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Grecia: CCF rivendica pacco bomba contro il procuratore Mokkas

Progetto Fenice: Atto Sesto
Attaccare i giudici

Ancora una volta ci incontriamo nel fuoco con vecchi/ie compagni/e, decisi/e a far crollare le considerazioni poliziesche che vorrebbero mettere il capitolo finale di una storia finita. Senza dubbio, la Cospirazione delle Cellule di Fuoco non è terminata per niente. È la fiamma interiore che arde dentro di noi, è la Fenice che risorge ancora una volta dalle sue ceneri… È il fuoco della Negazione e del Nichilismo che grida: “Non riesco a smettere, non posso bruciarmi, nulla può spegnermi…”

Circa un mese fa, i nostri due fratelli Andres e Spyros sono stati arrestati a Salonicco, accusati dell’invio del pacco esplosivo all’ex comandante dell’unità antiterrorista. Le parole vengono meno. Fratelli, voi sapete che il sole continuerà a sorgere ancora per tutti/e noi, la cui unica patria è la nuova anarchia. La Fenice rinasce dalle proprie ceneri e ride della tranquillità dei/lle codardi/e, offrendo il fuoco di Prometeo agli/lle eterni/e insorti/e. Cosi, l’invio del pacco bomba all’inquisitore Mokkas è una prima risposta minima e riflessiva: l’unica via d’uscita è dar fuoco alle tesi riformiste della difensiva ed essere i/le primi/e ad attaccare.

Inoltre, Olga Ekonomidou, Damianos Bolano, Charis Chatzimichelakis, Giorgos Polydoros, Panagiotis Argirou, Theofilos Mavropoulos, Christos Tsakalos, Gerasimos Tsakalos, Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos, vale a dire i dieci fratelli della CCF che sono in cattività con doppie, triple e quadruple custodie preventive superiori ai 36 mesi (quando il limite è 18), e ora sotto processo per vari casi, stavolta, accusati anche di istigazione.

Dimitris Mokkas è l’unico responsabile per i casi di terrorismo in Grecia. Ovvero, esclusivamente della nostra organizzazione. La carriera di questo infame non differisce molto da quella di un qualsiasi funzionario di giustizia: omuncoli senz’anima, che diventano giudici per soddisfare i propri complessi. Questo pagliaccio concretamente si è solo mostrato più efficace degli altri vermi del tribunale d’appello nel tornare la palla ai suoi superiori. Il suo desiderio di far carriera è stato esaudito. Ora è responsabile di cento mandati di comparizione, interrogatori e custodie preventive, sempre col sorriso vendicativo sulle labbra. Il culmine della sua disprezzabile condotta e vigliaccheria è stata l’estensione della custodia preventiva al nostro compa della CCF, Gerasimos Tsakalos, un’ora prima della sua fine, mentre il compa era a letto e stava al 23° giorno di sciopero della fame.

Per tutto ciò che ha fatto, abbiamo scelto di inviargli il nostro regalo di vendetta. Naturalmente, non è stato inviato alla torre di vetro del tribunale d’appello, dove firma, dalla sua scrivania, i fascicoli giudiziari di merda contro i nostri fratelli e le nostre sorelle, con l’attitudine del magistrato, ma l’abbiamo inviato a casa sua, dove si sente sicuro. Sappiamo che stronzi come Mokkas, dopo aver svolto il loro compito sacro di incarcerare decine di persone, tornano al calore di casa, fingendosi bravi sposi e buoni padri. Cosi, puntato l’obiettivo, abbiamo trovato la casa e inviato il pacco a quell’indirizzo. Ecco qual è il risultato delle nostre indagini, firmate dalla Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Continue reading Grecia: CCF rivendica pacco bomba contro il procuratore Mokkas

Canada: Rivendicato sabotaggio di una linea d’alta tensione

lioness

Una linea principale del potere è stata sabotata. È successo circa un mese fa (oggi è il 3 Ottobre 2013), durante una piacevole notte nella campagna da qualche parte nel Canada occidentale, mentre tutti gli schiavi addomesticati preparavano felicemente i propri figli per un nuovo livello di lavaggio del cervello e condizionamento sociale, con poliziotti che ora li controllano a scuola, cosi da prepararli al mondo galera.

Tirandomi fuori dalla disperazione e dall’isolamento di questo incubo sociale, sono uscito di notte per un’azione di sabotaggio contro una High Voltage Direct Current (HVDC) linea elettrica, svitando alcuni bulloni dai due dei quattro pilastri di questi colossi d’acciaio dell’asservimento tecnologico che fornisce corrente in oltre il confine, grazie solo ad una grossa chiava inglese, e un tubo di metallo per fare da leva supplementare. Anche se avrei apprezzato molto la compagnia e il lavoro di squadra di altri insorti, non ho avuto tempo o energia per coinvolgerli. Ma vi assicuro che mi sono impegnato ad ogni costo, sudandomela molto, e non è stato cosi difficile. Come dicono, è facile attaccare. Entrare e
uscire dal posto è sempre più difficile.

Ho fatto ciò per Jerry Koch, Marie Mason, Maddy Pfeiffer, cosi come per i milioni di ignoti che marciscono nelle celle di cemento di un capitalismo bandito che regna negli USA e nell’occidente in generale. Voglio abbattere questo fottuto sistema di porcilaie aziendali, e pensare letteralmente di
abbattere la spina dorsale del sistema, un bullone alla volta, sembra una tattica favorevole.

L’ho anche fatto con rabbia profonda contro i porci neonazisti di RCMP per aver arrestato e deportato alcune famiglie rom nel corso degli ultimi due anni, grazie ai cittadini-spie e a quei vermi grassoni che siedono, mentono, si masturbano, calunniano e spiano dall’altro delle loro torri d’avorio dei media polizieschi di stato, gli stessi che vomitano bugie che lodano e sostengono concretamente la repressione poliziesca. L’intero confine USA/Canada, soprattutto per come viene monitorato da ogni tipo di sorveglianza e controllo, è la prova di come i despoti di stato possono andare lontano per rafforzarsi sul piano puramente teorico, gli schizofrenici confini per la “piccola gente”, pur preservando tutte le
libertà per l’alta casta dominante capitalista, che compra interi paesi tramite enormi prestiti.

