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Toledo, Spagna: Centinaia di pernici liberate da un allevamento di caccia

La vivisezione, i circhi, il latte, le pellicce, la carne, la corrida… si basano tutte sulla stessa ingiustizia. La discriminazione di un/a individux sulla base della sua specie.

Siamo coscienti del fatto che per mettere fine a tutte queste è imprescindibile porre fine allo specismo. Ma mentre questo lento processo avanza è importante che facciamo lo sforzo di tirar fuori dalle loro gabbie tutti gli animali che ci è possibile.

Nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 settembre in un ridotto gruppo di persone ci siamo diretti verso uno dei posti dove lo specismo prende corpo, un allevamento di pernici situato nella provincia di Toledo. Così, poche settimane prima dell’inizio del periodo di caccia abbiamo aperto dei grandi buchi in una delle gabbie-voliere che compongono l’allevamento. Per continuare siamo entrati e abbiamo indirizzato le pernici verso le vie di fuga ottenendo che più di 400 se ne volassero via libere. All’uscita del recinto abbiamo potuto sentirle nei campi adiacenti, che esploravano e volavano.

Questo tipo di attivismo è diretto ed efficace, qualunque persona che lo desidera può realizzarlo.

Fronte di Liberazione Animale

da vozcomoarma

Londra: Impedito lo sgombero d’una occupazione sulla Dove Row in Hackney

20 Settembre

Le forze delle tenebre sono arrivate nel quieto, locale commerciale* di Hackney (un sobborgo di Londra) questa mattina per eseguire le loro intenzioni malizie. Hanno incontrato, tuttavia, una folla abbastanza grande di solidali, la quale ha posto immediatamente resistenza ed ha difeso il fatto che ognuno e tutti hanno il diritto alla casa. I 20 residenti dell’occupazione sulla strada Dove Row sono rimasti nella loro casa, nonostante gli auguri dei sviluppatori di proprietà capitalisti. Dopo l’azione della resistenza, le persone radunate hanno fatto una manifestazione che sia finita al municipio di Hackney.

Viva la resistenza! Case per tutti e tutte!

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* Il riferimento al fatto che quest’immobile viene caratterizzato con valore di proprietà commerciale serve piuttosto come promemoria per le modalità del divieto universale e della severa criminalizzazione delle occupazioni degli immobili residenziali in vigore dal 1° Settembre 2012 in Inghilterra.

Messico : Lettera del compagno ecoanarchico Braulio Durán dal carcere di Cereso a León

Nota: Il compagno Braulio è detenuto dal 24 settembre 2010 con l’accusa di “danni per incendio doloso” in relazione a un attacco incendiario contro una succursale della banca HSBC, azione avvenuta il 17 settembre 2009 nella città di Léon. Dopo un anno di investigazioni la polizia arresta il compagno che viene incarcerato. Braulio dopo quasi due anni nelle gabbie mantiene ferme le sue convinzioni e pratiche, senza negoziare con il nemico. Inviamo un saluto al compagno, molta forza e incoraggiamento, perchè i muri non saranno eterni.

Ciao a tuttx!

Prima di tutto spero stiano bene tutte quelle persone che in una forma o nell’altra lottano per condurre una vita “migliore”. Ricevono da parte mia un abbraccio con molta forza e rabbia. Ho deciso di scrivere alcune parole come volevo fare da tempo, ma per alcune questioni era più complicato del previsto. Mi piacerebbe chiarire che questo scritto non serve a guadagnare “fama” nè qualcosa del genere, è semplicemente che sento il piacere di esprimere le cose che mi sono successe nella mia vita.Molto probabilmente non si sa molto della mia situazione, mi pare di capire che è difficile cercare di sapere qualcosa perché i mezzi di disinformazione sono responsabili di pubblicare solo merda nei nostri confronti (in realtà non me ne frega niente). E allora tutto diventa un pettegolezzo distorto che fa solo una gran confusione.

Come saprete sono attualmente detenuto in una prigione di stato dove sto scontando quasi quattro anni per il reato di danneggiamento da incendio a due sportelli bancomat.La mia situazione carceraria è ora più “tranquilla”, perché l’unica cosa che rimane è scontare la condanna che mi ha imposto lo Stato. Vorrei sottolineare che non è mai stato facile, perché come tutti sappiamo, non è piacevole essere privati della libertà in un centro di domesticazione come questo, ma in qualche modo è stata un po’ meno dura da quando ho deciso di restare in piedi e affrontare il “tempo”.

E’ chiaro, bisogna mantenere i piedi per terra per poter far fronte a una situazione di carcere, non dico che il costo è solo quello che si è, vivere reclusi porta a conflitti sia fisici che esistenziali, ma per esempio io penso che non ci sia molta differenza tra restare imprigionati qui rispetto a fuori, poiché già la maggioranza delle persone (e mi permetto di generalizzare) sono prigioniere dei loro dogmi e credenze, delle loro paure e delle loro comodità (tra cui la tecnologia e il consumismo).

Molto probabilmente non condividono quello che dico, poiché credono che la differenza sia che io sto tra 4 enormi mura con telecamere che mi controllano in ogni momento, ma non è la stessa cosa di vivere in enormi edifici governativi e muri pieni di telecamere ad ogni angolo? Io non credo ci sia molta differenza, perchè penso che se sei schiavo della tua mente, alla fine sei schiavo di tutto.

Tornando un po’ al tema della mia situazione qui nel fortino, mi piacerebbe sottolineare un po’ come è stata la situazione qui, voglio dire, vivere con 5 persone in una cella di 5×5 m e ottenere un’alimentazione vegana… Bè, dal momento del mio ingresso in questo luogo questa si è trasformato in una folle impresa di sopravvivenza, per superare la pressione delle persone con cui vivevo, sopportando forti dicussioni, dopo i colpi, dopo aver vissuto 9 mesi con queste persone ho deciso di trovare un altro luogo dove pensavo di poter vivere “meglio”, ma no, fu lo stesso film, tanto che nel periodo della mia reclusione ho vissuto in 5 celle diverse che ovviamente stanno in diversi dormitori. Ora mi trovo in un dormitorio più “tranquillo” vivendo con solo un amico che mi ha chiesto di andare a vivere con lui, di dargli una mano poiché sta un po’ “malato”, il punto è che ora vivo solo con lui in una cella di 3×3, con una persona anziana, io sono il più giovane del dormitorio.

E per quanto riguarda la mia alimentazione, per la verità è stato difficile perchè in un primo momento avevo l’appoggio di persone che mi davano una mano su quel fronte, la mia famiglia, ma con il passare del tempo è diventato difficile, perchè come tutto, ci si stufa, ma questo non è stato un motivo per cambiare la mia posizione, anzi per me è stato molto importante consolidare questo punto, per quello che penso è una forma di lotta giorno dopo giorno, non si tratta solo di dire “già non ho niente da mangiare, bè, farò anche quello che non condivido”. Mi piacerebbe riprendere le parole di un compagno che sinceramente condivido, in cui diceva: “sono vegano già da diversi anni, per motivi legati alle idee contro il dominio, lontane da un atteggiamento compassionevole, convinto che nella società tecnologica-industriale essere onnivoro sia una contraddizione per chi è contro l’ordine imposto”. Riprendo questo frammento perchè lo condivido, e perchè è questo che rappresenta la mia vita in prigione, sono un vegan straight-edge. Anche se può sembrare una posizione ben precisa, per me va molto al di là di una posizione/stile di vita, è una forma di lotta contro il dominio.

Bene, cambiando un po’ tema mi piacerebbe approfittare della lettera più che altro per mostrare il mio sincero appoggio al compagno Mario Lopez Hernandez che sfortunatamente sta nella stessa situazione in cui io mi trovo, vorrei dirgli che anche se non posso vederlo sono con lui e può contare sul mio appoggio senza condizioni, certo, non posso fare molto ma quello che è nelle mie possibilità lo farò con piacere e rabbia. Forza compagno! Che non si stanchi l’animo, continuiamo come all’inizio con i piedi ben piantati e la convinzione in fronte.

La vita non è facile e ancora meno in prigione, ma non è un motivo per terminarla, tutto il contrario, osservare sempre con intelligenza e fottersene delle forme e norme di imposizione. Alla fine di tutto sia ha sempre una ricompensa che è la libertà totale.

Un’altra cosa che vorrei includere è un ringraziamento a tutti quegli individui che hanno preso il tempo di rivendicare la loro solidarietà con una lettera, una iniziativa e una miriade di cose, grazie moltissime a ognuno/a di voi. Vi invio un bacio enorme in attesa di incontrarci fuori.

Allo stesso modo voglio ringraziare le persone che hanno organizzato cene vegan benefit in Spagna e altre cose in Colombia, Cile, Italia, Grecia, Argentina e nello stesso Messico, un abbraccio fortissimo! Che sentano le mie parole non come un testo di un compagno ma come una qualche lettera sincera, so che molti non condividono lo stesso ma sinceramente non mi importa, io credo nella verà libertà, e non è un capriccio.

