziato uno sciopero della fame. Chiede solo che gli siano concessi i desiderati giorni di congedo per i quali ha già diritto (come decine di altri detenuti) perché abbia servito il periodo di detenzione previsto dalla legge al fine di ottenere il regolare rilascio temporaneo dal carcere.

Tuttavia, l’amministrazione del carcere di Domokos nega a Spyros Dravilas il suo prossimo congedo a causa di un altro procedimento penale che è stato “portato alla luce” contro di lui, il qui risale al 2007. Secondo questo breve accusatorio, la procura di Nafplion lo abbia accusato di rapina in banca. Nonostante il fatto che lo stesso procuratore di Nafplion non ha mai ordinato misure restrittive nei confronti di Spyros – in quanto gli elementi di prova che lo collegano a quella rapina sono inesistenti (composte da una denuncia alla polizia con una telefonata anonima in materia di riconoscimento del sospetto) – il consiglio carcerale di Domokos lo ha privato dei giorni di concedo che aveva iniziato a ricevere nel corso degli ultimi mesi.

Noi siamo dalla parte dello scioperante della fame Spyros Dravilas, e quindi affermiamo la rivendicazione della sua richiesta per i regolari giorni di concedo dal carcere…per un soffio di libertà.

Prigionieri del 1° braccio della prigione maschile di Koridallos
(253 detenuti hanno firmato il comunicato)

Patrasso, Grecia : Rivendicazione di responsabilità per attacchi dai Sabotatori Notturni

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Viviamo alla fine di un’era di artificiale prosperità capitalista. Ampie parti della società, quelli che fino a poco tempo fa hanno adottato il ruolo dei consumatori costituendo un corpo apatico della piccola borghesia, si trovano ora con la prospettiva di povertà e miseria.

Nei giorni in cui è evidente l’incapacità di riprodurre capitale, la società greca scioccata dopo la caduta delle sue illusioni, incapace di accettare e superare da anni, si impegna ora per mantenere il sistema marcio. In un paese dove è altrettanto istituzionalizzato lo sfruttamento più disumano degli oppressi, dove i profitti di un capitalista sono più importanti della salute degli abitanti di una montagna e dove salvare le banche è più importante della condizione di vita delle persone, dove negli ultimi 3 anni ci sono stati più di 3.000 suicidi, dove i poliziotti sparano sui bambini e quelli che lottano sono imprigionati come terroristi.

Come altrove, anche qui lo stato e il capitale stanno cercando di proteggere i propri interessi e la propria esistenza, attaccando in maniera severa quelli in basso. Con le macchine della mostra, intendono installare nella società la miseria, il fatalismo, il consenso e la subordinazione, cercando di apparire come un tentativo assurdo e inutile ogni tentativo di resistenza reale e lotta. Dal notiziario delle ore 20 e dai giornali, la realtà è distorta e ridotta per fare corpo alle regressioni controllate, per l’opinione comune comunque creata. Con i ricordi dello scorso Dicembre 2008 e dell’ultimo Febbraio e nel timore di future esplosioni sociali, hanno scatenato i loro meccanismi per annegare ogni forma di resistenza nel proprio dominio totalitario.

Di recente, lo Stato, con forze coordinate, non poteva fare altro che attaccare le parti più radicali della società, il movimento anarchico / antiautoritario con incursioni come dei film contro occupazioni per mezzo di poliziotti antisommossa pesantemente armati e forze speciali.

Non dimentichiamo che stiamo parlando di luoghi che promuovono l’auto-organizzazione della vita, le relazioni e la realtà. Spazi aperti a chi vuole parteciparvi, creare ed esprimersi, governato dai valori di solidarietà e di aiutarsi a vicenda. Spazi che sono liberi da qualsiasi logica di proprietà.

Così questi spazi auto-organizzati sono noti come “case illegali” da allora specificando la retorica pre-elettorale di Samaras e la sua promessa di adottare misure severe contro l’illegalità, la “rioccupazione delle città”, il parto di maschere. Essi presentano il pericolo di luoghi illegali e la necessità di garantire la democrazia attraverso l’applicazione della legge.

Secondo noi le leggi esistono per garantire gli interessi e l’esistenza dello Stato e del capitale attraverso la definizione completa di ciò che è o non è consentito in campo sociale. Per quanto riguarda la democrazia, è da una parte una gomma che si allarga per adattarsi a tutto ciò che non minaccia il dominio sostanzialmente capitalista, mentre d’altra parte si contrae per armarsi contro tutto ciò che si rivolta contro la cultura primaria e l’autorità, istituendo uno stato informale di emergenza.

Nelle prime ore di Lunedi, 14 Gennaio 2013, abbiamo bruciato due bancomat di proprietà delle banche Marfin e Pireo, nella Via Agnostou Stratioti e abbiamo messo un ordigno esplosivo/incendiario all’ingresso degli uffici dei catasti dei terreni di Patrasso, volendo inviare il seguente messaggio ai sindaci, ministri, poliziotti, giudici, giornalisti e altri pilastri del potere.

Rifiuti, fissatevi ciò in testa.

Voi cacciate via i nostri compagni, noi colpiamo le vostre infrastrutture, perseguite dei combattenti.