Gli agenti di stato che mantengono l’ordine sociale sono tutti dei codardi, perché dalla sicurezza (percepita) dei loro uffici e dietro le loro scrivanie, difendono i privilegi concessi semplicemente per via del luogo di nascita; tutto a danno delle persone che percorrono grandi distanze in condizioni dure e rischiano vite e libertà affinché i propri figli abbiano un futuro migliore. E contro questi scagnozzi omicidi dietro al Blackstone Group. C’è ancora gente li fuori che resiste ai loro bei progetti, come la linea elettrica HVDC che passa sotto il Lago Champlain, recentemente benedetta dalla regina dei porci del Quebec Marois. Alla luce dei recenti avvenimenti, la gente nell’Ontario sud e Quebec sa molto bene come questi stronzi capitalisti possono intossicare l’ambiente a scapito delle vite di molti proletari per poi gettarle via. Fermiamo gli sviluppi di questi parassiti, devastiamoli, fino a quando non saranno impiccati con le loro cravatte in pubblica piazza.

Qui sta il trucco: dove e quando è accaduto… quale interruzione di corrente è stata provocata – come il recente blackout durato alcuni giorni del treno proiettile Amtrak tra Boston e New York – o quale ci sarà presto… questo devono scoprire i porci federali e le compagnie elettriche da entrambi i lati del confine, mostrando se la loro tecnologia merita davvero i grandi finanziamenti. Non hanno avuto molto successo nel cercare e reprimere le persone dietro i sabotaggi elettrici della scorsa estate in Quebec, proprio come quelle responsabili del famoso blackout del 2004.

Perché anche la tirannia deve pagare un prezzo … io sto addebitando tutti i costi di questo sabotaggio sul conto degli inquisitori del Grand Jury e dei loro porci, perché cospirano contro jerry e Maddy, cosi come i burocrati codardi che rafforzano la tortura amministrativa inflitta a Marie Mason, una madre amorevole, amante e paladina delle vite animali che semplicemente non possono proteggersi da sole nei confronti degli stupratori ambientali. Il coraggio di questi prigionieri è ciò che mi ha dato la volontà e l’energia per andare fino in fondo. E se loro stanno ancora resistendo alla vostra tirannia nelle celle di cemento, io ed altri attaccheremo ancora.

Una manciata di disperati idealisti come noi che, forse, crede nella remota possibilità che altri in altri posti – che come noi sentono lo stesso verso questa società vomitevole di baroni pasciuti in armatura e i loro amati paesaggi intossicati- agiscano e usino lo stesso tipo di tattiche contro la società, superando le distanze, lontano dalle bolle socioculturali, per distruggere concretamente la società totalitaria. Ma io odio gli ideali, specialmente quelle utopie della casta superiore che si trasformano sempre in una distopia più dura per molti altri. Un’utopia distopica, consentita grazie allo sviluppo enorme di linee elettriche e antenne in ogni posto, che supportano la sottomissione insensata e
massiccia dei proletari al lavoro, al consumo, alla produzione di rifiuti tossici e sempre più distruzione dei viventi.

Una tale società merita solo di essere distrutta.

Non possiamo costruire un mondo libero, uno fatto di responsabilità, amore, comprensione, dignità, razionalità e vera comunità, senza rompere (e lasciare) la vecchia e marcia routine dell’oligarchia capitalista dominante, ovvero una società funzionante che si mantiene da se. Questa società non è altro che una fabbrica a cielo aperto, una macchina quasi invisibile di sfruttamento di massa attraverso la conformità, dove l’individuo diventa un fastidio, se non il nemico finale, cosi come la natura. La società è guerra.

Ci sono molte possibilità per noi di combattere le infrastrutture del potere a danno delle masse, resistendo contro quelle invasive, gli sviluppi distruttivi della grande finanza, dove e quando possiamo, nel maggior numero che riusciamo ad avere. E se sono stato cosi stupido da andare da solo e fare ciò che ho fatto (non ho dubbi sul fatto di esserlo stato) allora dimostratemi che sono in torto, ignoti complici e amici…

Verso la selvatichezza!

In solidarietà con i combattenti della FAI/FRI, con gli oppositori anti-MAT in Catalogna, in memoria del guerriero Mohawk “Spitting the Sky”

fonte

Oregon, Stati Uniti: Rivendicato sabotaggio contro impresa casearia

Dairy-Industry

16 Settembre, un’altra azione diretta a Portland

Continuando l’impulso d’azione diretta contro impresa speciste di Portland, abbiamo bucato varie ruote di furgoni dell’impresa Sunshine Dairy Foods, al 801 NE 21st Avenue. Ci rallegra vedere l’aumento di azioni illegali a Portland. La lotta continua.

Fino alla distruzione di ogni prigione, per esseri umani e non.

FAI-OREGON

Argentina: Cellula FAI rivendica allarme bomba all’ambasciata greca

fear

La nostra rivolta è già cominciata ed è chiaro che necessita di tutto, ma sappiamo distinguere tra diari, libri, riflessioni e blasfemie; e poi veleni, armi, esplosivi, pugnali e incendi. L’unica questione interessante non è come mescolarli se non sappiamo differenziarli.

Con questo comunicato, la sezione Occasionalmente Spettacolare del Nucleo di Artigiani/e Fuochi e Affini-FAI, rivendica l’allarme bomba all’ambasciata greca in argentina, lo scorso 1 Ottobre.

Distinguiamo in base ai nostri criteri cosa sono azioni e cosa atti. Azioni sono state l’attacco incendiario alla concessionaria FIAT o l’artefatto esplosivo davanti casa di un poliziotto. L’allarme bomba all’ambasciata greca è stato solo un atto, come può esserlo delle vernice o uno striscione. Un atto, senza dubbio, che porta la stessa convinzione di sempre. Lo abbiamo già detto nel nostro primo comunicato “sappiamo che la nostra guerra non si basa solo sui risultati ma sulla convinzione con la quale si fanno le cose”.

Non ci inganniamo e non pensiamo di fare una lode all’allarme bomba. Non stiamo a dire il denaro usato dal potere per mobilitare gli artificieri. Vogliamo farla finita con termini rivoluzionari che non significano nulla. Non abbiamo fatto ciò perché non abbiamo gli strumenti, il coraggio o le conoscenze. Queste le abbiamo dimostrate in altre occasioni. Abbiamo semplicemente fatto ciò che ci andava.