Buona fortuna a tutti! Che la lotta non si spenga e ancora meno la voglia di dare una svolta allo stato di cose che ogni giorno governa le nostre vite!

Libertà a Mario López Hernandez e a tutti i prigionieri del Messico
e del mondo!
Forza ai libertari detenuti!
Prigionieri politici liberi!

A presto.
Saluti e anarchia!!!

Sinceramente…
Braulio Durán.

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Indonesia : “Lunga Vita al Luciano Tortuga” Cellula-Cospirazione Internazionale per la Vendetta-FAI/FRI attacca una stazione elettrica con un congegno incendiario a Manado

C’è sempre un motivo per dire che la mancanza dei numeri è la ragione principale. Ma per noi l’unico ostacolo è la paura. Teorie, ragionamenti e situazioni sono i muri del labirinto che sempre diventa una ragione per l’ostruzione e la restrizione. Così come le accuse che il rapimento di due membri, dei nostri compagni Billy e Eat, siano una barriera per ulteriori azioni di distruzione.

Il 23 agosto, ad un impianto di energia a Kotamobagu, nord Sulawesi, abbiamo posizionato un congegno incendiario che non si è innescato. Siamo rimasti delusi da noi stessi e dalla capacità di ogni individuo coinvolto nell’attacco. Ma dall’altro lato, abbiamo imparato che nessuno dovrebbe dispiacersi. Questa notte, 31 agosto, abbiamo commesso di nuovo gli stessi “crimini”, lasciando un congegno per bruciare una stazione
elettrica a Ruminting, Manado.

L’obiettivo è chiaro. Siamo arrabbiati! Molto arrabbiati!

Questa azione è anche una risposta alla solidarietà illimitata ricevuta da molti compagni e compagne di ribellione.

Agli incontrollabili e coraggiosi compagni nell’oscurità in Bolivia, Cile, Messico, Grecia, Argentina e Inghilterra così come in altri posti mai menzionati. Ad Olga e ai compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco e a Tasos Theofilou che è stato recentemente arrestato per essere anarchico. Non dimentichiamo nemmeno di menzionare Theofilos Mavropoulos, Gabriel Pombo Da Silva, Rami Syrianos, e Marco Camenisch in sciopero della fame. Tutti voi siete ribelli che ci hanno ispirato, anche se siete imprigionati dietro le sbarre.

A Luciano Tortuga e Mario López, non dimentichiamo nemmeno di menzionare Ivan Silva e Carla Verdugo in Cile. Henry Zegarrundo, Juan Aliste Vega, Freddy Fuentevilla Saa, Marcelo Villarroel Sepúlveda sono anche di ispirazione. Non dimentichiamoci di dissidenti come Felicity Ryder, Nikos Maziotis e Pola Roupa also fino K. il membro latitante della Long Live Luciano Tortuga Cell–FAI/FRI.

Con la faccia piena di vergogna menzioniamo i nostri due compagni di lotta, membri della Long Live Luciano Tortuga Cell–FAI/FRI, Billy Augustan e Reyhard Rumbayan (Eat). Non dimentichiamo il coraggioso di Kulon Progo, Tukijo. A questi mandiamo i nostri saluti con la luce dei fuochi dalle strade. A loro mandiamo il nostro amore.

Queste azioni sono anche una manifestazione di rabbia e delusione. Impazienza per quei ribelli che dopo gli attacchi sono tornati a correre e nascondersi e hanno passato molto tempo in attesa, inclusi noi stessi.

Compagni, è tempo di contrattaccare.
Non aspettate. E’ tempo di fare luce!
Lunga vita all’anarchia!

“Lunga Vita al Luciano Tortuga” Cellula
Cospirazione Internazionale per la Vendetta
Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale
(FAI/FRI)

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Barchem, Paesi Bassi : Dichiarazione di alcuni degli imputati del caso dei “Barchem 4”

Queste parole sono per tutti quelli tra noi che si sono sentiti impotenti di fronte a un nemico mille volte più grande di noi.

Negli ultimi anni la repressione contro ogni lotta di liberazione è aumentata. In diversi paesi l’attenzione delle autorità si è concentrata su diversi movimenti, ma la sostanza rimane la stessa: Stati e governi proteggono gli sfruttatori, non gli sfruttati. Proteggono gli esecutori, non le vittime. Proteggono quelli che stuprano, uccidono e schiavizzano. Non quelli che sfidano l’esistenza stessa delle gabbie. Per fare questo, stanno utilizzando nuove leggi, unità speciali della polizia, sempre maggiori e migliori tecniche di sorveglianza.

In questo caso recente contro il movimento di liberazione animale, quelli che scrivono sono stati accusati di un ‘crimine’: di avere presumibilmente liberato quasi 5000 visoni dalle loro gabbie, dove avrebbero scontato una vita di paura, angoscia e reclusione prima di venire uccisi e trasformati in cappotti di pelliccia, nell’allevamento di animali da pelliccia del villaggio olandese di Barchem. Per questa ragione affronteremo il processo dal 25 al 27 settembre in Olanda.

Non sprecheremo ulteriori parole sull’evento specifico, considerando il fatto che il processo non è ancora cominciato, ma ci piacerebbe offrire la nostra prospettiva al movimento su cosa sta facendo la repressione, su cosa la repressione significa realmente per noi.

La repressione deve essere affrontata a testa alta. Dobbiamo aspettarcela, dobbiamo essere preparati e pronti ad accettare le conseguenze per aver sfidato la realtà delle cose. Senza questa consapevolezza vivremo la nostra vita nella paura, e non saremo in grado di lottare in alcun modo efficace. La repressione nasce dall’efficacia. Ogni azione ha una reazione, ecco perchè i governi e la polizia intervengono per fermare i metodi efficaci che usiamo per raggiungere i nostri scopi. Se fossimo stati inefficaci, allora niente sarebbe stato fatto per fermarci, perchè alle autorità non sarebbe interessato.

Dobbiamo accettare l’idea della repressione, se quello che vogliamo è creare una lotta che porterà a un qualunque tipo di cambiamento. La repressione e il reale cambiamento sono di base due lati della stessa medaglia. La peggiore reazione alla repressione è per noi di fuggire impauriti. E’ questo che dà alla repressione il suo potere. Come movimento scegliamo come reagire alla repressione, e se possiamo permettergli di toccarci o meno. Continuare con le campagne che loro cercano di fermare è in assoluto il miglior modo di sfidare e combattere la repressione. Ritornare più duri, migliori, meglio organizzati, più forti e più preparati. Aspettarsi e affrontare la repressione in modo da attenuare il suo impatto nel momento in cui arriva. Imparare dai nostri errori reciproci e rafforzare le nostre strategie. Altrimenti, lasciamo le autorità con un modello che possono usare per schiacciare ogni tipo di dissenso, in ogni altro tipo di movimento.

E’ così che lavorano: colpiscono uno di noi per educarne mille. Questo è il vero scopo degli arresti e delle perquisizioni, dell’isolamento e della prigione. E’ la loro arma migliore: instillare la paura nelle nostre teste per renderci disarmati, per ridurci al silenzio.

Per questa ragione, mentre affrontiamo questo processo ci piacerebbe che tutti ricordassero che anche noi abbiamo la nostra arma. E’ un’arma più forte delle loro perchè è costruita sull’empatia e sulla rabbia, ha le sue basi nella passione e sincerità tra persone che condividono lo stesso senso di urgenza: è chiamata solidarietà.

Solidarietà significa supportarci gli uni con gli altri nel momento del bisogno, ma anche contrattaccare, non lasciare che la paura vinca sulle nostre vite, o ci fermi dall’essere efficaci. Significa unirsi come movimento, con tutte le nostre forze, capacità, e conoscenze. E in definitiva, unirsi attraverso il nostro obiettivo condiviso: la fine dello sfruttamento crudele degli altri esseri viventi e del pianeta che ci ospita tutti.

La solidarietà è la chiave per mantenere viva ogni lotta e per creare un movimento che non saranno mai in grado di spezzare.

Perchè nessuno è libero, finchè TUTTI non sono liberi!

Alcuni imputati del caso “Barchem 4”

fonte —versione in tedesco qui / sito di supporto qui

Messico: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco armato contro una auto di pattuglia della polizia municipale nel comune di Valle de Chalco in EdoMex

Abbiamo deciso di partecipare alla chiamata dei gruppi anarchici e gli individui che non si limitano alle parole e alle maledizioni contro la pace sociale, e prendono in mano la decisione per far saltare il sistema del dominio, trasformando la solidarietà diretta con i nostri fratelli e sorelle in pratica.

Per questa ragione, rivendichiamo la responsabilità di un nuovo attacco contro le merde in divisa: abbiamo aperto il fuoco contro l’auto della pattuglia 282 della polizia municipale della Valle de Chalco in EdoMex, uccidendo tutti i membri dell’equipaggio.