Nonostante tutto questo, c’è un mondo intero là fuori che non è nemmeno per un momento determinato dalla vostra etica disgustosa, che non rientra nello stampo delle vostre leggi, che non riposa fino a quando non vede la cultura dello sfruttamento, dell’oppressione e dell’autorità tramontare. Un mondo che voi non potete nemmeno immaginare.

Dedichiamo le parole che seguono a un vecchio compagno, a tutti i nostri fratelli e le sorelle che con le loro azioni illuminano le fredde giornate d’inverno

Siamo diffusi nei luoghi di “tutto” che non ci piace. Questo non fa per noi, perché è povero e pagano. Ma superare richiede forza, coraggio e amore, della parola e della pratica. Ciò richiede una unità di individui su una base anti-autoritaria, come una cellula che è pronta a dissolversi nel delirio sensuale della rivoluzione sociale. Dato che non sappiamo ciò che la nostra rivoluzione sarà, ma sappiamo ciò che non sarà: un colpo di stato di tutti i tipi o una riforma. Non sarà pieno di lavoro e di miseria. Non sarà né elitario né populista. Non porterà con sè i leader, le nazioni, le famiglie e le chiese. È un caso che si diffondono nelle dimensioni di questo terrore? No amico mio, per niente casuale. Perché vogliamo acquisire la conoscenza sociale della nostra abiezione e ritornare al desiderio e la certezza che le nostre vite non hanno bisogno di mediatori e per noi di vivere ancora una volta il “Abbasso lo Stato.”

SOLIDARIETÀ CON LE OCCUPAZIONI DI VILLA AMALIAS, SKARAMAGA, LELAS KARAGIANNI, LO STEKI AUTORGANIZZATO DELL’ASOEE E 98FM

SOLIDARIETÀ CON I COMPAGNI PERSEGUITATI

LIBERTÀ PER TUTTI I COMBATTENTI IMPRIGIONATI
GUERRA CON TUTTI I MEZZI

Sabotatori Notturni

fonti: i, ii

Atene: Tentativo di rioccupazione dell’occupazione Skaramaga finito con arresti di massa nella zona di Exarchia e un compagno affronta accuse di infrazione

"Voglio che mio figlio diventi un occupante"
“Voglio che mio figlio diventi un occupante”

Un evento di due giorni in solidarietà con tutte le occupazioni, i progetti auto-organizzati e le strutture autogestite di contro-informazione (mirate dalla repressione di continuo dopo il raid della polizia inizialmente all’occupazione di Villa Amalias il 20 Dicembre 2012) è stato chiamato per il 15 e il 16 Febbraio 2013 all’Università del Politecnico di Atene, ad Exarchia.

La sera del Venerdì 15, poco prima dell’inizio della discussione del primo giorno, i compagni che erano riuniti presso lo spazio universitario sono stati invitati a spostarsi tutti insieme sulla Via Patission dai partecipanti del collettivo dell’occupazione di Patission 61 & Skaramaga così come da tutti i progetti che sono stati ospitati nella stessa occupazione (occupata dall’inizio del 2009, ed evacuata il 9 Gennaio 2013). Un gruppo di compagni aveva già avvicinato l’edificio con l’intenzione di rioccuparlo; ancora più solidali sono stati invitati di raccogliersi al punto, ma di non scontrarsi con gli agenti della polizia (!). E così è avvennuto.

Intorno alle 19:15, un totale di 400 compagni sono stati raccolti al di fuori dello spazio sfrattato nel tentativo di rioccupare l’occupazione Skaramaga, prima di tutto abbattendo le piastre in acciaio posizionate fuori dalla sua porta. Tuttavia, l’apertura dell’ingresso ha preso più tempo del previsto dalle persone, un ritardo che ha aperto la strada a tre squadroni anti-sommossa dei MAT ed i poliziotti in moto della squadra DELTA per attaccare il raduno sulla Via Patission, ed ha portato al fallimento del tentativo della rioccupazione.

La polizia ha usato cariche con manganelli e gas lacrimogeni per circa quindici minuti per disperdere la folla. In quei momenti, molti hanno cercato di resistere all’attacco, ma molti di loro sono stati feriti e un compagno solidale è stato arrestato all’esterno dell’edificio sfrattato. Un’altra unità di polizia è stata distribuita in prossimità dell’occupazione Skaramaga, mentre la maggior parte dei solidali sono riusciti a tornare all’interno del Politecnico.

Poco dopo, pesanti forze di polizia hanno circondato il Politecnico e letteralmente hanno occupato l’intera zona del quartiere di Exarchia. I poliziotti hanno molestato persone indiscriminatamente in numerose occasioni, hanno perquisito dei passanti, ed hanno scatenato una vasta operazione repressiva. Commovente è stata la presa di posizione di molti residenti della zona, che disapprovava apertamente la caccia della polizia ed hanno aiutato i compagni ad evitare l’arresto. Tuttavia, un totale di 49 persone sono state arrestate e portate presso la sede della polizia per molte ore, insieme con il compagno che è stato precedentemente arrestato. La gente è rimasta di fronte al quartier generale della polizia nel Viale Alexandras fino a tarda notte, quando tutti i detenuti sono stati finalmente rilasciati.