Chiarito questo, dedichiamo l’atto al compagno Andreas Tsavdaridis: fratello, per ora questo, domani bruceremo di nuovo, con più intensità.

Salutiamo le cellule e le individualità della Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale, soprattutto la Cospirazione delle Cellule di Fuoco / FAI-FRI in Grecia; la Cospirazione Internazionale per la Vendetta / FAI-FRI in Indonesia e gli Amici/che della Terra / FAI in Argentina.

Forza al guerriero anarchico Andreas Tsavdaridis!
Viva la FAI-FRI!

Cooperativa Nucleo di Artigiani/e Fuoco e Affini (Occasionalmente Spettacolare)
Federazione Anarchica Informale

in spagnolo

Saragozza, Stato Spagnolo: Rivendicata azione contro la chiesa del Pilar

Inoltre, ho tutto il diritto di lasciare il teatro quando la commedia mi risulta odiosa e anche di sbattere la porta nell’uscire, correndo il rischio di scuotere la tranquillità di quelli soddisfatti.
– Émile Henry

L’autorità, principio basico della società, esercita il suo dominio tramite varie istituzioni; la chiesa è una delle più importanti a causa della sua storica complicità con lo Stato-Capitale col compito di perpetrare l’attuale stato di oppressione patriarcale ed eteronormativa. La Basilica del Pilar è uno dei templi importanti per i detentori del potere. Visitata da Franco in varie occasioni e anche da Papa Giovanni Paolo II nel 1982 e 1984, è uno dei simboli principali e punto di incontro del fascismo. La Vergina del Pilar è la patrona e la regina dell’identità spagnola, all’interno vengono tenuti come trofeo le bandiere di tutti gli stati che dominano il territorio latinoamericano. Facendo mostra dello sterminio provocato dalla civilizzazione, al lato della basilica c’è la Piazza del Pilar che è simbolo della spagna che disegna la mappa del continente centro e sudamericano.

Nel settembre 1864 venne nominata patrona del collegio delle giovani guardie e nel 1913 la Vergina del Pilar viene nominata patrona degli assassini al soldo della Guardia Civil. La nomina venne firmata da Alfonso XIII, lo stesso che fu bersaglio dell’azione dell’anarchico che da nome al nostro gruppo e che abbiamo fatto rivivere nello scorso febbraio con un attacco contro un simbolo del potere. I compagni caduti in azione rivivono solo grazie all’azione.

Dopo il trionfo del fascismo nel 1939, la chiesa viene promossa a tempio nazionale e santuario della razza. Diventa un luogo privilegiato per Franco e il suo seguito, diventa centrale nella presa di Saragoza e nella vittoria contro il Fronte d’Aragona. In questo tempio c’è il cadavere dell’impresario e cardinale Juan Soldevila, ucciso dai Los Solidarios nel 1923 per essere stato un finanziatore dei pistoleros dei padroni. Questo nocivo personaggio è stato rilevante nella storia di questa località e viene ricordato in ogni celebrazione ufficiale del potere, come ogni 12 ottobre la festa dove i nostri nemici celebrano con preghiere e orazioni la loro espansione colonialista viene festeggiata in tutta calma in questo luogo.

Ma il 2 Ottobre 2013 la solita calma è stata scossa. Intorno alle 13:15, abbiamo collocato un artefatto esplosivo fatto da una bombola di gas butano riempita con 2 kg di polvere nera, e un timer. Questa azione non voleva danneggiare turisti o fedeli, ecco perché abbiamo dato avviso al giornale El Periódico (Saragozza) e El Heraldo, e anche alla Basilica del Pilar con 10 minuti di anticipo prima dell’esplosione al fine di evacuare la chiesa.

Questa azione ha lo scopo di far capire che posti fascisti come questo non sono e non saranno mai sicuri.

Comando Insurrecional Mateo Morral

in spagnolo

No MAT, Spagna: Comunicato di una compagna detenuta il 16 settembre

IMG_1928Repressione quotidiana nel contesto della lotta contro la M.A.T.

Sono stata fermata dalla polizia sul sentiero che porta al benzinaio. Tutto e cominciato come quello che penso dovesse essere un controllo di documenti aleatorio, che mi ha portado ad essere detenuta con false accuse da parte della polizia, a passare una notte in custodia e a dover affrontare un processo. Il fatto che io non fossi di queste parti ha giocato un ruolo decisivo nello svolgimento del conflitto, che e degenerato fino a comportamenti fascisti e a violenze da parte della polizia.

Posso solo presumere che la ragione che si cela dietro questa repressione e quella di dividerci e di fare in modo che la protesta resti una questione “locale”. Ma non e locale, e una lotta globale che riguarda tutte e tutti, e che non dovrebbe essere combattuta solo da un piccolo gruppo di persone che si sentono responsabili, ma da tuttx quellx che hanno una coscienza sociale e ambientale.

La risposta a questa massiccia intimidazione da parte della polizia non dovrebbe essere una retrocessioneun’organizzazione e un supporto ancora più forti ad ogni livello possibile.

Grazie per tutto il supporto e la solidarietà che mi avete dato, io sono ancora presa bene.

I fatti:

Il 16.09.2013 verso le 7 del pomeriggio stavo camminando lungo il sentiero che dalla Masia Occupata porta al benzinaio, per comprare qualcosa da bere. Sul sentiero c’era un posto di blocco dei Mossos (polizia catalana) che mi hanno chiesto i documenti. Gli ho dato il mio passaporto e loro mi hanno detto di mettere tutte le mie cose di fronte alla macchina, dopodichè l’unica poliziotta ha voluto perquisirmi. Io ho chiesto il perche e loro mi hanno risposto: “Perche siamo la polizia!”. Io ho ribattuto che questa non era una buona ragione. Loro mi hanno perquisita e mi hanno chiesto cosa ci facessi li, cosa ho risposto: “Vi ho dato il mio passaporto ma non rispondere alle vostre domande.” Da questo momento hanno cominciato a diventare molto agressivi. A un certo punto uno sbirro ha detto: “Prendi le tue cose e vai via!”