Non abbiamo attaccato un’unità di trasporto pubblico, abbiamo sparato contro una macchina della polizia, cioè rispetto ad un obiettivo ben identificato nella nostra lotta fino alla morte contro il sistema del dominio e dei suoi servi.

Se avessimo ucciso solo un poliziotto in uniforme, e il resto dell’equipaggio erano personale civili e membri della famiglia di quel poliziotto municipale, come ai mezzi di comunicazione di massa con stupore piace di “lamentarsi”, non avremmo nessun rimpianto. Li avremmo attaccati di nuovo senza rimorsi. Non ci sono colpevoli o innocenti nella lotta per la distruzione dell’esistente. Chi nutre questo sistema di morte è il nostro nemico.

Vogliamo anche chiarire che non sappiamo nulla per quanto riguarda il poliziotto che è dato per disperso. Noi non rapiniamo, e non imprigioniamo nessuno. Noi non crediamo nelle carceri, né nelle cosiddette “prigioni del popolo”. Lottiamo per la liberazione totale, non per imporre un altro sistema che sia altrettanto repressivo.

Salutiamo i gruppi informali e gli anarchici-individualisti che hanno aderito a questa nuova azione coordinata! Il caos è tornato per tutti coloro che pensano che sia morto.

Solidarietà diretta con tutti gli anarchici imprigionati in Messico, Cile, Grecia, Italia, Indonesia, Stati Uniti, Svizzera e in tutto il mondo!

Contro ogni dominazione! Fuoco al Potere!
Che la lotta sia diffusa! Viva l’anarchia!

Cellula Insurrezionale Mariano Sanchez Añon (CI-MSA),
frazione della Federazione Anarchica Informale del Messico (FAI-M)

fonte

Note dei traduttori
Lo Stato del Messico, spesso abbreviato in ‘EdoMex’ (da Estado de México in spagnolo), è una delle entità federali (31 stati e 1 distretto federale), che costituiscono l”Unità degli Stati del Messico “(aka Messico).
Secondo ad altri rapporti provenienti dalla stampa regime, gli occupanti del veicolo di pattuglia, due uomini ed una donna che sono stati uccisi nell’imboscata del Martedì, 18 Settembre, erano tutti poliziotti: uno in divisa e due in borghese.
“Prigioni del popolo” (Carceles del pueblo) si riferisce a quanto pare per le celle segrete, gabbie, ecc utilizzate per il rapimento e l’incarcerazione di funzionari statali dai combattenti per la liberazione nazionale, come la guerriglia MLN-Tupamaros.

Da Zurigo a Atene: La Solidarietà attraversa i confini

Slogan per l’immediata liberazione di Marco Camenisch e in solidarietà con i tre membri della Lotta Rivoluzionaria sono stati scritti nella città di Zurigo.

Ad Atene ha avuto luogo un intervento davanti alla corte marciale del carcere femminile di Korydallos, dove si svolge il processo del caso della Lotta Rivoluzionaria. Nel mese di Settembre, i membri del Soccorso Rosso Internazionale dal Belgio, Italia e Svizzera hanno viaggiato ad Atene per assistere al processo in solidarietà con i tre membri della Lotta Rivoluzionaria e quelli perseguiti per lo stesso caso.

La lotta continua…

Mosca: Attacco contro gli estremisti di destra alla “marcia dei milioni”

Il 15 Settembre si è svolta la “marcia dei milioni” a Mosca (la terza di una serie di proteste contro la presidenza di Putin), durante la quale i nazionalisti hanno tentato di invadere l’area del raduno gridando dei slogan. Sono stati respinti dai compagni con una pioggia di bottiglie, pietre e bastoni. L’ex leader del cosiddetto “Movimento contro l’immigrazione” Alexandr Potkin è stato colpito con una mazza, mentre i suoi seguaci fuggirono lasciando dietro di sé le loro bandiere e sciarpe.

foto e video

Atene: Intervento antifascista contro l’Alba Dorata

Il Sabato sera, 15 Settembre, 100 antifascisti anarchici con circa 50 motociclette hanno percorso il centro di Atene lanciando volantini e incollando manifesti contro gli attacchi neo-nazisti nelle zone del centro. La ronda antifascista attraversò le aree di Metaxourgeio, Aghios Pavlos, Piazza Vathis e Piazza Omonia.

Nel loro proclamo, i compagni hanno scritto: “La nostra azione mira alla mobilitazione dei riflessi antifascisti e dell’auto-difesa di classe […]. Le strade sono nostre, di coloro che lottano, dei poveri e degli esclusi.”

Video dell’azione diretta

Lo slogan che si sente dice “fascisti, bastardi, presto arrivano le forche.”

fonte

Italia, 14/9: Due compagni arrestati con l’accusa dell’attacco contro Adinolfi

Dopo una lunga estate, durante la quale sono state avviate le operazioni “Ardire”, “Mangiafuoco”, “Ixodidae (Zecca)” e “Thor”, gli anarchici hanno preso il primo posto tra il nemico interno che deve essere sterilizzato per evitare il contagio pericoloso e virulento delle ostilità e della lotta…

Una nuova operazione repressiva, organizzata dal pm di Genova dopo l’azione contro Roberto Adinolfi (il 7 Maggio), l’amministratore delegato della ditta nucleare italiana Ansaldo Nucleare, ha portato le unità del Ros e la DIGOS all’interno dei appartamenti di numerosi compagni, mentre due anarchici torinesi, Alfredo Cospito e Nicola Gai, sono stati arrestati il 14 Settembre. Una terza compagna, Anna Beniamino, è sotto inchiesta, ma non in prigione.

I media del regime parlano di indagini e di incursioni a Torino, Cuneo, Pistoia e Bordighera. Inoltre, secondo i giornalisti, tra gli elementi in possesso degli investigatori ci sono filmati sia con Alfredo e Nicola visti alla stazione ferroviaria di Genova, così come dati dalle telecamere di sorveglianza (attribuzione alle autorità il beneficio del riconoscimento biometrico facciale), ecc.

Alfredo, Anna e Nicola hanno rilasciato pubblicamente delle prove sulla sorveglianza permanente su di loro per mesi, compresi le microspie e le telecamere nelle loro case, il monitoraggio costante della polizia e in seguito il pedinamento (vedi i, ii, iii, iv).

I due compagni stano nel carcere Torino, in attesa della convalida dei loro arresti/detenzioni pre-processuali. Nei prossimi giorni, è possibile che essi saranno trasferiti in un altro inferno. Nel frattempo, è possibile scrivere e inviare telegrammi a loro:

Nicola Gai
Alfredo Cospito

C.C. via Pianezza 300, IT-10151 Torino

Solidarietà con gli arrestati e quelli sotto inchiesta.
Libertà adesso per Nicola e Alfredo!

Aggiornamento: Il GIP ha convalidato l’arresto di Alfredo, mentre ha respinto quello di Nicola, che comunque resta in carcere in seguito ad una nuova ordinanza di custodia cautelare.

Aggiornamenti seguiranno qui: informa-azione.info

Grecia: Lettera dal compagno anarchico ricercato Giannis Mihailidis riguardo le accuse sull’incidente nell’isola Paros

Il 10 agosto è avvenuta una rapina in una banca nella località di Naousa sull’isola di Paros. Durante la fuga i responsabili hanno ucciso con un colpo un tassista, che nel suo fervore di buon cittadino aveva tentato di ostacolare la loro fuga. Il 18 agosto il compagno anarchico Tasos Theofilou è stato arrestato nel quartiere Kerameikos di Atene. Ha scoperto con sorpresa di essere accusato di aver preso parte a questa rapina, la prova della sua partecipazione sarebbe nel ritrovamento di tracce del suo DNA (preso nel commissariato centrale di Atene dopo il suo arresto) con un cappello ritrovato sul posto dove sono avvenuti i fatti. Tutta la spazzatura giornalistica del paese pubblica le sue foto e tutti i media di comunicazione lo descrivono come “mostro”, “psicopatico terrorista”, ecc. e inoltre segnalano due altri compagni, da più di un anno e mezzo ricercati per l’appartenenza alla CCF, Giannis Mihailidis e Dimitris Politis, come suoi complici. Tasos Theofilou si dichiara anarchico ma nega la partecipazione alla rapina a Paros. E’ stato quindi portato davanti al procuratore K. Baltas incaricato del caso della CCF, perchè la polizia insiste di averlo visto un anno e mezzo fa in compagnia di persone che furono poi arrestate nell’operazione antiterrorista del 4 dicembre 2010 (in cui furono presi Kostas Sakkas, Stella Antoniou, Alexandros Mitrousias e Giorgios Karagiannidis, che negano l’appartenenza alla CCF). Infine i giudici decidono di metterlo in carcerazione preventiva, sia per la rapina e l’omicidio di Paros sia per l’appartenenza alla CCF. Data l’ondata di disinformazione lanciata da stampa, TV, poliziotti e giudici, il compagno latitante Giannis Mihailidis ha pubblicato la lettera che segue.