La mattina dopo, il compagno arrestato, che è stato trattenuto per tutta la notte è stato portato davanti ad un pubblico ministero nei tribunali di Evelpidon. Egli è stato accusato di due reati minori (“disturbo della pace domestica” e “assalto con l’intenzione di causare danni fisici”), e il suo processo è stato rinviato per Martedì 19 Febbraio. È stato rilasciato a mezzogiorno, accompagnato da una cinquantina di persone in solidarietà.

Il collettivo dell’occupazione di Skaramaga ha richiamato per la più grande partecipazione possibile di compagni nella seconda giornata delle discussioni presso l’Università Politecnica (16/02, dalle 18:00, ingresso da Via Stournari, Exarchia).

Solidarietà al compagno che affronta accuse!

Solidarietà a tutte le assemblee, gruppi e progetti affiliati all’occupazione di Skaramaga!

fonti: I, II, III, IV, V, VI

Atene: Continuazione del processo contro la CCF, Gennaio 2013

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Udienze 17, 18 e 19 (4, 9 e 14 Gennaio)
I/le compagnx della Cospirazione delle Cellule di Fuoco non si sono presentati in aula di tribunale in nessuna di queste sessioni, la loro assenza era un piccolo gesto di solidarietà con il compagno Panagiotis Argyrou, che continua a rimanere in ospedale, sotto vigilanza poliziesca, nel reparto di terapia intensiva della clinica di Thriassio, dopo una grave lesione che ha sofferto in un incidente avvenuto all’interno della prigione. I giudici sono stati obbligati a sospendere il processo e rimandarlo.

Udienza 20 (21 Gennaio)
La sessione è cominciata con gli avvocati della difesa che hanno presentato le loro obiezioni legali rispetto al procedimento. I/le compagnx della Cospirazione erano assenti e solo due di loro hanno assistito, secondo un precedente accordo, per osservare il processo nel caso fosse necessario intervenire. Infine, questa occasione non ha tardato a presentarsi, visto che uno degli avvocati della “difesa”, un tale T. Mandas che rappresenta un “accusato” che non ha niente a che vedere con la CCF, ha cominciato a parlare dell’innocenza di alcuni “ragazzi” e ad elogiare l’istituzione della giustizia. In quel momento, i due compagni della Cospirazione sono intervenuti, mettendo in chiaro che quelli che si sono assunti la responsabilità per la CCF continuano ad essere coscientemente “colpevoli” di fronte alla società “innocente” del silenzio. Inoltre, hanno ribadito che non riconoscono alcun tribunale che possa giudicarli ed hanno aggiunto che tutti gli altri accusati non hanno niente a che vedere con gli attacchi rivendicati dall’organizzazione e che quindi i giudici dovrebbero assolverli da tutte le accuse. In quanto all’avvocato che ha fatto quel discorso, i compagni lo hanno descritto come giudice ed hanno chiesto che non faccia mai alcun riferimento alla CCF.

Rivolgendosi ai compagni, la presidentessa del tribunale ha dato loro un “consiglio amichevole”, dicendo che durante la parte del procedimento in cui si presentano le prove, emergeranno a volte delle circostanze attenuanti per loro, e che perciò non devono dichiararsi “colpevoli” fin dal principio. I compagni hanno risposto immediatamente, dicendo: “siamo nemici della giustizia e non ci importa questa parte del procedimento”.
“Continuiamo ad essere anarchici di prassi e non c’è tribunale che possa giudicarci. Per noi è un onore essere colpevoli secondo le vostre leggi.. Innocenti sono solo i codardi e quelli che hanno paura di vivere…”

Udienze 21 e 22 (23 e 25 di Gennaio)
Queste udienze sono continuate con le obiezioni legali presentate dalla difesa e non è successo niente di interessante. Il processo continuerà lunedì 28 Gennaio.

Questo è tutto per ora, continueremo con gli aggiornamenti.

fonte

Darmstadt, Germania: Manifestazione di solidarietà per gli anarchici e gli occupanti in Grecia

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Per molte persone in Grecia le condizioni di vita sono drammatiche, con alto tasso di disoccupazione, massicce misure di austerità, tagli alle pensioni, sgomberi forzati, insieme con la privatizzazione delle infrastrutture più importanti. Il sistema sociale e sanitario è crollato, mentre molte persone non possono più permettersi di comprare cibo, per non parlare dei farmaci essenziali.

Centri sociali – case che erano vacanti da molto tempo – sono state occupate, spesso per più di venti anni, e hanno resistito come un importante punto di riferimento per molte persone in mezzo alla crisi, che erano in grado di aiutarsi reciprocamente con bazar gratuiti, cucine collettive per tutti, mentre molti tra questi spazi sono stati anche rifugi di letto. Azioni per un mondo libero e solidale sono venuti fuori di queste case occupate ancora e ancora. Non da ultimo, queste strutture della sinistra anti-autoritaria hanno offerto un rifugio a tutti coloro che sono perseguitati dai fascisti e l’apertamente partito neonazista Chrissi Avgi (Alba Dorata), che ha ottenuto quasi il 7% dei voti durante le ultime elezioni, con i seguenti attacchi omicidi dei suoi seguaci agli antifascisti, gli avversari politici e gli (presunti) immigrati.