Ho sentito che non volevano lasciarmi andare ma che erano costretti a farlo. Cosa ho detto ironicamente:”Oh grazie, siete cosa gentili!” A quel punto uno di loro mi ha sputato in faccia e io gli ho risputato. Immediatamente mi ha colpita alla testa, sono caduta e tre sbirri si sono seduti sulla mia schiena, mi hanno ammanettata, colpita e lo sbirro che mi aveva sputato  mi ha detto:”Adesso si che capisci catalano!” e mi hanno postata in questura. Ho detto ad un’agente che si occupava della buracrazia, che il suo collega mi aveva colpito e che volevo il suo numero di identificazione, ma mi ha ignorata. Dopo mi hanno chiusa in cella senza dirmi cosa stesse succedendo. Il giorno successivo hanno preso le mie impronte digitali, le impronte delle mani, mi hanno fatto delle foto, mi hanno fatto delle domande a cui ho rifiutato di rispondere. Verso mezzogiorno mi hanno portata in tribunale dove, seguendo le istruzioni dell’avvocato d’ufficio, ho risposto alle domande del giudice. Sono stata liberata dopo il processo, apparentemente gli sbirri hanno dichiarato che ero stata io a provocarli e colpirli, ecc.. Subito dopo mi sono messa in contatto con l’avvocato No Mat, che si occuperà del mio caso in futuro.

Info ed aggiornamenti: Torres más altas han caído

Savona: Volantino di solidarietà con Francesco

scritte anarchiche

SEMPRE AL FIANCO DI CHI LOTTA

Da quasi un anno Francesco si trovava sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del processo che lo vede imputato per aver partecipato alla rivolta del 15 Ottobre 2011 di Roma. In quei giorni si lottava contro i governi e le loro politiche che hanno portato il Paese intero ad una disastrosa crisi. Una crisi che non abbiamo creato noi, ma di cui sentiamo gli effetti quotidianamente, che ci costringe a vivere condizioni sempre più difficili con l’acqua alla gola, venendo sempre più sfruttati, sempre più alienati, animati da sogni finti e bisogni indotti, sempre più divisi in una guerra fra poveri.

Ieri pomeriggio mentre Francesco si trovava in compagnia di qualche amico nella casa dove era costretto a scontare la detenzione si è visto fiondare in casa i carabinieri, che per incompetenza o peggio, per una premeditata infame e subdola vendetta sbirresca, lo hanno trasferito in carcere con un provvedimento cautelare che prevede un inasprimento della misura con l’accusa di non aver rispettato degli obblighi e delle restrizioni che in realtà nemmeno aveva.

Di barzellette sui carabinieri ne conosciamo tante, ma ci fa proprio strano che il comandante dei carabinieri di Varazze sia talmente stupido da non saper leggere due semplici provvedimenti, tanto da arrivare a chiedere la carcerazione per una persona che non aveva limiti di frequentazione nella misura cautelare, in quanto gli erano stati tolti già da febbraio.

Senza dubbio si tratta di una vendetta da parte dei carabinieri,che “semper fidelis” difendono le istituzioni e lo Stato, colpendo chi si dimostra ostile a questo ordine sociale imposto.

È un chiaro atto intimidatorio teso a colpire il coraggio di chi ha portato avanti con dignità la propria situazione anche nelle difficoltà, rivendicando in ogni momento le proprie idee e le proprie scelte. Inutile dire che non sarà certo una carcerazione a scoraggiare Francesco e il desiderio di libertà che ci anima e ci spinge ogni giorno a metterci in gioco e batterci.

SOLIDARIETÀ A FRANCESCO

In questi giorni i detenuti di molte carceri italiane sono in lotta contro le condizioni di detenzione, anche a loro va la nostra solidarietà.

PER UN MONDO SENZA GALERE LIBERI TUTTI

Solidali15ottobregenova@gmail.com

Salonicco, Grecia: Aggiornamento sugli arrestati dell’occupazione Orfanotrofio

flier-orfa

Domenica mattina, 29 Settembre c’è stato un raduno di solidarietà nelle corti di Salonicco, dove i 30 arrestati dal tentativo della rioccupazione dell’occupazione Orfanotrofio sono stati portati davanti al procuratore. Sono stati accusati di disturbo della quiete domestica, e di occupazione abusiva di spazio pubblico (quest’ultima accusa si basa su un decreto reale).

Tutti i compagni sono stati rilasciati. Il loro processo è stato fissato per il 16 Dicembre 2013.

Raduno di solidarietà con i compagni perseguiti dell’occupazione Delta,
Mercoledì 2 Ottobre 2013 alle ore 9:00, nelle corti di Salonicco

Manifestazione in solidarietà con le occupazioni, Sabato 5 Ottobre 2013, alle 12:00, Kamara, Salonicco

fonte

Salonicco, Grecia: L’occupazione “Orfanotrofio” è stata rioccupata ed evacuata; detenzioni di massa

https://www.youtube.com/watch?v=cpbOj5GYrfg&feature=player_embedded

(riprese da media corporativi: 1, 2, 3, 4)

Sabato mattina, 28 Settembre 2013, un gruppo di compagni ha rioccupato lo squat Orfanotrofio che era stato evacuato nel quartiere di Toumba, a Salonicco. Poco dopo, hanno rilasciato un comunicato collettivo circa la loro azione, e sono saliti sul tetto dell’edificio dispiegando uno striscione che scriveva “RIOCCUPAZIONE”. Nel frattempo, i solidali in strada sono stati circondati da pesanti forze di polizia. L’occupazione è stata infine sgomberata a mezzogiorno. Tutti gli occupanti sono stati arrestati cantando “La passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni!”

Bandung, Indonesia: ELF rivendica incendio di una fabbrica di giubbotti antiproiettile

La polizia è il nemico. Questa è la nostra considerazione finale e non è negoziabile. La polizia non ci è amica, individualmente e come istituzione, e non può essere esclusa dalla lista dei nemici bersagli dei nostri attacchi. Come istituzione e come individui, il fine della polizia è proteggere la civilizzazione e lo sfruttamento a danno della terra. L’obiettivo della polizia – come quello di altri strumenti repressivi – è di mettere al sicuro il denaro e gli investimenti per il distruttivo stile di vita odierno antropocentrico. La polizia non rappresenta i nostri interessi. Piuttosto, è una delle migliaia di facce dello scandalo attuale. La polizia deve essere attaccata, il più duramente possibile.