Una piccola narrazione di una storia di illegalità…

Comincio a scrivere a causa delle accuse mosse a mio carico dai Mezzi di Inganno di Massa (i media), come complice nell’omicidio di un infame durante una rapina a Paros. La principale ragione per cui scrivo è per rompere il monopolio del discorso delle autorità, almeno intorno alla mia persona e alle mie scelte.

Ovviamente fa particolarmente arrabbiare vedere qualunque piccolo viscido giornalista che ha imparato a strisciare e a fare quello che gli dicono i suoi superiori di fare descrivermi come “spietato”. Spietati sono coloro che riproducono le menzogne che potrebbero portare le persone alla distruzione.

Quindi interrompo il silenzio che in uno stato di illegalità pensavo mi avrebbe aiutato a muovermi più con calma, e ho scelto di parlare. Tuttavia non voglio parlare in maniera parziale e creare un’immagine vittimista di me stesso, quindi mi esprimerò in maniera totale.

Per cui parliamo di me… Continue reading Grecia: Lettera dal compagno anarchico ricercato Giannis Mihailidis riguardo le accuse sull’incidente nell’isola Paros

Bristol, UK: Azione diretta contro missionari cristiani

Nelle prime ore di questa mattina, Jesus Kingdom City (parte dei crociati pentecostali della Chiesa Cristiana Redenta di Dio), con base nel centro città e predatori dei quartieri degli sfruttati, alleati con altri missionari in Africa e Asia, hanno visto il loro minibus dato alle fiamme su Beaufort Road, St George, a Bristol.

“Siate fruttuosi e moltiplicatevi, riempite la terra, e sottomettetela; dominate i pesci del mare e gli uccelli del cielo, e ogni cosa vivente che si muove sulla terra”
–Genesi 1:28

“Una donna che ha paura del Signore, deve essere venerata”
–Proverbi 31:30 (dalla pagina principale del sito web di Jesus Kingdom City)

“L’umanità non sarà libera finchè l’ultimo re non sarà strangolato con le budella dell’ultimo prete”
–Denis Diderot

Dalle prime società basate sulla classe sociale, la religione ha significato il rafforzamento della sottomissione, punizione, debito, sacrificio, autodisprezzo e moralismo. Nello specifico, il Cristianesimo è sempre andato per mano con la colonizzazione europea, spesso spianando la strada all’egemonia militare/economica allo scopo di sottomettere e indottrinare le popolazioni potenzialmente scomode. Questo lavoro infame continua oggi nelle missioni, attraverso la logica paternalista dello sviluppo e dell’integrazione, tramite la propagazione della supremazia dell’uomo sulla donna e dell’umano sulla natura.

Vittoria per lo sciopero della fame di Marco Camenisch, a cui si è unitaElisa di Bernardo!

Saluti iconoclasti ai membri della prima fase della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, in particolar modo questa volta a Olga Ekonomidou che ha sostenuto 53 giorni di reclusione in isolamento per la sua continua insubordinazione; al compagno Tortuga; agli elementi informali a Melbourne; e agli eretici anarchici colpiti dalla repressione in Italia.

Questa volta l’obiettivo della nostra negazione è stato il Cristianesimo – nel futuro saranno facilmente altri spettri (religiosi o non) tra coloro che cercano di reprimere e ridurre l’assoluta sovranità delle individualità uniche dentro a categorie, identità e moralità.

Walk into the night of chaos…

Associazione del Libero Pensiero/Frazione dei Rinnegati del Genere

Birmingham, Regno Unito: Sei persone in carcere per imboscata armata contro la polizia durante la rivolta di agosto 2011

Nicholas Francis, Tyrone Laidley, Renardo Farrell, Wayne Collins, Jermaine Lewis e Amirul Rehman

Questi sei ribelli sono stati incarcerati dallo Stato britannico in vendetta per l’imboscata tesa verso la polizia da un gruppo di circa 40 rivoltosi ad Ashton, Birmingham, durante le rivolte dello scorso agosto. Il gruppo di riottosi, sostiene l’accusa, ha dato fuoco ad un pub per attirare la polizia sul posto, e poi attaccarla con diverse armi da fuoco, costringendo gli sbirri, e un loro elicottero, a fuggire.

Il giudice bastardo imparruccato William Davis, riassumendo dopo aver espletato i suoi doveri di carceriere dei nemici dei ricchi e dei potenti, ha dichiarato: “Lo scopo, lo scopo condiviso, era di comportarsi in modo tale da attirare la polizia sulla scena, e poi attaccarla”.

Francis, Laidley, Farrell, Collins e Lewis – tutti ragazzi intorno ai 20 anni – hanno ricevuto sentenze dai 18 anni (per Renardo Farrell) ai 30 anni (per Nicholas Francis), con accuse di sommossa, incendio e possesso di armi da fuoco “con l’intento di mettere in pericolo delle vite”. Il diciassettenne Amirul Rehman è stato condannato a 12 anni.

Questi sei ragazzi si uniscono a migliaia di altri che si sono rivoltati nell’agosto 2011 e sono oggi rinchiusi come ostaggi nel sistema carcerario britannico. Forza a tutti quelli che hanno alzato i pugni contro gli oppressori – che tutti i combattenti possano tornare nelle strade con dignità!

NO JUSTICE NO PEACE – FUCK THE POLICE!

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Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’incendio al quartier generale di Trastor, compagnia di investimenti in beni immobili

FAI/IRF CONTRO OGNI NAZIONE

Siamo testimoni delle più estreme contraddizioni che sono nate e morte in questo mondo di merda. Mentre i calcolatori degli apprendisti stregoni di statistiche economiche stanno contando 23.000 morti in Siria, miliardi di persone guardano infatuate i Giochi Olimpici di Londra; la distanza tra le Olimpiadi e gli spari “reali” nel campo delle operazioni di guerra si situa solo nel semplice premere un bottone su un controllo remoto. Se solo potesse succedere… se tutti questi fiumi di sangue potessero diventare un torrente impetuoso che annega atleti e spettatori. Se solo potesse succedere. Possiamo pensare allo stesso modo a tutte le migliaia di persone senza tetto che “rovinano” l’immagine della città spaventosa, mentre i ricchi si godono i loro comforts di lusso nei giardini di Ekali e Kifissia (due dei quartieri più ricchi di Atene). Società che, nonostante le loro contraddizioni, riescono a riprodurre la puzza disgustosa che emettono, sezionando tutti e tutto, fabbricando centinaia di microcosmi.

Il potere non è una struttura compatta ma un edificio diffuso, situato sulle strutture sistemiche – economiche, istituzionali, ecc. – e sulle relazioni umane. A cominciare dalla divisione sociale in sotto-unità antagoniste le une con le altre, la costante frammentazione continua nella vita quotidiana dell’individuo all’interno del mondo capitalista; in ogni aspetto della vita dell’individuo, in ogni campo di espressione.

A questo punto il sistema completa la sua “onnipotenza”, al punto in cui innalza muri di isolamento perfino nel più triviale dei processi di tutti i giorni. Al punto in cui i paraventi della rassegnazione e dell’indifferenza cadono, lì sale la febbre del più squallido tipo di egoismo, dell’ego più meschino, un senso esaltato di passivo midenismo.

Il risultato pratico della precedente affermazione può essere riscontrato sia nel possesso materiale di illusioni nell’era della prosperità capitalista – casa, auto, crescita rapida della “piccola proprietà” – sia nell’emigrazione per lavorare all’estero in condizioni di crisi economica. E’ la stessa ideologia dello stile di vita moderno con alcune varianti. Dalle illusioni dell’assalto furibondo alla proprietà alla fuga disperata.

“Quando, alla fine della loro vita, la maggior parte delle persone si guardano indietro, troveranno che hanno vissuto per tutta la loro vita ad interim. Saranno sorprese di scoprire che la cosa principale che si sono lasciate sfuggire non apprezzandola e non godendosela è la loro stessa vita. E così un uomo, essendo stato ingannato dalla speranza, danza nelle braccia della morte” (Arthur Schopenhauer).

Come risultato dell’intensità osservata nella macchina sociale vi è il momento della crescita dei fascisti; un fatto che in nessun modo passa inosservato. Stiamo parlando di un cambiamento generale della società e dello Stato verso direttive razziste/fasciste/nazionaliste. Questo può sia riguardare i corpi di donne sieropositive che vengono umiliate dalla collaborazione degli sbirri con il KEELPNO (“Centro Ellenico per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie”) e i mass-media, sia i crescenti pogrom contro gli immigrati e le dozzine di attacchi omicidi contro di loro. Operazioni “legittime” e “illegali” diventano la stessa cosa, sotto il nome ironicamente allegorico di “Xenios Zeus”. Il culmine dell’operazione democratica è stato l’assassinio di un migrante iracheno (su Anaxagora street, ad Omonia) da squartatori identici ai alba d’orati [partito greco nazionalista-fascista].