Nello stesso tempo, che lo Stato ignora questo problema – o, come spesso accade con la polizia, che non solo permette questa persecuzione, ma supporta anche i fascisti – compie azioni contro il movimento anarchico e antifascista con la massima repressione.

Nel Dicembre 2012, durante il raid della polizia presso l’Università di Economia e Commercio (ASOEE), le apparecchiature di Radio Libera Atene 98FM sono state confiscate. L’asilo universitario, che è stato introdotto in seguito alla dittatura militare, è stato abolito già nel 2011 a causa della guerra dichiarata alle proteste sociali. Siamo stati ancora più arrabbiati per lo sfratto dei centri sociali, come Villa Amalias (occupata per 22 anni) e Lelas Karagianni 37 (che è stata rioccupata)!

Quindi, il Sabato 9 Febbraio 2013, sulla scia del “Febbraio Nero” una ventina di persone si sono riunite per una manifestazione spontanea della città di Darmstadt. Ci riserviamo il nostro diritto di manifestare ovunque e comunque vogliamo. Non accettiamo di richiedere l’autorizzazione, al fine di esprimere il nostro parere da questo Stato, che è gravemente responsabile della detta austerità in Grecia.

Con questa manifestazione, esprimiamo la nostra solidarietà con i nostri compagni in Grecia! Per un mondo libero, senza alcun Stato, nazione, Capitale, fascisti, e pieno di centri autonomi!

Maggiori informazioni: fightnow.noblogs.org

fonte

Florina, Grecia Settentrionale: Solidarietà con i 4 anarchici arrestati, accusati nel caso di rapina in banche

L’11 Febbraio 2013 abbiamo messo uno striscione nella città di Florina in solidarietà con i 4 compagni accusati nel caso delle rapine in banche a Velventós-Kozani. Forza, compagni! Ci state dando forza.

Fino a quando la guerra infuria, ci troverete impenitenti contro il Potere. Viva l’anarchia!

Un pugno alzato per gli impenitenti combattenti anarchici, Romanos, Bourzoukos, Politis, Michailidis
Viva l’anarchia, brutte fecce! (+ porta di tribunali locali bombardata di vernice)
Forza per “I 4 di Kozani”
Sbirri, giudici, politici, non avete alcun motivo per dormire tranquilli

12 Febbraio 2013: Testo degli anarchici Nikos Romanos, Dimitris Politis, Andreas-Dimitris Bourzoukos e Yannis Michailidis, qui

Prigioni Greche: Solidarietà con lo scioperante della fame Spyros Dravilas, detenuto a Domokos

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“Non ho imparato nella mia vita a chinare la testa o di ingoiare l’ingiustizia. Così, a partire da Lunedì, 4 Febbraio, conduco uno sciopero della fame fino a quando otterrò giustizia e il mio diritto sottratto per i giorni di congedo dal carcere mi venga restituito, in modo da recuperare un soffio di libertà che mi merito dopo tanti anni di soggiorno nelle infernali del sistema greco “penitenziario”.
-Estratto dalla recente lettera di Spyros Dravilas

Il dignitoso prigioniero Spyros Dravilas aveva già condotto con successo un’altro sciopero della fame nel mese di Aprile 2012, quando l’amministrazione penitenziaria, infine, gli aveva concesso il primo congedo temporaneo per il quale aveva diritto da molto tempo prima. Dopo qualche tempo, e secondo il regolamento carcerario, a Spyros è stato concesso un secondo permesso. Oggi, con il pretesto di un reato del 2007, un caso di rapina in banca nella città di Naflpion (nella cui Spyros non ha avuto alcun coinvolgimento di sorta), il pubblico ministero della prigione gli nega i giorni di concedo, anche se è chiaro che egli ha questo diritto proprio come nei mesi scorsi. L’amministrazione penitenziaria afferma che “ci sta un procedimento in corso contro di lui, così non può essere rilasciato nemmeno per un paio di giorni”. Tasos Theofilou, incarcerato nell’inferno di Domokos pure, e tutti i membri imprigionati dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco, sostengono la lotta di Dravilas. Di seguito è riportato un’altro messaggio di prigionieri in solidarietà:

“Siamo solidali con Spyros Dravilas che dal 4-2-2013 ha iniziato lo sciopero della fame scegliendo così di lottare dignitosamente per un respiro di libertà, come lui stesso dichiara.