Per il loro leale servizio come cani da guardia per la domesticazione della vita, essi sono equipaggiati con dotazioni belliche usate contro la liberà volontà e le aspirazioni di una vita selvaggia dove la giustizia e le leggi sono totalmente assenti. Hanno armi, corazze e giubbotti antiproiettile. I dispositivi vengono costruiti affinché i porci possano agire con sicurezza nella guerra contro i loro padroni.

Ma si sbagliano. I poliziotti-porci hanno un’idea totalmente sbagliata se pensano che non siamo abbastanza coraggiosi da attaccare i loro settori fondamentali. Ecco perché abbiamo collocato due contenitori di 5 litri di benzina e 5 di diesel con un innesco automatico. Fatto in modo da avere il tempo di lasciare la zona dell’attacco in modo da non farci catturare. Che è il tempo più che necessario affinché la natura ci protegga rimuovendo tutte le tracce del nostro passaggio.

Abbiamo fatto un nuovo passo per radicalizzare i nostri attacchi ed estendere gli effetti del danno di ogni colpo che infliggiamo al nemico. I dispositivi incendiari sono stati messi in una fabbrica nelle prime ore di lunedi 23 Settembre 2013, situata nella via Canal Suryani, villaggio di Babakan, regione Babakan Ciparay, Bandung, Giava Occidentale.

Il motivo? Questa fabbrica produce giubbotti antiproiettile per poliziotti e soldati. Questo impianto è una delle fonti per la produzione di equipaggiamento bellico per questi porci. I giubbotti antiproiettile servono per proteggere poliziotti e soldati quando aprono il fuoco contro il nemico, sparando contro di noi e i nostri fratelli.

Ecco perché questo posto ha preso fuoco, carbonizzandosi, e questo è il fine dell’azione.

Insieme a queste azioni, mandiamo i nostri rispettosi saluti ai combattenti in ogni parte del mondo che senza esitazioni attaccano per quanto possibile. Saluti all’azione congiunta di CCF Russia e ELF Russia. E anche all’attacco coraggioso dei combattenti Amici della Terra/FAI in Argentina. E ai molteplici attacchi fatti dai valorosi della CCF e della ICR all’interno del Progetto Fenice.

Questa azione è anche il nostro caloroso saluto e abbraccio ai coraggiosi tenuti prigionieri dallo stato ma sempre in guerra nonostante i limiti fisici. A Gabriel Pombo Da Silva, Marco Camenisch, Hans Niemeyer, Walter Bond, alla cellula dei prigionieri membri della CCF e ai prigionieri in Grecia, Italia e Cile che non menzioniamo uno ad uno, ma che sono sempre nei nostri cuori.

Abbattere la civilizzazione.
Vita Selvaggia, adesso!

Fronte di Liberazione della Terra (ELF), Frazione Indonesiana

[alcuni video dalla stampa: i, ii, iii, iv]

Besancon, Francia: Azioni in solidarietà con Sonja Suder

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Nella notte tra il 14 e 15 Settembre 2013, l’agenzia interinale Randstad, situata all’inizio di Carnot Avenue nella città di Besancon, ha subito il danneggiamento di una delle sue vetrine.

Ciò è stato fatto all’interno della campagna internazionale per il rilascio di Sonja Suder, imprigionata da due anni in un braccio di alta sicurezza del carcere di Preungesheim a Francoforte, accusata di vari
attacchi negli anni ’70.

Qualche notte fa, “Libertà per Sonja Suder” è stato scritto sul muro di un settore vicino, e la filiale del Credito Agricolo davanti al cimitero di Chaprais è stata attaccata con dei sassi, danneggiando la facciata.

Per Sonja e tutti quelli che si rifiutano di sottomettersi al Dominio!

Un nottambulo indesiderato

Santiago, Cile: Rivendicato sabotaggio all’Istituto Nazionale

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“Non parlo di cose astratte, sono molto concreto. Ti parlo di prigionieri/e, di feriti/e, di morti, di gente cacciata dal posto dove vive, di gente morta cercando uno stipendio, di gente che si rompe la testa prendendo pillole contro la tristezza; la terra di strade, fattorie, cie e la guerra (…) Ti pare esagerato il nostro modo di pensare, ma è quello che è. La guerra è quel che è. Qui c’è una guerra e tu metti quello che vuoi.”
PIB – Ponte como quieta

Questo sistema è marcio alla base, l’ambizione di pochi e l’idiozia-passività dei molti che non hanno reagito a ciò, ci sta portando o ci ha già portato ad una catastrofe naturale quasi senza soluzione, davvero crediamo che possiamo mantenere questo stile di vita in modo sostenibile? Produciamo 1000 volte più di quanto ci serve e i mezzi di comunicazione propinano prodotti come fossero fondamentali. E se anche riuscissimo a mantenere questo stile di vita sostenibile (come dicono alcuni ecologisti) sappiamo che nulla servirà perché già stanchi di questa vita miserabile e non vogliamo continuare in questo stupido progresso, non vogliamo passare la vita lavorando dall’alba al tramonto, non vogliamo passare i nostri migliori anni di giovinezza chiusi in una scuola con alcuni patetici giorni di vacanza concessi solo per essere più produttivi, né vogliamo morire di cancro o di altre nefandezze moderne provocate da tutta la merda che mangiamo, di sicura questo sistema è una merda e su ciò si è già detto abbastanza.

La cosa importante è che in questo contesto la scuola non si distingue come salvezza, come tanti pensano, ma come un’istituzione orribile che ci prepara a questa vita. In questo luogo ci viene insegnato ad obbedire senza discutere agli orari, abitudini, modi di agire e a seguire una linea di condotta che in seguito sarà un ingranaggio, diventando manodopera o professionisti in attività stupide e ripetitive. Che solo funzionano se applicare in questo sistema (Perché diventare ingegnere per costruire centri commerciali o edifici? Perché, dato che vorremmo abbatterli?).