Quindi, la conclusione è che il meccanismo dello Stato si muove contro i migranti riflettendo una DOMANDA SOCIALE; l’odio razzista di ogni ellenico macho con un’anima di merda si somma alla richiesta di sicurezza. Il coltello dell’insulso pseudo-egoismo del masturbatore dall’animo greco va cercato vicino agli autobus e ai furgoni della polizia e ai campi di concentramento per immigrati, e le costole di qualche immigrato a caso verranno accoltellate alla prima opportunità con quel coltello, seguendo la logica della responsabilità collettiva.

In nessuna circostanza mettiamo in luce questi incidenti da una prospettiva vittimista, e nemmeno ci consideriamo o auto-nominiamo protettori di nessuno; lontani da una retorica che santifica tutti i migranti e li trasforma in un tutto unificato, crediamo negli umani, nelle prese di posizione e nelle scelte, e in base a queste valutiamo gli altri e ci facciamo valutare.

Siamo in guerra con il sistema, e i fascisti non ne sono che una parte, sempre evidenti in specifici periodi storici con obiettivi molto specifici e ruoli distinti. Ecco perchè l’attacco ai fascisti non dovrebbe essere percepito come un colpo contro l’aberrazione “non democratica” – con l’uso di espressioni come “gang” o facendo appelli a rendere Chrissi Avgi/Golden Dawn illegale – ma come un attacco contro la democrazia nel suo insieme e, ovviamente, contro i ciarlatani della sinistra di tutti i tipi e di tutte le tendenze, che acconsentono come stupide vergini e poi si incontrano con il macellaio di palestinesi Peres.

Quindi, la nostra progettualità non può essere che quella del conflitto totale con i fascisti così come con ogni fronte del complesso autoritario. Con i coltelli che ornano i nostri corpi, le nostri armi puntate alle loro teste, le nostre bombole del gas ed esplosivi posizionati nei loro uffici e nelle loro case.

Viaggiando mentalmente ai bordelli delle prigioni in cui i nostri fratelli e le nostre sorelle sono tenuti prigionieri: durante l’ultimo periodo, una lotta molto importante è stata lanciata dagli anarchici ostaggi dentro le prigioni greche; una lotta che è orientata verso il rifiuto della perquisizione delle cavità corporali, il tentativo di offendere la dignità di un prigioniero. I prigionieri anarchici che rifiutano di sottostare a questo processo offensivo vengono trascinati alla tortura fisica e mentale dell’isolamento, che ha raggiunto il suo picco con la rissa nelle prigioni di Domokos tra le guardie e i compagni membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco Panagiotis Argirou e Gerasimos “Makis” Tsakalos, e più recentemente con il caso dell’anarchico Rami Syrianos – che è riuscito a uscire dall’isolamento dopo aver vinto con il suo sciopero della fame – così come il caso dell’anarchica e membro della CCF Olga Ekonomidou. Entrambi hanno pagato, con decine di giorni di isolamento, il prezzo delle loro scelte, per aver rotto con questa misura “penitenziaria”. L’ultimo è stato il caso del compagno anarchico Sokratis Tzifkas: dopo il suo ritorno dall’ospedale (a Thessaloniki), dove era stato ricoverato per motivi di salute, ha rifiutato di spogliarsi per la perquisizione ed è stato torturato dagli sbirri nella prigione di Diavata, dove lo hanno tenuto in isolamento per 10 giorni in condizioni orribili. E’ importante citare il fatto che la nostra compagna Olga Ekonomidou è anch’essa stata torturata con l’isolamento per 54 giorni nello stesso carcere.

Come segnale minimo di solidarietà con l’anarchico Sokratis Tzifkas, così come con tutti gli ostaggi anarchici nelle prigioni che sono stati recentemente torturati con l’isolamento, nella sera di lunedì 13 agosto abbiamo piazzato un congegno incendiario contro Trastor REIC – precedentemente conosciuto come Piraeus REIC, una sussidiaria di Piraeus Bank – al 5° piano dell’edificio di Davaki Street 1 e Kifissias Avenue 116 ad Atene, una compagnia di investimenti immobiliari che partecipa anche in altri affari economici come compravendite, investimenti, ecc.; insomma, una compagnia che può essere un obiettivo come tanti altri.

Solidarietà con i rivoluzionari ostaggi nelle carceri.
Forza ai compagni ricercati in tutto il mondo.

Un pugno alzato per Luciano “Tortuga”; la tua ultima lettera ci ha toccato il cuore.

Con rabbia, andiamo incontro a nuove battaglie contro il nemico e contro gli aspetti deboli di noi stessi.

Guerra contro la civilizzazione!
Lunga vita all’Anarchia!

Federazione Anarchica Informale
Fronte Rivoluzionario Internazionale
Unità “Fuoco alle Aziende Sfruttatrici”

PS. Forse uno dei pochi avvenimenti piacevoli di questa estate è stato la vista di un idiota morto (il civile che ha cercato di fermare i rapinatori durante la loro fuga, ed è morto subito dopo essere stato colpito) sull’isola Paros. La sua stupidità ha raggiunto livelli tali che ha sacrificato la sua stessa vita per qualche migliaia di dollari che erano appena stati rubati da una BANCA! Questo è il futuro che attende i cittadini-infami che vestono le uniformi dei poliziotti e pensano di essere eroi.

in inglese qui

Grecia : Salonicco: Sfrattata l’occupazione Delta

Occupazioni a tempo indeterminato

Intorno alle 07:30 del Mercoledì 12 Settembre, a Salonicco, almeno cinque squadroni della polizia antisommossa (MAT) e due jeep dell’unità repressive speciali dell’antiterrorismo sono arrivate in fila al di fuori dell’occupazione anarchica Delta ed hanno preso d’assalto l’edificio subito dopo.

Dieci persone sono state arrestate all’interno dell’edificio e altri che sono arrivati ​​in solidarietà sono stati arrestati sulla strada. Inoltre, altri solidali che si sono riuniti nei pressi dell’occupazione sono stati circondati e tagliati fuori dalla polizia.

I poliziotti hanno perquisito l’edificio a più piani (occupato dal 2007) ed hanno sequestrato numerosi oggetti personali degli occupanti, comprese le infrastrutture, come computer e dischi rigidi, ma anche dei contanti. Inoltre, la polizia ha ufficialmente rilasciato un filmato con video muto dall’invasione delle forze speciali nell’occupazione. i squadroni dell’antisommossa hanno circondano la zona dove si trova l’edificio, e il suo ingresso anteriore è stato sigillato.

Quelli che erano arrivati ​​in solidarietà e sono stati arrestati sono stati rilasciati.

I dieci compagni che sono stati arrestati all’interno dell’occupazione sono ancora detenuti nella sede della polizia di Salonicco (GADTH); sono dovuti a comparire dinanzi al procuratore o stasera o domani (13/9). Sono accusati di reati minori (per quanto ne sappiamo fino ad ora).

Un’assemblea anarchica d’urgenza per quanto riguarda lo sfratto violento dell’occupazione Delta si è svolta alle 13:00 al Politecnico di Salonicco, dove circa 100 persone in solidarietà, insieme con i membri della collettività dell’occupazione, hanno deciso di fare le seguenti azioni:
i) Raduno di contro-informazione microfonica per oggi, 12/9, in Kamara alle 18.30, in attesa di ulteriori informazioni su i compagni arrestati.
ii) Manifestazione di protesta davanti alla sede della polizia di Salonicco alle ore 21.00, nel caso in cui gli arrestati saranno ancora tenuti prigionieri.
iii) Raduno di solidarietà presso la corte di Salonicco il 13/9, se davvero gli arrestati compariranno davanti al pubblico ministero domani.
iv) Successiva assemblea aperta per organizzare azioni di solidarietà il 13/9 al Politecnico di Salonicco alle ore 18.00.

Raduno di contro-informazione attraverso sistema di audio per oggi:
Tutti in Kamara (centro di Salonicco) alle 18,30!
Nessuna macchinazione repressiva del potere dovrà rimanere senza risposta.
La solidarietà è la nostra arma.

L’occupazione Delta resterà! Giù le mani dalle nostre vite!

Si noti che tutti i proventi del concerto dal vivo organizzato dal gruppo BausMaus questa sera, alle 23.00, al di fuori della Facoltà di Biologia a Salonicco, andrano per le spese legali che si presenteranno per la difesa dei compagni perseguiti dopo l’operazione repressiva contro l’occupazzione Delta.