La nostra solidarietà per Spyros e per ogni detenuto che sceglie di alzarsi in piedi di fronte alla politica repressiva dello stato , non è negoziabile.
Babis Tsilianidis, Kostas Sakkas, Alexandros Mitroussias, Giorgos Karagiannidis, Spyros Stratoulis, Rami Syrianos, Mustafa Ergün”

Inoltre, 94 detenute delle carceri femminili di Koridallos hanno inviato una lettera aperta al Ministero Greco della Giustizia, chiedendo che lo scioperante della fame Spyros Dravilas ricevesse i suoi giorni di congedo previsti dalla legge.

in inglese

Atene: “Trent’anni di occupazioni: La progettualità sociale e politica delle occupazioni, ieri, oggi, domani”

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Giovedì sera, 7 Febbraio, un evento-dibattito si è svolto nel centro sociale occupato VOX in Exarchia con partecipanti dei progetti occupati del passato e del presente di Atene, come Valtetsiou (1981), Charilaou Trikoupi (1985), Lelas Karagianni 37 (dal 1988), Villa Amalias (1990), Fylis e Ferron (1991), Alkamenous (1993), Ano-Kato Patission (dal 1996), Patission 61 e Skaramaga (2009) e Epavli Kouvelou (dal 2010).

Grecia, carceri di Domokos: Spyros Dravilas in sciopero della fame

“Libertà a coloro che sono nelle celle – Fuoco e polvere per questo bordello” (carceri di Domokos, Grecia)

Oggi, Mercoledì, 6 Febbraio, il prigioniero Spiros Dravilas è stato trasferito al Centro Salute di Domokos. Gli hanno detto che dovrebbe iniettarsi un siero, ma ha rifiutato (a causa dello sciopero della fame, iniziato il 4 Febbraio, i suoi livelli di zucchero sono scesi a 55 in soli due giorni).

Spiros è tornato ancora una volta nel carcere Domokos, dove continua la sua lotta per i giorni di congedo di cui è privato a causa della vendetta del meccanismo poliziesco-giudiziario.

La lotta continua

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Cracovia: Striscioni di solidarietà con le Cellule di Fuoco (sotto processo in Grecia), e Sonja e Christian (sotto processo in Germania)

Alcuni dei nostri compagni del progetto di contro-informazione Grecja W Ogniu (“Grecia in Fuoco”) in Polonia hanno alzato striscioni per le strade di Cracovia, dichiarando “amore, forza e solidarietà” con i prigionieri anarchici politici in Germania, Grecia, Cile, Italia e Messico…

Libertà per i combattenti rivoluzionari Sonja Suder e Christian Gauger, perseguiti dallo Stato tedesco per l’attacco alll’industria nucleare
Forza, amore e solidarietà con i bombarolli presi ostaggio dal sistema in Italia, Grecia, Messico, Cile
Solidarietà e libertà agli anarchici rivoluzionari dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco (FAI / IRF) ed a Theofilos Mavropoulos

Grecia: “Una sola parola: dignità”. Un poster riguardo agli eventi di Kozani

Quale accusa è più bella della rapina di una banca?

Eppure i compagni non sono stati picchiati per aver “infranto la legge”.

Sono stati picchiati per il loro attacco consapevole contro il monopolio dello Stato sulla violenza.

E sono rimasti in piedi contro i meccanismi e la loro violenza, così come è coerente per ogni persona in rivolta.

Neanche una parola agli sbirri, insulti verso giudici e giornalisti.

Lasciamo che gli oppressori se ne rendano conto.

Nè la tortura
né la pubblica gogna,
possono disciplinare tutti quelli che resistono ai loro ordini.

Non possono prosciugare la bramosia per una vita libera.

Sbirri, giudici, politici
non avete ragione di dormire in pace.

Solidarietà ai 4 accusati per la rapina della banca di Kozani

Anarchici per l’emancipazione individuale e sociale

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Catalogna: Per l’estensione della campagna per il Febbraio Nero a Barcellona

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Per tutti quelli che vogliono essere solidali in modo coordinato o spontaneo quando le occupazioni combattive e i loro metodi auto-organizzati sono in pericolo; per tutti coloro che vedono chiaramente i paralleli della logica repressiva tra ciò che sta accadendo in Grecia e ciò che sta accadendo qui nello stesso momento storico; per tutti coloro che vedono il chiaro rafforzamento e il coordinamento dell’offensiva attuale da parte degli Stati euro-fascisti contro tutti gli atteggiamenti sovversivi che non sono conformi alle loro linee democratiche -attraverso l’immediato intervento violento contro i nostri spazi, la nostra gente, le nostre quotidiane attività, e la sopravvivenza della nostra stessa auto-organizzazione e lotta.

È diventato ormai evidente che, anche se questa offensiva da parte di diversi Stati è perpetua e in corso, è chiaramente coordinata e diretta in questo preciso momento, al fine di circondare, dividere e distruggere tutte le prassi fisiche di occupazioni, da Barcellona fino alla Grecia. Queste prassi sono necessarie per le nostre attività e la nostra sopravvivenza, e per le azioni di molti di noi.

Gli Stati, in questo preciso momento, attraverso i loro meccanismi fascisti, stanno iniziando e creano un ambiente repressivo e concertato, con le loro strutture gerarchiche, la loro auto-legittimazione attraverso la legge e dei media, e la loro burocrazia capitalista-pragmatica.