“Abbiamo sotto gli occhi nocività culturali, politiche, sociali, ma quelle che in questo frangente ci interessa identificare e attaccare, sono i processi che caratterizzano il rapporto tra potere, tecnologia e manipolazione-distruzione del vivente, gli interessi dell’eredità, raccolta dall’industria scientifica, di migliaia di anni di pensiero autoritario e antropocentrico. Qualcosa che va ben oltre un problema sanitario, coinvolgendo gli aspetti fondanti di una civiltà tecnologica che si nutre del tempo e delle vite di miliardi di individui umani e non, che setaccia e suddivide gli esseri viventi in razze, in specie, in categorie inchiodate su una scala gerarchica ordinata in base alle sue necessità.”
Estratto dal “Manifesto della coalizione contro ogni nocività”. In “Nanotecnologie: la pietra filosofale del dominio” Rivista Il Silvestre 2011

Per i motivi già citati (e molti altri che non abbiamo tempo di menzionare) abbiamo deciso di mettere questa bomba fumogena con un fine più simbolico che distruttivo, perché questa pestilenza ricordi e scolpisca nelle coscienze che anche la scuola è un’istituzione putrida come una banca o una caserma e per questo fa parte della grande macchina del sistema e deve essere attaccata. Con questo attacco vogliamo anche rompere col discorso generalizzato degli studenti che cercano di riformare l’irriformabile contribuendo cosi alla perpetuazione del sistema, come ha anche detto Theodore John Kaczynski essa è “il trucco più ingegnoso del sistema”. Con ciò non vogliamo dire che studiare non va bene, se qualcuno vuole farlo che lo faccia, c’è sempre stata gente interessata alla conoscenza, anche perché in questo momento il conoscere ci può dare le armi cognitive per farla finita con l’ideologia imperante che cerca di entrarci dalle orecchie. Questa è piuttosto una critica alla scuola come imposizione e strumento al servizio del sistema, vorremmo sottolineare l’imposizione per tutti quelli che diranno “se non ti piace la scuola non andarci” se fosse cosi come dicono (come una mera libertà di consumo) sarebbe facile, visto che abbiamo fatto delle scelte, ma il capitalismo agisce come una imposizione che soverchia le nostre vite. Cosa accadrebbe se lasciassimo la scuola? Dovremmo diventare manodopera a basso costo senza istruzione, lavorando dall’alba al tramonto senza tempo per conoscere la nostra famiglia, o cosa accadrebbe se andassimo a vivere nel bosco e vivere una vecchia fantasia hippie? Basterebbe per uscire e non essere costretti a farlo dal capitalismo a mano armata, come accade oggi ai mapuche, per questo puntiamo ad una convivenza non pacifica col sistema, diventando ovunque l’ostacolo nel suo ingranaggio al fine di incepparlo e probabilmente distruggerlo. Continue reading Santiago, Cile: Rivendicato sabotaggio all’Istituto Nazionale

Pireo, Grecia: Striscione in memoria di Pavlos Fyssas

nikaia

Questo striscione è stato appeso al ponte stradale del Viale Petrou Ralli, che si trova nei pressi dell’Università Tecnica (TEI) del Pireo. Lo slogan recita: “Pavlos Fyssas, 34enne, ucciso dal coltelo di un fascista – Fascisti Assassini vi schiacceremo!”

Blocco stin exousia (“blocco contro il Potere”), a Nikaia, Pireo.

Buenos Aires: Amici della Terra/FAI rivendica esplosione in una Gendarmeria

Cercando di essere all’altezza della situazione e continuare a mantenere la dignità che meritano le vite umane che si ribellano all’autorità, la quale è causa di ogni oppressione sulla faccia della terra che abitiamo, siamo di nuovo passati all’attacco nella guerra dichiarata dagli/lle amanti della libertà ai/lle suoi/e nemici/che.

Ricordiamo che nelle carceri del territorio dominato dallo stato argentino i/le detenuti/e continuano ad essere uccisi/e e torturati/e.

E nelle strade aumenta la miseria, l’alienazione del lavoro e il consumo oscura le coscienze della gente, che ogni giorno subisce le contraddizioni di un sistema che si proclama consolidato da un governo che specula grazie alle scienze economiche, cercando di nascondere a tutti i costi l’aspetto tirannico.

Ci sentiamo colpiti, visto che nulla finora è paragonabile all’umiliazione che sentiamo tutti/e quelli/e che sono minacciati/e dalla morte e la chiusura radicale che nutrono la teoria di chi detiene il potere e la volontà di avvantaggiarsi con metodi e pratiche autoritarie della società civilizzata.

La nostra proposta è un attacco diretto contro i/le responsabili della miseria di questa realtà, adesso la gendarmeria è un obiettivo di tutti/e i/le compagni/e insorti/e o bisogna ancora dire quali sono i nostri punti in comune? Le azioni dicono molto più delle parole, ma a volte è necessario dire ciò che i media cercano di nascondere continuamente.

Le auto che abbiamo bruciato in strada Amenabar 3000 erano proprio davanti ad una delle proprietà di Sergio Berni (segretario del ministero della sicurezza) sorvegliata 24/24h dalla polizia federale.

Il piccolo ordigno esploso nella mutua della gendarmeria (Edificio Fronteras Argentinas) situato in strada Bartolome Mitre 2264, giorno 19 Settembre 2013 alle 1:40, ha causato purtroppo solo danni materiali, ci sarebbe piaciuto che un servo della legge fosse rimasto almeno ferito.

Salutiamo i/le nostri/e compagni/e della Cospirazione per al Vendetta e tutti/e quelli/e che senza troppe domande vanno all’attacco contro l’autorità in ogni parte del mondo.

Viva l’Anarchia!

Amici della Terra/Federazione Anarchica Informale

Kavala, Grecia Settentrionale: Manifestazione antifascista il 21 Settembre

“La vostra democrazia puzza di fascismo. Antifa significa attacco” -striscione dello spazio autonomo di Kavala e dall’occupazione Vyronos 3.

Sabato 21 Settembre anarchici e anti-autoritari hanno richiamato ad una manifestazione antifascista nella città di Kavala contro l’inaugurazione programmata degli uffici locali dell’Alba Dorata Golden per la sera stessa. Anche se l’evento nazista è stato di seguito cancellato-a causa della ondata di proteste in varie città greche all’indomani dell’assassinio di Pavlos Fyssas dall’Albadorato Giorgos Roupakias il 18 Settembre, la protesta antifascista abbia avuto luogo come previsto.