Fonti: 1, 2, 3, 4

Santiago, Cile: Aggiornamenti dai combattimenti di strada del 9 Settembre

Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione del 9 Settembre 2012 nel Santiago del Cile, 39 anni dopo il colpo di stato dell’11 Settembre 1973, che ha portato al potere il dittatore Pinochet. La marcia in memoria di tutte le persone cadute, uccise, e scomparse in seguito, è stata richiamata dalle associazioni dei parenti dei detenuti scomparsi ed associazioni per i diritti umani, mentre il punto di pre-concentrazione per i gruppi dei manifestanti provenienti da diverse aree politiche è stata la Plaza de Los Héroes / Piazza degli Eroi.

Poco dopo l’inizio della marcia, dei manifestanti incappucciati hanno cominciato i primi scontri. In via San Martin, è stato attaccato con pietre e vernice l’edificio appartenente al Ministero della Pubblica Istruzione, rompendo finestre e danneggiando parte degli interni. Inoltre, una molotov è stata lanciata al primo piano, causando un incendio che è stato spento dal personale del palazzo prima che si diffondesse.

I conflitti e gli attacchi ad i poliziotti sono continuati nella zona della vecchia stazione ferroviaria di Mapocho. In via Recoleta è avvenuto un attacco alla filiale della banca BCI, che è stata saccheggiata e parzialmente distrutta. E stato effettuato anche un tentativo di bruciarla, ma i carabinieri sono riusciti a spegnere le fiamme.

I giovani incappucciati hanno sferrato anche un nuovo attaccato contro le forze repressive a guardia di una pompa di benzina della compagnia Copec, mentre raggiungendo la via Valdivieso, al di fuori del cimitero generale, la gente a attaccato dei giornalisti che sono corsi a nascondersi dietro la polizia. Con pietre, legno, vernice e qualche cocktail di molotov, i manifestanti ribelli si lanciavano contro gli agenti della polizia ogni volta che le barricate sulle strade si rialzavano. Dal parte del nemico sono stati usati lacrimogeni, aure, manganelli e pistole di paintball (video correlato).

Gli attacchi della polizia hanno portato gli incappucciati all’interno del cimitero, dove le barricate sono risorte. Gli scontri nelle strade del cimitero sono continuate fino a circa le 15.00.

Durante la protesta, la polizia ha arrestato 13 persone, tra cui tre accusati del saccheggio della banca in via Recoleta, mentre due sedicenni per possesso di molotov. I due minorenni, che sono stati arrestati presso l’intersezione della via Recoleta con il viale Perù, avendo presumibilmente in possesso una scatola con 6 cocktail di molotov ed una borsa con maschere antigas, sono stati presentati al procuratore del ministero Lunedì mattina. Come detto dall’avvocato dei diritti umani che gli rappresenta i giovani hanno trovato la scatola e la borsa abbandonate ad un cero punto, apparentemente lasciate lì dai carabinieri per arrestare chiunque le avrebbe preso. Tuttavia, il giudice ha deciso di mettere ambedue sotto il controllo dell’Agenzia Nazionale dei Minorenni (SE.NA.ME.), per tutta la durata delle indagini. Ciò significa che, anche se non sono in stato di detenzione, quest’agenzia gli può imporre una serie di misure restrittive, come, tra l’altro, la supervisione dagli assistenti sociali.

Su gli altri arrestati non ci sono aggiornamenti più recenti, ad eccezione del fatto che nessuno sia stato detenuto.

fonte e più foto: liberación total

Atene: Combattimento di strada notturno nel quartiere di Exarchia

Verso la mezzanotte di Sabato, 8 Settembre, un gruppo di compagni che si trovavano nella zona di Exarchia hanno sentito dire che a circa 100 metri dalla piazza del quartiere, in via Stournari e di fronte all’ingresso del Politecnico, erano iniziati dei scontri tra due gruppi di persone. Siamo scesi verso di la con gli altri per vedere che cosa stava succedendo, senza poter capire esattamente chi erano quelli che combattevano uno contro l’altro. Chiedendo alla gente per strada, abbiamo scoperto che gli spacciatori avevano cercato di spingere la loro attività disgustosa nella zona, sostenuti dalla polizia segreta. Si noti che, da qualche mese, la polizia cerca di trasformare il quartiere in una zona di traffico di droga per l’ennesima volta- come fu nel passato recente- e via Stournari si trasforma spesso in una scena di scontri di strada tra gli spacciatori e le persone che ci vivono o frequentano la zona.

Quando siamo arrivati ​​all’altezza della via Bouboulinas, l’invasione era stata respinta da un gruppo di giovani incappucciati e mascherati, e le prime barricate costituite da contenitori di rifiuti che bruciavano erano stato alzate. Da allora e per un paio d’ore, il traffico in via Stournani è stato tagliato e decine di attivisti incappucciati, compresi diversi immigrati, stavano lanciando pietre, bottiglie e vari oggetti contro gli squadroni della polizia anti-sommossa (MAT) che sono apparsi nelle strade laterali per rispondere sparando dei lacrimogeni

Verso le 01:30, circa un centinaio di persone si sono spostate da via Stournani verso il parco autogestito situato sulle vie Navarinou e Zoodohou Pigis, passando attraverso le arterie principali del quartiere. Arrivando a via Charilou Tripouki, nuove barricate sono state alzate con bidoni della spazzatura e sono stati lanciati attacchi contro i MAT fuori della facoltà universitaria. La polizia anti-sommossa è riuscita a farci ritirare, correndo lungo la via Zoodohou Pigis, in direzione della collina di Strefi. Nonostante questo, nuove barricate sono state alzate in un angolo di via Valtetsiou e via Charilou Tripouki, tagliando il traffico anche a questo punto. Dopo essere rimasti in via Zoodohou Pigis per qualche tempo, e considerando che le cose erano state abbastanza calmate, ci siamo trasferiti di nuovo in via Stournani, per vedere che c’era un sacco di azione lì e che la battaglia di strada era ancora in corso, con continui attacchi e contrattacchi tra i maiali ed i resistenti. Un paio di ragazzi che hanno cercato di fare delle foto sono stati rimproverati dai giovani incappucciati e le foto che avevano scattato sono state cancellate.

Alcuni slogan che sono stati cantati durante gli scontri sono elencati di seguito:

Rabbia e coscienza, negazione e violenza, pianteremo il caos e poi l’anarchia!

Libertà alle Cellule di Fuoco (CCF)!

Libertà a tutti coloro che sono nelle celle delle prigioni!

Anarchia, destabilizzazione, azione diretta, insurrezione!

Solo raffiche di Kalashnikov farebbero giustizia e vi farrano [poliziotti] rinsavire!

La solidarietà è l’arma dei popoli, guerra contro la guerra dei padroni!

Gli insorti hanno ragione, e non le spie e coloro che stano in ginocchio!

Tra l’altro, intorno alle 03:00 l’intensità degli scontri era scesa in modo significativo, ed abbiamo detto addio alla scena della battaglia spostandosi ai nostri posti di letto per un meritato sonno.

Atene, Radio Libera 98FM: Striscione in solidarietà con Indymedia Atene

Lo Stato ha scatenato un attacco frontale alla società con tutte le armi a sua disposizione, imponendosi alla società col crescente impoverimento e col tentativo sistematico di incorporare i nuovi argomenti ideologici fabbricati dal Dominio.

Allo stesso tempo, c’è una battaglia in corso per reprimere e mettere a tacere le voci di tutti coloro che resistono e si oppongono a questa realtà. L’orientamento metodico e diretto contro Indymedia Atene, orchestrato dagli ambienti fascisti, è ancora un’altra parte di questa operazione repressiva.

Siamo solidali con Indymedia Atene dal momento che crediamo e sosteniamo attivamente la necessità d’una comunicazione libera e non mediata.

QUELLI CHE ODIANO LA LIBERTÀ REPRIMONO LA SUA ESPRESSIONE
LA CONTRO-INFORMAZIONE NON PUO ESSERE TACITA
GIÙ LE MANI DA INDYMEDIA

Radio zone d’espressione sovversiva
98FM – 93.8fm
radio98fm.org

Montevideo, Uruguay: Per la manifestazione del 31 Agosto in solidarietà con le persone arrestate in Rocha

Come abbiamo accennato in un post precedente, la mattina del Lunedì 27 Agosto, la polizia dell’Uruguay ha arrestato quattro persone coinvolte in un’azione di blocco contro i progetti d’espansione del porto di La Paloma, nel distretto di Rocha. Il giorno dopo, gruppi di compagni a Montevideo hanno chiamato direttamente ad una manifestazione di solidarietà con i quattro manifestanti arrestati per Venerdì, 31 Agosto.

Il corteo pomeridiano è partito dalla Piazza Libertad verso La Prezidencia (il palazzo presidenziale), e anche se è stato organizzato in breve tempo, ha attirato circa 500 persone. Le cose sono andate abbastanza bene, come avviene di solito in simili marce contro le miniere, tranne alcuni litigi con i giornalisti, quando compagni hanno spruzzato con spray una fotocamera dei giornalisti che sono venuti alla manifestazione. Alcune persone appartenenti al corpo della manifestazione si sono risentiti con l’azione diretta, ma le recriminazioni tra i manifestanti non sono state continuate. Per quanto riguarda i quattro arrestati del 27 Agosto, sono stati rilasciati finalmente senza assegnarli con accuse.