Si stanno coordinando verso un obiettivo internazionale repressivo all’interno del colosso militare-industriale-capitalista dell’unione euro-fascista: l’annientamento dell’unica pratica per sovvertire la loro riforma strutturale (la loro crisi), quella pratica che sta cambiando la coscienza della sopravvivenza nelle masse oppresse. Il turismo di massa è uno delle industrie principali di Atene e Barcellona, un settore che ottiene la capacità di distruggere il tessuto sociale, di creare facilmente delle divisioni settarie in base alle condizioni economiche tra coloro che costituiscono la popolazione, e in ultima analisi, di esiliare chiunque che non abbia i mezzi finanziari ai quartieri dormitori o per le strade. L’occupazione, come massima prassi di negazione del concetto di proprietà, è il nemico naturale della classe proprietaria, che comprende lo Stato e le sue società immobiliari – nel centro del loro impero di cemento, rappresenta un’immediata delegittimazione di tutto il progetto, un pericolo per le più grandi industrie, ed una base per la creazione di legami di affinità e di organizzazioni per unire coloro che cercano di dividere.

Da questa prospettiva di un conflitto automatico di interessi, idee, e sopravvivenza, quali azioni possiamo scatenare per affrontare questa brutale offensiva da parte di tutti gli organismi repressivi che si alzano intorno a noi per soffocare le nostre vite?

Qui, proponiamo una diretta, spontanea, coerente azione contro ogni atto repressivo – il che non vuol dire disorganizzato o non premeditato, ma piuttosto sconnesso e decentrato, in modo che, la confidenza, la comunicazione e l’azione stessa, così come la responsabilità delle nostre prassi rimangono all’interno di un gruppo di affinità, in modo che la solidarietà possa essere generalizzata e non concentrata esclusivamente nelle nostre zone e nei nostri nemici personali. Se tutti noi, in tutto il generalizzato movimento di auto-organizzazione da Porto ad Atene – non solo nelle nostre case, non solo nei nostri quartieri, non solo nelle nostre città – ci impegniamo in una solidarietà attiva in questo Febbraio Nero, dal 2 al 12, e in questo modo otteniamo un colpo feroce collettivo con successo, invieremo il messaggio ai compagni imprigionati che non sono dimenticati, e agli Stati che le loro iniziative repressive possono diventare la propria fossa, alla minima scintilla.

Questo è il momento di presentare una rappresaglia massiccia, coordinata e decentrata per difendere i nostri spazi ed i nostri compagni imprigionati, in tutte le città e in tutto il mondo.

Con tutto quello che abbiamo, agiremo per resistere alla loro offensiva con le nostre proprie vittorie, e senza concessioni.

Che possano fuggire i turisti; che possano bruciare le ruspe; che possano le case abbandonate prendere vita e schiacciare il concetto di proprietà. Che possiamo tutti guardarle bruciare, pezzo per pezzo, sotto il loro naso.

fonti: 1, 2, 3

Atene: Fascisti hanno detonato un ordigno incendiario contro lo spazio anarchico Thersitis

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REAGIREMO AD OGNI ATTACCO

Nelle prime ore del mattino del 7 Febbraio, si è verificato un tentativo di incendio doloso contro lo spazio anarchico Thersitis di Atene. Un ordigno incendiario era stato collocato all’ingresso dell’edificio che, tuttavia, non ha causato danni a parte la rimozione della vernice dalla facciata, che è attualmente in riparazione.

Viviamo in un periodo di tensione permanente e di espansione dell’offensiva dello stato-capitalista. In questo contesto, gli spazi auto-organizzati sono sotto costante attacco da parte dei meccanismi statali e dei loro amici intimi: i fascisti. Noi dichiariamo ancora una volta qualcosa che è stato già detto troppe volte: la paura non può sconfiggere l’intrigo per la libertà, che ha imparato negli anni a combattere contro gli attacchi, le strategie e le macchinazioni del mondo del Potere.

Facciamo richiamo ad un incontro di solidarietà oggi, 7 Febbraio, alle ore 18.00 allo spazio esterno a Thersitis, che si trova sull’incrocio delle Vie Nestoros e Evangelistrias nel sobborgo di Ilion. La solidarietà è la nostra arma.

SCHIACCEREMO TUTTI I LORO BATTAGLIONI DI SICUREZZA

Thersitis, spazio di intrigho e sovversione (A)

Kozani, Grecia: Presidio di solidarietà al tribunale per i quattro compagni arrestati per rapine in banche il 01/02/2013

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Kozani, Mercoledì, 6 Febbraio

Un raduno si è svolto questa mattina (06/02) al tribunale di Kozani, dove sono stati portati i 4 arrestati del 1° Febbraio davanti al pubblico ministero e il giudice di interrogazione. Parenti, amici e compagni da Atene, Salonicco, Kozani, Veria e Larissa (circa 80-100 persone) abbiamo unito le nostre voci siamo stati accanto i 4 anarchici. Non ci siamo fermati, anche per un minuto, scandendo slogan di solidarietà fuori dal tribunale, cercando di scaldare i cuori dei compagni. Dei slogan sono stati dipinti sui muri del palazzo di giustizia ed abbiamo messo 4 striscioni di solidarietà nella zona. Il raduno si è concluso con un corteo verso la piazza centrale di Kozani, nel corso del quale siamo stati seguiti da decine di poliziotti anti-sommossa.

Tutti e quattro compagni sono stati rinviati in carcerazione preventiva in attesa del giudizio, e sono stati trasferiti alla prigione di Koridallos ad Atene.