La gente ha iniziato a radunarsi intorno alle 18.00 nel Faliro skate-park, e il corteo ha iniziato due ore dopo contando la presenza di più di 500 manifestanti. La presenza della polizia nella città di Kavala, era troppo pesante, ma il contingente antifascista, composto principalmente da gente del posto, era ben salvaguardato da gruppi di compagni. Vale la pena ricordare che i riformisti del partito di opposizione Syriza non sono mai arrivati, anche se avevano inizialmente richiamato ad un raduno nello stesso posto.

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Exarchia, Atene: Rivendicazione di responsabilità per attacco incendiario contro autobus della polizia in memoria di Pavlos Fyssas

La vergogna non è un lavoro

Otto ore in piedi nel perimetro di un autobus della polizia in un angolo della Via Charilaou Trikoupi con Via Didotou ad Exarchia, chiedendosi se si sarà attaccato da “bottiglie” e sassaiole. Destinatari di odio e di rabbia che permeano tutto il nostro essere. Per quello che siete. Per quello che siamo. Per coloro che servite. Per cosa stiamo lottando.

Otto ore di fila, e ora è il momento per il turno di notte, alle 22.00, il 19 Settembre 2013. Maiali freschi sono venuti a sostituirvi. Dopo una chiacchierata, si entra nel autobus porcile tutti insieme.

Ma dovete confrontarsi con noi, quando meno ve lo aspettate, quando ci siete seduti col culo su un sedile del bus della polizia, sfiniti da questa sporcizia che si chiama lavoro.

Due isolati di distanza, al bivio di Via Charilaou Trikoupi e Via Dervenion, i compagni aspettano l’autobus della polizia per muoversi. Prendono posizioni, aspettano un po più a lungo, e poi spingono dei cassonetti e bloccano la strada. Le taniche da 10 litri piene di benzina sono a rotazione sotto il veicolo. I poliziotti fanno appena in tempo, e abbandonano il bus prima di guardare la prima luce della Molotov al materiale infiammabile. Hanno paura nei loro occhi.

Un’altra volta, in un altro luogo, vi aspetteremo.

Pavlos vive tra noi.

in inglese

Cefalonia, Grecia: Raduno antifascista culminato con attacco agli uffici dell’Alba Dorata

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Il 21 Settembre, tre giorni dopo l’assassinio di Pavlos Fyssas da una feccia nazista nel Pireo, un raduno antifascista ha avuto luogo al di fuori degli uffici dell’Alba Dorata nella cittadina di Argostoli, nell’isola di Cefalonia. Circa 80 manifestanti (studenti, militanti di sinistra, residenti, e anarchici), hanno partecipato alla attività di distribuzione di testi, lanciando volantini e gridando slogan. Ad un certo momento, gli antifascisti hanno bombardarono la facciata degli uffici nazisti con vernice. Un Albadorato di seguito è uscito fuori sul balcone del primo piano, ed ha iniziato a spruzzare i manifestanti con un tubo dell’acqua. In risposta, le persone che si sono arrabbiate hanno lanciato pietre e vari oggetti su di lui e sull’edificio. L’intervento antifascista si è concluso con un piccolo corteo nel centro della città, dove la folla si è dispersa.

in inglese

Ioannina, Grecia: Ιntervento antifascista nella periferia della città

"Né a Kardamitsia, né da nessuna parte - Abbattere il fascismo in ogni quartiere"
“Né a Kardamitsia, né da nessuna parte – Abbattere il fascismo in ogni quartiere”

Un intervento antifascista è stato effettuato il 21 Settembre nella zona di Kardamitsia, alla periferia di Ioannina. Questa è stata un’azione organizzata con il passaparola, con la partecipazione di circa 60 antifascisti. Ultimamente, la zona è diventata un territorio di allevamento neonazista. Soprattutto i giovani nazionalisti, che hanno avuto un momento difficile nel promuovere la loro merda nel centro della città di Ioannina, si raggruppano fuori dal parco locale dove spesso cercano di intimidire i giovani antifascisti e dipingono slogan fascisti. Alcuni mesi fa, gli stessi nazionalisti hanno anche tirato un coltello contro una persona.

Un sistema di avviso col microfono è stato impostato in quel parco centrale. Poco dopo, i manifestanti hanno marciato per le strade di Kardamitsia cantando slogan, lanciando volantini e dipingendo vari slogan antifascisti. Il corteo è fermato al di fuori delle case di nazisti ben noti così come ad una palestra dove le fecce (in divisa o no) di solito fanno gimnastica.

I manifestanti hanno anche distribuito un volantino antifascista e anti-elettorale nel quartiere, al fine di contrastare-informare circa il recente assassinio di Pavlos Fyssas, e aumentare la consapevolezza verso le attività neonaziste nella regione.

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Karditsa, Grecia: Manifestazione antifascista spontanea all’indomani dell’omicidio di Pavlos Fyssas

(Montreal azione solidale, Canada)
(Montreal azione solidale, Canada)

Una manifestazione antifascista spontanea è avvenuta nella tarda sera di Sabato 21 Settembre, a Karditsa (Grecia centrale). Dopo la fine di una proiezione cinematografica programmata al Parco Pafsilypo , un gruppo antifascista di più di 50 persone ha iniziato a marciare nel centro della città. I antifascisti sono passati davanti agli uffici locali del partito Alba Dorata, e si sono imbattuti contro quattro neo-nazisti (uno di loro è il proprietario di un negozio di video noleggio al piano terra dello stesso edificio). I fascisti avevano intenzione di intimidire i manifestanti, per mostrare come realmente sono coraggiosi. Come risultato di questo, uno di loro è stato sbattuto e lasciato a terra, mentre gli altri tre hanno dovuto abbandonare la scena.

Niente nazisti a Karditsa, o in qualsiasi altro luogo.

in inglese

Salonicco, Grecia: Azione diretta in memoria di Pavlos Fyssas

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La notte del 19 Settembre, un giorno dopo l’assassinio di Pavlos Fyssas da un nazista nel quartiere di Keratsini, a Pireo, abbiamo deciso di rompere la vetrina della caffetteria fascista “Astoria”, che si trova nel distretto di Kalamaria, a Thessaloniki. Questo è stato un luogo di ritrovo per gli Albadorati, dove si svolgevano riunioni organizzative del nucleo fascista Kalamaria fascista.