Oltre le informazioni strettamente associate con la manifestazione del 31 Agosto, i compagni della rivista Anarchia che ci hanno inviato gli aggiornamenti, notano che ciò che si sta accadendo ultimamente è un tentativo da parte dei circoli riformisti, delle O.N.G., e dei vari politici, di appropriarsi d’una lotta che da tempo non controllino e che, almeno a Montevideo, si evolve con criteri di auto-organizzazione e con una prospettiva non-nazionalista che mira alla diffusione del conflitto. I vari gruppi politici che tentano di isolare gli anarchici dalla lotta, trasformandola in una debole domanda parlamentare, ricorrono anche alle minacce, senza essere pero in grado di praticarle.

Contro l’assimilazione della lotta!
Auto-organizzazione ed azione diretta!

Buenos Aires: Attacchi incendiari in solidarietà con i compagni in Italia

I difensori dell’ordine e i sostenitori del sistema hanno dato un nuovo colpo contro i compagni anarchici in Italia, un ennesima operazione repressiva, con una serie d’incursioni che hanno lo scopo di terminare le pratiche ribelli che continuano ad ampliarsi in modo solidale dagli insorti del mondo inspirati dalle idee della libertà, che vengono accolte da altri compagni, secondo le proprie particolarità di ciascuno provenienti dalla regione nella quale la lotta si sviluppa.

Queste pratiche sono riuscite a coordinare una linea d’azione che sta dando i suoi frutti per tutti noi che pensiamo che non c’è più nulla da aspettare per agire ed attaccare con diversi modi l’autorità che si impone in ogni angolo del pianeta.

La critica che possiamo fare sull’efficacia dei nostri colpi contro lo Stato e il Capitale globale è valida, ma fintanto che essa abbia come obiettivo l’estensione dell’insurrezione, non solo per aumentare la potenza della forza della quale disponiamo, ma per quanto riguarda anche l’agilità e quindi la coerenza con la quale mettiamo in atto fuochi di resistenza inattesi di fronte al continuo progresso del dominio in tutte le sue forme.

Assumiamo la responsabilità per aver voluto generare il caos e la distruzione nella città di Buenos Aires, e per questo abbiamo bruciato 25 auto nella zona di Recoleta, il 25 e il 26 Agosto.

Il 2 Settembre alle 02:00 del mattino , abbiamo bruciano un furgone dell’Ambasciata Italiana in un angolo e di fronte alla sua forzeza della postazione di sicurezza.

Amici della Terra/ Federazione Anarchica Informale

Atene: Breve riassunto della manifestazione antifascista il 1° Settembre

Circa 2.500 persone hanno partecipato alla manifestazione antifascista ad Atene Sabato scorso, 1° Settembre. Il punto d’incontro per la dimostrazione era alla Piazza Monastiraki alle 5 del pomeriggio, da dove i manifestanti hanno marciato sulla Via Athinas poco prima delle 18:00 sul loro percorso programmato attraverso le arterie principali della città, per arrivare fino a Piazza Syntagma. L’idea della manifestazione è stata quella di arrivare alla Piazza Syntagma per confrontarsi con un gruppo di fascisti “autonomi”, una fazione dei circoli nazionalisti locali, che pratica la strategia politica dell’entrismo per condurre gruppi di dissidenti verso i colpi dei neo-nazisti.

Questi gruppi plagiano la propaganda virtuale e la terminologia del movimento anarchico/anti-autoritario in modo da attirare dei giovani e convertirli alla loro causa. Si presentano come il “polo antagonista” al partito neonazista dell’Alba Dorata (Chrissi Avgi in greco), al fine di differenziarsi dagli stereotipi parastatali dell’estrema destra che apertamente collaborano con i servizi dello Stato e le forze di sicurezza. Anche se l’aumento dell’Alba Dorata ha limitato dinamica di questi gruppi e la loro influenza nei circoli fascisti, il loro pericolo non deve essere trascurato, in quanto sono già riusciti ad infiltrarsi nelle grandi manifestazioni durante gli scioperi.

Tuttavia, Sabato scorso solo poche decine di nazionalisti “autonomi” sono riusciti a scendere per l’occasione in Piazza Syntagma, ed erano ben protetti da una presenza enorme della polizia. I poliziotti avevano bloccato tutte le strade che portano alla zona intorno a Syntagma con autobus della polizia ed una serie di squadroni di polizia antisommossa (MAT)- con l’appoggio d’un elicottero che volava a bassa quota al centro della città – costringendo gli antifascisti a fermare la manifestazione a Piazza Omonia prima di tornare in Piazza Monastiraki, dove più di un migliaio di persone sono rimaste alcune ore di più per assicurare che i gruppi fascisti non avrebbero effettuato delle azioni pericolose durante il loro raduno.

Nonostante il fatto che la manifestazione non abbia raggiunto Piazza Syntagma, non c’è stata comunque la mancanza d’azione diretta. Come è stato riportato in Indymedia Atene, dopo la manifestazioni, in varie occasioni, gruppi Antifa hanno trovato delle bande fasciste e li hanno pestati come si deve.

Bruxelles, Belgio: Azione in solidarietà con Marco Camenisch

Libertà per Marco Camenisch

Il 20 Agosto, il prigioniero eco-anarchico, Marco Camenisch, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il nuovo montaggio della polizia nei suoi confronti (è accusato di istigazione per “azione terroristica” dalla sua cella a causa della redazione di testi di solidarietà e di lotta) e contro l’abuso di cui esso sia soggetto al carcere Lezburg, in Svizzera.

Il 29 Agosto, abbiamo dipinto sulla facciata della rappresentanza svizzera in prossimità dell’Unione europea (Piazza Luzemburgo 1, Bruxelles), un appello per la liberazione di Marco. Questa piccola iniziativa si unisce alle decine di tante altre in tutto il mondo in solidarietà con Marco.

Libertà per Marco!
Libertà per tutti i prigionieri revoluzionari!

in francese

Buenos Aires, Argentina: Azioni di solidarietà nel quadro dell’appello di Contra Info

Contro la società delle prigioni. Libertà a tutti i prigionieri
Lunga vita alla Federazione Anarchica Informale e al Fronte Rivoluzionario Internazionale
Abbasso le mura delle prigioni. Morte allo Stato
Lasciate i prigionieri alle strade!
Moriremo tutti, ma prima il nemico. Contro la repressione dello Stato: Autodifesa

I nostri cuori battono per Amore e Ribellione. Battono quando ci si sente vivi, quando si fa prassi le nostre vite, quanto no si sta in attesa di non aspettarsi nulla. L’attesa è per i codardi. Il nostro desiderio di riprendere la nostra vita ci spinge ad agire.

Da Buenos Aires, nello Stato Argentino, ci uniamo alla chiamata per azioni di propaganda contro la repressione da Contra Info, sostenendo le seguenti azioni:

1 Agosto: Verso le 22.30 (UTC-3), un fumogeno è stato esploso a pochi metri dalla Questura di Pilar.

8 Agosto: Un manifesto è stato appeso intorno a un basso livello di incrocio con la scritta: “Finchè la miseria esiste, ci sarà la ribellione. Solo la lotta ci renderà liberi “.

9 Agosto: Un manifesto è stato appeso a pochi metri dalla Scuola Generale di Combattimento e di Supporto Lemos, situata nel disgustoso Campo de Mayo (una base militare). Si legge: “Contro la società della prigione. Libertà a tutti i prigionieri “. Andando via, abbiamo distribuito volantini. In tarda serata, abbiamo incollato adesivi ed abbiamo fatto dei graffiti in un quartiere borghese.

Abbiamo agito sotto gli occhi dei tiranni, quelli che non dormono, attaccati alle loro finestre, a guardare tutti i nostri movimenti “sospetti”, morendo da la voglia di segnalarci. A loro piace così tanto a giocare d’essere l’autorità! Gli piace! Essere dei buoni cittadini così come sono stati ordinati di essere la mattina, mentre guardano la TV, prima di andare a vedere come le loro vite vengono rubati nei loro luoghi di lavoro.

Abbiamo attaccato pensando ai nostri fratelli e sorelle. Coloro che sono dietro le sbarre, sotto l’occhio vigile del nemico, ma certamente non sconfitti. Coloro che si muovono sotteraneamente, scivolando oltre gli occhi dell’Autorità. Coloro che stanno cospirando, in questo momento, per effettuare il colpo successivo. I nostri saluti a tutti loro e un saluto molto speciale a tutti i prigionieri dalla Federazione Anarchica Informale ed il Fronte Rivoluzionario Internazionale.

Con Mauricio Morales e tutti i caduti in combattimento nella nostra mente.