TERRORISMO È DI PENSARE CHE SEI LIBERO
LIBERTÀ PER COLORO CHE SONO NELLE CELE DELLE PRIGIONI
LA SOLIDARIETÀ È LA NOSTRA ARMA

Di seguito un messaggio dei 4 arrestati verso i solidali

Salutiamo i compagni solidali che si sono trovati al tribunale di Kozani.
I loro slogan hanno riscaldato i nostri cuori.
Anche in modo immaginario alziamo i nostri pugni accanto a loro.

VIVA L’ANARCHIA

I anarchici:
Nikos Romanos, Andreas-Dimitris Bourzoukos, Yannis Michailidis, Dimitris Politis

SBIRRI, GIUDICI, POLITICI, NON AVETE ALCUN MOTIVO PER DORMIRE TRANQUILLI
SBIRRI, GIUDICI, POLITICI, NON AVETE ALCUN MOTIVO PER DORMIRE TRANQUILLI

Porto, Portogallo: “Repressione è la paura dei potenti”

Reclamare la nostra libertà e resistere collettivamente contro lo Stato repressivo! Il fascismo non passerà! Solidarietà!
Reclamare la nostra libertà e resistere collettivamente contro lo Stato repressivo! Il fascismo non passerà! Solidarietà!

In Grecia è in corso un attacco organizzato di Stato contro gli spazi occupati. Data la distanza, e non essendo in grado di fare di più, CasaViva mostra la sua solidarietà. Non solo a parole, ma esprimendo solidarietà in uno striscione appeso sulla strada di fronte a dove è ubicata, in una dichiarazione pubblica verso la città, che indichi chiaramente da che parte stiamo.

I nostri compagni sottolineano e rendono chiara l’importanza della pratica quotidiana di trasformare spazi vuoti e chiusi in un prolungamento della piazza dove ci troviamo, in cui l’organizzazione della cooperazione e la condivisione sostituiscono la competitività, il profitto e la leadership. Questo è il modo giusto per esprimere solidarietà: combattere qui mentre combattono lì.

Uno spazio abbandonato rappresenta uno spreco che può essere solo tollerabile fino a quando qualcuno ha bisogno di quello spazio. Da allora in poi il diritto di usarlo deve prevalere sulla proprietà. Al giorno d’oggi, una gran parte di coloro che in Grecia sono vittime di impoverimento forzato, sono sotto attacco da parte di coloro che trasformano la vita in un vuoto, da coloro che rendono impossibile che un sacco di persone abbiano accesso a istruzione e cultura, e che attaccano gli spazi occupati e autogestiti. Questo è doppiamente criminale e non può essere ignorato.

In Portogallo, in cui sta diventando impossibile vivere, bisogna ricordare l’importanza di liberare spazi dalle grinfie del capitalismo e di creare alternative che possono diventare i semi e le basi di un mondo diverso.

Potrebbe essere proprio da lì che le rivoluzioni, quelle dal basso verso l’alto, inizino. E forse è proprio per questo che la repressione, che non è altro che la manifestazione della paura da parte dei potenti, cade sempre su questi progetti.

Grecia: Comunicato della CCF per gli arresti a Kozani

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COMUNICATO CCF

Se parliamo, parliamo perché non abbandoniamo la Cospirazione delle Cellule di Fuoco nella fogna della propaganda dello stato.

Per la rapina in banca nella regione di Kozani gli unici di avere la parola esclusiva sono gli stessi arrestati, i quali non sono membri della Cospirazione. Inoltre, la C.C.F.  non è stata “colpita” da questi arresti e le nostre cellule rimangono illese…

Ma dal momento che la macchina della propaganda dello stato si riferisce costantemente alla Cospirazione, chiariamo la nostra posizione.

I guerrieri urbani anarchici non sono né “bravi ragazzi” e nemmeno hanno bisogno di difesa dagli ipocriti dell’umanità e dagli appaltatori della sensibilità della sinistra.

I guerrieri urbani anarchici abbandonano il ruolo della vittima per prendere una posizione come aggressore contro il silenzio passivo della società.

Sappiamo che la violenza anarchica contro il regime è l’unica strada verso la liberazione. Coloro che esitano ad armarsi, si  dimostreranno troppo vili per vivere con dignità. Lontano dalla retorica umanitaria e dalle lacrime di coccodrillo, sui volti dei detenuti picchiati, sono state attaccate delle scelte specifiche. La scelta di rapinare una banca per  sostenere le illegali cellule anarchiche informali è stato, è e sarà una pratica anarchica.

Nella guerra contro lo Stato e la società non chiedi pietà al nemico. Gli anarchici della prassi non rispettano alcuna legittimità borghese. La questione non è se parlare di arbitrarietà da parte della polizia, ma è di attaccare per primi, qui e ora. Inoltre, la vita sarà sempre parte di un tipo di persone, le persone dell’azione.

Forza agli 4 prigionieri anarchici processati per le rapine a Kozani.

Sosteniamo coloro che sostengono le loro scelte e rimangono impenitenti.