Abbatere i fascisti ovunque essi siano.
Le ostilità proseguiranno…

in inglese

Buenos Aires: Rivendicato attacco contro Accademia Giudiziaria

LA CONVINZIONE È NOSTRA!

L’ambiente che ci circonda è soffocante, e chi ha il sangue dignitoso nelle vene al posto dell’acqua torbida non può affermare il contrario.

La democrazia gestita dall’infame Cristina Kirchner, travestita da progressista e paladina dei diritti umani, comincia a mostrare l’altra faccia della stessa moneta.

Così, la nomina del nuovo ministro della sicurezza, Alejandro Granados, sostenuto dal narcotrafficante Daniel Scioli, ha reso solo più evidente ciò che molti/e sanno già, la democrazia arresta, tortura, accusa e uccide, e in questo non ha nulla da invidiare a nessun altro regime politico.

Condivdiamo le parole di Granado, riguardo al fatto che siamo in guerra e si tratta di loro o noi… non ci allarmiamo per queste dichiarazioni, ma aumentiamo la lotta che conduciamo contro ogni tipo di oppressione a danno dell’individuo o delle comunità libere.

I milioni investiti in tema di sicurezza tramite il Sistema di Identificazione Biometrica, o come le migliaia di telecamere di sorveglianza, o i/le gendarmi che controllano e attaccano i quartieri periferici, non ci fermano e non ci distraggono.

Dentro la rete complessa che forma il nemico che affrontiamo, consideriamo la giustizia un pilastro fondamentale, sostenitore irrinunciabile della gestione della miseria. Continue reading Buenos Aires: Rivendicato attacco contro Accademia Giudiziaria

San Francisco, USA: Sabotato un concerto nazi

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Venerdì 13, noi, la Brigata Antifascista di Distruttori/trici di Bagni, abbiamo risposto all’appello pubblico per cancellare il concerto del gruppo fascista Death in June nella sala concerti Mezzanine di San Francisco. Alcuni giorni prima era stata chiesto alla sala di “cancellare il concerto fascista o lo avrebbero fatto gli/le antifasciste”.

Gli organizzatori erano stati avvertiti. Informati del fatto che ospitavano una band fascista e razzista, e che stavano dando consapevolmente loro spazio.

Per questo, abbiamo distrutto i bagni, parte fondamentale della struttura, con un danno che costerà alcune decine di migliaia di dollari.

Non si tratta di vendetta. Ma di un avviso per mostrare le conseguenze di appoggiare band fasciste.

Il fatto che il musicista Douglas Pierre (Pearce) sia apertamente gay, con tanto di bandiera arcobaleno mentre allo stesso tempo rimarca l’esistenza di soldati gay nelle milizie Sturmabteilung della Germania nazista, per noi è una provocazione ai/lle sopravvissuti/e dell’olocausto e un insulto alla memoria dei/lle tanti/e vittime gay del passato e della Germania nazista.

Buon Venerdì 13, stronzi.

Non dimenticare, non perdonare!

Cordiali saluti,

La Brigata Antifascista di distruttori/trici di Bagni

Non siamo gay come lo strasserista Douglas Pierre, siamo queers che passano all’attacco; questo deve essere l’antifascismo.

in spagnolo, fonte

Helsinki, Finlandia: Striscione di solidarietà per Sonja Suder

Libertà per Sonja
Libertà per Sonja

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Il 14 Settembre abbiamo organizzato una attività di supporto per Sonja, la quale è imprigionata in Germania, come contributo al richiamo di solidarietà per questo giorno. Abbiamo appeso uno striscione con la richiesta del suo rilascio davanti al Goethe-Institut nel centro della città di Helsinki (Finlandia), e distribuito volantini a circa 200 persone per informare circa la sua situazione.

Solidarietà, felicità e libertà per Sonja!

Isola di Lesbos, Grecia: Striscione anarchico per la liberazione di Sonja Suder

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Sullo striscione si legge: “Gli Stati sono gli unici terroristi. Rilascio del 80enne Sonja Suder”

Il 14 Settembre, nel contesto della solidarietà internazionale e della lotta anti-statale/dissidente che non conosce confini, abbiamo risposto al richiamo della liberazione di Sonja Suder. Così abbiamo fatto un piccolo intervento nella sede universitaria (ex ATEbank) nella città di Mytilini, dispiegando il nostro striscione sulla facciata come minimo segno di solidarietà. Abbiamo voluto ricordare che qualsiasi repressione dello Stato e qualsiasi macchinazione del regime contro il movimento anarchico-antiautoritario, in ogni parte della Terra, ci riguarda tutti, sempre e ovunque. Per di più, la lotta per la vita e la libertà non conosce (e non dovrebbe conoscere) alcun confine.

Nemmeno un passo indietro. Di fronte al terrorismo di Stato, costruiamo tumuli contro qualunque cosa ci vuole schiavi o tenta di commercializzare la nostra vita e infrangere i nostri sogni. Non ci arrenderemo senza combattere.

Fino alla notte in cui l’ultima frontiera e l’ultima prigione crollerà. Fino al giorno in cui nessuno dominerà e nessuno sarà dominato. E non fate l’errore di dire che siamo in pochi, perché non lo siamo; ma anche se eravamo… siamo sicuramente decisi. Stiamo arrivando…

Organizzazione Informale Anarchica- Cellula di Lesbos

Temuco, Cile: Condannate Ariadna e Yaritza

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Il 7 Settembre Yaritza e Ardiadna sono state condannate in seguito al processo abbreviato riguardo al possesso di materiale esplosivo durante la collocazione di una bomba contro una caserma delle forze speciali e della direzione regionale della Gendarmeria.

Yaritza Grandon: 541 giorni in base alla legge sul controllo delle armi.
Ariadna Torres: 541 giorni in base alla legge del controllo sulle armi.

La procura deciderà se fare appello o meno, chiedendo la nullità del processo dato che chiedeva 5 anni e 1 giorno di condanna.

Ricordiamo che in questo processo c’è anche la compagna Roxana che è rimasta decisa, rifiutando di accettare la colpa e avere cosi una riduzione della pena.

fonte