Contro lo Stato ed i suoi difensori!
Lunga vita all’Anarchia!

in spagnolo

Saragozza, Spagna nord-orientale: chiamata in solidarietà con “I 11 del terrazzo”

Il 12 Settembre il processo contro i compagni conosciuti come “I 11 del terrazzo” si terrà a Saragozza. Queste 11 persone, il giorno dello sgombero del (Centro Sociale occupato) CSO Kike Mur, salirono sul tetto e lì sono resistiti fino all’arrivo della polizia che si avvicinò per portarli giù; mentre per le strade, la violenza della polizia è stata dilettata tormentando i vicini che chiedevano la permanenza dello spazio. Solo tre giorni dopo che lo sfratto abbia avuto luogo, il quartiere di Torrero ha dato una risposta comune ed impressionante, in cui tutti quanti scesero per le strade per mostrare il loro rifiuto allo sfratto dello spazio, che si trova nel vecchio edificio della prigione di Torrero, ed ha presso il nome dal famoso prigioniero che morì li. Dopo che la dimostrazione sia finita, i compagni, sentendosi forti, sono tornati indietro ed hanno rioccupato lo spazio (nonostante le lastre di metallo messe lì dal comune), e la polizia, sopraffatta dai supporto e dalla resistenza dei vicini, non ha avuto altra scelta da quella di lasciare il posto umiliata, mentre il CSO Kike Mur è stato riaperto per ulteriore attivismo politico (altre informazioni, in lingua spagnola, in vozcomoarma).

Ora, queste 11 persone arrestate sul tetto si trovano ad affrontare un processo con l’accusa di appropriazione indebita di proprietà corrispondente al carcere di Torrero, ma noi sosteniamo il contrario dicendo che il consiglio è stato corrotto per portarci in tribunale e adesso pretende a ciascuno di essi una multa di 20.000 dollari.

Nel quadro della campagna di solidarietà con queste 11 persone, ci sono le seguenti chiamate:

Sabato 8 Settembre:
Dimostrazione a sostegno dell’occupazione. Inizierà alle 19:00 (GMT +1) dalla Piazza di Sasera.

Mercoledì, 12 Settembre:
Giorno del processo. È stato chiamato un raduno di protesta, al di fuori del tribunali nella Piazza Pilar alle ore 09.30.

Per tutte le persone al di fuori di Saragozza che vorrebbero partecipare, il COS Kike Mur offre ospitalità. Tuttavia, lo spazio è limitato, quindi, nel caso in cui si desidera essere presente per sostenere, sarebbe meglio se si contattano i compagni in anticipo, al fine di confermare la data in cui si arriva e quante persone andranno con voi o se si sta andando da solo.

Il centro sociale occupato si trova in Piazza della Memoria, nella città di Saragozza.

Inoltre, se non potete partecipare, sarebbe bello se raduni o dimostrazioni si svolgano nelle vostre proprie città per dimostrare solidarietà, oltre a svolgere azioni di solidarietà individuali.

fonte-ulteriori informazioni in lingua spagnola: CSO Kike Mur

Galizia, Spagna: Solidarietà da Pontevedra in risposta ai 10 giorni di propaganda contro la repressione

Razzismo istituzionale. Solidarietà con gli immigrati in Grecia
DIFFONDERE LA RIVOLTA
Solidarietà con i prigionieri anarchici
Forza alla lotta dei Mapuche in Cile

“Chi vuol capire capirà. Ora è il momento di rompere le cellule invisibili che incatenano ognuno alla sua patetica piccola vita. E questo non richiede esclusivamente o necessariamente a qualcuno d’attaccare stazioni di polizia e mettere in fiamme centri commerciali e banche. Il tempo che uno deserti suo divano e la contemplazione passiva della sua vita e scende in piazza a parlare e ad ascoltare, lasciando dietro di sé qualsiasi di privato, introducendosi nel campo delle relazioni sociali della forza destabilizzante di una bomba nucleare. ”
Frammento del comunicato dell’occupata Università di Economica e Commercio di Atene . – Durante l’insurrezione del Dicembre 2008.

Rispondendo all’appello internazionale che Contra Info ha rilasciato contro la repressione e per la propaganda tramite azioni, alcuni slogan sono apparsi nella notte dell’8 Agosto, a Pontevedra, una città situata in Galizia, nella Spagna nordoccidentale. Alcune mura della città hanno cominciato a parlare con alcuni slogan come: “DIFFONDERE LA RIVOLTA! (A) “,”SOLIDARIETÀ CON I PRIGIONIERI ANARCHICI (A) “,” FORZA ALLA LOTTA DEI MAPUCHE “o” FUOCO ALLE BANCHE “(l’ultima è stata fatta sul muro d’una filiale della banca Caixanova situata nella via Paseo de Colón. Dal momento che i muri avevano cominciato a sanguinare verità, non potevano fermarsi. Le telecamere di sicurezza del palazzo designato per gli uffici del Ministero del Lavoro e dell’Immigrazione non potevano farsi che il muro non fosse finito dipinto con i messaggi:.. “RAZZISMO ISTITUZIONALE” , “SOLIDARIETÀ CON I MIGRANTI IN GRECIA” e “GUERRA SOCIALE” oltre ai simboli anarchici, al fine di chiarire la diretta responsabilità politica di questa istituzione nell’oppressione dei popoli migranti.

Nel caso degli slogan contro il Ministero del Lavoro e dell’Immigrazione, l’augurio è che funzionino non solo come risposta alla chiamata di Info Contra, ma anche come un gesto di solidarietà, piccolo ma accogliente con gli immigrati oppressi. E vale per tutte quelle persone che hanno sofferto il flagello repressivo in Inghilterra e Francia, prima delle Olimpiadi, in modo che le città potrebbero apparire “pulite ed ordinate” per corrisponde all’interesse borghese in questo evento sportivo, usato come una scusa per il razzismo, la gentrificazione e la brutalità della polizia. Mentre i loro giornali di merda parlano tanto per l’integrazione e la cooperazione internazionale i migranti vengono espulsi dalle loro case e torturati nelle strade e nei centri di detenzione per gli stranieri privi di documenti.

È un’azione anche dedicata alle 6400 vittime migranti del progrom razzista e fascista del governo ellenico. Dedicato ai manteros (uomini migranti che vendono prodotti per la strada) che hanno attaccato la polizia ad Alicante (Spagna) e ai 13 migranti innocenti che sono stati arrestati giorni dopo arbitrariamente, vendicativamente e abusivamente dai poliziotti dopo 2 incursioni in città. Questa è anche una rappresaglia per la morte di Nureddin Mohamed, profugo sudanese, che è morto nella città di frontiera di Calais, in Francia. La sua memoria è la memoria vivente e lo spurgo di tutte quelle persone innocenti che, giorno dopo giorno, muoiono mentre cercano di attraversare i confini della fortezza europea del Capitale. Riposa in pace [Que la tierra te sea leve], fratello

Dedicata anche a tutte quelle persone che si trovano nelle galere del cazzo o affrontano processi repressivi perché sono in lotta, ovunque in tutto questo mondo disgustoso. Non faremmo il nome di nessuno in modo da non dimenticare di menzionare qualcuno, ma la dedichiamo a tutti quei combattenti dietro le sbarre la cui consistenza e le parole ci riempiono di orgoglio e ci danno la forza di andare avanti.

Dedicato a tutti coloro che quotidianamente e costantemente, o di volta in volta, stano in piedi contro a quel fantasma terribile della repressione e sfidano le leggi del potere, nonostante le conseguenze derivanti. A tutti coloro che notano che stiano perdendo la paura ed approfittando di quella forza.

Infine, è anche dedicata a tutti coloro che partecipano alla rete di Contra Info, a causa del loro impegno nella traduzione e la divulgazione dell’informazioni antagoniste e il loro lavoro per rafforzare le strutture informative dissidenti. Saluti, compagni!
Dai paesi di Spagna in Italia, Francia, Regno Unito, Grecia, Svizzera, Svezia, Polonia, Ucraina, Russia, Cile, Messico, Argentina, Indonesia, Siria, Egitto o Stati Uniti, al di là degli oceani, distanze, confini ed origini, la solidarietà fra gli anarchici è più di una semplice parola scritta. Cerchiamo di non fermare questi slogan qui, cerchiamo di non lasciare sola questa azione. Uccidiamo la paura e facciamo insieme un bellissimo atto incontrollabile di reciprocità e d’aiuto reciproco tra i compagni che s’incontrano nei principi e le lotte comuni.

NEMMENO 1 MILLIMETRO INDIETRO; 9MMs MIRANO LE TESTE DEI SBIRRI
MORTE AGLI INFAMI
MORTE AI GIORNALISTI BUGIARDI
MORTE ALLO STATO
MORTE AL CAPITALE
CONTRO A TUTTE LE AUTORITÀ
LASCIAMO LA NOSTRA COSPIRAZIONE SI DIFONDA
PER L’INTERNAZIONALISMO RIVOLUZIONARIO
PER L’ANARCHIA!

in spagnolo