CREIAMO E ORGANIZZIAMO 10, 100, 1000 NUCLEI DI COSPIRAZIONE…

VIVA LA FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE (FAI/FRI)

TUTTO CONTINUA…

I membri incarcerati della CCF

PS: Inviamo la nostra solidarietà con tutto il cuore agli nostri compagni Alfredo Cospito e Sergio Maria Stefani ai quali le guardie umane delle carceri italiane gli vietano le visite, ed all’amico e scioperante della fame dal 4 febbraio Spyros Dravilas del quale il sistema “penitenziario” greco vendicativamente lo priva dei suoi giorni di congedo.

Grecia: Comunicato dei 3 compagni arrestati per le rapine in banche a Velventòs-Kozani

Comunicato:

Rubiamo un paio di parole dalle celle del centro di detenzione dove siamo ostaggi per dichiarare i propri obiettivi e le intenzioni in modo di chiarire la situazione sugli ultimi eventi.

Come anarchici consideriamo la scelta della rapina di una banca come una scelta consapevole di resistenza. La nostra azione non aveva lo scopo dell’arricchimento personale. L’attacco contro i templi del capitale fa parte della nostra azione rivoluzionaria generale.

A proposito della nostre tortura da parte delle forze di repressione, non vogliamo che essa contribuisce come punto per la nostra vittimizzazione. Non ci aspettavamo nulla di diverso dai nemici della libertà. Non dimentichiamo quante persone sono state schiacciate nelle stazioni della polizia e nelle loro prigioni. Che diventino i segni della tortura un’altra occasione per trasformare la rabbia in azione.

Verso i rappresentanti istituzionali della giustizia, il nostro atteggiamento sarà intransigente e senza compromessi.

NON COLLABORIAMO – NON CI APOLOGIAMO

VIVA L’ANARCHIA

I anarchici
Nikos Romanos
Andreas-Dimitris Bourzoukos
Yannis Michailidis

PS. Seguirà un testo dettagliato di tutti e quattro arrestati in riguardo al nostro caso.

Grecia: Aggiornamenti sui quattro compagni arrestati il 1 Febbraio 2013, accusati per il caso delle rapine in banche

Il 3 Febbraio gli anarchici Dimitris Politis e Yannis Michailidis sono stati portati al pubblico ministero presso il tribunale di Atene in materia di appello per quanto riguarda i mandati contro di loro sul caso CCF. Il 4 Febbraio sono stati portati al tribunale speciale di Koridallos durante la 25imma sessione del processo CCF. Entrambi sono stati rimandati nel carcere di Koridallos, dove sono imprigionati pure i membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Dal 5 Febbraio, tutti i quattro compagni accusati del caso della rapina in banca a Velventós-Kozani, vale a dire Dimitris Politis, Yannis Michailidis, Nikos Romanos e Andreas-Dimitris Bourzoukos (gli ultimi due non sono stati ufficialmente rimandati finora) sono stati trasferiti a Kozani, dove il 6 del mese dovranno attendere un’altra udienza al tribunale locale.

Buenos Aires, Argentina: Murales di solidarietà per un Febbraio Nero

Spazi liberati nella guerra contro il Potere! Germiniamo la vita in mezzo alla vostra morte grigia!
Spazi liberati nella guerra contro il Potere! Germiniamo la vita in mezzo alla vostra morte grigia!

Nelle strade di Buenos Aires, abbiamo dipinto un murales in solidarietà con le occupazioni in Grecia e nel mondo, nel contesto del richiamo per un Febbraio Nero.

Questa azione è simbolica, noi non crediamo che dipingendo una parete abbiamo messo il governo greco in scacco matto al suo attacco contro gli spazi occupati che sfidano il Potere. Tuttavia, vediamo in essa il potenziale di ciò che potrebbe significare – cioè, di non rimanere sordi al grido di una solidarietà internazionale.

Certo, uno squat di per sé non costituisce una minaccia al potere e la sua etica. Ciò si riflette dalle migliaia dei squat che vengono utilizzati come “centri di partito” – veri squat-discoteche. Il pericolo è rappresentato dall’approccio e le pratiche di coloro che danno vita ad ogni spazio, da coloro che lo mantengono e resistono giorno per giorno senza paura davanti a un’eminente assalto della polizia. Vari esempi vengono in mente quando ricordiamo sfratti nel contesto specifico di raid della polizia: L’occupazione Sacco y Vanzetti in Cile, l’occupazione Flor do Asfalto in Brasile, o il caso dello spazio occupato Nadir a Salonicco-Grecia.

Accogliamo con piacere la buona notizia riguardo Gabriel Pombo Da Silva (trasferito in un carcere di Madrid) e Mario López (rilasciato dalla prigione sotto cauzione). Forza, compagni!

Azione diretta per Freddy, Marcelo e Juan (in preparazione per il processo, “caso sicurezza“, che riprende ora) e per la Cospirazione delle Cellule di Fuoco e il prigioniero Theofilos Mavropoulos.

Anche se la stampa tace, le mura urlano.
Solidarietà con gli spazi occupati e i prigionieri di guerra.

Nemmeno un millimetro indietro di fronte a degli sfratti;
9 millimetri nelle teste di poliziotti.

in spagnolo